Sintesi non tecnica - Provincia di Livorno
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Sintesi non tecnica - Provincia di Livorno
Provincia di Livorno Sintesi non tecnica del Piano Energetico Provinciale e del Rapporto Ambientale sottoposto a Valutazione di Ambientale Strategica secondo quanto previsto dalla Legge Regionale 10/2010 Livorno Luglio 2013 Indice Premessa ..................................................................................................................................... 3 1. Caratteristiche e contenuti del Piano Energetico Provinciale................................................. 4 1.1. La risorsa energia nella provincia di Livorno .............................................................................................. 4 1.2. Contenuti ed obiettivi del piano energetico provinciale .............................................................................. 6 2. Analisi del contesto energetico, ambientale e territoriale di riferimento ............................... 7 2.1. Quadro conoscitivo del settore energia nella provincia di Livorno ............................................................. 7 2.2. Analisi delle componenti ambientali ......................................................................................................... 13 2.2.1. Qualità dell’Aria e cambiamenti climatici .................................................... 14 2.2.2. Inquinamento Acustico .................................................................................. 15 2.2.3. Tutela della risorsa idrica e idrogeologia .................................................... 16 2.2.4. Suolo e sottosuolo ......................................................................................... 18 2.2.5. Biodiversità, flora e fauna............................................................................. 19 2.2.6. Ecosistemi ed aree di particolare rilevanza ambientale .............................. 20 2.2.7. Paesaggio e patrimonio culturale ................................................................ 20 2.2.8. Rifiuti ............................................................................................................ 21 2.2.9. Bonifica dei siti contaminati ........................................................................ 22 2.2.10. Inquinamento elettromagnetico ................................................................ 22 2.2.11. Assetto demografico ................................................................................... 22 2.2.12. Assetto socio economico ............................................................................ 23 3. Piano d’azione per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’uso razionale e obiettivi di sostenibilità ambientale ............................................................................................................ 24 3.1. Ridurre le emissioni di gas serra................................................................................................................ 24 3.2. Incrementare l’energia prodotta mediante l’impiego di fonti energetiche rinnovabili ed efficienza energetica ................................................................................................................................................... 25 3.3. Sviluppare la ricerca nel settore delle energie rinnovabili ......................................................................... 27 3.4. Diversificare l’approvvigionamento di gas naturale .................................................................................. 28 3.5. Riconvertire gli impianti maggiormente inquinanti .................................................................................. 28 3.6. Migliorare il rendimento energetico degli edifici e degli impianti ........................................................... 29 3.7. L’implementazione di progetti strategici ................................................................................................... 30 3.8. Partecipazione e tutela dei consumatori, qualificazione degli operatori del settore, informazione ed educazione, stipula di accordi .................................................................................................................... 31 4. Analisi di coerenza ............................................................................................................... 31 5. Valutazione dei possibili effetti del Piano ........................................................................... 35 6. Misure di mitigazione e indirizzi per favorire e regolamentare la diffusione degli impianti a fonti rinnovabili ........................................................................................................................ 37 7. Misure previste per il monitoraggio ..................................................................................... 39 2 Premessa La Provincia di Livorno ha avviato la procedura per la predisposizione del Piano Energetico Provinciale (PEP) che costituisce il fondamentale strumento di programmazione energetica e quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati, in cui vengono previste azioni per la razionalizzazione dei consumi, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la conseguente riduzione delle emissioni. Contiene gli indirizzi, gli obiettivi strategici a medio e lungo termine, le azioni concrete ed i progetti strategici più idonei per conseguire uno sviluppo sostenibile. La legge regionale 10/2010 - Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza - prevede la Valutazione Ambientale Strategica per i piani ed i programmi elaborati per il settore energetico. L’attività di valutazione è finalizzata a garantire che gli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano energetico siano presi in considerazione durante l’elaborazione del piano stesso e prima della sua approvazione. La procedura di VAS evidenzia la congruità delle scelte di programmazione energetica a livello provinciale rispetto agli obiettivi di sostenibilità definiti a livello internazionale, nazionale e regionale rispetto alla strategia ed agli obiettivi in campo energetico ed ambientali definiti dal PIER, dal Piano Regionale di Sviluppo, dal Piano Regionale per la Qualità dell’Aria a dagli altri piani di settore. Il processo di valutazione individua oltre gli impatti potenziali, anche le misure di mitigazione e compensazione di cui si dovrà tener conto nelle successive fasi di attuazione del Piano Energetico Provinciale. La Provincia di Livorno ha avviato il procedimento di VAS per l’elaborazione del piano energetico e del rapporto ambientale di accompagnamento con la predisposizione di un documento preliminare che è stato oggetto di consultazioni da parte dei soggetti competenti in materia ambientale. Sulla base delle valutazioni seguenti le suddette consultazioni è stata redatta la proposta di Piano Energetico Provinciale, il Rapporto Ambientale e la presente sintesi non tecnica. Questi documenti saranno trasmessi ai soggetti competenti in materia ambientale, agli enti territoriali e alle organizzazioni ed al pubblico affinché, entro sessanta giorni dal ricevimento, possano presentare osservazioni; inoltre sarà pubblicato sul BURT l’avviso di adozione della proposta di Piano. Entro 90 giorni dalla data di scadenza dei tempi per le osservazioni l’Autorità Competente valuterà il piano energetico, il rapporto ambientale e le osservazioni pervenute ed esprimerà un parere motivato. Dopo eventuali revisioni del piano da parte del Proponente, il Consiglio Provinciale approverà il piano energetico provinciale ed il rapporto ambientale che saranno accompagnati dal parere motivato, dalla documentazione acquisita con le consultazione e da una dichiarazione di sintesi. Della decisione finale sarà data informazione mediante la pubblicazione sul BURT. Le fasi successive della VAS per la redazione del piano energetico provinciale, nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 21 della LR 10/2010, sono le seguenti: In fase di attuazione del piano energetico provinciale dovrà essere garantita l’attività di monitoraggio, che prevederà il controllo degli indicatori preventivamente selezionati, al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, individuare eventuali impatti negativi imprevisti e di adottare le opportune misure correttive. 3 1. Caratteristiche e contenuti del Piano Energetico Provinciale 1.1. La risorsa energia nella provincia di Livorno La Provincia di Livorno produce circa il 50% dell’energia elettrica prodotta in Toscana (75% dell’energia termoelettrica). Oltre alle storiche presenze delle due centrali termoelettriche dell’ENEL e delle turbogas di Rosignano e Piombino, negli ultimi anni altri impianti sono stati realizzati, così che la produzione di energia elettrica è andata ulteriormente aumentando. Oltre a ciò occorre ricordare che è in corso di realizzazione l’impianto di rigasificazione di gas naturale liquido, che procede l’iter realizzativo del gasdotto GALSI, che vi sono altri progetti di impianti a fonti rinnovabili i cui procedimenti autorizzativi sono terminati. E’ possibile affermare che la Provincia di Livorno è storicamente e di fatto il principale distretto energetico della Toscana. La presenza dei tre grandi poli industriali di Livorno, Rosignano e Piombino, di due importanti porti e di un grande pontile industriale, hanno svolto, e svolgono tutt’oggi, un elevato ruolo di attrattore per investimenti in campo energetico. Il settore energia ha un’incidenza importante a livello provinciale in termini di valore aggiunto (ricchezza prodotta). Il valore aggiunto (VA) complessivo della provincia di Livorno è stato nel 2011 (dati IRPET) di 8.493 milioni di euro; l’industria in senso stretto (escluso costruzioni) ha contribuito per 1.357 mil € (16%) di cui: − produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas e acqua calda: 240 mil € (18% su industria in senso stretto e 3% sul totale VA) − coke e raffinerie: 333 mil € (25% su industria in senso stretto e 4% su totale VA) In termini di occupazione circa 1.500 addetti sono impiegati nella produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas e acqua calda e nella produzione di coke e raffinazione del petrolio. Negli ultimi anni la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili (solare fotovoltaico e termico, biomassa), a seguito anche delle autorizzazioni concesse dalla Provincia, ha permesso lo sviluppo di un settore (green economy) che ha portato ulteriore produzione di ricchezza (valore aggiunto) ed occupazione, rispetto a quanto registrato statisticamente fino al 2011. In pochi anni sono stati realizzati più di 1600 impianti fotovoltaici per circa 74 MW con benefici sia in termini di emissioni evitate di CO2, quantificabili in 50.500 tonnellate, sia intermini economici sotto forma di investimenti attivati per circa 250 milioni di €. Circa 600 impianti solari termici per la produzione di acqua calda per famiglie, aziende agricole, impianti pubblici sono stati installati attivando investimenti per quasi 4 milioni di €. Anche gli impianti di produzione energetica da biomassa (solida, liquida e gassosa) hanno contribuito allo sviluppo di investimenti per oltre 200 milioni di €, alla creazione di nuova occupazione e ad incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili sul territorio. L’incidenza delle fonti rinnovabili sui consumi di energia provinciali, almeno per quanto riguarda quella elettrica, è così passata in pochi anni da valori trascurabili ad un 9%, con possibilità di ulteriore crescita considerate le numerose iniziative promosse per favorire lo sviluppo delle energie locali, nella prospettiva di contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati al 2020 a livello europeo, nazionale e regionale. In questo senso la Provincia sta attuando una politica incentrata su azioni ed iniziative in parte già avviate ed in parte in fase di implementazione che riguardano diversi comparti, tra queste: - controlli sull’efficienza energetica degli impianti termici civili che hanno permesso di contenere i consumi per riscaldamento di oltre il 15% 4 - promozione ed incentivazione di diagnosi energetiche educazione energetico - ambientale presso le scuole e le famiglie informazione e consulenza fornita da EALP a tutti gli utenti finali formazione agli operatori del settore: manutentori, installatori, professionisti, progettisti promozione della mobilità sostenibile, in particolare presso le scuole installazione di impianti fotovoltaici in sostituzione dei tetti in eternit formazione di gruppi di acquisto solari sia di pannelli fotovoltaici che termici promozione dell’utilizzo dei biocarburanti nella nautica da diporto avvio di una campagna per l’autosufficienza da energia rinnovabili delle aziende agricole promozione della produzione diffusa di energia di piccola taglia avvio di una campagna per l’autonomia energetica da fonti rinnovabili per le isole minori e per comuni di piccole dimensioni (ad esempio Sassetta) - accordo di programma promosso dalla Provincia per l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da parte di Comuni - costruzione di una partnership pubblico-privato sviluppando il progetto LACRE che stimola le imprese ad iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici e buone pratiche in campo ambientale - promozione del Patto dei Sindaci tra i Comuni della provincia. L’attività della Provincia e le iniziative messe in campo hanno contribuito alla riduzione sia delle emissioni climalteranti, meno 40% negli ultimi 10 anni nei settori di utilizzo finale dell’energia, che salgono a meno 42% se si considerano anche le centrali di produzione elettrica, che delle emissioni inquinanti (ossidi di zolfo, ossidi di azoto, polveri ecc.) dal 10 al 60%, escluse le centrali di produzione elettrica (considerando anche queste, le riduzioni complessive in particolare di polveri e ossidi di zolfo sono state del 34% e del 38%). Le AIA (Autorizzazioni Integrate Ambientali) hanno l’obiettivo di contenere gli impatti ambientali delle aziende prevedendo il ricorso alle BAT (migliori tecnologie). La Provincia ha stabilito prescrizioni su monitoraggio dei consumi (materie prime, energia, acqua ecc.), impatti, adozione delle migliori tecnologie e riduzione delle emissioni. In molti casi si è registrato in fase istruttoria che molte imprese già utilizzano le migliori tecnologie disponibili e che, ad esempio, gli indici di consumo energetico rientrano nei range previsti dagli standard europei (BAT), attestandosi spesso sui valori minimi. Laddove questa situazione non si è verificata, l’atto autorizzativo è stato completato con prescrizioni per un rapido piano di rientro, tenendo conto naturalmente della fattibilità tecnico-economica. Per gli impianti a maggiore impatto (centrali termoelettriche e grandi industrie) sono stati previsti limiti alle emissioni in atmosfera molto più bassi rispetto ai limiti fissati dalle normative antecedenti al decreto AIA che permetteranno di abbattere notevolmente le concentrazioni medie giornaliere e le emissioni complessive annue dei principali inquinanti. Alcune tematiche legate allo sviluppo del comparto energia a livello provinciale devono essere attentamente monitorate per poter conseguire il massimo beneficio in termini socioeconomici e contenere, al contempo, l’impatto ambientale, e possono essere così sintetizzate: − per le centrali elettriche a combustibili fossili ancora oggi il problema della riconversione a fonti rinnovabili, rimane un obiettivo da perseguire ma non facile da raggiungere; se da un lato non è possibile costringere il gestore a superare le problematiche connesse alla permanenza di due centrali poco efficienti in provincia, dall’altro, attraverso le AIA, è 5 stato avviato un percorso che impedirà, indirettamente, un aumento della produzione nelle due centrali ed una riduzione delle emissioni; − per la produzione di energia da biomassa, dovrà essere prevista una regolamentazione in modo che la materia prima impiegata sia certificata (in base a quanto stabilisce il D.Lgs. 28/2011 relativo ai criteri di sostenibilità dei bioliquidi) e che gli impianti forniscano energia a stabilimenti o siti produttivi con riduzione delle emissioni inquinanti; − per l’approvvigionamento del gas nell’ambito del sistema Italia è indicata la realizzazione del rigassificatore OLT per il quale sono state recepite le prescrizioni previste in materia di sicurezza e devono essere determinate le ricadute positive per il territorio livornese attraversato dal gasdotto GALSI che ha ottenuto VIA positiva dal Ministero Ambiente; lo stesso Ministero ha rilasciato VIA positiva, con prescrizioni, alla realizzazione e gestione dell’impianto di rigassificazione, proposto dalla società Edison in collaborazione con Solvay e BP, da collocare nell’area industriale Solvay di Rosignano. 