Testo delle domande rivolte all`autore e del laboratorio creativo

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Testo delle domande rivolte all`autore e del laboratorio creativo
INCONTRO CON MARIO DE MARTINO, AUTORE DE “I FIGLI DI ATLANTIDE” (6 MARZO 2012)
DOMANDE DEGLI STUDENTI
Come è nata la voglia di scrivere?
Dalla lettura. Chiunque abbia la passione per la lettura, le storie e l’avventura prima o poi si cimenta nella
scrittura, anche se solo per scrivere piccole storielle che si hanno in mente. È volere raccontare qualcosa a
qualcuno che ti spinge a scrivere.
Quali emozioni provi nello scrivere?
Tante! Sapere di avere creato una storia è un’esperienza bellissima così come lo è il sapere che qualcun altro
la leggerà.
Perché invece di scrivere non vai a giocare a pallone?
Ah! Ah! Non lo so, sono passioni. In fondo ognuno deve provare a fare ciò che si sente.
Perché il thriller?
Lo preferisco perché è più “immediato”, ti tiene avvinto alle pagine e permette un dialogo immediato con il
lettore.
Chi è stato il primo a leggere il libro?
A parte me, il primo lettore del mio primo libro è stato il mio compagno di banco di allora. Diciamo che è
stato il mio primo lettore in assoluto.
Cosa hai fatto quando hai completato il libro?
Dopo avere terminato un libro lo rileggo, perché durante la scrittura non lo si fa in maniera accurata: ci sono
errori e imprecisioni, elementi che non funzionano e che vanno sistemati. Poi lo si dovrebbe lasciare riposare
per rileggerlo in seguito a mente fresca. A quel punto lo si fa leggere a qualcun altro e comincia la fase di
editing.
Nello scrivere i tuoi libri a quale scrittore ti sei ispirato?
Il mio autore preferito è Stephen King, anche se non posso dire che tento di essere come lui: è impossibile da
raggiungere!
La famiglia ti ha appoggiato e sostenuto?
Decisamente sì, tutta la mia famiglia è contenta di questa strada e mi sostiene in pieno.
Quale è stata la reazione dei compagni di classe dopo la pubblicazione?
Sono stato ingaggiato nella stesura delle dediche di tutti i biglietti di compleanno! E poi ci si aspettava da me
che scrivessi le comunicazioni ai professori, o dessi suggerimenti per i temi nei compiti in classe. Anche se
in realtà sono il primo che commette errori. Alla fine siamo ragazzi e, come tali, siamo tutti sullo stesso
piano.
Quando e come è arrivata l’ispirazione per scrivere “I Figli di Atlantide”?
Non c’è stato un momento preciso. Non sono mai stato a New York e mi piaceva ambientare il libro in una
città che mi sarebbe piaciuto visitare. Per usare una citazione “sono i personaggi che chiedono agli autori di
essere descritti”. È così che arriva l’ispirazione.
Perché hai scelto il medaglione come oggetto misterioso?
Non c’è un motivo preciso. Prima è arrivata l’ambientazione, poi Atlantide, infine il medaglione. Potevo
scegliere un altro oggetto, ma l’ispirazione mi ha suggerito quello.
Quale e quando sarà il prossimo libro?
Si intitola “Antarctica”. È incentrato sull’ufologia, ma non è un libro di fantascienza. Parla degli UFO in
maniera realistica, insomma è incentrato sul mistero degli oggetti volanti non identificati.
Uscirà a marzo.
Quanto tempo ci vuole a scrivere un libro?
Da quando si ha l’idea di partenza, la scrittura impegna relativamente poco, 3-4 mesi circa. Si scrive di getto,
ma poi ci vogliono molti altri mesi per rivedere il testo, correggerlo, per non parlare del lavoro di editing.
Quale è il preferito fra i tuoi libri?
È sempre l’ultimo, perché l’idea è più fresca e poi si nota un miglioramento nel modo di scrivere.
Dove scrivi fisicamente i libri e quando?
Nella mia camera, al computer; d’estate, quando ho molto tempo libero, anche la mattina. Ora, con
l’università, soprattutto la sera. In genere in ogni momento libero.
Quali consigli daresti a un adolescente che vuole scrivere un libro?
