dolce vita a pagina singola.indd

Transcript

dolce vita a pagina singola.indd
Anno 1 - Numero 2
stili di vita
alternativi
Dicembre 2005
WWW.DOLCEVITAONLINE.IT
PARENTAL ADVISORY: EXPLICIT MAGAZINE !
IL PUNTO CRITICO
O
O
Rock & LeNTO
SEX & LOVE
O
O
MUSICA & CULTURA
VIAGGI & AVVENTURE
O
O
La PATaGONIA
O
O
SPECIALE
O
O
caNnAbIs
caNnAbIs
Terapeutica
coltivazione in/outdoor
cannabis ambiente/lavoro
antiproibizionismo
recensioni prodotti
il kamasutrA
beAT generaTIon
POSTER CENTRALE
O
O
ITALIANS DO IT BETTER
etnobotanica e psichedelia foto, fumetti, comix
report fiere ed eventi
musica, libri e film
giurisprudenza e leggi
sport e hi-tech
...e molto altro
notizie e curiosita'
L
6ROR&DPSLRQL
7HITE7IDOW(4##@
7HITE2HINO(4##@
'REAT7HITE3HARK(4##@(,
'REAT7HITE3HARK(4##@
%L.I×O(4##@
(IMALAYA'OLD
.EVILLES(AZE(4##@
3UPER3ILVER(AZE(4##@@
(AWAIIAN3NOW(4##
!RJANS(AZE
!RJANSHAZE
!RJANS(AZE
!RJANSHAZE
3IAMOORGOGLIOSIDIPRESENTARELAVINCITRICEDELLA
(IGH4IMES#ANNABIS#UP
"SKBOT)B[F
WWWGREENHOUSESEEDSNL
WWWKINGOFCANNABISCOM
EDITORIALE
MICHEL VENTURELLI
E 2! Al momento in cui scrivo la redazione sta chiudendo il
secondo numero di Dolce vita.
Una rivista diversa da tutte le altre e che va a colmare un
vuoto editoriale evidente, …come dicono tutti quelli che
pensano di aver avuto un’idea originale. Non so se l’idea
è originale e se ancora esistono dei vuoti editoriali. Credo
però che Dolce Vita possa ricavare un posticino interessante
nel panorama della stampa alternativa italiana, perché la
rivista vuole spiegare in modo semplice cose complicate,
rendendo accessibili a tutti i lettori informazioni che
solitamente sono relegate ai “club di specialisti” …se poi
“Italians do it better” perché non farlo sapere?
“Ci sono solo due categorie di persone che si prendono sul
serio: i geni e gli imbecilli”, diceva un mio professore, che
subito aggiungeva: “non ho mai conosciuto un genio”.
Non prendiamoci troppo sul serio dunque, ma cerchiamo
di trattare seriamente gli argomenti importanti. La salute,
ad esempio. In questo senso i contributi di Gilberto
Camilla, uno dei maggiori esperti italiani nel campo delle
psichedeliche, e quello di Claudio Cappuccino, uno dei
membri fondatori dell’associazione canapa terapeutica,
sono fondamentali. Come fondamentale è la divulgazione
delle informazioni utili all’auto-produzione di canapa.
Unico modo per tagliare l’erba (è proprio il caso di dirlo)
sotto i piedi del crimine organizzato. Grazie dunque anche
a Shantibaba e a Casalone per i loro preziosi consigli (che
utilizzeranno solo i lettori olandesi perché le leggi italiane
e svizzere ancora proteggono gli affari di chi grazie al
traffico di stupefacenti trae ingenti guadagni).
Altre preziose collaborazioni sono quelle di Fabrizio
Rondolino con il suo punto critico, di Giorgio Samorini
con un racconto molto particolare e dell’ avvocato Angelo
Averni con la nuova rubrica dedicata alle leggi italiane.
Ma gli stili di vita alternativi non riguardano solo le
sostanze psicotrope. Anche il palato vuole la sua parte e a
partire dal numero 3 inaugureremo una rubrica di cucina.
Cominceremo con i vegani! Gente che vive e sopravvive
senza consumare nulla di origine animale. Carne, pesce,
uova, latte, miele, cuoio e lana sono banditi dalla tavola
e dagli armadi di queste persone che non sono una setta.
Semplicemente si battono per i diritti degli altri esseri
viventi.
Intanto però, aspettando il numero 3, godetevi questo
numero 2! Buona lettura a tutti.
La redazione
Abbiamo deciso di regalare ai nostri lettori questo secondo numero
di Dolce Vita perchè è Natale e anche noi, seppur alternativi,
siamo tutti piu buoni; perchè le vendite del numero 1 sono andate
molto bene e invece di alzare il prezzo dela rivista (come farebbe
qualsiasi altro editore in questo caso), noi preferiamo regalarla
per allargare ulteriormante il nostro giro di contatti e di lettori.
Buone Feste!
Dolce Vita
06. Guardando le stelle
08. Notizie dal mondo e curiosità
09. Dolce Vita People
11. Eventi e manifestazioni
- The UK Hydro & Hemp Expo Londra, HighLife Barcellona
12. Il punto critico di Fabrizio Rondolino
- Rock & Lento
14. Lo scrigno delle meraviglie di Shantibaba
16. Luce artificiale nella coltivazione indoor
17. I consigli del canapaio
19. Cannabis terapeutica di Claudio Cappuccino
- Cronologia degli usi medici della cannabis
- La riscoperta della marijuana medica negli anni '70
- Presentazione dell'Associazione Cannabis Terapeutica
20. Cannabis ambiente e lavoro
- La Canapa: una risorsa pulita per un'economia sostenibile
21. Dolci foto (Medicine-Man from Mr Nice Seedbank)
22. Cronache da dietro il cancello di Maurizio Gazzoni
- Sesso e carcere
24. Poster "Italians do it better"
Direttore responsabile:
Michel Venturelli
Direttore editoriale:
Matteo Gracis “Ecko”
Supporto legale:
avv. Angelo Averni
In redazione:
Michel Venturelli, Matteo Gracis
"Ecko", Scott Blakey “Shantibaba”,
Filippo Vona, Monica Mariotti,
Franco Casalone, Fabio Cardoni,
Stefano Ferrante “Crisis”,
Angelo Averni, Ivan Artucovich
Hanno collaborato:
Fabrizio Rondolino, Gilberto
Camilla, Giorgio Samorini,
Claudio Cappuccino, Maurizio
Gazzoni, Andrea De Angelis,
Emiliano Duroni, Marco Matiuzzo,
Luca Marola, Marina Cernia,
Alessandro Peretti, Vijava, Pao,
Poz, Crasty, Vox, ENjOINTeam
Progetto grafico: Giacomo Feltri
Copertina e indice: Matteo “Ecko”
Sito web: www.dolcevitaonline.it
Email: [email protected]
- Ministry of Cannabis Culture
28. Viaggi & avventure
- Patagonia: punto di incontro + appunti di viaggio
30. Sociale e volontariato
- Super etica da supermercato (parte seconda)
31. Giurisprudenza e leggi di Angelo Averni
- Istigazione all'uso di sostanze stupefacenti
32. Preti, Suore ed Errori diabolici di Giorgio Samorini
33. Attualità e antiproibizionismo
- ConFini Zero
35. Come usare gli psichedelici
SENZA FARSI MALE di Gilberto Camilla
36. Etnobotanica - il Kratom
38. Sex & Love - il Kamasutra
39. High tech
- eMule: peer to peer ai massimi livelli
- Tips & Tricks
41. Musica
- Beat generation
- Recensioni: dancehall, reggae, rock...
- Recensioni gruppi emergenti
44
43. Comix
45. Sport
- Olimpiadi e Snowboard
+ INDICE DISTRIBUTORI
M
Pubblicità, abbonamenti e
distribuzione:
IndePeople - AziendaProdAction
Tel: +39.329.7346830
Email: [email protected]
Sito web: www.indepeople.com
www.aziendaprodaction.com
Stampato presso:
Tipografia Milanese Srl
Corsico (MI)
ATTENZIONE
La redazione di “Dolce Vita” e i
suoi collaboratori non intendono e
non vogliono in alcun modo
incentivare e/o promuovere
condotte vietate dalle attuali leggi
vigenti nei Paesi dove la rivista è
reperibile. Tutte le informazioni
contenute sono da intendersi
esclusivamente ai fini di una più
completa cultura generale nonché
sulle strategie di riduzione del
danno. La redazione non si
assume nessuna responsabilità
per un uso improprio delle
informazioni contenute in “Dolce
Vita” e ricorda ai lettori che il
possesso e la coltivazione di
cannabis sono VIETATE.
“Dolce Vita” non è responsabile dei
contenuti e dei prodotti presenti
sulle pubblicità della rivista.
Nessun contenuto può essere
copiato o riprodotto senza
autorizzazione.
www.DOLCEVITAONLINE.it
321
47. Indice pubblicità e info varie
Edito da Azienda ProdAction
in collaborazione con
ENjOINT.com
M
27. Recensioni prodotti
. AZIENDA PRODACTION NETWOrK ... 012345678987654
26. Sangue vivo
C.P. 207
6500 - Bellinzona 5 (Svizzera)
ALTERNATIV LIFESTYLE ..
- Erba medica: utilizzi e riflessioni
Anno 1 - Numero 2
Dicembre 2005
..
FUCK Uu ! kADOREBADBOYS 2005
Dolce
Vita
03. Editoriale di Michel Venturelli
SWEET LIFE .
!& ITALIANS DO IT BETTER !!! WWW.enJoinT.com ! UNDERGROUND.MOVEMENT !..
INDICE
.•ÀÚ hÚ ÃÞÞÚ ½ô¾ˆÚ ØãÚ ôØÚ ô{Ú Þô
—£J˜ŸÚ hÚ ˜¨ƒ¬VvåЬ•îlЬÀb¬£
ìììÀvåЬ•îlЬÀb¬£
3529$
/¶$(52+<'52321,&$
6,17$5'$5(
#/,452%3%.:!&2/.4)%2%
-©"&30'"3.
473;7%3
".7Úh
7vŸÀÚhÚô³ôÚØسÚØ؈ڗڗ£J˜ŸÚhژ¨ƒ¬V•v£»JܘJÀ˜Ü
#%%3Ú#Úh
7vŸÀÚhÚô³³Ú©{ˆÚô³ÚØ×ڗڗ£J˜ŸÚhژ¨ƒ¬V˜¨l¬¬ÐŸ˜¨vÀb¬£
,OSLX¶SLFFRORHLOSLX¶
HFRQRPLFRGHLVLVWHPL
DHURSRQLFL
>Ê«Àœ“œâˆœ˜iÊ/Àˆ«>VŽÊVœ˜Ìˆ˜Õ>Ê
>˜V…iÊVœ˜Ê}ˆÊiÀœ>À“Ãt
GUARDANDO LE STELLE
E’ inverno. Guardo il cielo di questo piccolo
paese di montagna. E’ talmente azzurro
e nitido che sembra dipinto. E pensare
che ieri qui nevicava abbondantemente:
grandi fiocchi di neve cadevano lenti
e inesorabili, in una danza precisa e
armoniosa. Ora invece il sole splende
alto nel cielo, illumina tutto, anche gli
angoli più nascosti. E tutto brilla e tutto è
bianco intorno a me.. le case, gli alberi, le
strade. Bambini che giocano in un silenzio
rassicurante mi rievocano ricordi lontani,
malinconici ma piacevoli. Alcuni pezzi di
ghiaccio appesi su una grondaia, si stanno
lentamente sciogliendo. Mi perdo nel
percorso di una goccia che scivola sulla
finestra. E penso all’infinito.
Con tutto questo freddo, in mezzo a
questo vento pungente, sarebbe quasi
lecito sentirsi soli e desolati.. e invece
mi sento leggero, sollevato e protetto
da tutta questa poesia che mi circonda.
Come un albero robusto ma oramai privo
di foglie o come una ciliegia matura ma
oramai ghiacciata.. attendo l’arrivo della
primavera, del vento tiepido e delle
giornate che si allungano.
E in questa splendida attesa, in questo dolce
letargo, mi godo questo magico invern
Matteo “Ecko
O
Dolce Vita
6
NOTIZIE DAL MONDO
NASCE LA BIRRA PER CANI: È ANALCOLICA, NON GASATA E HA IL SAPORE DI MANZO
Produrre una birra per i cani. La bizzarra idea è venuta alla società Dog Star Brewing di Napa in California
che ha deciso di lanciare sul mercato la bevanda. La birra è analcolica, non è gasata ed è stata aromatizzata al
manzo. La birra è sempre prodotta dalla fermentazione del malto d’orzo. Ci sono molti modi per dimostrare il
proprio affetto verso il cane, recita la pubblicità della Dog Star Brewing, perché non farlo offrendogli una birra?
Secondo gli inventori della birra, la bevanda va servita al cane rigorosamente ghiacciata.
CAPELLI LISCI O RICCI? STOP ALLA PARRUCCHIERA, BASTERÀ UNA PILLOLA
D’ora in avanti, stop alle sedute dal parrucchiere, per avere una nuova chioma fluente o un bella testa riccioluta
basterà una pillola. Il team di scienziati francesi del gruppo l’Oréal ha annunciato di aver scoperto che cosa
determina il capello riccio o liscio e di conseguenza di essere in grado di realizzare una pillola per fare i boccoli
o raddrizzare qualsiasi capigliatura. Gli scienziati inoltre, ritengono che la scoperta possa portare alla fine dei
capelli grigi, perché la stessa pastiglia potrebbe essere utilizzata anche per ripristinare il colore originario del
capello prematuramente ingrigito.
A LONDRA IL COCKTAIL PIÙ ESCLUSIVO DEL MONDO, COSTA 500 EURO
Lo hanno chiamato Magie Noir il cocktail da 333 sterline (circa 500 euro). L’esclusiva bevanda è stata creata
dal Giles Andreis, considerato un vero artista del settore, e commissionata da due misteriosi e facoltosi clienti
dell’Umbaba (noto night club di Londra). Sarà servito in una esclusiva coppa di fine cristallo intarsiato di
diamanti. Già, ma cosa contiene il costosissimo cocktail Magie Noir? Si parla di limone, yohimbe (una radice
afrodisiaca africana), cognac invecchiato marca Richard Hennessy e champagne Dom Perignon, con un tocco di
raffinatissima crema.
CANE RAZZISTA: FERMA SOLO SPACCIATORI DI COLORE
Succede in America: Dolpho, pastore tedesco proveniente dall’Europa e specializzato nell’individuazione di
sospetti trafficanti di droga sembra in procinto di terminare la sua carriera di cane poliziotto ed essere rispedito
a casa con ignominia. Il motivo? È accusato di razzismo, o quantomeno di forte parzialità. Sembra infatti che
quando è in servizio fermi solamente gli spacciatori di colore, spesso aggredendoli. Il compagno di lavoro del
cane, l’agente Berger, difende il suo amico dicendo che “diventa aggressivo solo quando capisce che qualcuno
ha paura di lui, quando qualcuno si mette a correre per paura oppure si agita troppo”. Ma l’avvocato che ha
raccolto le denunce di numerosi spacciatori afro-americani non è dello stesso avviso: “Questo cane fa differenza
tra bianchi e neri”. In alcuni casi avrebbe addirittura chiuso un occhio al cospetto di spacciatori bianchi. Alcuni
giorni fa, ad esempio, dopo aver fermato un bianco sospetto in macchina, l’agente ha intimato l’uomo di
scendere. Il cane, invece di fermare lo spacciatore, ha aggredito un ragazzino di colore, mordendogli un piede.
Continua l’avvocato: “In altre occasioni, il cane si è comportato nello stesso modo, aggredendo le persone di
colore. Penso che il cane faccia distinzione tra bianchi e neri. È un razzista”.
CUCINARE FA BENE AL CERVELLO
Una notizia che farà la gioia di chef e casalinghe di tutto il mondo: è ancora il Giappone a proporre una
rivelazione sensazionale. Gli scienziati della Tohoku University hanno scoperto che un’intensa attività ai fornelli
migliora l’afflusso di sangue nella corteccia prefrontale, una zona del cervello con funzione di controllo del
processo decisionale e delle capacità di calcolo. L’esperimento, condotto su quindici donne tra i 35 ed i 55 anni,
con tecniche supersofisticate, come la tomografia ottica ha evidenziato che dedicarsi all’arte della cucina richiede
complesse azioni cerebrali, tali da mantenere il cervello attivo e vitale. L’effetto è positivo anche sugli uomini:
con un corso di cucina di tre mesi, seguito per almeno 15 minuti al giorno, l’attività della corteccia prefrontale
si fa ben evidente. Aumentano così le capacità previsionali e di calcolo. Un modo semplice e divertente per
mantenere in forma una delle aree del cervello più importanti per le attività cognitive.
FONTE: WOR
L
DW
IDE
WE
B
Se una persona adulta
urlasse ininterrottamente per 8
anni e 7 mesi circa, produrrebbe abbastanza
energia sonora per riscaldare una tazza di caffé
Umani e delfini sono le uniche specie che
fanno sesso per piacere.
CURIO
SANDO
?!
Perché “separato” si scrive
tutto insieme quando
“tutto insieme” si scrive separato?
Una pulce può saltare una distanza pari a 350 volte la lunghezza del
suo corpo. E’ come se un uomo potesse saltare da un capo all’altro
di un campo di calcio.
Perché gli aeroplani non vengono fatti con lo
stesso materiale delle scatole nere degli aeroplani?
Si bruciano più calorie dormendo che guardando la TV.
Perchè per chiudere Windows si deve cliccare su
“start”?
L’occhio dello struzzo è più grande del suo cervello.
I tre marchi di fabbrica più redditizi del mondo sono Marlboro, Coca Cola,
e Budweiser, in quest’ordine preciso.
Le stelle marine non hanno cervello.
La parola “cimitero” deriva dal greco “koimetirion”,
che significa “luogo per dormire”.
8
Dolce Vita
Perché Noè non ha lasciato affogare quelle due
zanzare?
Perché le pecore non si restringono quando piove?
Perché sterilizzano l’ago prima di praticare le
iniezioni letali?
e infine… Adamo aveva l’ombelico?
DOLCE VITA PEOPLE
Tanti saluti dalla capitale!
Cari redattori della “Dolce Vita”, abbiamo avuto modo
di apprezzare le vostre pubblicazioni e speriamo che
apprezziate le nostre coltivazioni… almeno a livello
visivo. Si tratta di una pianta di Skunk coltivata in collina,
all’aperto. La serra che si vede è stata chiusa soltanto nelle
ultime 2 settimane di vita della pianta, a causa di quegli
“scassamaroni” dei cacciatori! Dopo 10 anni di esperienza
possiamo affermare che la coltivazione outdoor è l’unica
eticamente e praticamente accettabile. Autarchia unica
via! Saluti da Skunklandia.
Qualche problema di luce?
INVIATECI LE VOSTRE FOTO, ILLUSTRAZIONI E LETTERE A [email protected]
OPPURE A Azienda ProdAction, via Mac Mahon 89, 20155 – Milano
E’ gradita qualunque tipo di foto, non necessariamente di piante.
Dolce Vita
9
La combinazione vincente
La vittoria non è certo una questione di tenacità o supposizioni, ma solo di conoscenze. La vittoria diventa
arte quando il giocatore impara bene come funzionano tutti i meccanismi della coltivazione.
Bio Nova offre tutto questo: noi conosciamo il comportamento delle piante ed abbiamo realizzato una
linea di prodotti per ogni metodo di coltura. Ogni prodotto vive e respira come un’armoniosa miscela di fertilizzanti biologici ed additivi calibrati perfettamente
sulle esigenze delle piante che crescete. Ogni prodotto
deriva direttamente dalla natura.
I risultati sono facilmente prevedibili. Sarà intensificata
l’attività radicale e aumentata la resistenza, sarà stimolata la crescita e il raccolto risulterà accresciuto per
qualità e per quantità.
Risultati come questo vengono più facilmente con la
conoscenza e la comprensione. Non tutti possono
essere degli esperti, ma tutti possono usare l’esperienza Bio Nova per ottenere i risultati voluti.
Con i prodotti Bio Nova userete tutte le volte una
combinazione vincente. Sfrutta le tue chance per vincere…. Usa fertilizzanti naturali Bio Nova.
Vuoi più informazioni sui fertilizzanti naturali Bio Nova? Visita: www.bionova.nl o il nostro distributori in Italia:
Indoorline SNC, Volvera(TO): www indoorline.com o Canafoia di Pipicella G, Rimini: www.canafoia.com
EVENTI E MANIFESTAZIONI
The UK Hydro & Hemp Expo (Londra 4-5-6 novembre 2005): GOOD SHOW !
Dopo aver visitato le varie fiere europee del settore (CannaTrade, Spannabis, HighLife, CTF) ero curioso
di vedere questa UK Hemp Expo, per constatare se fosse stata all’altezza della città in cui si svolgeva, la
magica Londra: esame passato a pieni voti, per quanto mi riguarda. Ottima location (di fianco allo storico
stadio di Wembley), un po’ fuori dal centro città ma facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. Ottima
organizzazione e disposizione degli stand. Ampio spazio relax con relativi bar, divani, ecc. (cosa non da poco
in questo genere di fiere). Abbondante affluenza di pubblico (oltre 12.000 persone) dovuta ad una massiccia
pubblicità e alla distribuzione di molti biglietti gratuiti. Prodotti interessanti, ditte grandi, medie e piccole,
straniere e locali. Decine di omaggi e gadgets di vario tipo e soprattutto le immancabili hostess di alcune
compagnie olandesi, hanno reso il tutto ancora più piacevole. Organizzata in collaborazione con la rivista
WeedWorld, questa manifestazione si candida ad essere uno degli appuntamenti più importanti a livello
europeo per gli addetti ai lavori e non solo. Il prossimo anno la fiera sarà spostata, a circa 50 km da Londra,
per ampliarla ancora di più: si terrà infatti nella Ricoh Arena, un complesso nuovo di zecca che dicono, farà
sgranare gli occhi ad ogni visitatore. L’appuntamento è quindi per il 2006. Info su www.ukhempexpo.com
[a cura di Matteo “Ecko”]
International Highlife Fair (Barcellona 15-16 ottobre 2005) : PIU’ OMBRE CHE LUCI
pochi aspetti positivi riscontrati sono da ricondurre all’ambientazione della Fiera stessa: Barcellona è una città fantastica in cui si respira sempre
un’ottima brezza di libertà e tolleranza. Locali di ogni genere con prezzi d’ingresso abbordabile e senza buttafuori; possibilità di sfamarsi a
qualunque ora; arte che permea ogni momento della quotidianità; fermenti culturali in abbondanza; fumatori di canne di ogni razza, stile, età in
ogni luogo ad ogni ora. Nessuno sente la necessità di nascondersi in quanto fumatore, gay, punkabbestia o deviato in generale. Insomma, un week
end a Barcellona lo consiglio a tutti, noi abitanti della bigotta, ignorante ed ipocrita Italietta di provincia.