1.2. Contenuti ed obiettivi del piano energetico provinciale Il Piano Energetico Provinciale costituisce il principale documento di pianificazione del settore, sul quale si baseranno le politiche energetiche dell’Amministrazione Provinciale. Il Piano presenta i seguenti contenuti: 1. quadro conoscitivo della situazione energetica; 2. obiettivi del piano energetico provinciale, conformi a quanto previsto dal PIER; 3. piano d’azione e progetti strategici per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e di uso razionale dell’energia; 4. indirizzi per l’uso e la valorizzazione delle risorse energetiche e criteri finalizzati a favorire e regolamentare la diffusione sul territorio degli impianti a fonti rinnovabili; Un obiettivo a cui tende il PEP è il superamento della dipendenza dal petrolio a favore delle fonti rinnovabili e, considerando che al momento queste non sono in grado di sostituire le fossili, ricorrendo al metano per le proprietà ambientalmente più compatibili dello stesso. Lo scenario energetico al 2020 dovrebbe essere caratterizzato da un mix di produzione di energia elettrica composto da metano e da energie rinnovabili, con una declinante presenza di olio combustibile. Per la produzione di Energia Elettrica si potrebbe parlare di una provincia in cui il metano, sostanza fossile meno inquinante ed impattante del carbone e del petrolio, sarà chiamato a svolgere la funzione di traghettatore verso il pieno sviluppo delle fonti rinnovabili. Nel mese di marzo 2007 con il Piano d’Azione “Una politica energetica per l’Europa”, l’Unione Europea si è data tre obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2020: − ridurre del 20% le emissioni di gas serra, − migliorare del 20% l’efficienza energetica, − produrre il 20% dell’energia attraverso l’impiego di fonti rinnovabili. Tali obiettivi sono stati fatti propri dal Governo nazionale nel “position paper” del settembre 2007 e dal PIER approvato dal Consiglio Regionale in data 8 luglio 2008. In riferimento all’incidenza delle fonti rinnovabili sui consumi di energia, l’obiettivo assegnato all’Italia è di assicurare che la percentuale di fonti rinnovabili sul consumo finale di energia al 2020 sia di almeno il 17%. Per consumi finali di energia si intendono i prodotti energetici impiegati nell’industria manifatturiera, nei trasporti, negli usi domestici, nei servizi, in agricoltura. 6 2. Analisi del contesto energetico, ambientale e territoriale di riferimento 2.1. Quadro conoscitivo del settore energia nella provincia di Livorno Nella tabella si riporta il consumo di energia primaria1 per settore al 2011 (bilancio energetico della provincia di Livorno) con valori espressi in tep (tonnellate equivalenti di petrolio)2. Civile Trasporti Agricoltura Industria Combustibili solidi Prodotti petroliferi 30.423 278.887 Gas 86.127 4.423 Totale consumo energetico primario 10.476 16.780 16.780 71.760 77.814 469.360 189.876 1.442.928 1.723.354 36.080 36.388 1.573.602 2.544.656 308 116.857 283.310 10.476 Totale 298.774 298.774 Combust. da rifiuti 3 Fonti rinnovabili Produzione Elettrica 560.410 Fonte: elaborazione EALP su dati ASA, ITALGAS, SNAM Rete Gas, ENEL Produzione, ROS.EN., Rosenelectra, Enipower, Elettra, Edison, REA, AAMPS, TAP, Ministero Sviluppo Economico, GSE La quantità di energia consumata complessivamente a livello provinciale (consumo primario di energia) è stata, almeno fino al 2001, in costante aumento (in media ogni anno tra 1 e 2%); nel periodo 1996-2011, è diminuita del 33% passando da 3.801.344 tep a 2.544.656 tep. La riduzione è dovuta in gran parte alla diminuzione dei consumi di combustibili fossili nelle centrali termoelettriche a seguito dell'utilizzo delle centrali ENEL a "riserva", che entrano in funzione nei momenti di maggiore richiesta di elettricità da parte degli utenti finali: − riduzione 98% rispetto al 2006 della produzione elettrica nella centrale ENEL di Livorno − riduzione 94% rispetto al 2006 della produzione elettrica nella centrale ENEL Piombino. La diminuzione è stata consistente per i prodotti petroliferi, di circa 2.200.000 tep; per contro si è avuto un incremento dei consumi di gas naturale di 933.000 tep. Le fonti rinnovabili hanno un peso marginale, 1,4%, anche se negli ultimi anni in forte crescita. 1 Consumi complessivi di energia che includono il consumo dei combustibili solidi, liquidi e gassosi più le fonti rinnovabili (esclusa la parte non biodegradabile dei rifiuti) utilizzati sia direttamente nei settori civile, trasporti, agricoltura, industria sia nella produzione di energia elettrica (consumo centrali termoelettriche) 2 Nella aggregazione dei dati per fonti energetiche è necessario tener conto quanto segue: − La voce “gas” include nella produzione di energia elettrica metano, gas AFO, gas Cokeria e gas Raffineria − La voce “fonti rinnovabili” comprende solare termico (per i consumi del settore civile), solare fotovoltaico e biogas (per i consumi nella produzione di energia elettrica) − la voce combustibili solidi include il consumo di carbone fossile utilizzato per la produzione del coke, che poi a sua volta entrerà nel ciclo produttivo della siderurgia come combustibile − La direttiva comunitaria 2009/28/CE non include i rifiuti tra le fonti energetiche rinnovabili, se non per la frazione organica (biomassa). La normativa nazionale, pur accogliendo tale definizione, ha esteso, almeno in parte, il regime di incentivazione riservato alle fonte rinnovabili anche alla frazione non biodegradabile ed ai combustibili derivati dai rifiuti 3 Vedi nota 22 7 Consumo complessivo di energia ed incidenza % delle fonti energetiche 1996 2001 2008 2011 Consumo totale di energia (tep) 3.801.344 4.322.254 3.165.701 2.544.656 Combustibili solidi e CDR (%) 9,5 8,8 13,1 12,4 Prodotti petroliferi (%) 69,7 53,8 31,7 18,4 Gas (%) 20,8 37,3 55,1 67,7 - 0,1 0,2 1,4 Fonti rinnovabili (%) Fonte: elaborazione EALP su dati SNAM Rete Gas, ENEL Produzione, ROS.EN., Rosenelectra, Enipower, Elettra, Edison, REA, AAMPS, TAP, Ministero Sviluppo Economico, GSE Il consumo di energia per abitante per la provincia è di 7,5 tep (in diminuzione rispetto al 2001, 13 tep, del 42%), contro un valore medio a livello regionale di 3,6 tep (2,9 al 2001). I consumi finali di energia dei settori di impiego4 sono diminuiti di 595.347 tep tra il 1996 ed il 2011 (meno 32%), principalmente a causa della riduzione dei consumi di combustibili fossili nel settore industria. Il valore al 2011 è di 1.232.649 tep e rappresenta quanto energia di fatto viene consumata per soddisfare il fabbisogno degli utilizzatori finali nella provincia. La differenza rispetto al consumo di energia primaria, 2.544.656 tep, di 1.312.007 tep rappresenta l’energia consumata in provincia (prodotti petroliferi e metano) per produrre energia elettrica destinata a coprire il fabbisogno di utenze localizzate fuori provincia. Nella tabella si riportano i consumi finali di energia per settore al 2011 della provincia di Livorno (i valori sono espressi in tep). 2011 Civile Trasporti Agricoltura Industria TOTALE Combustibili Solidi - - - 298.774 298.774 Prodotti Petroliferi 30.423 278.887 10.476 71.760 391.546 Gas 86.127 4.423 - 189.876 280.426 Energia Elettrica 52.199 - 1.436 171.880 225.515 Fonti rinnovabili 36.388 - - - 36.388 TOTALE 205.136 283.310 11.913 732.290 1.232.649 Fonte: Elaborazioni dati EALP Nel periodo 1996 – 2011 si è avuta una riduzione dei consumi di energia, sia negli utilizzi finali che nella produzione di energia elettrica, che si accentua notevolmente negli ultimi anni a causa della crisi economica e che mostra un andamento già in atto, dovuto sia alla diffusione di tecnologie a minor consumo energetico sia alla contrazione della produzione di energia elettrica nelle 2 centrali ENEL. 4 Consumi dei settori di impiego che includono il consumo dei combustibili solidi, liquidi, gassosi, più l’energia elettrica (prodotta nelle centrali termoelettriche) e le fonti rinnovabili (fonti utilizzate per fornire energia termica ed elettrica) nei vari settori (civile, trasporti, agricoltura, industria), al netto dell’energia primaria utilizzata per produrre energia elettrica nelle centrali e negli impianti fotovoltaici 8 Inoltre, nello stesso periodo, è stato fatto sempre più ricorso a fonti energetiche a minore impatto ambientale: in pochi anni il metano ha sostituito in molti impieghi i prodotti petroliferi, con ripercussioni positive dal punto di vista ambientale. Le fonti energetiche rinnovabili incidono per il 3%, in crescita importante dal 2009. Il settore industria incide sui consumi finali per il 59%; nel periodo considerato i consumi si sono ridotti di circa 500.000 tep (meno 41%) e la diminuzione ha riguardato tutte le fonti di energia (prodotti petroliferi, gas naturale, combustibili solidi ed energia elettrica). I consumi finali del settore civile aumentano del 9% (più 16.000 tep) a causa dell’incremento dei consumi di energia elettrica, circa il 33%; aumenta anche il consumo di metano, più 2.600 tep, con un calo dei consumi di prodotti petroliferi di 8.400 tep: complessivamente i consumi per riscaldamento si sono ridotti di 5.800 tep, meno 5% in 11 anni, anche se nel 2008 e 2009 la riduzione rapportata al 2001 è stata del 10%. Dopo il 2006 i consumi tendono a stabilizzarsi, indicatore, probabilmente che dovranno essere attuate nuove azioni di efficienza energetica per ridurli ulteriormente. I consumi del settore trasporti nel periodo 2001-2011 si sono ridotti del 21% (meno 86.000 tep) a seguito della caduta dei consumi avvenuta dopo il 2006. I consumi di metano sono incrementati di dieci volte (fino a quasi 4.500 tep), ma incidono complessivamente sui consumi dei trasporti ancora in modo limitato: 1,7% al 2011. Nel settore agricoltura si è avuto un calo dei consumi di prodotti petroliferi del 68% ed un incremento dei consumi di energia elettrica del 65%: complessivamente i consumi si sono ridotti di 21.740 tep, meno 65%. I consumi di energia elettrica aumentano nel periodo considerato portando l’incidenza sui consumi finali dal 14 al 18%. I consumi finali di energia della provincia di Livorno incidono su quelli regionali per il 14%. Produzione e Consumo di energia elettrica Una delle principali forme attraverso le quali l’energia viene utilizzata in tutte le attività è l’energia elettrica (18% nella provincia di Livorno, 33% a livello nazionale). Per questo viene analizzata in modo specifico la produzione ed il consumo di energia elettrica. Tra il 2000 ed il 2011 in Provincia di Livorno la richiesta di energia elettrica è rimasta pressoché invariata (da 2.906 a 3.037 GWh). Fino al 2006 la domanda annua era cresciuta del 4%. L’industria, che incide sui consumi elettrici per il 66%, è calata del 26%. Il settore siderurgico incide sui consumi per il 23%, la chimica per il 26% e la raffineria per il 10%. Il settore terziario (incide per il 19%) ha avuto consumi in aumento dal 1998 con un valore medio annuo di crescita del 4% anche se tra il 2006 ed il 2011 vi è stata una riduzione del 2%. Il settore domestico (che pesa per il 14%) evidenzia aumenti contenuti dei consumi di energia elettrica, ma costanti; il tasso di incremento medio annuo è stato dell’1%. Nel periodo 2000 – 2011 la produzione di energia elettrica si è ridotta del 40%, nonostante che la potenza elettrica installata sia aumentata del 25% e siano in funzione 578,5 MW in più; l’efficienza media delle centrali termoelettriche (tep impiegati per produrre un MWh) è migliorata del 7%, nonostante il peggioramento delle centrali ENEL per ridotta utilizzazione. Le emissioni annue di anidride solforosa si sono ridotte del 90% a seguito della riduzione della produzione di energia elettrica nelle centrali, della riduzione dell’utilizzo dell’olio combustibile e dell’adozione di tecnologie di abbattimento dell’anidride solforosa; il valore medio, tonnellate per GWh prodotto, che considera tutte le centrali, si è ridotto del 60%. Le centrali ENEL di Livorno e Piombino hanno valori superiori alla media provinciale, mentre la prima ha ridotto di 1/3 le emissioni, la seconda le ha visto lievemente incrementare. 