15 Modi + 1 per aumentare le vendite sul tuo sito

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15 Modi + 1 per aumentare le vendite sul tuo sito
15 Modi + 1 per aumentare le
vendite sul tuo sito
Se stai leggendo questo articolo molto probabilmente ti sarai già
iscritto alla mia newsletter e te ne sono grato. Senza dilungarci
troppo in inutili giri di parole, nel corso di queste pagine potrai
scoprire metodi che non immaginavi neppure o comprendere quelli
che già conoscevi ma solo in parte, tutto con un solo obiettivo:
aumentare le conversioni del tuo sito.
Seguendo questi consigli potrai facilmente aumentare le vendite se
stai vendendo un prodotto o un servizio, o aumentare le iscrizioni
nel caso in cui tu stia mirando ad accrescere la tua newsletter o a far
effettuare altre azioni ai tuoi lead.
Al contrario di tante strategie che si trovano online, non si tratta di
metodi difficili da applicare, strumenti complessi o costosi: ho già
selezionato per te la via più semplice e allo stesso tempo più
funzionale per la tua strategia di marketing. L’unica cosa che ti
chiedo è quella di impegnarti a comprendere non solo la singola
azione da applicare, ma le motivazioni che stanno dietro tale
azione, in modo tale da poterla replicare in futuro e soprattutto da
poterla adattare al tuo business online.
1. Semplicità
Sinceramente adoro studiare l’evoluzione di qualsiasi cosa possa
essere definita digitale, ed operando in questo settore non ho
potuto evitare di rimanere affascinato dall’evoluzione di landing
page e siti vari.
Ricordo ancora quando, con incredibile voglia di mostrare contenuti
interattivi e capacità di impaginazione, le pagine web venivano
riempite senza criterio logico. Al povero utente veniva propinato un
numero incredibile di pulsanti, link e parole, e si aveva l’illusione di
essere entrati in uno stato di trance, in un misto tra una bancarella
di luci di natale e Casino online.
Mi sono permesso di aggiungere queste parole per ricordarti che
nella maggior parte dei casi, la cosa più importante è solamente
una: semplicità. Non importa avere grandi doti di illustratore, creare
animazioni incredibili che facciano comparire “onclick” milioni di
elementi, l’utente vuole avere un prodotto semplice con cui
interagire, con una semplice descrizione e un pulsante che gli dica
cosa fare.
Tutto il resto è noia diceva una vecchia canzone, ma io aggiungerei
“tutto il resto è perdita”: perdita di attenzione da parte dei lead,
perdita di tempo e soprattutto perdita di possibili vendite.
So che questo primo consiglio è un po’ troppo teorico, che non è un
qualcosa che puoi applicare subito: bisogna però cercare in qualsiasi
tuo servizio, prodotto, landing page ecc… di non far pensare troppo
l’utente, di non farlo perdere in fiumi di parole, scelte e immagini,
ma semplicemente coinvolgerlo nella tua storia facendo generare
l’ennesima conversione.
2. Singola colonna meglio di colonna multipla
Seguendo la scia del consiglio precedente, ti suggerisco di definire
un layout a singola colonna rispetto ad uno a colonna multipla.
Sto parlando logicamente della tua landing page, dato che in un sito
“normale” avremo molto spesso bisogno di una barra laterale. Ad
esempio, nel caso di un blog la sidebar è quasi del tutto necessaria,
in modo tale da dare all’utente un insieme di informazioni a cui
senza i widget di questo tipo, potrebbe accedere con grande
difficoltà.
Se invece stai ad esempio, vendendo un singolo prodotto e la tua
pagina è stata costruita solo con quell’obiettivo, creare una sidebar
è completamente inutile. L’utente deve rimanere concentrato su un
singolo “filone narrativo” e le uniche cose che davvero dovranno
interessagli sono: descrizione del prodotto e call to action.
Come vedi ho riassunto in questo semplice mockup la situazione
ideale. A sinistra puoi notare il nostro testo, magari qualche
immagine, qualche altro elemento e alla fine la nostra call to
action.
Nessuna distrazione e soprattutto nessun fraintendimento: l’utente
sa che tutto il contenuto che gli può interessare è all’interno
dell’unica colonna.
A destra abbiamo invece un layout con tre colonne: già a guardarlo
è nettamente più confusionario di quello precedente, ma oltre ad
un problema di tipo estetico, sorgerà anche un problema di tipo
funzionale dato che il tuo cliente si perderà in questa giungla di
contenuto.