L’elemento che più mi ha colpito nei giorni precedenti la fiera è stato la più totale assenza di promozione in città: nessun manifesto per le strade,
nessuna locandina nei locali, nessun articolo sulla stampa locale che ha portato un evento così importante a trasformarsi in un piccolo happening tra
poche migliaia di intimi…
Un altro motivo strettamente legato al poco successo di pubblico è stato il biglietto d’ingresso a 15 euro. Prezzo forse consono con gli standard
olandesi od inglesi dove per poter comprare un pacchetto di sigarette si deve accendere un mutuo! Non di certo per la Spagna dove con 15 euro si
cena o meglio ci si ingozza al punto da metter su qualche chilo! Una notte in una pensione costa 16 euro, un pacchetto di sigarette 3, la discoteca
iper trendy 10 (con inclusa consumazione), ecc..
Di solito si può essere predisposti a spendere tanto ma ci si aspetta in cambio qualcosa di qualitativamente magnifico, unico e speciale. Aggettivi
assolutamente inappropriati per descrivere la situazione. Poche aziende straniere e l’assenza delle più importanti del settore. Anche il periodo è stato
poco azzeccato, forse volutamente. Solo un mese prima a Madrid si era svolta un’altra fiera e, visti i costi degli stand vedo probabile che il motivo
di un appuntamento così ravvicinato volesse essere un volgare modo per costringere le aziende e gli addetti stranieri a fare la “scelta di campo”.
L’intrattenimento sfiorava l’imbarazzo: balletti su musica “techno” ogni 40 minuti eseguiti da ragazzi appositamente portati dall’Olanda non per
la loro particolare bravura ma credo per la loro particolare economicità. L’unica cosa degna d’attenzione l’originale capigliatura del ballerino più
atletico e “diva”. Listino bar più caro dei prezzi normalmente praticati. Nessun prodotto nuovo, nessuna evoluzione del settore per lo meno intuita.
E’ stato un costosissimo già visto gestito in modo autarchico ed autoreferenziale dal padrone della guida HighLife, della rivista SoftSecrets, dei semi
HighQualitySeeds, ecc ecc. Da una sorta di “imperatore” olandese della canapa ci si deve aspettare qualcosa di più.
[a cura di Luca Marola]
Dolce Vita
11
IL PUNTO CRITICO
a cura di FABRIZIO RONDOLINO
Ha lavorato nello staff di D’Alema, Ha pubblicato due
romanzi e due raccolte di racconti, ha scritto con Simona
Ercolani “Amori” e “Walter e Giada” (RaiTre). Collabora
alla “Stampa”, a “Panorama” e a “Donna Moderna”.
ROCK & LENTO
Adriano Celentano ha portato in Italia l’America, la giovinezza, la ribellione, la velocità
– ancora non si chiamava ‘rock’, quella musica, e ancora doveva scoppiare il Sessantotto,
e i ragazzi giravano in giacca e cravatta e le ragazze non facevano quasi mai l’amore
prima del matrimonio e la televisione era in bianco e nero e aveva un solo canale: il
Nazionale. Celentano per primo ha incrinato quell’equilibrio che pareva perfetto, e
portando la ribellione giovanile da noi, seppur nella forma della canzonetta, ha segnato
una rottura pari a quella di Elvis in America: capelli lunghi, balli “osceni”, allusioni
sessuali… Con Celentano – come con Elvis – il diavolo della musica nera s’impossessa
del corpo di un bianco e, per quanto edulcorato e addomesticato, mantiene intatto
un sapore di lascivia e di trasgressione che segnerà per sempre gli anni a venire. Oggi
quella ribellione ci appare un po’ ridicola, e molti atteggiamenti o modi di fare ci
sembrano scontati e acquisiti da sempre. Ma non è affatto così. La questione, semmai, è
che cosa Celentano significhi oggi, e perché venga considerato un alfiere della libertà.
La prima ragione è ovvia: la televisione pubblica italiana è talmente conformista e
benpensante, che basta davvero poco per produrre un programma ‘eversivo’. Ma c’è
almeno un’altra ragione, che ha a che fare con l’ormai popolarissimo gioco del “rock” e
del “lento”. E’ il vecchio gioco della Torre, o del Giudizio universale: e funziona sempre.
Perché consente di dividere il mondo in buoni e cattivi, e di consumare così qualche
piccola grande vendetta. “Rock” e “lento” sono dunque diventati il nuovo tormentone
nazionale, e le categorie fondamentali attraverso cui misurare e giudicare il mondo.
E l’erba? E’ rock, naturalmente e qualcuno potrebbe persino sostenere che
è hard rock; ma è anche lenta, l’erba, quantomeno perché la lentezza, oggi,
è molto rock. Il limite di Celentano e di ogni gioco della Torre è proprio
questo: sforzandosi a tutti i costi di dividere il mondo in bianco e nero,
finisce con il perdere di vista la complessità, e la bellezza, dell’arcobaleno.
L’erba, come molte delle cose buone della vita, non è né rock né lenta. E’ jazz.
L’erba non si atteggia a trasgressiva perché vuole stupire o creare scandalo o
fare la rivoluzione, ma è percepita come trasgressiva semplicemente perché
procura piacere. Ama i piccoli gruppi, le conversazioni sottovoce, le affettuosità
e le intimità. L’erba allude ad un’ideale di vita rilassato, comunitario, anarchico;
ma è abbastanza realista per sapere che il mondo funziona in un altro
modo, e che non ha molto senso metterlo a ferro e fuoco. L’erba insomma è
tollerante: e la tolleranza è probabilmente il più grande dei principi liberali.
12 Dolce Vita
LO SCRIGNO DELLE MERAVIGLIE
a cura di SHANTIBABA
Breeder della Mr Nice Seedbank.
Tra i massimi esperti mondiali di genetiche
e semi di cannabis.
Padre di alcuni degli strain
più famosi al mondo tra cui
White Widow e Super Silver Haze.
In questo
numero affronteremo
il tema
delicato,
e quanto
mai attuale,
medica,
In questo numero
vorrei affrontare
il tema delicato
è quanto
mai attuale
dell'erba
medica,dell’erba
ovvero della
cannabis utilizzaovvero della cannabis utilizzata con finalità terapeutiche
ta con finalità terapeutiche.
I primi a considerare la pianta di cannabis per le sue proprietà mediche furono i cinesi che già nel terzo millennio a.C.
(ovvero circa 5'000 anni fa) la introdussero nel più antico testo cinese sulle piante medicinali, il Pen T'sao Ching, raccomandandola per "disordini femminili, gotta, reumatismo, malaria, stipsi e debolezza mentale".
Un luogo comune che grava da sempre sulla fitoterapia (ovvero la scienza che si occupa della cura di malattie con
l'utilizzo di piante), è quello di pensare che essendo piante allora tutto è naturale e di conseguenza innocuo. In
realtà non occorre essere esperti per sapere che il numero di piante che contengono sostanze nocive per l'uomo è
molto alto: per esempio l'oleandro, il mughetto o il prezzemolo possono provocare effetti collaterali indesiderati
anche gravi.
La cannabis è una "miniera d'oro" di sostanze utili: oltre a produrre più di 60 diversi cannabinoidi, sostanze uniche nel
loro genere ed introvabili in altre piante medicinali, produce anche oltre 200 terpeni e terpenoidi. I terpeni caratterizzano
l'odore e l'aroma della pianta e sono i componenti principali degli oli essenziali (quelli che vengono utilizzati dall'industria alimentare per conferire il gusto di cannabis a cibi e bevande).
I terpeni sono spesso responsabili delle proprietà medicinali delle diverse piante che vengono utilizzate da centinaia di
anni nella cura delle malattie dell'uomo .
La produzioni di cannabinoidi e terpeni nella pianta varia a seconda del suo patrimonio genetico: chiunque abbia un
minimo di esperienza di coltivazione avrà notato che per quanto botanicamente la cannabis rimane cannabis, vi sono
innumerevoli differenze tra i vari cultivar sia nell'aroma, che nella colorazione delle infiorescenze, che nella produzione
stessa di resina.
Essenzialmente oggi giorno vi sono 3 tipi di prodotti medicinali che contengono cannabinoidi:
Cannabinoidi sintetici: prodotti in laboratorio dal costo molto elevato. Il loro rappresentante più noto si chiama Marinol
e guarda caso è prodotto da un'industria farmaceutica multinazionale (Solvay Pharmaceutical con sede a Bruxelles). In
questa categoria possiamo anche aggiungere il recente Rimonabant, un prodotto non ancora sul mercato, ma che
sembra essere molto efficace nell'aiutare a perdere peso e ridurre l'appetito. E' prodotto dalla Sanofì Syntelabo e si
stima che abbia un valore di mercato potenziale di miliardi di dollari.
Cannabinoidi estratti: la ditta che si occupa di produrre questi farmaci coltiva piante di cannabis dalle quali poi estrae
con sistemi a freddo, i cannabinoidi necessari per la formulazione dei farmaci. Il rappresentante più noto è il Sativex,
prodotto dalla ditta inglese GW Pharmaceuticals.
Fiori di cannabis a 'grado medicinale': trattasi di sistemi di coltivazione controllati e standardizzati in tutti i loro aspetti
che dovrebbero consentire la produzione di fiori di cannabis che hanno caratteristiche standard (ovvero un contenuto di
cannabinoidi e di terpeni costanti). Per il momento il paese più avanti su questo fronte è l'Olanda, vedi l'esperienza
Bedrocan.
Inoltre, alcuni paesi come il Canada, concedono licenze per la coltivazione di piante di cannabis a pazienti che hanno
una certificata necessità di essere curati con i cannabinoidi.
14 Dolce Vita
Fiore
di MNS
Fiore di MRS
Mango
HazeMANGO HAZE
Fiore
Fiore di MRS
G13di MNS G13
Quello che risulta strano è che più andiamo avanti e più sembra che l'unico modo di curarsi con i
cannabinoidi sia quello di rivolgersi all'industria farmaceutica. La mia visione, molto semplicemente, è
che se una persona è libera di provare a curarsi i vermi intestinali con l'aglio o i problemi di sonno con
la camomilla, allora anche la cannabis, intesa come pianta, dovrebbe essere un'opzione disponibile per
il malato. Considerato che gli effetti collaterali di questa pianta sono medio-leggeri (soprattutto rispetto a
molti altri farmaci e piante medicinali acquistabili liberamente, es. Aspirina), diventa difficile capire come
mai non ci sia la volontà a far ri-scoprire gli effetti terapeutici di questa pianta alle persone che ne hanno
bisogno.
Il Dott. Lester Grinspoon, in un articolo pubblicato lo scorso agosto sulla rivista canadese 'Cannabis
Health', ha proposto la seguente teoria: l'industria farmaceutica, offrendo soluzioni molto più care del
semplice coltivare e consumare (possibilmente vaporizzandoli) i fiori di una pianta, ha ogni interesse a
che la proibizione continui e l'utilizzo della pianta non sia autorizzato. In questo modo l'industria può
godere di un 'monopolio' del mercato dei cannabinoidi. Per questo si può dire che l'industria farmaceutica
sta cercando di farci credere che le arance (la pianta di cannabis) fanno male perché hanno la buccia,
mentre il succo di arance fa benissimo (cannabinoidi sintetici o estratti). Recenti studi stanno dimostrando
che, soprattutto combinando i cannabinoidi THC e CBD in proporzioni uguali, si possono ottenere rimedi
efficaci anche contro malattie quali la sclerosi multipla, l’epilessia o il reutatismo articolare: non a caso l’industria farmaceutica ha aperto gli occhi e vuole ora ad ogni costo
far suo questo mercato.
Io sono convinto che la ricerca debba proseguire su tutti i fronti e che maggiori
saranno le opzioni disponibili per le persone malate, più possibilità ci saranno
di trovar loro il rimedio più indicato al loro caso. A causa delle pressioni dei
governi che non permettono la ricerca sulla pianta, o cercano di ostacolarla in ogni modo, il nostro sapere sui cannabinoidi e i terpeni è ancora
nelle fasi iniziali e invece di avanzare a pieno ritmo, sembra di procedere
a singhiozzo. L'oscurantismo e la vera e propria “caccia alle streghe”
che la cannabis purtroppo subisce da quando fu proibita ha fatto si che
tante persone sofferenti non abbiano potuto avere accesso ad una
medicina che viene usata dall'uomo sin dai tempi più antichi. Coltivare
una pianta medicinale per un proprio bisogno è un’esperienza di per sé
terapeutica: perché allora chi ci prova spesso viene arrestato?
Vaporizzare le infiorescenze della cannabis permette di assumerne i principi attivi senza
però inalare le sostanze tossiche che si creano in caso di combustione.
Dolce Vita
15
www.ivanart.net
LA LUCE ARTIFICIALE NELLA
COLTIVAZIONE INDOOR
LA LUCE ARTIFICIALE PER
CONTROLLARE LO SVILUPPO
DEI VEGETALI IN SERRA
a cura di ALESSANDRO PERETTI
Architetto specializzato in illuminotecnica dei vegetali
Tra i processi promossi dalla luce sicuramente il più importante è
la fotosintesi, funzione che assorbe la maggior parte di energia
luminosa che colpisce le piante. La crescita e la fioritura delle
piante sono influenzate da numerosi fattori quali fertilizzanti,
tecniche di coltivazione (terra o “fuorisuolo”), temperatura,
umidità del suolo, concentrazione di CO2, fitoregolatori quali
ormoni e vitamine, quantità di energia raggiante. Quest’ultimo
fattore, a parità di tutti gli altri, determina la velocità e la
possibilità di crescita delle piante.
L’industria illuminotecnica negli ultimi anni ha sviluppato
numerosi prodotti dedicati all’illuminazione dei vegetali,
producendo sia lampade che schermi riflettenti adatti a questi
scopi.
di polveri fluorescenti applicate sulla parete interna del tubo.
Grazie all’ampia superficie luminosa e alla bassa temperatura
della parete, le lampade possono essere montate molto vicino
alle piante (3-5cm) elevando notevolmente il rendimento
dell’impianto. Alcune aziende produttrici di sorgenti hanno da
qualche anno messo in commercio delle lampade a fluorescenza
tubolari dotate di particolare efficienza fitostimolante, queste
sono la Sylvania con la Grolux e la CH Lighting con le Grolight.
Il loro utilizzo è consigliato per le fasi di germinazione del
seme, radicazione delle talee e come integrazione nei processi
di fioritura.
LE SORGENTI LUMINOSE PER SERRA
Dagli studi effettuati tra la fine degli anni ‘60 e la fine degli ‘80
sono state definite quali sorgenti sono più adatte a stimolare i
processi fotobiologici.
Negli ultimi 10 anni poi, le maggiori aziende produttrici di
sorgenti (Philips, Osram, Sylvania, GE) hanno sviluppato e
messo in commercio nuove lampade in grado di soddisfare il
fabbisogno dei vegetali.
Spesso la scelta del prodotto da utilizzare è un compromesso tra
le diverse esigenze, e cioè:
- dimensioni dell’ambiente di coltivazione
- fase del processo di coltivazione da soddisfare
- altezza della stanza di coltivazione
- calore presente nell’ambiente di coltivazione
LAMPADE A SCARICA DI GAS
In queste sorgenti la luce viene prodotta dalla collisione di
elettroni e di ioni contenuti in un gas. La luce prodotta è
ottenuta per trasformazione diretta dell’energia elettrica in
luminosa.
In queste sorgenti, l’energia elettrica trasformata in calore è
molto minore rispetto a quelle ad incandescenza, pertanto,
essendo più bassa la quantità di energia che diventa calore, ne
resta una quantità maggiore che viene trasformata in energia
luminosa.
Queste sorgenti per funzionare non possono essere collegate
direttamente alla rete di alimentazione, ma richiedono
l’impiego di un reattore che ha il compito di erogare il giusto
valore di corrente elettrica da fornire al bulbo oltre che di un
accenditore per l’innesco della scarica.
Le lampade a scarica di gas si distinguono:
sorgenti a scarica a bassa
intensità:
sorgenti a scarica ad alta
pressione:
lampade fluorescenti lineari
lampade fluorescenti compatte
lampade sodio ad alta pressione
Realizzato grazie al supporto di Indoorline
Per maggiori informazioni o dettagli tecnici
scrivete a [email protected]
LAMPADE A FLUORESCENZA COMPATTE
Sono state introdotte sul mercato allo scopo di mettere a
disposizione dei clienti sorgenti luminose con le seguenti
caratteristiche:
- dimensione simile alle lampade a scarica di gas ad alta
pressione;
- buona emissione di luce per la stimolazione dei processi
fotobiologici;
- efficienza luminosa e radiante, durata analoga alle lampade a
fluorescenza lineari.
Il principio di funzionamento è analogo a quello delle lampade
a fluorescenza lineare mentre il tipo di tecnologia presuppone
un sistema di accensione dalle dimensioni ridottissime. Durante
l’ultimo anno sono stati proposti sul mercato europeo prodotti
quali le Fluo Compact di Indoorline, lampade a fluorescenza
compatte ad altissima efficienza radiante nate espressamente
per supportare lo sviluppo dei vegetali. Queste sorgenti,
vista la grande dimensione, vengono prodotte con l’attacco
E 40 (lo stesso usato nelle HPS e nelle MH) e possono essere
montate direttamente sui riflettori presenti nelle serre. Altri
aspetti peculiari di queste sorgenti sono l’innesco istantaneo e
la riaccensione immediata, oltre al bassissimo calore prodotto
rispetto alle altre lampade.
Tipo di lampada
Fluo Compact
2700K
Fluo Compact
2700K
Fluo Compact
6400K
Potenza W
125 W
200 W
200 W
Flusso luminoso
lm
10.000 lm
17.000 lm
17.000 lm
Fattore di
conversione
mW/lm
2.5
2.5
2.5
Flusso radiante
mW
25000
25000
30000
Applicazione
consigliate
Fotosintesi e fotoperiodo
lampade alogenuri metallici
LAMPADE A FLUORESCENZA LINEARI
Queste sorgenti sono costituite da un tubo di vetro che contiene
vapori di mercurio a bassa pressione ed internamente rivestito
da uno strato di speciali polveri fluorescenti.
Nelle due estremità del tubo si trova un elettrodo ricoperto
da sostanze speciali in grado di emettere, una volta sollecitato
elettricamente, una notevole quantità di elettroni che innescano
i gas presenti rilasciando una radiazione elettromagnetica nel
campo del visibile. Per permettere l’accensione della sorgente
è necessario interporre un reattore tra la sorgente e la linea
elettrica. La composizione della luce emessa è dettata dal tipo
Fluo Compact di Indoorline 200W
16 Dolce Vita
LAMPADE AGLI IODURI METALLICI (MH Metal Halide)
La composizione spettrale simile a quella solare e l’elevata
efficienza radiante rendono queste lampade adatte ai processi
di crescita vegetativa.
Il tubo di scarica in vetro compreso tra i due elettrodi contiene
gli ioduri metallici che a lampada fredda sono depositati
sulle pareti del tubo stesso. L’impulso elettrico, generato del
sistema di accensione, produce un arco che sublima gli ioduri
metallici dissociandoli in vapori liberi di iodio e metallo. La
vaporizzazione dei metalli genera il flusso luminoso.
Queste lampade sono molto sensibili agli sbalzi di tensione tra
gli elettrodi, soprattutto per la presenza del sodio, l’ultimo
ioduro a vaporizzare. Il tempo di accensione è di circa 2-3
minuti, necessario affinché venga raggiunta la pressione di
funzionamento del vapore, e quindi la massima emissione di
luce. Se l’alimentazione viene interrotta o avviene un brusco
abbassamento di tensione, la lampada si spegne e bisogna
attendere che si raffreddi prima di poterla riaccendere
nuovamente.
Nella seguente tabella sono indicate le caratteristiche delle
lampade ad alogenuri metallici per l’illuminazione delle piante.
Potenza W
150
250
400
Flusso luminoso
lm
12.000
22.000
42.000
Distanza
consigliata
30 cm
40 cm
50 cm
Superficie
coltivabile
0,5 mq
1 mq
2 mq
Applicazione
consigliate
sviluppo vegetativo
prefioritura (prime 2-3 settimane a 12h)
LAMPADE AL SODIO AD ALTA PRESSIONE
(HPS High Pressure Sodium)
Il tubo di scarica presente nel bulbo è riempito di gas
xenon arricchito di un’amalgama di sodio e mercurio. Il
funzionamento è condizionato dalla presenza di un sistema
di accensione remoto in grado di fornire una scarica pari a 3
– 5 KV, questo impulso ionizza il gas xenon quanto basta per
innescare e mantenere l’arco tra i due elettrodi. Queste sorgenti
combinano un’elevata efficienza radiante con una distribuzione
spettrale elettromagnetica particolarmente adatta ai processi
fotobiologici di maturazione e fioritura. Il tempo di accensione
è di circa 3 - 5 minuti, necessario affinché venga raggiunta la
pressione di funzionamento del vapore, al fine di ottenere la
massima emissione di luce. Le potenze più utilizzate in questo
settore sono le 250W, 400W e le 600W e in casi sporadici le
150W e 1000W. Questo tipo di sorgente emette molto calore
perché ricca di toni compresi tra i 555 nm e i 650 nm, questo
fattore fa si che occorra mantenerle ad una certa distanza dalle
parti apicali della pianta, in modo porporzionale alla lampada
stessa.
Potenza W
150
250
400
600
Flusso luminoso
lm medio
12.000
32.000
55.000
90.000
Distanza
consigliata
30 cm
40 cm
50 cm
70 cm
Superficie
coltivabile
0.5 mq
0.7 mq
1.0 mq
1.5 mq
Applicazione
consigliata
sviluppo floreale
Vista la grande richiesta di queste sorgenti e sorta la necessità
di migliorane le caratteristiche spettrali assecondandole al
fabbisogno spettrale fotosintetico. Le aziende produttrici
hanno realizzato delle lampade espressamente dedicate alla
promozione dei processi fotobiologici, tra queste le migliori
sono le Sylvania Grolux e le Philips Agro e Greenpower. Queste
lampade emettono uno spettro elettromagnetico più ricco di
toni blu rispetto alle HPS standard, assecondando maggiormente
la curva di sensibilità delle piante alla fotosintesi.
I CONSIGLI DEL CANAPAIO
1. IL MIGLIOR STRAIN DA COLTIVARE OUTDOOR
CONSIDERANDO IL RAPPORTO QUALITÀ/QUANTITÀ?
Quello adattato al microclima particolare del posto dove si
coltiva. I microclimi possono essere centinaia, e così le varietà.
2. E’ VERO CHE LE PIANTE COLTIVATE INDOOR SONO
PIÙ “POTENTI” DI QUELLE COLTIVATE OUTDOOR?
No. Le piante indoor possono usufruire di condizioni climatiche
più vicine all’ottimale, ma l’azione del sole, della pioggia, del
vento, la quantità di terreno disponibile e la durata del ciclo di
sviluppo, relativamente meno importante e spesso maggiore,
rendono una pianta ben curata outdoor quasi sempre migliore
(non “più potente” ma migliore come insieme di qualità) di una
cresciuta in ambiente artificiale. Non commettiamo l’errore,
come purtroppo si fa troppo spesso, di crederci più in gamba
della natura.
