Testo narrativo letterario

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Testo narrativo letterario
IL TESTO NARRATIVO: DEFINIZIONE
Il testo è un messaggio, scritto o orale. Grazie ad esso si realizza una comunicazione di senso compiuto.
IL TESTO E' UN INSIEME ORGANIZZATO DI PAROLE, CORRETTO NELLA FORMA E UNITARIO NEL CONTENUTO
USATO PER COMUNICARE UN MESSAGGIO DI SENSO COMPIUTO.
Può essere costituito da una o più frasi, da una sola parola, da un suono, ma anche da immagini (testo iconico).
Ha un inizio e una fine. Contiene un messaggio completo e quindi è sufficiente per stabilire una comunicazione
tra chi lo emette (emittente) e chi lo riceve (destinatario). Deve essere costruito in una forma corretta e
unitaria, completo nelle informazioni, coordinato e coerente nello sviluppo del contenuto. Senza coerenza si ha
solo un guazzabuglio di frasi. Una sequenza di parole senza un legamento logico non costituisce un testo. La
perfetta coesione interna di un testo si ottiene realizzando un insieme unitario e compatto di parole e frasi
unite da legami grammaticali e lessicali.
IL TESTO NARRATIVO LETTERARIO: DEFINIZIONE
La parola testo deriva dal latino (textus) e significa <<ciò che è intrecciato>>; infatti, il testo può essere definito
come un “intreccio dei fili del discorso” che costituiscono un insieme di informazioni.
In esso si racconta una storia, che viene presentata come se fosse vera, ma in realtà è il frutto della fantasia
dell'autore e il suo fine principale è di suscitare piacere in chi la scrive e in chi la legge o l'ascolta. E' un testo
importante non solo per ciò che viene narrato, ma anche per come avviene la narrazione.
Gli elementi costitutivi del testo narrativo
In tutti i testi narrativi sono sempre presenti cinque elementi che sono indispensabili per la costruzione del
testo: Trama, Personaggi, Spazio, Tempo, Narratore.
LA TRAMA
Il testo narrativo si fonda su una trama, cioè su un contenuto in cui gli eventi, i fatti inventati che si
susseguono, possono essere narrati o seguendo l'ordine in cui si sono verificati (ordine naturale) o modificando
quest'ordine, con spostamenti dei fatti dal dopo al prima e viceversa per rendere più interessante il racconto
(ordine artificiale). Si parla, quindi, di:
− Fabula, (o storia) che è l’insieme degli eventi raccontati nel testo secondo l'ordine naturale
− Intreccio, (o narrazione) che è il montaggio che l’autore fa degli eventi della fabula secondo l'ordine
naturale o l'ordine artificiale cioè secondo la disposizione che l’autore ha scelto di utilizzare per raccontare
la storia
Se lo scrittore sceglie di raccontare la storia secondo un criterio cronologico, realizza una coincidenza tra
fabula e intreccio. Essa è tipica dei testi semplici, come le fiabe e le favole, i racconti popolari e i testi brevi, in
cui la narrazione è lineare, semplice, chiara, ma senza particolari effetti espressivi.
Quando fabula e intreccio non coincidono si parla di sfasatura. Essa è più interessante dal punto di vista
narrativo perché permette al narratore di raccontare la storia in modo personale ed originale, manipolando la
cronologia degli avvenimenti. Quando l’ordine cronologico degli eventi viene totalmente rovesciato, per cui si
parte dall’evento finale della storia e si torna indietro nel tempo fino all’inizio, si ha una sfasatura totale.
Quando l’ordine cronologico degli eventi viene solo parzialmente alterato, per cui si parte da un evento
centrale della storia e si torna indietro nel tempo fino all’inizio con varie tecniche (es. Flash - back)e poi si
prosegue nella storia, si ha una sfasatura parziale . In molti testi narrativi del Novecento l’ordine degli
avvenimenti sembra essere del tutto casuale e non riportabile a nessuno schema predefinito. Questo perché il
rapporto tra fabula e intreccio è dissolto e i fatti sono narrati sul filo di ricordi o delle libere associazioni
mentali, ispirate da sensazioni od emozioni
Il testo, considerato a livello di intreccio, può definirsi Lineare: se racconta una sola storia; A incastro: quando
la storia ne contiene un’altra all’interno; A storie parallele: quando si narrano due storie diverse che in alcuni
punti s'incontrano.
La composizione del racconto
Appunti di italiano - Classe 1^ - A cura della Prof. ssa Anna Schettino
Ogni racconto presenta una sua particolare linea di sviluppo, formata, in genere, dai seguenti elementi:
− esposizione: è una sorta di introduzione
− esordio: la vicenda è messa in moto
da un personaggio
− intrigo: è lo scontro tra gruppi di personaggi
− spannung: è il momento di massima tensione
− scioglimento: è la conclusione della storia
E’ possibile schematizzare il testo narrativo anche in questo modo: situazione iniziale, rottura dell’equilibrio
iniziale, evoluzione attraverso peggioramenti e/o miglioramenti, ricomposizione di un equilibrio, situazione
finale.
