metropoli per la ripresa

Transcript

metropoli per la ripresa
‘89-‘09 venti anni di Rur
METROPOLI
PER LA RIPRESA
Il sistema urbano italiano al 2009
Roma, 16 dicembre 2009
1 1. Idee per le metropoli Cogliere il vento della ripresa Riprendere nel più breve tempo possibile le posizioni perdute nel biennio critico 2008‐’09 è l’imperativo cui cercano di dare una risposta le classi dirigenti di tutti i paesi sviluppati. La brezza leggera della domanda internazionale che riparte, un maggior ottimismo dell’opinione pubblica, la tenuta dell’economia familiare, costituiscono le premesse per raggiungere tale obiettivo, ma non bastano. Per poter approfittare delle mutate condizioni, ora più favorevoli, sono necessarie idee e comportamenti innovativi. Sono molti, a livello internazionale, a ritenere che un risultato positivo per i sistemi economici, occupazionali e sociali, si possa ottenere come sommatoria dei buoni andamenti ottenuti nei singoli territori. Metropoli e città divengono, ancora una volta, attori protagonisti del possibile movimento ascendente in grado di contrastare gli andamenti declinanti. La cognizione dell’urbano Se le città, specie in Italia, determineranno (più di ogni ragionevole limite), il ritorno ad una maggiore serenità dei cittadini, da esse bisognerà ripartire, interpretandone le trasformazioni più recenti. La Rur e il Censis da circa due decenni realizzano un periodico monitoraggio, ed una relativa valutazione, del sistema di città italiane, con due principali caratteristiche: ‐ il rating è volto all’identificazione di gruppi gerarchizzati, ritenendo le graduatorie relative a singole città strumento inefficace per interpretare il fenomeno urbano. Infatti, pur essendo utili a stimolare la competizione, sono scarsamente funzionali al miglioramento di sistema o sub‐sistema, cosa che avviene attraverso l’individuazione di cluster; ‐ l’analisi viene svolta esclusivamente con dati comunali, e non, come nella maggior parte dei casi, con informazioni su base provinciale che poi vengono fatte passare, specie nella proiezione mediatica, come rappresentative della città capoluogo. Le prime analisi effettuate a cavallo della crisi della finanza pubblica dei primi anni novanta (1991/1994) restituivano un quadro molto preciso: il sorpasso delle medie città del centro‐nord nelle gerarchie della produzione tecnologico‐
manifatturiera e del benessere sociale rispetto alle grandi città. La Rur definì, diede identità ed organizzò le piccole capitali, fondando addirittura una rete, il “Club delle città intermedie”. 2 Dieci anni dopo (rating del 2004), la novità ha riguardato gli inevitabili effetti della globalizzazione sul sistema urbano italiano, in qualche modo liberalizzato al pari della perdita di protezioni e barriere che l’integrazione europea, l’euro, le regole del commercio internazionale ed i flussi di immigrazione inevitabilmente riverberavano sugli assetti dell’abitare, del produrre, del rapportarsi, del consumare,del conoscere e dello svagarsi, cioè sulle azioni alla base del funzionamento della macchina urbana. Pensiamo solo alla moneta unica e alla finanza internazionale che investe per valorizzare il territorio italiano. Una potenza, relativamente incontrollata, che in pochi anni, ad esempio, ha rovesciato consolidati equilibri: pensiamo ancora all’effetto dei centri commerciali di grandi dimensioni e allo svuotamento della città storica; all’estensione a macchia d’olio