3. VEGETATIVA/FIORITURA: QUALI TEMPI?
Ci sono due scuole: chi manda in fioritura (cambia i cicli luce/
buio) le piante da seme dopo soli 20-25 giorni, e chi aspetta
almeno fino alla 5-7° settimana di crescita.
Dopo 20 giorni le piante hanno 4-5 palchi di foglie: cresceranno
ancora per 3-5 settimane prima di dichiararsi maschi o femmine:
a questo punto (circa 50 giorni) le piante saranno lunghe e con
poche ramificazioni. Buona condizione per un impianto molto
fitto (“sea of green”, fino a 25 piante per mq), in cui il raccolto
sarà quasi esclusivamente la cima centrale. Miglior resa se non
si dispone di luci abbastanza potenti da illuminare a sufficienza
per più di 25 cm in profondità dalla cima delle piante.
Dopo 45 giorni le piante hanno 10-12 palchi di foglie, entro 15
giorni si potranno dichiarare: con 60 giorni di crescita ci saranno
numerosi rami e se le piante avranno abbastanza spazio, non
saranno cresciute troppo in altezza. In questo caso la densità
ideale sarà di 4 piante per mq. Il raccolto sarà costituito dalla
cima centrale e da tutte quelle sui rami. Con un investimento
minore in piante ed in lavoro si potranno avere le stesse rese che
nel caso precedente, o addirittura migliori nel caso di lampade
più potenti, con un’intensità utile fino a 60-70 cm dalla cime. In
questo caso il volume delle cime sarà migliore che nel caso del
“sea of green”.
a cura de IL CANAPAIO
Autore di alcune tra le principali pubblicazioni italiane
dedicate alla cultura e alla coltura della cannabis
tra cui “Il Canapaio” e “Canapicoltura Indoor”.
Dolce Vita
17
CANNABIS TERAPEUTICA
CRONOLOGIA DEGLI USI MEDICI
DELLA CANNABIS
a cura di CLAUDIO CAPPUCCINO
INDIA: La Cannabis è citata come “rimedio” nei più antichi
testi medici Ayurvedici. L’uso nella medicina tradizionale sembra
risalire al II millennio a.C.
CINA: I sec. d.C.
La canapa è citata nella più antica
farmacopea, il Pen Ts’ao, come utile per “disordini femminili,
gotta, reumatismo, malaria, stipsi e debolezza mentale”.
Tradizionalmente si sostiene che i testi di questo libro risalgono
al III millennio a.C.
ROMA: I sec. d.C. Dioscoride (“Materia Medica”) la ritiene
utile per mal d’orecchi, edemi, itterizia e altri disturbi. II sec.
d.C. Galeno la raccomanda contro le flatulenze, il mal d’orecchi
e il dolore in genere. Usata in eccesso “colpisce la testa,
immettendovi vapori caldi e intossicanti”.
LA (RI)SCOPERTA MODERNA
1621 Robert Burton (“Anatomia della melanconia”) riferisce
la possibile utilità della Cannabis in quella che oggi chiamiamo
“depressione”.
1682 Secondo il New London Dispensatory “cura la tosse e
l’itterizia ma riempie la testa di vapori”.
1764 New English Dispensatory: far bollire le radici della canapa
e applicare il decotto sulla pelle per ridurre le infiammazioni,
nonché per “disseccare i tumori” e per sciogliere i “depositi nelle
articolazioni”.
1839 William B. O’Shaughnessy, medico inglese trapiantato in
India, pubblica un articolo sugli usi medici in quel paese: “On
the preparations of the Indian Hemp, or Gunjah”. Riferisce
dettagliatamente sull’uso di cannabis nelle seguenti condizioni:
reumatismo acuto e cronico, idrofobia, colera, tetano e
convulsioni infantili. Dopo un cenno al “delirio” causato
dall’intossicazione cronica, riporta i metodi per preparare
l’estratto e la tintura di “gunjah”, e i dosaggi consigliati nei vari
casi.
1845 Lo psichiatra francese J.-J. Moreau de Tours pubblica “Du
hachisch et de l’alienation mentale” e considera la Cannabis
come strumento di indagine della mente, e come farmaco
efficace in varie malattie mentali.
LA CANNABIS IN FARMACIA
1854
La Cannabis è inclusa per la prima volta nello U.
S. Dispensatory: “potente narcotico (...) Si dice che agisca
anche come deciso afrodisiaco, che stimoli l’appetito e che
occasionalmente induca uno stato di catalessi. (...) produce il
sonno, allevia gli spasmi, calma l’irrequietezza nervosa, allevia
il dolore. (...) [come analgesico] differisce dall’oppio perché
non diminuisce l’appetito, non riduce le secrezioni e non
provoca stitichezza. I disturbi per i quali è stata specialmente
raccomandata sono le nevralgie, la gotta, il tetano, l’idrofobia, il
colera epidemico, le convulsioni, la corea, l’isteria, la depressione
mentale, la pazzia, e le emorragie uterine”.
1860 L’Associazione medica dell’Ohio nomina un “Comitato
sulla cannabis indica”. La Cannabis è dichiarata utile per:
tetano, nevralgie, emorragie post-partum, dolore del parto,
dismenorrea, convulsioni, dolori reumatici, asma, psicosi postpartum, tosse cronica, gonorrea, bronchite cronica, dolori
gastrici. Inoltre è raccomandata come sonnifero e come farmaco
capace di stimolare l’appetito.
1886 H. C. J. Wood (“Treatise on Therapeutics”): la Cannabis è
“usata soprattutto per il sollievo dal dolore; (...) per calmare stati
di irrequietezza e malessere generale; per alleviare le sofferenze
in malattie incurabili, come la tisi all’ultimo stadio; e infine come
blando sonnifero”.
1887
H. A. Hare (“Therapeutic Gazette”): la Cannabis è
soprattutto utile come analgesico, paragonabile per efficacia
all’oppio, e in particolare nell’emicrania, anche in casi altrimenti
intrattabili, in cui agisce anche come profilattico; nelle nevralgie;
nella tosse irritativa; nonché come tranquillante-analgesico nei
malati di tisi. Inoltre, sarebbe anche un efficace anestetico
locale, particolarmente in odontoiatria.
1887 The Lancet raccomanda l’uso di canapa indiana “notte
e giorno, e continuato per un certo tempo” come “il miglior
rimedio disponibile nel trattamento della cefalea persistente”.
1890
J.R. Reynolds (“The Lancet”)
riassume 30 anni di esperienza con la
cannabis, e la ritiene “incomparabile”
per efficacia nell’insonnia senile;
utile come analgesico nelle nevralgie,
inclusa quella del trigemino (tic
douloureux), nella tabe, nell’emicrania
e nella dismenorrea (ma non nella
sciatica, nella lombaggine e in genere
nell’artrite, come nella gotta e nei
“dolori isterici”); molto efficace negli spasmi muscolari di natura
sia epilettoide che coreica (ma non nella vera epilessia); e invece
di incerto valore nell’asma, nella depressione e nel delirio
alcolico.
1900 In Italia sono previsti dalla Farmacopea Ufficiale (F.U.) sia
l’estratto che la tintura di Cannabis indica.
1915 P.E. Alessandri (“Droghe e piante medicinali”): la Canapa
indiana “usasi nel tetano, nelle nevralgie, isterismo, emicrania,
reumatismo, corea, asma, e in molte altre malattie non escluso il
cholera, dando però quasi sempre resultati contraddittori”.
1916 William Osler (“The principles and practice of medicine”):
la Cannabis è “probabilmente il rimedio più soddisfacente” per
l’emicrania
1949
P. Mascherpa (“Trattato di farmacologia e
farmacognosia”). Si tratta di “un medicamento cerebrale e
precisamente un analgesico analogo all’oppio e alla morfina”,
che può avere più o meno gli stessi usi di questi. Però la
farmacologia della cannabis è “poco conosciuta”, e il suo uso
per varie ragioni “piuttosto limitato”.
LE ULTIME SCOPERTE
1964 Gaoni e Mechoulam isolano il delta-9-tetraidrocannabinolo
(THC), il più importante principio attivo della Cannabis. In seguito
si scoprirà che la Cannabis contiene oltre 60 cannabinoidi.
1986
Howlett: il THC deve agire tramite un recettore di
membrana basato sulla proteina G, meccanismo simile a quello
degli oppioidi.
1990 Matsuda isola e clona il recettore (accoppiato a proteina
G come previsto) dalla corteccia cerebrale di ratto. Il legame con
THC attiva la adenilciclasi, inibisce i canali del calcio e facilita
quelli del potassio.Successivamente verranno riconosciuti due
sottogruppi di recettori, CB1 e CB2.
1992
Devane isola dal cervello del maiale il primo
endocannabinoide e lo chiama anandamide.
Dolce Vita
19
CANNABIS TERAPEUTICA
LA RISCOPERTA DELLA
MARIJUANA MEDICA
NEGLI ANNI ‘70
Tutti sappiamo com’è andata la storia. Nel 1937 il signor Anslinger, capo
del Narcotics Bureau americano, riuscì a far includere la canapa indiana
nella lista delle sostanze “proibite”. Questo rese molto complicato
anche prescriverla a scopo medico, e considerando anche che i preparati
farmaceutici a base di cannabis erano di qualità ed efficacia molto
variabile, in poco tempo la medicina ufficiale, americana e non solo,
si dimenticò della cannabis. E così fu fino ai primi anni ‘970, quando
successero diverse cose interessanti.
La prima fu la pubblicazione del libro di Lester Grinspoon (“Marihuana
reconsidered”) nel 1971. Grinspoon si era dedicato allo studio della
Cannabis pensando di dare un supporto scientifico alla politica della
proibizione, ma aveva rapidamente cambiato idea una volta presa
coscienza dei dati scientifici acquisiti nel passato. La canapa era tutt’altra
cosa da quella descritta dai politici, e su di essa era stato fatto a tutti un
vero e proprio “lavaggio del cervello”. Poco dopo, arrivò a dargli man
forte lo psichiatra Tod Mikuriya, con un’antologia (“Marihuana medical
papers”, 1973) dei più importanti articoli scientifici pubblicati dal 1839
in poi.
Contemporaneamente, un certo Robert Randall, ammalato di una grave
forma di glaucoma e con la sola prospettiva della cecità, si accorse per
caso che la marijuana gli migliorava la visione. Grazie anche all’onestà
scientifica del suo oculista, che accettò di verificarne l’effetto sulla
pressione dell’occhio e ne riconobbe l’efficacia, Randall poté iniziare una
difficile battaglia giudiziaria con il governo USA per ottenere il diritto
di curarsi con questa “droga proibita”. E riuscì a vincerla. Nel 1976, egli
ricevette dal governo i suoi primi “spinelli legali”. E questa fu la prima
vittoria (a cui ne seguirono molte altre, anche se la lotta è tuttora in
corso) del movimento che prima o poi, si spera, riporterà la Cannabis e i
suoi derivati negli scaffali di tutte le farmacie del mondo.
(Per ulteriori dettagli: www.medicalcannabis.it, www.cannabis-med.org,
www.fuoriluogo.it e molti altri siti internet).
ASSOCIAZIONE CANNABIS TERAPEUTICA
Gli scopi principali dell’Associazione per la Cannabis Terapeutica
(ACT) sono essenzialmente quattro:
1. diffondere informazioni sui possibili usi terapeutici della
cannabis e stimolare il dibattito
2. promuovere la ricerca scientifica e clinica
3. aiutare gli ammalati che potrebbero trarre beneficio dalle
proprietà della cannabis e dei suoi derivati attraverso la riforma
delle leggi
4. promuovere e favorire la raccolta di dati epidemiologici,
sociali e scientifici sugli usi terapeutici dei cannabinoidi.
L’Associazione mantiene un sito internet (medicalcannabis.it) e
pubblica la newsletter mensile “medicalcannabis” (abbonamento
e-mail gratuito a partire dal sito).
Per contattare l’associazione: medicalcannabis@medicalcanna
bis.it Per associarsi: tutte le indicazioni sono sul sito. La quota
base annuale è di 26 euro. Chi si associa con una quota da
“sostenitore” di 50 euro o più riceverà in omaggio il libro “Erba
medica. Usi terapeutici della Cannabis”.
a cura di CLAUDIO CAPPUCCINO
CANNABIS AMBIENTE E LAVORO
LA CANAPA – UNA RISORSA PULITA ricco
PERdi grassi
UN’ECONOMIA
SOSTENIBILE
insaturi ed è l’ideale per correggere la dieta dell’uomo
E’ molto difficile oggi immaginare un’economia sviluppata che possa
fare a meno del petrolio, dei milioni di alberi abbattuti ogni anno
per fare la carta, e dei prodotti dell’industria chimica. Ed è altrettanto
difficile immaginare una società affluente senza le montagne di
rifiuti, l’effetto serra e tutti gli altri disastri ambientali a cui siamo da
tempo abituati. Eppure una concreta e fondata speranza esiste: questa
speranza ci viene dalla canapa. Con le materie prime della canapa si
possono produrre, in modo pulito ed economicamente conveniente,
tessuti, carta, plastiche, vernici, combustibili, materiali per l’edilizia
ed anche un olio alimentare di altissime qualità. Ma quali sono le
materie prime della canapa, e quali prodotti se ne possono ottenere?
MATERIE PRIME - La canapa è una pianta dal fusto alto e sottile, con la
parte sommitale ricoperta di foglie, e può superare i 4 metri d’altezza. La
parte fibrosa del fusto si chiama “tiglio” e la parte legnosa “canapolo”.
La canapa può essere coltivata per due scopi principali: per la fibra tessile
o per i semi. Se si coltiva la canapa per la fibra tessile il raccolto va fatto
subito dopo la fioritura, si possono ottenere fibre tessili (20%), stoppa
(10%) e legno o canapolo(70%). Se invece si coltiva la canapa per i semi, la
parte fibrosa o tiglio è interamente costituita da stoppa, cioè da fibra di
qualità inferiore inadatta per l’uso tessile. Una importante caratteristica
della pianta di canapa è la sua produttività. E’ una delle piante più
produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata: una coltivazione
della durata di tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte
maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di bosco in un anno.
Ecco che cosa si può ricavare da queste materie prime.
TESSUTI - La pianta di canapa, più produttiva
in fibra tessile del cotone, oggi può essere
lavorata in impianti che sostituiscono le
lunghe e faticose lavorazioni manuali di un
tempo. La sua coltivazione richiede pochi
pesticidi e fertilizzanti, mentre il cotone
specialmente di pesticidi ne richiede moltissimi.
Inoltre la fibra della canapa è molto più
robusta e dura più a lungo. Attualmente
può essere lavorata in modo da renderla
sottile quanto si vuole, e viene proposta in
sostituzione del cotone e delle fibre sintetiche.
SEMI E OLIO - La canapa, oltre che per la fibra tessile può essere coltivata
per ricavarne i semi. I semi di canapa contengono proteine di elevato
valore biologico nella misura del 24 %, ed un olio nella percentuale dal
30 al 40 %. Per il loro valore nutritivo i semi di canapa sono stati proposti
come rimedio alla carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo.
Le qualità dell’olio di canapa sono eccezionali. E’ particolarmente
20 Dolce Vita
moderno e per prevenire le malattie del sistema cardiocircolatorio.
Altrettanto straordinarie sono le proprietà di questo olio per gli
usi industriali: non a caso è stato paragonato all’olio di balena.
Le vernici fabbricate con questa materia prima, oltre a non
essere inquinanti, sono di qualità incomparabilmente superiore
rispetto a quelle prodotte con i derivati del petrolio. Con l’olio
di canapa si possono inoltre fabbricare saponi, cere, cosmetici,
detersivi (veramente biodegradabili), lubrificanti di precisione ecc.
CARTA - Una volta estratta la fibra tessile
o dopo aver raccolto di semi, rimangono
la stoppa più la parte legnosa o canapolo,
che non si possono considerare solo un
semplice sottoprodotto, ma un’altra
importante materia prima. Con la
stoppa si può fabbricare carta di alta
qualità, sottile e resistente. Con le
corte fibre cellulosiche del legno si può
produrre la carta di uso più corrente,
come la carta di giornale, i cartoni ecc.
Attualmente le grandi cartiere utilizzano solo il legname degli
alberi. Il processo per ottenere le microfibre pulite di cellulosa, e
quindi la pasta per la carta, prevede l’uso di grandi quantità di acidi
che servono per sciogliere il legno. Inoltre la fibra e il legno della
canapa sono già di colore bianco e la carta che se ne ottiene è già
stampabile. E per renderla completamente bianca è sufficiente un
trattamento al perossido di idrogeno (acqua ossigenata), invece dei
composti a base di cloro necessari per la carta ricavata dal legno
degli alberi. Questi composti chimici sono una delle cause principali
dell’assottigliamento dello strato di ozono nell’alta atmosfera.
MATERIALI PLASTICI - Con la cellulosa di cui la pianta è ricca,
attraverso un processo di polimerizzazione, si possono ottenere materiali
plastici pienamente degradabili che, se in molti casi non possono
competere con le sofisticate materie plastiche di oggi, hanno comunque
fin dall’inizio una serie di usi importanti per imballaggi, isolanti e così via.
COMBUSTIBILI - La canapa, per la sua alta resa in massa vegetale, è
considerata anche la pianta ideale per la produzione di combustibili da
biomassa in sostituzione dei prodotti petroliferi. Bruciare combustibili
da biomassa anzichè petrolio non fa aumentare l’effetto serra. Infatti
l’anidride carbonica viene prima sottratta all’atmosfera durante
la crescita della pianta, e poi restituita all’aria al momento della
combustione.
fonte: www.usidellacanapa.it
MEDICINE MAN
OF MR NICE SEEDBANK
Dolce Vita
CRONACHE DA DIETRO IL CANCELLO
SESSO e CARCERE
a cura di MAURIZIO GAZZONI
Traduttore per l’Italia del best seller spagnolo
“Los contrabandistas del’Estrecho”.
Dal 30 agosto 2005 di nuovo libero e professionista da sempre.
Uno degli aspetti della detenzione su cui
tendiamo a stendere un velo pietoso fatto
di luoghi comuni riguarda la sfera sessuale.
E risaputo che nell’immaginario collettivo
andare in galera significa, tra l’altro, correre
il pericolo di avere esperienze omosessuali
anche contro la propria volontà.
“il detenuto si trova privato di braccia, di
gambe, di voce, di decisionalità autonoma.
Tutto l’universo carcerario è articolato per
protesi: dallo scrivano al lavorante sono
tutte protesi del corpo detenuto, che ha
bisogno dell’istituzione, delle sue varie
figure, per mangiare, spedire una lettera,
mandare un piatto all’amico (….) E’ come
trovarsi all’improvviso in carrozzella o in
un busto di gesso” (Gallo-Ruggiero)Questa mutilazione virtuale non
elimina però le pulsioni sessuali che, seppur mortificate dall’ambiente
non scompaiono.
In molti paesi d’Europa e del mondo in generale è possibile anche più
volte al mese, avere a disposizione spazi dove incontrarsi con persone
dell’altro sesso. In Italia no! E sotto certi aspetti questo mi ricorda le
punizioni corporali dell’inquisizione, che come ben sappiamo erano
correlate spesso ad aspetti sessuali della natura umana.
Vorrei intanto sfatare il crudele luogo comune che trasforma in
“froci forzati” i prigionieri, perché oltre ad essere falso, trovo che sia
crudelmente offensivo sia nei confronti di chi prova attrazione per il
proprio sesso, sia nei confronti di chi questa attrazione non l’ha mai
provata.
Proviamo ad immaginare gli effetti che questa astinenza forzata ha
sulla formazione della sfera sessuale di una persona giovane e sana a cui
viene impedito di coltivare i propri istinti.
Molti finiscono con l’ammazzarsi di seghe fino a raggiungere uno stadio
in cui si illudono di bastare a se stessi. Non riesco ad immaginare una
forma di solitudine più terrificante!
Vi sono carceri dove è vietata la circolazione
di materiale pornografico, con l’effetto
di alimentare, come per tutte le forme di
proibizionismo, un mercato clandestino.
Ma vi è anche un altro aspetto che spesso
non viene preso in considerazione; quello
dei compagni e delle compagne dei
detenuti, che pur non avendo commesso
nessun altro reato che non sia quello di
amare un prigioniero, si vedono negata la
possibilità di avere rapporti con esso.
Questo porta inevitabilmente, soprattutto
nel caso di condanne lunghe alla
disgregazione delle famiglie, lasciando il
carcerato ancora più solo.
Non si dice mai che la persona reclusa è,
anzitutto un castrato sessuale o, se si preferisce, un sub-castrato dato
che nessuno lo evira fisicamente.
Bruno Bettelheim ha affermato: “quando il controllo esterno, in una
forma o nell’altra, raggiunge finalmente l’intimità dei rapporti sessuali,
come avvenne nello Stato di massa di Hitler, all’individuo non viene
lasciato quasi nulla di personale, di diverso, di unico. Quando la vita
sessuale dell’uomo è regolata da controlli esterni, come il suo lavoro o il
suo modo di divertirsi, egli ha definitivamente e completamente perduto
ogni identità personale; il poco di identità che gli rimane può solo
risiedere nel suo atteggiamento interiore verso una tale evirazione”.
Dolce
Vita
SANGUE VIVO
ministry of
cannabis culture
Imprenditori, marketers, esperti,semplici commercianti
e commercianti sempliciotti, creatori di genetiche,
editori alternativi, sociologi e medici, lunga è la lista dei
pittoreschi personaggi che animano il mondo dell’hempsmart-cannabis culture, in cima alla quale sentiamo la
necessità di iscrivere i principali protagonisti. I ministri di
questo fenomeno culturale emergente. I Growers.
Tra i tanti innovatori rivoluzionari di questo fine millennio,
sicuramente verranno ricordati quei giovani che con indomito
coraggio, solerzia passione e tanto rischio hanno osato sfidare,
anzi “giocare” le leggi euro-proibizioniste e di fatto dato vita
non solo ad una nuova cultura con milioni di utenti, ma altresì
ad una vera e propria impresa capace di dare lavoro a migliaia
di persone in Europa e non solo. Qualche dato per capire le
proporzioni e l’ascesa di questo fenomeno è necessario;
1500 circa tra negozi e distributori, 2 milioni di utenti sparsi
nei forum dei siti, raduni, festival musicali, migliaia di libri
pubblicati, fiere sparse in tutta Europa al ritmo di 6-7 l’anno,
dove il circo della hemp-culture si ritrova più che per concludere
affari per celebrare ed esibire in vetrina la propria presenza ed
esistenza .Ma come è potuto accadere tutto ciò in una società
proibizionista oscurantista?
Motivo della nostra riflessione è infatti dedicare questo articolo
al principale artefice della storia che stiamo scrivendo (di questa
particolare cultura si intende).
Vera e propria energia motoria di questo movimento è
quella tribù che non ha sesso, ne età, ne ceto sociale,
ne altresì livello culturale, cioè quella dei milioni
di coltivatori sparsi in tutto il globo. Molteplici e
sempre bizzarre le figure che assume questo individuo
dall’apparente normalità, sotto i panni del quale però
può celarsi un esperto e scaltro coltivatore fuorilegge.
