- Graziella FUMAGALLI
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- Graziella FUMAGALLI
La pragmatica della comunicazione secondo la Scuola di Palo Alto 1. La pragmatica della comunicazione e i suoi assiomi Un enorme contributo alla spiegazione dei complessi meccanismi di interazione degli esseri umani è stato offerto da alcuni studiosi appartenenti alla scuola di Palo Alto1, fra cui si distinsero in particolare modo Paul Watzlawick e Gregory Bateson. Costoro diedero risalto al fatto che ogni fattore della comunicazione deve essere messo sempre in relazione a tutto il contesto, ovvero al "sistema", a cui appartiene. Inoltre, evidenziarono la corrispondenza tra comportamento e messaggio e la conseguente influenza che gli scambi comunicativi hanno sulle azioni degli interlocutori, definendo così la "pragmatica" della comunicazione (il termine greco "pragma" significa, infatti, "fatto", "atto", "pratica"). Grazie a questi autori, si è compreso che ogni comunicazione genera dei comportamenti di risposta e, a sua volta, ogni comportamento è una comunicazione. Watzlawick nel saggio "La pragmatica della comunicazione" analizza le cinque proprietà di base della comunicazione e le definisce come gli "assiomi della comunicazione", ovvero delle affermazioni che devono essere assunte senza possibilità di dimostrazione. In questa lezione si considereranno solo quattro dei cinque assiomi. 2. Primo assioma II primo assioma asserisce che: "NON SI PUÒ NON COMUNICARE" Infatti, se ogni comportamento è anche una comunicazione che si invia ai presenti, e viceversa, non può esistere una non-comunicazione perché non esiste un non-comportamento. In altre parole, dal momento che è impossibile non avere un comportamento e siccome ogni comportamento invia un messaggio, allora ne consegue che, nonostante ci si sforzi, non si può non comunicare. Infatti, ammettendo anche il caso che non abbia voglia di parlare con nessuno, dovrò assumere dei comportamenti tali per cui chi mi sta vicino capisce che non voglio comunicare, attraverso magari il silenzio alle domande postemi o guardando fìsso davanti a me in un bar affollato o ancora sedendomi distante da tutti gli altri. Comunque, anche in questo caso invio un messaggio, una comunicazione: quella di non voler comunicare, tant'è che si viene lasciati in pace. Anche da uno sguardo o dalla posizione assunta comunico, senza volerlo, il mio mondo Inferiore... 1 Scuola di Palo Alto: è una scuola statunitense di psicoterapia dove ha sede il Mental Research Institute in cui i ricercatori analizzarono le conseguenze delle comunicazioni “difettose” o incongruenti sul comportamento umano 3. Secondo assioma II secondo assioma riguarda il fatto che una comunicazione non solo trasmette un’ informazione (la notizia), ma impone anche un comportamento: OGNI COMUNICAZIONE PREVEDE SEMPRE DUE LIVELLI: IL LIVELLO DEL CONTENUTO E QUELLO DELLA RELAZIONE, IN MODO CHE IL SECONDO CLASSIFICHI IL PRIMO E SIA METACOMUNICAZIONE Con il linguaggio verbale si trasmette l'aspetto di contenuto, la notizia; tramite il linguaggio non verbale l'aspetto di relazione, ovvero come ci si valuta, come si considera l'altro e come si desidera che l'altro risponda alla comunicazione. Chi comunica, quindi, non solo trasmette un'informazione, ma tenta anche di suggerire o di imporre un comportamento di risposta dell'altro: si comunica qualcosa su come si vuole che ciò che si dice venga inteso dalla persona cui ci si rivolge. Durante qualsiasi interazione, dunque, ciascun interlocutore cerca di definire, momento per momento, il propri ruolo, cioè il proprio "posizionamento relazionale" rispetto all'altro, il tipo di relazione fra lui e l'interlocutore. L’atto di comunicare comporta di definire la relazione con l'altra persona. In ogni comunicazione è, quindi, implicito un atto di metacomunicazione perché, mentre si parla, si commenta la comunicazione in corso, dando indicazioni su come deve svolgersi, su come deve avvenire. Il contenuto diventerà comprensibile in quanto è la relazione tra gli interlocutori che determinerà il significato del messaggio. ESEMPIO L’affermazione “Fai attenzione” può volere dire cose diverse a seconda della relazione in cui è inserita: • - se detta dalla madre a un figlio può essere intesa come una raccomandazione • - se pronunciata dall’insegnante rivolta all’alunno è una richiesta o un ordine • - se detta da un delinquente può diventare una minaccia ∼ Quando i due interlocutori sono d'accordo sugli aspetti di relazione e di contenuto, la comunicazione è fluida. Quando c'è accordo sui contenuti, ma disaccordo sulla relazione, il contenuto diventa un pretesto di discussione, da cui si crea uno stato di disorientamento che sfocerà in soluzioni precarie. Quando c'è disaccordo sui contenuti e accordo sulla relazione, si confrontano le diverse idee, nella stima e nel rispetto reciproci, ottenendo risultati stabili. Quando c'è disaccordo su entrambi i piani, si arriva allo scontro aperto e alla rottura, squalificando l'interlocutore. Dunque, se non vi è accordo a livello relazionale, il contenuto della comunicazione è solo un pretesto di discussione; se, invece, c'è volontà di intesa, qualsiasi disaccordo è risolubile... In una situazione di conflitto o polemica è importante riuscire a separare il livello dei contenuti da quello della relazione, ed affrontarli separatamente. 