Le origini delle ACLI
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Le origini delle ACLI
VERSO IL CONGRESSO Le ori g i n i d e l l e ACL I di Franco Plutino Nell'agosto del 1944 l'Italia era prostrata dalla guerra e, anche se si cominciava ad intravederne la fine, la strada per la pace era ancora lunga e piena di sofferenze. Nel gennaio di quell'anno gli Alleati sbarcavano ad Anzio; in aprile Badoglio insediava a Salerno un nuovo governo; il 5 giugno gli Alleati entravano a Roma ed il 6 sbarcavano in Normandia, mentre Montecassino era fumante per i pesanti bombardamenti e l'Italia era divisa in due dall'occupazione tedesca. Il 12 giugno di quel 1944 era stato firmato il Patto di Roma che diede vita alla CGIL unitaria; si rilanciava il movimento sindacale mortificato sotto il fascismo. Protagonisti furono Giuseppe Di Vittorio per i comunisti, Emilio Canevari per i socialisti e Achille Grandi, leader carismatico del sindacato cristiano. A quel Patto era affiancato un allegato voluto da Grandi che nell'art. 5 lasciava ai lavoratori la possibilità di organizzarsi "in associazioni libere e private per scopi educativi, politici, assistenziali e ricreativi, ed in altre opere di carattere cooperativo e professionale". In questa definizione si vede chiaramente che, assieme all'unità sindacale, Achille Grandi aveva bene in mente l'idea delle ACLI che verranno fondate appena due mesi dopo. Infatti in un convegno che si tenne a Roma dal 26 al 28 agosto 1944, nel salone dei Domenicani della Chiesa di Santa Maria sopra Minerva, nacquero ufficialmente le ACLI. Venne nominata una Commissione centrale composta da Achille Grandi, Vittorino Veronesi, Giulio Pastore, Ludovico Montini, Paolo Pandimiglio, Ugo Strinati e Maria Federici; si decise di compilare uno statuto provvisorio e di avviare tutta una serie di iniziative ed attività orientate a curare la formazione religiosa, morale e sociale dei lavoratori cristiani. Il 18 settembre 1944, mons. Montini, il futuro Paolo VI, che era alla Segreteria di Stato e si era molto adoperato per la nascita delle ACLI, presentò Grandi e Veronesi a Papa Pio XII. Consegnarono lo Statuto del Movimento al Papa che lo approvò, ed il 20 ottobre, con un comunicato, richiamava la responsabilità dei cattolici alla ricostruzione della patria e delle sue istituzioni sociali e politiche e annunciava la nascita delle 10 il dialogo 1/08 Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (ACLI). Il comunicato diceva che "le ACLI non sono organismi di carattere sindacale. Sono indipendenti da ogni partito politico e, benché sorgano sotto gli auspici dell'Azione cattolica italiana, sono autonome e rette da un ordinamento proprio. Sono aperte a tutti i lavoratori di buona volontà". Tutti i vescovi d'Italia, tramite il cardinale Lavitrano, furono invitati a sostenere ed ad assistere le ACLI che poi Pio XII definirà "cellule dell'apostolato cristiano moderno". I primi passi Le ACLI si mettono in cammino partendo da posizioni veramente di povertà: una sede provvisoria, una stanza spoglia, un macchina da scrivere in prestito, una bicicletta, un telefono in comproprietà… Si voleva lanciare un giornale e avviare una campagna di propaganda a livello nazionale. Ma per prima cosa, e prima di chiunque altro, ancora nell'ottobre 1944, venne ideato il Patronato e abbozzato uno statuto che lo definiva "l'organo con cui le ACLI provvedono ai servizi sociali dei lavoratori". La prima sede fu in via Aracoeli 3, e Giulio Pastore e Virginio Savoini ne curarono impianto ed organizzazione. Il 14 febbraio 1945 Grandi si dimette da presidente delle ACLI: riteneva incompatibile il suo ruolo con l'impegno nel Patto sindacale. A Ferdinando Storchi, giornalista dell'Osservatore Romano, vennero affidate le redini di un Movimento che si consolidava mentre la guerra stava finalmente per finire. Il Circolo fu fin dall'inizio il centro di convergenza dei lavoratori e delle relative organizzazioni specializzate del territorio (comune, parroc-