"pasqua settimanale" degli educatori

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"pasqua settimanale" degli educatori
LA "PASQUA SETTIMANALE" DEGLI EDUCATORI
SANTI PIETRO E PAOLO, APOSTOLI1
(Spunti per la meditazione personale e per la riflessione agli alunni)
Fr. Donato Petti
Oggi la liturgia riunisce in un'unica celebrazione Pietro, capo della Chiesa, e Paolo,
l'Apostolo delle genti. Entrambi sono il fondamento vivo della Chiesa, piantata con
l'incessante predicazione e fecondata con il loro martirio.
1. Le opinioni del popolo e dei discepoli nei riguardi di Gesù
Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni
dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti» . Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?» (Mt 16, 13-15).
 Ci sono due modi di "vedere" e di "conoscere" Gesù: uno – quello della folla –
più superficiale, l’altro – quello dei discepoli – più penetrante e autentico. Con la
duplice domanda: "Che cosa dice la gente – Che cosa dite voi di me?", Gesù invita i discepoli a prendere coscienza di questa diversa prospettiva. Le risposte sono le più
varie: Giovanni Battista, Elia, Geremia, uno dei profeti. Questo non è falso, ma non
basta; è inadeguato. Si tratta, in effetti, di andare in profondità, di riconoscere la
singolarità della persona di Gesù di Nazaret, la sua novità. Anche oggi è così: grandi studiosi ne riconoscono la statura spirituale e morale e l’influsso sulla storia
dell’umanità, paragonandolo a Buddha, a Confucio, a Socrate e ad altri sapienti e ai
grandi personaggi della storia. Non giungono però a riconoscerlo nella sua unicità. 2
2. La professione di Pietro
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt
16,13-16).
 Quando Gesù interroga sulla opinione dei discepoli stessi, Pietro a nome di tutti
dice: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!" Questa risposta di Pietro non è nuova.
Precedentemente, dopo il cammino sulle acque, già gli altri discepoli avevano fatto
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Prima lettura: At 12,1-11. - Seconda lettura: 2 Tm 4,6-8.17-18. - Vangelo: Mt 16,13-19.
BENEDETTO XVI, Omelia, 29 giugno 2007.
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una simile professione di fede: "Veramente tu sei il Figlio di Dio!" (Mt 14,33). Nel
Vangelo di Giovanni la stessa affermazione di fede è fatta da Marta: "Tu sei il Cristo,
il Figlio di Dio che è venuto nel mondo" (Gv 11,27).
3. La risposta di Gesù a Pietro
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne
né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli (Mt 16,1617).
 In risposta, Gesù affida a Pietro la missione di essere la «pietra», la «roccia», il
fondamento visibile su cui è costruito l’intero edificio spirituale della Chiesa (Cfr.
Mt 16,16-19). Gesù proclama "beato", Pietro, perché ha ricevuto una rivelazione dal
Padre. Anche la risposta di Gesù non è nuova. Anteriormente Gesù aveva fatto una
identica proclamazione di beatitudine ai discepoli perché vedevano e udivano cose
che nessuno prima conosceva (Mt 13,16), e aveva lodato il Padre perché aveva rivelato il Figlio ai piccoli e non ai sapienti (Mt 11,25). Pietro è uno dei piccoli ai quali il
Padre si rivela. La percezione della presenza di Dio in Gesù non "viene dalla carne né
dal sangue", ossia non è frutto di studio né è merito di uno sforzo umano, ma è un
dono che Dio concede a chi vuole.
4. Le qualifiche di Pietro: "pietra" di fondamento e possesso delle chiavi
del Regno
E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e
le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del
regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e
tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,18-20).
 Cristo, pietra angolare della Chiesa (At 4,11) associa a sé l'Apostolo quale pietra
fondamentale della stessa: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Mt
15, 18). Egli, che ha ricevuto dal Padre "ogni potere nel cielo e sulla terra" (Mt 28, 18)
lo trasmette a Pietro: " A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla
terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt
16,18-20).
