JOE PETROSINO SCIPPATO A PADULA
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JOE PETROSINO SCIPPATO A PADULA
ilCilento A n n o V I I I n ° 3 6 - w w w. u n i c o s e t t i m a n a l e . i t - 0 6 o t t o b r e 2 0 0 6 - € 1 , 0 0 Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 50 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) — Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Direzione Commerciale Business Salerno — Abbonamento annuale 20,00 e ROCCADASPIDE Co m un it à m o nt a na : M ian o al la met a L’inferno degli immigrati Patrizia Capua Un podere, anche un solo ettaro di terra, vale oro. Per quanto è fertile, il clima ottimo, ricca com´è di agricoltura, con immense piantagioni di verdura e frutta di ogni qualità, la Piana del Sele può competere con la California. Per migliaia di immigrati extracomunitari invece è l´inferno. A loro, questa terra dà lavoro nero a 25 euro al giorno, contro una paga base di 36,40, non una giornata di lavoro senza l´intermediazione dei "caporali", permessi di soggiorno in eterna scadenza, contratti bugiardi perché sempre molto al di sotto del numero di ore passate a seminare e raccogliere. Oppure, contratti "comprati" a 3, 4 mila euro per uscire dalla clandestinità e poter scappare al Nord dove pagano 6 euro all´ora e non si subiscono condizioni tanto disumane. Una vita che vita non è, nella California d´Italia. Da San Nicola Varco, punto di raccolta di un migliaio di magrebini, al confine tra Battipaglia e Eboli, partiranno dieci pullman il 25 settembre per la marcia degli immigrati contro lo sfruttamento e la precarizzazione. La Cgil di Salerno l´ha presentata ieri in una conferenza stampa. «Questi lavoratori non sono più disponibili a chiudere gli occhi, sono i primi a voler denunciare, convinti che lì non ci possono più stare», spiega Franco Tavella, segretario della Cgil salernitana. È annunciato un presidio in piazza Amendola, una delegazione sarà ricevuta in prefettura, il vescovo di Salerno, Gerardo Pierro ha chiesto di incontrare un´ampia rappresentanza di immigrati. San Nicola Varco è il ghetto, l´ignominia, un punto di crisi per il sindacato. Tutti quelli che arrivano in questa zona finiscono nel "miglio della vergogna", sulla statale 18, poco dopo la frazione Corno d´Oro, vicinissimo ai templi di Paestum. La strada sterrata che costeggia una rivendita di mozzarella di bufala, alle spalle di due silos in mattoni rossi, sprofonda nell´area dell´ex mercato ortofrutticolo, a ridosso dello scalo ferroviario da cui partono per la Germania, vagoni ferroviari carichi di rifiuti che la Campania non sa più dove buttare. Il Ramadan inizierà tra venerdì e sabato, dipende dalla luna. Gli immigrati che lavorano pomodori, pesche, fragole, i rinomati carciofi di Paestum, nei continua a pagina 2 pagina 7 C A P A C C I O EBOLI Il presidente Luigi Barlotti: “Fasolino è come Vanna Marchi” La battaglia della Multiservizi pagina 11 J O E P E T RO S I N O S C I P PA T O A PA D U L A Nello sceneggiato di Fiorello non è citato il paese natio IN QUESTO NUMERO a pagina 8 A Paestum alla nona edizione della Borsa del t urismo a rcheologico v errà R utelli Al centro espositivo Ariston dal 16 al 19 novembre Si svolgerà dal 16 al 19 novembre al centro espositivo Ariston di Paestum, la nona edizione della Borsa mediterranea del turismo archeologico. Ideata e realizzata dalla Leader sas, l’iniziativa costituisce un momento di approfondimento e divulgazione di temi e problematiche inerenti alla fruizione e alla valorizzazione del patrimonio turistico e archeologico. La nona edizione sarà inaugurata dal ministro per i Beni e le Attività culturali Francesco Rutelli con una conferenza a cui parteciperanno le Soprintendenze archeologiche e le direzioni regionali per i Beni Culturali. Ospite ufficiale (dopo l’Egitto, il Marocco, la Tunisia, la Siria, la Francia e l’Algeria) sarà la Grecia, il cui ministero della Cultura, in collaborazione con il nostro ministero, la Scuola Archeologica Italiana di Atene e la Fondazione Paestum sarà promotore dell’incontro “Dalla Grecia all’Italia dall’Italia alla Grecia. Movimenti antichi e ricerche moderne” e della presentazione del progetto europeo “Agamemnon”. Tra gli appuntamenti, in collaborazione con il Touring Club Italiano si dibatterà su “Il valore del marchio nel turismo culturale: i siti Unesco” e si avvierà il primo incontro dei presidenti dei corsi di laurea in Scienze dei beni culturali, Archeologia e Turismo culturale. pagina 3 La sveglia del vignaiolo Antonio Marino* La sveglia del vignaiolo, il giorno della vendemmia, squilla molto presto. Il lavoro della raccolta e del trasporto delle uve conserva in sè i caratteri del romanzo e della narrazione epica. Del romanzo sono protagonisti coloro che, con la vendemmia, sperano nella buona annata e che i propri sforzi - quel lungo e duro lavoro di potatura e di continua a premurosa cura della vite - non siano vanificati. Nella Valle del Calore, area da sempre a vocazione vitivinicola, quest'anno c'è una preoccupazione fortissima da parte dei produttori di uve. Il mercato delle uve è scomparso. La Cantina Sociale è in difficoltà. Non si sa a chi vendere le uve. Il reddito familiare è a rischio. Il lavoro di un anno può essere vanificato. Sollecitato da alcuni amici viticoltori, anch'io ho cercato di contattare qualcuno del settore agricolo per sapere se volevano comprare delle uve. Ma non c'è niente da fare, il mercato non "assorbe". È una situazione brutta che danneggia ancora di più l'economia della zona. Da questa situazione, io voglio trarre due considerazioni. La prima è l'assordante silenzio della classe politica locale rispetto a questo problema. È più importante, fa più notizia, la caduta di una Giunta Comunale che non la caduta di una intera categoria economica. C'è più attenzione per le feste che per le catastrofi. La verità è che nelle nostre amministrazioni comunali sono quasi del tutto assenti gli imprenditori e quindi non ci dobbiamo meravigliare se manca una sensibilità di questo tipo. La seconda considerazione riguarda la consapevolezza, generata maggiormente dalla situazione attuale di crisi, dell'importanza e della insostituibilità della Cantina Sociale di Castel S. Lorenzo. I problemi non si risolvono più individualmente ma collettivamente. Il rammarico per questa situazione della "Cantina" è ancora più struggente. Ma ancora più struggente è il dover constatare che non siamo capaci di gestire una iniziativa cooperativa. È il segnale più evidente di una cultura egoistica che pervade le nostre comunità e ci rende continua a pagina 2 ECONOMIA n°36 06 ottobre 2006 2 Splendido isolamento senza futuro A Piaggine si festeggiano i briganti, a Roscigno i migranti di ritorno, a Valle dell’Angelo arrivano i salernitani e si avventano su Pruno per un ritorno all’antico, il turismo si fa strada in forme imprevedibili e incontro un mondo, ancora, troppo preso di sé e, in un certo senso, intollerante verso chi si addentra nei meandri di una realtà che stenta a capire che l’arretratezza e lo splendido isolamento sono un tesoro al quale attingere con parsimonia per non correre il rischio di sgretolare, con le tradizioni, anche le prospettive turistiche di qualità che si affacciano timidamente nell’alta valle del Calore che ha molto da insegnare ma anche tanto da apprendere come, per esempio, su come si garantisce accoglienza e sicurezza a chi si muove in montagna in una zona tanto bella quanto sconosciuta e sprovveduta fino a vanificare perfino quel poco che, finora, è stato messo in campo: come la ristrutturazione del rifugio della forestale sotto Cervati in località “Chianodde” dove una ditta ha realizzato i lavori di ristrutturazione senza completarli e, sembra, dalla prima Patrizia Capua che sia stata anche pagata nell’indifferenza del direttore dei lavori e di quanti erano tenuti a garantire il contrario come gli addetti alla vigilanza in montagna che si disinteressano di un bene che potrebbe essere un punto, certo, di riferimento di chi va in montagna a piedi lasciando a valle i Suv degli amatori della bistecca alla griglia oltre che dei cercatori, indefessi, di funghi e frutti di sottobosco che impoveriscono il territorio e pretendono accesso incondizionato ad un mondo che in altre e più blasonate realtà (Cortina, Bardonecchia, Roccaraso...) garantisce presenze di qualità e turismo residenziale che fare invidia perché è gente che dopo aver camminato e apprezzato nel bello preservato dallo splendido isolamento e dall’arretratezza che, ora, tutti chiamano cultura e tradizioni che se, veramente rispettati e porti con spontaneità, potrebbero essere la chiave del forziere della potenzialità inespresse e della presa di coscienza anche degli “indigeni” ammesso che questo importi a qualcuno, ancora... Biesse L’inferno degli immigrati Nei campi della Piana del Sele, la terra vale oro ma le condizioni di lavoro sono disumane campi e sotto le serre, sono una folta comunità di marocchini, forse quattrocento. Stagionali per modo di dire. Ci sono quelli arrivati già cinque anni fa che non riescono ad andarsene. La sanatoria promessa da Amato potrebbe essere la svolta tanto attesa. Hanno trovato riparo qui, intorno a un capannone sventrato, invaso da una montagna di scarti e sacchi di plastica pieni di spazzatura. Per dormire si accucciano dentro brande sfondate, protetti da fogli di lamiera, vecchie coperte e cellophane. C´è spazio per un briciolo di normalità dietro agli indumenti lavati e stesi ad asciugare, le scarpe sporche di terra allineate all´uscita della baracca, le chiacchiere dopo il lavoro attorno alla bancarella dove si vendono tute sportive e calzini, persino il the offerto all´estraneo in segno di ospitalità e amicizia. Poi arriva Idris e dice: «Qua solo zanzare e topi. Grossi così». Aziz, 37 anni, chiamato dai suoi compagni il "sindacalista", è il trait-d´union con la Cgil dei braccianti e qualche associazione di volontariato. Torna dal campo dove si semina a cottimo: 80 centesimi a cassetta di ortaggi di stagione. «Se vai forte riesci anche ad arrivare a 30 euro, ma solo in questo periodo. Il resto è fame». L´insediamento di nord africani, giovani, più o meno sotto i quarant´anni, è in aperta campagna. Una enorme discarica a cielo aperto tra i box marci dell´ex mercato ortofrutticolo. Non c´è luce, né traccia di servizi igienici. Solo una cannola dell´acqua. Prima c´era quella dei canali di irriga- zione del Sele. «Quando il sindaco di Rifondazione comunista, Gerardo Rosania fece collegare questa fontana all´acquedotto, fu attaccato dai concittadini che lo accusarono di pensare agli immigrati più che a loro», racconta Anselmo Botte, responsabile del dipartimento immigrati della Cgil, l´"angelo custode" che cerca di dar voce ai bisogni e alla protesta. Ha portato nel ghetto di San Nicola Varco i volantini freschi di stampa per la manifestazione. «Ci verrete, vero?» si assicura, attaccando i manifestini col nastro adesivo sui muri sbrecciati. Lo accolgono sorridendo, gli sono grati, ma anche scettici. «La politica non vuole fare niente per noi, solo parole. Non vogliamo elemosine o rimedi passeggeri. La paga migliore, è la migliore soluzione. Dice il saggio: insegnami a pescare, non darmi un giorno la tua pesca». Anselmo Botte invece è fiducioso: «Riusciremo ad aiutarvi. Si faranno leggi migliori. Devono fare gli ostelli, come in altre parti, ristrutturare casolari, un centro di accoglienza gestito da voi, con una mensa, come le case degli studenti». La dignità di una casa. «Se cerchi di prenderne una in affitto a Eboli o a Battipaglia, nemmeno ti rispondono», racconta Rachid in italiano misto a francese, 28 anni, occhi dolcissimi, «oppure chiedono 500 mila euro, impossibile. Se cerchiamo di metterci in regola, i padroni dicono: perché non te ne vai in Germania, perché dovete disturbare noi, noi vogliamo quelli che lavorano in nero». Gli imprenditori si lamentano che c´è poca manodopera immigra- ta, spiega Anselmo. Ahmed, magro e allampanato, ti guida, quasi al buio nel rifugio dove dorme con altri tre immigrati, un fornello annerito, qualche piatto per mangiare la sera. «Ho cercato casa, ho cercato tanto, nessuno vuole affittare. Non trovo le parole per spiegare perché sono qui», dice con gli occhi lucidi. «Il nostro destino è la miseria, cerchiamo di migliorare il livello di vita, prima di arrivare qui pensavamo all´Italia come un paese sviluppato, tutto il contrario, le nostre speranze sono cadute. Non mi fotografare, per piacere, ho la maglietta sporca». Aspettano il dottore, almeno lui viene ogni giovedì. Vanno a dormire presto perché al mattino la sveglia è alle 4. «Soffriamo, soffriamo molto qua», spiega un ragazzo in sella alla sua bicicletta, «i soldi che guadagniamo sotto la serra servono a prendere il pullman e andare e tornare dalla questura di Salerno, per i documenti». Alla famiglia, laggiù in Marocco, resta poco. A giorni inizierà il Ramadan e si inginocchieranno a pregare nel box che è diventato la loro moschea. L´unica donna, a un centinaio di metri da qui, è Linika Bogdanovic, una rom con marito, sei figli maschi e uno in arrivo, «magari è femmina, non so», dice con un lampo di luce negli occhi. La sua "casa" è una baracca di legno con tre pareti e nient´altro. I suoi bambini, tutti nati qui, giocano l´intero giorno tra montagne di rifiuti di plastica e flaconi di medicinali scaduti: «Vorrei mandarli a scuola ma non ci danno la residenza». In braccio stringe Vittorio, un anno e quattro mesi, riccioli biondi e pelle bruna, mezzo nudo. Ride: per lui tutta questa miseria è ancora un bellissimo gioco. tratto da “La Repubblica” dalla prima Il vignaiolo... più deboli. È triste doverlo ammettere, ma, come ho già scritto la scorsa volta, se vogliamo salvarci dobbiamo cambiare forma societaria: passare dalla società di persone a quella di capitale. A breve, infine, pubblicheremo sul nostro giornale aziendale una forte iniziativa creditizia a favore del mondo vitivinicolo con dei mutui a lunghissima scadenza ed a tasso agevolato destinati all'impianto e al reimpianto dei vigneti: È la testimonianza che noi crediamo nel futuro e vogliamo immaginarlo migliore del presente. Antonio Marino Tel. 0828 962755 Fax 0828 962622 [email protected] * Direttore Bccc di Aquara 3 EBOLI n°36 