I più matti sbucano in aprile verso primavera, ti aspettano
all’apertura ansiosi più che mai, pronti a mitragliarti con 800
domande e spiegazioni su come procede il loro operato di novizi
coltivatori, esperienza che da essi viene vissuta emotivamente al
pari di una paternità… spesso non ci dormono la notte prima,
come fosse un esame di liceo. Questa tipologia di “Growers” è
di certo la più bizzarra, inizialmente vengono per imparare e
chiedere consigli, ma immancabilmente finiscono per dare sfogo
e parlarti delle loro inquietudini quotidiane, trasformandosi di
fatto in una vera e propria opera sociale da noi compiuta …
I “Pischelli” sono i più scaltri, se ne inventano di tutti i colori
per eludere i genitori in disaccordo, allestiscono grow -room nei
posti più impensati ed occulti. Armadi, scrivanie, sottoletti; mi
è capitato di vedere trasformata una lavatrice in una “mother
room” ben congegnata. Alcuni ragazzi di Lecce per le soventi
visite dei genitori spostano una volta a settimana l’impianto di
camera in camera .
C’è chi ha il vizio di famiglia; veri e propri simposi tra tutti i
membri: padre, madre e figli, per scegliere le genetiche migliori
o i concimi più adatti. Uno dei pochi esempi di vita dove i giovani
decidono per i vecchi… finiscono sempre per invitarti a cena e
mostrarti fieri il loro sito di coltivazione…Per alcuni sei davvero
un mito, certi conservano il logo del tuo sito oppure una tua
foto nel portafoglio come fosse un santino …
Non è raro trovarsi al centro di gelosie di fidanzate, che
stanche reclamano quelle attenzioni, che di fatto il loro
partner ha trasferito dalla sua bella alle sue piante di maria.
Il giornalista antiprò, dovendo nascondere le proprie attitudini
da giardiniere ai figli, si fa costruire la più mimetica e scaltra
delle “Grow-room” .
26
Dolce Vita
Poi c’è l’illustre medico psichiatra di chiara fama, al quale
abbiamo regalato un hobby per le sue noiose domeniche .
Il più bel complimento ricevuto fino ad oggi, è stato quello
di un ragazzo il quale mi ha detto: “A Filo mi hai salvato
dalla playstation!”. Chi segue i forum dei coltivatori sa che
non mancano le competizioni fra chi è capace di realizzare la
cima più grossa e profumata. Vere e proprie gare tra ragazzi
che se perdute, in alcuni individui hanno talvolta provocato
frustrazioni e depressione, tale è l’importanza di affermarsi
come uno dei best Growers . Sempre tra i “webgrowers” c’è chi
costruisce il proprio personaggio pavoneggiandosi su quanto
più o meno siano biologiche le sue piante, convinti di detenere
il segreto per la bio-pozione magica del secolo. La boria si sa non
manca nel sangue dei Growers. Se ci soffermiamo a riflettere
per un istante, questa cultura emergente ha persino il merito
di esser riuscita ad amalgamare ed unire assurdi personaggi
completamente differenti tra loro, ma di fatto strettamente
legati da un ideale e passione comune. Una sorta di patto di
sangue, di legame fraterno si concretizza sempre tra le persone
quando si condivide qualcosa di vietato e fuorilegge; come
quando si divide una cella carceraria…
Non mi fu mai data gioia più grande di quella di vedere una
tale commossa dedizione e felicità, pari a quella trasmessami da
“Giovannino” o dal “Prof”, nel vederli appassionarsi al miracolo
della coltivazione. Alcuni per questo lavoro-passione hanno
perso la libertà, altri addirittura la vita…
E’ necessario preservare ed alimentare questa “razza” affinché
sopravviva a lungo. Si è parlato tanto di “associazioni”
per serrare le file e difendersi in qualche modo dal mostro
proibizionista. Ma i “Berluskanapa” al potere dell’Hemptrading
sono forieri solo di belle parole, fanno la gara per accaparrarsi
la pagina più importante sulle riviste oppure l’esclusiva più
ricercata d’Europa .
I Cinesi ci distruggeranno, comprare italiano ci rafforzerebbe
rendendoci più competitivi in Europa, ma vai a spiegarlo a chi
della competizione è vittima patologica.
Il rispetto per un Growers si concretizza non solo dandogli una
migliore offerta, ma soprattutto non proponendogli un litro di
concime per €80.00 (lire 160.000!) oppure una busta di semi
“REGALO” per €120.00 (lire 240.000!) .
Siamo tanti ed è stato fatto tanto, ma l’ascesa e la continuazione
di questo fenomeno si regge sul filo di una lama di rasoio. Non
aspettiamo fino all’estinzione di noi “CANNAPIONIERI” …
a cura di “FILO GREEN”
RECENSIONE PRODOTTI
FLOU COMPACT DA 125 E 200W
VU-DU HYDROPONIC KIT
Ultima novità per l’illuminazione delle piante in indoor sono le lampade a fluorescenza compatte, le sorelle
maggiori delle lampade a basso consumo comunemente utilizzate per l’illuminazione delle nostre case, con
lo stesso funzionamento, ma con una potenza assai superiore e uno spettro di emissione tarato sulle esigenze
dei vegetali. Rispetto alle lampade a fluorescenza tradizionali le nuove Fluo Compact si possono connettere
direttamente ad un portalampada E40 (lo stesso utilizzato per le lampade al sodio ad alta pressione e ioduri
metallici). Così come le fluorescenti tradizionali, le Flou Compact emettono pochissimo calore ma producono
molti più lumen e hanno una maggiore profondità di illuminazione, risultando così più efficaci per stimolare
lo sviluppo vegetativo. Il basso calore prodotto permette di non seccare il substrato e surriscaldare l’ambiente,
rendendo queste lampade particolarmente indicate per la germinazione, il taleaggio, mantenimento di madri e
la coltivazione durante i periodi più caldi dell’anno. Grazie a questo aspetto è possibile lavorare con la sorgente
luminosa a pochissimi centimetri dalle parti apicali della pianta. Disponibili nella potenze di 125W (12000 lm) e
200W (17000 lm) con colorazione 6400K per la fase di sviluppo vegetativo e 2700K per la fase di maturazione.Per
ottenere risultati migliori si consiglia la combinazione con la versione 6400k per vegetativa, in quanto la presenza
delle due colorazioni e di una maggior quantità di lumen garantisce uno flusso luminoso più ricco e bilanciato.
Info su WWW.INDOORLINE.COM
Sistema idroponico attivo, con vaso di diametro 38 centimetri, adatto ad ospitare fino a quattro piante o talee. Le
piante crescono in argilla espansa contenuta nel vaso di coltura, a sua volta sospeso su di un serbatoio contenente
la soluzione nutritiva. Una pompa immersa invia la soluzione in una colonna di pompaggio e successivamente
la ripartisce in un anello di distribuzione. A questo punto il flusso attraversa l’argilla e ricade nel serbatoio. La
soluzione si riempie così d’ossigeno e bagna costantemente le radici sane che assorbono i nutrimenti nel modo
più efficace. Presenta numerosi vantaggi anche dal punto di vista della praticità: la sua buona capienza consente
di ritardare di due settimane le operazioni di ricarica di soluzione nutritiva; i pratici manici ripiegabili facilitano
gli spostamenti, sopratutto a serbatoio pieno Grazie alle dimensioni ridotte e all’assenza di elementi esterni
trova facilmente spazio in un angolo. Il kit in questione utilizza una pompa regolabile immersa, caratteristica che
permette di ridurre notevolmente il disagio acustico. Il kit comprende anche un sacco d’argilla espansa da 10 litri
con PH specifico, sufficiente a riempire il vaso di coltura. Info su WWW.VU-DU.COM
WIPE OUT - THAI JOINT A LA CARTE
Thai joint è composto da una miscela fumabile, non contenente tabacco o nicotina, composta da tre interessanti
prodotti della natura: PASSIFLORA INCARNATA che quando fumata, produce un “high” simile a quello della Cannabis Sativa (Brown and Malone 1978,11). MITRAGYNA SPECIOSA le cui foglie secche possono essere fumate, masticate
o preparate in un estratto conosciuto con il nome di Kratom o Mambog (Wray 1907b).
TAGETES LUCIDA in grado secondo alcune antiche tribù, di rievocare le visioni prodotte dal Pejote (Lophophora
Williamsii).(Siegel et al. 1977,20 f.) Oltre a queste citazioni illustri illustri segnaliamo che la Mitraginina, il principio
attivo del Kratom, è una molecola ad anello indolico, molto simile alla psilocibina. Il Joint Thai, se pur gli ingredienti
lo farebbero sospettare, non è assolutamente un allucinogeno. Ma bensì, grazie alla sinergia tra le tre erbe sopra
descritte, è capace di regalare una piacevole sensazione di rilassamento profondo, con una notevole amplificazione
delle percezioni e della fantasia.Disponibile in tutti gli smart-shops WipeOut. Info su WWW.WIPE-OUT.IT
Abbigliamento, tessuti, alimenti,
cosmesi, accessori e altro.
Tutto da coltivazioni Biologiche
VIAGGI & AVVENTURE
PATAGONIA
PUNTO DI INCONTRO…
Ero rimasta un po’ perplessa quando Diane, la mia amica argentina
trapiantata da anni a Parigi, mi aveva proposto di partire alla
scoperta della Patagonia. Per un italiano pensare di passare il
mese d’agosto in un posto dove è inverno, è cosa insolita e non
certo allettante. “Dài – aveva insistito lei, in quel suo italiano un
po’ buffo ma estremamente affascinante come solo può esserlo
il nostro idioma parlato da un straniero – andiamo a vedere le
balene!! E’ tutta la vita che lo sogno”.
Già, le balene, avevo pensato, enormi mammiferi che avevo visto
solo alla televisione. L’idea mi affascinava. Chissà se si riuscirà a
vederne almeno una e a che distanza, mi ero chiesta, ma quella
curiosità di incontrare la balene mi aveva preso, era entrata in me
e diventata come un tarlo. Così presi la mia decisione: partire per
la Patagonia.
In poche settimane abbiamo organizzato il nostro viaggio
acquistando i biglietti aerei on line con la Tam, compagnia
brasiliana che ci ha portato a Buenos Aires passando per San
Paolo, ma con un bel risparmio. Abbiamo fissato la partenza per
ferragosto e il rientro in Italia dopo un mese, così da riuscire a
vedere i cuccioli delle balene.
Peccato perché con un rientro posticipato di dieci giorni avremmo
fatto a tempo a vedere anche i pinguini, buffi animali che
collaborano entrambi, maschio e femmina, nella cova dell’uovo e
che per fare ciò ritornano ogni anno sempre nello stesso punto e
nella stessa data senza possedere orologio e calendario. Ma come
fanno? E’ incredibile! Ogni 15 settembre loro sono lì, puntuali all’
appuntamento. Ritrovano i medesimi luoghi per dare continuità
alla loro specie. Percorrono chilometri per arrivare in uno specchio
d’acqua, situato in una piccola penisola dell’Argentina sul versante
Atlantico dove per una serie di fortuite combinazioni climatiche, si
forma un microcosmo naturalistico decisamente favorevole per la
riproduzione animale. Questo piccolo paradiso naturale si chiama
Penisola di Valdès ed è a circa due ore di aereo dalla Capital.
Dall’aeroporto di Trelew ci si sposta a Puerto Madryn, semplice
cittadina sul mare, dove anche d’inverno è piacevole passeggiare.
E’ piuttosto semplice noleggiare una bici e la strada lungo la
sabbia consente di arrivare sulla due ruote, fin dove ci portano
fiato e muscoli. Da Puerto Madryn a Puerto Piramide, il luogo
dell’avvistamento delle balene, si va in pulmino attraversando una
dura strada sterrata che consente velocità massime sui 30 Km orari.
Un viaggio disagevole di oltre tre ore, più il ritorno, attraverso un
paesaggio lunare, affascinante e curioso lungo il quale è possibile
fare numerosi incontri con diversi animali, in fuga a gambe levate
appena percepiscono la presenza dell’auto. E’ lungo questo
tragitto che facciamo il primo incontro ravvicinato con gli elefanti
di mare. Non ci è consentito avvicinarci oltre i 5 metri per non
spaventarli. Sono pacifici, dormicchiano e ogni tanto agitano una
pinna per buttare i sassolini della spiaggia sulla propria pelle per
difenderla dai raggi solari. Decisamente più piccolo ma imprevisto
e quindi sorprendente, è l’incontro con un esemplare di armadillo,
28 Dolce Vita
cosa assolutamente casuale e rara. Un curioso rumore di biscotti
secchi che si sbriciolano aveva richiamato il mio sguardo verso un
cespuglio dal quale il frettoloso animaletto è uscito per spostarsi e
andare a rintanarsi sotto un’altra pianta poco lontano.
Avevo visto borse, cinture e manici di coltello ricoperti con la pelle
di questo strano animaletto, ma vedere dal vivo 50 centimetri di
rumoroso e dinoccolato incedere, è stato solo un piacevole antipasto
di quella che sarebbe stata la portata principale: le balene a Puerto
Piramide. Una volta a bordo di un grosso motoscafo e indossati i
giubbotti obbligatori, lasciamo la spiaggia alle nostre spalle verso
l’elettrizzante avventura. Tutti a bordo in un assoluto silenzio,
anche se ci sarà chiesto solo in alto mare, con la speranza ma anche
con il dubbio di riuscire a vedere un cetaceo. E invece appena al
centro della baia, ecco una serie di balene, con tanto di “Cria”, il
piccolo, al seguito. Ci avviciniamo ad una coppia di mamma e figlio
e le vediamo danzare tra alti spruzzi: lo stupore è tale che lascia
molti di noi paralizzati per la bellezza dello spettacolo tanto da
non riuscire a scattare neanche una foto. La barca si sposta verso
un’altra coppia ed ecco che di fianco al motoscafo scorgiamo altri
due animali che, tranquillamente, ci affiancano. L’acqua è limpida
ed è facile distinguere il più grande, circa 14 metri contro i quattro
del piccolo. E’ uno spettacolo incredibile! Bisognerebbe avere molte
teste per riuscire a cogliere i velocissimi guizzi degli animali ora a
destra, ora a sinistra. La guida spiega che non si è ancora scoperto
il motivo di questi salti con spruzzi che simulano un’affascinante
danza. Forse la causa più semplice è che sono animali gioiosi e che
saltare dall’acqua è per loro solo un modo di giocare. Ci vengono
svelate alcune indiscrezioni sull’accoppiamento delle balene:
quando la femmina non è consenziente, si gira con la pancia verso
l’alto, mentre la penetrazione avviene anche grazie al movimento
dell’acqua del mare.
Dopo più di un’ora rientriamo a terra, ma questo incontro ha
senza dubbio segnato il nostro viaggio. Ripercorriamo la strada
verso la nostra sistemazione mentre viene giù la sera. Già, la sera in
Patagonia per noi europei ha un fascino particolare. E’ diversa da
ogni altra notte: è intensa, scura, silenziosa. Per non parlare poi del
cielo. Lì le stelle sono quelle di un’altra costellazione, sono quelle
della Croce del sud.
Quel cielo, quel clima
essenziale, quella terra
spartana ma così ricca
di natura fa pensare
all’assoluto e all’amore.
E mi viene in mente che
se sapessi dipingere o
comporre in musica o
in poesia, in quel posto
nascerebbe
sicuramente
qualcosa
di
intenso.
Laggiù…
a cura di
MARINA CERNIA
VIAGGI & AVVENTURE
APPUNTI DI VIAGGIO
Fa un po’ strano immaginare che mentre da noi in novembre
le giornate si accorciano in buio sempre più incombente,
altrove si allungano fino a ingoiare la notte quasi del tutto.
Altrove, diciamo quasi dall’altra parte del mondo, al Polo Sud
per l’esattezza, nell’Antartico, in quel lembo di terra tra Cile
e Argentina, regione Patagonia, località Terra del Fuoco. Una
striscia di terra sempre più stretta, fino a scomparire nel mare, a
tratti ghiacciato, ma non in questa stagione, la migliore.
E’ ora, infatti che per quelle regioni che si trovano in prossimità
del circolo polare antartico, comincia la “bella stagione”.
Bellissima per alcuni tratti, il sole sorge prestissimo intorno
alle tre del mattino e tramonta a mezzanotte inoltrata. A
dicembre il buio dura ancora di meno, quasi niente, è una zona
d’ombra fulminea, dove la prospettiva della luce non cessa mai
di esistere. Non si cada nel tranello che siccome c’è la luce, c’è il
caldo. Il caldo anche ora, tra novembre e dicembre, è comunque
all’Antartico, un concetto relativo; se il termometro oscillerà tra
gli O e 15°, state tranquilli, siete proprio nella bella stagione.
Qui il clima è davvero importante, ma non solo. Colpisce il sole
onnipresente e va bene, ma letteralmente straluna il paesaggio.
Un paesaggio inaudito, finis mundi lo aveva definito il grande
viaggiatore, scrittore e amante di questi luoghi Bruce Chatwin.
La natura è vasta, quasi spettrale nella sua immensità, pare non
finisca mai e dove finisce, sembra che oltre non ci possa essere
più nulla.
Il mare sollecita l’idea dell’infinito, non fosse che per la vista
di enormi e simpatici animali che ci riportano alla vita. I leoni
marini, le foche sembrano comprendere questo loro ruolo
salvifico nei confronti dei visitatori increduli. Emettono rumori
rauchi e si mostrano in piroette confortanti. Non siete soli e non
è la fine del mondo, sembrano rassicurarci. E’ facile credere agli
animali e al rosso, al rosa, al giallo oro della Terra del Fuoco.
PA
TA
GO
NI
A!
Guide e letture
Da Capo a Capo. Dalla Terra del
Fuoco in Alaska in autobus di Daniele
Rucco, Greco e Greco
Patagonia e Terra del Fuoco di Antonella
Carri e Alfonso Anania, Vallardi
La terra del fuoco di Sylvia Iparraguirre,
Einaudi
Un bellunese in Patagonia di
Alfonso Lentini, Stampa
Alternativa
Siti per viaggiare
www.h2opatagonia.com
www.viaggigiovani.it/argentina
http://www.tour2000.it/viaggi-Patagonia.htm
http://www.patagonia-argentina.com/
http://www.patagoniaworld.it/
viaggi.asp
AP
AT
OG
IN
!A
a cura di
MONICA MARIOTTI
a
#
#
#
#
U
n
i
v
e
r
s
a
l
d
w
e
i
s
e
r
#
#
#
#
I
k
e
M
e
d
i
a
s
e
t
#
#
#
#
B
u
t
#
#
#
#
S
h
e
e
l
#
#
#
#
k
e
#
#
#
#
M
i
c
r
o
s
o
f
i
p
M
o
r
r
i
s
#
#
#
#
N
i
a
C
o
l
a
#
#
#
#
#
P
h
i
l
N
e
s
t
l
è
#
#
#
#
#
C
o
c
SOCIALE E VOLONTARIATO
>>> parte seconda <<<
Contro la Coca Cola Company
Una delle campagne di boicottaggio più
conosciute e diffuse è sicuramente quella
contro la Coca Cola Company che ormai
da anni viene abilmente condotta ed
organizzata dal sindacato colombiano
Sinaltrainal. In Italia la REBOC (Rete
Boicottaggio Coca Cola) ha raccolto
l’appello dei sindacalisti colombiani
coordinando ed organizzando la campagna nel nostro paese.
Questa campagna di boicottaggio internazionale è cominciata
nel 2003 quando il sindacato colombiano denunciò le gravi
violazioni dei diritti umani e sindacali attuate in Colombia dai
paramilitari su mandato della multinazionale di Atlanta e con la
copertura del Governo e delle forze dell’ordine colombiane.
In particolare la Coca Cola Company è accusata di essere la
mandante di 8 assassini, di numerosi sequestri, trasferimenti
forzati, false denunce e intimidazioni nei confronti dei
lavoratori che operano nei suoi stabilimenti colombiani, al fine
di eliminare il sindacato. Per rispondere a tali gravi intimidazioni,
il Sinaltrainal ha appunto lanciato una campagna internazionale
di boicottaggio dei prodotti della multinazionale americana.
Oltre al boicottaggio il Sinaltrainal ha anche intentato una
causa legale contro Coca Cola Company negli USA presso la
Corte del Distretto Sud della Florida. Nel Marzo 2003 il giudice
della Corte Federale della Florida ha ritenuto che le prove
presentate fossero sufficienti per mandare avanti il processo nei
confronti delle imprese imbottigliatrici colombiane della Coca
Cola Company.
Aderire alla campagna di boicottaggio è semplice: basta non
acquistare più i prodotti della Coca Cola Company. Per chi volesse
è anche possibile raccogliere le firme di adesione al boicottaggio
e inviarle per posta alla REBOC. Il modulo da riempire si può
scaricare dal sito www.noncocacola.info.
Mentre il boicottaggio ha lo scopo di far diminuire le vendite
ed i profitti dell’azienda per indurla a cambiare atteggiamento
nei confronti dei lavoratori, la raccolta delle firme ha il valore di
atto di solidarietà nei confronti di quei sindacalisti colombiani
che rischiano la vita ogni giorno, è un modo concreto per fargli
sapere che sempre più gente appoggia la loro lotta. A noi è
richiesto solo un piccolo sforzo quello di non comprare più quella
bevanda che sin da piccoli siamo stati abituati a consumare,
questo piccolo gesto potrebbe contribuire a migliorare, e forse
anche, a salvare la vita di chi si batte semplicemente per avere
un dignità nel posto di lavoro.
Anche se sempre più realtà private e pubbliche, nel corso degli
anni, hanno aderito alla campagna di boicottaggio contro la
Coca Cola Company, molti comuni, municipi, enti locali, mense,
ristoranti, università hanno, infatti, bandito i prodotti della
multinazionale dalle loro strutture; purtroppo, ad oggi, questo
boicottaggio non ha raggiunto tutti gli effetti desiderati.
Peccato che attraverso l’azione di boicottaggio non si sia riusciti
ad impedire alla Coca Cola Company di essere lo sponsor delle
Olimpiadi Invernali di Torino nel 2006 anche se il Comune di
Torino ha recentemente aderito alla campagna di boicottaggio
contro la multinazionale.
Contro la Nestlè
30 Dolce Vita
Secondo l’UNICEF un milione e mezzo di
bambini muoiono ogni anno poiché non
vengono nutriti con il latte materno, molti
altri milioni si ammalano seriamente per
lo stesso problema. L’allattamento al seno
materno fornisce il migliore inizio alla vita per tutti i bambini,
ma in una società di poveri costituisce un’indispensabile fonte
di sopravvivenza. Le società che producono latte per bambini
promuovono il loro prodotto presso mamme ed operatori
sanitari, poiché si rendono conto che, se non riescono a
far attecchire l’allattamento artificiale, non fanno affari.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’UNICEF
hanno un Codice Internazionale che proibisce ogni forma di
promozione di latte per bambini. La Nestlè viola questo codice
più frequentemente delle altre aziende sue concorrenti. Questo
il motivo principale, ma non l’unico, per cui da anni è in corso
una campagna internazionale di boicottaggio contro questa
multinazionale.