9 Produzione di Energia Elettrica da fonti energetiche non rinnovabili - anno 2000 e 2010 Centrali elettriche ENEL Livorno 2000 ENEL Livorno – 2011 ENEL Capraia – 2000 ENEL Capraia – 2011 Emissioni medie (ton/GWh) Emissioni (ton) Potenza Produzione Efficienza media Tep/MWh MW GWh SO2 NOx Polveri SO2 NOx Polveri 310 1.708,0 0,232 11.457 2.593 536 6,71 1,52 0,31 310 24,7 0,453 80 50 2 3,25 2,03 0,07 1,7 1,7 0,303 - - - - - - 1,7 3,0 0,255 0,3 32 0,7 0,15 9,11 0,21 174 1.315,8 0,338 2.867 1.412 196 2,18 1,07 0,15 174 941,8 0,315 756 822 66 0,80 0,87 0,07 ROSEN - 2000 356 2.455,5 0,2044 - 485,4 - - 0,20 - ROSEN – 2011 356 2.447,2 0,217 4,8 349 1,7 0,00 0,14 0,00 ROSENELECTRA – 2011 385 1.589,9 0,159 2 204 54 0,00 0,13 0,03 ENEL Piombino – 2000 1.280 5.456 0,227 7.123 1.573 711 1,31 0,29 0,13 ENEL Piombino – 2011 1.280 66,0 0,361 98 51 3 1,48 0,78 0,04 ENELPortoferraio - 2000 17,1 0,51 0,51 - - - - - - 17,1 2,0 0,373 0,5 6,8 0,1 0,30 3,10 0,05 58 225,2 0,326 1,3 26,6 0,3 0,01 0,12 0,00 108 589,8 0,339 1.088 927 96 1,84 1,57 0,16 240 1.394,6 0,237 1.186 664 25 0,85 0,48 0,02 3,2 5,52 1,575 8,6 54,8 2,4 1,56 9,93 0,43 6,7 34,6 0,486 0,2 74,0 0,8 0,01 2,14 0,02 TOTALE 2000 2.250 11.532,8 0,242 22.544 7.045 1.541 1,95 0,61 0,13 TOTALE 2011 2.828 6.728,9 0,228 2.217 2.280 97 0,32 0,34 0,01 ENIPOWER – 2000 ENIPOWER – 2011 ENELPortoferraio – 2011 ELETTRA Piombino – 2011 EDISON Piombino – 2000 EDISON Piombino – 2011 AAMPS Livorno – 2000 AAMPS Livorno – 2011 Fonte: Elaborazione dati EALP 10 Le emissioni annue di NOx si sono ridotte in termini assoluti (del 66%) e in termini relativi (del 45%). Rimangono sopra la media provinciale le centrali ENEL, Enipower, Edison Piombino, poiché utilizzano olio combustibile, ed il termovalorizzatore AAMPS. Le emissioni annue di polveri si sono ridotte del 94% per le stesse cause evidenziate per l’anidride solforosa; il valore medio è diminuito del 77% e le centrali hanno sensibilmente ridotte le emissioni di polveri; le centrali ENEL hanno valori superiori alla media provinciale. Produzione di energia da fonti rinnovabili I pannelli solari termici sono 626 per 3.926 mq ed una produzione di energia di 3,6 GWh. Le installazioni di pannelli solari fotovoltaici sono 1.638 per 52 MW ed una produzione di energia di 65 GWh. Gli investimenti attivati tra il 2008 ed il 2011 ammontano a circa 200 milioni di euro. Se si includono anche gli impianti fotovoltaici autorizzati ma non ancora entrati in esercizio (e che attiveranno ulteriori investimenti per circa 70 milioni di euro) si raggiunge una produzione di 91,1 GWh (20.212 tep) per una potenza installata di 73,5 MW e con emissioni evitate di CO2 pari a 50.530 ton. La superficie occupata dagli impianti fotovoltaici di maggiori dimensioni e che sono o saranno posizionati a terra (autorizzati dalla Provincia più quelli in fase di autorizzazione), per un totale di 46,25 MW, è di circa 93 ettari. Produzione di energia da fonti rinnovabili nella provincia di Livorno 2000 (1) Fonti di energia GWh Solare termico - Solare fotovoltaico - Biogas 9,4 Biomassa liquida Totale 9,4 % 100 2011 2012 (2) GWh % GWh % 3,6 65,0 77,2 21,8 2,1 38,8 46,1 13,0 3,8 1,3 91,1 34,6 21,1 8,0 147,8 56,1 167,5 263,7 Fonte: Elaborazione EALP su dati GSE, SECA, TAP, AAMPS, REA, ENEL (1) anno di riferimento in quanto i primi impianti a fanti rinnovabili sono stati realizzati tra il 1999 ed il 2000 (2) considerati gli impianti in esercizio più quelli autorizzati e di prossimo avvio La produzione di energia elettrica da biogas delle discariche di Scapigliato, Vallin dell’Aquila e Ischia di Crociano è di 21,8 GWh; quella da biomassa liquida (oli vegetali) utilizzata nella centrale di Montegemoli a Piombino e da ENEL nella centrale di Isola Capraia è di 77 GWh. Complessivamente la produzione di energia da fonti rinnovabili al 2011 è di 167,5 GWh; al 2000, rappresentata solo dal biogas di Scapigliato, era di 9,4 GWh. Tale produzione è aumentata tra il 2000 ed il 2011 di 18 volte, tra il 2008 ed il 2011 di 9 volte. Consumo di energia da fonti rinnovabili Con l’entrata in funzione degli impianti fotovoltaici già autorizzati e con le centrali elettriche a biomassa liquida a pieno regime, l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili salirà a 260 GWh pari a circa il 9% dei consumi complessivi di energia elettrica (ipotizzando tali consumi in lieve crescita fino ad un valore stimato di 3.100 GWh); l’incidenza sarà in aumento rispetto al 2000 quando era dello 0,3%. 11 Incidenza delle fonti rinnovabili sul consumo di energia elettrica Fonti rinnovabili Consumi energia elettrica 2000 2000 2008 2008 2011 2011 GWh % GWh % GWh % 9,4 0,3 16,2 0,5 164,0 5,4 2906 3297,5 3037,4 Fonte: Elaborazione EALP su dati GSE, SECA, TAP, AAMPS, REA, ENEL Considerando anche le 2 centrali ad oli vegetali già autorizzate ma ancora da realizzare in area portuale a Livorno per un totale di 79 MW, che a regime dovrebbero garantire una produzione di circa 395 GWh, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili salirà a 660 GWh, con un’incidenza su consumi stimati di energia elettrica in 3.100 GWh del 21,3%. Il confronto tra il bilancio elettrico provinciale con quello regionale evidenzia che a livello regionale la produzione di energia elettrica (da fonti fossili e rinnovabili) non è sufficiente a coprire il fabbisogno e si registra un deficit del 26% (quasi 6.000 GWh). Per contro in provincia di Livorno la produzione supera abbondantemente il consumo tanto che il 56% dell’elettricità prodotta viene consumata fuori dalla provincia e il 44% di quanto prodotto viene richiesto e consumato a livello provinciale. La produzione di energia elettrica nella provincia rappresenta il 44% del totale prodotto nella regione Toscana (incluso geotermia ed idroelettrico) ed il 71% della produzione termoelettrica (nelle centrali di tipo tradizionale che impiegano fonti fossili). L’incidenza della Provincia sulla Regione è in calo a seguito della già ricordata riduzione della produzione da parte delle centrali ENEL di Piombino e Livorno. Bilancio energia elettrica Provincia Livorno - 2011 Produzione Fonte energia Consumi GWh % Settori Idrica 568 3,6 Agricoltura Fossili 9.438 59,4 Geotermico 5.315 571 Eolico, FV, biomassa Totale produzione Deficit regionale GWh % 304 1,4 Industria 9.004 41,7 33,4 Domestico 4.394 20,4 3,6 Terziario 6.580 30,5 Totale consumi 20.282 Perdite 1.293 Energia elettrica richiesta 21.575 15.892 5.683 26,3 Fonte: Terna 12 6,0 Bilancio energia elettrica Provincia Livorno - 2011 Produzione Fonte energia Consumi GWh % Settori - - Agricoltura Fossili e CDR 6.729 97,6 Eolico, FV, biogas 164,0 2,4 Idrica GWh % 19 0,6 Industria 2001 62,0 Domestico 439 13,6 Terziario 578 17,9 Totale consumi 3.037 Perdite Totale produzione 6.893 188 Energia elettrica richiesta 3.225 Surplus provinciale 3.667 5,8 53,2 Fonte: Elaborazione EALP su dati GSE, SECA, TAP, AAMPS, REA, ENEL, Rosen, Sosenelectra, Elettra Holding, Enipower, Edison, Terna Produzione energia elettrica: confronto tra Toscana e Livorno – valori in GWh – 2011 Toscana Produzione termoelettrica, da fonti fossili 1 Provincia Livorno Livorno / Toscana (%) 6.729 71,3 21 2,4 9.438 568 Geotermica 5.315 Produzione elettrica da Eolico 79 fonti rinnovabili 2 Fotovoltaico 76 Biomassa 290 Idroelettrica Totale 130 15.766 6.880 43,6 Fonte: Elaborazione dati EALP su dati TERNA (Toscana 2011) e produttori presenti in Provincia di Livorno 2.2. Analisi delle componenti ambientali L’obiettivo della VAS è di individuare ed analizzare gli effetti tra le azioni previste dal piano energetico provinciale e le matrici ambientali. La valutazione viene effettuata partendo dalla definizione del quadro conoscitivo delle principali matrici ambientali del territorio provinciale interessato alla pianificazione energetica: qualità dell’aria e cambiamenti climatici, inquinamento acustico, tutela della risorsa idrica, uso del suolo, flora e fauna, aree protette di rilevanza ambientale, paesaggio, rifiuti, bonifica siti inquinati, inquinamento elettromagnetico 13 E’ inoltre valutato l’impatto delle azioni previste nel PEP sull’assetto socio-economico. 2.2.1. Qualità dell’Aria e cambiamenti climatici La qualità dell’aria nella Provincia di Livorno viene controllata attraverso un sistema di monitoraggio costituito da una rete pubblica di centraline che rilevano le concentrazioni delle principali sostanze inquinanti: biossido di zolfo, ossidi di azoto, monossido di carbonio, ozono, PM10, PM2,5, COV, ozono ed altri inquinanti tipicamente associati al traffico urbano. Le valutazioni, relative al 2010, riguardanti i valori degli indicatori elaborati in confronto con i valori limite per singolo inquinante evidenziano quanto segue: Monossido di Carbonio ed il Biossido di Zolfo: non sono evidenziate particolari criticità e l’andamento annuale degli indicatori mostra come continui a verificarsi la tendenza alla diminuzione dei valori di concentrazione riscontrati; Biossido di Azoto: i valori della concentrazione media annuale a Livorno e Piombino risultano ancora al di sopra del valore limite di 40 µg/m3 (la media annuale registrata nel 2010 dalla centralina di Viale Carducci è risultato il più basso degli ultimi 9 anni); Materiale Particolato PM10: è stata evidenziata una tendenza generalizzata alla diminuzione delle concentrazioni in tutte le centraline con livelli medi annui e numero di superamenti del valore medio giornaliero al di sotto dei limiti; Materiale Particolato PM2,5: il confronto con il valore limite per la media annuale, che entrerà in vigore nel 2015, non ha evidenziato alcuna criticità; Benzene: non sono evidenziate particolari criticità; Ozono: la situazione deve essere tenuta sotto osservzione nelle zone dove sono presenti la centralina del Gabbro e di Poggio San Rocco a Rosignano M.mo. Nella tabella sono riportati i Comuni della provincia di Livorno che hanno presentato negli ultimi cinque anni almeno un superamento del valore limite per le sostanze inquinanti rilevate dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria e che sono tenuti all'adozione del Piano di Azione Comunale (PAC) ai sensi dell’art. 12 comma 1 della L.R. 9/2010. Comune Livorno PM10 x PM2,5 Piombino Rosignano M. NO2 x SO2 CO Benzene Pb x x I dati rilevati da ARPAT sono riassunti nell’Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione dalla Regione Toscana, di cui sono disponibili per il 2003, 2005 e 2007 i valori di CO, COV, NOx, PM10, PM2,5, SOx. Nella tabella si riportano le emissioni totali provinciali in ton / anno. CO COV NOx PM 10 PM 2,5 SOx 2003 64.226 11.586 17.626 1.812 - 18.975 2005 47.002 10.773 16.607 1.384 1.038 14.419 2007 26.699 9.977 14.212 1.197 892 11.650 -58,4 -13,9 -19,4 -33,9 -14,1 -38,6 Riduzione % 2003 / 2007 14 Emissioni gas serra Una delle matrici ambientali che permette di misurare gli effetti di una politica energetica è rappresentata dalle emissioni di anidride carbonica attribuibili al settore energia (produzione e consumo). Molti degli inquinanti tradizionali e dei gas ad effetto serra hanno sorgenti comuni e molti inquinanti dell’aria contribuiscono all’effetto serra. Le emissioni di CO2 equivalenti nella provincia di Livorno considerano le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas ad effetto serra: metano (CH4), protossido di azoto (N2O), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili non metanici (NM-COV). La stima di tali emissioni è basata sui consumi energetici e sul mix di combustibili utilizzati (adottando il sistema comunitario Corinair) per il periodo 1999- 2011. I valori sono espressi in tonnellate. Nel periodo tra il 1999 ed il 2011 si è registrata una diminuzione sensibile delle emissioni di CO2; tale risultato è fortemente dipendente dalla riduzione della produzione elettrica nelle centrali ENEL e dal calo nell’uso dell’olio combustibile come fonte di energia per la produzione elettrica. Sui valori del 2011 incide anche la crisi economica che ha portato ad una contrazione delle attività e conseguentemente dei consumi (e produzione) di energia, la crescita delle fonti rinnovabili, e la maggiore efficienza nell’uso dell’energia. Non sono disponibili i dati al 1990 ma le stima IRSE (Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione) permettono di quantificare tali emissioni in circa 10.500.000 ton. Pertanto la diminuzione delle emissioni al 2011 rispetto al 1990 è stata di 2,4 milioni di ton, meno 23%. Gli ultimi dati sulle emissioni di gas serra disponibili a livello regionale sono relative al 2007 (dati PIER) e sono pari a 36.460.000 tonnellate di CO2 equivalente. Rispetto alle emissioni regionali, la CO2 prodotta in provincia di Livorno incide per il 28%. 1999 2001 2006 2008 2011 Variazione 1999 - 2011 Produzione elettrica 8.261.054 9.289.335 7.389.851 6.466.974 4.955.772 -40,0 Industria 3.621.164 3.555.049 2.571.337 2.428.815 1.869.092 -48,4 Civile 350.868 331.186 327.009 292.732 299.265 -14,7 Agricoltura 133.109 105.039 90.327 55.418 32.471 -75,6 Trasporti 1.253.494 1.244.058 1.276.694 1.021.724 948.076 -24,4 Totale 13.619.689 14.524.666 11.655.218 10.265.662 8.104.677 Settori -40,6 Fonte: Elaborazione dati EALP 2.2.2. Inquinamento Acustico La Toscana è tra le regioni che controlla la situazione, dalla quale risulta che oltre il 99% della popolazione risiede in comuni con piano di classificazione acustica approvato o adottato. Nella provincia di Livorno tutti i Comuni hanno adottato ed approvato un PCCA, ad esclusione dei Comuni di Campo nell’Elba, Marciana, Portoferraio, Rio Elba che lo hanno al momento solamente adottato. Attraverso il PCCA (Piano Comunale di Classificazione Acustica) il Comune suddivide il proprio territorio in zone acusticamente omogenee a ciascuna delle quali corrispondono precisi limiti da rispettare e obiettivi di qualità da perseguire nel medio e lungo termine. 15 Il PCRA (Piano Comunale di Risanamento Acustico) rappresenta l’atto formale con cui il Comune sulla base di una specifica analisi costi/benefici individua interventi tecnici e grado di priorità per la loro attuazione al fine di eliminare le criticità evidenziate dal proprio PCCA. 2.2.3. Tutela della risorsa idrica e idrogeologia La dinamica generale di impoverimento delle risorse idriche che interessa in particolare la zona centrale e sud, riguarda sempre più anche la zona settentrionale della Provincia, dove il problema, pur essendo meno pronunciato per la ricchezza di sorgenti e il buon livello di salubrità delle acque, si presenta con una progressiva accentuazione del regime torrentizio stagionale delle acque di superficie. La scarsa disponibilità di risorse idriche nell'arcipelago toscano è dovuta all’esiguità delle falde sotterranee e al carattere torrentizio dei corsi d’acqua superficiali. L'andamento pluviometrico degli ultimi anni registra un decremento medio e varia anche il regime delle precipitazioni; si aggrava quindi la capacità di ricarica delle falde acquifere. Di conseguenza, accresce la situazione di disagio negli approvvigionamenti idrici ed aumenta l'ingressione del cuneo salino nella fascia costiera. Sul territorio della provincia livornese sono insediate aziende industriali ad alto consumo idrico, che si trovano in zone caratterizzate da un equilibrio idrico precario, come la Val di Cecina e la Val di Cornia. In queste aree esiste, per altro, una forte domanda di acqua potabile anche per il settore turistico, con picchi di consumo concentrati soprattutto nel periodo Giugno/Settembre. Il bilancio della distribuzione dell’acqua potabile nell’ATO 5 (consuntivo 2009) è il seguente. Volume prelevato da ASA dalle opere di captazione ATO5 40.799.810 mc Volume acquistato da altri sistemi di acquedotto (Solvay da contratto ARETUSA, da falda Serchio a Filettole ecc.) 10.185.765 mc Volume ceduto ad altri sistemi di acquedotto 1.970.424 mc Volume immesso nella rete primaria 49.015.151 mc Volume distribuito (prelevato – ceduto + acquistato) al netto delle perdite nella rete primaria 43.717.205 mc Perdite primarie (immesso – distribuito) 5.297.946 mc Perdite di distribuzione 9.017.256 mc Perdite totali 14.315.202 mc (29%) Consumo idropotabile totale 34.699.949 mc Il ciclo integrato delle acque si chiude con il trattamento ed il recupero delle acque di scarico, provenienti dalle reti di fognatura nera e dalla raccolta delle acque meteoriche. Di seguito i dati annui sulle acque di scarico trattate nei 33 comuni dell’ATO 5 Toscana Costa (gli abitanti equivalenti nominali – residenti - sono 502.137). 