06 ottobre 2006 Di Canto e Vastola alla battaglia d’autunno La Multiservizi in attivo, manca l’anima sociale Sarà la battaglia d'autunno, rischia di diventare la ghigliottina per Melchionda. La Multiservizi Spa, la società che gestisce parcheggi pubblici, impianti sportivi e manutenzione, cerca un altro socio privato. Fallito l’assalto alla raccolta dei rifiuti, la Consea di Bari è intenzionata a farsi da parte. Pronto il nuovo bando. La base d'asta è di 200 mila euro. Rombo di motori. La contesa è tutta politica. Ai nastri di partenza ci sono i Ds, ovviamente. La prima cordata porta il nome di un consigliere comunale, Di Canto, anche se è il fratello imprenditore e allevatore di cavalli a tenere le redini aziendali. La società diessina ha la benedizione dell'assessore al blog, Cosimo Cicia. Ma soprattutto, il beneplacito del deluchiano sindaco, Martino Melchionda. La seconda cordata di scalatori-Multiservizi è capitanata dal fiorellino Mauro Vastola. Anche lui consigliere comunale, nel paddock inquieto della Margherita. Da un anno e mezzo, Vastola le prova tutte per diventare assessore. Ma il segretario del partito, il sorridente Morena, a lasciargli il posto non ci pensa. Per digerire l'amaro calice, Vastola sta tentando da mesi di “prendersi” la Multiservizi. Sperava nel business rifiuti, dovrà accontentarsi dei parcheggi. Se vince. La scalata sembra- va trionfale, fino all’arrivo dei Ds. Alleato di Vastola è un avvocato-editore. E da qualche giorno, sussurrano in comune, è entrato in gioco anche l'Antonio Cuomo consigliere regionale. Ds contro Margherita, a chi andrà la Multiservizi. Il terzo incomodo? Potrebbe essere proprio la Consea. A spiegarcelo, è un sindacalista anonimo (necessariamente anonimo, vigendo in zona un clima cileno-pinochet). "La Consea è pronta a lasciare, ma i soci di Bari avrebbero chiesto 260 mila euro per uscire dal sodalizio con la Multiservizi. Le due cordate ebolitane, sia Ds, sia Margherita, gliene vogliono dare solo 60 mila". Che taccagni, e perchè? "E’ la cifra sborsata dalla Consea in questi anni per Multiservizi". Un salto indietro. C'è stata, giorni fa, la festa di Rifondazione Comunista. Melchionda è parso entusiasta, parlando della Multiservizi: "La società è finalmente in attivo", primo pensiero. "Ma c’è un problema: su 48 persone in pianta organica, solo 9 sanno lavorare", ha aggiunto Melchionda. Pronta la risposta del mascherato sindacalista: "Aspettiamo con curiosità di vedere questi numeri in attivo della Multiservizi. Se il comune non paga i fornitori, non paga gli stipendi agli operai, non paga nessuno, è facile che si trovi in attivo. Noi operai siamo preoccu- pati per il futuro della Multiservizi". Se va via la Consea, vi riparerete sotto l'ombrello dei Ds o della Margherita. Il divorzio tra comune e Consea sembra inevitabile, dopo il litigio tra l’assessore Cicia e l’amministratore Scarafino. All’inaugurazione della fiera, il wrestling verbale esploso tra i due, somigliava alla vulcanica festa berlusconiana, in costa Smeralda. "Gli ultimi episodi spiegano chiaramente la tensione dei rapporti tra Ds e Margherita. Litigano su tutto. Uno dei disastri della Multiservizi sono state le promozioni. Nominare dirigente un ex operaio con la tessera dei Ds, non è stata una scelta felice". Molte le facce nuove in giro. Tutte con la pettorina Multiservizi. C’è chi taglia l'erba pubblica, chi controlla i parcheggi: "e siamo arrivati a un altro punto dolente. Ci sono dei colleghi lavoratori che vengono pagati in nero". Ma a quanto pare, il fenomeno, finora, non ha destato l'interesse delle forze dell'ordine. "Se è per questo, alla Multiservizi c'è anche gente che ha il contratto part-time, ma prende lo stipendio a tempo pieno". Anomalie curiose, a spese del comune, cioè dei contribuenti. Chiunque vincerà la gara per la società mista, dovrà sudare non poco per rimettere tutto le carte in regola. Sempre che prima non arrivino i carabinieri o la guardia di finanza. Francesco Faenza Unione: tutti contro tutti, ma finirà con una cena Una settimana di litigi per decidere le hostess della fiera. Può un sindaco finire alle corde per le amene fanciulle da abbellimento campionario? E' accaduto a Eboli, sette giorni fa. L'ultima battaglia tra Ds e Margherita si è consumata sulle scosciate ventenni negli stand del Palasele. Ha vinto la Quercia, per l'ennesima volta. La velina-list di Cicia e Melchionda ha prevalso sul book rosa Mastrolia-Infante. De gustibus, si direbbe. Se non che...è esplosa una guerra di nervi da mandare a pezzi tutto il puzzle dell'Unione. La Margherita ha incassato il colpo, minacciando la sfiducia. Motivo? La lista delle veline cestinate. Ma anche vecchi rancori mai digeriti. "Vogliamo essere più coinvolti" ha scritto il capogruppo De Cesare, all'inizio del mese. Prime avvisaglie, Melchionda ha scrollato le spalle. Ed è andato avanti per la sua strada. Sensuali hostess, ma non solo. I malpancismi della Margherita sono iniziati a fine estate. Il primo a farsi da parte è il giovane Giancarlo Sibona. Presente a tutti i consigli comunali, tranne quello sul piano spiagge. Ha fatto una scelta come tanti, non ha votato. La mattina dopo ha perso la presidenza della commissione attività produttive. Vastola e Bisogno, compagni di partito di Sibona, si sono presentati da Melchionda, come due falchi. Tempo 24 ore, Sibona non presiedeva più niente. Mentre Bisogno e Vastola hanno incassato il loro piccolo risultato, Sibona si è fermato nella "Terra di Mezzo", lanciando una serie di riflessioni sui problemi ebolitani. Avesse parlato di hostess, avrebbe avuto più audience nel centrosinistra. Altro terremoto. Nella prima decade di settembre, si libera una poltrona nel consiglio di amministrazione della Seta (società che raccoglie i rifiuti). Sistemato l'amico Masci alla direzione generale, Melchionda ha lasciato la poltrona alla Margherita. Il partito si è “riunito”. Sciolto il conclave, il segretario Morena ha deciso: l’incarico andrà all'ex assessore De Nigris. Entrato papa alla riunione, De Nigris è rimasto cardinale. Sul foglio della nomina, per un’imprevedibile alchimia politica, è comparso il nome di un giovane amico di Antonio Cuomo e Pierino Infante. La botta è stata traumatizzante. L'avesse investito una bufala, al palio dell'anno scorso, il beffato Morena avrebbe riportato meno danni. Dopo la Seta, si è aperta la guerra sulla Multiservizi (vedi articolo sopra). Poi sono arrivate le veline, con l'estromissione della Margherita dall'organizzazione della fiera. E il vaso si è rovesciato. Richieste di verifiche, rimpasti imminenti, sfiducia a Melchionda. Il sindaco ha iniziato a oscillare. Il capogruppo del fiorellino, Roberto De Cesare, ha rilanciato l'idea del rimpasto. Vastola e Bisogno scalpitano. Il primo vuole la poltrona del martoriato assessore Morena. Bisogno concupisce la nomina dell'assessore ai corsi di formazione, Giancarlo Presutto. Non va meglio negli altri partiti. Nell'Udeur, c'è Marra che corteggia Melchionda come una bella liceale al mak P (parliamo delle edizioni di qualche decennio fa). Dopo aver disegnato il più disastroso piano traffico dal dopoguerra ad oggi, Cicalese rischia grosso. Se si azzarda a cambiare una sola striscia pedonale, Melchionda lo sbatte fuori dalla giunta. Uscita finestra su largo Pastrana. La prospettiva rafforza Arturo Marra, che Concorso AssoGIPS per la migliore idea d’impresa Continua l’impegno dei Giovani Imprenditori della Piana del Sele nell’attività di sostegno per la nascita di nuove imprese. Giovedì 29 Settembre alle ore 18,00 preso il Palasele di Eboli nell’ambito della 43°fiera campionaria AssoGIPS presenterà il primo concorso a premi. L’Associazione, per la stessa serata, ha organizzato una “Tavola Rotonda” sul tema “Lo sviluppo turistico della fascia costiera occasione di nuova imprenditorialità”. Sono previsti gli interventi del Presidente della provincia di Salerno Angelo Villani, degli Assessori Massimo Cariello, Corrado Martinangelo e Gaetano Arenare, del Sindaco di Eboli Martino Melchionda e dell’Assessore Mauro Maci, del Prof. Michele Cerrato, del Vice Presidente provinciale SIB Confcommercio Alfonso Amoroso, del segretario regionale FIBA Confesercenti Domenico Marzioli, del Presidente Consorzio Fascia Costiera Bagnoli Umberto Frenna, del Comandante della Capitaneria di Porto di Salerno Oreste Pallotta, del funzionario Regionale della Commissione Risorsa Mare Vincenzo Consalvo, del Presidente di AssoGIPS Gianluigi Barlotti, del Consigliere Antonio Ciao e del Direttore Generale Vincenzo Quagliano. Il dibattito sarà moderato dal giornalista Eugenio Ciancimino. Sono previste, in conclusione, testimonianze di giovani imprenditori. Il Direttore Generale Vincenzo Quagliano [email protected] ha fatto un pensierino pure per la poltrona di vicesindaco, detenuta dal dottore Laurino (Udeur). Sulla stessa strada si è incocciato con Vastola (Margherita). Tra i due litiganti, Melchionda si terrà l'amico Laurino. Pare. Con i Verdi usciti dalla maggioranza, destano curiosità le scelte di Rifondazione. "Se il momento è topico, Melchionda azzeri tutta la giunta. Solo così si può andare avanti" è la frase di Pasquale Cariello, all'ingresso del comune. Più pacato il compagno Carmine Caprarella: "abbiamo chiesto la verifica sui programmi. L'attività amministrativa è ferma su ogni punto. Il rimpasto l'ha chiesto la Margherita, non noi". Come finirà? Con una cena di riconciliazione, un rimpasto da turn over, un arrivederci e grazie? FraFae GROPOLI n°36 06 ottobre 2006 PREMIO DARIO PRISCIANDARO 2006 Il via a idee e progetti che valorizzano il Cilento Presso il Centro Congressi Hotel La Stella di Perdifumo si è svolto il “Premio Dario Prisciandaro 2006”. Hanno partecipato e sono intervenuti da Natalino Barbato, già vice presidente Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, al sindaco Antonio Domini; dalla senatrice del Cilento, Olimpia Vano, al Rettore Magnifico dell’Università Federico II di Napoli; insomma una serie di nomi illustri all’interno di un meeting particolare che ha rilasciato durante la serata: un Premio alla memoria del professore Piero Cantalupo, a Domenico Chieffallo e a Amedeo la Greca; e ancora, premiato “Cilentano dell’anno” Attilio Taiani . Ma il fulcro di questo incontro, patrocinato dalla Regione Campania e dalla Provincia di Salerno, è l’Associazione da cui prende nome il premio, e cioè: “l’Ass. Dario Prisciandaro Onlus”. Quest’ultima nasce con l’intento di valorizzare le risorse dell’area del Cilento Durante il meeting di Perdifumo, Graziano Di Biasi chiarisce ed espone di cosa, l’associazione Dario Prisciandaro Onlus, si sta occupando:” Paolo Prisciandaro, fautore dell’iniziativa e Amedeo La Greca, guida e supporto all’attenta analisi degli aspetti meno conosciuti del Cilento, e con la cura al progetto dell’ing. Consolato Caccamo, si sta cercando di mettere in porto il “Progetto Cilento”. L’idea al centro del Progetto è quella di dare alla splendida terra cilentana una nuova valorizzazione, facendo riferimento alle risorse disponibili, analizzare le migliori soluzioni organizzative, in un contesto di sostenibilità del loro sviluppo. All’interno di questo progetto sono state prese in considerazione l’area del Monte Stella e altre aree di riferimento costiere e montane, ne sono state analizzate tutte le risorse. Più nel concreto- continua Di Biasicon questo progetto e l’aiuto dell’Associazione Prisciandaro, si vuole creare un ristretto ma accurato gruppo di giovani, con diverso bagaglio culturale per dar luce ad un organismo che si occupi di: analisi e studio delle risorse disponibili, di iniziative riguardanti il patrimonio culturale, storico e ambien- tale e altro. Inoltre ci tengo a puntualizzare che questa è una fase iniziale del progetto e che quindi non si ha una definizione puntuale del tutto. Nonostante ciò si vuole garantire e testimoniare la presenza di idee che, se adeguatamente supportate, sono pronte a diventare processi concreti per lo sviluppo della nostra comunità!” Insomma iniziative da incoraggiare affinché il paradiso del Cilento non rimanga terra dimenticata. Al via da questo numero una nuova rubrica. Sarà uno spazio di riflessione, comunicazione, incontro e scambio di esperienze e cultura manageriale per tutti coloro che sentono come vivi e pressanti i problemi che ogni giorno dobbiamo affrontare nella vita di relazione personale e professionale con le persone che animano il nostro mondo. Spesso non ci si rende conto che quasi tutte le problematiche che ci trovia- mo ad affrontare derivano da errori nel processo di comunicazione tra noi e gli altri. Incomprensioni, contrasti, lotte di potere, desideri insoddisfatti , ambizioni represse, crisi di mercato e ambiguità diffuse sono infatti tutte frustrazioni che derivano nel 95% dei casi dal nostro modo di porci gli obiettivi e di interagire con gli altri e con il contesto nel quale ogni giorno agiamo la nostra personalità e il nostro comportamento. I nostri collaboratori, clienti, fornitori, amici, familiari, conoscenti sono infatti sempre sia emittenti che riceventi di sentimenti, emozioni, informazioni oggettive, motivazioni e sistemi cognitivi, e la nostra capacità di essere sempre lucidi nel comunicare con loro tenendo conto contemporaneamente sia degli aspetti di contenuto che degli aspetti Spartaco Tra cibo e storia Dopo 2000 anni Spartaco è ritornato tra i boschi del Cilento a combattere la sua ultima battaglia attraverso la ricostruzione storica dell’atto valoroso dello schiavo che fino al 71 a.C., con il suo genio militare e l’impeto rivoluzionario delle sue parole, riuscì a fronteggiare il potentissimo Impero Romano. Sotto la direzione artistica dell’Officina Koinè di Eboli con la collaborazione dell’agenzia di comunicazione “1492” di Battipaglia, si è svolto nei giorni 22, 23 e 24 settembre a Giungano; secondo la vulgata di Plutarco, infatti, furono proprio le gole del Tremonti, presso Giungano, protagoniste dell’ultimo atto della “guerra servile” tra gli schiavi ribelli di Spartaco e l’esercito romano capeggiato da Licinio Crasso. Una suggestiva rievocazione storica che ha attirato centinaia di spettatori che con coinvolgimento hanno assistito alle battaglie e ai duelli, svoltisi per l’intera durata dalla manifestazione, secondo