Tutti hanno in testa una storia. il problema è metterla per iscritto. Alcuni si seccano e non cominciano
neppure, o si interrompono dopo 10-20 pagine. L’importante, quindi, è essere costanti e soprattutto avere una
storia che ci convince fino in fondo.
Ci si accorge quando si sta scrivendo il primo libro perché scrivere ci fa sentire bene; ci si appassiona, si
riesce ad andare avanti. Si prova una sensazione di onnipotenza, in quanto siamo noi a decidere cosa succede
nella storia.
Bisogna ricordarsi che, all’inizio, la cosa più importante è narrare: non ci si deve preoccupare degli errori;
non è come scrivere un tema, non c'è nessuno pronto a darci un voto. La correzione avverrà in seguito.
Perché le pagine non sono state numerate?
È una scelta della casa editrice, e credo sia l’unica a farlo.
Sapete cos’è una Casa Editrice? Dopo avere scritto un libro, per farlo arrivare nelle librerie quest'ultimo deve
avere un “marchio”, quindi è necessario sottoporlo a un’azienda perché ne curi l’edizione, lo stampi e lo
distribuisca.
Se un libro è brutto, 10 pagine sembreranno 100, mentre se il libro è bello 100 pagine scivoleranno via in un
soffio. Quindi la mia casa editrice, la Casini editore, ha pensato di lasciare inalterata questa sensazione,
questo piacere nella lettura.
Quale significato hanno le citazioni all’inizio di ogni capitolo e la ninna nanna cinese?
La ninna nanna credo non la troverete su Internet! Si tratta della filastrocca che lessi durante la mia prima
recita alle elementari, in cui interpretavo un cinesino.
Quali sono i tuoi film preferiti?
Quanto al genere preferisco l’horror e il thriller. “Contact” un film di fantascienza “realistica” con Jodie
Foster, ed è uno dei miei preferiti.
Quali sono i tuoi libri preferiti?
Fra i libri di Stephen King scelgo “It”, “La lunga marcia”, che tiene il lettore avvinto alla pagina, e “Stagioni
diverse”, una raccolta di racconti che ha ispirato ben tre film. Comunque le etichette sono sempre sommarie,
anche se un libro è classificato come horror, ci sono sempre altre sfumature che lo caratterizzano.
Con chi vivi?
Con la mia famiglia, mio padre, mia madre e mia sorella che è più grande di me.
Quale percorso di studi hai fatto?
Liceo scientifico, poi mi sono iscritto al primo anno di Lettere Moderne presso l’Università Federico II di
Napoli.
Quale carriera ti aspetti?
In genere chi sceglie Lettere punta all’insegnamento. A me non dispiacerebbe fare l’insegnante, ma preferirei
continuare a coltivare la passione per la scrittura, frequentando un corso di sceneggiatura per scrivere di
mestiere.
Sei pentito di quel corso di studi?
No, anche se non amo particolarmente il latino dipende tutto da come si affrontano le varie materie.
Quale religione segui?
Mi definirei più un agnostico che un credente.
Se esiste un dio non lo so, penso che lo scopriremo quando non ci saremo più.
Sulla religione da bambini si seguono le opinioni degli altri; crescendo si comincia a pensare a cosa si vuole
credere personalmente. È anche vero che non si finisce mai di conoscere.
Quale è il rapporto con la tua regione e la tua terra?
Sono di Portici, avete presente? Pizza, Vesuvio e mandolini, la classica immagine di Napoli (in positivo e in
negativo). Io però non inserisco il mio territorio nei libri. Ma non perché ho qualcosa contro la mia città, è
solo che descrivo i luoghi che vorrei visitare. Salgari diceva: “Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei
bagagli”.
Quale città ti piace di più?
Gli Stati Uniti sono il posto che più mi affascina. La California, le strade desertiche con il sole a picco, le
macchine che sfrecciano, i grattacieli... tutto! Gli Stati Uniti nella loro interezza.
Hai mai fatto dei viaggi?
Non sono mai uscito dall’Italia: ho visitato Venezia, Roma, Torino. In Umbria sono stato solo ad Assisi e a
Gubbio.
Perché odi le lenticchie e gli spinaci?
Ah! Ah! Ma davvero piacciono a qualcuno? Capodanno è uno strazio!
Hai la patente?
