programma animazione 2013
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programma animazione 2013
Rovereto, gennaio 2013 Progetto Animazione 2013 Alcune idee guida per l’animazione nei servizi dell’A.p.s.p. C. Vannetti L’animazione è un servizio essenziale che coinvolge tutta l’organizzazione dell’A.p.s.p. C. Vannetti in progetti e azioni che mirano a far vivere ai nostri anziani una quotidianità vera, fatta di incontri significativi, di appuntamenti importanti che permettono di preservare l’identità, di vivere una qualità di vita autentica e di realizzare un clima di famiglia nel quale trascorrere le giornate. L’animazione si propone di promuovere e dare forma a contesti e pratiche di vita quotidiana e vita associata aperti alla partecipazione di tutti: anziani, familiari, conoscenti, volontari, assistenti private, associazioni, espressioni della comunità locale. L’equipe dei servizi sociali e di animazione costituita nel 2012 è sia l’ispiratrice del progetto sia il garante della sua realizzazione: individua e traccia le azioni, condivide le metodologie, cura la realizzazione, monitora gli interventi e ne verifica l’efficacia. Il progetto di animazione, nelle sue linee culturali e metodologiche, è unitario e si differenzia in base alle specificità dei diversi servizi socio-sanitari e socio-assistenziali gestiti dall’A.p.s.p. C. Vannetti (RSA, Centro Diurno, Alloggi protetti, Centro Aiuto Anziani). Le linee programmatiche fondamentali del servizio animazione sono: • concorrere, con la prospettiva propria dell’animazione in collaborazione con gli altri servizi/approcci presenti nell’organizzazione dell’A.p.s.p. C. Vannetti, alla promozione di salute, benessere e qualità di vita per gli utenti e i loro familiari; • operare secondo i valori di qualità e benessere proposti dal marchio Qualità & Benessere dell’Upipa; • sostenere ed essere di supporto alla famiglia; • promuovere e collaborare con il volontariato; • lavorare in stretto collegamento con il territorio e la comunità locale in tutte le sue componenti istituzionali e sociali. Gestire un progetto di animazione significa programmare la quotidianità di vita dei nostri anziani, che concretamente vuol dire: • progettare gli spazi (cioè dove vivono?), • organizzare i tempi dello scorrere della loro vita (quando?), • pensare quali proposte vengono loro fatte (cosa vogliono fare?) • avere un progetto sulla famiglia e con i volontari (con chi vogliono vivere?) 1 • rispondere ai loro reali desideri (perché e per quale motivo dovrebbero partecipare?). Sono domande che l’équipe intende porsi e rendere esplicite in ogni intervento allo scopo di poterne alla fine monitorare i processi e verificarne i risultati. Lo stato dell’animazione Per la realizzazione dei molti progetti avviati, occorre evidenziare alcuni punti di forza che vanno necessariamente sottolineati. • Il rapporto con il territorio è già una realtà di fatto e la collaborazione con il Comune di Rovereto, le Cooperative e con l’associazionismo territoriale è ormai operativa e partecipata. È un valore condiviso il lavorare con il mondo esterno all’istituzione e le associazioni culturali sanno di trovare terreno fertile all’interno della nostra Apsp: tutti sono consapevoli di essere accettati, voluti ed è convinzione comune l’indispensabilità di operare insieme per il bene dei nostri anziani. • Il progetto del Centro aiuto anziani, che si sta attuando a Borgo Sacco e S. Giorgio in collaborazione con l’Associazione Insieme per gli anziani e altre associazioni locali, prevede la creazione e la formazione di un primo gruppo di volontari che poi opereranno sul territorio: dovranno intercettare i bisogni e le emergenze sociali emergenti, individuarne una possibile risposta, promuovere reti informali e monitorare il processo. • Nel 2012 è stata costituita una Equipe dei servizi sociali e di animazione che prevede la presenza di tre educatori professionali, dell’assistente sociale, dello psicologo unitamente ad altre figure di