la più antica tradizione dei “gladiatores” e dei centurioni romani. L’evento si è inoltre arricchito di interessanti convegni; venerdì 22 Mario Mello, professore ordinario di Storia Romana dell’Università degli studi di Salerno e Gaetano Puca, pedagogista e scrittore locale hanno discusso sul tema “Spartaco alla conquista della libertà”; sabato 23, invece, sono intervenuti al convegno “Lotte e rivolte nei territori cilentani” Aldo Colucciello, dottore di ricerca in Demoetnoantropologia, Gaetano Ricco, storico di Albanella, l’avvocato Alfredo Di Marco, poeta di Giungano e il musicologo Giancarlo Siano; la serie di convegni si è conclusa con il dibattito di domenica 24 dal tema Anna Caramante Daniela De Martino Comunicazione e cultura manageriale “Ognuno pensa sempre a cambiare il mondo senza ricordarsi che bisogna incominciare cambiando se stessi” Lev Tolstoj 4 Ramona B avassano di relazione è la vera chiave del nostro successo nel mondo. Infatti i nostri interlocutori hanno il potere di inibire o provocare i cambiamenti che come imprenditori, professionisti, persone adulte e responsabili propugnano, e la mancata condivisione di una Vision sul significato dello scambio è di solito la causa principale dei nostri fallimenti, che dobbiamo imparare comunque a vedere come esperienze da cui ripartire. Solo l’evoluzione continua, in luogo della cristallizzazione dei fatti, delle relazioni e delle motivazioni è la condizione in cui dovremmo muoverci con maggiore naturalezza. Al fine di prendere consapevolezza del nostro modo di relazionarci e di capire così le situazioni in cui non abbiamo saputo gestire le risorse a nostra disposizione in modo ottimale, ci confronteremo nelle prossime settimane con argomenti quali: La comunicazione interpersonale e d’impresa La gestione delle risorse umane Il team building e il team management Il public speaking La gestione della delega Il Time management La gestione di una rete commerciale L’Empowerment La creatività in azienda E tutti gli altri argomenti che vorremo scegliere insieme! scrivete a: [email protected] * Psicologa del lavoro e delle Organizzazioni, Esperta di Comunicazione e Marketing 5 SELE n°36 06 ottobre 2006 Stop alla discarica della morte di Campagna Lunedì 25 settembre sequestrato il sito di stoccaggio rifiuti di Basso dell’Olmo Campagna - Dopo che l’Arpac il 13 febbraio 2006, cioè a sole due settimane dalla chiusura di Basso dell’Olmo accertò “l’inquinamento di un campione di sedimento” a seguito di prelievi effettuati “nell’impluvio naturale” (a monte e a valle delle quattro tubazioni di scarico dell’impianto di discarica), il sindaco di Campagna si trovò nel dovere istituzionale, pena l’omissione, di intervenire. Infatti, Michele Greco, coordinatore delle Aree Funzionali della Struttura Commissariale, nella sua qualità di “soggetto attuatore”, fu diffidato (Nota 6735 del Comune del 30 Marzo 2006) a procedere, ai sensi del Comma 2, art. 17 del D. L.gs n. 22/1997, “agli interventi di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale delle aree inquinate in località Basso dell’Olmo e degli impianti dai quali deriva il pericolo di inquinamento”. Al di là di ogni allarmismo, le giustificate preoccupazioni di cittadini, comitati ed imprenditori ci vengono da quanto scrive Luciano Ferrara, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, nella Relazione Conclusiva del Cts “Una discarica controllata come quella di Basso dell’Olmo è un enorme contenitore di rifiuti, che, per quanto siano definiti per legge non pericolosi, costituiscono tuttavia una fonte potenziale di inquinamento per le matrici ambientali fino a che non sia stata realizzata un’opera di messa in sicurezza. È per questo che, anche a partire da un impianto ben costruito e a norma di legge, occorre che la sua gestione, il processo di abbancamento, l'estrazione tempestiva di percolato, il controllo dei versanti, le eventuali modifiche apportate all'impianto e così via, siano svolti con la massima responsabilità e rispetto per l’ambiente e per l’ecosistema. Da questo punto di vista le anomalie messe in evidenza dal Comitato Tecnico Scientifico in occasione del sopralluogo svolto sulla discarica Basso dell'Olmo in data 3 maggio 2006, destano qualche preoccupazione e richiedono che gli organi competenti si attrezzino perché siano completamente rimosse prima dell’irrompere di forti temporali estivi e/o autunnali, che potrebbero essere origine di importanti problemi per la salute delle matrici ambientali circostanti la discarica”. Spontanea, a questo punto, una domanda al commissario Corrado Catenacci: “Ma quando si avvia tutto questo necessario iter, se ancora si è in tempo e se ancora non è stata fatta la frittata, per dare tranquillità ad un territorio fi- nora fin troppo martoriato?”. Intanto è passata l’estate, e puntualmente ci sono stati forti temporali, e, probabilmente, passerà pure l’autunno, e le piogge inevitabilmente si sono già intensificate. E l’inverno è alle porte!. Il Coordinamento Anti-Discarica, dal canto suo, si sta preparando “a esporre un manifesto pubblico per invitare tutti gli agricoltori a coalizzarsi”. L’intento è quello di “restituire le istituzioni ai cittadini, ottenere un progetto di energia alternativa per creare posti di lavoro e salvaguardare ambiente, falde acquifere e salute”. Lo scorso 18 settembre rocambolesco blitz dei carabinieri di Eboli, accompagnati da guardie giurate del coordinamento provinciale del Wwf, a Basso dell'Olmo, dove hanno proceduto a porre “i sigilli a due vasche di decantazione” o di raccolta di percolato che dir si voglia. Un sopralluogo improvviso, molto probabilmente scaturito da qual- che denuncia anonima, che lanciava l’allarme sul Sele minacciato dal percolato che fuoriusciva dalla vasche poste a valle di Basso dell'Olmo. Le due vasche, al momento dell'ispezione sono risultate colme del liquame colato dai rifiuti nella discarica. Vasche piene di percolato che straripava, incanalandosi in un torrente vicino, che sfocia direttamente nel fiume Sele. Il timore dei campagnesi, ma non solo, dunque, è legittimo. Le proteste messe in atto nel 2004-2005, che scaturirono nell’occupazione della A3-SA/RC, a nulla valsero, la Fibe costruì ugualmente la discarica ed i rifiuti arrivarono, a pochissime centinaia di metri dal fiume ambientali messa in essere dalle forze dell’ordine e dalle guardie ambientali del Wwf, si è addirittura arrivati al sequestro della Discarica della morte di Basso dell’Olmo, il cui percolato “veniva smaltito illegalmente nella acque del Sele”. Questo è quanto è stato accertato dal Comando della Stazione dei Carabinieri di Campagna, coordinato dal M.llo Vincenzo Pessolano. Se ciò è potuto accadere, evidentemente la salute, la sicurezza, l’ambiente, l’economia in ginocchio sono temi che neppure sfiorano la mente di chi pure è istituzionalmente preposto e di chi bada solo ai suoi “sporchi” interessi. Sono inadempienze gravi. Interven- Sele e da un’Oasi Protetta, quella di Persano, ubicata nei Comuni di Campagna e di Serre. A distanza di una settimana esatta dal 18 settembre scorso, grazie all’attività di prevenzione e repressione dei reati gano il presidente del Consiglio Romano Prodi e quello della Repubblica Giorgio Napolitano, perché a nessuno è consentito giocare sulla pelle della gente. Mario Onesti Per il successo, niente scorciatoie La vita può riservare ad ognuno di noi un momento di notorietà. Potremmo essere protagonisti di un fatto di cronaca, nera o bianca che sia. Potremmo trovarci al posto giusto al momento giusto ed essere inquadrati da una telecamera. Potremmo anche essere i fortunati vincitori della lotteria ... Insomma, potremmo avere il mostro momento di gloria e conservare il ritaglio di giornale o un video da mostrare ai nipoti a testimonianza che il fatto è certo. Altra cosa è avere successo! Chi ha successo è anche una persona nota, soprattutto nell’ambiente in cui opera e dove primeggia per capacità professionali o artistiche. I non amanti dello sport spettacolo, difficilmente ricorderanno nomi e volti dei campioni sportivi. Come chi non esercita nell’ambito medico è improbabile che ricordi i nomi di famosi ricercatori in campi specifici della medicina. Chi segue le vicende politiche non può fare a meno di avere ben presente i nomi dei segretari di partito e di riconoscere i volti delle alte cariche istituzionali. La notorietà può toccare alla generalità dei soggetti che abitano un territorio, il successo è di esclusivo appannaggio di persone “superiori”. Cioè di persone che arrivano ad occupare una posizione sociale di rilievo. Mai per caso. Chi ha successo in campo professionale deve aver studiato molto e applicato altrettanto. Il politico deve aver fatto la gavetta in un partito o in un movimento. Il giornalista deve aver scritto centinaia di articoli ... Da un po’ di tempo a questa parte, però, si fa molta confusione. Un’apparizione, anche casuale, alla TV illude il protagonista di aver avuto “successo” senza che il soggetto si renda conto che ha solo vissuto un attimo di notorietà. Chi ricorda, se non il protagonista o qualche familiare, che tizio ha partecipato ad una puntata di “lascia o raddoppia?” Chi può illudersi che una comparsa in un “talk show” possa ripercuotersi sulla propria vita professionale? Chi, oggetto di notorietà, perché testimone o protagonista di un fatto di cronaca, intervistato sull’acca- moncil duto, può sperare di non cadere nell’oblio dei più? E’ diverso per chi arriva all’attenzione dell’opinione pubblica perché artista di successo, atleta di valore, politico che gestisce il potere ... Questi non si trovano lì per caso. Ci sono arrivati a seguito di studi, allenamenti, competizioni elettorali ... A molti piacerebbe poter scavalcare tutte le trafile e i sacrifici necessari per arrivare al successo, ma questo nella vita reale non si verifica mai: non si può diventare musicisti senza aver studiato la musica, non si può vincere un’olimpiade senza essersi allenati per anni, non si può arrivare al potere se non si è in grado di raccogliere il consenso ... Nelle storie di fantasia, a volte, accade che il “rospo” diventa il “Principe azzurro”! Si tratta, appunto, di fantasie. La strada del successo è più lineare: tappe forzate per ottenerlo e grandi sacrifici per mantenerlo. Qualcuno dovrebbe farlo sapere ai tanti giovani che anelano la “fama” puntando alle scorciatoia della notorietà. Chi cerca ... trova VENDESI -Roccadaspide contrada Fonte Vendesi rudere con terreno da ristrutturare con concessione edilizia per la realizzazione di due abitazioni di 150 mq ciascuna. Trattativa riservata. 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Come e quando si svolgerà la preannunciata notte verde? “ Il 14 ottobre 2006 nella palestra comunale, con musica e stand informativi sulla raccolta differenziata che partirà il 16 ottobre su tutto il territorio del comune di Capaccio, saranno invitati anche gli studenti del liceo scientifico, istituto agrario e alberghiero”. Quali le modalità della raccolta? “Saranno ritirati gli attuali contenitori. Il territorio è stato suddiviso in due zone. Nelle frazioni a maggiore densità demografica come Capaccio-Capoluogo, Capaccio-Scalo, Gromola, Licinella ... sarà realizzata la raccolta porta a porta. Saranno distribuiti dei Kit che prevedono la pattumiera con buste biodegradabili di vari colori per la plastica, il vetro, il secco differenziato e l’organico, che verrà raccolto tre volte la settimana. Nelle zone rurali, dove la raccolta porta a porta sarebbe troppo costosa, ci saranno delle isole ecologiche, con bidoni di colore diverso che corrisponde a quello delle buste. Per quanto riguarda i rifiuti ingombranti per evitare l’annoso problema dei materassi, ci sarà un numero verde a cui l’utente potrà telefonare, l’operatore si recherà presso il domicilio e ritirerà il rifiuto ingombrante gratuitamente”. La carta? “Sarà raccolta una volta la settimana in pacchi legati o in cartoni”. Siamo sicuri visto che era già stata preannunciata la partenza della racccolta differenziata al Capoluogo già da gennaio 2006 ? “Sicurissimi. L’ingegnere Ruggiero ha redatto il progetto curando i minimi particolari. La gara è stata appaltata. La ditta Sharim ha tutte le attrezzature necessarie. Inizialmente avevamo inten- zione di frazionare iniziando a tappe, ma ci abbiamo ripensato, anche perché alcuni utenti di paesi in cui era stata già avviata la raccolta differenziata si recavano in zone limitrofe per buttare la spazzatura”. Non corriamo il rischio di vedere rifiuti lungo le strade, in fondo prove di inciviltà in questo campo non mancano, a partire dalle discariche abusive che sorgono dappertutto? “Ci sarà informazione e formazione, il controllo sarà fatto direttamente dagli operatori della raccolta porta a porta”. Per evitare i rifiuti per strada? “Ci penseranno i vigili urbani e in alcuni punti sono state già installate delle telecamere per documentare comportamenti scorretti. Ci sarà anche una squadra di guardie ecologiche. Per evitare discariche abusive nelle zone di confine tra comuni saranno coinvolti anche i sindaci dei comuni limitrofi. Una volta partiti non faremo sconti”. Più specificamente come avverrà l’informazione e la formazione? “Sarà capillare. Sarà consegnato a tutti gli utenti un calendario ecologico su cui ci saranno dei segni convenzionali per le varie tipologie di rifiuti, accanto al giorno il simbolo del rifiuto che si potrà conferire in quel giorno e gli orari della raccolta. Inoltre saranno distribuiti opuscoli nelle scuole e nelle famiglie. Ci sarà una conferenza stampa. I rifiuti così raccolti verranno riciclati o finiranno in discarica, come purtroppo qualcuno teme? Noi già stiamo riciclando ci sono ditte con cui siamo collegati sia per la plastica che per il vetro e la carta, e con due impianti di compostaggio per i rifiuti organici. Il comune di Bellizzi, dove opera l’azienda che attuerà la raccolta a Capaccio, ha raggiunto la percentuale del 40 – 50 %, noi speriamo di raggiungere subito il 30%. Inoltre vorrei rilevare che ci sarà un’isola ecologica, che è una parte integrante del progetto. Sarà una zona di transito. E’ indispensabile e va accettata d’altra parte attualmente i camion colmi sostano nella zona dell’ex macello quando la discarica non può ricevere altri rifiuti. I costi? 