“70 anni fa, le donne andarono a votare per la prima volta e

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“70 anni fa, le donne andarono a votare per la prima volta e
“70 anni fa, le donne andarono a votare per la prima volta e contribuirono così a mettere
la parola fine alla monarchia in Italia. Entrambe furono grandi vittorie di cui sapevamo
poco. Eravamo ancora in tempo per incontrare donne che quei tempi li avevano vissuti?
Essere maggiorenni 70 anni fa significava avere oggi almeno 91 anni (70+21). Potevamo
provarci.
Quello che ci aspettavamo era un racconto di lotte, di vittorie, di abbracci e di bandiere.
Invece, ci eravamo trovati di fronte all’inaspettato, a novità che ci portavano a pensare. E
a chiedere ancora.
Perché avevamo un’idea coì semplificata della Storia? Perché ormai era troppo distante?
Perché le guerre si fanno solo lontano? Perché nonostante tutto quello che succede alla
nostra età si è sempre ottimisti?
All’inizio fummo colpiti dalla parola soffritto “per gli uomini, le donne dovevano stare in
casa e badare al soffritto”. Poi ci furono altre parole. La parola dittatura aveva la
concretezza di un volto che si irrigidiva già nel pronunciarla “ma era così inspiegabile da
essere persino peggio della parola stessa”.
La parola politica era più dolce. Alcune donne dicevano di aver dedicato la vita agli altri, e
che quello era il loro modo di fare politica’. “Politica?” ci chiedevamo, mentre, confusi, ci
sentivamo confessare: “Non ho visto purtroppo quello sviluppo della nazione come
avevamo tanto desiderato.”
Un’anziana diceva di Stalin: “lo avevo portato su un piedistallo per tanti anni e scoprire
chi era stato veramente, mi ha dato un dolore enorme. È stato un avvenimento
traumatizzante”.
Noi ci guardavamo in faccia. Non sapevamo nulla di lui, né dell’ideologia che
rappresentava.
Cercammo altre spiegazione, ma ci furono donne che non volevano parlare. Dicevano che
ricordare alla loro età faceva male. “Perché?” ci chiedevamo. In fondo stiamo parlando di
un giorno di festa.
Non potevamo sapere che molte donne quel giorno erano piegate dal dolore della perdita
di un giovane marito o di un fratello. Non potevamo nemmeno immaginare che la fatica e
la miseria avessero dimensioni tali da trasformare il ricordo in tortura.
Ecco dunque il nostro paese. Ecco l’Italia che era uscita dalla guerra. Un Italia che non
conoscevamo e che stentavamo a riconoscere.
Un'Italia che volevamo riuscire a raccontare. Il nostro miglior modo per capire davvero.
Contributo di Stefano Cattini, filmmaker e fondatore della casa di produzione Doruntina
Film, testimone a sua volta dell'esperienza vissuta dai ragazzi nel corso delle interviste.