 Pietro deve essere "pietra", cioè fondamento per la Chiesa, tanto che essa possa
resistere contro gli assalti delle porte degli inferi. Con queste parole di Gesù a Pietro, Matteo incoraggia le comunità sofferenti e perseguitate della Siria e della Palestina, che vedevano in Pietro la leadership che le aveva segnate dall'origine, come
quelle della Grecia, con la persona di Paolo ed alcune comunità dell'Asia con la
persona dell'apostolo Giovanni. Una identificazione con questi leader delle loro
origini le aiutava a coltivare meglio la propria identità e spiritualità.
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 Nel Vangelo emerge con forza la chiara promessa di Gesù: «le porte degli inferi»,
cioè le forze del male, non potranno avere il sopravvento ». Viene alla mente il racconto della vocazione del profeta Geremia, al quale il Signore, affidando la missione,
disse: «Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro
di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il
popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,18-19). In realtà, la promessa che Gesù fa a Pietro è ancora più grande di
quelle fatte agli antichi profeti: questi, infatti, erano minacciati solo dai nemici
umani, mentre Pietro dovrà essere difeso dalle «porte degli inferi», cioè dal potere
distruttivo del Male. Geremia riceve una promessa che riguarda lui come persona e
il suo ministero profetico; Pietro viene rassicurato riguardo al futuro della Chiesa,
della nuova comunità fondata da Gesù e che si estende a tutti i tempi, al di là
dell’esistenza personale di Pietro stesso.
 Pietro riceve le chiavi del Regno per legare e sciogliere, cioè per riconciliare tra
loro e con Dio. Lo stesso potere di legare e sciogliere è dato alle comunità (Mt 18,18)
e ai discepoli (Gv 20,23). Uno dei punti sui quali il Vangelo di Matteo più insiste è la
riconciliazione e il perdono (Mt 5,7.23-24.38-42.44-48; 6,14-15; 18,15-35), perché negli anni 80 e 90, in Siria c'erano molte tensioni nelle comunità e divisioni nelle famiglie a causa della fede in Gesù. Alcuni lo accettavano come Messia e altri no, e ciò
era fonte di molti contrasti e conflitti. La riconciliazione era e continua ad essere
uno dei compiti più importanti dei coordinatori delle comunità. Imitando Pietro,
devono legare e sciogliere, cioè operare perché vi sia riconciliazione, accettazione
mutua, costruzione della vera fraternità.
 Le due immagini – quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere – esprimono
significati simili e si rafforzano a vicenda. L’espressione «legare e sciogliere» fa parte
del linguaggio rabbinico e allude da un lato alle decisioni dottrinali, dall’altro al potere disciplinare, cioè alla facoltà di infliggere e di togliere la scomunica. Il parallelismo «sulla terra … nei cieli» garantisce che le decisioni di Pietro nell’esercizio di
questa sua funzione ecclesiale hanno valore anche davanti a Dio.
Alla luce dei parallelismi evangelici, appare chiaramente che l’autorità di sciogliere e di legare consiste nel potere di rimettere i peccati. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si riconoscono bisognosi di essere purificati
attraverso la Croce di Gesù Cristo.
5. Pietro, pietra di inciampo
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare
a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo
prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Si3
gnore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro:
«Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (Mt 16, 21-23).
 Secondo tutti gli Evangelisti, l'episodio della confessione di Pietro avviene in un
momento decisivo della vita di Gesù, quando, dopo la predicazione in Galilea, Egli
si dirige verso Gerusalemme per portare a compimento, con la morte in croce e la
risurrezione, la sua missione salvifica.
Pietro aveva confessato: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!" Conforme all'ideologia dominante del tempo, egli immaginava un Messia glorioso. Gesù lo corregge: "È necessario che il Messia soffra e sia ucciso in Gerusalemme" (Mt 16,21). Dicendo "è necessario", egli indica che la sofferenza già era prevista nelle profezie (Is 53, 28). Se i discepoli accettano Gesù come Messia e Figlio di Dio, devono accettarlo anche come Messia-Servo che va a morire. Non solo il trionfo della gloria ma anche il
cammino della croce! Ma Pietro non accetta la correzione di Gesù e cerca di dissuaderlo: «si mise a rimproverare il Signore: … questo non ti accadrà mai» (Mt 16,22). Egli
vuole un Messia “uomo divino”, che compia le attese della gente imponendo a tutti
la sua potenza.