I fatti di cronaca di questi giorni riguardanti la contaminazione
del latte per bambini prodotto dalla Nestlè dimostrano l’assoluta
disonestà di questa azienda che non esita ad intossicare i bambini
pur di non perdere i suoi profitti. Sembra appunto che la Nestlè
pur sapendo della tossicità del suo latte non abbia esitato a
commercializzarlo. Migliaia di bambini italiani, e non solo,
hanno ingerito latte contaminato da una sostanza denominata
ITX i cui effetti sul corpo umano non sono ancora noti. Credo che
non esista motivazione più convincente a farci capire quanto sia
giusto boicottare questa multinazionale, non fosse altro che per
salvaguardare la nostra salute.
In passato le azione di boicottaggio dei prodotti Nestlè hanno
prodotto alcuni effetti, la multinazionale svizzera ha cercato di
rifarsi una faccia iniziando a produrre del caffè Equo e Solidale,
un azione effimera per sviare l’attenzione dai continui soprusi
della sua arrogante politica aziendale.
Contro la Nike
Forse la campagna di boicottaggio contro
questa multinazionale dell’abbigliamento
sportivo rappresenta l’esempio più importante
di quanto sia efficace questo tipo di lotta.
La campagna di boicottaggio e le ripetute
denunce dei mezzi di informazione contro la
politica lavorativa della Nike - che Secondo
l’AAFLI (Istituto Asiatico-Americano per il Lavoro Libero) viola
ben 12 leggi nazionali, tra cui quelle sul salario minimo, il lavoro
minorile, gli straordinari, gli orari di lavoro, l’assicurazione,
l’organizzazione sindacale e i licenziamenti – hanno indotto il
grande capo in persona, Phil Knight, fondatore, primo azionista
e amministratore delegato del gruppo americano ad annunciare
una serie di iniziative per migliorare le condizioni dei lavoratori
in Asia. L’impegno più importante preso da Knight è stato
quello di innalzare da 14 a 18 anni l’età minima dei lavoratori
nelle fabbriche di calzature e portare a 16 l’età minima di tutti
gli altri lavoratori impiegati nella produzione di abbigliamento,
accessori e attrezzature Nike. Questa iniziativa, insieme ad
altre, rappresentano sicuramente un successo dell’azione di
boicottaggio che ha fatto perdere, nel corso degli anni, cospicui
guadagni alla multinazionale americana inducendola così a
mutare politica.
Molte sarebbero le iniziative di boicottaggio in corso che
dovrebbero essere ricordate e sostenute da tutti noi. Ne
abbiamo descritte solo alcune, le più note, quelle condotte
contro marchi conosciuti e commercializzati in ogni angolo
del mondo. Degli esempi, dunque, solo per ricordare che
in questo “sistema mondo” dove ogni giorno le libertà ci
vengono progressivamente erose occorre costantemente
essere consapevoli e lottare con intelligenza anche contro
chi apparentemente sembra imbattibile.
a cura di
MARCO MATTIUZZO
GIURISPUDENZA E LEGGI
ISTIGAZIONE, PROSELITISMO ED INDUZIONE
ALL’USO ILLECITO DI SOSTANZE STUPEFACENTI
ANALISI DI UN REATO POCO CONOSCIUTO
Si tratta di un triplice reato di cui si conoscono pochi casi in
quanto i Tribunali, nelle loro rare pronunce, hanno per lo più
assolto gli imputati.
L’intento di questo articolo è quello di informare i lettori di
Dolce Vita sulle disposizioni in esso contenute.
Innanzitutto, per comprendere un qualsiasi reato, occorre
conoscerne il testo. Per praticità, lo si riporta di seguito:
Articolo 82 Decreto Presidente della
Repubblica n. 309 del 1990
(“Testo unico leggi sulle sostanze stupefacenti
e psicotrope”)
Istigazione, proselitismo e induzione al reato di persona
minore
1) Chiunque pubblicamente istiga all’uso illecito di sostanze
stupefacenti o psicotrope, ovvero svolge, anche in privato,
attività di proselitismo per tale uso delle predette sostanze,
ovvero induce una persona all’uso medesimo, è punito con la
reclusione da uno a sei anni e con la multa da lire due milioni
a lire dieci milioni.
2) La pena è aumentata se il fatto è commesso nei confronti
di persone di età minore ovvero all’interno o nelle adiacenze
di scuole di ogni ordine e grado, di comunità giovanili o di
caserme. La pena è altresì aumentata se il fatto è commesso
all’interno di carceri, di ospedali o di servizi sociali e sanitari.
3) La pena è raddoppiata se i fatti sono commessi nei
confronti di minore degli anni quattordici, di persona
palesemente incapace o di persona affidata al colpevole per
ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di
custodia.
4) Se il fatto riguarda le sostanze di cui alle tabelle II e IV
previste dall’art. 14 le pene disposte dai commi 1, 2 e 3 sono
diminuite da un terzo alla metà
Orbene, in primo luogo dalla lettura del primo comma si
comprende che i comportamenti vietati sono tre: istigazione,
proselitismo ed induzione.
Analizziamoli singolarmente.
I) Istigazione.
L’istigazione si attua attraverso espressioni, verbali o scritte, che
debbono essere idonee ad esortare una o più persone all’utilizzo
di sostanze stupefacenti. Il reato deve avere il requisito della
pubblicità, cioè il messaggio deve essere diretto a più persone.
E’ possibile commetterlo:
a) attraverso la stampa (giornale, libro) oppure con altro mezzo
di propaganda (televisione, radio, internet);
b) in luogo pubblico (parco pubblico) o aperto al pubblico (bar)
alla presenza fisica di almeno tre persone;
c) in una riunione che, per il luogo in cui è tenuta, o per il
numero degli intervenuti o per lo scopo od oggetto di essa,
abbia il carattere di riunione non privata.
La Corte di Cassazione, con sentenza 16041del 2001 ha ritenuto
sussistere il reato di istigazione quando chiunque abbia, sul piano
soggettivo, l’intento di promuovere tale uso e, da punto di vista
materiale, di fatto si adoperi, con manifestazioni verbali, con
a cura dell’
AVV. ANGELO AVERNI
scritti, o anche con il ricorso ad un linguaggio “simbolico”. Nella
specie, la Corte ha assolto gli imputati che avevano distribuito
davanti ad un istituto scolastico volantini pro-legalizzazione
della pianta di cannabis con sopra scritto “piantatela”.
II) Induzione.
Il concetto di “induzione” è definibile come la condotta
comprendente qualsiasi forma di pressione idonea ad
influenzare la formazione dell’altrui volontà.
Secondo alcuni studiosi di diritto penale (Amato, Fidelbo, Di
Gennaro) si avrebbe induzione quando chiunque:
determini l’assunzione di sostanze stupefacenti in chi non era
determinato;
rafforzi il proposito di assunzione di stupefacenti nell’ipotesi in
cui il proposito fosse già presente nella persona;
agisca in modo tale da far persistere dall’uso illecito di
stupefacenti la persona che se ne voleva allontanare.
Per quanto riguarda l’applicazione di questo reato, va detto
che di recente, la Corte di Cassazione con sentenza n. 26074 del
2004 ha assolto chi ha favorito l’uso di sostanze stupefacenti
aiutando una persona amica ad iniettarsi una dose di eroina
in quanto ha ritenuto tale comportamento qualificabile come
favoreggiamento e non come induzione.
Si ricorda che il favoreggiamento non è più previsto come reato
dal 1990.
Nello stesso senso alcuni anni fa il Tribunale di Piacenza, con
sentenza del 29.11.1993, aveva ritenuto che il fatto di colui che
abbia favorito la propria compagna ad iniettarsi una dose di
eroina, fornendole il materiale ausilio del sorreggimento del
braccio ed abbia predisposto come laccio emostatico la stringa
di una scarpa, non rientra nell’ipotesi di induzione all’uso
di stupefacenti, ma in quella di favoreggiamento, che non
costituisce più reato.
III) Proselitismo.
Tale concetto non è ben chiaramente definibile in quanto
gli stessi studiosi di diritto penale, che si sono soffermati ad
analizzare la fattispecie, hanno ritenuto che si tratta di una
condotta che ha un notevole margine di ambiguità, essendo
posta idealmente in un ambito che si colloca a metà tra
l’apologia (Abrogata con L. 25.6.1999, n. 205 articolo 18, co. 1) e
l’istigazione (Patalano).
Secondo altra definizione, per “proselitismo” si intende il
comportamento di chi svolge un’opera di persuasione a seguire
il proprio esempio sulla base di argomentazioni ideologiche,
spirituali o fideistiche.
La condotta di proselitismo è caratterizzata a proporre un
modello di comportamento o uno stile di vita che appaia
intimamente legato all’uso illecito degli stupefacenti.
Il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, con sentenza del 6.2.1997,
ha mandato assolto un minorenne che aveva ripetutamente
insistito nella cessione di sostanza stupefacente ad altro
soggetto, in quanto con quel comportamento l’imputato non
avrebbe influito sull’altrui volontà.
In conclusione, sebbene appaiono molto rare le condanne emesse
in base a questo triplice reato, tuttavia in quest’ultimi anni si
sta assistendo ad una riscoperta da parte della magistratura
inquirente di queste leggi con conseguente apertura di
procedimenti penali a carico di persone che commercializzano
semi di cannabis e derivati.
Dubbi e domande riguardanti leggi, sanzioni o altro?
Scrivete a [email protected]
L’avvocato Averni risponderà alle vostre domande e pubblicheremo
il tutto sui prossimi numeri della rivista.
Dolce Vita
31
PRETI, SUORE
ED ERRORI DIABOLICI
a cura di GIORGIO SAMORINI
In Italia – paese di papi e di “timorati di Dio” – accade con una
certa frequenza che preti, suore o devoti cattolici rimangono
vittime di un errore di identificazione di funghi, e invece di
mangiare funghi eduli mangiano l’Amanita muscaria. Ciò
che appare statisticamente strano è che questi religiosi non
confondono i funghi eduli con l’Amanita phalloides o altri
funghi velenosi – come fanno tutti gli altri bravi intossicati da
funghi -, bensì con un fungo allucinogeno!
Stando alle mie polverose ricerche di biblioteca, questo errore
diabolico sembra presentarsi da almeno tre secoli. Ad esempio,
nell’ottobre del 1789 sette donne stanno trascorrendo un
periodo di ritiro spirituale presso un convento nella città di
Verona. La suora cuoca prepara un piatto povero a base di umili
funghi dei boschi, adatto alla dimensione meditativa del ritiro
spirituale. Un errore di identificazione, un errore banale ma
dalle profonde valenze storiche, trasforma il pranzo di mezzodì
in una comunione collettiva a base di Amanita muscaria. Dopo
un paio d’ore, quando già tutte ritiratesi nel silenzio meditativo
delle proprie celle di clausura, da una di queste fuoriesce una
fragorosa risata che rimbomba per tutto il convento. Questa fa
innescare scoppi di risa in una cella attigua, e mentre le prime due
donne si cimentano in un irrefrenabile duetto di risate, da una
terza cella ne fuoriesce un’altra seminuda che si mette a correre
“qua e là baccante per il chiostro e con ampi sorrisi salutava le
suore che la rincorrevano per tutto il convento”. Un’altra donna
è in ginocchio davanti a una statua di Sant’Antonio e con le
mani congiunte domanda di confessarsi. E’ il caos nel convento,
un correre ovunque per fermare le “indemoniate” che durerà
fino a tarda sera, sotto il rimbombo delle incessanti risa che
fuoriescono da un paio di celle di donne che non ci pensano
nemmeno ad aprire dall’interno il pesante chiavistello delle loro
porte, troppo concentrate nel botta/risposta delle loro risate.
Pochi anni dopo, nel 1795, gli effetti dell’Amanita muscaria
si fanno sentire in un convento di Pavia, dove alcuni frati,
in seguito alla solita scorpacciata di funghi ritenuti eduli,
“ebbero turbamenti nel sistema nervoso, manifestando bizzarri
comportamenti libidinosi”.
Un paio d’anni prima un certo abate Giardini era stato vittima
32 Dolce Vita
nella medesima città del famigerato errore di identificazione,
l’errore diabolico – in quanto ritenuta opera del demonio.
Nel rapporto del frate superiore, scritto nel 1793, è riportato:
“L’abate Giardini passeggiava per la chiesa assorto in una specie
d’estasi, affermava di sentirsi ‘tutto spirito’, era sbigottito,
mille immagini gli occupavano la mente”. Ma non sembra che
questo frate si sia fatto imbrogliare più di tanto e, riconosciute
da bravo professionista le visioni a cui era soggetto come opera
del demonio, uscì dalla chiesa e si ficcò due dita in gola per
procurarsi il vomito.
Non sapere che i funghi che si stanno mangiando sono
allucinogeni può portare a interpretazioni deliranti di ciò che si
prova nella mente, ma può anche innescare esperienze estatiche
e mistiche molto profonde – specie fra i credenti religiosi
–, che più raramente possono accadere fra i consumatori
intenzionali di questi funghi. E’ come se la “conoscenza” dei
funghi allucinogeni limitasse le potenzialità più propriamente
enteogeniche (“rivelatrici della divinità”) dei funghi.
In alcuni culti religiosi enteogenici del passato la conoscenza
del “fattore enteogeno” era mantenuta celata ai fedeli e
segretamente tramandata dalla casta prelatizia. Secondo alcuni
studiosi ciò si sarebbe verificato nei Misteri Eleusini dell’antica
Grecia, dove il “Segreto dei Segreti”, cioè la reale composizione
della bevanda sacramentale del ciceone, era rigidamente
controllato da alcuni lignaggi familiari patrizi. Oltre a ovvi
motivi di potere, gli ierofanti (preti) eleusini forse ritenevano
che se avessero reso di pubblico dominio la realtà di una droga
psicoattiva come fattore scatenante le visioni beatifiche dei
partecipanti, queste avrebbero perso in potenza e “purezza”. E’
probabile che la parte più intima del concetto di profanazione
degli antichi culti misterici riguardava proprio il far sapere o il
non far sapere a un iniziato che le sue esperienze erano frutto
dell’assunzione di un enteogeno.
Tornando alle esperienze accidentali con Amanita muscaria,
riporto un caso dalle statistiche di 50 anni fa. Nel 1956 un’intera
famiglia di sette persone rimase intossicata in seguito a una cena
collettiva a base di errore diabolico. Finirono tutti al pronto
soccorso fra risate irrefrenabili e conati di vomito. In breve tempo
si ristabilirono e furono dimessi, ad eccezione di una donna che
manifestava ancora profondi segni di “instabilità psichica” e
che fu quindi ricoverata nella clinica psichiatrica di Roma. La
donna rimase per un paio di giorni “in stato confusionale”,
come riportano i medici che seguirono il caso. Ma leggendo con
attenzione il resoconto si intuisce che lo “stato confusionale”
è un’etichetta riduttiva per una potente esperienza mistica.
La donna camminava lungo la corsia a mani congiunte e occhi
rivolti verso l’alto, affermava di vedere la Madonna, che le diceva
di averla guarita da un cancro allo stomaco, sentiva una voce
celestiale e percepiva un profumo di rose che accompagnavano
la visione di Santa Rosa.
La donna non aveva mangiato più funghi degli altri familiari,
ma era – unica in tutta la famiglia – cattolica molto devota, una
“timorata di Dio”. Vedere la Madonna, sentire voci celestiali
e un profumo di rose sono tre elementi caratteristici delle
grandi esperienze mistiche cattoliche. Del resto, l’allucinazione
di vedere la Madonna è un concetto superficiale ed estraneo
all’esperienza di colui che la sta “vedendo” con tutto l’impatto
emotivo che l’accompagna: si tratta più propriamente di
un’apparizione.
Spesso l’elemento disturbante di queste esperienze è la loro
medicalizzazione. In un caso simile di errore diabolico, registrato
alcuni anni fa a Milano, il paziente, in evidente stato di estasi e
O
L
A
Letture consigliate:
www.psicoattivo.it
www.samorini.net
ATTUALITA’ E ANTIPROIBIZIONISMO
ConFiniZero è un cartello ampio ed eterogeneo che rappresenta
ampi settori della società civile, dagli operatori alle associazioni
del settore, dai partiti al sindacato, dai centri sociali ai liberi
consumatori e a tutti quelli convinti che sia ora necessario attivarsi per
dire no al disegno di legge sulle droghe firmato da Fini.
In data 07 novembre 2005 il cartello ConFiniZero ha richiesto un
incontro con i parlamentari dell’Unione per discutere attorno al nuovo
disegno di legge sulle droghe presentato da Fini e alle dichiarazioni
di Giovanardi che intende farlo approvare dal Senato in una versione
ridotta prima del prossimo appuntamento elettorale.
In questo incontro al Senato si è discusso dell’esigenza di fare chiarezza
sui pericoli veicolati in questa legge, sulle contraddizioni proprie
di ogni provvedimento proibizionista, ma soprattutto per porre
l’attenzione su un diverso approccio possibile ai problemi legati al
consumo di sostanze.
Il concetto da cui prende forma questo decreto, ovvero la
criminalizzazione del consumatore, la messa in discussione della sua
libertà di scelta, ma anche di cura, calpesta il referendum popolare
del ‘93 che già 10 anni fa, aveva sancito la non punibilità penale del
consumo.
delle unità di strada, attraverso le strategie della riduzione del danno,
limita gli effetti negativi dovuti al mercato nero e all’abuso di sostanze.
Rispetto a metodi alternativi e alle sperimentazioni in atto
negli altri paesi europei, invece di promuovere i servizi orientati
a pratiche non coercitive, questa legge si basa su pericolose
falsità antiscientifiche: la marijuana rende schizofrenici, non ha effetti
terapeutici, il metadone nuoce ai tossicodipendenti.
Già a causa dell’attuale legge quasi il 40% della popolazione
carceraria è detenuta per reati connessi alle droghe; se questa legge
trovasse applicazione, sarebbero gravemente inasprite le vessatorie
sanzioni amministrative che limitano le libertà personali.
Una legge che metterebbe in galera altre decine di migliaia di persone
che fumano marijuana o che ne assimilano il principio attivo per uso
terapeutico, aggravando così ulteriormente la già vergognosa condizione
di sovraffollamento delle carceri e ignorando l’imminente necessità di
attuare misure alternative alla detenzione per i tossicodipendenti.
Una legge che fa comodo ai narcotrafficanti che si arricchiscono sul
proibizionismo, mentre sulla scia dell’ennesima caccia alle streghe, i
governi muovono guerre globali sventolando anche il vessillo della “war
on drugs” planetaria.
CARTELLO CONFINI ZERO
Dietro la legge appare infatti chiara una più generale volontà di vietare
e punire prima ancora del consumo, il comportamento e lo stile di vita di
una cospicua parte della popolazione.
Segue poi l’abolizione della distinzione tra droghe leggere e pesanti;
un’ulteriore modifica in linea con la precedente che getta in unico
calderone tutte le sostanze, alimentando la propaganda terroristica
della ‘tolleranza zero’.
Il disegno di legge svilisce il ruolo del servizio pubblico, scatenando una
competitività sfrenata tra strutture pubbliche e private, umiliando e
mortificando il lavoro e l’esperienza di chi, come gli operatori dei Sert e
Dolce Vita
33
G
di grazia, diceva ripetutamente ai medici che incontrava nella
corsia dell’ospedale presso cui era stato ricoverato: “E’ il più
bel giorno della mia vita”. E’ assai probabile che, nonostante la
situazione sfavorevole in cui si trovava – in un ospedale – quello
fosse veramente per lui il più bel giorno della sua vita.
La frequenza con cui le esperienze entoegene fungine
– così radicate nell’inconscio collettivo occidentale e così
ancestralmente associate alle esperienze religiose – si presentano
negli ambienti mentali di religiosi e devoti cattolici italiani, è
strana e dà da pensare.
Un’altra categoria professionale particolarmente colpita dagli
effetti non ricercati delle Amanite psicoattive parrebbe essere
quella dei militari. Potrebbe nuovamente non essere una
semplice casualità, se si considera l’uso storico di questi funghi
come droga da guerra, come nel caso dei Vichinghi berserk.
Gli Annali Militari italiani degli ultimi due secoli riportano non
pochi casi di soldati semplici che trattano con offensiva ilarità i
superiori e che per questo vengono puniti dal codice militare,
ma in seguito assolti poiché dichiarati “incapaci di intendere e
di volere” per essere stati vittime dell’errore diabolico, cioè di
un’intossicazione accidentale con Amanita muscaria.
Sembra che negli eserciti tedeschi e dell’Europa settentrionale
ciò si verifichi con maggior frequenza, aumentando
considerevolmente in tempo di guerra. Cito come esempio un
caso italiano verificatosi recentemente in una caserma alpina
e riportato nella rivista Pagine di Micologia (vol. 17, 2002, p.
184). Nel corso di un’esercitazione nel bosco, un sottotenente
si imbatte in un ciuffo di muscaria che confonde con Amanita
caesarea. Le raccoglie e ne prepara un piatto che offre per cena
agli ufficiali superiori. Un sergente maggiore, che ne aveva
mangiato in quantità, fu ritrovato allo spaccio che urlava agitato
“Fatemi uscire!” e ripetutamente cercava di uscire da una porta
immaginaria e si scontrava contro il muro.
MR NICE SEEDBANK
The Choice of
the connoisseurs
Mr Nice Walkabout • Mr Nice Shit • Mr Nice Spice
Mr Nice Critical Mass • Mr Nice Black Widow
Mr Nice Dreamtime • Mr Nice Early Queen
Mr Nice Medicine-Man • Mr Nice Super Silver Haze
Mr Nice Devil • Mr. Nice Shark Shock
Mr Nice La Niña and other strains...
Call or fax for more information:
00 41 91 6306770 or e-mail:
[email protected] or
[email protected]
All Mr Nice Seed strains are suitable for medicinal use and are grown without use of harmful toxines
Come Usare Gli Psichedelici
SENZA FARSI MALE
a cura di
GILBERTO CAMILLA
Presidente della SISSC
Spesso, nel corso di dibattiti pubblici, mi viene chiesto se esiste un modo
per usare le sostanze psicoattive con la relativa sicurezza di “non farsi
male”.
Provocatoriamente potrei rispondere: sì, esiste un modo per non farsi
male con le sostanze, per non dover pagare un prezzo troppo alto per
aver giocato aprendo le “porte della percezione”. E’ quello di non
usarle.…
Provocazioni e scherzi a parte, io sono profondamente convinto che
esista un modo saggio di utilizzare queste sostanze, così come sono
profondamente convinto che la modalità comune, tranne le inevitabili
eccezioni, sia abbastanza sconsiderata, demenziale o per lo meno troppo
edonistica e mercantilistica per essere considerata saggia.
Mi permetto allora di sottoporvi una serie di fattori da tenere in
considerazione quando si vogliono usare gli psichedelici in una maniera
se non benefica, per lo meno non dannosa. Credo che quasi tutti questi
fattori li conosciate, ma credo anche che valga la pena di continuare
a ripeterli, nella speranza che una sempre maggior comprensione di
questi temi possa aiutare a instaurare un intelligente rapporto con le
sostanze.
Il primo elemento, quello da tutti riconosciuto come fondamentale nel
determinare la qualità dell’esperienza, è il cosiddetto Set & Setting.