16 2007 2009 33.785.259 34.836.916 Abitanti Equivalenti trattati 467.571 477.218 Copertura abitanti equivalenti trattati 93,1 % 95,0 % Acque di scarico trattate e riutilizzate - mc 4.911.038 4.824.105 Acque di scarico immesse nell’ambiente - mc 28.874.221 30.012.811 14,4 % 13,8% Volume di acque di scarico trattate * - mc Acque riutilizzate rispetto a quelle trattate * dato derivante dalla misura diretta delle portate in ingresso negli impianti di depurazione Ad oggi ASA, su circa 35 milioni di mc/anno di acque scaricate e trattate, ne destina 4,9 al riutilizzo agricolo ed industriale: − Progetto Aretusa – Bassa Val di Cecina: 3,4 milioni di mc/anno di reflui provenienti dai depuratori di Rosignano Solvay e di Cecina siano riutilizzati per usi industriali da Solvay; − Progetto Fenice – Val di Cornia: 1,5 milioni di mc/anno di reflui in uscita dagli impianti di trattamento della città di Piombino sono convogliati all’impianto siderurgico Lucchini ed assorbiti dai processi di spegnimento coke e abbattimento fumi e trasformati in vapore; − l’unica esperienza di riuso agricolo lungo la costa riguarda in estate il depuratore di Populonia (33.000 mc/anno) verso una cooperativa agricola. In base ai controlli effettuati da ASA oltre il 90% delle acque reflue nella zona costiera sono depurate nel rispetto della normativa vigente. Il monitoraggio delle risorse idriche (acque interne, acque sotterranee ed acque marine e costiere) è affidato al Dipartimento di Livorno di ARPAT. Per le Acque interne è da tenere sotto osservazione lo stato ecologico dei fiumi Cecina nel tratto medio e a valle e Cornia nel tratto a monte e medio; quest’ultimo, nel tratto a monte, presenta criticità per lo stato chimico (superamenti di alcuni metalli). I corsi d’acqua della provincia di Livorno risultano complessivamente di buona qualità nelle parti alte in prossimità delle sorgenti, qualità che dominuisce scendendo verso valle. I processi inquinanti sono riconducibili prevalentemente alla presenza di centri urbani e produttivi e alle alterazioni fisiche apportate agli alvei fluviali. Per le Acque sotterranee assoggettate a monitoraggio nella provincia di Livorno i risultati evidenziano che devono essere tenuti sotto controllo per un possibile inquinamento i seguenti corpi idrici: carbonatico del calcare di rosignano, costiero tra fiume Cecina e S. Vincenzo, costiero tra Fine e Cecina, della pianura del Cornia, del terrazzo di S. Vincenzo, delle pianure costiere elbane e della pianura del Cecina. Per le Acque marine e costiere lo stato ecologico è elevato per Marina di Castagneto e le isole, buono per la costa livornese e Salivoli, scarso per la costa di Antignano e Rosignano; lo stato chimico, invece, è da tenere sotto osservazione per tutta la costa livornese. Le situazioni di Pericolosità Idraulica Elevata e Molto Elevata si riscontrano: − nelle pianure alluvionali costiere con la presenza di corsi d’acqua con sbocco diretto in mare che presentano problematiche di insufficiente sezione di deflusso 17 − nei Bacini Idrografici del Fine, del Cecina, del Cornia dove le problematiche derivano sia da un contesto di naturale espansione dei corsi d’acqua non arginati, sia da esondazioni in tratti torrentizi − nei bacini idrografici minori si riscontrano criticità analoghe per la presenza di antropizzazioni nelle aree di sbocco al mare. Le aree interessate da situazioni di dissesto geomorfologico sono presenti in corrispondenza di affioramenti argillosi, soprattutto nel Bacino Idrografico del Fiume Cecina, con dissesti innescati dalla mancanza di regimazione idraulica dei torrenti. Significative le condizioni di franosità per fenomeni di crollo nei tratti di costa alta nell’area livornese, nel promontorio di Piombino ed all’Isola d’Elba. 2.2.4. Suolo e sottosuolo La provincia di Livorno si estende per 1.212,81 kmq ed è fra le meno estese della Regione Toscana occupando circa il 5% del territorio regionale. E’ la Provincia con la maggiore estensione di coste, per 415 km circa e si dispone in lunghezza sul territorio continentale tale che, fatta eccezione per Collesalvetti, Sassetta, Campiglia e Suvereto, i territori comunali sono estesi da est ad ovest, dai rilievi al mare. Alla provincia di Livorno appartengono la maggior parte delle isole dell'arcipelago toscano: Capraia, Elba, Gorgona, Montecristo, Pianosa. Caratteristica dell’articolazione territoriale è la posizione a nord del capoluogo in cui risiede la metà della popolazione provinciale distribuita in 20 comuni. Le caratteristiche territoriali possono essere così riassunte: • • • • • • • • • • • • Superficie territoriale della Provincia: Territorio continentale: Territorio insulare: Territorio urbanizzato: Aree industriali: Aree logistiche e portuali: Aree boscate: Parchi nazionali Parchi provinciali: ANPIL: Riserve provinciali: Riserve statali: 1.212,81 kmq 948,87 kmq 262,94 kmq 87,62 kmq (7,2%) 33,05 kmq 14,25 kmq 473,64 kmq (39,0%) 165,89 kmq (13,7%) 56,86 kmq (4,7%) 72,81 kmq 1,8 kmq (0,1%) 16,16 kmq (1,3%) • • • • • • Sviluppo costiero: Mare territoriale a 6 miglia dalla costa: Mare territoriale a 12 miglia dalla costa: Sviluppo autostradale: Sviluppo strade statali, regionali e provinciali: Sviluppo ferrovie: 415,18 km 4.063,00 kmq 9.215,00 kmq 28,49 kmq 676,97 kmq 150,31 kmq Quello provinciale è un territorio in cui solo poco più del 7% è urbanizzato, circa il 39% è coperto da aree boscate e circa il 20% è sottoposto al regime di aree protette. 18 Al fine di individuare le potenziali aree idonee alla localizzazione di impianti di produzione energetica in particolare delle aree agricole, è di interesse evidenziare i dati del censimento ISTAT del 2000 dell’agricoltura, che, in sintesi, sono i seguenti: − superficie agricola utilizzata: ettari 37.351 pari al 57%; − superficie destinata a boschi e arboricoltura da legno: ettari 22.664, pari al 34 %; − superficie agricola non utilizzata (insieme dei terreni dell’azienda non utilizzati a scopi agricoli ma suscettibili di essere destinati a tali utilizzi, compresi i terreni abbandonati ed esclusi i terreni a riposo): ettari 2.745 ettari (di cui 126 destinati ad attività ricreativa) 4% (in prima approssimazione potrebbero essere considerate aree vocate per un possibile utilizzo di colture energetiche e per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili); − altra superficie (aree occupate da fabbricati, cortili, canali, cave, rocce, terre sterili, parchi, giardini): ettari 3.466, pari al 5%. Il Consiglio Regionale con deliberazione n. 68 del 26 ottobre 2011, ha approvato, ai sensi dell’articolo 7, commi 1 e 3, della L.R. 11/2011 (Disposizioni in materia di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia), in base alla proposta della Provincia, sentiti i comuni interessati, l’individuazione delle aree non idonee per la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra inerenti zone all’interno di coni visivi e panoramici la cui immagine è storicizzata e di aree agricole di particolare pregio paesaggistico e culturale. La Regione ha altresì approvato la diversa perimetrazione (cioè l’individuazione di aree idonee per il fotovoltaico a terra) all’interno delle aree a denominazione di origine protetta (DOP) e delle aree a indicazione geografica tipica (IGP). E’ possibile consultare la cartografia regionale con le suddette aree accedendo al servizio web_gis di seguito indicato: http://web.rete.toscana.it/sgr/webgis/consulta/viewer.jsp 2.2.5. Biodiversità, flora e fauna In attuazione delle direttive europee e della normativa nazionale, la Regione Toscana dal 2000 ha dato avvio ad una articolata politica di tutela della biodiversità definendo la propria rete ecologia composta dall’insieme dei SIC, delle ZPS e di nuove aree chiamate SIR (siti di interesse regionale) con lo scopo di tutelare habitat e specie animali e vegetali. In Toscana le entità minacciate (451) rappresentano quasi il 50% delle specie in lista di attenzione e tra queste sono ben 137 (il 15% del totale della lista) quelle a più alto rischio di conservazione. L’analisi delle principali pressioni ha consentito di evidenziarne gli elementi maggiormente significativi e più impattanti sulla biodiversità toscana. Cambiamenti climatici e consumo e modifica degli usi del suolo, per urbanizzazione e realizzazione d’infrastrutture costituiscono due importanti minacce alla biodiversità. La complessità geografica della Provincia (bacini idrografici principali, sistemi collinari, sistema costiero, sistemi insulari) contribuisce a determinare condizioni di particolare sensibilità ambientale, con una rappresentazione ecosistemica spesso caratterizzata da una grande valenza naturalistica e diversificazione biologica e vegetazionale. Nelle aree naturali, la vegetazione predominante è rappresentata dalla macchia mediterranea, a dominanza di Leccio. Buona diffusione ha pure la pineta a Pino d’Aleppo, la cui espansione è stata favorita dagli incendi, a discapito dell’originaria copertura naturale, mentre altre formazioni a Pino marittimo, sono il risultato di passati interventi di riforestazione. Gli stadi di ancor maggiore degradazione sono invece costituiti dalla gariga, dai versanti più impervi dei Monti Livornesi al Promontorio di Piombino a distese zone delle aree insulari. I versanti più freschi, evidenziabili prevalentemente nell’area del Parco provinciale dei Monti 19 Livornesi, sono caratterizzati da boschi di latifoglie decidue a dominanza di Cerro e Roverella. Particolarmente ricche di specie endemiche risultano le isole livornesi, dove proprio le condizioni di insularità hanno favorito l’affermarsi di specie a limitata espansione territoriale, con essenze anche esclusive. Specie di particolare interesse sono annoverabili anche tra la fauna. La macchia mediterranea ospita il Cinghiale, presente con una popolazione eccedente, il Tasso, l’Istrice, la Volpe, i mustelidi ed altre specie di mammiferi. L’avifauna comprende la Poiana e l’Allocco, due rapaci poco comuni, e molti passeriformi. Su pioppi e salici nidificano il Pendolino, il Rigogolo, la Gazza, mentre nella folta e bassa vegetazione l’Usignolo e l’Usignolo di fiume. 2.2.6. Ecosistemi ed aree di particolare rilevanza ambientale Una particolare attenzione viene posta alla valutazione delle aree di particolare rilevanza ambientale, sia in termini di valori che di criticità. Le aree di rilevanza ambientale presenti nella provincia di Livorno sono costituite dalle Aree protette: − parchi provinciali e interprovinciali: Monti Livornesi, Montioni − parchi nazionali − riserva naturali: Contessa, Padule di Bolgheri, Padule Orti Bottagone − A.N.P.I.L. (Aree Naturali Protette di Interesse Locale): Colognole, Valle Torrente Chioma, Poggetti, Fiume Cecina, Macchia della Magona, San Silvestro, Baratti – Populonia, Sterpaia A queste aree devono essere aggiunti i Siti di Importanza Regionale per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche comprendenti i Siti classificabili di Importanza Comunitaria (SIC), le Zone di Protezione Speciale (ZPS), i Siti di Interesse Nazionale (SIN) e i Siti di Interesse Regionale (SIR) Al fine di tutelare i grandi mammiferi marini, e con essi un importante ecosistema del Mediterraneo, l’Italia ha stipulato un accordo internazionale, con la Francia e il Principato di Monaco, per l’istituzione di un Santuario dei Cetacei nella porzione di mare compresa tra la Sardegna settentrionale, le coste della Toscana settentrionale, la Liguria e la Costa Azzurra. Tale area marina protetta copre una superficie di circa 100.000 km² e in dettaglio è compresa tra due linee: ad Ovest dalla Punta Escampobariou vicino a Tolone, a Capo Falcone sulla costa della Sardegna occidentale; ad Est da Capo Ferro, sulla costa della Sardegna orientale, alla foce del Fosso Chiarone, sulla costa della Toscana meridionale. 2.2.7. Paesaggio e patrimonio culturale Il territorio della Provincia è caratterizzato da tradizioni industriali forti che hanno segnato e condizionato la crescita delle città. E’ un territorio in cui le attività economiche di eccellenza legate alla produzione vitivinicola esaltano la configurazione extraurbana. E’ il caso dell’agricoltura che convive con il turismo della costa e lontano dagli insediamenti industriali di Livorno, Piombino e Rosignano Solvay. E’ il caso della diffusione urbana in atto e frutto di scelte per lo sviluppo economico relativamente agli insediamenti produttivi di Guasticce di Collesalvetti e di Fiorentina di Piombino. Le caratteristiche del territorio livornese si possono così riassumere: • alti valori paesistici e ambientali che si è cercato di salvaguardare integri e fruibili • sofferenze delle risorse idriche ed ingressione del cuneo salino, erosione costiera costantemente al centro di programmi di investimento e tutela 20 • • città di mare in cui la tradizione della vita balneare s’innesta con l’economia turistica rivoluzionando in un arco temporale ristretto spazi e tempi di relazione costa che diventa elemento predominante di sistema lineare puntualmente segnata dalla presenza dei porti e dei diporti nautici. Il patrimonio culturale è costituito dall’insieme delle strutture e dei manufatti edilizi riconosciuti di carattere storico/artistico, testimoniali di quei processi storici, culturali, sociali ed economici evolutivi del territorio, che il PTC individua come invarianti strutturali. Tra essi si debbono annoverare: il sistema difensivo costiero, i luoghi di culto, i cimiteri, i musei, le biblioteche, gli archivi, i teatri e i beni archeologici. Il Decreto Legislativo No. 42 del 22 Gennaio 2004, “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai sensi dell’Art. 10 della Legge 6 Luglio 2002, n. 137” e s.m.i., costituisce il codice unico di tutela dei beni culturali, del paesaggio, del patrimonio storico ed artistico. Ogni proposta di realizzazione di un impianto a fonti rinnovabili deve essere valutata in base alla normativa vigente, ai protocolli, ai dati conoscitivi ed alle cartografie dei vincoli che dovranno essere presi in considerazione in fase di progettazione degli impianti e di richiesta di autorizzazione. 2.2.8. Rifiuti La produzione di rifiuti urbani totali nella Provincia di Livorno, nell’anno 2010 è stata pari a 247.534 t. L’andamento della produzione dei rifiuti può essere legato a diversi fattori. Esiste una correlazione tra la crescita dei rifiuti urbani e l’andamento degli indicatori socioeconomici, quali PIL e spese delle famiglie residenti. La produzione pro capite dei RSU nel 2010 è stata di 722 kg per abitante, con un calo rispetto al 2008 del 6%. La maggiore sensibilizzazione sul tema della prevenzione può aver contribuito al conseguimento di questo calo tendenziale nella produzione di rifiuti. Il dato risulta superiore al valore medio regionale pari a 670 kg/ab all’anno. La percentuale di raccolta differenziata è un indicatore con il quale si misura il livello di raggiungimento degli obiettivi di separazione dei rifiuti urbani e conseguentemente il livello di attuazione delle azioni prioritarie, secondo la gerarchia della gestione dei rifiuti, costituite dal recupero/riciclo di materia rispetto allo smaltimento in discarica. La raccolta differenziata totale effettuata nella provincia al 2010 è stata di 83.399 t, con un incremento del 4% rispetto al 2008; la percentuale rispetto ai rifiuti solidi urbani è stata del 33,7%; l’incidenza a livello regionale è stata del 37,2%. La raccolta differenziata pro-capite nell’anno 2010 è stata di 243 Kg/ab. anno, con un incremento del 3% rispetto al 2008. I dati sulla composizione merceologica della RD evidenziano che la frazione raccolta in quantità maggiore è la carta (20.570 ton - 24,7%), seguita da sfalci e potature (17.830 ton 21,4%), organico (10.800 ton – 13%), legno (9.308 ton - 11%), ed il vetro (8.415 ton - 10%). La produzione di rifiuti speciali totali (pericolosi e non pericolosi) dichiarata dalle imprese della provincia di Livorno nel 2008 è stata di 1.277.227 ton, pari al 15% del totale regionale, di cui 95.271di tipo pericoloso. Rispetto al 2004, quando erano 1.202.875 ton (di cui 58.128 ton di rifiuti pericolosi), sono aumentati del 6%. 