NB: sto parlando di layout multicolonna e dunque non ti sto dicendo
di evitare di inserire qualche elemento lateralmente. Pulsanti social,
chat ed altri elementi di questo tipo, se posti lateralmente
potrebbero essere addirittura più utili che mischiati al contenuto
principale.
3. Offrire qualcosa in cambio
Il classico “do ut des” è alla base del marketing di moltissime
attività, sia online che locali. Al supermercato quando ti vengono
offerti dei premi iscrivendoti alla classica “carta” o online con un
ebook come questo.
Ci sarebbero milioni di casi da prendere come esempio, ma il
principio che li accomuna è uno solo e molto semplice: offrire
all’utente qualcosa in cambio di qualcos’altro. Nel caso del
supermercato ad esempio, avremo offerte e premi, in cambio delle
nostre informazioni di acquisto: in questo modo le grandi catene
scopriranno le nuove tendenze dei consumatori, e allo stesso tempo
la classica “casalinga” sarà contenta per aver vinto il nuovo set di
posate.
E’ quasi impossibile dare una percentuale concreta sugli incrementi
di vendite grazie ad una strategia di questo tipo dato che ci sono in
ballo diversi fattori da tenere in considerazione:
1.
2.
3.
4.
Ciò che offri
Come lo offri
Cosa ricevi
Come usi ciò che hai ricevuto
Cosa offri
Iniziamo dal primo punto: cosa offri.
Qui iniziano i primi problemi, perché la gente si blocca: cosa posso
offrire di davvero vantaggioso per convincere un lead ad iscriversi
alla newsletter? Come posso creare qualcosa di davvero utile ai miei
utenti?
Innanzi tutto ti consiglio di guardarti allo specchio e ripetere a te
stesso cosa sai fare.
Se sei un Web Designer vuol dire che sai creare dei siti web, se sei
un copywriter vuol dire che sai scrivere bene, se sei un avvocato
vuol dire che conosci bene la legge ecc….
Non importa se il tuo business è online o offline, l’importante è
saper fare qualcosa che alla gente può essere utile.
Una volta risposto alla prima domanda, passiamo alla seconda:
come posso offrire il mio lavoro ad un possibile cliente? La risposta
qui diventa un po’ più complessa perché dipende strettamente dal
tuo business: generalizzare pensando che basti scrivere un ebook è
qualcosa di completamente errato!
Consideriamo innanzi tutto i punti cardine che dovrà avere il tuo
prodotto:
1. Deve essere interessante
2. Deve essere utile
3. Deve essere scalabile
Con interessante intendo che deve attirare l’attenzione dell’utente:
avere un titolo coinvolgente, una presentazione accattivante, dei
feedback positivi e molto altro di cui parleremo nelle pagine
successive.
Per utile intendo che deve portare davvero valore all’utente: il solito
libretto che ti sprona a credere in te stesso non sarà digerito molto
bene!
E infine deve essere scalabile, ovvero replicabile decine, centinaia e
migliaia di volte senza problemi. Questo comporta che devi pensare
sia al fattore economico (ovviamente stampare un ebook che dovrà
essere inviato a migliaia di persone non è concepito) che
“funzionale” (posso offrire un’ora di consulenza ai miei nuovi iscritti
se si contano sulle dita di una mano, in caso contrario smetterà di
diventare vantaggioso per me).
Non abbiamo però risposto ancora alla domanda principale: cosa
offro.
Ovviamente conviene offrire qualcosa che sappiamo fare e che è
inerente al nostro settore. Se sono un blogger, ma sono anche un
esperto di astronomia, non è detto che debba obbligatoriamente
creare un ebook su come conoscere le stesse solo perché lo so fare
(mi sembra logico). La scelta dunque ricade su due possibili opzioni:
1. Prodotto standard
2. Prodotto istruttivo
Per comprendere meglio il senso di questa distinzione prendiamo il
semplice caso del web designer, ovvero quella figura professionale
che crea siti web.
Nel primo caso potrebbe creare un template, un tema per
wordpress, una grafica o un qualcosa che riguarda direttamente il
suo lavoro standard. Nel secondo caso invece potrebbe creare una
video guida, un ebook, una raccolta di consigli su come creare un
sito web da Zero ad esempio.
Come lo offri
Dopo aver superato il primo step (quello più complesso) passiamo
alla fase al pensare come offrire questo prodotto.