14 milioni di euro, l’amministrazione ha puntato molto su questo progetto Appena insediato il sindaco Enzo Sica affermava di voler installare nella zona un termovalorizzatore, qual è il suo punto di vista? Attualmente nella provincia di Salerno ci si sta muovendo per avere per avere due termovalorizzatori, l’inquinamento è minimo rispetto ai benefici. Enza Marandino PAESTUM: PULIAMO IL MONDO PER UN “ALTRO MARE” Il 22-23 e 24 settembre si è svolta in contemporanea in tutta Italia e con successo, l’iniziativa di Legambiente “Puliamo il mondo”. A Paestum, presso l’oasi di “Torre di mare” il gruppo dirigente di Legambiente ha partecipato all’iniziativa, con uno spirito diverso da come ha trascorso l’estate. Infatti, insieme ad un gruppo di bambini delle scuole primarie, ha potuto gioire, all’arrivo della notizia del dissequestro dell’oasi che ha messo fine ad uno dei più indecifrabili “sequestri” avvenuti nel corso dell’anno. Sulla spiaggia e nella pineta si sono riversati gli alunni delle classi terza, quarta e quinta della scuola primaria Tempa San Paolo di Capaccio I. Una cinquantina di bambini, con i loro insegnanti, e i giovani volontari che operano in modo sistematico per preservare la duna, pulire la spiaggia e studiare la pineta, hanno voluto dare il loro contributo, sia pur simbolico, per richiamare l’attenzione su quanto sia importante non sporcare. Armati di guanti e sacchetti hanno gareggiato a chi raccoglieva di più. Lo spirito era senz’altro quello giu- sto: per amore della natura, rendiamola più pulita. Miglioriamo il mondo perché gli adulti, troppi adulti, non sembrano rispettarlo come dovrebbero. A Paestum quest’anno c’era un tema specifico: raccogliere i mozziconi di sigaretta dalla spiaggia e dalla pineta e i bambini l’hanno fatto per bene e alla fine erano stanchi ma soddisfatti. Ma perché proprio i filtri di sigaret- te? Forse non tutti sanno che per distruggere un mozzicone di sigaretta ci vogliono da uno a due anni. Proviamo ad immaginare quante migliaia di filtri di sigarette sono stati abbandonati sulla spiaggia in una sola estate, ne avremo una bella quantità e di questi una buona parte finirà a mare in bocca agli ignari pesci che per forza maggiore si ritroveranno anch’essi a subire i danni del fumo. I volontari della Legambiente hanno poi organizzato una caccia al tesoro e i bambini, dopo tanto lavoro, hanno potuto rilassarsi giocando. Un sabato trascorso piacevolmente tra lavoro, gioco e un po’ di studio. Tutti hanno potuto imparare qualcosa in più in materia di ambiente e poi il clima estivo, ha contribuito positivamente alla riuscita della manifestazione. Gina Chiacchiaro 7 CALORE n°36 06 ottobre 2006 Il 29 settembre Miano al posto di De Rosa Intanto la maggioranza di Sica si ricompatta rivotando la revoca a Bruno Quando il numero 36 Unico sarà in circolazione, probabilmente la vicenda della Comunità montana di Roccadaspide sarà stata archiviata con l’elezione del nuovo presidente, Mario Miano, e della giunta che lo accompagnerà nella gestione dell’ente nel prossimo futuro. Infatti, per il 29 settembre è convocata l’assemblea generale con all’O.d.G. l’elezione del presidente e della giunta. I margini di ulteriori dilazioni dei tempi sembrano ormai esauriti e, pertanto, anche gli ultimi “giapponesi” che continuano a combattere una battaglia per conto terzi, sembrano aver preso coscienza che la guerra è finita. Ovviamente è augurabile che, invece, continuino a svolgere il ruolo d’opposizione democratica e di controllo sugli atti che assumerà la nuova maggioranza. Mario Miano e Giuseppe Bruno, presumo che non si conoscessero nemmeno (politicamente) prima che la vicenda della comunità montana Calore Salernitano li vedesse protagonisti sulla stessa barricata. Gli eventi dell’estate pestana li ha fatti incontrare e li ha portati alla ribalta politica che s’intreccia con vicende che hanno a che fare con i “problemi” della politica dei rispettivi paesi: Capaccio e Roccadaspide. Mario Miano, con la sua candidatura alla presidenza, è passato all’incasso di una “cambiale” sottoscritta nei suoi confronti da Girolamo Auricchio e dalla sua maggioranza durante la campagna elettorale che ha visto il successo della lista in cui ambedue militavano. Si sono promessi sosteggno reci- proco e tutto è filato liscio come l’olio: vittoria al comune insiecon me Miano primo eletto e Auricchio portato in trionfo, rinuncia alla carica di vicesindaco da parte del castanicoltore di Fonte e via sullo stretto sentiero dell’assalto alla presidenza di Donato De Rosa disarcionato, prima che da loro, dal voto popolare. L’ulteriore tassello del progetto sarà la candidatura di Miano alla provincia di Salerno nella prossima tornata. La sconfitta della lista di De Rosa (terzo posto) ha provocato uno smottamento della sua maggioranza in comunità montana diretta conseguenza della perdita al diritto di sedere nell’assemblea dell’ente. Tutti i tentativi di bloccare la costituzione della nuova maggioranza si sono infranti su un ragionamento abbastanza semplice fatto da alcuni dei suoi ex sostenitori: “se c’eri tu, non ti avremmo abbandonato. Ma visto che la situazione è mutata, non ce la sentiamo di non seguire le indicazioni del partito a livello provinciale che ha indicato Miano come pre- sidente.” Certo, Miano spera di poter ribaltare la situazione a sua favore grazie al ricorso contro il diritto dell’altra lista (lista Pignataro) a partecipare alle elezioni comunali. Ma, pur essendo arrivati oltre ogni prevedibile data la convocazione dell’assemblea, la tattica dilatatoria non ha fruttato il risultato sperato. Insomma, il marcamento stretto nei confronti di quanti hanno sottoscritto la sua candidatura, il 29 settembre sarà coronato da successo. Ma cosa c’entra Bruno e il consiglio comunale di Capaccio nella vicenda. In fondo, l’amministrazione Sica ha ben altro a cui pensare che impegnare il consiglio in una disputa infinita sul diritto di Bruno a sedere in assemblea. Purtroppo, come dice il vecchio adagio, “è più facile vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro, che la trave nel proprio.” Con tutte le emergenze che un territorio vasto, sia in termini territoriali sia sotto l’aspetto delle problematiche sociali ed economiche, riproporre una delibera di revoca ad un consigliere di comunità montana (per altro già bocciata nel merito dal Tar dieci giorni fa) sembra più un esercizio accademico che una vera esigenza amministrativa oltre ad uno “spavaldo” spreco di risorse in spese legali. A meno che non fosse il grimaldello a cui Ernesto Passaro voglia appellarsi per tentare un ulteriore rinvio o un puntello su cui incentrare una messa in mora nel nuovo gruppo dirigente che “dovrebbe” insediarsi il 29 settembre. Intanto trova sempre più consensi l’annuncio della proposta di legge per l’abolizione degli enti montani per manifesta incapacità ad autogovernare le dinamiche interne. Bartolo Scandizzo Roccadaspide, scatta il Sos viabilità Il sindaco Auricchio chiede un intervento d’urgenza per la Strada Statale ex 166 L’entroterra della Valle del Calore rischia di ritrovarsi da un momento all’altro nell’isolamento geografico. Il danno è imputabile all’ennesimo problema di viabilità che caratterizza tutto il sistema viario cilentano e che riguarda, nello specifico, la Strada Statale ex 166, quella che da Capaccio, passando per Roccadaspide, conduce verso l’alto Cilento. Nel giro di pochissimo tempo, infatti, e con la complicità della pioggia che negli ultimi giorni è caduta copiosamente, la significativa frana che interessa da diversi mesi un tratto della strada in questione al km 22, al confine tra i comuni di Roccadaspide e Castel San Lorenzo, ha raggiunto dimensioni tutt’altro che insignificanti. Fu, infatti, un grande temporale, risalente allo scorso gennaio, a determinare il pericoloso movimento del suolo, complice anche il dissesto idrogeologico che interessa il Cilento in più parti, che si tramutò in breve nell’abbassamento del manto stradale di più di un metro; “Dopo un primo intervento di solo restringimento della carreggiata per consentire il transito a senso alternato, il tratto di strada interessato è stato abbandonato a sé stesso con conseguente peggioramento e degrado tali da rendere quasi intransitabile la strada in questione”. Sono le parole del primo cittadino di Roccadaspide, Girolamo Auricchio, rivolte per mezzo di una missiva agli organi competenti affinché vengano adottati interventi rapidi e radi- cali per risolvere il problema. La strada, infatti, collega il comune capofila della Valle del Calore con i paesi dell’interno; ogni giorno viene percorsa da centinaia di persone che la utilizzano per recarsi a Roccadaspide, sede di scuole superiori e di vari uffici, o altrove, e per questa ragione “il ripristino del tratto stradale in oggetto riveste il carattere di assoluta urgenza ed indifferibilità anche al fine di scongiurare il pericolo di una sua scomparsa per i possibili, ulteriori cedimenti della sede stradale”. Al di là dell’episodio, che ha una sua rilevanza, è necessario risistemare l’intero tratto stradale della SS 166 Capaccio-Roccadaspide, che versa in condizioni pietose e che da troppo tempo non viene sottoposto ad un intervento di manutenzione. Auricchio ha già dato il suo ultimatum: passati quindici giorni senza che abbia avuto una risposta, farà tutto quanto è in suo potere per risolvere quello che rischia di trasformarsi in un problema grosso con serie conseguenze per l’intero comprensorio del Calore. Roccadaspide, le campane non suonano più le ore nella parte bassa del paese «E’ possibile che i residenti della parte alta del paese sentano le campane della chiesa madre, mentre noi del centro storico siamo alle prese con il mal funzionamento dell’orologio del campanile dell’Assunta? Siamo cittadini di serie B?» Chiesa dell’Assunta di Roccadaspide punto e a capo. I cittadini rivendicano nuovamente il ripristino delle campane. Già nel 2004 queste avevano smesso di allietare i residenti del centro storico perché l’Enel aveva staccato la corrente che alimentava il campanile. Dopo le lamentele dei cittadini, affidate alle pagine di questo giornale, le campane furono ripristinate. Ora, però, la situazione è tornata al punto di partenza e i cittadini si sono rivolti prima alle istituzioni religiose e poi a un assessore comunale per riappropriarsi del loro tempo. Si perché l’orologio del campanile non scandisce più le ore. Batte solo i quarti d’ora e qualche rintocco sporadico. Dalle istituzioni religiose non è pervenuta alcuna risposta, per cui i cittadini, come annunciato, si sono rivolti all’assessore che ha promesso l’ interesse del comune al pagamento della messa a punto del congegno elettrico del campanile. Strumento cui si accede da una scala mal sicura di legno che è possibile attraversare solo ai lati, poiché la parte centrale è logora. E’ risaputo che lo stato della chiesa è critico per la continua caduta di calcinacci all’esterno e per il totale abbandono in cui versa all’interno. Motivo per cui, nei giorni scorsi, due tecnici e un ingegnere hanno visionato l’edificio religioso. Si spera che il sopralluogo sia il preludio ai lavori di ristrutturazione di cui l’Assunta necessita soprattutto per l’incolumità dei residenti del centro storico. In attesa di questi, però, i cittadini vogliono risentire le campane tanto care soprattutto agli anziani. Per le vie del centro antico, quindi, il tempo non passa più come prima. Sentire le campane al risveglio, ascoltare i rintocchi familiari di ora in ora serviva a scandire piacevolmente la giornata. Teneva compagnia alle persone, rappresentava un punto di riferimento e un senso di appartenenza. Ora non c’è che il silenzio… Francesca Pazzanese DIANO n°36 06 ottobre 2006 8 Padula in festa per la fiction su Joe Petrosino Il Vallo di Diano mai citato nella fiction: un altro scippo Attenzione ai nuovi farmaci! SINO’’, con sede a Padula, che promuove la conoscenza di questo personaggio, della sua vita e dei suoi ideali,del suo impegno per sconfiggere la criminalità organizzata,ciò allo scopo di sensibilizzare le coscienze e diffondere la cultura della legalità. L’associazione, presieduta da Giovanni Pozzi, segretario Davide Alfeo Cancellaro, ogni anno bandisce il premio ‘’Joe Petrosino’’, da assegnare a magistrati o rappresentanti delle forze dell’ordine che si sono particolarmente distinti nella lotta contro il crimine organizzato. L’anno scorso è stato premiato il Capo della Polizia Giovanni De Gennaro. Vice-presidente dell’associazione è il designer Giovanni Cancellaro, soci onorari Rita Borsellino, Ersilia Cassarà, Nando Dalla Chiesa, Giovanni De Gennaro, Maria Falcone,Vincenzo La- Tra gli ultimi arrivati nell’ambito delle possibilità terapeutiche del trattamento del paziente diabetico ci sono i glitazoni; i farmaci di questa categoria attualmente in commercio sono pioglitazone (Actos) e rosiglitazone (Avandia). Secondo il meccanismo d’azione questi farmaci aumentano la sensibilità insulinica a livello del muscolo, del tessuto adiposo e del fegato migliorando l’utilizzazione del glucosio insulino-mediata. Tra gli effetti avversi noti, i glitazoni annoverano l’aumento di peso e la ritenzione di fluidi, in particolare se associati all’insulina. Può comparire anche scompenso cardiaco quindi vanno evitati nei pazienti con scompenso cardiaco grave o con cardiopatia avanzata. Oltre a questo dopo la commercializzazione del rosiglitazone e del pioglitazone sono stati riportati aumento delle transaminasi e di disfunzione epatica. In alcuni casi ad esito fatale. L’ultima nota relativa alla tollerabilità dei glitazoni è l’edema maculare. Alla data del 25 settembre 2005, l’azienda produttrice GlaxoSmithKline ha ricevuto 28 segnalazioni di nuovi casi e diversi casi di aggravamento di edema maculare in pazienti trattati con rosiglitazone. I sintomi suggestivi di un edema maculare possono essere visione distorta, riduzione della capacità di percezione dei colori e riduzione dell’adattamento al buio.Vi chiedete quale sia stata la risposta delle multinazionali del farmaco? I problemi dei glitazoni hanno spinto le aziende farmaceutiche ad investire su un gruppo simile di farmaci i glitazari: il muraglitazar è un farmaco che, se fosse