21 2.2.9. Bonifica dei siti contaminati Il risanamento (o bonifica) delle aree inquinate è ritenuto azione necessaria e propedeutica al riutilizzo del territorio in conformità alle destinazioni d’uso stabilite negli strumenti urbanistici. La bonifica dei terreni permette la restituzione del suolo agli usi legittimi senza impegnare nuovi spazi. In considerazione delle attuali disposizioni normative, costantemente vengono ad aggiungersi nuovi siti oggetto di procedure di bonifica: • siti inquinati inseriti nei piani regionali e provinciali; • siti da bonificare secondo la normativa vigente (DM 471/99 e D. Lgs. 152/2006); • siti presenti sul territorio provinciale classificati come siti di interesse nazionale. L'elenco dei Siti interessati da procedimento di Bonifica è presente nella Banca Dati regionale SISBON. La situazione dei singoli siti è la seguente: − Analisi di rischio: 15 siti che hanno un procedimento amministrativo in corso − Attivazione iter: 29 siti contaminati per i quali il procedimento amministrativo è avviato − Bonifica MISP MISO in corso: 20 siti per i quali l’intervento di bonifica è in corso − Bonifica MISP in corso: 21 siti soggetti ad intervento di messa in sicurezza permanente − Caratterizzazione / indagini preliminari: 103 siti contaminati soggetti a verifiche − Certificazione: 14 siti o lotti bonificati, messi in sicurezza e certificati − Perimetrazione SIN: 17 siti Il totale dei siti interessati da processi di bonifica nella provincia di Livorno sono 288 di cui i Siti di Interesse Nazionale sono 88. Per questi ultimi con Legge 426/98 sono state definite le aree industriali di Livorno e Piombino. 2.2.10. Inquinamento elettromagnetico Con il crescente impiego dell’energia elettrica negli usi finali si è sviluppata la produzione di energia elettrica e di conseguenza le reti per il trasporto e la distribuzione di questa forma di energia. In provincia di Livorno al 2010 il 21% dei consumi finali di energia sono rappresentati da energia elettrica (al 2001 erano del 14%). Conseguentemente sono progressivamente aumentati i campi elettromagnetici ed il rischio di inquinamento (l'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato come "possibilmente cancerogena" l'esposizione prolungata a questo agente fisico anche ad intensità non elevate). L'inquinamento alle basse frequenze (0-300Hz) è costituito soprattutto dai campi magnetici a 50 Hz generati dagli elettrodotti. La rete elettrica ad alta tensione (132 kV, 220 kV, 380 kV) in Toscana ha un'estensione dell'ordine di alcune migliaia di chilometri. La Regione con ARPAT ha costituito un catasto regionale delle linee elettriche e delle fasce di rispetto. Il catasto contiene i dati tecnici, geometrici e topografici relativi agli elettrodotti ad alta tensione presenti sul territorio regionale (380 kV, 220 kV, 132 kV). Le linee a 132 kV interessano maggiormente i centri abitati in quanto a maggior impatto; sono tuttavia presenti importanti eccezioni di linee 380 kV e 220 kV che interessano aree urbanizzate. 2.2.11. Assetto demografico L’analisi della dinamica demografica per il periodo 1991-2001 ha evidenziato un leggero calo della popolazione; la dinamica più recente, invece, mostra un’inversione di tendenza dovuta in primo luogo al fenomeno dell’immigrazione, che dal 2000 ha acquistato un peso sempre maggiore sul territorio. L’immigrazione influisce sulla crescita demografica attraverso due canali di trasmissione: direttamente, con l’aumento del numero dei lavoratori stranieri, e 22 indirettamente, per l’aumento del tasso di fecondità che le donne straniere inducono nella popolazione. La popolazione che torna a crescere, cambia, rispetto al passato, la struttura demografica. Tre elementi fondamentali caratterizzano la popolazione negli anni 2000: - la diminuzione del numero totale di giovani; - la crescita della quota di anziani sul totale; - l’aumento degli stranieri. La popolazione residente al 1 Gennaio 2010 in Provincia di Livorno è stata di 341.453. La provincia presenta caratteristiche territoriali, demografiche ed economiche del tutto tipiche che la differenziano dal resto della Toscana. Anzitutto ha la più alta densità demografica (278,2 abitanti per km/q) rispetto alla media regionale e nazionale; la concentrazione dei suoi abitanti è inoltre massima nel capoluogo di provincia ed in pochi altri comuni (Piombino, Rosignano e Cecina). La concentrazione nei comuni costieri è legata alle opportunità offerte dai sistemi portuali ed alle necessità di aggregazione intorno alle infrastrutture marittime. Quest’aspetto condiziona la struttura del sistema economico, dando luogo ad un processo di terziarizzazione per i numerosi servizi collegati alle attività portuali ed all’insediamento sul territorio di importanti imprese che sfruttano le economie legate al porto. 2.2.12. Assetto socio economico L’apporto della provincia al sistema regionale in termini di creazione di Valore Aggiunto, è di circa il 9%. Alla formazione del Valore Aggiunto provinciale contribuisce per quasi 2/3 il settore terziario, per il 23,7% l’industria, per il residuo 1,9% l’agricoltura. La siderurgia, la chimica e la costruzione di mezzi di trasporto (in particolare di mezzi navali) rappresentano, in termini di valore assoluto, il nucleo portante dell’economia livornese. Il mercato del lavoro della provincia livornese, al 2008, mostra forti elementi di criticità: il tasso di occupazione (46%) si colloca al di sotto della media regionale (48,6%). Analogamente a quanto accaduto ad altre aree della fascia costiera toscana, l’evoluzione recente del sistema produttivo provinciale livornese è stata caratterizzata nell’ultimo decennio da un forte processo di deindustrializzazione che ha interessato principalmente le grandi unità produttive dei principali settori di specializzazione locali (chimica e siderurgia). Dal punto di vista economico si evidenzia una forte contrazione occupazionale particolarmente evidente nel settore secondario (-24,1%) frutto di fenomeni di deindustrializzazione di lungo periodo. La contrazione occupazionale del settore industriale è accompagnata da un significativo incremento del numero di unità locali che sta ad indicare l’esistenza di tendenze in atto volte alla frammentazione del tessuto produttivo locale. I principali punti di forza presenti attualmente all’interno del sistema territoriali sono legati: • alla vitalità del settore turistico che ha aumentato sia l’occupazione che le presenze; • alla presenza sul territorio di un vasto patrimonio di conoscenze tecnologiche, ereditate dal passato industriale, utilizzabili per l’avvio di ulteriori iniziative imprenditoriali. I punti da potenziare, legati alla deindustrializzazione, vanno identificati essenzialmente: • in un mercato del lavoro piuttosto debole, caratterizzato da un basso tasso di attività e da un tasso di disoccupazione che collocano la provincia in fondo alla classifica regionale; • in un sistema manifatturiero ancora fortemente dipendente dalla grande impresa; • nella frammentazione del tessuto imprenditoriale non direttamente collegato alla grande impresa, che ha difficoltà a creare sistemi produttivi in grado di competere sui mercati; 23 • • in una struttura demografica poco dinamica che presenta alti indici di invecchiamento e una contrazione più accentuata rispetto alla media regionale; in una situazione ambientale che in alcune aree presenta molti aspetti critici. 3. Piano d’azione per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’uso razionale e obiettivi di sostenibilità ambientale 3.1. Ridurre le emissioni di gas serra Per le emissioni climalteranti l’obiettivo al 2020 è la riduzione del 20% rispetto al 1990. Non sono disponibili i dati al 1990, le stima permettono di quantificare tali emissioni in circa 10.500.000 ton. Al 2010 erano di 7.883.112 ton. La diminuzione rispetto al 1990 è di 2.616.888 ton, meno 25%, oltre l’obiettivo del 20%. Su tale valore incide anche la crisi economica che ha portato ad una forte contrazione delle attività economiche e dei consumi (e produzione) di energia per cui il dato sulle emissioni climalteranti dovrà essere verificato attentamente nei prossimi anni quando è prevedibile ed auspicabile una ripresa economica. Il calo delle emissioni è dovuta alle seguenti cause: • riduzione della produzione elettrica nelle centrali ENEL di Piombino e Livorno, che nel 2010 hanno funzionato all’1-2% rispetto alla capacità produttiva potenziale (tra il 2006 ed il 2010 le emissioni di CO2 sono diminuite di 2,4 milioni di ton); • contrazione delle attività economiche e, conseguentemente, dei consumi finali di energia che negli ultimi 3 anni si sono ridotti del 21%, quelli elettrici del 18%; • crescita delle fonti rinnovabili (100.000 ton di emissioni di CO2 evitate da centrali elettriche, 1% delle emissioni al 2020); • sostituzione del petrolio con il metano (quantificabile in oltre 1 milione di ton di CO2) • maggiore efficienza d’uso dell’energia, di difficile quantificazione (è emblematica la riduzione delle emissioni del settore trasporti del 20% tra il 2005 ed il 2010 quando nello stesso periodo il numero di auto immatricolate in provincia è aumentato del 3%). Pertanto per realizzare l’obiettivo al 2020 sarebbe sufficiente conservare i livelli attuali di emissioni di CO2 e, quindi, dei consumi (e della produzione) di energia. E’ possibile ipotizzare 2 scenari al 2020 per le emissioni di CO2: 1. valori uguali o di poco inferiori a quelli del 1990 e che si potrebbero avvicinare a quelli del 2008 (10,2 milioni di ton), a seguito di una ripresa dell’economia sostenuta, una crescente richiesta di energia ed un conseguente aumento della produzione elettrica da fonti fossili, anche nelle centrali meno efficienti della provincia: con questo scenario si avrebbe una riduzione contenuta rispetto al 1990, meno 4,3% (la diminuzione del 20% si conseguirebbe in riferimento al 2001, massimo raggiunto nel periodo considerato); 2. valori simili a quelli del 2010, che permetterebbero di raggiungere o di superare l’obiettivo di riduzione del 20%, a condizione di mantenere, anche in presenza di una ripresa dell’economia, quanto meno invariato rispetto al 2010 il sistema ed il livello di generazione elettrica nella provincia, caratterizzato da una forte crescita delle fonti rinnovabili in contemporanea allo smantellamento o al funzionamento ai più bassi livelli produttivi delle centrali meno efficienti, una sostituzione del petrolio con il metano ed una maggiore efficienza nell’uso dell’energia in tutti i settori, produttivi e non. 24 3.2. Incrementare l’energia prodotta mediante l’impiego di fonti energetiche rinnovabili ed efficienza energetica Gli obiettivi che si pone la pianificazione energetica provinciale al 2020 sono i seguenti: − migliorare l’efficienza energetica almeno del 20%, che si traduce in una riduzione dei consumi finali di energia (senza ridurre quantità e qualità dei prodotti e dei servizi offerti) rispetto al valore medio del periodo 2001 – 2006 (valore di riferimento) − incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili in modo che questa possa incidere almeno per il 17% sui consumi finali al 2020. La situazione al 2010 è la seguente: • i consumi finali di energia si sono ridotti del 27% tra il dato medio del periodo 2001 – 2006 ed il 2010, passando da 1.708.403 a 1.246.242 tep; l’obiettivo comunitario è di fatto raggiunto, ma è da considerare l’incidenza della crisi economica, per cui il valore dovrà essere monitorato negli anni successivi per garantire la riduzione di almeno il 20%; • l’incidenza delle fonti rinnovabili rispetto ai consumi finali è del 2,5% al 2010 (era lo 0,4% al 2008); con i nuovi impianti realizzati e con quelli autorizzati nel corso del 2011 si può stimare che tale percentuale sia salita al 4,5%. Si ipotizzano 2 scenari al 2020 per i consumi di energia: 1. incremento dei consumi di energia dell’industria del 20% rispetto al livello del 2010, consumi stabili nel settore civile e dei trasporti: i consumi finali di energia aumenterebbero tra il 2010 ed il 2020 del 12,4%; rispetto al valore medio del periodo 2001 - 2006 si avrebbe una riduzione del 18%; le fonti di energia rinnovabili al 2020 inciderebbero sui consumi finali di energia per il 17,6%; 2. diminuzione dei consumi di fonti fossili nel settore civile ed incremento dell’impiego di energia elettrica (le fonti rinnovabili potranno coprire interamente la richiesta di elettricità), riduzione dei consumi di gasolio e benzina nei trasporti ed incremento del metano, sostituzione nell’industria dei prodotti petroliferi con metano ed energia elettrica (le fonti rinnovabili potranno coprire per il 64% la richiesta di elettricità); i consumi finali di energia diminuirebbero tra il 2010 ed il 2020 del 4,5%, del 30% rispetto al periodo 2001 - 2006; le fonti rinnovabili al 2020 inciderebbero sui consumi finali di energia per il 20,7%. Nella tabella, il riepilogo della produzione di energia da fonti rinnovabili al 2010 e le previsioni al 2020. 