Innanzi tutto bisogna dire che anche se sei un programmatore, il
grinch della grafica, che detesta qualsiasi file che non possa dare in
pasto al proprio compilatore, devi in ogni caso pensare alla
presentazione.
Anche in questo caso facciamo però una distinzione:
1. Design del prodotto
2. Design del sito
Il design del sito è un qualcosa a cui dedicare libri e interi blog, ma
nel nostro caso ti posso semplicemente consigliare di dare visibilità
al prodotto che stai offrendo. Una landing page costruita
appositamente per questo elemento può far comprendere la qualità
del nostro prodotto.
Per quanto riguarda la presentazione del prodotto, non importa che
nel contenuto ci siano foto mozzafiato o illustrazioni accattivanti,
bisogna utilizzare un mockup ed una copertina degna di nota.
Per quanto riguarda questi aspetti, ti consiglio di leggere l’articolo
pubblicato nel mio blog: 10 Elementi fondamentali per una landing
page efficace.
Cosa ricevi
Offrire un prodotto senza nulla in cambio ti farà apparire molto
generoso, ma ogni download effettuato sarà probabilmente un lead
perso. Quando ti accorgerai di aver fatto scaricare centinaia di volte
il tuo ebook completamente senza nulla in cambio, potrai dire con
rimorso: “che coglione sono stato”.
Per questo devi pensare sempre al rapporto “win to win”, ovvero la
possibilità di generare un vantaggio sia all’utente ma anche a te. Il
mezzo di scambio solitamente utilizzato è l’email, con la quale poter
applicare diverse strategie di marketing mirate.
Solitamente viene richiesto anche il nome, in modo da applicarsi in
maniera migliore con il cliente in futuro. Potranno esserti utili anche
altri dati come numero di telefono (nel caso di un operatore
telefonico magari), luogo di residenza (nel caso di un business
locale) e altri talvolta trascurati come la data del compleanno della
ragazza (nel caso ad esempio di sito che vende gadget).
Come usi ciò che hai ricevuto
Una volta creato il tuo database guadagnerai milioni! Beh non è
proprio così, anzi sei solo all’inizio di questa avventura.
Bisogna innanzi tutto scegliere un servizio o software di email
marketing, iniziare la propria campagna e iniziare a convertire i
semplici inscritti in clienti, persone disposte a sganciare moneta
sonante per i tuoi servizi.
Anche in questo caso però è difficile parlare in quattro righe, anzi da
iscritto alla newsletter probabilmente nei prossimi giorni potrai
avere in esclusiva un nuovo ebook o una serie di articoli riguardanti
questo preciso settore.
4. Inserisci testimonianze
Pensi che una semplice testimonianza di un cliente possa
aumentare le vendite? Beh, secondo il test condotto da Visual
Website Optimizer, le vendite possono incrementare del 34%.
Si tratta di un dato impressionante, ma se consideriamo le diverse
emozioni che questo elemento suscita nell’utente, abbiamo
rapidamente compreso tutto.
Iniziamo a comprendere questo fenomeno: tu o la tua azienda
probabilmente siete completamente sconosciuti e se qualcuno vi
conosce, non è detto che si debba fidare del prodotto o servizio che
gli state propinando.
A questo punto arriva il potere delle testimonianze, quelle poche
righe di testo che ti fanno cambiare idea: perché? Perché ti viene
riportata l’esperienza diretta di gente, che nella tua stessa
situazione, ha proceduto con l’acquisto e ne è rimasta
completamente soddisfatta.
La testimonianza perfetta deve:
1. Avere una foto (simbolo che si tratta di una vera persona)
2. Avere un link (ulteriore rafforzamento della veridicità)
3. Essere positiva (spero che non intendiate mettere un
feedback negativo)
4. Essere ben scritta (evitare i semplici commenti “davvero
bello”, ma spronare gli utenti a fare una bella descrizione)
Ancora migliore potrebbe essere una testimonianza video, in cui il
fatto che si tratti di una persona tangibile è appurato. La cosa
migliore sarebbe intercettare persone di cui il cliente si fida, come i
propri amici: ti sei mai chiesto perché facebook continua a ripeterti
che qualcosa sta piacendo ai tuoi amici? Dato che probabilmente
non troveremo mai l’amico di “Mario”, che in questo momento sta
leggendo la nostra landing page, possiamo inserire la foto di qualche
testimonial famoso nel nostro settore.