Set è l’insieme delle variabili legate alla personalità di un determinato
soggetto: il suo bagaglio culturale e sociale, le sue motivazioni e le sue
aspettative, la sua struttura psichica, la sua educazione, il suo stato
emotivo; Setting è invece l’ambiente più propriamente “fisico” nel
quale avviene l’esperienza: il luogo, le condizioni ambientali, le persone
che partecipano o assistono all’esperienza, e così via. Modificando il set
o il setting (o entrambi) si avrà, pur usando una stessa sostanza, un
risultato diverso, a volte addirittura opposto. Il secondo elemento è una
buona conoscenza della sostanza che si sta per usare.
Dei suoi effetti, della sua farmacodinamica. Ma anche dei rischi e dei
pericoli che comporta. Conoscere i dosaggi necessari per produrre
determinati effetti e rispettarli. Se una sostanza, prendiamo ad esempio
la MDMA, è attiva a partire da 50 mg. E raggiunge la pienezza degli
effetti intorno ai 120 – 150 mg. Usarne 200 mg. non ha alcun senso: è
solo stupido!
E questo ci porta al terzo elemento, cioè l’uso consapevole di una
determinata sostanza. Da questo punto di vista non esistono sostanze
“buone” contrapponibili ad altre “cattive”. Di tutte le droghe, come di
tutti i farmaci e di tutti i cibi, se ne può fare soltanto un uso corretto o
un abuso. Ad esempio la marijuana è forse il farmaco più efficace nella
cura del glaucoma; l’LSD e gli altri psichedelici possono essere impiegati
con risultati sorprendenti in psicoterapia e nel trattamento delle
tossicodipendenze. Stessa cosa vale per la famigerata MDMA, o Ecstasy.
Per contro l’uso di medicinali la cui importanza è oggi fondamentale,
come la morfina nella terapia del dolore, gli antibiotici e la stessa banale
aspirina, comportano rischi non indifferenti per la salute. Se un certo
numero di reazioni negative diventasse il criterio per la messa al bando
di un qualunque farmaco, state pur certi che sugli scaffali delle farmacie
non vedremmo neppure più una scatola di supposte per bambini!
Cosa voglio dire? Semplicemente che il problema non sta nell’uso, ma
nell’abuso. E di fronte all’abuso, indipendentemente dalle leggi, non c’è
nulla da fare. Sempre ci sarà chi abuserà di questa o quella sostanza, di
questo o quel farmaco, di questo o quel cibo.
Uno dei cavalli di battaglia dei Proibizionisti odierni è quello che, tolte le
leggi repressive si sprofonderebbe in un battibaleno in un’orgia di uso di
stupefacenti. Scusate, ma questa è una cretinata.
Perché legalizzazione o proibizione, tutti i tipi di droghe sono
profondamente e permanentemente radicati nella nostra cultura,
nel nostro modo di vita. Siamo già immersi in droghe legali e illegali,
disponibili a chiunque voglia procurarsele e possa permettersele.
L’illegalità di alcune ha generato soltanto un’esplosione di organizzazioni
criminali e di reati che non esisterebbero senza la loro illegalità.
Certo, è possibile che rimovendo le leggi sugli stupefacenti qualche
casalinga frustrata si avventuri a fare un tiro di cocaina, o qualche
timido bancario voglia provare l’ebbrezza del “viaggio” psichedelico,
ma in generale, l’abuso di sostanze non sarebbe peggiore di quello
attuale, e dopo una possibile ma non certa, sperimentazione iniziale, le
cose ritornerebbero al loro naturale equilibrio.
Vorrei concludere con una valutazione del così detto “problema droga”
in chiave psico-antropologica. Le finalità e gli usi delle sostanze chimiche
in grado di modificare la coscienza da parte delle società tradizionali e
dei Paesi industrializzati sono molto diversi, così come sono diversi i modi
con cui le sostanze stesse sono vissute e gli effetti che ne derivano.
Nel mondo tribale e pre-industriale le piante allucinogene sono “piante
sacre”; vengono considerate alla stregua di esseri viventi dotati di
attributi soprannaturali, in grado di fornire ad alcuni individui prescelti
–gli sciamani- una specie di ponte attraverso l’abisso che separa questo
mondo da quello degli dei. In queste società si crede che queste piante
siano essenziali per il benessere dell’individuo e della collettività;
l’esperienza visionaria, i concetti che culturalmente ne derivano e ne
determinano l’interpretazione sono del tutto coerenti con i sistemi
tradizionali filosofici, religiosi ed etici; questi, a loro volta, valorizzano e
persino incoraggiano l’approccio individuale con le forze soprannaturali
e il confronto con esse.
E’ dimostrato dall’archeologia che tutte le comunità che usano ancora
oggi piante allucinogene lo hanno fatto per secoli e per millenni.
Possiamo allora affermare che le “piante sacre” hanno contribuito
a formare la storia della cultura, poiché è proprio nell’esperienza
visionaria che l’individuo afferma dinanzi a sé stesso la validità delle
tradizioni tribali a lui giunte oralmente dai vecchi padri fin dall’infanzia.
Le piante sacre servono a dare valore e rendere vera una cultura, mai per
fornire un momentaneo mezzo di evasione.
Uno sciamano messicano disse un giorno ad un antropologo americano
che gli Huicholes prendono il peyote per imparare come si diventa
veramente Huichole. L’LSD, la mescalina, la psilocibina o quant’altro,
vengono usate in Occidente per scopi ben diversi che per “imparare a
diventare” Italiano, o Francese, o Americano….
Come mai sostanze uguali hanno effetti così diversi in ambienti culturali
diversi? Come mai presso alcuni popoli sono venerate da millenni
come sacre, benevoli e fondamentali, mentre presso altri popoli sono
considerate così “malefiche” e “pericolose” che il solo fatto di possederle
rappresenta un grave reato?
E’ chiaro che la variabile risiede nella società, e non nella chimica di
queste sostanze. E’ la cultura e i suoi stereotipi che rendono legale
e moralmente accettabile una droga sociale -l’alcool- e inaccettabile
un’altra -la cannabis- non certo le caratteristiche chimiche dell’una o
dell’altra. Le droghe che danno dipendenza fisica, come l’eroina, sono
ben diverse da quelle che non danno dipendenza, eppure sono tutte
inserite nella stessa tabella legislativa…..
Finché non verrà accettata da tutti (la gente, i consumatori, i ricercatori,
i legislatori, fino all’ultimo poliziotto) una visione che integri biologia e
antropologia, farmacologia e psicologia, esisterà sempre un problema
droga. E finché esisterà un problema droga l’abuso di certe sostanze
non cederà né alle leggi più repressive né ai più massicci stanziamenti
economici per la “riabilitazione”…
Se questo mio discorso fosse infondato, allora perché ci si preoccupa di
più della cannabis che non degli effetti della nicotina?
Senza sottovalutare la serietà del problema attualmente strombazzato
dai mass-media dell’Ecstasy, perché ci si preoccupa di più di una
sostanza che interessa una percentuale globalmente bassa di individui
che non delle proporzioni davvero massicce raggiunte dall’abuso di
alcool?
E se è vero che il danno sociale e personale prodotto dall’eroina è molto
alto, intimamente legato alla criminalità, alle rapine e alla prostituzione,
è altrettanto accertato che esiste una strettissima correlazione fra
alcool e omicidi, violenze su minori e bambini, con un costo sociale
immensamente più alto di quello attribuibile all’eroina….
Soltanto partendo da questi dati, credo, potremo aprire un dibattito
serio, costruttivo e senza isterismi: abbandonando i discorsi vuoti e
moralistici potremo iniziarne uno completamente radicale, che da un
lato coinvolga tutto l’apparato sociale ed economico qual è quello nel
quale giornalmente dobbiamo vivere, e dall’altro tenga conto di nuove
dimensioni di coscienza e di piacere.
Se un numero sempre maggiore di persone riconoscerà il valore positivo
degli stati modificati di coscienza, allora anche i mezzi per ottenere
queste “modificazioni” diventeranno agli occhi di tutti “normali”, e non
cose che riguardano solo i “selvaggi”, i “figli dei fiori”, i “depravati” e
tutti coloro che vogliono evadere dalla realtà quotidiana.
Dolce Vita
35
ENTOBOTANICA
iL KRATOM
Il 3 agosto 1943, il governo Tailandese promulga il Kratom
act 2486, con il quale dichiara illegale l’albero di Kratom,
richiedendo l’abbattimento delle piante esistenti e proibendone
la coltivazione. Questo provvedimento non ebbe alcuna efficacia,
dato che in Tailandia la pianta cresce spontaneamente ovunque.
Ad oggi la legge Tailandese classifica il Kratom allo stesso livello
della cocaina e dell’eroina: un’oncia di estratto è punibile con la
morte. Come per tutte le forme di proibizionismo nel resto del
mondo, questa legge ha solo avuto successo nell’incrementare i
prezzi del Kratom sul mercato nero. Kratom, Krathom, Ithang,
Kakuam, Thom o Ketum sono i nomi comunemente usati per
indicare la Mitragyna Speciosa Korth (il nome del genere deriva
dalla caratteristica forma a mitra degli stigmi), un albero della
famiglia delle Rubiacee che cresce spontaneo in Tailandia,
nelle foreste pluviali delle regioni tropicali e sub-tropicali
dell’Asia e nelle regioni paludose dell’Africa. L’albero di Kratom
può facilmente raggiungere e superare i 15 metri di altezza,
con un fusto eretto e molto ramificato, fiori gialli e foglie
sempreverdi ovali-acuminate. L’impiego tradizionale del Kratom
è caratteristico della Tailandia, e risale a tempi immemorabili.
Ancora oggi, infatti, è molto diffusa la credenza che chi fa uso
di foglie di Kratom sia un grande lavoratore, e in alcune regioni
i genitori preferiscono dare la figlia in sposa ai masticatori di
Kratom piuttosto che ai fumatori di Marijuana.
Chi ne fa uso, distingue le caratteristiche del Kratom in base
alle venature delle foglie: rosse o verdi/bianche. Pur essendo
queste ultime quelle con la più alta percentuale di alcaloidi,
viene generalmente preferita una mistura delle due tipologie.
Tradizionalmente la foglia di Kratom viene masticata fresca (o
seccata e poi reidratata), rimuovendo la venatura centrale e
aggiungendo del sale per prevenire la nausea, e bevendo poi
acqua calda o caffè. In alcune regioni viene utilizzata come
spezia nella cucina locale. Le foglie possono anche essere fumate
(anche se la dose efficace è troppo elevata per essere fumata con
facilità) o messe in infusione per fare un tè.
Un altro uso molto popolare consiste nella realizzazione di una
resina grezza ottenuta tramite la lenta bollitura delle foglie
fresche o secche. L’impasto che si ottiene viene poi plasmato
in piccole palline che vengono cosparse di farina e riposte fino
all’utilizzo. Il Kratom si usa nella medicina tradizionale come
rimedio per la dissenteria, come analgesico, per calmare la tosse
e per curare la dipendenza da oppio. Più raramente viene usato
per prolungare il rapporto sessuale. I tradizionali utilizzatori
del Kratom sono i contadini, e gli agricoltori, con un età
mediamente alta, che usano le foglie come stimolante/euforico
per aiutarsi nella quotidiana fatica del loro lavoro, mentre è
invece raro l’utilizzo tra le donne.
Ad oggi sono stati isolati oltre 40 alcaloidi presenti nella foglia
di Kratom, tra cui i predominanti sono 3 indoli e 2 ossindoli. I 3
indoli sono Mitraginina, Painantina, e Specioginina (i primi due
sembrano essere una caratteristica esclusiva della Mitragyna
Speciosa). I due ossindoli sono Mitrafillina e Speciofolina.
La Mitraginina, isolata per la prima volta da Hooper nel 1907 e
“battezzata” nel 1921 da Field, è l’alcaloide presente in maggior
quantità nella foglia di Kratom. La sua struttura chimica,
determinata nel 1964 da Zacharias, Rosenstein e Jeffrey, è simile
agli alcaloidi presenti nello Yohimbe (Corynanthe yohimbe) e
nel Voacanga (Voacanga africana) e, per certi versi, simile ad
alcuni principi attivi psichedelici basati sulle triptamine come la
36 Dolce Vita
psilocibina o l’LSD.
Nonostante questa somiglianza, non è stato riscontrato nessun
effetto psichedelico da parte degli alcaloidi presenti nelle foglie
di Kratom. L’effetto viene invece descritto come stimolante o
rilassante in relazione alla quantità assunta.
In piccole dosi (5 o 6 grammi) si percepisce una stimolazione
a livello mentale e fisico, a volte anche sessuale, una maggior
propensione verso i lavori manuali e monotoni, e verso i
rapporti sociali. Con l’aumentare della dose (10 grammi)
sopraggiunge l’effetto oppiaceo: resistenza al dolore (fisico
ed emotivo) rilassatezza, sonnolenza ed un generale stato di
“sogno da sveglio”. Gli effetti si percepiscono dopo pochi
minuti dall’assunzione e possono durare fino a 6 ore. Spesso si
percepisce una forte carica euforica il giorno dopo l’assunzione.
Alcuni studi effettuati dimostrano come l’utilizzo sporadico del
Kratom non dia assuefazione, ma in alte dosi e costante utilizzo
nel tempo può provocare effetti secondari quali secchezza
del cavo orale, perdita dell’appetito, sonnolenza, generale
costipazione e depressione del sistema nervoso centrale.
Oggi, il Kratom, viene attentamente studiato come rimedio
per combattere l’assuefazione da diverse sostanze: in Nuova
Zelanda è stato testato con successo per la disintossicazione
da metadone. Presso l’Istituto Nazionale della Medicina
Tradizionale Tailandese si stanno conducendo ricerche sulla
Mitraginina come rimedio per la dipendenza da oppio e per la
depressione. Altri gruppi di ricerca hanno condotto esperimenti
sulla Mitraginina, somministrando foglie di Kratom da fumarsi
ogni qualvolta il paziente manifesta crisi di astinenza per un
periodo di 6 settimane, ottenendo un graduale allontanamento
dagli stupefacenti.
Sebbene il Kratom sia utilizzato da tempi immemorabili dai
nativi della Tailandia, la scienza occidentale non se né mai
interessata. Le ricerche esistenti sono spesso apparentemente
contraddittorie, e la conoscenza della pianta stessa fuori dalla
Tailandia è limitata a pochi etnobotanici e ad alcuni ricercatori
farmacologi. La disponibilità di piante vive e foglie secche è
stata praticamente nulla fino a poco tempo fa.
Oggi il governo Tailandese sta prendendo in considerazione
l’abrogazione del Kratom Act, nello sforzo di aiutare i quasi
3 milioni di persone attualmente dipendenti dall’uso dello
“speed”. Recenti studi hanno infatti dimostrato che gli alcaloidi
presenti nella foglia potrebbero essere utilizzati come sostituto
organico delle metamfetamine, per facilitare il processo di
disintossicazione. C’e’ molto da imparare…
ALCUNI USI TRADIZIONALI DEL KRATOM TAILANDESE.
Tè di foglie: Il tè viene tradizionalmente preparato
bollendo a fuoco lento, per 15 minuti, 50 grammi di foglie
secche e tritate in 1 litro d’acqua. Dopo aver filtrato bene
il liquido (premendo bene le foglie in modo da ottenerne
più liquido possibile), si ripete il procedimento una seconda
volta. L’unione delle 2 bolliture viene poi unito e fatto
cuocere ancora a fuoco lento fino ad ottenere 100 ml di
liquido. Il tè così preparato viene a volte mescolato con una
parte di liquore (vodka, whisky o rum) per ogni tre parti di
tè di Kratom. In alcune regioni viene invece mescolato con tè
nero e miele, oppure tè di papavero rosso (Papaver rhoeas)
o di loto blu (Nymphaea caerulea). Il tè viene spesso assunto
fumando tabacco o cannabis.
Tè di resina secca: La resina secca (3-6 grammi) viene fatta
sciogliere in una tazza di acqua bollente. Il risultato è un
infuso molto amaro che viene edulcorato con molto miele e
a volte con l’aggiunta di un liquore dolce.
Resina morbida: La resina fresca di Kratom viene
solitamente disciolta in acqua come la resina secca, oppure
ridotta in piccole palline che vengono ingerite senza
masticarle.
Polvere fine o estratto: La polvere fine (5 o 6 grammi) o
l’estratto (1 o 2 grammi) si miscelano con succhi di frutta o
latte.
a cura di FABIO CARDONI
SEX & LOVE
il Kamasutra
Il Kamasutra è il più antico trattato indù sull’erotismo che
si sia conservato.Contrariamente all’opinione comune, il
Kamasutra non è un libro sulle posizioni nel rapporto sessuale,
bensì un trattato sull’arte di vivere: come trovare un amante,
come mantenere il potere nel matrimonio, i modi per commettere
adulterio, la vita da cortigiana o con una cortigiana, il consumo di
droghe e, fra le altre cose, anche le posizioni nel rapporto sessuale.
Le due parole che compongono il termine Kamasutra significano
rispettivamente «desiderio / amore / piacere / sesso» (kama) e
«trattato» (sutra).
Fu composto in sanscrito, l’idioma letterario dell’India antica.
Provare sempre nuove posizioni durante un rapporto sessuale,
rafforza la complicità e svela sensazioni inaspettate, perché la
sessualità ne ha di infinite.
Vi proponiamo di seguito alcune delle posizioni più originali del
kamasutra con tutti i pro e i contro.
LA POSIZIONE DELL’ALTALENA
La donna gira la schiena al suo compagno e può sedersi su di lui
poggiandosi sui piedi o mettendo le ginocchia sui due lati delle anche
del compagno, quest’ultima posizione favorisce un’ampia stimolazione.
Pro: Posizione che offre all’uomo un angolo di vista eccezionale
sulla penetrazione e un panorama molto eccitante sui glutei ed
la vagina della sua compagna. Grande ampiezza di movimenti
(soprattutto nella versione inginocchiata) per dare un grande
piacere all’uomo e portarlo rapidamente all’orgasmo. La
donna può facilmente fantasticare su partners immaginari.
Contro: L’angolo di penetrazione può essere poco confortevole per
alcuni uomini.
POSIZIONE DELLE FORBICI
Partendo dalla posizione di Andromaca, la donna si sbilancia all’indietro
fino ai piedi del compagno. Questa posizione è raccomandata per
ritardare l’eiaculazione del partner.
Pro:Permette una buona stimolazione manuale del clitoride.Vista
eccitante per l’uomo. Buona posizione per ritardare l’orgasmo maschile.
Contro:Esige una buona elasticità della donna.
POSIZIONE DELLA LUNA
Partendo da una posizione inginocchiata, l’uomo porta le gambe verso
le spalle della donna. Ambedue possono abbracciarsi e continuare la
stimolazione dando delle spinte simultanee ai loro bacini.
Pro: Posizione originale che permette una penetrazione profonda.
Buona stimolazione del clitoride data dall’osso pelvico dell’uomo.
Contro: Esige una buona agilità dell’uomo
IL MOVIMENTO DELLA RUOTA
LA POSIZIONE DEL BAMBU’
Partendo dalla posizione del missionario, la donna scivola una gamba
sulla spalla del suo compagno che simultaneamente porta il suo
ginocchio sul davanti.
Pro: Posizione divertente, originale e abbastanza acrobatica per le
coppie più audaci.
Contro: Stimolazioni limitate. Esige una buona elasticità da parte
della donna.
Ecco le tre tappe di questa posizione nella quale l’uomo deve girare
lentamente intorno alla compagna utilizzando il pene come asse. Il
ciclo può essere ripetuto più volte ed è buono per là sessualità tantrica.
Prima fase: I partners sono allungati nella classica posizione
del missionario. L’uomo è fra le coscie della donna e la penetra.
Seconda fase: L’uomo scivola successivamente la sua gamba
sinistra e poi la destra al di sopra della gamba destra della
compagna ed inizia a ruotare sulla sua verga intorno alla compagna.
Terza fase: L’uomo effettua un mezzo giro completo e piazza le
gambe sui due lati delle spalle della compagna. Una piccola pausa in
questa posizione per baciare i piedi della compagna per poi continuare
il ciclo e tornare nella posizione iniziale.
Pro: Posizione divertente e originale che permette di apprezzare una
grande diversità di sensazioni. Raccomandata per il sesso tantrico.
Contro: Stimolazioni limitate.Uscite involontarie assicurate per i
debuttanti.
fonte: ENJOINT.COM
PLEASE, TRY THIS AT HOME !-)
38 Dolce Vita
3 # 0 2 1 4
4 eMule:
2 3Peer
3 to3Peer
1
8 ai3massimi
6 0 livelli
7 7
5 4 7 9 4 4
0 5 6 4 5 5
9 8 9 # 0 0
1 0 3 0 9 9
2 9 8 2 1 1
3 3 4 1 3 3
4 4 0 9 4 4
8 6 2 4 7 7
5 7 9 # 5 5
0 0 4 1 9 8
1 2 3 9 0 1
9 3 0 4 1 2
2 4 9 # 3 3
3 5 1 2
4 7 0 3
8 9 4 8
5 1 9 5 1 0
Da sempre lo scambio dei dati è uno degli strumenti più
ricercati dagli utilizzatori di computer; con una grande rete
come Internet a disposizione è inevitabile pensare di sfruttarla
per lo scambio di materiale tra gli utenti: fu così che nel 1999
Napster vide la luce. Questo programma permetteva agli utenti
di condividere musica tra di loro, era il primo esempio di Peer to
Peer (abbr. P2P, è il nome dell’architettura di rete che permette
agli utenti di scambiare i files). La storia di Napster non fu molto
fortunata, l’inizio della fine iniziò a causa della denuncia al papà
del programma, Swan Fanning, da parte dei Metallica che lo
ritenevano un marchingegno di pirateria discografica: Fanning
riuscì a mantenere più o meno vivo Napster ma alla fine perse
la lotta contro le major, tra le quali Sony Music, Universal Music,
Warner Music, BMG e il gruppo EMI, vedendosi costretto a
interrompere definitivamente il file sharing nel Giugno 2001.
Ma Napster non fu solo un esperimento riuscito e represso, ai
giorni nostri è possibile utilizzare altri programmi di file sharing
ottenendo risultati ottimali con una semplice ADSL domestica:
in particolare questo articolo tratterà di uno dei più popolari
e, a mio avviso, meglio performanti software del settore, sto
parlando di eMule.
Questo software P2P si basa sulla rete eDonkey2000 (ed2k)
e garantisce performance in download (ricezione dei dati) e
upload (invio dei dati) davvero ottime; il client eMule si può
scaricare per sistemi operativi Windows, Linux, Mac e altre
piattaforme.