Le sequenze narrative
Le sequenze sono le unità narrative minime di ogni testo narrativo. Esse sono porzioni di racconto che
aggregandosi formano il racconto nella sua completezza. Più sequenze formano un’unità narrativa più
articolata detta parte della storia narrata. Più parti formano le macrosequenze che rappresentano i nuclei
narrativi del racconto, ossia i momenti fondamentali della vicenda. Le sequenze possono distinguersi in:
− Narrative: raccontano fatti, azioni, eventi
− Descrittive: descrivono ambienti o personaggi
− Riflessive: presentano le idee e i pensieri dei personaggi
− Dialogate: svolgono un dialogo tra due o più personaggi
I PERSONAGGI
Il personaggio è considerato l’elemento trainante delle azioni. Il personaggio, più o meno realistico, stabilisce
una rete di rapporti con gli altri personaggi che in un testo agiscono con ruoli specifici e differenti l’uno
dall’altro. I personaggi possono essere:
− Principali: svolgono un ruolo centrale nella vicenda e fra essi si distinguono il protagonista e i comprimari.
− Secondari: svolgono un ruolo modesto a livello di funzioni principali, mentre hanno importanza
perché
informano con indizi.
− Comparse: servono solo a caratterizzare un ambiente o una situazione.
I personaggi possono essere anche Statici, che non subiscono alcuna trasformazione durante tutto il corso della
narrazione; Dinamici , che hanno capacità di mutamento; Piatti, che sono caratterizzati da scarsi tratti
psicologici e, di solito, rimangono immutati nel corso della storia; A tutto tondo, che sono difficilmente
etichettabili, ma disponibili per la capacità di lasciarsi modificare dalle circostanze.
I ruoli e le funzioni dei personaggi
− Il soggetto o protagonista: è colui che agisce spinto dal desiderio o da un bisogno di ottenere qualche
risultato. Costituisce il punto focale, in cui prende forma il messaggio che l’autore intende inviare
direttamente o indirettamente ai suoi lettori. E' al centro del discorso e degli eventi.
− L’oggetto: è il fine che il soggetto si propone di raggiungere ma anche il personaggio per il quale il
protagonista agisce
− Il destinatore: è colui che presenta l’oggetto come fulcro dell’azione
− Il destinatario: è colui che beneficia dell’impresa (generalmente è lo stesso protagonista)
− L’aiutante: è colui che ha il ruolo di assistere il protagonista
− L’oppositore o antagonista: è colui che tenta di ostacolare l’azione del protagonista (generalmente senza
mai riuscirci)
I ruoli dei personaggi possono essere riassunti anche così: Vittime, Mediatori, Protettori, Oppressori.
La caratterizzazione del personaggio
Elemento centrale della tecnica narrativa è la caratterizzazione del personaggio.
La caratterizzazione fisiognomica è data dall’insieme dei tratti fisici e quindi sesso, età, volto, tic…
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La caratterizzazione antropologica è data dall’insieme dei codici di comportamento del personaggio
La caratterizzazione culturale è data dal livello di cultura del personaggio
La caratterizzazione sociale riguarda la classe sociale cui appartiene il personaggio
La caratterizzazione ideologica è l’insieme delle idee filosofiche, religiose, politiche del personaggio
La caratterizzazione psicologica è data dal mondo degli affetti, delle emozioni …
La presentazione del personaggio
Un personaggio può essere presentato: dal narratore; dal personaggio stesso; da un altro personaggio. La
presentazione, inoltre, può essere:
− Mista: se viene fatta dal personaggio stesso, dal narratore e da altri personaggi
− Diretta: il lettore viene subito informato circa l’aspetto e le caratteristiche del personaggio attraverso il
ritratto che ne fa l’autore
− Indiretta: è il lettore a dover ricostruire il modo di essere del personaggio.
SPAZIO E TEMPO
Lo spazio è il tempo sono sicuramente elementi importantissimi per una storia. Lo spazio è l’insieme dei luoghi
in cui avvengono i fatti narrati. Lo spazio può essere Reale se il paesaggio descritto esiste, Immaginario se il
paesaggio è proiettato fuori dalla realtà storica in una dimensione quasi mitica. Gli spazi chiusi sono utilizzati
per racconti statici, gli spazi aperti sono adatti a racconti fondati sull'azione. Gli ambienti possono avere anche
una funzione simbolica, cioè possono esprimere un qualcosa di particolare.
Per quanto riguarda il tempo, l’autore, non potendo raccontare tutto, non dà agli eventi rappresentati una
durata realistica. Il narratore, inoltre, può decidere di manipolare l’ordine naturale attraverso le seguenti
tecniche:
Prolessi o anticipazione: è un salto in “avanti” nella narrazione che anticipa un avvenimento futuro rispetto al
momento in cui è citato
L’analessi o flash-back: è un salto all’indietro nel tempo
L’ellissi: è la soppressione di un evento o di un periodo di tempo più o meno lungo, considerato privo di
significato.