stato approvato, sarebbe passato alla storia come il primo di una nuova classe terapeutica in grado di ridurre la glicemia e il colesterolo cattivo (LDL) e contemporaneamente alzare i livelli di colesterolo buono (HDL). Insomma, un vero “miracolo” farmacologico! Ma, in questo caso, l’entusiasmo si è spento subito a causa di un aumentato rischio di infarto per gli utilizzatori. Gli ultimi ipoglicemizzanti sono farmaci meritevoli di attenzione in quanto offrono una prospettiva di trattamento radicalmente nuova, medici e pazienti però chiedono solo di poter utilizzare in modo sicuro, razionale ed efficiente i farmaci già disponibili e di poter disporre di nuovi farmaci solo se sicuri e con solide prove di efficacia. Padula. La città che ha dato i natali nel 1860 a Giuseppe Petrosino, il leggendario Joe, Padula e l’intero Vallo di Diano sono in festa per la fiction tv dedicata al poliziotto italo-americano che Domenica 24 e Lunedì 25, ore 21,00 andrà in onda in due puntate su RAIUNO. L’attore Siciliano Beppe Fiorello, nei panni del famoso detective ‘’Joe Petrosino’’, il primo eroe dell’antimafia, dopo una serie di mestieri umili entra nella polizia di New York, tenente della legione Italiana, impegnata nella lotta alla mano nera. oe, figlio di un sarto, Prospero, per primo ebbe la grande intuizione di aver capito che la mafia Americana aveva le sue radici in Sicilia, tant’è vero che intraprese un viaggio in Italia,diretto appunto in Sicilia, per infliggerle il colpo mortale. La fiction ripercorre la vita privata, la carriera e la morte del mitico poliziotto che avvenne la sera del 12 marzo 1909, nella Piazza Marina di Palermo,raggiunto da quattro colpi di rivoltella da una mano assassina che lo fecero crollare, ucciso da ignoti, al suolo. Nino Melito, pronipote di Joe Petrosino, è il Presidente onorario dell’associazione internazionale ‘’JOE PETRO- manna, Mario Mori e Giovanni Tinebra. Inoltre, l’associazione gestisce il Museo dedicato a Joe Petrosino che,per gentile concessione della famiglia,è allocato nella sua casa natale ed ha come coreografia gli oggetti e gli arredi che erano presenti negli anni in cui era abitata dall’illustre personaggio e dai suoi familiari. Nel museo sono esposti anche cimeli e documenti relativi all’eroica attività del famoso poliziotto. PIETRO CUSATI E-mail :[email protected] Presentazione “Il silenzio di Leucothea” Leucothea era la ninfa del mare che aveva salvato Ulisse quando questi non aveva calcolato tutte le implicazioni del suo progetto. Ogni progetto dell'uomo modifica il progetto della Natura e degli altri uomini; bisogna, perciò, rincorrere la domanda fondamentale che ogni progettista deve porsi: è questo un progetto giusto? Questa volta il racconto di chi è responsabile del procedimento amministrativo che accompagna il progetto dal suo nascere fino alla sua realizzazione ci porta dentro il suo cuore e dentro alla sua mente durante il viaggio di un progetto d'ambito, la cattura di acque utili all'irrigazione della valle. Il progetto, al principio della storia, non ha valutato tutte le implicazioni tecniche e sociali connesse al suo ciclo, non sa che la paura di perdere l'identità di una comunità può aggregare irrazionalità e avversione fino a demonizzare le azioni che, in maniera genuina, preparavano ad un futuro migliore. Il racconto è appassionante, il tema della vitalità dell'acqua, del suo linguaggio, è sempre un tema contemporaneo. Il battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte è in pericolo, rischia di perdere le sue acque purissime, occorre consultare i diavoli e gli angeli per trovare la giusta via. È il viaggio che ci consente di intraprendere il nostro autore. Lui, che accompagna il processo amministrativo, incontra mille persone per scoprire il progetto più sostenibile, dove la sostenibilità però non è solo quella intergenerazionale, ma è anche quella della trasmissione di valori immateriali irrinunciabili. Il racconto della recente magra del Po viene ricordato come straordinaria presa di coscienza collettiva sui temi delle acque da proteggere e governare con sapienza collettiva. Il ricordo delle lucciole di San Giovanni in Fonte diventa il monito contro qualsiasi attentato alla purezza ed alla spiritualità dei luoghi, specie di quelli sacri, pieni di acque, in tutto il mondo. Le peripezie di un progetto diventano storie significative ed i personag- gi che si incrociano testimoni e protagonisti di un cambiamento di prospettiva. Il progetto, da portatore di morte spirituale, diventa nuovamente portatore di attività, premessa di ogni altra vitalità dell'animo. Il "battistero salvato" diventa il "battistero ritrovato", i luoghi circostanti percorsi per nuovi riti e nuove scoperte. Ecco, il libro si fa libertà e diventa oggetto denso di pensieri, oggetto silenzioso e testimone di Ulisse, il quale è pronto a mettere in campo il suo progetto senza conoscere completamente le tappe del suo viaggio. Nonostante la scomparsa del genius loci, per l'incapacità di andare, lenti e silenziosi verso il progetto giusto, l'acqua nei campi arriverà e gli uomini non avranno perso la consapevolezza del sacro, che ha accompagnato la loro storia. Il sacro come bene pubblico, laico e religioso. Pasquale Persico Alberto Di Muria [email protected] 9 CAPACCIO n°36 06 ottobre 2006 Sica e maggioranza al gioco dell’oca. L’opposizione si lecca le ferite e riparte a testa bassa Impegno bipartizan solo per revocare Bruno dalla comunità montana Mentre Guido Rossi predica lo “stakeholder” per una società privata come la Telecom, i consiglieri del comune di Capaccio Paestum si svenano di fronte alla crisi politica che li vede protagonisti fin dal primo anno del loro mandato. I protagonisti della telenovela, che si sta protraendo anche oltre la campagna d’autunno, sono sempre gli stessi: Enzo Sica, le opposizioni, la maggioranza e i ribelli. Poi ci sono i soggetti che vivono a bordo campo come Gaetano Fasolino che tenta d’incidere per mantenere in vita la sua “creatura” ed altri, come Mimmo Nese, che tentano di mandarla a fondo. Poi ci sono gli spettatori che si dividono in due tronconi: quelli che aspettano la fine della commedia per salire sul proscenio e quelli, disincantati, che subiscono l’inerzia della situazione e, molto spesso, al teatro non ci vanno per niente e tentano di mantenersi a galla tra le onde delle difficoltà di ogni giorno. È giusto ricordare anche gli assenti: i partiti e la politica. Ed è proprio da questi ultimi che vale la pena cominciare la “rappresentazione” di questo quadro in cerca d’autore. A Capaccio Paestum i partiti si sono scomposti e ricomposti contaminandosi vicendevolmente in ragione di percorsi individuali di personaggi pubblici che, nella prima repubblica, avevano caratterizzato la vita sociale ed economica della città dei templi: Gaetano Fasolino, Pasquale Marino, Pietro Desimone, Paolo Paolino, Giuseppe Pace, Luciano Farro (ex socialisti dell’era Craxiana), Tonino Scala, Enzo Sica, Pasquale Quaglia, Enzo Patella, (ex democristiani) pochi gli eredi del partito comunista come Franco Parmisciano e Antonio Vecchio, e, unica novità, sono venuti allo scoperto i simpatizzanti del fascio come Luigi Barlotti. Come si può capire, sostanziali novità non ce ne sono. A maggior ragione se si considera che, per il 90%, sono gli uomini che fanno il contenitore e non viceversa. Quindi tutto ritorna in capo agli uomini e alle donne che devono saper scindere i pur legittimi interessi diretti da quelli generali. “Stakeholder”, appunto che significa il ruolo sociale nell’azione delle aziende private. A maggior ragione è essenziale che chi esercita un ruolo pubblico metta, in primo luogo gli ‘interessi” generali. Ed è proprio sugli uomini (maschi e femmine) che oggi sono la massima espressione della politica capaccese che bisogna accendere il faro dell’attenzione dell’opinione pubblica che, fi- nora, è passata dall’entusiasmo del voto plebiscitario, al disincanto per approdare alla delusione. Chi ha assistito all’ultimo consiglio comunale ha potuto toccare con mano il livello in cui è precipitata la crisi che attanaglia Sica e il suo gruppo dirigente. Il sindaco ha rotto gli indugi e ha comunicato “urbi et orbi” che i suoi assessori non si toccano e “così è se vi pare” altrimenti ognuno può trarre le sue conseguenze! Luigi Barlotti e Luciano Farro hanno abbandonato l’aula non appena si è materializzato il vice sindaco, Rosario Catarozzi, di cui i due aennini hanno chiesto il “capo”. Paolo Paolino ha contestato Sica rinfacciandogli i tentennamenti e ha ripreso il suo posto tra i “ruoli” dell’oppositore duro e puro preannunciando un “manifesto”. Pietro Desimone lo ha seguito, con più “classe”, ma con la stessa determinazione a porre la parola fine alla teleno- vela e insieme a Pasquale Quaglia si sono recati al post consiglio convocato in un locale del posto per consumare, oltre ad una pizza, anche le restanti energie su come “contrastare” la deriva istituzionale in cui sono precipitati insieme alla maggioranza. Il gruppone di Forza Italia, disorientato e in balia delle onde, ha preso atto del deserto creato intorno all’O.d.G. ed è partito per un ennesimo incontro che, come è facile prevedere, sarà un ulteriore momento di scontro su quello che potrebbe essere e non è ... Infine ci sono i “responsabili ultimi” della crisi, Angela Mucciolo, Giuseppe Bruno e Rosario Francia. Su di loro si è concentrata una pressione altissima durata per troppo tempo che ha prodotto guasti e suscitato speranze. Allo stato ecco le posizioni: Mucciolo ha dato la sua disponibilità a rientrare in maggioranza ma a domanda precisa di qualcuno “cosa hai ottenuto di quanto richiesto” la risposta è stata di difficile comprensione. Tradu- zione: o è qualcosa che non si può far sapere oppure si tratta di un rientro senza condizioni (optiamo per la seconda!). Rosario Francia rimane fermo nel suo proposito di non avviare trattative perché ritiene che non ci siano le condizioni per un rilancio per l’azione di governo secondo il suo modo di vedere le cose: “sarò presente in consiglio per salvaguardare gli interessi del paese e deciderò di volta in volta come votare.” Giuseppe Bruno si è caricato addosso una responsabilità grande: essere in maggioranza per evitare la revoca da delegato alla comunità montana, ed essere contro la gestione Sica per non smentire la più volte dichiarata contrarietà a come la maggioranza sta governando il comune. Per una strana coincidenza d’interessi è proprio sulla revoca di Bruno che si è avuto una convergenza tra maggioranza e opposizione. Infatti, in consiglio abortito in partenza si è riuscito a votare solo la nomina di Maria Vicidomini quale delegata di Capaccio alla Comunità montana in sua sostituzione proprio di Bruno “rirevocato”. In questa settimana ne sentiremo di tutti i colori e, per quanto rassegnati, dovremo assistere a piroette in tutte le direzioni. Una cosa è certa. Se Sica terrà fede al patto con i suoi assessori, di difenderli fino in fondo, e questi gli garantiranno il loro appoggio, allora avrà posto il primo mattone per una sua ricandidatura. Ma questa è tutta un’altra storia ... Bartolo Scandizzo Elvidio Caramante, un ritorno senza inciuci “L’obiettivo? Una lista alle prossime comunali. Abbiamo i numeri per portare a casa più rappresentanti” Di impegno politico a Capaccio ne ha macinato tanto, prima nei socialisti, una parentesi coi Democratici di Di Pietro e Parisi ed ora il grande ritorno, alla testa dello Sdi di Gennaro Mucciolo e Angela Pace. E la “Rosa nel Pugno” con Pannella? “No, il pezzo di esperienza che ci riguarda è quello del socialismo democratico”. Parole di Elvidio Caramante, 58 anni, dipendente della BCC di Capaccio. Nella città dei templi è molto conosciuto per l’attività di coordinamento dei due movimenti civici che portarono all’affermazione di Pasquale Marino: “Venti Nuovi” e “Rinnovamento”. Caramante torna, e guida già lo Sdi che vuole riappropriarsi dello spa- zio che la cultura politica dei socialisti ha sempre avuto a Capaccio. “ Di quelli però che hanno sempre guardato a sinistra”, precisa subito: Con le nuove entrate di Gerardo Rega, Tonino Orlotti, Enzo Cerullo e l’ex consigliere comunale Vincenzo Matonte che si vanno ad aggiungere alle presenze storiche di Angela Pace e Renè Leggieri “che hanno avuto l’eccezionale merito di aver tenuto, insieme a d un ristretto numero di compagne, aperto e vivo il partito in questi anni”, precisa puntiglioso. Lo Sdi è contrario alla “grande ammucchiata”, come è già stata definita l’ipotesi di aprire a tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale. “All’unanimità si è ribadita la posizione politica del partito, già espressa nei mesi passati, che è di opposizione chiara al centro destra e che punta al rafforzamento della coalizione di centro sinistra”. Il vostro consigliere comunale, che è Pietro Desimone, è fra i protagonisti della discussione per arrivare alla “grande intesa”. “La posizione del partito è chiara e ben definita, nessun accordo o dialogo con il centrodestra per l’ipotesi di un eventuale governo istituzionale, chi si pone al di fuori di questa linea si chiama automaticamente fuori dal partito. Il paese ha bisogno di chiarezza ed il centrosinistra deve assumere con responsabilità il proprio ruolo di opposizione e prepararsi a costruire l’alternativa all’amministrazione Sica, il cui fallimento politico ed ammini- strativo e sotto gli occhi di tutti”. Mentre si consumano altri incontri al tavolo delle trattative voi cosa proponete? “ Per la gravità dei fatti, politici e non amministrativi, che si stanno consumando lo Sdi ritiene che l’iniziativa debba passare in mano ai partiti e che, in tempi immediati, si debba provvedere ad organizzare un tavolo di centrosinistra che responsabilmente pervenga ad una posizione chiarificatrice onde evitare strumentalizzazioni e confusione fra la gente”. APACCIO n°36 06 ottobre 2006 10 Fasolino a Sica: ci sono anch’io “I consiglieri hanno onori e oneri. Forse non l’hanno capito” “Al comune sappiano che ci sono anch’io. Da questo momento in poi sarò più presente. Darò suggerimenti. Pretendo ascolto. E poi voglio fare una tirata d’orecchi ai consiglieri comunali che mi sembra che non abbiano capito che la carica presuppone oneri ed onori”. Ma