4. Quarto assioma Il quarto assioma sostiene che Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico (o logico) sia con quello analogico. Il modulo numerico o logico corrisponde quasi completamente alla comunicazione verbale. Ha un’importanza fondamentale nella trasmissione delle informazioni anche complesse e delle conoscenze. Esso si basa soprattutto sulle parole. Le parole sono utili per chiarire i concetti, per approfondire i significati, per chiarire le espressioni non verbali. Il modulo analogico ha un’origine più ancestrale e coincide con la comunicazione non verbale. Esso comprende i gesti, la mimica facciale, la postura, il tono della voce ecc. . Rivela principalmente la natura della relazione con gli altri soggetti. I gesti hanno il potere di sostituire lunghi messaggi verbali (“ Vale di più un gesto che mille parole”); tuttavia, il modulo analogico si presta a frequenti fraintendimenti, equivoci, malintesi. Alcune ricerche americane hanno messo in luce che l'incidenza di un messaggio è imputabile per il 7% alla componente verbale (le parole usate ed il loro senso), per il 38% a quella paraverbale (come diciamo le cose) e per il 55% alla componente non verbale (ciò che il nostro corpo comunica mentre parliamo). verbale 7% paraverbale 38% non verbale 55% Ciò significa che siamo maggiormente influenzati dall’aspetto non verbale o paraverbale di un messaggio, anziché dal suo contenuto verbale. Ad esempio, se ci fermiamo a chiedere un’informazione su come raggiungere una via ad un passante e costui ci dice di andare a destra ma con il braccio ci indicherà la sinistra, nella quasi totalità dei casi, noi seguiremo la direzione del braccio. 5. Quinto assioma Gli scambi comunicativi possono essere simmetrici o complementari a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza. Se la relazione si struttura sulla differenza, viene definita con il termine complementare. In questo modello vengono individuate due diverse posizioni: una posizione superiore o primaria, occupata da uno dei due comunicanti, definita one-up; e una posizione inferiore o secondaria, detta one-down. Queste devono essere intese non come due posizioni moralistiche, buono contro cattivo o forte contro debole, ma come due atteggiamenti in semplice rapporto di reciprocità, che si completano a vicenda in modo circolare. Tipi di relazione complementare sono quelle fra insegnante-alunno, padre-bambino, datore di lavoro-impiegato... Se invece il rapporto è basato sull'uguaglianza viene definito simmetrico perché due interlocutori tenderanno a minimizzare le differenze nel reciproco posizionamento. Tipi di relazione simmetrica sono quelle fra coniugi, colleghi, compagni di classe, amici, clienti di una stessa agenzia... A volte in questo tipo di relazione, è importante riuscire a "cambiare marcia" in termini di comunicazione, altrimenti si crea un'escalation che produce solo accumuli di tensione e rovina i rapporti. Se, ad esempio, uno grida e l'altro risponde arrabbiandosi, il primo non farà nient'altro che aumentare il tono della voce fino allo stremo di tutti e due, senza ovviamente essere approdati ad alcuna soluzione costruttiva. E’ importante avere presente che i posizionamenti relazionali possono variare da contesto a contesto anche fra due stesse persone Se, ad esempio, un meccanico accusa un malore e si reca dal medico, sarà importante per lui fidarsi della diagnosi ed accettare la cura proposta. In questo caso la posizione one-up è assunta dal medico. Ma se, dopo un'ora, sulla tangenziale cittadina, lo stesso camionista si ferma ad aiutare il suo medico, con il motore dell'auto in fiamme, allora sarà quest'ultimo a dover accettare la diagnosi meccanica dell'esperto ed il suo intervento. In questo caso è il meccanico in posizione one-up. Il medico che volesse sentenziare anche su questo... sarebbe solo presuntuoso, poco flessibile. 6. La risposta relazionale: conferma, rifiuto e disconferma dell'immagine di sé nella comunicazione Abbiamo visto come nella comunicazione ciascuno di noi propone se stesso e definisce la relazione che ha con l’interlocutore (vedi secondo assioma). I messaggi che un soggetto esprime per autodefinirsi o per esprimere la relazione con l’altro possono essere accolti in modo diverso dall'interlocutore. Alla complessa sequenza comunicativa, composta da una modalità sia verbale sia non verbale che esprime "Ecco chi sono e come mi vedo in questa relazione ", l’altro può rispondere con una conferma, un rifiuto oppure una disconferma. La scuola di Palo Alto prevede che, di fronte ad una comunicazione, le persone possono assumere tre tipi di risposta relazionale: la conferma, ovvero l’accettazione del ruolo che l’altro ha fornito di sé; il rifiuto, che comunque implica il riconoscimento della presenza dell’altro. Se ti rispondo è perché esisti, perché penso che stai sbagliando ma sei in grado di cambiare. la disconferma che presuppone la negazione dell’altro come persona. Questo atteggiamento è l’equivalente dell’espressione “Tu non esisti, non vali il mio interesse nei tuoi confronti” Questo tipo di risposta produce effetti psicologici a volte molto gravi sull’interlocutore perchè non essere considerati crea reazioni di ansia e di insicurezza molto dolorose. Il rifiuto equivale a “Stai sbagliando”, mentre la disconferma equivale a “ Tu non esisti”. Gli assiomi della comunicazione interpersonale secondo la Scuola di Palo Alto Non si può non comunicare. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione. Ogni comportamento è comunicazione, anche il silenzio. Contenuto = messaggio Relazione = rapporto tra partecipanti La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico (o logico) sia con quello analogico. Interpretazione della realtà Diversi punti di vista Numerico = verbale Analogico = non verbale . Tutti gli scambi comunicativi o relazioni sono simmetriche oppure complementari. Up-up = simmetrica Up- down = complementare