La risposta di Gesù è sorprendente: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo,
perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!" (Mt, 16 23). Satana è colui che ci
allontana dal cammino che Dio ha tracciato per noi. Letteralmente, Gesù dice:
"Fermati dietro di me!". Pietro voleva prendere la guida e indicare la direzione del
cammino. Gesù dice: "Dietro a me!" Chi indica la direzione e il ritmo non è Pietro
ma Gesù. Il discepolo deve seguire il maestro. La parola di Gesù era anche un messaggio a tutti coloro che guidavano le comunità. Essi devono "seguire" Gesù e non
possono mettersi davanti come voleva fare Pietro per indicare la direzione.
 In questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il
dramma della Chiesa nei secoli, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi
due elementi: da una parte, grazie alla luce e alla forza che vengono dall’alto, il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall’altra, lungo i
secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l’apertura all’azione di Dio
può trasformare.
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SPIRITUALITÀ DELL'EDUCATORE LASALLIANO
Dagli s critti di Jean Baptiste de La Salle
"Patrono degli Educatori"
Educatori di fede come Pietro
È stata la sua grande fede a fargli seguire sempre Gesù Cristo; Pietro è il primo nominato
nel santo Vangelo dei tre apostoli che furono presenti ai più importanti avvenimenti della vita del Signore. Fu anche il primo di tutti gli Apostoli che si recò al sepolcro per cercare il
Corpo del suo caro Maestro, e questo dimostra il grande attaccamento che aveva per lui.
La sua fede esplose così potentemente al di sopra di quella degli altri Apostoli che quando
Gesù li interrogò per sapere ciò che gli uomini pensavano di lui e cosa ne pensassero essi
stessi, san Pietro rispose, come se fosse illuminato da una luce incomprensibile e che veniva
sicuramente dal Cielo: tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente; fu allora che Gesù gli affidò la
cura della sua Chiesa.
Persuadetevi che contribuirete al bene della Chiesa nel vostro ministero educativo, solo
se vi lascerete guidare dallo spirito di fede (MF 139, II). Il primo effetto che deve produrre
in noi la fede è il desiderio di conoscere, amare, imitare Gesù ed essere intimamente uniti a
Lui (R. 155).
Educatori come Pietro alla sequela di Gesù
Non bisogna meravigliarsi che san Pietro sia stato tanto benvoluto da Gesù e che sia
stato da lui scelto come Capo della sua Chiesa. Fu la sua grande fede a procurargli questi onori;
fu essa che gli fece rinunciare ad ogni cosa per seguire Gesù e ad affezionarsi tanto a lui.
Secondo il giudizio della gente del mondo, Gesù è un personaggio di poco conto e quindi
senza alcun richiamo: solo una fede viva poteva convincerlo a fargli abbandonare tutto per
seguirlo pur non avendo, secondo ogni apparenza, niente da sperare da lui.
Avete davvero rinunciato a tutto, col cuore e con l'affetto, e vi siete abbandonati interamente alla divina Provvidenza? Decidetevi a compiere questo gesto generoso a imitazione e per l'intercessione di san Pietro (MF 139, I).
Educatori zelanti come Pietro
Mosso dalla sua fede straordinaria, appena ricevuto lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, S. Pietro predicò con tanta energia e con tanto vigore che una moltitudine innumerevole lì presente e proveniente da tutte le parti del mondo, lo capì come se parlasse la propria lingua e
rimase così colpita da ciò che diceva, anche se in un linguaggio molto semplice, che tremila
persone si convertirono subito e altri cinquemila abbracciarono in seguito la fede di Cristo. Fu
sempre la fede che permise a S. Pietro di operare un gran numero di miracoli, tanto che la
sua parola e persino la sua ombra guarivano i malati.
La vostra fede è così forte da riuscire a commuovere il cuore dei vostri alunni e a ispirare in essi lo spirito cristiano? È il più grande miracolo che possiate fare e l'unico che Dio vi
domanda, perché questo è il vero scopo del vostro ministero apostolico (MF 139, III).
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