cos’è questa crisi?... è il refrain di una vecchia canzone. E’ spaccata la maggioranza, l’opposizione stessa non se la passa meglio. La politica di Capaccio continua a stare nel frullatore. “La gente, i tuoi elettori, hanno sempre ragione” è il ritornello di Gaetano Fasolino. “L’abbracciamoci tutti non serve. Urge un progetto politico e soprattutto occorre onorare gli impegni presi con gli elettori”. L’ipotesi di grande alleanza politico – istituzionale da mettere in campo per permettere all’amministrazione Sica di poter andare avanti comincia a ricevere le prime bocciature. E sono colpi pesanti, che hanno portato il progetto a vacillare vistosamente. Per il deputato di Forza Italia, ex coordinatore provinciale dei berlusconiani, l’ipotesi delineata dagli esponenti locali di Alleanza Nazionale non sta in piedi: “Sarei il primo ad essere d’accordo se tutti i partiti e i consiglieri comunali d’opposizione l’avessero sottoscritta. Invece i partiti del centrosinistra sono contrari e solo tre dei consiglieri d’opposizione sarebbero disponibili all’intesa”. Disco rosso allora al documento sottoscritto da nove consiglieri comu- nali di maggioranza e che chiede di aprire all’opposizione? “O l’amministrazione Sica dimostra di trovare al suo interno le energie per poter continuare ad onorare il patto con i suoi elettori o è giusto chiudere ed andare di nuovo al voto. Il commissariamento non è una tragedia”. Il documento “dei nove” chiede a Sica di mandare a casa tutti gli assessori: “Un altro errore. Agli elettori – sostiene Fasolino - noi dicemmo chiaramente che avrebbero votato non solo per Enzo Sica, sindaco, ma anche per una maggioranza della Cdl , anche se l’Udc aveva preso altre strade, e per gli assessori, che sarebbero stati i primi eletti. Ora non possiamo mettere quasi tutto in discussione. Mettersi su questa china vuol dire stracciare ogni regola”. poi? Se sono le voci di dentro a sostenere queste tesi non resta che andare a casa”. Francia dice che non è stato fatto niente di destra... “E cosa vuole dire? Importante è fare, soprattutto le cose scritte nel programma, onorare il patto elettorale”. E, non solo lui, chiede di cambiare gli assessori. “Una sciocchezza”. Che sono corsi a mettersi sotto la sua ala protettiva... “Sono almeno dodici anni che manco dal municipio. Ci sono andato per adempimenti obbligatori, per farmi la carta d’identità, ma è dal 1994 che non entro in un ufficio dove si gestisce. Nell’aula consiliare sono entrato per un consiglio comunale con Pasquale Marino, non di più... Catarozzi ha già rotto con Alleanza Nazionale... Lui stesso dice di essere pronto a lasciare. Lui non è stato eletto... “E’ vero non è un eletto. E’ stato solo una parentesi, rispetto ad una linea stabilita. Una parentesi a parte, che si può chiudere così come è stata aperta”. Si dice che sia andato dalla Margherita. Lui smentisce sdegnato. “Ho sentito tante voci. Non solo su di lui. Due sono le cose: o siamo di fronte a malevoli illazioni, oppure di là non li hanno voluti!”. Oreste Mottola la lettera Maria Vicidomini nominata consigliere della Comunità montana Maria Vicidomini, consigliere di Forza Italia nella maggioranza guidata dal sindaco Enzo Sica, entra a far parte del consiglio della Comunità montana Calore Salernitano. Maria Vicidomini è stata indicata e votata nel corso del consiglio comunale Prende il posto di Giuseppe Bruno revocato nel corso del consiglio di venerdì. I punti di crisi dell’amministrazione Sica hanno tutti investito Forza Italia. Era il partito di Italo Voza, il primo vicesindaco dimissionario, di Mimmo Nese “dimissionato” e di Gerardo D’Angelo, il consigliere che se ne è andato sbattendo vistosamente la porta. “Mi sono sforzato di dare dei consigli, poi le cose sono andate come tutti sanno. Non è mia abitudine interferire nella responsabilità della gestione politica quotidiana. È dal 1994 che non entro in un ufficio comunale. Io non getto croci addosso a nessuno. Al di là del partito ci sono gli uomini e le donne con le loro responsabilità. I numeri per andare avanti ci sono. Ma non mi pare che le questioni siano solo numeriche...”. Sul ruolo di Paolino e Desimone: “Io sono per dare un ruolo a queste personalità della politica capaccese, e non solo perchè sono degli ex sindaci. Detto questo, dico che è inutile fare confusioni che la gente non può capire. Io dico sì all’intesa, ma solo per cinque mesi, chiamamola pure una sorta di autocommissariamento...”. Dovesse andare tutto a monte, ci sono le condizioni per una riconferma della candidatura di Sica? “Non corriamo. Io mi auguro che il buonsenso prevalga già da domani” Si dice, soprattutto negli ambienti più vicini agli stessi consiglieri di maggioranza, che questa è un’amministrazione impopolare... “Impopolare è solo un aggettivo. E Il fattore B e le briciole Forse la stagione estiva o forse perché si ritiene che a loro tutto è concesso, il centro operativo politico si è insediato, nel corso degli ultimi mesi, in contrada Laura, dove ci sarà pure un’“oasi” nel deserto e le palme sono le più grandi, o forse perché prevale nell’area un unico comun denominatore : il fattore B. Se dal loro punto di vista si può fare tutto e il contrario di tutto, forti dei loro interessi, seppellendo ogni minima decenza di ciò che resta del panorama politico, non si riesce a capire chi, pur beneficiando delle sole briciole, si presta a tutto ciò, vanificando ogni pur minima dialettica politica. Quattro mesi non sono trascorsi inutilmente, facendo venire allo scoperto le vere intenzioni di chi, da gennaio, ci ha sommerso di manifesti e volantini attaccando gli amministratori: l’obiettivo scoperto era quello di conquistarsi un posto al sole, dopo essersi assicurato un posto tra i venti. Altro che politica, altro che alternativa: i tre candidati del 2004, alla carica di sindaco, amorevolmente assieme nella stessa giunta!E dover ringraziare l’on Fasolino, forte della sua quarantennale esperienza politica, di aver impedito il PAPOCCHIO, oggi risulta quantomeno anacronistico.Ma tant’è! E se così è, mi permetto di suggerire all’onorevole di andare oltre, completare l’opera, riportando il dibattito politico nel giusto alveo. La situazione è oramai incancrenita, e secondo il buon detto il pesce puzza dalla testa! Cambi la testa, dopo che la stessa ha cambiato tanto senza riuscire a combinare niente. Individui una personalità della società civile e si ripresenti all’elettorato, nella primavera prossima. Sul versante opposto, escludendo ogni conni- venza con quanti hanno interpretato il mandato elettorale come qualcosa di personale, e guardando esclusivamente alla costruzione della Città Futura , l’invito è quello di individuare, da subito, il candidato sindaco e una squadra di capaci, invitando alla partecipazione e alle scelte il mondo rurale oramai “strozzato”, l’apparato commerciale in balia di se stesso , gli imprenditori illuminati che rischiano il naufragio, gli operatori culturali e sociali che hanno a cuore il territorio e lo sviluppo. Se ancora ci sono dei margini di recupero, per evitare l’ulteriore allontanamento dei cittadini dalla politica, visto ciò che è stata la gestione comunale, negli ultimi 7-8 anni, vanno colti tutti, senza aver paura degli spauracchi di ritorno, da sempre proni al fattore B. Pietro De Rosa demop@inwind 11 n°36 06 ottobre 2006 CULTURA Dissequestrata l’oasi di Legambiente PRIMARIA Il giudice: “Non c’erano i presupposti giurudici” SOCIETÀ "Non c'erano i presupposti giuridici per apporre i sigilli".Legambiente rientra in possesso dell'oasi di Torre di Mare, sequestrata il 19 luglio scorso a seguito di un'operazione della stazione di Foce Sele della Forestale. A firmare il provvedimento odierno di dissequestro sono stati i tre giudici del tribunale del riesame di Salerno: Vincenzo Pellegrino, Teresa Spinelli e Lucia Casale. I tre magistrati hanno rienuto "insussistenti" le motivazioni che allora spinsero il pm Domenica Gambardella a convalidare l'iniziativa assunta da Marta Santoro, la sottufficiale che dirige la locale sede del Cfs, il corpo forestale. Già dalla prossima settimana l'area dovrà essere restituita ai responsabili dell'associazione ambientalista che sono già al lavoro per organizzare una "tre giorni" di iniziative di sensibilizzazione. "Il provvedimento è arrivato ora solo perché in mezzo c'è stato il lungo periodo feriale", commenta un laconico Pasquale Longo, presidente di Legambiente Paestum. "Noi siamo assertori di legalità e non potevamo essere omologati agli abusivi", continua. L'associazione potrà riutilizzare anche il casotto, che fino ad oggi aveva ospitato la cucina volante disposizione dei tanti volontari di Legambiente che da tutta Europa vengono a prestare la loro opera. "Libero" è anche il "ring energetico" , 70 metri di spiaggia, 11 posti all'ombra, tutti per elioterapia e la meditazione ambientale. Il circolo ambientalista paga allo Stato un canone concessionario annuale di 5 mila euro ed ha recentemente inaugurato dei percorsi attrezzati, costruiti in legno, che rendono l'area, che comprende 22 ettari, perfettamente fruibile dai diversamente abili. Nella zona sono in corso attività di risemina protetta dell'essenza del giglio di mare. Una delibera del consiglio comunale di Capaccio, la n.16 del 2002, disciplina – inoltre – tutto quello che è consentito o proibito nella pineta che una volta ospitava camping selvaggi, case al mare abusive e vere e proprie discariche. L'estate di Legambiente Paestum, a dispetto di quella turistica, è stata molto lunga e calda. All'inizio di luglio veniva divelto un ampio tratto dell'incannucciata realizzata per proteggere la pineta, distrutta la cartellonistica e rubati numerosi pali di castagno e pertiche". Il 3 luglio, alle 18.30, Pasquale Longo, presidente di Legambiente, subiva un'aggressione pugni e calci da parte di villeggianti che rifiutavano di attraversare l'oasi negli appositi passaggi. Nella notte del 19 agosto invece in alcune parti dell'oasi viene appiccato il fuoco. "Una distruzione mirata, voluta, che viene da lontano. Non una goliardata, né la notte una notte di follia del branco", commentarono allora a Legambiente. Allora ad essere incendiate furono una parte importante della passerella e lunghi tratti di staccionata. Gli inquirenti ancora non riescono a dare volti e nomi ai protagonisti di queste bravate. Ma il lavoro d'indagine continua. Orteste Mottola “Gaetano Fasolino? Ecco la Vanna Marchi dei capaccesi” Luigi Barlotti replica a muso duro all’ex-senatore “Il sindaco a giugno ci chiese una sorta di tregua balneare: e noi gliel’accordammo. Ora l’estate è finita. Perchè non vediamo cosa fare? . Fasolino? Da quarant’anni è il Vanna Marchi dei capaccesi. Per carità, lui fa incetta solo di voti. Lei però sapeva dirigere il suo mago Dò Nascimiento lui invece non riesce a governare il suo vicesindaco Catarozzi. Che è entrato in una macchina che era in difficoltà e l’ha condotta in un burrone”. Luigi Barlotti, albergatore, presidente del consiglio comunale ed esponente di Alleanza Nazionale, non ci sta ad accettare la bocciatura dell’ipotesi di grande intesa istituzionale per risolvere il problema della crisi amministrativa che da prima dell’estate investe la giunta di centrodestra guidata da Enzo Sica. Con il capogruppo Luciano Farro, Barlotti ha incassato l’adesione di massima degli ex sindaci Pietro Desimone e Paolo Paolino. “A queste personalità dalla conclamata serietà e capacità ho dato la mia parola. Non intendo recedere dal mio proposito. Non possiamo dipendere dall’umore dei tre ex dissi- denti. Io non ci sto e non mi fido più”. Il punto di maggiore contrasto è rappresentato dal vicesindaco Rosario Catarozzi, un fedelissimo del deputato Fasolino. “Se ne deve andare, e al più presto. L’immagine che rende l’idea della situazione – dice Barlotti - è questa: c’era una macchina che stava andando fuori strada, è arrivato Catarozzi e l’ha mandata nel burrone. E’ un arrogante. Per dirne solo una: ha modificato, all’insaputa di tutti e dello stesso sindaco, un regolamento spiaggia, peraltro stabilito con i capogruppi, e l’ha portato in consiglio comunale. Poi ha preteso di gestire, quasi in regime di monopolio, i rapporti con gli estensori del Puc”. timo referendum avete visto un suo manifesto o ascoltato un comizio. Ora ci viene a dire cosa fare sul Comune”. Quest’estate ha fatto una pubblica reprimenda ad Alfonso Santomauro. “Non volle recepire uno degli ennesimi suggerimenti. Pensava di essere ciò che non era ed è: un super esperto”. Lo dite pure per gli altri assessori. “Nessuno è nato imparato. E’ un fatto che non è stata operativa. Ha difettaDa sinistra: Barlotti e Farro to sul raccordo con i consiglieri comunali. Con i dipendenti non è riusciPiù volte ha annunciato di volersi di- ta ad avere un rapporto funzionale. mettere. “Da un mese dice di essersi Io dico che il bastone dev’essere dimesso ma da un mese continua a usato solo in casi estremi. Si raggiunstare sul comune, dove va a fare il bello ge sempre di più mostrando la caroe cattivo tempo”. ta. Questa giunta ha sempre agitato il Barlotti, lei cel’ha con Fasoli- bastone, solo che non sapevano neno. “Senta, ha ricoperto tutte le cari- anche da quale lato si doveva prenche possibili ed immaginabili ma nessu- dere!. Non era cosa loro...”