delle residenze con il più grande boom immobiliare del dopoguerra. Al tema delle nuove localizzazioni si deve aggiungere quello della modernizzazione dei collegamenti fra le grandi città con l’alta velocità ferroviaria, il low cost aereo, le reti a larga banda. L’analisi effettuata nel presente rapporto aggiunge un ulteriore elemento interpretativo (tav.1). Ai vertici del sistema urbano si va ormai affermando una “città contenitore”, sistema complesso che integra realtà urbane diverse attraverso le relazioni, la mobilità territoriale, lo scambio fra produzione di conoscenze e produzione di beni e servizi, il reticolo distributivo e logistico. Ad aree metropolitane costituite da un centro e un hinterland, si vanno sostituendo sistemi con una pluralità di capisaldi. In un tale contesto anche città medie crescono di rango e diventano omologhe alle grandi, almeno quanto a capacità di produrre ricchezza ed accumulare risorse. Nella categoria più aperta al globale a Milano si affiancano Bergamo e Brescia, Padova raggiunge Venezia‐Mestre e Verona nel contenitore metropolitano veneto, Siena, sede del terzo gruppo bancario italiano, aggancia Firenze. Se alla prima fascia (i Poli dei grandi sistemi/le “città­leone”) aggiungiamo anche la seconda, costituita dai Centri urbani competitivi (le “città­ pantera”) tutte presenti nel Centro Nord del Paese, si viene configurando un sistema territoriale del tutto originale e inedito (fig. 2). Riaprire il dibattito sul “che fare” Le città hanno bisogno di proposte e di progetti. La scia dei grandi eventi produce certamente un effetto mobilitante, come dimostrano quelli riguardanti le due città maggiori (Milano 2015 o le Olimpiadi a Roma), ma è improponibile la loro generalizzazione a ogni contesto. E’ indispensabile, invece, riaprire una stagione di iniziative funzionali a rafforzare il nuovo disegno. L’intervento recente si è infatti troppo spesso limitato ad investimenti “primordiali”: l’80% di residenze e un 20% fra uffici e centri commerciali. 3 Bisogna ricercare alcune linee guida su cui far convergere istituzioni, imprese, finanza, per una stagione di rinascita urbana, lavorando su alcuni temi chiave per il futuro: ‐ l’energia diffusa da fonti rinnovabili è un’area di grande attenzione con risvolti concreti e confacenti al comportamento degli italiani. Case, condomini, uffici pubblici, grandi strutture, possono diventare fonti distribuite di produzione di energia elettrica. Al di là degli effetti benefici sulle emissioni e sul consumo di fonti primarie, questa potrebbe rappresentare una funzione pedagogica per coinvolgere i cittadini verso comportamenti ambientalmente orientati; ‐ la mobilità sostenibile è un fattore centrale, dato che la qualità della vita urbana dipende sempre più dalla fluidità degli spostamenti. Ripensare e riprogettare i corridoi della mobilità anche a scapito degli spazi dedicati all’auto, può sbloccare nel breve periodo l’effetto paralizzante del traffico veicolare; ‐ pensare a nuovi format per il commercio ovvero reinventare il centro commerciale e ridare senso alle aree storiche o consolidate con una particolare attenzione ai luoghi di aggregazione giovanile il cui esodo verso le nuove strutture causa lo svuotamento delle vecchie; ‐ progettare i nuovi spazi per la produzione attraverso la riallocazione e riaggregazione degli insediamenti industriali, nati con criteri spontaneistici, e con l’affiancamento ai poli della