Il sommario: è un riassunto dei fatti eseguito in modo rapido.
La scena: consiste in una narrazione in cui il tempo della narrazione corrisponde al tempo “reale” del fatto
narrato
La digressione: è una sospensione della narrazione che l’autore fa per introdurre la descrizione di un
personaggio, di un fatto, di un ricordo …
L’analisi: dedica uno spazio narrativo molto esteso a periodi di tempo molto brevi. Il ritmo narrativo
Il ritmo narrativo
Il ritmo narrativo è dato dal rapporto tra tempo del racconto (T.R.) e tempo della storia (T.S.). Esso è veloce
quando T.R.<T.S. con presenza di sommari,ellissi) lento quando T.R.>T.S. con presenza di pause, analisi,
digressioni; normale quando T.R.=T.S. con presenza di scene, dialoghi.
IL NARRATORE E I SUOI PUNTI DI VISTA
Il narratore è la “voce” cui l’autore affida il compito di narrare la storia. Il narratore, per scelta dell’autore (colui
che materialmente compone un testo), a seconda del diverso tipo di rapporto che ha con la narrazione, può
essere rispetto alla storia estraneo o presente. È presente nella storia come personaggio, quando narra in
prima persona (io narrante). È estraneo alla storia quando i fatti sono narrati in terza persona, tenendosi fuori
dalle vicende dei personaggi. Possiamo usare anche un'altra terminologia: Narratore interno o omodiegetico;
Narratore esterno o etero diegetico.
Il narratore esterno o estraneo può essere palese, quando interviene nel racconto per dare spiegazioni o
esprimere pareri propri; occulto, quando si limita a raccontare i fatti senza mai intervenire o commentare.
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All’interno di un opera narrativa si possono avere anche più narratori, disponibili secondo un ordine gerarchico,
chiamato grado o livello. Si ha un narratore di primo grado quando racconta una storia direttamente. Si ha un
narratore di secondo grado quando racconta la storia di un personaggio che, a sua volta, racconta una nuova
storia. Raramente può capitare che ci sia addirittura una narrazione di terzo grado come nel caso dei “Promessi
Sposi”.
I punti di vista del narratore
Un elemento molto significativo, perché portatore di conseguenze in un testo narrativo, è il punto di vista del
narratore, cioè la posizione che egli assume nei confronti della storia narrata.
Il critico Genette chiama focalizzazione l’adozione di un punto di vista particolare e determinabile in relazione
alla storia.
Egli distingue tre tipi di racconto:
Racconto a focalizzazione zero (il narratore ne sa più del personaggio, è onnisciente)
Racconto a focalizzazione interna (il narratore ne sa quanto il personaggio)
Racconto a focalizzazione esterna (il narratore ne sa meno del personaggio)
LE TECNICHE NARRATIVE
I diversi punti di vista prevedono scelte diverse nell’ambito di quelle tecniche narrative in cui l’analisi
dell’interiorità del personaggio assume un’importanza preminente rispetto al racconto delle vicende esterne Le
tecniche narrative o espressive sono scelte che l’autore utilizza in relazione al suo progetto e alle sue
intenzioni, cioè all'effetto che vuole conseguire quando deve riferire parole o pensieri dei personaggi.
Tecniche di espressione delle parole dei personaggi
− Il discorso diretto: è un modo di comunicare che presuppone un personaggio - emittente e un personaggio
- destinatario. Il narratore riferisce le parole del primo direttamente con l’uso dei due punti e delle
virgolette, limitandosi ad introdurle con un verbo dichiarativo e, tutt’al più, precisando il nome della
persona a cui si rivolge.
− Il discorso indiretto: è quello in cui il narratore riferisce i pensieri o il dialogo tra due personaggi
indirettamente, facendoli cioè dipendere da un verbo dichiarativo.
− Il discorso indiretto libero: si ha quando il narratore, facendo a meno dei verbi dichiarativi e del che,
introduce indirettamente il pensiero e le riflessioni del personaggio.
− Il discorso raccontato: è un riassunto che il narratore fa del discorso del personaggio
Tecniche di espressione dei pensieri dei personaggi
− Il soliloquio: si ha quando un personaggio parla con una persona immaginata, lontana dalla scena, ma a lui
presente nei pensieri.
− Il monologo interiore: si ha quando un personaggio parla con sé stesso, esponendo le proprie riflessioni.
− Il flusso di coscienza: consiste nella presentazione di un pensiero alogico, non grammaticale ma
associativo, attraverso cui si rivela lo stato più profondo dell’interiorità del personaggio. In esso i pensieri,
le immagini si susseguono in modo confuso.
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