. no ha visto qualcosa per il paese. Faso- Forse avevano bisogno di conlino faccia il suo dovere di rappresen- sulenti. tante politico nazionale. Durante l’ulcontinua a pagina 15 OPERANTE IN C A PA C C I O PA E S T U M ricerca 2 cuochi con esperienza per assunzione immediata. TEL. 0828-870003 CILENTO n°36 06 ottobre 2006 12 “La tartar uga e la sirena” Diretta Rai per riprendere la “fuga” verso il mare Ogliastro Marina sotto i riflettori, dopo circa settanta giorni tutti in trepida attesa per la schiusa delle uova che una tartaruga caretta-caretta ha depositato sulla spiaggia del lido Sirena in una notte di mezza estate. Fine settembre con un lieto evento nel Cilento, lo spettacolo delle cento uova di caretta-caretta pronte a schiudersi e dare alla luce cento piccole tartarughine, che nel buio di una notte di fine estate, guidate dalla luce della luna correranno, si fa per dire, verso il mare, sarà sotto gli occhi di tutti; la dottoressa Flegra Bentivegna a tal proposito si è raccomandata di non disturbare con flash, fari e luci artificiali la notte della schiusa per non disorientare le piccole tartarughe, per cui è previsto uno special con diretta Rai. In occasione di <<Puliamo il Mondo>>, sabato 23 settenbre nella piazzetta di Ogliastro Marina alla presenza di Michele Buonomo presidente Legambiente Campania, Costabile Maurano sindaco di Castellabate, Gino Marotta presidente della Comunità del Parco del Cilento, Flegra Bentivegna direttrice della Stazione Zoologica Antonio Dhorn di Napoli, Piero Cardalesi assessore al turismo della Provincia di Salerno e il senatore Marco Pecoraro Scanio, Legambiente, la Stazione Zoologica Antonio Dohrn di Napoli e il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, hanno consegnato i premi del concorso dedicato alla Caretta-caretta <<Tartugando>> per la realizzazione di un disegno sul tema << il mare e la tartaruga marina>> . La ricomparsa delle uova di tartaruga Caretta Caretta sulla spiaggia di Ogliastro Marina “è un evento importante per il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano” ha detto il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Tutto cio”contribuirà a far partire la riserva marina che in queste zone si attende da più di trent’anni, e che io comunque istituirò” ha promesso il ministro. La favola delle tartarughine del Cilento prende avvio la notte del 26 luglio quando la loro mamma deposita le uova sulla spiaggia del lido Sirena. La segnalazione , da parte dei proprietari dello stabilemento balneare, che hanno visto uscire più volte una grande tartaruga dal mare e scavare una buca nella sabbia, ha messo in allerta la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, che ha monitorato per circa settanta giorni il nido, controlla- to giorno e notte dai vigili urbani di Castellabate, dai volontari della protezione civile e della Legambiente. L’area del nido di circa due metri quadri è stata recintata e protetta con l’ausilio della capitaneria di porto di San Marco. Sotto la sabbia, accanto al nido, è stato inserito un microcomputer per registrare tutte le variazioni di temperatura e di umidità. “È un evento eccezionale – spiega la dottoressa Bentivegna – normalmente la caretta caretta nidifica in Turchia, Grecia o Libia, dove l’acqua è più calda. Sulla nidificazione di Ogliastro Marina si possono fare due ipotesi. Prima, poiché le tartarughe di solito nidificano dove sono nate, è possibile che 25-30 anni fa la stessa che è venuta a nidificare sia nata sulla spiaggia di Ogliastro. La seconda possibilità è legata al riscaldamento del Mediterraneo, per cui le acque del Cilento, diventate calde come quelle orientali, sono diventate un habitat ideale per la deposizione e la vita delle tartarughe marine, che sono rettili a sangue freddo. I nuovi nati nel Cilento vadano liberi per il mondo e ritornino fra trent’anni, con la speranza di ritrovare la spiaggia su cui sono nate. Lucio Capo San Matteo evangelista è un cilentano d’adozione CASAL VELINO- Forse non tutti ne sono al corrente, ma San Matteo, uno dei dodici apostoli nonché autore del primo Vangelo biblico, è un cilentano d’adozione. A ricordarcelo, qualche sera fa, è stata una rappresentazione scenica organizzata dalla Pro Loco del comune di Casalvelino in onore del suo santo patrono. E Gaetano Stella, regista salernitano chiamato a rivisitare e rappresentare una parte della vita del santo, ha saputo far emergere con maestria il legame dell’evangelista con la nostra terra. Come è noto San Matteo è nato in Etiopia ed è lì che cominciò la sua opera di evangelizzazione e di diffusione del verbo divino, ma è anche lì che trovò la morte a causa di una congiura che, il fratello del defunto re etiope, ordì contro di lui. Fu un legionario di Elea (Velia) a trovare le Sue spoglie e a portarle con sé fin sulle coste casalvelinesi. Il legionario non conosceva Matteo e, forse, non aveva sentito mai parlare neppure di Gesù ma, impietosito dal timore che gli etiopi avevano di assistere allo scempio delle spoglie del Santo e strabiliato dal fatto che gli chiedessero di salvare quei resti mortali piuttosto che la loro stessa vita, il soldato decise di prendere con sé il bauletto funerario e di custodirlo gelosamente sino al suo arrivo in Italia. Giunto nell’antica Casalicchio (Casalvelino) il legio- nario donò il corpo di San Matteo agli abitanti di questo piccolo borgo di pescatori che costruì per lui una tomba sulla quale giornalmente si recavano in preghiera.Tutto questo fino al 6 maggio del 954, giorno in cui avvenne l'evento religioso più importante di tutta la storia sacra di Salerno e provincia: la traslazione del corpo di San Matteo. In una località detta "ad duo fulmina", nei pressi di Casalvelino, fu ritrovato il corpo dell'Apostolo Evangelista che, gli abitanti del luogo, a causa dell'invasione dei Barbari prima, e dei Saraceni poi, furono costretti a nascondere proprio all'incrocio dei due fiumi Fiumarello e Alento. Si narra che fu una donna timorata di Dio a ricevere in sogno l'indicazione dell'ubicazione del sepolcro di S. Matteo e che fu l’allora vescovo di Paestum a riportare le Sacre Reliquie alla luce scavando con le proprie mani. Il Santo fu poi trasferito nella Cattedrale di Capaccio ma vi rimase solo pochi anni dopo i quali fu definitivamente tumulato nella cripta del Duomo di Salerno. Nonostante siano trascorsi molti secoli da quando San Matteo ha lasciato Casal Velino, la sua presenza è ancora viva. Il paese non ha mai dimenticato il santo, non ha mai dimenticato di essere stato la sua prima dimora eterna, non ha mai dimenticato di celebrare la sua opera ecumenica di evangelizzazione. Il 21 settembre di ogni anno viene onorato e ricordato con suggestive funzioni religiose e con una rappresentazione teatrale che narra del suo arrivo a Casal Velino. Inoltre proprio per l’importanza che il paese ha assunto da un punto di vista religioso e spirituale Casal Velino è stato riconosciuto dalla Santa Sede Vaticana come uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti in Italia in quanto custode delle spoglie dell’Evangelista Apostolo che, assieme a Marco, Luca e Giovanni, ha contribuito alla diffusione della Parola di Dio e alla Creazione della chiesa Cattolica. Marianna Lerro 13 n°36 06 ottobre 2006 CILENTO Castelsandra: demolire il passato per costruire il futuro Aspro confronto ad Ogliastro Marina tra Legambiente e il sindaco Maurano sul destino dell’<<ecomosrto>> di Castellabate ex albergo della camorra L’ex hotel Castelsandra di Castellabate è il simbolo dello sfregio al paesaggio e delle attività illecite della camorra, che attraverso l’edilizia abusiva ricicla soldi sporchi, ed afferma la sua presenza sui territori facendosi antiStato, lo Stato repubblicano e costituzionale ha il dovere di ripristinare la legalità, riappropriandosi dei suoi beni e delle sue prerogative affermando lo stato di diritto. Legambiente si è sempre battuta per la demolizione del Castelsandra, l’<<ecomostro>> di Castellabate cosruito dalla camorra alla fine degli anni ottanta, e dei 16 ecomostri che deturpano l’Italia da Catania a Sanremo, compresi nell’elenco stilato dall’associazione che meriterebbero l’abbattimento. L’occasione per affermare e confermare decisioni prese a livello ministeriale è stata la giornata di “Puliamo il Mondo” tenutasi a Ogliastro Marina sabato 23 settembre. Nella bella piazzetta del paese cilentano si sono confrontate due posizioni estreme ed antitetiche, quella di Legambiente, espressa da Michele Buonomo presidente di Legambiente Campania e da Antonio Nicoletti responsabile aree protette dell’associazione, decisi e convinti assertori dell’abbattimento dell’<<ecomostro>> del Castelsandra, simbolo del malaffare camorristico, dell’illegalità e della distruzione dell’ambiente, e quella del Sindaco di Castellabate il prof. Costabile Maurano contrario all’abbattimento dell’<<ecomostro>>, costruito su suolo demaniale, gravato da uso civico boschivo, in zona 1 di tutela integrale del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il Castelsandra “ l’albergo della camorra” è stato costruito su un’area dove vige il vincolo di inedificabilità assoluta, prevista dal PRG del Comune di Castellabate, di conseguenza insanabile. Il Ministero dell’Ambiente, in cosiderazione di ciò, ha chiesto al Comune di Castellabate un provvedimento di demolizione del Castelsandra, in caso di inerzia del comune, il Parco del Cilento potrà sostituirsi allo stesso attivando le procedure di demolizione e rivaler- si, successivamente, sul comune per i costi sostenuti.La vicenda del Castelsandra ha avuto risvolti inquietanti, quando le indagini della Magistratura hanno appurato collusioni tra camorra e politica, in una foto della cerimonia di inaugurazione dell’albergo nel 1978 erano presenti ministri, illustri uomini politici, imprenditori e amministratori, tutti a magnificare il cosidetto <<ecomostro>> costruito abusivamente in un area vincolata e di alto pregio paesaggistico, in sfregio alla bellezza, alla cultura, alla centralità delle genti del Cilento che vogliono una terra da migliorare e non da distruggere.Il Promontorio di Punta Licosa, su cui la camorra ha messo le mani costruendovi il suo”albergo”, è una delle aree più belle del Parco Nazionale, le ambiguità politiche ne faranno scempio se non si decide per l’abbattimento di un simbolo negativo, perdendo l’ennesima occasione per far crescere la cultura della legalità e dello sviluppo ecocompatibile, per non rimanere nel triste e deprimente abbandono, per non offrire alla camorra la rivincita e la possibilitàdi di allungare i suoi tentacoli sulla nostra realtà, continuando a fare i propri sporchi affari. Ci troviamo di fronte, non solo ad un “ecomostro”, ma di “eco-mafia”, il Castelsandra di Castellabate è stato realizzato anno dopo anno, dalle cosche camorristiche, con la complicità delle istituzioni locali, successivamente è intervenuta la Magistratura che ha confiscato l’albergo abusivo, ora bisogna concorrere a realizzare l’ultimo obiettivo: la demolizione dell’<<ecomostro>>. Si tratta di un obiettivo che non danneggia nessun povero cittadino, ma che promuove la comunità locale in modo intelligente, creativo e positivo, demolendo l’<<ecomostro>> di Castellabate si dà un forte schiaffo alla camorra, e si mette in condizione Punta Licosa di essere valorizzata con un vero progetto di carattere ambientale, che preveda null’altro che mare, monti, alberi e animali e scusate se sono pochi… Lucio Capo Parco del Cilento: si è rotto un sogno! Il Parco del Cilento e del Vallo del Diano ha rappresentato, per circa un ventennio la più realistica proposta di sviluppo dal dopo guerra in poi. Prima contrastato, poi amato e in seguito odiato dalla popolazione, il Parco è stato un sogno, momento felice che ha fatto credere a tutti di iniziare un percorso vero, con veri imprenditori, vere banche, dove la politica svolgesse un ruolo di mediazione e di propulsione alla crescita economica. Le ultime vicende della gestione del Parco purtroppo confermano per l’ennesima volta quello che da alcuni anni, molti osservatori del mondo della cultura e dell’economia e tanti cittadini vanno dicendo: Il parco si è arenato per l’incapacità politica di non sostenere la classe politico-tecnico amministrativa emergente capace di gestire il percorso di sviluppo e di svolta iniziato con la sua istituzione. Dopo la disfatta di tangentopoli e l’af- fondamento dei partiti storici, la Comunità del Parco è stata per anni l’ unico luogo di confronto e proposta su cui si sono consolidate nuove e vecchie alleanze. Il Presidente La Valva e il Direttore Nicoletti hanno guidato la delicatissima fase di costituzione del Parco egregiamente anche perchè hanno avuto l’intelligenza di rivolgersi direttamente alle popolazioni e successivamente confrontarsi sulle proposte con gli enti che le rappresentavano. Questo metodo fece cadere la diffidenza della gente nei confronti del parco ad impegnare le forze politiche alla redazione del piano del parco e al riconoscimento del territorio come patrimonio dell’ Unesco. Purtroppo i vecchi marpioni della politica non sono stati a guardare e alla prima occasione, al momento della scadenza delle cariche istituzionali non hanno perso tempo a proporre v siste- mi e alleanze politiche vecchie, declinando la Comunità del Parco ad un ruolo puramente formale ed eliminando la separazione tra la gestione politica e quell’amministrativa tipica della gestione La Valva Nicoletti. La gestione Tarallo di là dalla denunzia del disastro ecologico tipica di una cultura anarco-ambientalista non ha sapu- to offrire risposte adeguate alle varie domande di una società civile esigente nel domandare e severa nella valutazione delle risposte. I vari programmi d’intervento regionale e comunitario sono stati presentati solo come occasione di risorse finanziarie e non come strumenti di trasformazione radicale del territorio o come affermazione di una cultura d’impresa di cui tanto ha bisogno il nostro territorio. Per il futuro speriamo che la fase della gestione Tarallo finisca con le proroghe di commissaria mento (tra l’altro non si capisce di che cosa) e si va ad una vera ricerca di persone capaci di trasportare il Cilento e il Vallo del Diano verso le nuove opportunità che offrono l’Europa e il bacino del Mediterraneo. Alfonso Marino n°36 06 ottobre 2006 14 CULTURA Stiamo per archiviare un’altra estate con tutto il suo carico di problemi irrisolti e, conseguenti, polemiche aspre e dirompenti. Ed è stagione di bilanci per amministratori locali, operatori economici e tutto il variegato mondo che KOR A nella letteratura, nello sport, nella moda, nel lavoro, ecc. Continuiamo con i fiumi, “le sacre acque del territorio”, che consigliano e consentono itinerari di penetrazione dalla costa verso l’interno alla scoper- DI ... L IUCCIO una politica del turismo vive di turismo. Il bilancio consultivo non è esaltante. Quello preventivo impone riflessioni serie, analisi profonde e progetti credibili di fattibilità in tempi ragionevolmente utili per il prossimo anno. Proviamo a dare un contributo con un occhio particolare a Capaccio-Paestum, che è il territorio di maggiore diffusione di questo giornale. Il turismo vende beni e servizi. I beni consentono un elenco considerevole