Mi raccomando, non cercare di fare il furbo mettendo foto e nomi
di personaggi illustri. Una volta mi sono imbattuto in una
testimonianza di Cristiano Ronaldo, mi sembra un po’ esagerato. In
questi casi potresti risultare del tutto ridicolo o addirittura essere
denunciato da questi VIP.
Per raccogliere testimonianze fin da subito ti consiglio dunque di
chiederle esplicitamente, programmando magari un email dopo
dieci giorni dal download per richiedere un feedback. Una delle
strategie migliori per trovare una testimonianza è quella di dare
qualcosa in cambio: prezzipazzi ad esempio, offre delle monete
bonus per tutti coloro che pubblicheranno un video a testimonianza
di un’eventuale vincita.
5. Ripetere la prima Call to Action
Non capisco proprio perché la gente in alcuni landing page inserisce
una sola call to action.
Soprattutto se tratta di landing page all’americana, molte lunghe,
con un percorso per l’utente, mettere solamente una call to action
finale potrebbe essere un problema. Non bisogna ovviamente
abusare, inserire un pulsante ogni 3 parole, ma allo stesso tempo è
inutile aspettare che l’utente debba scrollare la pagina per minuti.
Il consiglio che ti do è quello di creare call to action simili ma non
uguali: cosa significa? “Io vendo solamente un prodotto”, potrebbe
obiettare qualche inesperto.
Ecco un esempio concreto:
Un semplice pulsante con effetto 3d, e una scritta abbastanza
standard. Se creassimo solamente questa landing page potremmo
ricevere informazioni solamente da questo pulsante ed effettuare
a/b sarebbe ancora più complesso. Ulteriore difficoltà per il nostro
possibile cliente, che dovrebbe magari scrollare l’intero sito per
ritrovare questo singolo bottone.
Proviamo a questo punto ad aggiungerne un altro
Ecco questa semplice call to action con qualche modifica:
1. Il gradiente nello sfondo crea maggiore visibilità al pulsante
centrale
2. Il testo è cambiato
3. La freccia crea più focus nel pulsante
4. Il numero di persone incoraggia il lead all’acquisto
Attenzione: non sto dicendo che questo secondo esempio converta
sicuramente di più di quello precedente o viceversa. E’ un semplice
esempio di come si possano replicare nella stessa landing page
diverse call to action, simili fra loro: stesso stile grafico magari, ma
con contenuto differente.
In questo modo avremo:
1. Maggiori possibilità di vendita
2. Maggiore comodità per il cliente (non deve più bruciare la
rotella del mouse)
3. Migliore aspetto grafico
6. Prodotto raccomandato
Se siete soliti navigare sul web in cerca di servizi e tool utili, molto
probabilmente vi sarete almeno una volta imbattuti in una pricing
table.
Si tratta di tabelle che mettono a confronto i prezzi in base alle
diverse features che assicurano al cliente. Solitamente possiamo
trovare la classica versione basic, medium, platinum e altri nomi di
questo genere. Una grafica accattivante di per sé è già un buon
punto di inizio per attirare l’attenzione dell’utente.
Dei colori che ricordano il resto del sito, pulsanti per facilitare
l’acquisto immediato di un determinato servizio, sono solo alcune
delle caratteristiche che una tabella dei prezzi, detta all’italiana,
dovrebbe avere. Molto spesso ci si dimentica di ricordare
l’elemento fondamentale: il prezzo consigliato.
Per creare una pricing table d’effetto dovremmo prima capire quali
sono le fasce di prezzo da esporre. Il mio consiglio è di proporre
almeno tre: una versione completamente base, una media con
qualche caratteristica in più e quella premium con tutte le features
disponibili.
Per quanto riguarda il prezzo da consigliare, nonostante il piano più
costoso permetta di risparmiare di più, non è detto che dobbiamo
consigliare quello. Ad esempio, nel caso di una rivista, un
abbonamento per tre anni permette solitamente di risparmiare di
più rispetto ad un abbonamento per 3 mesi. L’utente però necessita
di una via di mezzo ed è proprio quella che potrai proporre come
prezzo consigliato.
Puoi utilizzare diversi nomi per suggerire quella fascia di prezzo al
cliente: “consigliato dalla redazione”, “il più acquistato” ed altri di
questo genere; l’importante però è inserire qualche elemento
grafico che facci risaltare quest’ultimo rispetto gli altri.
In questo caso ad esempio, l’elemento consigliato ha un colore più
scuro, un leggero bordo ai lati e un ribbon in alto a destra.
