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Basso Sarca e Ledro
l'Adige
domenica 27 dicembre 2009
39
L’intervento
dei vigili del
fuoco la vigilia
di Natale, il
sopralluogo
del sindaco
Veronesi, del
vicesindaco
Bresciani e
dell’assessore
Angelini e gli
allagamenti
(Foto Shop
Professional)
L’ALLARME
Due giorni di pioggia
e la discarica è scoppiata
nella vasca «nuova»
Liquami neri dalla «Maza», un disastro
Ci sono volute 50 autobotti
per rimuovere il percolato
STEFANO ISCHIA
ARCO - Due giorni di diluvio e la discarica comprensoriale Maza non ha tenuto. È la parte nuova, questa volta,
ad avere creato problemi. L’acqua, scesa a carrettate dal cielo e dalle montagne nei giorni scorsi, ha attraversato
il cumulo di rifiuti e ha iniziato a uscire a ruscelli dai piedi del sito di Arco,
nel pomeriggio della vigilia di Natale,
il 24 dicembre. Non sarebbe dovuto
succedere.
Più di 50 le autobotti di liquido brunito e maleodorante, detto percolato (acqua più residui inquinanti), che sono
state trasportate ai depuratori di Lavis e Rovereto. I camion cisterna hanno fatto la spola per 48 ore. All’opera
oltre 50 vigili del fuoco volontari di Arco, aiutati da quelli di Dro e Riva, uomini della Forestale di Riva, esperti dell’Agenzia per la protezione ambientale di Trento, della Protezione civile,
tecnici del Comune; mille i sacchetti
di sabbia usati.
La Forestale ha formalizzato una denuncia per inquinamento ambientale
al responsabile del sito, il segretario
del Comprensorio Paolo Copat che peraltro è stato sul posto, tutto il tempo,
a coordinare gli interventi assieme agli
operatori. Alla base della discarica, in
corrispondenza delle bocche di fuoriuscita, i vigili del fuoco hanno realizzato in fretta e furia una vasca sulla sede della stradina asfaltata che passa
ai piedi della Maza. Hanno utilizzato
un enorme telo di plastica e sacchetti
di sabbia. Il percolato poi è stato aspirato dalle autobotti e trasportato via.
Le cause vanno ricercate su due fronti. Il primo è quello meteorologico: una
coincidenza di avvenimenti ha reso
torrenziale l’acqua scesa dal versante. Quasi tre giorni di piogge intense,
legate all’improvviso rialzo delle temperature che ha fatto sciogliere le nevi fino a 1800 metri, quota dello zero
termico; uniti al suolo gelato e quindi
impermeabile, hanno fatto rovesciare
sulla Maza una straordinaria quantità
d’acqua. In secondo luogo, ci sono forse difetti progettuali nella parte nuova di discarica: essendo nuova ed essendo costruita in una zona soggetta
ad allagamenti, dovrebbe essere strutturata in maniera tale da reggere l’urto delle emergenze. Che la zona fosse
a rischio era noto: basti ricordare che
già 7 anni fa un architetto riteneva errato collocarla nella valletta (vedasi
Adige del 21 aprile 2002) che non a caso si chiama «Val de l’acqua». Peraltro
basta percorrere la statale della Maza
in giorni di pioggia per rendersi conto
della quantità d’acqua che scorre a valle attraversando la carreggiata.
In ogni caso i flussi che scendono dal
monte dovrebbero essere raccolti dal
canale appositamente costruito sopra
la discarica nuova per poi essere diretti sotto il sito stesso e uscirne senza venire a contatto con l’immondizia.
La discarica infatti dovrebbe essere
impermeabile. Qualcosa però non ha
funzionato a dovere e in questi giorni
dalla Maza è esploso un torrente di acqua, almeno 50 autobotti, con tutto il
suo carico inquinante. Il rischio era
che finisse nelle campagne, e in modesta parte ci è finito, e di lì nel rio Salone e quindi nel Sarca e nel Garda.
È stato il titolare del maneggio World
of horse, che sorge 10 metri sotto la
Maza, a dare l’allarme nel pomeriggio
della vigilia. Il grande lavoro dei vigili
del fuoco e dei vari tecnici, che hanno
dovuto rinunciare al calore familiare
proprio durante le festività natalizie,
ha evitato il propagarsi dell’inquinamento.
La sera del 24 hanno realizzato una sorta di piscina in cui fare confluire tutto
il percolato, che poi è stato aspirato e
trasportato altrove per lo smaltimento. Sul posto oltre a Copat, in questi
giorni, anche il sindaco Renato Veronesi, assieme agli assessori Stefano
Bresciani e Roberta Angelini, il magistrato, vari funzionari, il segretario comunale Rolando Mora e il tecnico Ruggero Betta. «Lunedì - ha detto Veronesi - chiederemo un intervento d’urgenza alla Provincia».