logistica; ‐ la città ci è scappata di mano, dilatandosi senza progetto sul territorio: nelle grandi città contenitore è ora indispensabile realizzare masterplan di area vasta anche come portato di una governance alla stessa scala. Compito del rapporto è di sollecitare attenzione sul nuovo sistema di città, segnalare l’esigenza di tornare a progettare la città. Al confronto di esperienze è dedicata la Conferenza per i vent’anni della RUR nella quale raccoglieremo nuove proposizioni per aprire il dibattito,almeno fra chi si occupa di cultura urbana. Fig. 1 ­ I gruppi tipologici. Anni 1991, 1994, 2004 e 2009 1991 1994 2004 2009 Metropoli internazionali Capitali direzionali
Aree metropolitane
Poli dei grandi sistemi
Città metropolitane Città della ripresa Città dello sviluppo Centri urbani competitivi Piccole
capitali
Solidità di fondo
Centri produttivi
Città in transizione lenta
Città
standard
Poli del declino industriale
Benessere maturo
Comunità urbane in crescita
Città emergenti Città del riallineamento
Poli della rincorsa
Città mercato del sud
Città della crisi Città lontane dallo sviluppo Città arretrate Città marginali Fonte: Censis‐RUR, 2009 Tav. 1 – Il rating delle città per gruppi cluster A. Poli dei grandi sistemi (I leoni) (11) A1 Milano Roma B1 A2 Torino Venezia Bologna Firenze Verona A3 B. Centri urbani competitivi (Le pantere) (22) C. Città in transizione lenta (Gli elefanti) (8) D. Comunità urbane in crescita (Le gazzelle) (23) C1
Genova Trieste D1 Ravenna Perugia Reggio Emilia Arezzo Macerata Lucca Ascoli Piceno Trento Parma Vicenza Ancona Modena Novara Bolzano Treviso Pisa Udine Varese Rimini B2 Piacenza Mantova Cremona Pavia Como Biella Lecco Sondrio Lodi Pordenone C2
Livorno La Spezia Savona Prato Ferrara Terni D2 Forlì
Pesaro Alessandria Asti Cuneo Belluno Imperia Aosta Pistoia Grosseto Gorizia Vercelli Viterbo Rovigo Massa Verbania Bergamo Brescia Padova Siena Fonte: Censis‐RUR, 2009 E. Città mercato del sud (Le giraffe) (17) F. Città marginali (Le zebre) (22) E1
Napoli Palermo Bari Catania Salerno Lecce Pescara Cagliari Messina F1
L’Aquila Reggio Calabria Siracusa Sassari Foggia E2
Taranto Cosenza Caserta Latina Catanzaro Avellino Frosinone Campobasso F2
Matera Brindisi Benevento Potenza Rieti Chieti Teramo Ragusa Trapani F3
Enna Oristano Nuoro Agrigento Vibo Valentia Teramo Crotone Isernia Fig. 2 ­ Le città del primo e del secondo gruppo (“i leoni” e “le pantere”) sovrapposte allo spettro delle megacities italiane Fonte: Censis‐RUR, 2009 7 2. Il sistema urbano italiano al 2009 Ancora una volta la Rur propone una lettura originale ed attuale dell’armatura urbana del Paese attraverso il procedimento della cluster analysis. Considerando un’ampia batteria di dati comunali recenti è stato possibile aggiornare l’analisi del sistema urbano italiano per gruppi omogenei di città. Si tratta del 4° rating elaborato dalla Rur, dopo quelli del 1991, del 1994 e del 2004. I 103 capoluoghi di provincia sono stati ripartiti in 6 gruppi con profili diversificati, ad ognuno dei quali è stato attribuito un nome evocativo (tav. 2): Gruppo A, “I leoni” (11 città) ‐ Poli dei grandi sistemi, caratterizzati da: elevati valori immobiliari (prezzi di vendita, canoni di locazione), massima densità abitativa, maggiore presenza di fasce di popolazione ad alto reddito (ma anche forte presenza di immigrati), elevata incidenza dei servizi. Sul piano della vivibilità, forte rilevanza del trasporto