Stella e birillo alle prese con l`apprendistato

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Stella e birillo alle prese con l`apprendistato
Notte del racconto 2015
Stella e Birillo alle prese con l’apprendistato
di Mariangela Rosiello Agnola
Stella è una simpatica strega che vive in una bella casa di legno ai margini del bosco di
Pedrinate. Tra due giorni compirà sei anni, e non riesce proprio a contenere la gioia.
Oggi si è svegliata con la seria intenzione di scegliere l’abito giusto per la festa. Dopo
un’ora di intenso lavoro si accorge che non è certo un’impresa facile: quale colore si
abbina meglio ai suoi lunghi capelli corvini? Quale tonalità fa risaltare gli occhi azzurro
cielo? E l’incarnato bianco latte? Quali sono le scarpe giuste? Che dilemma. Quante
decisioni da prendere: troppe! Affranta si siede sul morbido cuscino a forma di cuore,
quello che la mamma le ha regalato per il suo quinto compleanno. Mentre osserva
sconsolata la montagna di vestiti che giace sul pavimento, ecco che qualcuno fa capolino
dalla finestra:
«Miaho, Miaho, che c’è Stella?»
«Birillo: dove ti eri cacciato? Non riesco a decidere cosa indosserò al mio
compleanno» piagnucola la bambina, aprendo le braccia per accoglierlo.
Come ogni strega che si rispetti anche Stella ha un fedele amico felino. Birillo è un
simpatico gattino nero, dal musetto birichino e dagli occhietti vispi. I due si sono
conosciuti quando Stella aveva quattro anni: era autunno, e la bambina raccoglieva
castagne nel bosco dietro casa in compagnia della mamma. La cesta che teneva stretta
con le manine era colma di bellissimi marroni ed era giunto il momento di rientrare per
fare merenda, ma Stella aveva insistito per prenderne ancora un po’.
«Le metterò qui, mamma» aveva gridato, prima di sparire dietro un faggio
mollando la cesta per terra. Dopo cinque minuti era riapparsa con le tasche gonfie, e con
in braccio un batuffolo tremante.
«L’ho trovato! L’ho trovato!» gridava con gli occhi colmi di lacrime.
«Bravissima!» rispose la madre, intuendo cosa fosse successo e avvicinandosi per
ammirare la creatura. «È quello giusto per te», aggiunse orgogliosa. «Vedi qui…» e le
mostrò la piccola chiazza bianca a forma di stella sulla zampina posteriore dell’animale.
Quella notte, nella cameretta di Stella, ci fu un gran miagolare e un solenne sussurrare.
La piccola strega raccontò al micino tutto ciò che aveva fatto nei suoi primi quattro anni
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di vita e lui la osservava irto sulle zampine, con le unghie conficcate nella coperta,
cercando di non perdersi neanche una parola. Alla fine, stremato, crollò rigido di lato,
sprofondando in un pacifico sonno. Stella lo fissava incredula, e in quel preciso istante
decretò: «Birillo: ti chiamerò Birillo», perché per come era caduto, le aveva ricordato
come cade un birillo quando viene colpito. La piccola si coricò al fianco del suo nuovo
amico. Nella testa rivedeva le immagini del loro incontro: il luogo dove lo aveva trovato,
sotto un cumulo di foglie secche, vicino alla rete metallica che traccia il confine tra la
Svizzera e l’Italia, e il musetto tenero e un po’ impaurito di Birillo. Ebbra di felicità, si
addormentò con un placido sorriso stampato sul viso.
«Miaho, Miaho, Stella: di che ti preoccupi? Ricordi cos’ha detto la
mamma? Miaho. Il giorno del tuo sesto compleanno inizierà la settimana di
apprendistato da strega, e l’unico abito che ti sarà consentito indossare sarà
quello nero. Miaho. Problema risolto! Miaho» sentenziò Birillo, risolvendo il
dilemma di Stella.
«È vero Birillo: l’avevo dimenticato, grazie.»
«Miaho, Miaho, hai deciso cosa farai durante l’apprendistato?»
Birillo sapeva di toccare un argomento dolente, ma Stella doveva pur riflettere sulla
questione. La vita di ogni strega ha delle regole e a sei anni bisogna svolgere una
settimana di apprendistato. Serve a capire come si potrà dare il proprio contributo alla
società. Stella era forse l’unica strega che non aveva alcuna dimestichezza con erbe,
intrugli, pozioni magiche, e che non sapesse fare previsioni d’amore.
«Non lo so Birillo. L’unica cosa che sono capace di fare è volare sulla mia scopa.»
Era la verità. Stella amava volare e non temeva né il freddo, né le intemperie. Ogni volta
che si trovava a cavallo della sua scopa era felice. Il papà le aveva persino regalato una
lanterna per i voli notturni. A Birillo l’altezza procurava la nausea e perciò la seguiva con
le zampe ben salde sul terreno. Anche se i gatti hanno una vista notturna migliore della
nostra, era più facile non perdere la sua padroncina se poteva seguire il bagliore della
lanterna.
«Miaho, Miaho, e allora sfrutta questa tua abilità!» le suggerì il suo fedele
amico.
«In che modo Birillo?»
«Miaho, Mihao, non saprei. Che ne dici di uscire questa notte? Qualche
idea ci verrà.»
«Hai ragione Birillo. Non serve a niente restare qui a piangere.»
E così fecero: la piccola strega e il suo amato gatto, calata la notte, partirono alla ricerca
di un’occupazione da svolgere durante l’apprendistato. Stella aveva il divieto di
sconfinare in Italia, quindi il più delle volte sorvolava il confine grazie alla sua magica
scopa. Quella notte compì il solito volo, e mentre si trastullava sull’occupazione da
svolgere, notò alcune persone muoversi lungo la rete metallica. Spense la lanterna e si
avvicinò senza farsi vedere. Si accorse che si trattava di un’intera famiglia composta da
papà, mamma e due bambini. Il padre reggeva il piccolo che dormiva in braccio, e la
madre teneva la mano del più grande. Si muovevano piano e con difficoltà. Li seguì
senza fare rumore, e comprese che stavano cercando un varco per entrare. La mamma le
aveva spiegato che c’erano molti profughi che stavano scappando dalle guerre e dalla
povertà, e che alcuni tentavano di giungere in Svizzera per chiedere aiuto. In quel preciso
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istante comprese cosa doveva fare: accese la lanterna e fece in modo che i profughi
notassero la luce, conducendoli nel luogo dove sapeva esserci un buco nella rete: dove
aveva trovato il suo fedele amico. Nel frattempo, Birillo, che aveva compreso le
intenzioni della sua padroncina, aveva allertato i genitori di Stella, che erano giunti per
prestare soccorso.
«Miaho, Miaho, ♫ tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri cara
Stella, ♪ tanti auguri a te, Miaho.»
Il sesto compleanno della giovane strega fu memorabile: un’incredibile festa al parco
giochi di Pedrinate, con palloncini, clown, dolci, regali e molti amici. Stella era raggiante,
e non solo per i festeggiamenti: la famiglia che aveva tratto in salvo aveva richiesto asilo
nel nostro paese, e i bambini avevano ottenuto il permesso di partecipare alla festa. La
piccola strega si era accordata con le guardie di confine, e durante la settimana di
apprendistato, lei e Birillo, avrebbero controllato la zona. Stella ora sapeva che anche da
adulta avrebbe potuto essere di grande aiuto a tutti coloro che ne avrebbero avuto
bisogno, grazie alla sua magica scopa e al suo fedele amico, e il suo cuore si gonfiò di
felicità.
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