Il mio articolo vuole anche essere una guida per aiutarvi a
preparare un PC con eMule in modo efficace e rapido; tratterò
la soluzione più comune, cioè un sistema operativo Windows
con un processore Intel o AMD a 32bit: per prima cosa scaricate
la mod (versione modificata e migliorata del programma
originale) Sivka da questo indirizzo: http://www.emule-mods.de/
?mods=sivka. La scelta del file da scaricare dipende dal vostro
sistema operativo; aprite il file con WinRar (potete scaricarlo
da http://www.rarlabs.com se non lo avete installato) e copiate
il contenuto del file in una cartella a piacere (ad esempio c:
\eMule). Fatto ciò lanciate il programma emule.exe e seguite
il programma che vi guiderà alla configurazione di base; non
appena avrete terminato vi troverete davanti all’interfaccia
di eMule: a questo punto basta cliccare su ‘Preferences’ e
successivamente su ‘Folders’ per scegliere in quale cartella
salvare i files completati (incoming files) e in quale cartella
mantenere i files temporanei (temp files). Dovete inoltre
ricordare di indicare al mulo (questo è il nome amichevole del
programma) quali cartelle del vostro PC volete condividere in
rete. Per iniziare a scaricare dovrete prima collegarvi a un server;
per fare ciò andate sul sito http://ed2k.2x4u.de/index.html e in
corrispondenza della dicitura ‘Best Servers’ cliccare su ‘Add to
eMule’ per aggiornare eMule con la lista dei server migliori
(attenzione: questa operazione va effettuata con eMule aperto)
ricordando di evitare i vari server chiamati SonnyBoy, in quanto
si tratta di server-spia. I server migliori
sono quelli chiamati Razorback,
collegatevi sempre a questi ultimi
dalla finestra ‘Servers’ del vostro mulo
per avere i risultati migliori.
Come ultima accortezza da effettuare
per usare eMule al massimo senza
avere problemi di ID basso sui server
(quando si ha un ID basso il mulo
scarica a fatica e trova pochissimi files)
bisogna abilitare la porta 4662 TCP e
la porta 4672 UDP sul vostro FireWall
(programma che evita le intrusioni
8 5HIGH7 TECH
9 5 9
1 8 3 3 1 8
3
3
4
4
3
6
Navigare mantenendo l’anonimato:
4 Tor
4 e9Privoxy
2 4 7
5 7 5 5 7 1
9 5 8 # 6 3
+ 9 3 1 5 0
1 8 4 3 0 9
8 1 9 4 7 4
3 3 8 5 3 5
4 4 5 ì 5 8
5 7 7 1 8 1
9 5 1 3 7 0
8 9 9 4 0 0
1 8 3 8 9 9
3 1 8 7 4 3
4 3 4 5 8 4
7 4 7 8 5 8
5 5 5 9 7 5
9 9 1 1 1 390
sul PC) o sul vostro router: per fare ciò dovete necessariamente
consultare i manuali del prodotto che avete, in quanto le
soluzioni variano di caso in caso e non mi è possibile fornirvi un
metodo univoco per guidarvi in questo processo. Adesso il PC è
configurato: buona condivisione!
Per chi di voi sente l’esigenza di navigare senza lasciare tracce
in giro per la rete, ecco una semplice guida che vi permetterà
di installare un ottimo proxy (proximity server, è uno strumento
che ci permette di navigare in modo anonimo) sul vostro PC;
naturalmente i programmi usati sono gratuiti e non c’è bisogno
di acquistare licenze varie.
Tor è disponibile per Windows, MacOS e Linux, in questa guida
come per l’altra tratterò il caso più comune, cioè l’installazione
su un PC con Windows.
Il primo passo da effettuare è quello di scaricare i due programmi
che useremo: Tor (http://tor.eff.org/download.html.it) e
Privoxy (http://www.privoxy.org) cliccare su ‘Download
recent release’); fatto ciò lanciamo il programma di installazione
di Tor, si può cliccare sempre su ‘Next’ e lasciare tutte le opzioni
come sono, l’unica modifica applicabile è di selezionare ‘Run at
Startup’ se si vuole fare partire Tor all’avvio del PC.
Terminata l’installazione di Tor lanciare quella di Privoxy
(nessuna particolarità per l’installazione); ad installazione finita
cliccare su ‘Start’ (o premere il tasto Windows), selezionare
‘Programmi’, successivamente ‘Privoxy’, poi ‘Edit Config’ ed
infine ‘Main Configuration’: si aprirà una finestra del Blocco Note
con dentro il file di configurazione di Privoxy. L’unica modifica
da fare è aggiungere la riga forward-socks4a / localhost:9050 .
all’inizio del file, ricordandovi di ricopiare esattamente la riga in
questione, compresa del punto finale.
Bene, tutto è pronto per navigare in modo anonimo; a questo
punto basta configurare le applicazioni alle quali desiderate
fare sfruttare il proxy, ad esempio per impostare Firefox cliccate
sul menu ‘Strumenti’ di Firefox stesso, poi su ‘Opzioni’, poi su
‘Generale’ e infine su ‘Imposta Connessione’: in quest’ultima
finestra scegliamo ‘Configurazione manuale del proxy’, barriamo
la casella ‘Utilizzare lo stesso proxy per tutti i protocolli’ e
scriviamo in corrispondenza di ‘Proxy HTTP’ localhost e in
corrispondenza di ‘Porta’ scriviamo invece 8118. Dopo di che il
sistema sarà pronto per una navigazione anonima e sicura.
a cura di
STEFANO FERRANTE aka “CriSiS”
Dolce Vita
AVAST - WWW . AVAST . COM
Avast è uno degli antivirus migliori per il vostro computer e i gentilissimi signori della Alvil (casa produttrice del
programma) vi permettono di scaricare Avast per uso personale e la licenza del programma vi verrà inviata via
email gratuitamente; questo vuol dire che avete la possibilità di utilizzare quello che a mio avviso è il miglior
antivirus in commercio in modo gratuito. Per avere Avast collegatevi al sito www.avast.com
o
l
o
s
AD-AWARE -WWW . LAVASOFTUSA . COM
v
ZONEALARM - WWW . ZONELAB . COM
Per avere un PC sicuro non basta solo un antivirus: è fortemente consigliabile installare anche un firewall. Un
firewall (dall’inglese ‘muro di fuoco’) è un programma che blocca le connessioni indesiderate dirette al PC (ma
anche quelle che partono dal PC) per garantirci una tranquilla connessione ad Internet o alla rete locale. Il
programma in se è molto facile da gestire, in pratica vi viene chiesto se permettere ad un programma l’accesso ad
internet e vengono bloccate in automatico le connessioni ritenute pericolose. La versione gratuita del programma
è solo una, cioè quella che comprende il solo antivirus; sono poi presenti pacchetti a pagamento che comprendono
anche l’antivirus, ma direi che non è il caso di spendere soldi quando Avast è di molto superiore ed è gratuito. Per
ottenere il programma basta scaricarlo dal sito sopra citato.
9
8
6
7
1
3
0
9
4
5
8
1
0
0
9
3
4
8
5
0
Questo programmino molto leggero vi sarà utilissimo per rimuovere dal vostro computer i maledettissimi spyware
con un semplice click; gli spyware sono dei software che vanno a modificare il registro di sistema di Windows in
modo tale che, non appena si va ad effettuare una connessione alla rete vengono inviate delle informazioni sulla
connessione stessa e sul nostro PC alle persone che hanno sviluppato l’infido programma. Capirete che tutto questo
è fastidiosissimo, in quanto come prima cosa viene violata la nostra privacy e in secondo luogo le informazioni
inviate possono contenere dati sensibili come ad esempio password che cadrebbero in mano a persone ‘poco
raccomandabili’. Per scaricare Ad-Aware andate alla pagina http://www.lavasoftusa.com/software/adware e
cliccate sul pulsante ‘Download Now’; dopo aver installato il programma basterà cliccare su ‘Scan Now’ dal menu a
sinistra, scegliere ‘Perform full system scan’ dal pannello centrale e cliccare su ‘Next’ per avviare la pulizia del vostro
computer. Se verranno trovati files infetti basterà selezionarli dall’elenco che genererà il programma e cliccare
nuovamente su ‘Next’: i files verranno cancellati dopo aver confermato la scelta.
o.
s
p
CDBURNERXP PRO - WWW . CDBURNER . SE
d
OPENOFFICE.ORG - WWW . OPENOFFICE . ORG
Il nome ufficiale del software in questione è OpenOffice.org che non è l’indirizzo di un sito web, o perlomeno
non solo: OpenOffice.org è una office suite gratuita che non ha niente da invidiare al più famoso Office, prodotto
da Microsoft, ma la differenza principale tra i due programmi viene presto all’occhio, in quanto OpenOffice è
totalmente gratuito, mentre i costi delle licenze Microsoft sono tutt’altro che economici. La suite, scaricabile
ovviamente dal sito degli sviluppatori, comprende un elaboratore di testi, un foglio di calcolo, un creatore di slides,
un editor di immagini per creare grafici, loghi et similia e uno strumento per gestire database; questi programmi
equivalgono rispettivamente a Word, Excel, PowerPoint, Publisher e Access, insomma avete a disposizione degli
strumenti praticamente uguali a quelli con i quali siete abituati a lavorare solitamente, ma questa volta non li
dovrete pagare.
Stufi di pagare anche per masterizzare un semplice CD o DVD? Per fortuna anche in questo campo esistono
software gratuiti; CDBurnerXP è un ottimo rimpiazzo per il buon vecchio Nero Burning Rom, comunemente
chiamato ‘Nero’. L’utilizzo del programma in questione è immediato, niente di diverso rispetto ai programmi che
usate di comune per svolgere le opzioni di masterizzazione, tranne per il prezzo. Il link per scaricare il programma
è questo: http://www.cdburnerxp.se/download.php (ricordate di scaricare la ‘Latest Version’, ovvero la versione
più aggiornata).
7 - ZIP - WWW . 7 - ZIP . ORG/IT
d
e
MOZILLA THUNDERBIRD - WWW . MOZZILLAITALIA . ORG/THUNDERBIRD
n
7-zip è un ottimo software di archiviazione rilasciato sotto licenza GPL (www.gnu.org); questo programma
svolge tutte le funzioni di WinZip, solo che fornisce molte possibilità in più, ad esempio il supporto del formato
di compressione 7z che permette di comprimere dal 30 al 70 per cento in più rispetto al formato zip. Per scaricare
questo programma andate alla pagina http://www.7-zip.org/it/doenload.html ed evitate di prendere le versioni
‘Beta’, a meno che non sappiate ciò che state facendo, in quanto queste versioni sono in stato di sviluppo e possono
essere molto instabili
m
Dolce Vita
a cura di
STEFANO FERRANTE aka “CriSiS”
o
Ecco a voi il miglior client di posta per Windows, preparatevi a separarvi per sempre da Outlook se lo state ancora
usando! Thunderbird è un client fantastico che permette di leggere la posta in modo davvero ottimo: grazie agli
strumenti inseriti nel programma il vostro modo di leggere la posta cambierà sul serio.
Con Thunderbird potrete creare dei ‘filtri’ che vi danno la possibilità di organizzare tutta la posta che vi arriva
in modo automatico e facile in base a corrispondenze fisse quali l’indirizzo del mittente o altro: ad esempio, sul
mio PC tutti i messaggi provenienti dal forum di ENjOINT.com vengono spostati in automatico dentro la cartella
chiamata ‘Enjoint’ e non devo cercare i messaggi in mezzo a tutti gli altri.
Oltre a questa caratteristica, che viene implementata anche su Outlook, anche se in modo molto meno intuitivo
e performante, sono da segnalarne delle altre: la ricerca dei messaggi avviene in modo rapidissimo grazie ad un
motore di ricerca molto accurato, la stabilità e la velocità di Thunderbird, soprattutto quando si vanno a gestire
molte email lascia increduli e il programma è a prova di bomba per quanto riguarda la sicurezza (potete anche
creare dei filtri antispam molto efficaci).
c
5
1
3
4
7
6
5
0
7
3
5
8
7
0
9
4
8
5
7
1
r.
9
3
4
2
5
#
1
3
4
5
ì
1
3
4
8
7
5
8
9
1
i
7
3
4
9
5
8
3
4
9
8
5
7
1
9
3
8
4
7
5
1
l
5
8
3
4
7
5
9
8
1
3
4
7
5
9
8
1
3
4
5
9
n
8
1
3
4
5
9
+
1
8
3
4
5
9
8
1
3
4
7
5
9
o
4
1
7
4
5
0
9
1
3
4
7
5
8
1
2
3
7
6
9
0
m
1
3
7
4
5
0
9
1
3
4
7
5
9
0
1
3
4
0
5
1
o
2
3
0
9
4
#
0
2
1
9
4
#
1
9
4
#
2
3
8
5
a
0
3
6
7
6
9
3
8
4
0
2
9
4
3
0
9
1
0
4
9
HIGH TECH - Tips & Tricks
f
3 #
4 2
8 3
5 4
0 5
9 8
1 0
2 9
3 3
4 4
8 6
5 7
0 0
1 2
9 3
2 4
3 5
4 7
8 9
5 40 1
T
E
B
GenerA
at i o n
Jack Kerouac ha suggerito che l’interpretazione del termine
- beat – sia un’abbreviazione di – beatitude – e rivendica la
paternità dell’espressione – beat generation – in “The Origins
of a Beat Generation”. Dice Kerouac : - Nel 1948 John Clellon
Holmes (autore del romanzo Go!) e io, stavamo chiacchierando
per cercare di capire il significato di “Lost Generation”
(generazione perduta; espressione coniata da Geltrude Stein per
designare i giovani scrittori americani espatriati in Europa nel
primo dopoguerra e del successivo Esistenzialismo ), e io dissi:
“sai, questa è proprio una generazione beat “. Lui fece un salto
e disse “è proprio così!”. Poi nel 1951 nel bel mese di maggio
scrissi “On the Road “ in tre settimane in un quartiere povero
di Manhattan e fu così che misi in parole la Beat Generation”.
Poi nel 1952 apparve nel supplemento domenicale del New York
Times un articolo intitolato “Questa è una generazione beat “.
E finalmente quando gli editori presero coraggio e pubblicarono
“On the Road” nel 1957 (N.Y. The Viking Press) l’espressione
“Beat Generation “ – si diffuse e tutti si misero a parlare di
“Beat Generation “-. Il testo di “On the Road” definito la
bibbia della Beat Generation, venne dattiloscritto da Kerouac
- a quanto pare influenzato dal ritrovamento avvenuto nel 1947
nel Mar Morto di antichissime pergamene arrotolate contenenti
testi dell’Antico Testamento - che decise di utilizzare per la
prima stesura della sua opera, non singoli fogli ma un rotolo
di carta lungo circa 36 metri. Lo stile spontaneo della prosa di
“On The Road” diceva Kerouac: “…mi è venuto vedendo come
il mio amico Jack Cassady, mi scriveva le sue lettere tutte in
prima persona, veloci, pazze, autentiche, assolutamente serie,
dettagliatissime. Mi sono ricordato anche l’ammonimento di
J.F.Goethe (1749-1832), cioè la profezia che la letteratura futura
dell’Occidente avrebbe avuto la natura di una confessione.
Dostoevskij (1821-1881) profetizzò la stessa cosa e probabilmente
l’avrebbe realizzata se fosse vissuto abbastanza per scrivere
il capolavoro che aveva in mente, “Il Grande Peccatore”. Jack
Kerouac (1922-1969) è l’esponente più famoso della “Beat
Generation”. Nato a Lowell nel Massachusetts da genitori
franco-canadesi, a quindici anni fatica ancora a capire l’inglese
parlato troppo velocemente. Sua madre lo chiama“Ti Jean”. Si
distingue a scuola per essere un fortissimo giocatore di football
americano, che gli vale una borsa di studio per la Columbia
University a New York. Durante la guerra si arruola in marina
ma conclude il servizio nella marina mercantile, non riuscendo
ad adattarsi alla disciplina militare. Per un periodo fa la guardia
forestale, il frenatore di treni. Muore nel 1969 con il fisico
devastato dall’alcool.
- Il termine “beat” faceva parte di un linguaggio nuovo che
negli anni ’40 scaturiva dal jazz; “beat” era un’invenzione dello
slang dei neri che frequentavano i locali dove si suonava il bop, e
significava anticonformista, persona fuori del comune, ma anche
uno che non accettava compromessi. Il termine “beatnik” venne
coniato dal giornalista del “San Francisco Chronicle”, Herb Caen,
il 2 aprile 1958. Beatnik ( beat+sputnik ) diventa il termine usato
dai media per etichettare il “beat” come fatto culturale, ma con
valenze denigratorie -.
Nel giugno del 1957 Lawrence Ferlinghetti, poeta e editore della
City Lights Books di San Francisco, fu condotto in carcere. Aveva
pubblicato nelle sue edizioni, “Howl and other Poems” di Allen
MUSICA E CULTURA
“beat” era un’invenzione dello slang
dei neri che frequentavano i locali
dove si suonava il bop, e significava
anticonformista, persona fuori del
comune, ma anche uno che non
accettava compromessi.
Ginsberg, importato dall’Inghilterra dov’era stato stampato
dall’editore Villiers nel 1956. Reagendo a un sequestro dei libri
nel marzo dello stesso anno, Ferlinghetti aveva stampato una
nuova edizione di “Howl”; da qui l’arresto che diede vita al
più famoso processo del secondo dopoguerra. I sostenitori di
“Howl” scrissero le più belle pagine critiche sull’opera e il suo
autore divenne molto celebre. “Howl and other Poems” è per
Carl Solomon, scrittore e poeta beat, rinchiuso nel manicomio
di Rockland. “Togliete le serrature dalle porte Togliete anche
le porte dai cardini” recita nel sottotitolo di “ Howl “ Allen
Ginsberg: evidente la citazione da “The Doors of perception” di
Aldous Huxley pubblicato nel 1954; (da questo libro Jim Morrison
trarrà lo spunto per il nome del proprio gruppo “The Doors”). La
citazione di William Blake, poeta visionario inglese che Aldous
Huxley usa nel sottotitolo dice:“Se le porte della percezione
fossero sgombrate, ogni cosa apparirebbe com’è, infinita”.
La dedica di “Howl” apparsa nelle edizioni successive è comunque
chiarificatrice dei debiti letterari di Ginsberg; inizia così: Dedica
a Jack Kerouac, nuovo Buddha della prosa americana, che
sprizzò intelligenza in undici libri scritti in sei anni (1951-1956)
– On The Road, Visions Of Neal, Dr. Sax, Springtime Mary, The
Subterraneans, San Francisco Blues, Some Of The Dharma, Book
of Dreams, Wake Up, Mexico City Blues e Visions of Gerard
creando una prosodia spontanea bop e una letteratura classica
originale. Mentre a San Francisco si svolgeva il processo per
oscenità a “Howl”, Allen Ginsberg era a Tangeri in Marocco
dove aveva raggiunto William Borroughs, dal quale già si era
recato Jack Kerouac per aiutarlo a riordinare un suo voluminoso
manoscritto sparpagliato caoticamente per la città; mentre
Ginsberg metteva assieme i pezzi che avrebbero costituito il
libro, Kerouac ne inventò il titolo: “The Naked Lunch” (Il Pasto
Nudo) e ne battè a macchina da scrivere i primi due capitoli.
continua...
a cura di “VIJAVA”
Dolce Vita
41
MUSICA RECENSIONI
NEIL YOUNG - PRAIRIE WIND
Genere: rock
Chi conosce Neil Young sa bene che, a dispetto delle pose da vecchio cantautore è uno degli artisti più sorprendenti e
spiazzanti di tutti i tempi. Durante la lavorazione di questo disco c’è stato un aneurisma che ha fatto temere il peggio ed il
fatto che la lavorazione sia stata così travagliata non lasciava presagire troppe cose buone. E invece eccoci a commentare un
capolavoro di una bellezza assoluta, suonato insieme ad alcuni tra i più grandi musicisti country senza per questo lasciarsi
catalogare in un genere. A ballate scarne e struggenti (This old guitar) si accompagnano arrangiamenti con fiati (Far from
home) ed omaggi ad Elvis (He was the king). Si passa dal rock scanzonato, al monito ambientalista, dalle dichiarazioni di
poetica (The painter,This old guitar) alle domande sul senso della vita e della memoria (la meravigliosa sinfonia di It’s a
dream, Falling off the face of the Earth) e semplici e commoventi messaggi d’amore (Here for you), per chiudere con un
coro quasi da chiesa per immaginare un dialogo con Dio (When God made me). Su tutto questo la disarmante semplicità
e spontaneità di un artista che è forse l’unico che può permettersi di essere sempre credibile in una tale ricchezza di
contenuti. Una lezione di musica e di vita che, se potessimo, vi obbligheremmo ad acquistare.
Info su www.neilyoung.com (Emiliano Duroni)
PINGUINOS DEL NORTE - CORRIDOS DE LA FRONTIERA
Genere: mexicana
Questo disco è stato registrato nel 1970 nella cantina El Patio di Piedras Negras e solo adesso vede la luce grazie all’opera
meritoria della Arhoolie Records. Questo trio norteño, oltre a possedere uno dei nomi più geniali di sempre, è uno dei più
autorevoli portatori di una delle tante tradizioni popolari che fanno sempre più fatica a trovare spazio. L’aspetto principale
di questo cd è che non c’è nessuno che tenta di ricreare qualcosa, qui siamo davvero in una cantina messicana con tanto di
grida di accompagnamento (citate nei credits) e strumenti tipici. Gli argomenti di queste canzoni sono le storie di frontiera
che hanno fatto la fortuna del cinema e della musica americana raccontate con l’intensità e la sincerità di chi sa di cosa parla.
Miseri raccoglitori di arance (El desesperado) si accompagnano a contrabbandieri di tequila e carcerati, un delitto passionale
(Los dos hermanos) è trattato con la stessa dignità e umanità delle vicende di chi viene processato perché sbarca il lunario
grazie a cocaina e marijuana (El contrabandista). Viaggiare in Messico costa soldi e tempo; viaggiare nel tempo ancora non
è possibile. Per ora ascoltare questo disco è la soluzione più conveniente per un’esperienza unica.
Info su www.arhoolie.com (Emiliano Duroni)
FLIPSYDE – WE THE PEOPLE
Genere: rock/hip-hop/nu metal
La musica dei Flipsyde è un mix di stili decisamente non convenzionale e tuttavia armonico. Hip-Hop puro mischiato a
rock moderno, chitarre e ritmi latini, suoni elettronici; questi diversi elementi sono resi omogenei dall’incredibile abilità
e le pungenti rime dell’MC Piper, dalla voce suggestiva e le persistenti melodie di Steve Knight e dalla chitarra infuocata
dell’ispirato Dave Lopez. Si sono fatti conoscere con il singolo “Someday” e ora si accingono a confermare il loro talento
con le tracce contenute nell’album.