collettivo, ma anche bassa dotazione di verde urbano e risultati non brillanti sul fronte rifiuti. In questa classe si collocano, fatta eccezione di Genova, i maggiori centri urbani del centro‐nord (Torino, Milano, Verona, Venezia, Bologna, Firenze, Roma) insieme ad alcuni dei poli urbani intermedi in rete con le metropoli. Gruppo B, “Le pantere” (22 città) ‐ Centri urbani competitivi caratterizzati da: ricchezza diffusa (alta densità di sportelli bancari, pil procapite elevato), forte presenza di immigrati, solidità produttiva, ricerca della sostenibilità e della qualità della vita (elevata percentuale di raccolta differenziata). In questo gruppo sono comprese molte delle capitali minori del centro‐nord, da Parma a Trento, da Mantova ad Ancona. Gruppo C, “Gli elefanti” (8 città) ‐ Città in transizione lenta caratterizzate da: dinamiche demografiche critiche (alto tasso di invecchiamento e di mortalità), forte incidenza della popolazione immigrata, debolezza economica (elevata percentuale di contribuenti di fascia bassa). In questo gruppo sono presenti realtà industriali/portuali che hanno conosciuto rilevanti processi di ristrutturazione della base economica, come Genova e Trieste. Gruppo D “Le gazzelle” (23 città) ‐ Comunità urbane in crescita, caratterizzate soprattutto da: incremento elevato della popolazione, aumento flussi migratori, caratterizzazione manifatturiera del tessuto economico, attenzione all’ambiente. Gruppo E “Le giraffe” (17 città) ‐ Città mercato del sud, caratterizzate da: alta densità urbana, elevata presenza di giovani, elevata concentrazione di funzioni commerciali e turistiche, livello dei valori immobiliari abbastanza elevato ma scarsa dinamicità del mercato. Di contro, dinamica migratoria 8 negativa, bassa incidenza di stranieri residenti. Sul piano della qualità ambientale, elevato tasso di motorizzazione e scarso ruolo del trasporto pubblico, nonché bassa percentuale di raccolta differenziata. Il gruppo comprende tutte le maggiori città del sud, includendo anche poli del Lazio meridionale e dell’Abruzzo. Gruppo F “le zebre” (22 città) ‐ Le città marginali, caratterizzate da: debolezza economica (peso elevato delle fasce a basso reddito, scarsa raccolta bancaria), bassi valori immobiliari e da scarsa qualità dell’ambiente urbano (alto tasso di motorizzazione, bassa rilevanza del trasporto pubblico e bassa percentuale di raccolta differenziata). La tabella 1 riassume il profilo dei diversi gruppi di città dal punto di vista della numerosità, del peso demografico, delle imprese. Le tabelle 2‐6 rendono conto delle caratteristiche dei gruppi dal punto di vista della ricchezza prodotta,del sistema delle imprese e della struttura demografica. Infine la tavola 2 mostra l’evoluzione del sistema di città nel confronto tra la cluster 2004 e quella 2009. 9 Tab. 1 – Il profilo dei diversi gruppi di città dal punto di vista della numerosità, del peso demografico, delle imprese e del PIL (v.a. e %) N° comuni v.a.
A.
B.
C.
D.
E.
F. Poli dei grandi sistemi Centri urbani competitivi Città in transizione lenta Comunità urbane in crescita Città mercato del sud Città marginali Totale Comuni Capoluogo (*) stima Censis Fonte: Censis‐RUR 2009 Popolazione 2008 v.a.
%
11
22
8
23
17
22
6.778.562
1.979.547
1.566.911
1.781.323
3.708.841
1.580.946
39,0
11,4
9,0
10,2
21,3
9,1
103
17.396.130
100,0
Imprese attive 2008 v.a. Addetti 2006 PIL 2006 (*) (in milioni di €) v.a.
%
%
v.a.