Non ancora, la sto prendendo.
Hai la fidanzata?
Al momento sono single.
Quale squadra di calcio tifi?
Il Napoli ovviamente.
Quale è il tuo sport preferito?
Non seguo molto lo sport, ma direi il calcio.
Hai degli antenati scrittori o ti è preso così?
Ah! Ah! In effetti io sono la pecora nera della famiglia. A casa mia non sono accaniti lettori.
Quale musica preferisci?
Ho gusti un po’ particolari. Mi piacciono le canzoni anni ’50 e ‘60... e adoro i Queen!
Cosa dirai a tuo figlio quando deciderà cosa fare?
Lascerò decidere che mio figlio decida da solo, non bisogna mai “costringere”, perché poi le cose non si
fanno bene. Qualcuno ha detto: “Nessuna grande cosa è stata fatta senza passione.”
Cosa fai il sabato sera?
Quando posso... vado al cinema!
L’esperienza più bella vissuta finora?
Si hanno in continuazione esperienze belle e brutte. Fra le esperienze belle metterei il giorno in cui il libro
cartaceo è arrivato a casa mia per la prima volta. E poi quando in treno ho incrociato un ragazzo sconosciuto
che stava leggendo il mio libro!
Andresti via dal tuo paese natale?
Non mi dispiacerebbe, ma non perché ho qualcosa contro Napoli o l’Italia, solo per esplorare nuove
occasioni.
Vai in discoteca?
No, non mi piace la discoteca, preferisco le feste.
Quale è la persona più importante della tua vita?
Sono più di una: mia sorella e i miei genitori.
Hai dei fan come Harry Potter?
Ah! Ah! No, non sono ancora arrivato a quel livello.
Hai ancora tempo per gli amici?
Sì, sempre.
Sei mai stato innamorato?
Fidanzamenti, rapporti ecc., o si fanno seriamente o è meglio non prendersi in giro. Quindi direi che no,
innamorato veramente non lo sono stato mai.
More o bionde?
Ah! Ah! More!
Quale è il tuo cibo preferito?
Cotoletta alla milanese con le patatine.
Sei stato mai a vedere una partita del Napoli allo stadio?
Sì, ma solo una volta perché preferisco guardarle alla TV.
Fumi?
No, si spendono soldi per farsi male, quindi se si può evitare...
Cosa consiglieresti per invogliare a leggere un adolescente?
La lettura è una passione, non bisogna costringere a leggere libri. Bisogna cercare di concentrarsi sulle
proprie passioni, appunto, leggendo la quarta di copertina per scoprire se il libro parla di argomenti che ci
piacciono.
Hai scelto tu la copertina?
No, la copertina è una decisione dei grafici della casa editrice, in genere l’autore non la sceglie mai.
Quali sono i tempi della pubblicazione?
Terminato il libro, l’esordiente lo invia in valutazione alle case editrici. I tempi di risposta sono spesso
lunghissimi perché ci sono centinaia (o migliaia) di autori che inviano i loro scritti nella speranza della
pubblicazione. Si va dai 3 mesi all’anno. Poi, dopo la firma del contratto, possono passare molti altri mesi
prima della stampa del libro.
Perché due uomini e una donna?
Perché è un classico. Il trio funziona sempre: si hanno più prospettive e mentalità diverse. I miei protagonisti
vengono da tre isole (Giappone, Inghilterra e Manhattan) per richiamare Atlantide.
Come ti sei sentito la prima volta che hai scritto un libro?
Ho spedito e non ci credevo tanto. Ho iniziato con case editrici piccole e poi ho cercato di migliorare.
LABORATORIO CREATIVO
L’immagine sottostante è stata mostrata agli allievi che, divisi in gruppi, sono stati invitati a esprimere
liberamente la loro creatività sulla base delle suggestioni esercitate dalla scena rappresentata in figura. Il
tempo concesso è 15 minuti. Al termine ogni gruppo ha presentato agli altri il materiale elaborato e Mario De
Martino ne ha discusso brevemente, inquadrando il risultato nell’ambito dell’attività creativa propria di ogni
scrittore.
Nota: l’immagine è stata usata ed è qui riprodotta solo a fini didattici. Non è intesa alcuna violazione di
copyright.