Ovviamente si può accentuare ancora maggiormente questo
elemento, con l’aggiunta di ombre, altri elementi e soprattutto con
l’aumento delle dimensioni.
7. Creare contrasto nella Call to Action
Abbiamo parlato precedentemente delle Call to Action, quindi per
non annoiarti non mi dilungherò più di tanto.
Essendo però uno degli elementi fondamentali della tua landing
page, non basta dire: “falle grandi e colorate”. Sono uno degli
elementi da studiare continuamente, in cui sperimentare nuovi tipi
di forma e testo. Uno dei tanti consigli a tal proposito è quello di
creare contrasto.
Cosa significa? Spezzare la monotonia delle figure e del colore
dell’intera landing, inserendo un qualcosa che susciti enorme
stupore.
Come vedi il normale flusso viene interrotto da una call to action dai
colori differenti da quelli del resto della pagina, con un immagine in
evidenza e un background differente dal solito bianco.
Solitamente vengono utilizzati dei colori di grande impatto come il
rosso, e dei pulsanti di grandi dimensioni che magari sono almeno 3
volte più grandi di quelli normali presenti nel resto del sito.
8. Aggiungi elementi numerati
Gli elementi numerati sono uno di quegli elementi che più
frequentemente vengono tralasciati nella creazione della landing
page: il risultato sono blocchi di testo praticamente infiniti, che
annoiano l’utente fino a farlo scappare via.
I numeri possono essere visivamente accattivanti, spezzare i blocchi
di testo appena citati e possono dare l’idea al lettore di dover
seguire un percorso. L’utente può comprendere meglio i diversi
passaggi e capire che quel contenuto è frutto di un’attenta
pianificazione del contenuto.
Come puoi notare dalle immagini possiamo creare un elenco
puntato sia verticale che orizzontale, ma il risultato è sempre
identico: maggiore ordine nel testo e maggiore voglia da parte
dell’utente di leggere tutto il contenuto.
Una semplice immagine però non può far comprendere fino in
fondo le potenzialità di questi elementi. Ecco dunque un esempio
concreto:
“Il nostro corso ti porterà ad aumentare le skill che ogni Web
Designer dovrebbe possedere. Partiremo con la grafica, utilizzando
Photoshop e altri software di questo genere, per poi passare al
codice. Con editor come Sublime Text, andremo dunque a creare la
struttura in Html 5, per poi arricchirla con le diverse caratteristiche
grafiche date dai file CSS.”
E’ una descrizione di un ipotetico corso di Web Design, scritta
abbastanza bene e in modo coinvolgente. La promessa di andare ad
approfondire tutte queste materie e software è davvero allettante,
ma ovviamente non basta. Il testo è infatti un blocco unico, mentre
le informazioni sono tante: come puoi fare a questo punto?
Semplicemente usando una lista numerata:
“Il nostro fantastico corso ti permetterà di esplorare tutto ciò che
riguarda il Web Design!
1. UI Design: analizzeremo tutte le convenzioni e le best
practices per una User Interface perfetta
2. Photoshop: sai già come utilizzare il famoso programma
Adobe? Durante il corso approfondiremo l’utilizzo di questo
meraviglioso software concentrandoci su tutti gli strumenti
utili al nostro lavoro.
3. Html 5: se sei il classico “codice repellente”, con noi potrai
stare completamente tranquillo. Ti basterà un programma
come il semplice Notepad, e riuscirai a creare il contenuto
del tuo primo sito web.
4. Css: una semplice scritta non piaceva agli utenti neppure
negli anni ’90. Per questo ti verrà insegnato come utilizzare i
fogli di stile, personalizzando in maniera rapida e semplice il
contenuto della tua pagina web.
Tutto questo e molto altro, in un singolo corso.”
Come puoi notare abbiamo utilizzato più parole ma il testo nella
seconda versione risultava più semplice da comprendere: come
ho fatto? Grazie alla lista numerata mi sono potuto concentrare
in ogni parte del corso, potendogli concedere una descrizione
più accurata.
9. Il form: molto più che un input e di un pulsante
Abbiamo parlato di come la call to action sia importante, di come la
si debba differenziare dal resto della pagina, ma adesso andiamo a
vedere da vicino gli elementi da inserire in un eventuale form nel
nostro sito.
A destra puoi vedere un semplice form come se ne trovano
frequentemente sul web: nessuno stile che lo contraddistingue, un
semplice input ed un pulsante, e dunque nessuna capacità di
attirare l’utente.