%
666.101 182.894 128.635 168.584 296.744 123.116 42,5
11,7
8,2
10,8
18,9
7,9
2.912.639
856.100
523.534
658.390
1.018.814
404.384
45,7
13,4
8,2
10,3
16,0
6,3
260.531
68.261
42.025
53.352
88.978
39.126
47,2 12,4 7,6 9,7 16,1 7,1 1.566.074 100,0
6.373.860
100,0
552.273
100,0 10 Tab. 2 ­ Indicatori di ricchezza prodotta ­ Anno 2008 La raccolta bancaria
Impieghi Depositi Sportelli bancari per bancari per bancari per abitante abitante (€) 10.000 (mln di €) abitanti 2008 Indice di utilizzo della raccolta bancaria Poli dei grandi sistemi Centri urbani competitivi Città in transizione lenta Comunità urbane in crescita Città mercato del sud Città marginali 7,6
9,9
6,1
8,0
4,7
4,4
40.663,0
24.810,3
16.828,7
16.391,1
14.461,6
10.372,7
104.443,7
57.171,5
23.197,2
34.216,7
19.767,8
16.251,8
256,9 230,4 137,8 208,8 136,7 156,7 Totale comuni capoluoghi (*) Stima Censis ‐ Anno 2006 Fonte: elaborazione Censis 6,8 25.888,0 58.487,7 225,9 Pil pro capite (*) (€) 38.608 34.957 26.833 30.674 23.844 24.849 31.900 11 Tab. 3 ­ La struttura produttiva ­ Anno 2008 (distribuzione % delle imprese per settore di attività e % di stranieri) Imprese attive (% sul totale ) Totale servizi
Servizi Agricoltura Manifattura Costruzioni Commercio Alberghi professionali e e pesca e ristoranti consulenziali Poli dei grandi sistemi Centri urbani competitivi Città in transizione lenta Comunità urbane in crescita Città mercato del sud Città marginali
1,9
4,6
3,2
11,0
4,3
13,7
10,0
10,9
13,2
11,4
10,5
10,3
12,0
14,4
15,4
18,1
9,7
12,9
29,1
27,5
31,6
26,4
42,7
34,6
6,0 6,3 5,8 5,0 4,6 4,6 10,0
8,0
6,4
5,6
6,1
5,5
Totale comuni capoluoghi 4,7 10,6 12,9 31,8 5,5 7,9 74,9
69,6
67,9
59,0
73,2
62,2
18,5
16,4
17,8
14,1
7,8
6,3
70,7 % Titolari d'impresa stranieri 2008 14,1 Fonte: elaborazione Censis‐RUR, 2009
Tab. 4 ­ Il tessuto imprenditoriale ­ Anno 2008 (imprese attive per 1.000 abitanti) Agricoltura e pesca Manifattura Costruzioni
Commercio Alberghi e ristoranti Servizi professionali e consulenziali Totale servizi Totale Imprese Poli dei grandi sistemi Centri urbani competitivi Città in transizione lenta Comunità urbane in crescita Città mercato del sud Città marginali 1,9 4,3 2,6 10,4 3,4 10,7 9,8 10,0 10,8 10,8 8,4 8,0 11,8 13,3 12,6 17,1 7,7 10,1 28,6 25,4 25,9 25,0 34,1 27,0 5,9 5,8 4,7 4,8 3,7 3,6 9,8 7,4 5,3 5,3 4,8 4,3 73,6 64,3 55,7 55,9 58,6 48,4 98,3
92,4
82,1
94,6
80,0
77,9
Totale comuni capoluoghi 4,2 9,6 11,6 28,7 5,0 7,1 63,6 90,0 Fonte: elaborazione Censis‐RUR, 2009
12 Tab. 5 – Le dichiarazioni Irpef ­ Anno 2007
Imponibile medio ( €) L'imponibile IRPEF % Contribuenti fino a 15.000 € % Contribuenti oltre 55.000 € Poli dei grandi sistemi Centri urbani competitivi Città in transizione lenta Comunità urbane in crescita Città mercato del sud Città marginali
24.711
22.323
20.203
19.609
19.714
17.997
40,0 40,4 42,6 44,2 47,0 48,9 7,6
6,1
4,3
4,2
4,8
3,4
Totale comuni capoluoghi 21.970 42,7 5,9 Fonte: elaborazione Censis‐RUR, 2009