Gruppo Lorenzo & altri:
“Immagino di sfrecciare alla velocità della luce su queste vallate con la vespa di Brunetti.
Che velocità! Una luce abbagliante ci accecò e ci portò fino in cielo, accompagnati dalle stelle.”
Gruppo Jeorge, Abderrahim, Omar, Michele:
“Grecia Antica.
Nel cielo vivono gli spiriti più oscuri della Grecia. Fin dai tempi più antichi vigeva la lotta fra gli spiriti del
cielo e quelli della Terra. Il capo degli spiriti del cielo, Toirus, organizzava dei complotti contro Caino, il
capo degli spiriti terreni.”
Gruppo Amal, Dudi:
“Era il XXX° secolo, una bambina di nome Claire, mentre giocava nel giardino della sua casa in montagna,
vide che sopra le cime delle montagne rocciose il cielo aveva uno strano bagliore. La bambina incuriosita
prese la sua bicicletta e andò verso il sentiero per arrivare in cima alla montagna. Ad un certo punto, Claire
vide scendere dal cielo un grosso cerchio di metallo che si posò davanti a lei. Da questo oggetto misterioso si
aprì una porta da dove uscì del fumo e una luce quasi accecante. La bambina vedendo la scena entrò nella
porta e un fascio di luce la avvolse.
Da quel momento nessuno ebbe più notizie di Claire.”
Gruppo Eleonora, Marwa:
“Da un paesaggio ho capito com’è la vita, cioè un mistero da scoprire, una strada da percorrere con la paura
di non potere attraversare questa strada. Percorrendola, potrai più volte cadere, ma ti servirà la forza per
rialzarti e andare avanti; a quel punto potrai dire di avere superato questa strada.”
Gruppo Maicol, Gabriele:
“Ci sono nuvole fantastiche accompagnate da un raggio di sole che splende vicino alle montagne in un
paesaggio senza alberi. La luce del sole rende il paesaggio più bello.”
Gruppo Simone, Lorenzo G., Gabriel:
“La vita è paragonabile a montagne rocciose, piena di insenature... si soffre, si vive... alle volte ci sono prati
immensi dove si sta in pace nella tranquillità del vento, poi di nuovo salite, difficoltà, ma un giorno tutti
troviamo la nostra strada... la nostra felicità che immaginiamo per tutta la vita ed è una felicità diversa in
ognuno di noi.”
Gruppo Camilla, Cristina Ca., Marwa, Manolo, Alessio, Jari:
“Era una notte buia e tempestosa, e Mister Bacco insieme a Mister Gaggio andarono a cercare Mister Santini.
Un gruppo di tre ragazze, Cricca, Camel e Diabeletta si misero a cercare Mister Santini. Il Signor Bacco si
portò con sé 8 braciole, 5 salsicce e 3 gelati, invece Mister Gaggio si portò con sé la Playstation 3.
Tutti insieme iniziarono a cercare Mister Santini, ma lo trovarono lungo sul prato con una bottiglia di vodka
alla fragola; iniziarono a scuoterlo, ma non diede segni di vita... era ubriaco, così tutti insieme iniziarono a
mangiare le braciole di Mister Bacco, aspettando che Mister Santini si svegliasse. Passarono 2 ore e mezzo e
Mister Santini si svegliò tutto rosso con la maglietta ancora sporca di vodka.
Così tornarono all’accampamento e festeggiarono tutti insieme la prima e indimenticabile sbornia di Mister
Santini.”
Commento di MDM:
“La stessa immagine ha suscitato suggestioni molto diverse fra loro: spunti di trame fantascientifiche o
fantasy, grottesche o anche storie di formazione in cui la strada è metafora di vita come nella Lunga Marcia
di Stephen King. Questo dipende dalle inclinazioni di ognuno, che non possono mai essere uguali per tutti. È
importante non mortificare le proprie passioni, ma imparare a coltivarle, ad esempio attraverso la scelta di
libri appartenenti a generi che sappiano rispondere meglio ai gusti di ognuno.
Qualcun altro, infine, ha preferito descrivere ciò che vedeva: questo capita anche nella pratica del mestiere di
scrittore in cui si parte da un’immagine, vista da qualche parte o semplicemente formatasi nella testa, per
arrivare successivamente a una scena trascritta sulla carta inserita all’interno del testo narrato.”