di rilevanza straordinaria per qualità e quantità. Cominciamo dal mare, che, storicamente, è l’elemento principe per il turismo balneare lungo kilometri di spiaggia sabbiosa con la specificità ambientale della fascia pinetata. Ma si potrebbe dire provocatoriamente che “il mare non bagna Paestum” per il disinteresse quasi totale per un organico piano spiaggia che potrebbe e dovrebbe consentire di viverlo lungo tutto l’arco dell’anno assumendolo a pretesto per incontri e “feste” che ne esaltino la grande storia sulle rotte del Mediterraneo,la prismaticità nell’arte, ta di storia, miti, leggende e tradizioni nella cornice di un paesaggio carico di fascino e malia. E che dire della risorsa archeologia, che non può e non deve esaurirsi nell’enorme patrimonio della città dissepolta (cinta muraria, templi, foro, terme, teatro, museo, ecc.) ma dovrebbe trasmigrare lungo tutta la pianura ed arrampicarsi sulle colline della kora (Fonte, Albanella, Altavilla, Giungano, Trentinara, Eredita, Finocchio, ecc.) alla riscoperta e valorizzazione di necropoli, santuari extraurbani, ville rustiche con itinerari ragionati ed attrezzati per il turismo scolastico e non solo? C’è ancora una Paestum minore (Bambacaro docet),sconosciuta o quasi, ritmata da dimore nobiliari , casini di campagna, bufalare, borghi rurali, che hanno fatto la storia dell’agricoltura e sono testimonianza delle modificazioni del paesaggio lungo i secoli e che reclamano conoscenza e valorizzazione della evoluzione dei costumi, delle tradizioni e dell’economia del territorio. A quando un coinvolgimen- to di scuole, associazioni, ordini professionali e circoli culturali che recupe- g.liuccio @libero.it rino l’orgoglio di identità e di appartenenza, attivando ricerche, percorsi didattici e pubblicazioni in grado di stabilire rapporti e sinergie tra turismo ed agricoltura, turismo ed enogastronomia con il ricco e variegato mondo di saperi e sapori, turismo ed artigianato e chi più ne ha più ne metta? A quando piccoli ma significativi investimenti per il recupero del sacro, che alita in pianura e sulle colline e trova i suoi punti di forza in dee pagane e madonne cristiane, in martiri delle origini (S.Vito) e santi del medioevo e dell’età moderna (S.Antonio) e che si materializza in cappelle votive, santuari spalancati sull’infinito, chiese cattedrali e conventi non privi di grazia architettonica? E perché non immettere nel circuito della fruizione dei mercati la grande storia dei paesi, che si materializza in castelli e palazzi gentilizi e che evoca sovrani spietati ed illuminati insieme (Federico II), conti, marchesi, baroni e feudatari testimoni del notabilato che ha recitato un ruolo importante nel corso dei secoli? E che dire della civiltà contadina, le cui tracce sono ancora presenti nella pianura, ma anche e soprattutto nell’anfiteatro arioso delle colline con i crinali che ostentano con grazia disinvolta l’eleganza geometrica di vigneti ed uliveti e che, di fatto, sarebbero le nostre Langhe, se solo attivassimo percorsi attrezzati di esplorazione e fruizione? E per finire la cultura, nel senso più ampio e totalizzante della sua accezione,che consentirebbe di immettere sui mercati lo scrigno inesauribile dei beni immateriali se solo percorressimo la strada feconda dello spettacolo che teatralizza la storia e della storia (ampia e variegata) che si fa spettacolo, interpretando cuore ed anima del territorio così ricco di spunti creativi, senza rincorrere a sciocchi ed improduttivi scimmiottamenti lontani le mille miglia dalla nostra sensibilità. La telefonata .. a Oscar Nicodemo Oscar Nicodemo ha intelligenza vivace, ironia sottile, polemica garbata ma tagliente, simpatia contagiosa e signorilità innata, preziosa eredità di famiglia. Ama visceralmente il territorio; e quel grumo di case di Capaccio, che dal verde pianoro pedemontano a ridosso del Soprano scivola in dolce pendio verso il cono rovesciato del Sottano per aprirsi alla gloria della luce della pianura e del mare “greco” dei miti e della storia, se lo porta dentro con lacerante nostalgia nell’”esilio” romano a fecondare il suo poliedrico lavoro di scrittore-regista-attore con la passione del teatro nella mente e nel cuore. Con lui ho girovagato in lungo e in largo, per una intera estate, dall’interno alla costa, dalla mia casa di Trentinara ai ristoranti di Paestum con qualche puntata di gradevole evasione/invasione nella Costa di Amalfi. C’era spesso compagna di avventure…enogastronomiche Maria Vicidomini, amica leale ed uragano di simpatia con l’impegno e la passione civile nel cuore. Ci siamo reciprocamente contagiati di sana indignazione contro la volgarità degli spettacoli a profanazione di templi dorici e la dilagante sottocultura sponsorizzata e megafonata dalla irresponsabile cialtroneria degli Enti Pubblici. Ora che il permanente autunno culturale del territorio è ulteriormente desertificato da quello meteorologico Oscar mi manca molto. Ed è anche per questo che la prima delle mie telefonate immaginarie la dedico a lui. “Pronto!? A quando il tuo ritorno a Capaccio?” “Ma io ne sono lontano soltanto fisicamente. Per il resto il paese mi esplode nell’anima con tutto il suo carico di ricordi ed il dramma dei suoi problemi. Capita anche a te, d’altronde. Tu, però, hai un vantaggio: ti scarichi con la poesia, che è d’amore e rabbia insieme”. “Come i tuoi articoli pepati, di cui Unico è orfano”: “Ma, sai, nell’esilio dell’emigrazione forzata si cede più alla malinconia che all’indignazione”. “Eppure di motivi per indignarsi ce ne sono a iosa. Prendiamo il “Museo del Grand Tour”, ad esempio. E’ una strut- tura che potrebbe e dovrebbe fecondare di iniziative il territorio ed invece..” “…è’ un contenitore vuoto con poco materiale da esporre e nessuna, o quasi, iniziativa in grado di motivare intellettuali, giovani ricercatori, studenti ed operatori economici, accendere intelligenze e scatenare entusiasmi”. “Però serve a qualcuno per lustrarsi l’immagine ed accumulare forza contrattuale con Istituzioni ed Enti erogatori di contributi e spendere crediti di attività, scadenti e/o inesistenti, per accelerare carriere universitarie”. “Proprio così. Ed, invece, potrebbe essere una istituzione di spessore in grado di organizzare corsi di storia e letteratura di viaggio per calamitare l’interesse di docenti e studenti universitari con la grande “risorsa” di Paestum, e non solo, da immettere nel circuito della ricerca e, conseguentemente, dei mercati”. “E chi dovrebbe farlo? I nostri amministratori incolti e, quel che è peggio, lontani le mille miglia dal contagio della “curiositas” per conoscere almeno l’abc del territorio amministrato? E’ una pia illusione. Come al solito sei malato di utopia”: “Lo so. Ma una scheggia di utopia è necessaria come bussola di orientamento per il futuro. E, a proposito di futuro, che ne diresti di un referendum per…separare Capaccio da Paestum?” “E’ una provocazione, bella e dirompente. Riflettiamoci”. LA SETTIMANA 15 n°36 06 ottobre 2006 “Pane e Tentazioni”, una delle tante cose buone di Aquara È la prima volta che vado ad Aquara per una recensione. In una giornata soleggiata di questo bel fine settembre, è stato un piacere attraversare i comuni di Roccadaspide e Castel San Lorenzo e vedere ai bordi delle strade delle belle piantagioni di invitanti fichi d’India, intere colline coltivate ad ulivo e gente che vendemmiava. Paesaggi che per certi versi, per chi come me abita vicino al mare, sono così vicini e contemporaneamente così lontani. Comunque, Aquara è veramente un bel posticino ricco di storia e cultura. Pensate, questa cittadina ha origini antichissime, fu fondata dai greci e nel corso della sua esistenza ci sono passati gli Etruschi, i Lucani, i Sanniti, i Romani, i Goti, i Bizantini, i Longobardi, i Saraceni ed infine i Normanni. Tornando a noi, anche se all’entrata della cittadina si legge ben visibile la scritta “Aquara, il paese dell’olio e del vino”, noi siamo stati qua per parlare di pane, alimento indispensabile per la nostra tavola e per la nostra cultura. La nostra meta è stata il panificio “Pane e Tentazioni”, situato appena fuori il paese in un luogo dove la natura la fa da padrona. A gestire il posto, dal 1998, la signora Angela Sorgente (nella foto insieme al figlioletto Cristian di appena un mese) che ha volu- La ricetta Tonno fresco con pane casareccio Ingredienti per 6 persone: 400 g di tonno fresco, 4 fette di pane casereccio, 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 foglia di alloro, 1 spicchio di aglio, 2 cucchiai di capperi sottaceto, sale. Procedimento: Lessate il tonno in acqua calda per 20 minuti circa, insieme ad un ciuffo di prezzemolo, alcune gocce di limone e 1 foglia di alloro. A fine cottura scolatelo, affettatelo e rosolatelo in un tegame con 4 cucchiai di olio salandolo quanto basta. In una ciotolina preparate una vinaigrette con olio e limone, uniteci un trito preparato con l'aglio, i capperi e un ciuffetto di prezzemolo. Riscaldate le fette di pane nel forno caldo, in modo che si abbrustoliscano leggermente. Disponete il tonno sulle fette di pane, irroratelo con la vinaigrette e servite. Vino consigliato: Fiano Paestum Igt, I Vini del Cavaliere, Az. Cuomo – Capaccio-Paestum to continuare una vecchia passione e tradizione di famiglia. Per circa 50 anni il panificio, chiamato Sorgente, era stato al centro del paese ed era condotto da sua zia Olimpia Volpe. Ora, completamente a carattere familiare, vengono prodotti in media circa 150 kg di pane al giorno il quale viene commercializzato nel piccolo e grazioso punto vendita oltre che a fornire negozi e ristoranti nei comuni limitrofi. In un certo qual modo il pane di Angela fa quasi un itinerario che parte da Aquara, attraversa i comuni di Castel San Lorenzo, Roccadaspide e Capaccio, qui prende la S.S. 18 ed arriva fino al bivio di Santa Cecilia di Eboli, dove c’è “Ines Menduti”, un famoso punto continuas da pag.11 vendita di prodotti tipici che fa anche delle “colazioni” alla gente di passaggio, ebbene, quelle colazioni sono prodotte con il pane di Aquara. Il pane di “Pane e Tentazioni” è ottenuto con farine selezionate di semola di grano duro con cottura a legna e nelle più svariate forme come la treccia, il ciabattone, il filone, le ciabattine e le tartarughe. Su richiesta si produce anche la pizza tipica paesana con pomodoro, olio d’oliva e formaggio di capra. Con i metodi artigianali di una volta vengono prodotti delle frese integrali o bianche, delle spaccatelle, dei crostini e dei biscotti integrali con farina di crusca che sono l’ideale per preparare la buona, antica e tradizionale “acquasale”. Per il “Pane” possiamo chiudere qua, ora passiamo alle “Tentazioni”. Cosa sono? Micidiali per chi è a dieta, perché uno tira l’altro e sono di una bontà unica. Grazie all’esperienza e al sapere di mamma Rosetta, Angela ha imparato a produrre una lunga serie di biscottini dolci, proprio come si facevano una volta. Troviamo i mostaccioli con miele di Aquara, la pastella antica, i morsellini da latte (che mi hanno ricordato la mia infanzia), i napoletani con le mandorle e le favorite che sono dei gustosi biscottini da farcire con la marmellata. Per “tentare” ancora, Angela sforna tanti prodotti da colazione Oreste Mottola Barlotti risponde a Fasolino “C’erano i consiglieri. Io mi sento molto vicino al l’Alberto Manzi, sapete è il maestro di “Non è mai troppo tardi”. Come se ne esce... “Noi vogliamo l’azzeramento di tutti gli assessori, il sindaco li vuole tenere tutti e sei: va bene ne discute. Noi vogliamo un’iniezione di esperti e di saggi. Su Catarozzi non c’è trattativa. Se ne deve andare. L’immagine che rende l’idea della situazione è questa: c’era una macchina che stava andando fuori strada, è arrivato Catarozzi e l’ha mandata nel burrone. E’ un arrogante. Per dirne solo una: ha modificato, all’insaputa di tutti e dello stesso sindaco, un regolamento spiaggia, peraltro stabilito con i capogruppi, e l’ha portato in consiglio comunale. Poi ha preteso di gestire, quasi in regime di monopolio, i rapporti con gli estensori del Puc. Da un mese dice di essersi dimesso ma da un mese continua a stare sul comune, e a fare il bello e cattivo tempo. Fasolino dice che Catarozzi è come cornetti, sfogliatelle, dolci al cioccolato, alle mele. Nei periodi di festa troviamo gli struffoli e le “nocche” a Natale, le chiacchiere a carnevale, la pizza “chiena” e la pastiera a Pasqua. Non finisce qua, per chi si sposa “Pane e Tentazioni” prepara i tradizionali cartocci proprio come quelli che si preparavano in casa. Beh, se andate ad Aquara per un giro culturale non potete fare a meno di fare una visitina ad Angela. Recapito: “Pane e Tentazioni” di Sorgente Angela - Via Aldo Moro, 12 – 84020 Aquara (SA). Tel. 0828.962044. stata una parentesi che come è stata aperta può essere chiusa. Quindi... “Il deputato, il parlamentare, non dovrebbe proprio intervenire. Meglio stia zitto e faccia il suo lavoro”. Che fine fa quest’idea della grande intesa “Io non torno indietro. Io ho dato la mia parola che è strumento. E non è che siccome sono tornati i tre dissidenti possiamo dire che la maggioranza è autosufficiente e va bene così. Anche se fossero sinceri, e bisogna vedere, è fondamentale tenere un rapporto serio con i consiglieri d’opposizione che si sono detti disponibili a ragionare per il bene del paese. Non credo che si possa continuare basandosi sugli umori di tre persone per le quali ogni mattina occorre interrogare il barometro per vedere che tempo fa. Io voglio avere a che fare con persone serie e con delle capacità. Qualcosa va cambiata. Noi di An non sosterremo nessuna giunta che si debba basare sui voti dei tre dissidenti”. Tel 0828.720114 Fax 0828.720859 e-mail: [email protected] url: www.unicosettimanale.it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola [email protected] In Redazione Vincenzo Cuoco, Enza Marandino Segreteria di Redazione Gina Chiacchiaro Tiratura: 5000 copie Grafica ed Impaginazione Grafica fBasile Designer grafico Stampa Grafiche Letizia - Capaccio (Sa) Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di Vallo della Lucania al n.119 Responsabile Trattamento Dati Bartolo Scandizzo Abbonamento annuale 20,00 Euro Conto corrente postale num. 53071494 intestato a Calore s.r.l.