Seconda Università degli Studi di Napoli

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Giornate Scientifiche di Ateneo 2009
GLI ANTICHI CONTROSOFFITTI DELL'EDILIZIA STORICA CAMPANA E LA LORO
CONSERVAZIONE: IL CASO DELL'INTEMPIATURA A LACUNARI DELL'"AULA DELLE
BIFORE NORMANNEµ DEL PALAZZO ARCIVESCOVILE DI CAPUA IN CONSERVARE E
RESTAURARE IL LEGNO. CONOSCENZE, ESPERIENZE, PROSPE
Carillo S. (1)
(1) Seconda Università di Napoli, Dipartimento di Restauro e Costruzione dell'Architettura e dell'Ambiente, Via S. Lorenzo 4 - 81031 - Aversa - CE
Il caso capuano, qui analizzato, reso noto da Stella Casiello nel 1992, presenta una cospicua intempiatura realizzata secondo uno
schema assai semplice di tessuto reticolato a maglie quadrangolari, ottenuto dall'apposizione di correntini sopra un'aggregazione
di tavole, secondo la giacitura del piano orizzontale. L'elemento tipo del controsoffitto è dato da un quadrato che ospita al
centro, per ogni modulo, un'immagine secondo uno schema stellare a sei raggi che in alcuni casi tende ad assomigliare ad un
ruota, in altri ad un fiore, in altri
ancora a una mimetica decorazione a rilievo secondo un illusionistico gioco di ombre. Le tonalità del supporto appaiono
sostenute da una base di imprimitura che attinge ai colori tradizionali del cenerino che, successivamente, la tradizione
coloristica campana differenzierà nelle varie partiture di celeste e grigio perla con un singolare uso di una brillante tonalità di
arancio che svolge un cospicuo ruolo nel rafforzare le connotazioni di ombra portata che i regoli sovrapposti al tavolato,
inevitabilmente producono in ragione della distribuzione della luce naturale, un tempo assai diversa da quella oggi disponibile. In
questo senso, anche lo studio della disposizione delle ombre dipinte sui medaglioni al centro dei campi costituisce efficace
traccia di ricerca per la comprensione del valore figurale dell'intero impaginato del controsoffitto. E può essere segno di
rimaneggiameti
L'analisi dimensionale concorre a focalizzare ulteriori caratteri autoctoni di questa singolare produzione di carpenteria lignea
campana per la pressoché coincidente, già illustrata dimensione del lato della cellula del reticolo che impiega la canna
napoletana, di origine aragonese, nella sua unità base del palmo (264mm circa) come referente lineare e geometrico assoluto.
Inoltre, attraverso i fori lasciati dal distacco dei nodi fibrotici all'interno del medesimo tavolato è stato possibile cogliere,
approssimativamente, la misura dello spessore di alcune tavole in circa 32mm corrispondenti all'oncia e mezza, sottomultiplo, in
dodicesimi, ancora del palmo. Ancora sulla scorta dell'osservazione diretta è stato possibile dedurre che la maggior parte delle
tavole dell'assito di piano sono della dimensione di circa 520x1080mm che concordano con le dimensioni usuali dell'areale
campano per potersi definire nel rapporto di 2x4 palmi tradizionali, cifra, quest'ultima che individua anche la mezza canna
ovvero il passetto anch'esso presente nel cantiere storico. Più rare appaiono le tavole lunghe 6 palmi che, tuttavia sono ben
leggibili, per le fenditure dovute al distacco lungo le fibre della fella di legno così come definisce queste tavole il maggiore
manuale tecnico ottocentesco napoletano.
In questa prima campagna di indagini sul manufatto è stato possibile lavorare soltanto su immagini fotografiche, senza poter
leggere le misure degli anelli direttamente sulle tavole, come peraltro già utilmente avvenuto in molti casi.
Il problema che resta infatti è quello di determinare con precisione la specie legnosa, operazione per la quale è necessario
osservare con lenti a diversi ingrandimenti un microcampione del materiale o almeno una porzione del manufatto.
I risultati ottenuti in questa prima fase forniscono comunque uno spunto interessante per approfondire la ricerca: si è appurato
infatti, tramite il confronto sia grafico sia analitico, che i migliori valori dendrocronologici favoriscono una lettura di un congruo
numero di anelli di accrescimento.
Il dato in questione sembra perfettamente compatibile con la situazione generale del complesso dell'intempiatura, come descritto
sopra, ovvero con una certa distribuzione di irregolarità e imperfezioni sia negli elementi lignei sia nei decori (sia nelle finiture
delle decorazioni).
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