Da segnalare “Spun”, Get Ready” e “Trumpets”: quest’ultima un piccolo capolavoro. (MG)
BLOW – THE SOUNDTRACK
Genere: rock/pop/vario
Una delle più belle colonne sonore degli ultimi dieci anni. Il film, tratto da una storia vera, racconta l’ascesa e la caduta
di George Jung, il primo grande trafficante americano degli Stati Uniti, durante gli anni ‘70 e ‘80. Le canzoni scelte per
accompagnare le immagini della pellicola, sembrano fatte apposta per il film e s’intrecciano alla perfezione con scene a
volte esilaranti e altre malinconiche. Dai Rolling Stone a Bob Dylan, da Nikka Costa ai Ram Jam, 13 tracce tutte da ascoltare
all’infinito, naturalmente dopo aver visto il film. (MG)
ACQUA RIDDIM - ONE LOVE
Genere: reggae
Altra produzione targata One Love. Dopo il successo di Jahcalone con “Ganjah” e Ginko & Raina con “Dance Hall Vibes”
questo è il momento di President Arpi, Jaka, Gioman, Ginko, Killacat, Sud Sound System, Rufino, Brusco e Raina. Ben otto
45 giri tutti su un unico riddim “Acqua”. Le vibes migliori arrivano da Gioman con “Rimani qua” pezzo destinato a scaldare
le dance hall più bollenti. Scaricatevi tutti i pre-ascolti direttamente dal sito: www.onelovehp.com (Riccardo)
SATTA G & VITO VINICOLO - DANCEHALL STUDIO VOL.4
Genere: reggae/dancehall
Nuovo uscita del il MixCd piu’ conosciuto in Italia,prodotto da Satta G & Vito Vinicolo per “Music Molester/LionRock”.Si
spazia dal New Roots al Reggae,dallo Ska al Bashment accompagnati dalla grande abilita’ che i due produttori hanno nel
miscelare la musica farcita di jingle, effetti, pull up,e sopratutto con ottimi ospiti al microfono nell’esecuzione di tracce
esclusive appositamente create per il cd. Presenti in questo “Dancehall Studio vol.4” sono: Rankin lele-Marina-Papaleu tra
i migliori dj della “ragga scola salentina”,MamaRoots,Davide & Jcm,Zaka’ & Zappos, Khora’n’Papacalura”, Heavy Hammer
Soundcon un segmento di remixes.Mentre Satta g & Vito Vinicolo si ocuupano della”selection” Rankin Lele fa da “Master
of cerimony” Distribuito da: OneLove Music Corner (Roma) www.onelovehp.com
info: www.lionrocksound.com - [email protected] (Gennaro Maulucci)
I AM KLOOT - GODS AND MONSTERS
Genere: pop
A dare retta ai media, il pop britannico sarebbe ora nelle mani di Robbie Williams. Per fortuna, a volte la realtà è più
bella di come ci viene presentata e così questo trio di Manchester (sì, è sempre la stessa città degli Smiths, gli Stone Roses
e i Joy Division) riesce a farci tornare il sorriso dopo pochi attimi di ascolto. Questo terzo cd, sicuramente il più maturo e
completo, possiede ancora quella capacità tutta inglese di conquistare i propri ascoltatori in una manciata di minuti e di
accordi. Dovete dimenticare le super produzioni alla Coldplay-U2 e immaginare un fumoso locale e una chitarra, un basso
e una batteria dolci ma anche graffianti al momento opportuno. Non tutto brilla alla stessa maniera in queste tredici
tracce, ma il valzer acido di Strange without you così vicino agli Stranglers o l’accattivante melodia vagamente sixties
di The stars look familiar sono davvero irresistibili. Non mancano, soprattutto a livello produttivo, richiami alle mode
attuali (Franz Ferdinand, Strokes), ma nel complesso l’originalità, questa merce così rara al giorno d’oggi, non viene mai
a mancare. Info su www.iamkloot.com (Emiliano Duroni)
ROYKSOPP - THE UNDERSTANDING
Genere: elettronica
Dopo il successo planetario del precedente “Melody A.m.”, era ovvio che il secondo lavoro fosse pieno di insidie e di
aspettative per questo duo norvegese. Cosa fare, ripetere pedissequamente quei due o tre singoli che hanno fatto la loro
fortuna o tentare di spiazzare il proprio pubblico intraprendendo un percorso differente? Diciamo subito che in questo
caso la verità sta nel mezzo, nel senso che non mancano i singoli che possono far felici le radio e soprattutto le royalties
degli autori (Only this moment e Circuit Breaker su tutte) ma sono accompagnati anche da intermezzi musicali vagamente
psichedelici che a tratti rimandano a certe atmosfere care agli Air (Triumphant, Tristesse globale). Nel compenso però,
quello che ci sentiamo più di lodare è la cura complessiva dei brani e la volontà di prestare attenzione ad aspetti troppo
spesso trascurati dalla musica elettronica come le parti vocali (supportate spesso da ottimi cori femminili) o la struttura
melodica dei pezzi. Tutto ciò rende questo disco più interessante del precedente (non foss’altro per le difficoltà sopra
citate) e fruibile da un pubblico ancora più eterogeneo.
Il futuro è luminoso in Scandinavia… Info su www.royksopp.com (Emiliano Duroni)
42 Dolce Vita
MUSICA RECENSIONI (gruppi emergenti)
DJ LUKAS & DJ REX – TEKNOMANIAK VOL.3
Genere: Techno
17 tracce di pura techno hardstyle remixate con stile ed eleganza. Oltre un’ora di “suono duro” per gli amanti del genere.
Tra gli artisti presenti nella compilation troviamo nomi importanti del panorama techno italiano quali Dj Vortex, Lady
Shamiira, Sisma Dj e molti altri. Ottimo il suono, la grafica e la qualità del cd.
Bollino SIAE e prezzo moderato (10 euro) rendono il tutto un valido lavoro.
Per info e ordini scrivete a [email protected] o visitate il sito www.notteinfinita.com (Crasty)
MACI’S MOBILE
Genere: Reggae
I Maci’s sono nel campo ormai da alcuni anni. L’inconfondibile suono rock steady con fiati in primo piano e una forte voce
africana dei Maci’s Mobile è pronta per entrare nell’ imponente mondo reggae. Dopo il primo album “Maci’s Mobile” nuove
sonorità per il gruppo che passa da ballate reggae a ballate raggamuffin, dalle fredde montagne bellunesi il caldo suono
dei Maci’s si sta espandendo in tutta la penisola grazie a diverse date fatte in tutta Italia. Questa band composta da una
vasta sessione ritmica formata da nove elementi è già in studio da qualche mese per dare alla luce il loro attesissimo secondo
album che sarà pronto per la scena italiana dai primi mesi del nuovo anno. Ne sentiremo parlare! (Poz)
NAMELESS SOUND – THIS IS THE WAY
Genere: Dancehall
Primo cd remix prodotto dai Nameless Sound di Cesena in collaborazione con More Fire studio.
65 pezzi mixati da Karim tra cui diversi riddim classici della dancehall jamaicana. Buona la scelta dei titoli scelti e i passaggi
da una traccia all’altra anche se forse sarebbe stato meglio inserire meno tracce e farle suonare un po’ di più: a volte non
si ha nemmeno il tempo di godersi il suono della canzone che sta suonando. I brani sono accompagnati dalla voce di Uncle
D, calda ed efficace, ma fin troppo presente: ogni tanto si ha l’impressione che quest’ultima disturbi l’ascolto delle tracce.
Ottima la grafica e il formato in cui viene offerto il cd. Questa è la strada giusta, continuate così.
Per info e ordini visitate il sito www.nameless-sound.com (Crasty)
OXI – VITA DI RAGAZZI DI OGGI
Genere: Hip-Hop
Semplicemente rap. Nulla di più ma qualcosa di meno. Piacevole al secondo-terzo ascolto per i messaggi contenuti nelle
tracce di questo demo, ma l’uso eccessivo di molte strumentali americane lascia un po’ di amaro in bocca. Si sentono i buoni
intenti e la voglia di evolvere, da portare avanti e sviluppare per realizzare in futuro un buon prodotto. Non è il classico
demo hip-hop di qualche b-boy di periferia, e questo ci fa molto piacere. I testi e le basi, validi o meno, sono comunque
abbastanza originali. Un po’ di meno auto-proclamazione e ci siamo. La grafica della copertina e dell’interno è di quelle
molto semplici, quasi minimal, ma considerato il prodotto è apprezzabile. Per info e ordini scrivete a [email protected] o visitate
il sito http://apa.altervista.org (Vox)
Inviateci i vostri demo, mixtape e cd al seguente indirizzo:
Azienda ProdAction – Via Mac Mahon 89 – 20155 – Milano
allegando una breve descrizione del prodotto, dell’autore ed eventuali contatti.
COMIX
?
Ma se il mio
capo si droga,
io sono un
tossico-dipendente ?
SPORT
OLIMPIADI E SNOWBOARD
Il prossimo anno sportivo sarà caratterizzato da una serie
di eventi e manifestazioni importantissime. Tra queste
ovviamente ci saranno i Mondiali di Calcio in Germania, ma
un evento vedrà l’Italia sotto i riflettori. Ci riferiamo alle
prossime Olimpiadi invernali che si svolgeranno a Torino
dal 10 al 26 febbraio 2006. Gli sport invernali sono stati
sempre molto seguiti ed apprezzati nel nostro Paese, con i
campioni di queste discipline che spesso ci hanno dato molte
soddisfazioni. Quello che però pochi sanno è che l’Italia dice
la sua anche in discipline meno conosciute e blasonate. Una
di queste è lo snowboard.
Colorado durante la primavera del 1981.
I successi agonistici, come sempre accade, furono di supporto per
quelli economici. Lo snowboard stava per conquistare le masse.
Questi modelli dell’inizio degli anni ottanta sono però lontani
dai modelli degli anni novanta: essi erano scarsissimamente
flessibili, poco resistenti alla torsione, la posizione dei piedi era
eccessivamente arretrata, e troppo distanziata tra di loro; su
queste tavole in definitiva si doveva lavorare ancora parecchio
per migliorarne le prestazioni. Quelli che fecero una vera fortuna
vendendo gli snowboard furono Sims e Burton che, dopo il primo
periodo già citato di tentativi falliti, incominciarono a puntare gli
occhi sul vastissimo mercato europeo, soprattutto nelle località
turistico-invernali della Francia dove, nel frattempo, aveva riscosso
un buon successo la pratica del monoscì. I produttori statunitensi
ebbero l’intelligenza e la lungimiranza di far commercializzare
A Nagano nelle Olimpiadi Invernali del 1998, l’azzurro
Thomas Prugger vince la medaglia d’argento nello
Slalom Gigante, prima medaglia per l’Italia durante
quei Giochi.
La seconda Olimpiade dello Snowboard si è svolta a Salt
Lake City, Stati Uniti, patria nativa dello sport, nel 2002,
assegnando le medaglie nell’Half Pipe e nel trasformato
Slalom Gigante Parallelo. L’azzurra Lidia Trettel vince la
medaglia di bronzo.
Anche per lo snowboard, come per lo sci, la storia è
preceduta dalla leggenda. Si narra infatti che già negli
anni ‘20 qualcuno sulle Alpi avesse provato a salire
su una strana tavola restandovi temerariamente in
equilibrio durante la discesa verso valle. La vera patria
dello snowboard però sono certamente gli Stati Uniti.
La storia comincia nel 1963 nel Michigan quando il
signor Sherman Popper, per far giocare i suoi bambini
incollò assieme due sci con l’idea di riprodurre un
attrezzo simile al monoscì che stava già diffondendosi
tra gli sciatori più pazzi. Il signor Popper notò però che
i suoi ragazzi si disponevano di traverso sulla tavola,
questo fatto gli fece subito venire in mente la stretta
a cura di “DANIELE SARDEGNA”
A
L
T
R
Burton proveniva dalla scuola dei surfisti d’onda e incominciò
a produrre surf da neve nel 1977. Questi modelli somigliavano
molto allo Snurfer di Popper; si diversificavano un po’ per il
fatto che essi erano stretti come un monoscì, costruiti di legno
di acero laminato, con gli attacchi di gomma regolabili e muniti
di una superficie antisdrucciolo. Vi fu infine un terzo pioniere
della produzione di snowboard, e risponde al nome di Tom
Sims. Quest’ultimo fu commercialmente avvantaggiato rispetto
ai suoi colleghi perché egli già produceva Skate-boardes e
tavole da onda. Cominciò col produrre lo Ski-boards che era
sostanzialmente una tavola di plastica sagomata incollata ad
una base da skate. Più avanti Sims si mise a produrre una tavola
in fibra munita di una pinna centrale di alluminio flessibile. Sims
vendette poche tavole, ma non si diede per vinto e cominciò
a sperimentare legno e lamine. Sagomò la tavola ispirandosi
come forma al monoscì, mantenendola però più stretta e meno
sciancrata. L’attacco era costituito da una doppia cinghia in
gomma detta Leash. La costruzione di questo modello fece
nascere una forte polemica con Jake Burton che accusò Sims
di aver copiato i suoi già affermati snowboard. Con queste sue
tavole Sims vinse il primo campionato mondiale svoltosi nel
in Europa i propri modelli dalle grosse industrie produttrici
di sci europee, le quali sfruttando gli avanzatissimi processi
tecnologici ed i macchinari a loro disposizione, riuscirono anche a
migliorarne sempre più la qualità quando non anche la sostanza.
Inoltre, come era già accaduto per lo sci alpino, se gli europei
si dimostrarono ancora una volta lenti a recepire le novità,
una volta che essi si interessarono al fenomeno snowboard, si
gettarono subito alla ricerca di valorizzare al massimo questo
fenomeno. Prova ne è l’eccezionale incremento sia del numero
di manifestazioni agonistiche, che del livello tecnico raggiunto
dai concorrenti, oppure il fenomeno nascente dello Snowboard
estremo. Il francese Bruno Gouvy ha già disceso con la tavola
montagne incredibili come la ovest dell’Eiger, l’est del Cervino,
l’Everest e les Groundes Jourasses, e l’italiano Emanuele Dondi
ha, per primo, disceso la nord della Marmolada ed il Cervino dalla
parete sud. Questi uomini, compiendo tali imprese, magari anche
criticabili a causa della loro oggettiva pericolosità e per l’alone di
esibizionismo che si portano appresso, hanno il duplice merito
di testare severissimamente il mezzo meccanico, suggerendo alle
ditte produttrici le modifiche del caso, ed inoltre fungono da
eccezionale cassa di risonanza per diffondere il messaggio che é
insito nello sciare con lo snowboard.
In Italia il successo di questo sport è testimoniato da più di 100
club e da oltre 1200 atleti che competono a livello nazionale ed
internazionale, con un seguito di circa 500.000 appassionati.
Nella primavera del 2003, vista la crescente richiesta, è stato
realizzato il primo corso per Allenatori di Snowboard FISI. A
Torino 2006 esordirà uno nuova competizione legata a questa
disciplina: lo Snowboard Cross.
OLIMPIADI E SNOWBOARD
analogia di questa posizione con quella del surfista da onda e
battezzò il modello che derivò da queste riflessioni “Snurfer”.
Questo intraprendente inventore registrò il nome e cedette i
diritti alla ditta Brunswick che incominciò a produrre in serie lo
Snurfer vendendone non pochi modelli. Queste tavole giallonere di legno compensato fecero il giro degli Stati Uniti ed una
di esse arrivò tra le mani di Jake Burton Carpenter che, allora
quattordicenne, cominciò ad elaborare lo Snurfer per migliorare
le sue prestazioni agonistiche.
Dolce Vita
45
O
C
H
E
B
O
B
INFO
Distribuzione
Siete un negozio, un centro sociale, un'associazione o
semplicemente un gruppo di amici e volete distribuire
questa rivista? Ordine minimo 20 copie.
Maggiori informazioni su www.dolcevitaonline.it
CONTATTATECI per maggiori dettagli:
Tel: 329.7346830
Email: [email protected]
Abbonamenti
Abbonamento a Dolce Vita per i restanti 4 numeri
a 10 euro comprese spese di spedizione.
Abbonamento completo 4 numeri + 2 arretrati a 15 euro.
In omaggio una copia di Magica Italia
(la prima guida italiana growshops e smartshops)
Come abbonarsi
Inviare direttamente i propri dati (nome, cognome,
indirizzo completo, telefono) tramite posta a:
Azienda ProdAction
via Mac Mahon, 89
20155 - Milano
o tramite email a:
[email protected]
INDICE PUBBLICITA'
Bionova
Bottega della canapa
Campo di canapa
Canapaio Ducale
Chacruna
Canapajò
Effetto Serra
ENjOINT.com
Filo D'erba
Future Space
Green House Seed Co.
GHE
Hempatia Milano
Hemporium
Hemp-power.it
Hesi
Indoorline
Ivanart
Magica Italia
MCK Bio-Gardering
Mr Nice Seedbank
Paradise Seeds
Rastasnob
Semitalia
Sensi Seeds
Serious Seeds
Sweet Hemp
Vu-Du
WipeOut
pag. 12
pag. 27
pag. 43
pag. 23
pag. 43
pag. 43
pag. 43
pag. 27
pag. 18
pag. 23
pag. 2
pag. 5
pag. 27
pag. 18
pag. 29
pag. 48
pag. 10-43
pag. 43
pag. 43
pag. 29
pag. 34
pag. 47
pag. 44
pag. 44
pag. 37
pag. 13
pag. 22
pag. 23-43
pag. 18-43
Lettere e foto dai lettori
Pagamento tramite bollettino postale sul
C/C n. 47846282 intestato a Gracis Matteo
(indicare come causale: ABBONAMENTO DOLCE VITA).
L'abbonamento sarà attivo solo ed esclusivamente a pagamento ricevuto.
Offerta valida fino al 30 gennaio 2006 e solo per l'Italia. Per abbonamenti dall'estero
contattare la redazione. Se l'indirizzo al quale si vuole ricevere la rivista, è diverso da
quello di chi effettua l'ordine, è necessario specificarlo.
Con riferimento alla legge 675/96 sulla tutela della privacy, il trattamento dei dati
personali è finalizzato unicamente alla gestione degli ordini. Tali dati non saranno
divulgati a terzi.
Inviateci le vostre lettere e foto tramite email a:
[email protected] oppure tramite posta a:
Azienda ProdAction - via Mac Mahon 89 - 20155 Milano
Dolce Vita ON-LINE
E' attivo il sito internet di Dolce Vita.
News, aggiornamenti sulla rivista, forum, foto dei
lettori, articoli e molte altre cose.
Vi aspettiamo su: www.dolcevitaonline.it
IL PROSSIMO NUMERO DI DOLCE VITA USCIRA' A FEBBRAIO 2005
NEI MIGLIORI GROWSHOPS,SMARTSHOPS, CENTRI SOCIALI ..E NEGOZI ALTERNATIVI D'ITALIA
DISTRIBUTORI UFFICIALI di Dolce Vita - Lista aggionata su www.dolcevitaonline.it
- TESSIER ASHPOOL, PIAZZA LUIGI DI SAVOIA, 24 20124 MILANO
- INDOORLINE, VIA STATUTO, 16 10040 VOLVERA (TORINO)
- MCK BIO GARDENING, VIA C. FERRIGNI 139, 57125 LIVORNO
- IL CANAPAIO DUCALE, P.LE PICELLI, 7/A 43100 PARMA
- FILO D’ERBA, VIA VAL DI CHIENTI, 19 00195 ROMA
- FILO D’ERBA, VIA R. GRAZIOLI LANTE, 46 00195 ROMA
- HEMPORIUM, VIA MASURIO SABINO, 23 00175 ROMA
- HEMPORIUM, VIA DEI CAMPANI, 33/35 ROMA
- CAPOGIRO, VIALE DELLA VITTORIA, 19 61100 PESARO
- NEW ENERGY, VIA SCOTO, 10 29100 PIACENZA
- EXODUS, VIALE CARLO FELICE, 65 00185 ROMA
- CHACRUNA, CORSO 3 NOVEMBRE, 72/2 38100 TRENTO
- THE HEAD SHOP, VIA TERENZIO 19, 00193 ROMA
- THE HEAD SHOP, VIA ODERISI 234, 00146 ROMA
- PURPLE HAZE, VIA GRAMSCI 206, 09013 CARBONIA
- HEMPATIA, VIA ALESSI 10, 20123 MILANO
- BOTTEGA DELLA CANAPA, VIA CERVESE 1303, 47023 CESENA (FC)
- CAMPO DI CANAPA, VIA DEI PILASTRA 4 R, 50121 FIRENZE
- IL CANAPAIO, VIALE CASTAGNOLA 23, 6900 LUGANO (SVIZZERA)
- DO.IS., VIA PIGNATELLI ARAGONA 15, 90100 PALERMO
- KARKADE’, VIA MONTE CENGIO 17, 25128 BRESCIA
- ALKEMICO, VIA TASSO 41/B, 47838 RICCIONE (RN)
- CANAPAJO', VIA PASCOLI 80, 47841 CATTOLICA (RN)
- OXI BAR, VIA ISONZO 19, BARI
- GRACE, VIA SALVORE 3, 30174 MESTRE
- FUTURE SPACE, VIA OGNISSANTI 25, 35100 PADOVA
- FIORI DI CAMPO, VIA SALVAGNOLI 81, 50053 EMPOLI (FI)
- EDICOLA L'E.d.O., VIA DANTE 25, 24040 CASIRATE D'ADDA (BG)
- CANAPERIA, P.ZZA DEL CARMINE 11A, 47100 FORLI'
- WHITE RABBIT, VICOLO DEI BIRRI 5, 38100 TRENTO (TN)
- FOGLIE D'ERBA, VIA BRUGNOLI 17E, 40122 BOLOGNA
- FOGLIE D'ERBA, VIA DE MARCHI 29A, 40123 BOLOGNA
- C.S. LEONCAVALLO, VIA WATTEAU 7, 20125 MILANO
- GREEN PLANET SMART SHOP, VIA BELLINI 9, 09128 CAGLIARI
- WIPE OUT, VIA BELLEZIA, 15 TORINO
- WIPE OUT SMARTBAR, VIA BAVA 30 G, TORINO
- WIPE OUT, VIA XX SETTEMBRE 84/B, ASTI
- WIPE OUT, VIA ISONZO 19, BARI
- WIPE OUT, C/O LA FATA VERDE VIA SAN CRISPINO 58, PADOVA
- WIPE OUT, VIA PIETRO CELLA 45B, PIACENZA
- WIPE OUT, VIA TORRES 17C, SASSARII
- WIPE OUT, VIALE DELLE FERRIERE, UDINE
- BOTTEGA DEL ROSSO, SABATO IN FIERA DI SENIGALIA, MILANO
- IN TUTTI I VU-DU SHOP D'ITALIA
- Dolce Vita NON è un progetto riservato ad un pubblico di nicchia; puntiamo infatti a NORMALIZZARE determinati argomenti che ad
oggi, nel mondo e soprattutto in Italia, sono ingiustamente considerati "scomodi" e "pericolosi". Invitiamo quindi a distribuire la
rivista in QUALSIASI negozio o luogo (negozi di sport, musica, vestiti e libri, associazioni, eventi, ecc).
Contattateci per maggiori informazioni sulla distribuzione.
- Divulgare Dolce Vita significa SUPPORTARE l'antiproibizionismo, la contro-informazione, la cultura della canapa, la libertà in tutte le
sue forme (di parola, pensiero, espressione, comunicazione, stili di vita, ecc) e in generale, qualsiasi realtà italiana del settore.
46 Dolce Vita

Documenti analoghi

caccia alle streghe

caccia alle streghe Non solo. La vittima del furto con scasso ha anche detto chi poteva essere il responsabile dell’azione: ‘’Lunedì mattina, prima dell’episodio, mi ha chiamato un tale di Provo che voleva acquistare ...

Dettagli