Istituto di Bellezza

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4
S
in alute
Se non bastano
gli scongiuri,
armiamoci di polizza
Circa tre milioni e mezzo di incidenti, 300.000 ricoveri ospedalieri e oltre 8.000 morti sono il bilancio
annuale degli infortuni domestici, la “piccola strage” che riguarda soprattutto i bambini e le casalinghe.
Nella stragrande maggioranza dei casi questi incidenti si potrebbero prevenire evitando grossolane
imprudenze, ma non è male considerare anche l’opportunità di ottenere, se l’infortunio malauguratamente
accade, l’indennizzo da parte di una Compagnia di Assicurazione.
INFORTUNI DOMESTICI
L’
infortunio, ovvero “l’evento accidentale, violento ed esterno, che
produca lesioni corporali obiettivamente constatabili che abbiano per conseguenza la morte, o un’invalidità
permanente o temporanea” può verificarsi dovunque, non solo sulla
strada; anzi, colpisce con grande
frequenza proprio dove tendiamo a
sentirci più al sicuro: cioè, in casa
nostra. Degli infortuni domestici sono prevalentemente vittime i bambini, a causa della loro notevole
quanto inevitabile imprudenza e,
ovviamente, le casalinghe; ma anche le giovani donne “in carriera”
pagano in questo modo lo scotto
della loro relativa inesperienza a
contatto con situazioni e attrezzi
che maneggiano poco. Se le cadute
e le ustioni sono le più frequenti
cause di infortuni per i bambini, gli
adulti corrono i rischi maggiori utilizzando piccoli elettrodomestici
come phon, frullatori, ferri da stiro,
ventilatori, ecc. Circa il 50% degli
incidenti i verifica in cucina, dove
ci può ustionare con fornelli, forni e
liquidi bollenti, ci si può ferire con
i coltelli, ci si può intossicare per
fughe di gas. Al secondo posto vengono gli ambienti esterni: in terrazzo e in giardino si corrono rischi
molto elevati di infortunio anche
grave. Terzo in ordine di pericolosità è il bagno, sia per le cadute provocate da scivolamento sia per la
folgorazione da uso di piccoli elettrodomestici con parti del corpo bagnate. La frequenza con cui si verificano gli incidenti domestici e la
gravità delle conseguenze che a volte essi provocano hanno fatto sì che
anche in Italia stia prendendo piede
l’abitudine di assicurarsi contro
queste eventualità. Attenzione,
però: se vi arrampicate su un albero
con imprudenza e piombate giù
procurandovi una lesione più o meno seria, o se subite un danno da
folgorazione perché avete messo
l’acqua nel ferro da stiro senza staccare la spina è ben difficile che otteniate l’indennizzo, anche se avete a
portata di mano la vostra bella polizza. Le Assicurazioni infatti non
pagano per gli infortuni causati da
imprudenza o negligenza dell’assicurato, ma solo per quelli derivanti
da una inevitabile fatalità. Anche in
questo caso, generalmente ci si vede
rimborsare una cifra anche notevolmente inferiore da quella che ci si
aspetta, per via della cosiddetta
franchigia, prevista dalla maggior
parte dei contratti di assicurazione.
Si tratta di una quota di spesa sanitaria e/o di invalidità che rimane
comunque a carico dell’assicurato:
solo la somma che eccede questa
quota risulta rimborsabile o indennizzabile. Quindi se, ad esempio,
l’infortunio ha provocato un’invalidità del 25% e la franchigia prevista
è del 10%, l’assicurazione risponderà soltanto per il 15% del capitale assicurato. Occhio quindi a questa clausola quando stipulate il contratto di assicurazione. Per essere
certi di aver diritto all’indennizzo
bisogna inoltre chiedere che nel
contratto sia previsto il rimborso
delle spese mediche indipendentemente dal loro tipo (per esempio,
che non siano escluse le cure non
convenzionali, come l’agopuntura o
l’omeopatia) e dal contesto in cui
vengono erogate (ospedale, clinica,
ambulatorio, ecc.). Infine, una curiosità: le polizze contro gli infortuni non contemplano alcun inden-
nizzo per la perdita di uno o più
denti, perché si ritiene che questo
tipo di danno non provochi alcuna
diminuzione della capacità lavorativa.
Detto questo, l’assicurazione contro
gli infortuni è comunque da considerare una valida difesa contro i capricci della malasorte casalinga, che
però si terrebbe più efficacemente a
bada seguendo le regole di prevenzione che tutti conosciamo, meglio
ancora se a queste si aggiungono i
dispositivi antinfortunio oggi esistenti: ad esempio, i forni a “porta
fredda”, i fornelli dotati di valvole
di sicurezza che bloccano l’uscita
del gas se si spegne la fiamma, quelli che hanno un pulsante di sicurezza per i bambini, i sistemi antiallagamento per lavatrice e lavastoviglie, e così via. Certo, queste cose
hanno un costo, e anche la polizza
di assicurazione “pesa” un po’ sul
bilancio domestico: ma i danni fisici ed economici che un infortunio
può provocare, anche senza arrivare
a conseguenze estreme, possono pesare senza dubbio di più.
Ada Moretti
Istituto di Bellezza
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