coordinamento. In questi mesi è stato unificato il progetto di animazione in un unico piano che coinvolge tutte le strutture della Apsp (RSA, Centro diurno e Alloggi protetti). Obiettivo è quello di uniformare le linee programmatiche, condividere gli obiettivi e la pianificazione ottimizzando le risorse, gli strumenti ed le energie. • Sono già strutturati alcuni progetti specifici per il 2013 che prevedono l’intervento dei vari settori della nostra Apsp: sono progetti importanti che, nel loro insieme, segnano un profondo cambiamento organizzativo, strutturale che modifica e migliora la quotidianità dei nostri anziani, garantendone maggior sicurezza ed omogeneità. Elementi di debolezza e di possibile miglioramento: occorre sforzarsi per personalizzare le offerte rendendole per quanto possibile rispondenti alle reali richieste degli utenti, diversificandole, tarandole alle esigenze, ai bisogni ma anche ai loro desideri. Vanno individuati i fruitori del servizio, sia interni che esterni all’istituzione, informati e stimolati a partecipare alle proposte onde uscire dall’isolamento e dalla situazione spesso di criticità e/o di emergenza. Una corretta analisi del bisogno e il collegamento con la rete dei servizi territoriali affinerà e renderà maggiormente efficiente il nostro intervento animativo. Gli obiettivi di sviluppo dell’animazione nel 2013 Le due RSA, il Centro diurno e gli Alloggi protetti Tacchi e di Borgo Sacco rientrano in un unico progetto e devono rispondere alle direttive fissate negli obiettivi annuali posti dal Consiglio di 2 Amministrazione e resi operativi dalla Direzione. Le linee operative già condivise e rese operative per il 2013 e all’interno delle quali si intende operare sono le seguenti: • RSA e territorio: la Apsp Vannetti è parte integrante del territorio e con esso deve operare ed erogare servizi. È parte della comunità locale e con esse deve confrontarsi, interpretandone i bisogni e valorizzandone le risorse. Il Centro servizi della RSA di Borgo Sacco, l’apertura del parco pubblico e il progetto del Centro aiuto anziani, la collaborazione con l’Associazione Gli amici dell’operetta con la quale vengono programmate le attività comunitarie di animazione, i progetti condivisi con Mart, Scuole elementari, Museo civico, parrocchie… sono aspetti importanti che vanno continuati, consolidati e incrementati. • Progetto volontariato: significa tracciare l’ambito d’intervento delle varie associazioni, promuovere la formazione dei volontari e seguirli nell’inserimento e nel loro operato. Sono una risorsa fondamentale e ormai irrinunciabile sia perché siamo davanti al diminuzione delle risorse a disposizione, ma anche perché diventa impossibile un intervento senza la sussidiarietà di volontari che apportano una presenza umana e di solidarietà di particolare valore. Va preparato anche il personale ad operare insieme ai volontari, rassicurandoli che sono risorse necessarie, utili e non contrapposte. Va anche avviata una verifica della prima esperienza di collaborazione avviata nel 2012 su progetti specifici di animazione per ospiti nella prima fase di inserimento e nella gestione di gruppi omogenei di anziani. Vanno inoltre individuati ulteriori spazi di intervento per i volontari coinvolgendoli in altri momenti della giornata quale può essere il dopocena ma anche in particolari e delicati tempi della sua permanenza quali possono essere i giorni di ricovero in ospedale durante le fasi acute della malattia. • La collaborazione con l’associazionismo cittadino diventa necessaria per la stesura dei programmi di animazione condivisi: il contributo che si sta concretizzando con gli Amici dell’operetta va continuato e possibilmente incrementato quale strumento concreto di raccordo con i gruppi culturali, scolastici, religiosi, parrocchiali e con tante altre realtà cittadine che diventano così partner indispensabile per la realizzazione dei progetti di animazione. • Animazione nei vari settori nella struttura: presuppone un raccordo