Notando quello sulla sinistra possiamo vedere uno sfondo diverso
(come già detto nei punti precedenti), un testo nella parte
superiore che ricorda all’utente perché lasciare i suoi dati, un
immagine che ritrae il prodotto che sta per acquistare ed una
checkbox che magari può tranquillizzare il lead ed assicurare a noi di
agire in completo rispetto della privacy.
Si tratta dunque di vantaggi che esulano dalla semplice grafica, ma
diventano funzionali ai fini delle conversioni, ma anche per altre
motivazioni (come appunto quello legale). Il problema è che molto
spesso queste parole vengono interpretate in maniera erronea e per
“riempire” il form, si utilizzano diversi input con la speranza di
accumulare più informazioni.
Si finisce dunque con il chiedere all’utente: nome, cognome, cap,
residenza, numero di telefono ecc… manca solo la patente e libretto
per sembrare un posto di blocco! Bisogna dunque utilizzare diversi
elementi e non solo la voglia di raccogliere dati: immagini, testo e
perché no, anche qualche input scelto con criterio.
Chiedere ad esempio la residenza, se siamo un business locale ha un
certo senso e l’utente sarà disposto a comunicarci questa
informazione; nel caso di un business completamente online,
l’utente sarà molto più restio a concedere informazioni non
inerenti a ciò che vuole ottenere.
10. Elencare più i benefici che le features
In questo caso, non per pigrizia, ho evitato di fare il solito schemino
su cosa si deve e cosa non si deve fare. Perché? Perché si tratta
semplicemente di una scelta di copywriting.
Le forme sono identiche, la tipografica uguale, l’unica differenza tra
una landing page grezza ed un perfetta su questo punto di vista,
sono le parole.
Abbiamo visto in precedenza le pricing tables, ovvero quelle liste più
o meno lunghe di features che fanno comprendere all’utente tutte
le potenzialità del prodotto o servizio che sta per acquistare. Il
discorso in questo modo finisce con essere troppo tecnico e non
suscita emozioni: come migliorarlo?
Semplicemente parlando dei benefici di cui l’utente può usufluire e
non di semplici numeri e tecnicismi vari. Come sempre ti offro un
esempio per una comprensione migliore: i set di coltelli venduti alla
casalinga. Uno dei miei miti da bambino era Chef Tony, l’uomo con i
baffi che vendeva i celebri coltelli Miracle Blade.
Se non sai di chi si tratta, precipitati a guardare un video su Youtube
di questo genio del marketing e della vendita.
Ecco un esempio di come qualcuno vende i coltelli:
“I nostri coltelli sono creati in acciaio inox, prodotti in serie con una
tecnologia di fusione del metallo di ultima generazione. Tre
macchine specifiche ci permettono un affilatura perfetta della lama
ed un mantenimento nel corso degli anni. Lo studio del design
innovativo dell’impugnatura ha permesso di creare una forma
completamente ergonomica”
Indubbiamente è una descrizione accurata, ma soffermati un attimo
a pensare a chi stai vendendo i coltelli: alle casalinghe. La signora
Maria se ne frega altamente del metodo di fusione, e
probabilmente quelle parole sull’ergonomia non le ha neppure
lette. E’ qui che arriva lo Chef Tony!
La sua tecnica di vendita è semplicemente perfetta perché parla
direttamente al consumatore, comunicando ciò che il consumatore
vorrebbe sentire. Dunque alla classica signora Maria, il grande chef
Tony non spiega le caratteristiche del metallo o della lama, ma
semplicemente fa vedere come quella lama riesca a tagliare anche
un martello.
Tralasciando adesso per un attimo il mondo culinario, pensiamo al
tuo di business: parla dei benefici diretti che l’utente può avere,
senza troppi tecnicismi, troppi giri di parole. E’ un po’ come le pillole
delle diete che parlano del succo di papaia o il frutto tropicale con le
quali sono fatte dimenticando di dire alla fine una cosa importante:
che fanno dimagrire in fretta!
11. Mantieni lo stesso stile degli elementi
Si, lo so: ho detto di creare call to action che spezzino lo stile della
landing quando notiamo che è troppo piatto e noioso. Guarda caso
anche queste parole vengono molto spesso comprese in maniera
errata, e finisco con l’imbattermi in siti che sembrano la landing
page del carnevale di Via Reggio. Colori caldi mischiati a colori
freddi, effetti anni ’90 come le gif unite al flat design: non penso che
ognuno di voi debba essere un grafico o avere doti di questo tipo,
ma alcune cose sono oggettivamente brutte (un po’ come le foto
dell’Expo 2015).