25 Potenza al 2011 Obiettivi aggiuntivi al 2020 Potenza totale al 2020 MW MW MW GWh GWh GWh tep 52,0 91,5 143,5 65,0 114,4 179,4 39.463 Eolico - 102 102 - 183,2 183,2 40.304 biomassa solida - 20,0 20,0 - 156,0 156,0 21.211 biomassa liquida 23,9 74,0 97,9 77,2 578,4 655,6 136.157 Biogas 4,8 2,0 6,9 21,8 9,2 31,0 6.828 Totale 80,7 289,5 370,3 164,0 1.041,18 1.205,16 243.962 3,6 11,9 27 2.624 167,6 1053,1 1232,2 246.586 Fonte energetica fotovoltaico Produzione Producibilità al 2011 aggiuntiva solare termico Totale 80,7 289,5 370,3 Producibilità Energia totale al risparmiata 2020 /anno 2020 Solare termico: nei prossimi anni si possono ipotizzare circa 100 nuove realizzazioni l’anno di superficie media pari a 7,6 mq per complessivi 760 mq / anno. Solare fotovoltaico: considerando le potenziali realizzazioni sui tetti e nelle aree che saranno individuate idonee dalla Regione, è possibile ipotizzare fino al 2020 nuovi impianti per una potenza installata di 70 MW (7 MW per ogni anno). Eolico: considerate le condizioni di ventosità che si hanno in mare e che la scelta di alcuni siti non interferirebbe con la navigazione e con le attività in mare, è possibile prevedere alcune localizzazioni off-shore; si può ipotizzare una realizzazione off-shore per una potenza di circa 100 MW o turbine eoliche di tipo innovativo di pari potenza e la diffusione di turbine di piccola – media taglia inferiori a 200 kW per complessivi 2 MW. Biomassa: per i prossimi anni si possono prevedere 2 tipologie di impianti. La prima riguarda la realizzazione di impianti di piccola – media taglia, circa 1 MW, attraverso l’utilizzo di risorse locali, biomassa solida (residui forestali, agro-forestali, agricoli) e con la possibile produzione anche di energia termica; è possibile quantificare una potenza installabile complessiva di circa 20 MW considerando che Arsia ha valutato le produzioni potenziali di biomasse ad uso energetico in provincia per circa 42.000 tep; la seconda tipologia di realizzazioni riguarda le centrali di media – grande taglia a biomassa liquida; considerando le due centrali autorizzate e da realizzare nell’area del porto di Livorno, si quantifica un ulteriore apporto da questa tipologia di centrali in termini di potenza elettrica di 98 MW. Per l’impiego del biogas nella produzione di energia elettrica si ipotizza che al 2020 l’apporto, in base alle previsioni di sviluppo dei produttori, sia di 7,4 MW. Per le previsioni dei consumi complessivi di energia, inclusa la quantità destinata alla produzione elettrica, si possono ipotizzare due scenari: 1. incremento dei consumi tra il 2010 ed il 2020 del 30% fino a 3.386.400 tep, +782.000 tep, quasi interamente dovuti all’incremento della produzione di energia elettrica (maggiore produzione della centrale ENEL di Piombino che tornerebbe ai livelli del 2006, entrata in esercizio della terza linea del termovalorizzatore di Livorno e incremento 26 della produzione da fonti rinnovabili); le fonti rinnovabili inciderebbero sui consumi complessivi di energia per il 7,3%; 2. incremento dei consumi tra il 2010 ed il 2020 del 4,5% fino a 2.724.464, + 120.000 tep, con riduzione dei consumi dei settori industria, civile e trasporti che compensano in parte l’aumento dei consumi per la produzione elettrica (entrata in esercizio della terza linea del termovalorizzatore di Livorno e incremento della produzione da fonti rinnovabili). Le fonti rinnovabili al 2020 incidono sui consumi complessivi di energia per il 9,1%. In base alle ipotesi fatte i risultati conseguibili al 2020 sarebbero i seguenti: risultati conseguibili scenario 1 scenario 2 riduzione consumi finali di energia al 2020 rispetto al valore medio del periodo 2001-2006 - 18,0% - 30,0% incidenza fonti rinnovabili sui consumi finali di energia al 2020 17,6% 20,7% incidenza fonti rinnovabili sui consumi complessivi di energia al 2020 7,3% 9,1% incidenza fonti rinnovabili sulla produzione di energia elettrica al 2020 10,3% 13,1% incidenza fonti rinnovabili sui consumi di energia elettrica al 2020 65,6% 75,5% riduzione CO2 equivalente al 2020 rispetto al 1990 - 4,3% - 24,8% 3.3. Sviluppare la ricerca nel settore delle energie rinnovabili Il piano energetico ha l’obiettivo di rafforzare l’attività di ricerca e la collaborazione tra Università, centri di ricerca ed imprese, nonché favorire il trasferimento tecnologico verso il sistema produttivo e lo sviluppo della Green Economy. La Regione Toscana ha incentivato la costituzione di un Polo per le Tecnologie sulle Energie Rinnovabili ed il Risparmio Energetico che dovrebbe portare alla costituzione di un vero e proprio “Distretto per le fonti rinnovabili ed il risparmio energetico” a livello regionale. L’Amministrazione Provinciale di Livorno, al fine di favorire lo sviluppo delle attività previste dal Polo sul territorio, ha promosso uno specifico protocollo d’intesa con gli Enti pubblici, le Associazioni di Categoria, i Centri di Servizi e di Ricerca ed i Poli Tecnologici. A livello provinciale l’obiettivo è di implementare una serie di azioni con ricadute positive sul sistema economico provinciale coinvolgendo le imprese in percorsi innovativi e sostenibili, incrociando domanda ed offerta di prodotti e servizi in particolare a “filiera corta”, 27 costituendo una rete tra aziende che fanno “green business”, favorendo lo sviluppo di progetti di ricerca o pilota con soggetti imprenditoriali locali sulle fonti rinnovabili (energia dalle onde, eolico off-shore e tipo innovativo e geotermia). Un settore di interesse è rappresentato dalla produzione di bioenergie (in particolare di seconda generazione). La ricerca e lo sviluppo di impianti innovativi in questo settore possono costituire uno strumento per avviare investimenti sul territorio da parte di aziende locali, favorire l’utilizzo di biocarburanti (bioetanolo, biodisel ecc.), ottenere biocombustibili da impiegare nella produzione di energia elettrica e termica. Lo sviluppo di questa attività favorirebbe inoltre la creazione di una filiera agricola che utilizzando le aree marginali e meno produttive possa fornire la materia prima. 3.4. Diversificare l’approvvigionamento di gas naturale Tra gli obiettivi della pianificazione energetica locale rientra quello di garantire un’adeguata diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare del gas naturale, che viene considerata la fonte energetica che “traghetterà” verso il pieno sviluppo delle rinnovabili. Tale scelta verrà soddisfatta attraverso la realizzazione di impianti di adduzione e di approvvigionamento, che dovrà favorire l’utilizzo del gas per la riconversione di centrali funzionanti con prodotti petroliferi e la metanizzazione delle zone attualmente non raggiunte. La realizzazione di ogni impianto dovrà avvenire in un contesto di assenza di rischi per la salute dei cittadini, di comprovata sostenibilità ambientale e di opportunità che tali impianti sono in grado di offrire a livello territoriale ed industriale. Attualmente sono in corso 3 procedimenti che interessano la provincia di Livorno: - realizzazione del rigassificatore OLT offshore posizionato a 22 km dalla costa Toscana con una capacità di rigassificazione di 3,75 miliardi di mc/anno di metano; OLT si è impegnato ad utilizzare imprese locali per la realizzazione e la gestione del terminale, a favorire l’approvvigionamento del gas per il tessuto civile e industriale locale a condizioni concorrenziali, a finanziare lo sviluppo di progetti rivolti al risparmio energetico; - a novembre 2010 il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato la valutazione positiva di impatto ambientale, con prescrizioni, alla realizzazione di un impianto di rigassificazione proposto da Edison e da collocare nell’area interna allo stabilimento Solvay, della capacità di 8 miliardi di mc/anno di metano; il rigassificatore è inquadrato nel più ampio progetto industriale dell’area dello stabilimento chimico Solvay ed è legato all’analisi di compatibilità ambientale ed alla garanzia in termini di sicurezza; - il Ministero dell’Ambiente ha rilasciato VIA positiva per la realizzazione del gasdotto algerino GALSI, il quale giungerà a Piombino, dopo aver attraversato la Sardegna, con una capacità di 8 miliardi di mc/anno di metano. 3.5. Riconvertire gli impianti maggiormente inquinanti Gli impianti di produzione di energia che negli anni hanno contribuito maggiormente alle emissioni inquinanti e climalteranti e che rappresentano uno dei principali elementi di criticità sono le centrali ENEL di Piombino e Livorno. La conversione da olio combustibile a metano si rivela un obiettivo difficilmente raggiungibile, considerata l’indisponibilità del gestore. Negli ultimi anni la produzione di energia elettrica dei due impianti (che entrano in funzione solo nei periodi di maggiore richiesta di elettricità) si è notevolmente ridotta. In questo modo si è avuta una riduzione delle emissioni in coerenza con i documenti di pianificazione e lo 28 sviluppo delle rinnovabili ed il contenimento dei consumi portano ad ipotizzare come difficile, se non impossibile una inversione di tendenza nei livelli di produzione. Nel corso del 2010 sono state rilasciate le autorizzazioni uniche ambientali per entrambi gli impianti. Se da un lato non è possibile costringere il gestore a superare le problematiche connesse alla permanenza di due centrali, dall’altro, attraverso le AIA, è stato avviato un percorso che impedirà, indirettamente, un aumento della produzione nelle due centrali. Per la centrale di Piombino è previsto l’impiego di olio combustibile con un tenore di zolfo inferiore a 0,25% e limiti alle emissioni in atmosfera molto bassi che permetteranno di abbattere dal 25 al 40% le concentrazioni medie giornaliere di SO2, NOX, polveri e CO. Per la centrale di Livorno è previsto l’impiego di olio combustibile con un tenore di zolfo inferiore a 0,3% e limiti alle emissioni in atmosfera molto bassi che permetteranno di abbattere dal 30 al 60% le concentrazioni medie giornaliere di SO2, NOX, polveri e CO. 3.6. Migliorare il rendimento energetico degli edifici e degli impianti Al fine di contenere i consumi energetici dei settori d’uso sono state implementate diverse attività ed altre iniziative saranno avviate nei prossimi anni. Settore civile La principale azione finalizzata a migliorare il rendimento energetico degli impianti e degli edifici è costituita dai “controlli di efficienza energetica degli impianti termici civili”. I risultati conseguiti con la corretta manutenzione degli impianti termici e con i controlli effettuati, avviati tra il 1999 ed il 2000, si traducono in un rendimento maggiore tra il 5 ed il 10 % e in una riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti imputabili al settore civile. La possibilità di conseguire risparmi di energia si lega alla realizzazione di interventi effettivamente realizzabili, quali: - favorire la conversione a gas naturale delle caldaie alimentate a combustibili liquidi - promuovere la diffusione di caldaie ad alta efficienza energetica in sostituzione di quelle a bassa efficienza ed obsolete; nella provincia sono presenti circa 30.000 impianti termici che hanno un’età superiore a 15 anni su un totale di 102.000 impianti termici; la sostituzione di questi impianti con caldaie a condensazione ad alta efficienza energetica produrrebbe un risparmio di energia complessivo di circa 10.000 tep; - promuovere l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili quali solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria (considerando che il 37% delle abitazioni ha ancora un boiler elettrico per la produzione di acqua calda); - migliorare l’efficienza energetica degli edifici da realizzare con la certificazione energetica degli edifici ed il connesso incremento delle prestazioni energetiche, le disposizioni dei regolamenti edilizi in termini di obbligo verso il risparmio energetico e le fonti rinnovabili; - promuovere l’utilizzo delle sonde geotermiche; - promuovere l’impiego di apparecchi elettrici e lampadine a basso consumo energetico. Settore industria Le iniziative promosse dal piano energetico in base alle indicazioni emerse dalle diagnosi energetiche svolte presso le aziende e le prescrizioni previste in ambito AIA (almeno per le aziende di maggiori dimensioni), sono rivolte sia alla produzione di energia da fonti rinnovabili che al risparmio energetico: 29 - utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili per la produzione elettrica (ad esempio fotovoltaico), biomassa per il riscaldamento e per il processo produttivo progressiva trasformazione di molte utenze termiche in elettriche ricorso alla cogenerazione dove possibile gestione della domanda di energia attraverso il controllo del carico impiego di motori elettrici ad alta efficienza energetica e variatori di velocità (il risparmio conseguibile con la sostituzione dei motori è circa 56 kWh/anno per kW installato, con l’applicazione di inverter a motori elettrici è 330 kWh/anno per kW installato). Settore trasporti Il settore sarà caratterizzato da consumi di metano in aumento, visto il crescente utilizzo di auto a gas; il consumo di gasolio e benzina sarà in diminuzione a fronte di un incremento dei veicoli immatricolati nella provincia (tra 2005 ed 2009 le auto sono aumentate del 3%), per cui il contenimento dei consumi è conseguente ad un miglior rendimento dei motori. La Provincia si è dotata di un piano per il trasporto pubblico locale finalizzato a ridurre l’utilizzo del mezzo privato a favore del trasporto collettivo. Il PEP promuove azioni rivolte proprio alla riduzione dei consumi e all’utilizzo di carburanti ecologici: − promozione della mobilità sostenibile nelle scuole della provincia di Livorno attraverso un progetto specifico denominato “bussiamo per un’aria pulita”; − promozione dell’utilizzo dei biocarburanti. 3.7. L’implementazione di progetti strategici Il PEP definisce altre azioni che costituiranno progetti specifici con l’obiettivo di facilitare e promuovere lo sviluppo delle risorse energetiche locali e di attività economiche e sostenibili: • promozione della produzione diffusa di energia di piccola e media taglia fotovoltaico, solare termico, eolico, di tipo cogenerativo alimentati a metano o a biomasse da filiera corta e/o certificata al servizio delle industrie, delle aziende agricole e dei Comuni • campagna “provincia eternit free” finalizzata alla installazione di impianti fotovoltaici in sostituzione dei tetti in eternit presso le aziende industriali, artigianali ed agricole • campagna per la costituzione di “Gruppi di Acquisto Solare” sia di pannelli fotovoltaici che termici a favore di aziende e di cittadini • campagna per l’autosufficienza energetica delle aziende agricole attraverso lo sviluppo di impianti a biomassa, solare ed eolico • campagna per un maggiore sostenibilità delle isole minori e dei comuni di piccole dimensioni: promozione di interventi finalizzati a favorire la fornitura di energia alle comunità quali isole e piccoli comuni in modo sicuro, continuativo e sostenibile • accordo di programma promosso dalla Provincia per l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da parte di Comuni e degli altri enti pubblici su strutture di proprietà • promozione della geotermia a bassa e media entalpia per l’uso diretto del calore con o senza prelievo di fluido, con l’impiego di sonde geotermiche verticali e/o orizzontali a circuito chiuso e pompa di calore in impianti di climatizzazione • sviluppo dell’energia dal mare verificando la fattibilità di installare turbine eoliche offshore e tecnologie per l’utilizzo del moto ondoso per la produzione di energia • sviluppo di una partnership pubblico – privato, già avviata della Provincia nell’ambito del progetto LACRE, con le aziende e con le Associazioni di Categoria finalizzata ad 30 implementare iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici e buone pratiche in campo ambientale e nel settore dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. 3.8. Partecipazione e tutela dei consumatori, qualificazione degli operatori del settore, informazione ed educazione, stipula di accordi Le attività implementate con il supporto dell’Agenzia Energetica, e che dovranno essere intensificate, riguardano le seguenti iniziative. • L’informazione e la consulenza fornita a tutti gli utenti finali (cittadini, imprese, enti pubblici, professionisti) • La formazione agli operatori del settore (manutentori, installatori, professionisti, progettisti, imprese) allo scopo di diffondere le tematiche dell’energia, sia in termini di tecnologie che di normative e di incentivazioni • L’attività di educazione energetico - ambientale presso le scuole e le famiglie (che EALP svolge da anni) e che ha permesso di realizzare interessanti risultati • La definizione di protocolli d’intesa per tutelare i cittadini, ad esempio per quanto riguarda le attività di controllo e manutenzione degli impianti termici. La Provincia di Livorno sottoscriverà il Patto dei Sindaci in qualità di Coordinatore per sensibilizzare i Comuni del territorio provinciale a firmare il Patto e supportarli nella redazione del PAES (Piano di Azione per l’Energia Sostenibile) in modo che gli obiettivi di programmazione siano omogenei rispetto a quanto previsto a livello provinciale dal piano energetico e gli interventi sul territorio contribuiscano a realizzare i risultati previsti dal PEP. Il Patto dei Sindaci è uno strumento con il quale le autorità locali si impegnano volontariamente ad incrementare l’efficienza energetica e l’impiego delle fonti energetiche rinnovabili nei loro territori. Il supporto che la Provincia, con il supporto di EALP, potrà offrire consiste in: 1. supporto tecnico nella redazione del PAES; 2. individuazione delle azioni da inserire nel PAES per il raggiungimento comune della riduzione di almeno il 20% di emissioni di CO2 al 2020; 3. monitoraggio negli anni delle azioni implementate e dei risultati conseguiti. 