Al lavoro di notte
ALLAGAMENTO
Campagne e maneggio World of horse invasi dall’acqua dell’ex
Fibbie. Natalino Signoretti: «Colpa della negligenza del C9»
C’è anche il problema del canale
ARCO - Altro problema alla Maza,
l’esondazione del canale ex Fibbie
del Consorzio di miglioramento
fondiario e irriguo Oltresarca.
L’acqua ha invaso le campagne e
soprattutto il maneggio World of
horse. I cavalli si sono ritrovati
all’improvviso con l’acqua a metà
zampa, come si trattasse di una
piscina.
«L’allagamento - ha detto Natalino
LE REAZIONI
Signoretti presidente del
consorzio stesso - è dovuto alla
negligenza del comprensorio Alto
Garda e Ledro. Un mese fa
avevamo avvisato che la parte di
canale di loro competenza andava
pulito dalle ramaglie e dal
terriccio caduto dal fronte della
discarica ma da quello che
abbiamo capito non è stato fatto
nulla. E così a Natale e alla vigilia
eccoci qua a dover tamponare una
situazione difficile. I nostri
antenati facevano le case con la
testa e duravano mille anni. Mi
sembra un paradosso che ora non
si riesca ad avere un po’ di buon
senso nel fare le cose. La parte di
canale non ripulita ha fatto da
tappo e l’acqua è tracimata verso
le campagne. Bastava poco per
evitare questo problema».
st.is.
Raccolta di firme per chiedere una seduta urgente del consiglio di Arco
«Basta, è una bomba ecologica»
Rio Patone, problema non risolto
Le precipitazioni di questi giorni hanno riproposto nel
Basso Sarca un altro problema: quello del rio Patone,
alla Moletta di Arco. La soluzione era stata individuata:
doveva partire da ottobre. Un intervento a carico di
Enel per quanto riguarda il progetto (non ancora pronto) e del Servizio Bacini montani per la realizzazione.Un
by-pass tra il rio Patone e il canale Enel, da attivare nei
momenti di massima portata, deviando quindi una parte dell’acqua del rio nel canale, scongiurando così il rischio di esondazione.
In realtà, come ci ha confermato ieri il vicesindaco di
Arco, Stefano Bresciani, che peraltro aveva risposto sulla questione anche in consiglio, nel dibattito sul bilancio, quindi prima dell’ennesimo allagamento, il Comune non ha competenza in materia. «Certo - aggiunge Bresciani - in questi giorni la situazione in fatto di precipitazioni è stata eccezionale. Solleciteremo comunque
chi di competenza ad avviare in tempi rapidi le procedure per risolvere una volta per tutte quel problema.
Ed evitare che il rio Patone continui a far danni.
ARCO - Un consiglio comunale
immediato sul «caso Maza».
Questo chiede Angioletta Maino,
consigliera di opposizione, che
ha raccolto già l’adesione verbale di un ampio numero di
consiglieri, molti più dei sei necessari per una convocazione
d’urgenza. Sono Sergio Prandi,
Bruna Todeschi, Marco Ioppi,
Severino Bombardelli, Roberto Bresciani, Maurizio Zambarda, Mario Caproni, Haim Portugheis, Guido Galas, Claudio Del
Fabbrio, Ricky Zampiccoli e Cristina Berlanda. Altri presumibilmente si aggiungeranno. «È
ora di finirla - spiega Maino - vogliamo chiarezza e provvedimenti seri che tutelino l’ambiente e la salute dei cittadini».
Il sindaco Renato Veronesi, non
smette di ringraziare i vigili del
fuoco, i forestali e i funzionari
e tecnici comunali e provinciali «che si sono prodigati per far
fronte all’emergenza durante le
festività natalizie. Pur tenendo
presente l’assoluta eccezionalità degli eventi atmosferici - aggiunge - va verificato se non ci
sia qualche carenza progettuale della parte nuova della disca-
rica. Dobbiamo capire bene le
cause. Valuteremo se chiedere
uno stato di calamità naturale.
Intanto lunedì (domani per chi
legge) verrà in sopralluogo l’assessore provinciale all’ambiente Alberto Pacher».
Il piano di risistemazione globale della discarica, quello da
9 milioni di euro, riguarda solo
la parte vecchia. Per la parte
nuova l’emergenza ambientale
di questi giorni è una new entry assoluta.
«Va riconosciuto - ha detto il
presidente del comprensorio
Vittorio Fravezzi che ha seguito
passo passo l’evolversi del caso - il lavoro encomiabile dei
pompieri e dei nostri tecnici.
Lunedì avremo un vertice con
la Provincia per le procedure
d’urgenza».
Ezio Berteotti, ispettore capo
della forestale di Riva, che da
tempo lavora con il suo team
sui problemi legati al percolato, ritiene che possano esserci
problemi di coibentazione: «Abbiamo tamponato l’emergenza
- ha detto ieri - adesso spetterà al magistrato Rodrigo Merlo valutare il da farsi».
st.is.
L9042217