Ho pubblicato questo screen un po’ forzato: a sinistra possiamo
vedere l’uniformità del colore azzurro, con il nero e il grigio che
fanno da contorno, a destra troviamo l’anarchia grafica, con colori
che richiamo i documentari sul LSD.
Come già detto ho tentato di accentuare questo esempio e per
fortuna è difficile trovare casi così disastrosi. Per evitare però di
produrre questi aborti artistici, segui questi semplici consigli:
1. Mantenere coerenza nel testo: anche il testo ha un suo
stile. Ovviamente non puoi iniziare parlando ironicamente,
per poi finire con un testo che sembra una lista della spesa.
2. Coerenza sulle forme: se usi un effetto 3d sui pulsanti evita
di inserire quelli flat o in stile 2.0 ad esempio. Se usi
solitamente gli angoli arrotondati nei diversi elementi, è
inutile creare box squdrati ….
3. Coerenza sui colori: ovviamente questo è il più semplice da
capire, ma potresti fraintendere. Non dico di utilizzare un
solo colore, ma se inizi con l’azzurro aggiungi del blu magari,
ma non un’intera tavolozza che va dal giallo al marrone
scuro.
12. Segui le convenzioni
Se hai viaggiato almeno una volta ti sarai imbattuto nella classica
scala mobile in cui la gente con più calma sta a destra e si lascia
trasportare comodamente in cima, mentre i classici tipi “da ultimo
secondo” corrono nella parte sinistra. Eppure non ci sono cartelli,
non ci sono divieti o manifesti che ricordano questa precisa
disposizione, di cosa si tratta: convenzioni.
La convenzione è un qualcosa che si dà come appurato, come
ovvio, ma non c’è nessun obbligo di farlo. Un esempio è appunto
quello nelle scale mobili, che troviamo in aeroporti e centri
commerciali, ma anche nel web esistono?
Certo: la navigazione in alto, il logo a sinistra, il link sul logo che
porta alla home e molti altri, sono tutte convenzioni. Se non li
rispetti non viene Google a punirti, semplicemente stai creando un
qualcosa di diverso. A questo punto ci si pone un altro quesito: è
giusto seguirle o è meglio creare sempre una piccola rivoluzione in
casa propria?
Come vedi dalle due figure abbiamo due esempi da questo punto di
vista: a sinistra la navigazione è in alto e cliccando il logo a sinistra
veniamo rimandati sulla home; a destra invece abbiamo la
navigazione in basso e il logo che non rimanda a nessuna pagina.
Quale ti sembra migliore in ordine di usabilità? Ovviamente il
primo, dato che l’utente sa già come fare e non dovrà perdere
tempo cercare pulsanti e link utili.
Il mio consiglio finale è dunque quello di informarti sulle
convenzioni più importanti e seguirle nel tuo sito: d’altra parte tu
devi semplicemente vendere, lascia fare le rivoluzioni a chi di
dovere ;)
13.Creare una gerarchia dei contenuti
Abbiamo già visto precedentemente come gli elementi numerati
possono creare delle pagine migliori, riducendo la possibilità che
l’utente, annoiato, se ne scappi in fretta.
In generale però ti posso dare un nuovo consiglio: creare una
gerarchia dei contenuti.
L’immagine a destra è una semplice scritta con un titolo: l’utente
abbandonerà la pagina in pochi secondi. L’immagine a sinistra
invece presenta un insieme variegato di elementi che spezzano
l’uniformità del contenuto e creano una pagina molto più variegata
e più bella da vedere.
Abbiamo in ordine:
1.
2.
3.
4.
5.
Titolo
Breve descrizione
Banner o immagine di qualche genere
Seconda pare della descrizione
Testimonianza
Come vedi la descrizione si divide in due parti per non comparire
come un singolo blocco, in più sono presenti diversi elementi che ti
ho consigliato nei punti precedenti, come le testimonianze.
Anche in questo caso però il mio consiglio è di non esagerare, non
vorrei vedere landing page trasformarsi in puro caos.
14. Utilizzare delle immagini d’effetto
In questo articolo sul blog, avevo già accennato l’importanza delle
immagini all’interno di una Landing page. Con immagini non intendo
ovviamente le foto di quegli uomini in giacca e cravatta che ridono
come degli idioti e che ormai tutti possono reperire con una
semplice ricerca su Google scrivendo “business man”.