4. Analisi di coerenza La VAS prevede, tra l’altro, la verifica di compatibilità, integrazione e raccordo del Piano Energetico Provinciale rispetto ai contenuti ed agli obiettivi della pianificazione ambientale e socio-economica regionale e provinciale. La coerenza del PEP viene verificata rispetto ai seguenti piani e programmi: − Piano Regionale di Sviluppo (PRS) 2011-2015 − Documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) per l’anno 2012 − Piano di Indirizzo Energetico Regionale - PIER − Piano Regionale di Azione Ambientale – PAER 2012 - 2015 − Piano Regionale Qualità dell’Aria (e le norme per la tutela della qualità dell’aria ambiente - Legge Regionale 11 marzo 2010 n. 9) − Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) 2005 – 2010 della Regione Toscana − Piano di Tutela delle Acque della Toscana 31 − − − − − − Piano per l’Assetto Idrogeologico per il Bacino Regionale Toscana Costa Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e Bonifica siti inquinati (PRB) Piano Regionale della Mobilità e della Logistica Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) della Provincia di Livorno Piani Strutturali dei Comuni della provincia di Livorno Piani di Gestione dei Parchi Lo sviluppo delle fonti rinnovabili al 2020 e la concretizzazione dei progetti strategici previsti dal PEP è pianamente coerente con le azioni esplicitate dal PRS 2011-2015 e dal DPEF 2012 in quanto intende contribuire alla crescita economica della provincia, da coniugare alla tutela ed alla valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali, alla sicurezza ed alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Il PEP prevede lo sviluppo del distretto tecnologico per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili, l’ampliamento di una partnership pubblico-privato (già avviata con il progetto LACRE) per individuare le richieste di innovazione e sostenibilità da parte delle imprese. In questo senso nell’ambito del PEP potranno essere coordinate le diverse iniziative che attengono alla green economy, in particolare per quanto riguarda le energie rinnovabili, e creare le condizioni per lo sviluppo di impianti, prodotti e servizi ecocompatibili. Il PEP intende perseguire gli obiettivi e le azioni previste a livello regionale da PRS e DPEF, sviluppandole e rafforzandole a livello provinciale. Il PIER ha validità formale fino al 2010, ma per la validità ed attualità degli obiettivi e delle azioni, viene comunque valutata la coerenza del PEP al PIER. Peraltro il nuovo Piano Energetico Regionale, che sarà integrato all’interno del Piano Regionale di Azione Ambientale, non è stato ancora approvato. Il PEP è coerente con gli obiettivi fissati dal PIER, tanto che nello sviluppare le finalità del piano energetico riprende l’impostazione formale e sostanziale che ne dà il PIER in modo da mettere il territorio provinciale nelle condizioni di offrire il contributo al raggiungimento al 2020 dei livelli di efficienza energetica, incidenza delle fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2 stabiliti dal PIER stesso. Gli obiettivi del PIER sono integrati nel PEP che li renderà operativi sulla scala provinciale, sia sul versante della domanda che su quello dell’offerta di energia, con l’individuazione di un mix di azioni e di strumenti da implementare per il loro raggiungimento. Il PEP segue gli indirizzi del PIER, in particolare per quanto riguarda la localizzazione degli impianti per la produzione, il trasporto e la distribuzione di energia. Lo stesso PEP, al di là dell’esigenza della Provincia di dotarsi di uno strumento di pianificazione in campo energetico, è stato elaborato in quanto previsto dal PIER. Il PEP perseguendo gli obiettivi volti a promuovere l’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili nonché contrastare i cambiamenti climatici è pienamente coerente sia con il vecchio PRAA che con il nuovo PAER, quale Piano intersettoriale in materia ambientale che detta indirizzi ai piani di settore tra cui quelli in materia di energia. In considerazione della tipologia di opere da realizzare e delle tecniche realizzative previste, non si rileva alcuna interferenza fra la concretizzazione delle azioni del PEP e gli obiettivi e gli interventi previsti dal PRAA e dal PAER. Le attività di cantiere relative alla realizzazione degli impianti saranno limitate nel tempo e saranno adottate tutte le procedure per minimizzare le interferenze con le componenti atmosfera e rumore. 32 Al fine di mitigare l’impatto in termini di inquinamento acustico gli impianti che possono presentare questi tipi di impatti, in particolare quelli eolici, saranno localizzati il più possibile lontani dai luoghi abitati. L’esercizio degli impianti non porterà produzione di rifiuti nell’area o di emissioni in atmosfera, con l’eccezione degli impianti a biomassa per i quali, al fine di ridurne l’impatto, viene prevista la localizzazione fuori dalle aree dove possono incidere negativamente sulla salute dei cittadini o la sostituzione di impianti esistenti a fonti fossili a parità di energia prodotta con un bilancio delle emissioni comunali non negativo o comunque la fornitura di energia a stabilimenti o siti produttivi. Il PEP è pienamente coerente sia con il vecchio PRRM che con il nuovo PRQA (Piano Regionale per la Qualità dell’Aria) per gli effetti che lo sviluppo delle azioni virtuose previste nel PEP stesso possono apportare ai fini della riduzione delle emissioni di gas climalteranti e di inquinanti. In generale il PEP prevede il contenimento del consumo di energia con un miglioramento dell’efficienza d’uso, una maggiore penetrazione nel territorio di gas naturale (che rappresenta il combustibile fossile “più pulito”) e delle fonti rinnovabili, con minori emissioni specifiche di inquinanti in atmosfera. Non sono evidenziabili elementi di contrasto tra le realizzazioni indicati dal PEP e le indicazioni fornite dal PRRM per quanto riguarda la redazione dei Piani di Azione Comunale, che di fatto prevedono gli interventi fissati dal PEP. L’analisi degli obiettivi e delle azioni prioritarie definite dal Piano di Indirizzo Territoriale e dal Piano Paesaggistico non ha evidenziato elementi in contrasto con la realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili e con i progetti strategici previsti dal PEP. A conferma di quanto detto sopra, l’Art. 29 della Disciplina di Piano stabilisce che “sono considerati risorse di interesse unitario regionale i beni, le funzioni e le infrastrutture attinenti alla realizzazione e alla operatività di viabilità regionale, di porti, aeroporti, di impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, di impianti di produzione o distribuzione di energia, di reti telematiche, le opere necessarie alla mitigazione del rischio e alla tutela delle acque, nonché i beni, le funzioni e le infrastrutture attinenti la gestione della risorsa idrica nel suo complesso”. Tale qualificazione “implica che per le relative attività di pianificazione, di localizzazione, progettazione e messa in opera, la Regione promuova ogni necessaria iniziativa di cooperazione e di coordinamento interistituzionale con le amministrazioni interessate”. Ovviamente, per ogni singola realizzazione dovrà essere valutato l’inserimento nel paesaggio ed il relativo impatto nel rispetto della disciplina del PIT. In linea generale non sono stati evidenziati elementi di contrasto tra gli indirizzi ed i progetti contenuti nel PEP in particolare per quanto riguarda la realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili e le indicazioni del Piano di Tutela delle Acque. Per la tutela qualitativa delle risorse idriche il PEP prevede che le attività di cantiere relative alla realizzazione degli impianti siano limitate nel tempo e siano adottate tutte le procedure per minimizzare le interferenze con la falda. Per la tutela quali-quantitativa il PEP prevede che nel caso in cui gli impianti impieghino nel processo produttivo la risorsa idrica, ad esempio per il raffreddamento dei motori, sia fatto ricorso al riuso delle acque usate. 33 Non sono evidenziali elementi di contrasto tra gli indirizzi ed i progetti contenuti nel PEP e le indicazioni del Piano per l’Assetto Idrogeologico. Fermo restando che l’Autorità di Bacino valuterà ogni specifico progetto, non si evidenziano problematiche di compatibilità idraulica degli impianti a fonti rinnovabili se l’opera prevista non pregiudica le condizioni di funzionalità del regime idraulico del reticolo idrografico e non causa l’aumento del rischio di inondazione e se non sono previsti movimenti di terra permanenti che possano, nei tratti di sovrapposizione al reticolo, indurre variazioni della sezione idraulica e/o della pendenza dell’alveo con ripercussioni nei tratti a valle. Inoltre non possono essere previste opere o impianti fuori terra che possano costituire ostacolo al normale deflusso delle acque o alla capacità di invaso. La tipologia dell’intervento non deve comportare né incrementi né limitazioni delle aree inondabili. Non ci sono interferenze se una volta ultimati i lavori non saranno apportate modifiche morfologiche al territorio, a meno della presenza fisica dell’area occupata dalla centrale. Con riferimento a quanto previsto dalle Norme di Piano, la compatibilità degli impianti a fonti rinnovabili localizzabili in aree a pericolosità idraulica e geomorfologica elevata e molto elevata, deve essere dimostrata sulla base di idonei studi idrogeologici ed idraulici, e non devono aumentare il livello di rischio in altre aree con riferimento anche agli effetti dell’eventuale incremento dei picchi di piena a valle. Le azioni previste dal PEP presentano profili di coerenza con gli indirizzi strategici del PRB, (sia con il vecchio piano che rispetto al documento preliminare del nuovo piano) ripresi dal Piano Interprovinciale dei Rifiuti (di Area Vasta della Costa Toscana): • l’obiettivo della prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti ed il riciclaggio e riutilizzo delle materie seconde è coerente con la riduzione dei consumi di energia; • l’obiettivo del recupero di energia (CDR da RSU, gas da discarica ecc.) è coerente con lo sviluppo e la diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili; • la bonifica e la riqualificazione di aree da destinare ad insediamenti produttivi e di potenziamento della dotazione di infrastrutture è coerente con gli indirizzi strategici del PEP che individua tali aree come idonee alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili. In linea generale la realizzazione degli interventi previsti dal PEP non presenta elementi di contrasto con gli interventi di riqualificazione ambientale previsti all’interno dei SIN, fatta salva la necessità di valutare l’impatto di ogni singolo potenziale impianto. Le indicazioni in materia di energia contenute nel PTC sono fatte proprie dal PEP, dettagliate e specificate negli obiettivi in termini quantitativi, rendendo quest’ultimo pienamente coerente con il PTC stesso. Il PEP ne assume i principi su uso e tutela delle risorse del territorio. In coerenza con le prescrizioni del PTC per la difesa del suolo e delle risorse paesaggistiche, della qualità dell’aria, dell’acqua, degli ecosistemi naturali, il PEP si pone quale obiettivo fondamentale una coerente e coordinata politica di sviluppo delle risorse naturali e locali, delle fonti energetiche rinnovabili che non possono diminuire la complessiva integrità territoriale. L’obiettivo è attuato sia attraverso l’approfondimento del quadro conoscitivo ed un suo costante aggiornamento attraverso un monitoraggio spinto sugli effetti delle azioni intraprese, sia attraverso la condivisione da parte di tutti gli enti e soggetti competenti degli obiettivi e delle azioni del PEP. La disciplina del PTC prevede all’art. 10, la predisposizione di appositi regolamenti finalizzati all’assunzione di criteri operativi e di indicatori condivisi relativi al sistema delle risorse energetiche ed alla localizzazione degli impianti. Inoltre il PTC all’art. 98 annovera tra i piani 34 di settore di competenza provinciale anche il piano energetico. I criteri stabiliti dall’art. 100 della disciplina del PTC attengono alla materia dell’energia e riguardano la conformità alle limitazioni localizzative imposte dal piano. A questo proposito il PEP si pone l’obiettivo di esplicitare indirizzi per favorire l’elaborazione del regolamento previsto dal PTC per le energie rinnovabili e supportare le scelte della Regione Toscana nella individuazione delle aree idonee dove realizzare gli impianti. Il PEP risulta coerente con i Piani Strutturali dei Comuni della Provincia di Livorno e con i Piani di Gestione dei Parchi, in riferimento a quelli che sono stati fatti e che hanno dei ragguagli al settore energia, in particolare per quanto riguarda l’incremento dell'efficienza energetica, l'utilizzo delle fonti rinnovabili, la conservazione ed il miglioramento della qualità di vita, il rispetto di precise regole insediative e la compatibilità delle trasformazioni territoriali. 5. Valutazione dei possibili effetti del Piano Gli effetti ambientali derivanti dall’attuazione delle azioni del Piano Energetico Provinciale sono valutati per ogni singola matrice ambientale, nonché sull’assetto socio-economico. Le azioni del PEP considerate sono lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, la promozione del risparmio energetico, la diversificazione degli approvvigionamenti energetici, la riconversione degli impianti maggiormente inquinanti, la formazione, informazione, educazione e promozione di accordi. Sulla Qualità dell’aria e cambiamenti climatici gli impianti solari, eolici, geotermici a bassa entalpia non producono emissioni inquinanti e climalteranti, solo in fase di cantiere possono prodursi polveri ed emissioni; se gli impianti vanno a sostituire o comunque se sono realizzati in luogo di impianti a fonti fossili si ha una riduzione delle emissioni. Per gli effetti degli impianti a biomassa in termini di emissioni è da verificare il bilancio ambientale finale in quanto si hanno effetti diretti negativi significativi sulla qualità dell’aria ed effetti indiretti positivi per il minor consumo di combustibili fossili; inoltre si producono emissioni inquinanti indirette dal traffico di mezzi pesanti per trasporto della materia prima. La riconversione degli impianti maggiormente inquinanti, gli interventi di efficienza energetica, nonché le prescrizioni derivanti dalle Autorizzazioni Integrate Ambientali, hanno effetti positivi diretti. La diversificazione degli approvvigionamento energetici ha effetti positivi per una maggiore penetrazione nel territorio di metano (combustibile fossile “più pulito”) e fonti rinnovabili. Le attività di formazione, informazione, educazione ed accordi possono avere effetti indiretti positivi per una maggiore consapevolezza verso comportamenti sostenibili e per l’implementazione di iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici. Sull’Inquinamento acustico gli impianti solari e geotermici, gli interventi di efficienza energetica e la riconversione degli impianti maggiormente inquinanti non producono alcuna interferenza, solo in fase di cantiere può prodursi rumore. Gli impianti eolici sono fonte di rumore e possono avere un’incidenza negativa in aree sensibili naturali o abitate. Gli impianti a biomassa sono causa di emissione di rumore da componenti di impianto e da mezzi di trasporto. 