Festa di Sant`Agata: Bene Etno Antropologico

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Festa di Sant`Agata: Bene Etno Antropologico
Festa di Sant'Agata: Bene Etno Antropologico Patrimonio dell'Umanità
Mercoledì 05 Febbraio 2014 13:14
Nei giorni tra il 3 e il 5 febbraio Catania, la città barocca per antonomasia, si veste di festa e
devozione per celebrare la Santa protettrice: Sant'Agata.
La festa di Sant'Agata è considerata la terza festa più importante al mondo per numero di
fedeli coinvolti, dopo la Settimana Santa di Siviglia e la Festa del Corpus Domini di Guzco in
Perù.
Nel 2002 è arrivato per la festa di Sant'Agata il conferimento da parte dell'Unesco di Bene
Etno Antropologico Patrimonio dell'Umanità
della Città di Catania nel mondo.
Appartenente ad una famiglia catanese, la giovane Agata consacrò la propria vita a Dio.
Nonostante le lusinghe da parte del governatore romano Quinziano, la ragazza rifiutò e ciò ne
valse la sua persecuzione in quanto cristiana che la condusse all'atroce martirio e morte il
pomeriggio del 5 febbraio 251.
Dopo la morte il culto e la venerazione da parte del popolo per Agata si diffuse in tutto il mondo
portandola alla santificazione.
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Festa di Sant'Agata: Bene Etno Antropologico Patrimonio dell'Umanità
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I catanesi, in segno di ringraziamento a Dio, iniziarono a festeggiare la amata Santa
ribelle nell'agosto del 1126 quando le spoglie giunsero nella Città di Catania da
Costantinopoli dopo 86 anni.
Oggi la Festa di Sant'Agata diventa uno scenario suggestivo per ogni turista e cittadino.
Illuminazioni, fuochi d'artificio, tradizioni fortemente vissute dai fedeli: dai fuochi del 3 febbraio in
Piazza Duomo, alla messa dell'aurora,i fuochi in Piazza Borgo quelli al Fortino, la salita di via
dei Cappuccini quella di via di San Giuliano e il commovente canto delle clarisse in via Crociferi.
Volti raggianti dei devoti che con i loro ceri accesi e sacchi (saio di cotone bianco indossato dai
devoti) trascorrono tre giorni insonni per accompagnare
Sant'Ajtuzza
lungo le vie della città.
Legati alla festa popolare di Sant'Agata sono anche i dolci tipici, oltre al torrone, è tradizione
preparare i minnuzzi ri Sant'A'jta, cassatelle che fanno riferimento alle mammelle della Santa
strappate durante il martirio; e le
alivetti, che come leggenda
narra,rappresentano l' albero di ulivo sorto improvvisamente, dietro il quale la giovane Agata si
nascose per sfuggire ai soldati di Quinziano. Lo stesso albero di Ulivo lo si ritrova presso la
Chiesa di Sant'Agata al Carcere.
Fonte foto:www.sudpress.it
http://www.sudpress.it/sud/sites/default/files/s.agata2007.jpg
Manuela Tarso
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