Tab. 6 ­ Demografia e struttura della popolazione ­ Anno 2008 Var. % popolazione 98‐08 Tasso di natalità Tasso di mortalità Tasso migratorio Tasso migratorio interno Indice di vecchiaia Indice di dipendenza anziani Poli dei grandi sistemi Centri urbani competitivi Città in transizione lenta Comunità urbane in crescita Città mercato del sud Città marginali
2,8
5,0
0,3
8,1
‐3,3
2,4
9,5
9,1
8,2
9,2
9,5
8,9
10,5
10,9
13,2
10,9
9,7
8,8
2,8
11,4
6,9
14,0
‐4,7
1,3
‐7,4
‐0,9
‐0,6
1,7
‐7,9
‐3,9
36,3
36,4
41,2
35,2
28,2
27,3
56,1
56,0
59,6
54,6
50,0
48,1
111,03
110,73
77,52
92,26
26,94
28,16
14,2 13,2 13,1 12,7 13,8 10,3 Totale comuni capoluoghi 1,9
9,3
10,5
3,5
‐4,9
34,0
54,2
80,60
13,6 Fonte: elaborazione Censis‐RUR, 2009 Stranieri Stranieri nati residenti per in Italia per 1.000 100 stranieri abitanti 13 Tav. 2 ­ Confronto tra i risultati della cluster del 2004 e quella del 2009 (*) CLUSTER 2004 Aree metropolitane (Le Aquile) Città dello sviluppo (I Falchi) Centri produttivi (I Pellicani) Benessere maturo (I Gabbiani) Città della rincorsa (Le Rondini) Città arretrate (Le Anatre) CLUSTER 2009 Torino, Milano, Bologna, Firenze, Poli dei grandi Verona, Venezia, Roma sistemi (I Leoni) Aosta, Biella, Verbania, Varese, Como, Centri urbani Lecco, Bergamo, Brescia, Cuneo, competitivi Pavia, Mantova, Sondrio, Bolzano, (Le Pantere) Trento, Vicenza, Padova, Treviso, Belluno, Pordenone, Udine, Parma, Pisa, Siena, Ancona, Macerata Novara, Piacenza, Reggio Emilia, Città in Modena, Forlì, Rimini, Prato, Arezzo, transizione lenta Pesaro, Ascoli Piceno, Latina (Gli Elefanti) Vercelli, Asti, Alessandria, Imperia, Savona, Genova, La Spezia, Lodi, Cremona, Rovigo, Gorizia, Trieste, Ferrara, Ravenna, Massa, Livorno, Pistoia, Lucca, Grosseto, Perugia, Terni, Viterbo, Pescara, Campobasso, Lecce Rieti, Frosinone, L'Aquila, Chieti, Isernia, Caserta, Benevento, Avellino, Salerno, Potenza, Matera, Bari, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Ragusa, Sassari, Nuoro, Oristano, Cagliari Teramo, Napoli, Foggia, Brindisi, Taranto, Crotone, Reggio Calabria, Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Catania, Siracusa Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Padova, Venezia, Bologna, Firenze, Siena, Roma Biella, Novara, Varese, Como, Lecco, Pavia, Lodi, Cremona, Mantova, Sondrio, Trento, Bolzano, Vicenza, Treviso, Pordenone, Udine, Piacenza, Parma, Modena, Rimini, Pisa, Ancona Savona, Genova, La Spezia, Trieste, Ferrara, Livorno, Prato, Terni Comunità urbane in crescita (Le Gazzelle) Aosta, Verbania, Vercelli, Asti, Alessandria, Cuneo, Imperia, Belluno, Rovigo, Gorizia, Reggio Emilia, Forlì, Ravenna, Massa, Lucca, Pistoia, Arezzo Grosseto, Perugia, Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno, Viterbo Città mercato del sud (Le Giraffe) Frosinone, Latina, Pescara, Campobasso, Caserta, Napoli, Avellino, Salerno, Bari, Taranto, Lecce, Cosenza, Catanzaro, Palermo, Messina, Catania, Cagliari Città marginali (Le Zebre) Rieti, L’Aquila, Teramo, Chieti, Isernia, Benevento, Potenza, Matera, Foggia, Brindisi, Crotone, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa, Sassari, Nuoro, Oristano (*) Le frecce indicano i principali mutamenti di collocazione, le città sono in ordine geografico Fonte: Censis‐RUR, 2009