i Responsabili di processo, con gli Assistenti responsabili e tutte le altre figure professionali sia OSS che IP, FKT, lavoratori socialmente utili, ecc., per una condivisione sugli obiettivi del progetto e sulle strategie operative. o Progetto atrio/soggiorno: va rivisto il progetto complessivo della permanenza degli anziani in atrio. Non solo necessità organizzativa ma opportunità di socializzazione, di incontro degli anziani tra di loro, con le famiglie e la cittadinanza. o Animazione e interventi ai piani: va individuato il ruolo dell’animazione rispetto al progetto già avviato nel NAP e al progetto NAMIR che sta per essere realizzato. Vi sono anziani che non scendono in atrio ma non per questo vuol dire siano 3 autonomi. Anche per loro va individuato un progetto che preveda interventi incontri, momenti d’incontro specifici. o Il momento terminale dell’ospite merita attenzione particolare e sperimentazione specifica: va preparato il personale all’accompagnamento dell’ospite, della sua famiglia in questa delicata fase della vita. Allo stesso modo va elaborato con il personale un rito dell’accompagnamento al morente che va codificato, attuato e verificato. Non ci sono esperienze e per questo è in fase di sperimentazione un nuovo approccio presso la RSA di Borgo Sacco che sarà poi esportato anche negli altri settori dell’Apsp Vannetti. • Progetto famiglia: è un progetto già avviato e in parte in fase di realizzazione. La nostra Apsp deve prendersi carico l’ospite e la sua famiglia dal momento dell’ingresso, alle fasi dell’inserimento, alla sua permanenza fino al momento terminale. Sono stati realizzati e sono in atto incontri che troveranno durante il 2013 un ulteriore implementazione e che sono riassunti nel progetto “famiglia” al quale si i rinvia. • Animazione e PAI: sono realtà strettamente collegate perché le decisione che vengono prese nei PAI devono trovare corrispondenza con gli obiettivi delle singole attività di animazione che quotidianamente vengono organizzate. Le attività devono essere pensate e realizzate leggendo e approfondendo quanto deciso dai PAI stessi e non viceversa. Solo da una lettura e da un’analisi dei PAI sarà possibile immaginare nuove proposte che saranno realizzate sia singolarmente che a gruppi medio piccoli. I programmi di animazione vanno costruiti dopo aver fatto l’analisi del bisogno, dopo aver ascoltato le aspettative e dopo aver individuato i desideri dei nostri anziani e aver condiviso gli obiettivi sociali ed assistenziali con tutti gli operatori nella discussione dei progetti assistenziali individualizzati. • Progetto che opera sulle “storie di vita”: la presenza di psicologi a contratto e/o tirocinanti, offre l’opportunità di iniziare una raccolta di storie di vita di nostri ospiti e tramite questo iniziare un approccio nuovo e specifico nei loro confronti. Non solo biografie raccolte tramite i familiari, ma storie raccontate da loro stessi. Gli ospiti sono enciclopedie viventi di esperienze, emozioni, conoscenze e sono portatori di saggezza e quindi d’insegnamento. Questo può ingenerare nuove metodologie e nuovi strumenti per interpretare il loro vissuto ed il loro essere nella Residenza. • Animazione e mondo dell’affettività degli anziani: gli anziani già s’incontrano, vivono concretizzando gruppi spontanei che vanno individuati, sostenuti ed accompagnati. Gruppi basati su amicizie sincere, interesse, predisposizioni, provenienza vanno incrementati e organizzati. Le relazioni amicali, familiari e i volontari possono essere grande risorsa nella individuazione delle attività da proporre. Nella realtà di una struttura assistenziale sono vive le dinamiche relazionali affettive che vanno individuate ed utilizzare per accompagnare e strutturare al meglio la vita quotidiana delle persone. Preparare il personale a prestare attenzione a queste richieste di aiuto, a decodificarle e quindi interpretarle diventa obiettivo specifico di ogni operatore ed in particolare per quelli di animazione. 4