Queste foto in teoria potrebbero anche essere utili, ma il fatto che si
trovino ormai anche nel sito del fruttivendolo sotto casa, nel corso
degli ultimi anni ne ha diminuito drasticamente l’effetto,
producendo anzi un effetto contrario in alcuni casi.
Parlo dunque di immagini utili al nostro lead: se vuoi rassicurare il
cliente utilizza le testimonianze come spiegato prima e non la foto
della segretaria in vestito.
Nel caso di un prodotto potremmo inserire:
1. Foto o mockup del prodotto in questione: questo per
dimostrare che non stiamo vendendo l’aria fritta. Potremo
rendere “tangibile” anche un prodotto interamente digitale
o un servizio. Un esempio è un videocorso, rappresentabile
con l’immagine di un box in cui sono contenute immagini di
file video.
2. Immagini di carte di credito: hai mai visto le immagini della
posta pay, delle carte visa e molte altre sotto il tasto
compra? Questa tecnica è adoperata molto spesso per
rassicurare il cliente e permette un aumento delle vendite
fino al 10%.
3. Immagini di verifica: probabilmente la più famosa è
l’immagine rilasciata da Symantec , ma una di queste
cerficazioni può costare anche migliaia di euro. Potrai in
ogni caso cercare qualche certificazione più economica con
un risultato in termine di vendite molto simile.
Consiglio Bonus: Testa ogni consiglio
Con i consigli di questo ebook potrai aumentare notevolmente le
tue vendite o le iscrizioni alla tua newsletter. Come hai potuto
notare ho creato delle immagini basilari per una facile
comprensione, ma è importante che tu comprenda una cosa in
particolare: devi testare tutte queste tecniche sul tuo sito,
monitorarle e vedere se davvero funzionano.
Nella maggior parte dei casi le strategie che ti ho consigliato
portano ad un aumento sostanziale in termini di conversioni, ma
potrebbe essere che non funzionino con il target del tuo business.
Ti faccio un esempio:
“Inserisci una grande foto dell’ebook che sto vendendo all’inizio
della mia landing page. Una foto di questo genere, di grosse
dimensioni e di alta qualità, ti permette di aumentare del 5% le tue
vendite nel primo mese di attività. “
Il problema di questa immagine è che magari rallenta di molto il
caricamento dell’intera pagina dunque, nel caso in cui il tuo traffico
sia proveniente dai motori di ricerca, per la maggior parte da
Google, il fattore lentezza potrebbe portare sul lungo periodo una
perdita sostanziale di posizioni nella Serp. Quel 5% che dunque hai
guadagnato magari nel primo mese, ti potrebbe in futuro far
sorpassare con più facilità dai tuoi competitor.
Eppure avevo letto che un immagine accattivante avrebbe fatto
crescere del 30% le tue vendite! (potrebbe dire qualche inesperto in
materia).
Nel caso in cui questo non stesse avvenendo, nemmeno in parte,
dovresti porti due domande:
1. Sto applicando bene la strategia o il consiglio che ho letto?
2. La mia nicchia è quella corretta a cui applicare tutto ciò?
Per quanto riguarda la prima domanda, l’unico consiglio che posso
darti è quello di rileggere bene la strategia che volevi applicare,
magari cercando in rete qualche applicazione reale.
Attenzione in oltre a comprendere bene il concetto e a non
enfatizzarlo troppo: c’è gente che legge “creare un pulsante più
grande aumenta del 15% le vendite” ed incomincia ad inserire sulla
landing patacche di dimensioni abissali.
Per quanto riguarda il secondo punto, anche qui l’unica cosa che
posso dirti è testare: soprattutto quando lo studio che hai letto si
riferisce ad un determinato settore, non è detto che per il tuo sito
valga lo stesso concetto. In un blog americano avevo letto di un
esperimento fatto in diversi siti e-commerce che portava tramite
una chat un incremento delle vendite: nei commenti si lamentavano
idioti che magari possedevano un semplice blog e inserendo una
chat si aspettava lo stesso risultato.
Arriviamo dunque al consiglio finale:
1. Continua a seguire la Newsletter per essere costantemente
aggiornato con contenuti esclusivi
2. Continua a seguire il blog per articoli più lunghi e specifici
3. Contattami a [email protected] per un feedback o
semplicemente se non hai ben compreso qualcosa: sono a
tua completa disposizione, anche per una bella
chiacchierata ;)