35 Sulla Tutela delle risorse idriche l’attuazione delle azioni contenute nel PEP non genera alcuna interferenza; la produzione di energia dalla combustione di biomasse richiede l’utilizzo di acque all’interno del processo produttivo in particolare per il raffreddamento dei motori. La coltivazione di biomasse ad uso energetico può portare, a seconda della tipologia utilizzata, ad un eccesso di nutrienti nelle acque legato all’uso di fertilizzanti e/o ad un consumo eccessivo della risorsa idrica per l’irrigazione. Gli impianti geotermici a bassa entalpia possono causare possibili contaminazioni in fase di realizzazione e di esercizio ed alterazioni idrogeologiche dovute alla messa in comunicazione di diversi livelli di falda acquifera. La riconversione degli impianti maggiormente inquinanti potrebbe avere effetti positivi a seguito dell’adeguamento tecnologico prevedendo il riutilizzo delle acque di scarico. Sull’Uso del suolo e del sottosuolo gli impianti solari fotovoltaici a terra (che richiedono una superficie di circa 15 mq per ogni kW installato) hanno un impatto negativo in quanto occupano porzioni di suolo e possono sottrarre terreno destinato a coltivazioni produttive; inoltre possono causare una riduzione di fertilità dei terreni. Gli impianti eolici possono creare possibili dissesti dei versanti dovuti a diboscamento ed a modifiche dell’uso del suolo anche per la realizzazione di nuove strade di accesso. L’utilizzo della biomassa a fini energetici può causare la sottrazione di terreni destinati a coltivazioni ad uso alimentare. Gli altri interventi previsti dal PEP non generano alcuna interferenza. Su Biodiversità, flora e fauna gli impianti eolici possono provocare impatti negativi sull’avifauna ed apportare possibili danni alla vegetazione per creare lo spazio necessario all’installazione delle turbine. Nel caso di coltivazioni energetiche (biomassa) si può avere una riduzione della complessità biologica in ambito locale a causa dell’utilizzo di monocolture e specie non indigene. Gli altri interventi previsti dal PEP non generano alcuna interferenza, anche se devono essere valutate le singole proposte di realizzazione. Sulle Aree protette di rilevanza ambientale gli impianti solari (in particolare quelli a terra) possono interferire negativamente per la modificazione degli assetti paesaggistici. Gli impianti eolici possono interferire negativamente con la biodiversità dell’area e con l’ecosistema marino (in caso di impianti off-shore): gli impatti potenziali sono sostanzialmente riconducibili alla fase di realizzazione dell’opera andando ad annullarsi in fase di esercizio. Tutti gli interventi possono portare ad una maggiore sostenibilità ambientale dell’area e ad una riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili, anche se devono essere valutate le singole proposte di realizzazione. Sul Paesaggio e patrimonio culturale gli impianti solari possono causare una modificazione degli assetti in caso di installazioni in contesti sensibili o di valore paesaggistico ed in particolare se vengono impiegati elementi architettonici incongruenti. Gli impianti eolici possono causare alterazioni in caso di installazioni in contesti sensibili o di valore paesaggistico considerato che spesso i punti più adatti per condizioni anemometriche sono zone ad interesse paesaggistico che è necessario modificare per creare i parchi eolici. Tutti gli interventi possono avere un potenziale impatto negativo in particolare nelle aree soggette a vincolo, per questo devono essere valutate le singole proposte di realizzazione. Sulla produzione di Rifiuti gli impianti solari fotovoltaici possono avere un impatto se vanno a sostituire tetti in eternit eliminando il materiale in amianto; a fine vita c’è la necessità di 36 smaltire i pannelli, che sono considerati impianti elettrici. Gli impianti a biomassa hanno la necessità di smaltire rifiuti speciali (ad esempio ceneri). Gli interventi di efficienza energetica e risparmio di energia hanno un effetto positivo poiché possono portare ad una riduzione della produzione di rifiuti. Per i siti inquinati gli impianti solari, eolici e la riconversione degli impianti maggiormente inquinanti hanno un effetto positivo visto che richiedono la bonifica ed il recupero di aree idonee alla realizzazione degli impianti. Le altre tipologie di azioni non hanno alcuna interferenza. Sull’Inquinamento elettromagnetico gli impianti solari, eolici, a biomassa di grandi dimensioni possono avere un impatto negativo in quanto generano campi e possibili interferenze elettromagnetiche a seguito della realizzazione delle reti di connessione. I piccoli impianti installati nei luoghi di utilizzo dell’energia hanno effetti positivi indiretti poiché si evita la realizzazione di reti di distribuzione. Gli interventi di efficienza energetica e risparmio di energia hanno effetti positivi indiretti per la diminuzione dei consumi e la conseguente riduzione dell’energia elettrica distribuita. Sull’Assetto socio-economico tutti gli interventi hanno un effetto positivo per lo sviluppo della green economy e la crescita economica, il ricorso ad imprese locali, nuove opportunità di lavoro, possibile autosufficienza energetica delle aziende o comunque riduzione del costo della bolletta energetica. 6. Misure di mitigazione e indirizzi per favorire e regolamentare la diffusione degli impianti a fonti rinnovabili Alcuni interventi di mitigazione degli impatti ambientali derivanti dalla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili sono comuni a tutte le fonti: • evitare le interferenze con le aree di particolare rilevanza o a criticità ambientale (aree a rischio sismico, idrogeologico, presenza di falde idriche, zone vulnerabili ecc.), con le specie di interesse comunitario e limitare il consumo di suolo boschivo o agricolo; • in aree di tutela paesaggistica, o in aree di particolare rilevanza naturalistica minimizzare la modifica degli habitat, rispettare i vincoli di tutela, contenere il rischio di collisione dell’avifauna, utilizzare misure per mitigare gli impatti di cantiere, limitare le alterazioni dello skyline (profilo dei crinali); • utilizzare la viabilità esistente sia per accedere all’area di cantiere sia per la funzionalità dell’impianto; • prevedere linee elettriche interrate. Per gli impianti di energia solare, la Regione, nel rispetto del DM dello Sviluppo economico 10/9/2010 (Linee Guida per l'autorizzazione degli impianti a fonti rinnovabili), ha definito le aree in cui non è possibile installare il fotovoltaico a terra. 37 Il PIT prevede che gli strumenti della pianificazione territoriale, gli atti di governo del territorio, nonché gli atti regolamentari specifici dei comuni, disciplinano l’installazione di impianti solari termici e fotovoltaici prevedendo che: a) negli insediamenti e nei complessi edilizi di valore storico e paesaggistico l’installazione sia integrata nella copertura degli edifici adottando soluzioni tecniche per armonizzarne l’impatto visivo unitamente al conseguimento della maggiore efficienza energetica; b) negli insediamenti e nei complessi edilizi diversi da quelli di cui alla lettera a) l’installazione si avvalga di tecniche e materiali che, unitamente al conseguimento della maggiore efficienza energetica, assicurino una soluzione architettonica ottimale; c) per le installazioni a terra, siano adottate soluzioni progettuali atte a garantire un corretto inserimento paesaggistico, nonché ad armonizzarne l’impatto visivo col contesto paesaggistico di riferimento; d) l’installazione abbia luogo in via prioritaria presso siti degradati o bonificati, laddove disponibili, o in zone a destinazione produttiva, commerciale o comunque correlata alla produzione o erogazione di servizi; e) sia opportuno delimitare il perimetro con una recinzione che non costituisca ostacolo al passaggio della microfauna locale mascherata da filari arboreo-arbustivi. Il PIT prevede che gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio dei comuni disciplinino l’installazione di impianti alimentati da biomasse prevedendone la collocazione in aree specificamente destinate, fatta eccezione per gli impianti di produzione di energia termica e per quelli di produzione di energia elettrica di potenza non superiore ad 1 MW, se entrambi alimentati da filiera corta secondo la normativa vigente. In generale, nella progettazione impiantistica si dovranno soddisfare alcuni requisiti per la maggior parte definiti nella delibera di Consiglio Provinciale n. 131 del 5/7/2007: − recupero dei cascami termici; − possibilità di approvvigionamento del combustibile in loco; − utilizzo di acque di recupero / reflue da impiegare in circuito chiuso; − per le emissioni in atmosfera devono essere rispettati i limiti di legge previsti prevedendo impianti di abbattimento delle emissioni e la misurazione ed il monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera (per le taglie più elevate) − Valutazione di Impatto Acustico ai sensi della normativa regionale vigente e previsione, eventualmente, di opere di mitigazione per limitare il rumore prodotto in fase di esercizio − predisposizione di un piano del traffico finalizzata a valutare l’impatto del trasporto della biomassa fino alla centrale − nel caso di impianti in grandi aree industriali e portuali: l’utilizzo di materia prima proveniente da intese di filiera; la fornitura di energia a siti industriali con sostituzione di impianti esistenti a fonti fossili a parità di energia prodotta; la riduzione di emissioni in ambito comunale, in modo da portare ad una riduzione complessiva delle emissioni inquinanti; Le disposizioni del PIT prevedono che l'istallazione degli impianti eolici con altezza al rotore non superiore a 25 metri avvenga assicurando il perseguimento degli obiettivi di qualità contenuti nelle “schede dei paesaggi. Inoltre, che ai fini della eventuale localizzazione degli impianti eolici e delle infrastrutture correlate, gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio dei comuni, disciplinino l’installazione di aerogeneratori con 38 altezza al rotore superiore a 25 metri secondo criteri che garantiscano il perseguimento degli obiettivi di qualità contenuti nelle “schede dei paesaggi. I principali indirizzi individuati per la corretta localizzazione degli impianti eolici ed i criteri di mitigazione sono i seguenti: − costituisce fattore preferenziale la realizzazione di impianti eolici in aree, individuate dalle pianificazioni provinciale e comunali, che tenendo conto delle condizioni di ventosità presentano le caratteristiche di maggiore producibilità energetica; in tal senso le Zone Off-shore sono da considerare tra le più favorevoli; − costituisce fattore preferenziale l’installazione di impianti eolici che non sottraggano aree destinate o destinabili ad attività produttive oltre una percentuale pari al 10% del totale nelle grandi aree industriali e portuali; per le aree commerciali e artigianali sono da preferire impianti eolici di piccola taglia (<25mt); − per l’inserimento degli impianti eolici nel territorio provinciale si ritengono preferenziali i seguenti fattori: • vicinanza ad elettrodotti e/o corridoi energetici esistenti; • localizzazione non ricadenti in aree individuate come invarianti strutturali a valenza ambientale e paesaggistica così come definite nel PTC • valutazione della possibile interferenza con i flussi migratori dell’avifauna Per il corretto inserimento degli impianti eolici nel paesaggio sono individuate alcune misure di mitigazione da seguire: − ove possibile, vanno assecondate le geometrie consuete del territorio quali, ad esempio, una linea di costa o un percorso esistente (per es. la disposizione in linea o a file in presenza di un paesaggio caratterizzato da filari di alberi), − utilizzare soluzioni cromatiche neutre e di vernici antiriflettenti, − inserire le turbine in modo da evitare l’effetto di eccessivo affollamento; − una mitigazione dell'impatto sul paesaggio può essere ottenuta con il criterio, di assumere una distanza minima tra le macchine di 5-7 diametri sulla direzione prevalente del vento e di 3-5 diametri sulla direzione perpendicolare a quella prevalente del vento, − prevedere il più possibile l’utilizzo di aerogeneratori con torri tubolari e non a traliccio, − utilizzo di accorgimenti, nella colorazione delle pale, tali da aumentare la percezione del rischio da parte dell’avifauna, − contenere il più possibile gli sbancamenti e i riporti di terreno, − minima distanza di ciascun aerogeneratore da unità abitative munite di abitabilità, regolarmente censite e stabilmente abitate, non inferiore ai 200 m, − minima distanza di ciascun aerogeneratore dai centri abitati individuati dagli strumenti urbanistici vigenti non inferiore a 6 volte l’altezza massima dell’aerogeneratore, − deve essere posta attenzione alla stabilità dei pendii evitando pendenze in cui si possono innescare fenomeni di erosione, 7. Misure previste per il monitoraggio Al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi e l’attuazione delle azioni previste dal PEP è previsto il monitoraggio degli interventi che concretamente saranno realizzati sul territorio provinciale. A questo scopo sarà costituito da parte della Provincia un tavolo permanente di valutazione per l’attuazione ed il monitoraggio degli obiettivi e dei risultati della pianificazione energetica provinciale. A tale tavolo parteciperanno i rappresentanti dei 39 soggetti coinvolti nell’attività di concertazione del piano energetico stesso, ed avrà anche il compito di proporre, valutare ed implementare eventuali nuove iniziative. Sono stati definiti indicatori che permetteranno di controllare gli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano energetico (anche se non tutti gli aspetti ambientali sono rappresentabili). Gli indicatori considerati si riferiscono all’assetto del territorio, ai consumi energetici ed elettrici, all’uso di combustibili, alle emissioni in atmosfera, alla risorsa idrica, alla gestione dei rifiuti. Nella tabella seguente sono riportati i valori della maggior parte di tali indicatori con confronti temporali ed indicazione del trend evolutivo di ognuno di essi. unità di misura anno valore anno valore trend tep tep 1996 2001 3.801.344 1.827.996 2010 2010 2.604.485 1.246.242 ☺ ☺ tep/abitante 2001 13,0 2010 7,6 ☺ consumi energia finali pro-capite tep/abitante 2001 5,6 2010 3,6 consumo energia elettrica totale consumo elettrico pro-capite consumo fonti rinnovabili incidenza fonti rinnovabili su consumi primari di energia GWh kWh/abitante tep 2001 2001 1996 2.998 9.184 - 2010 2010 2010 3.042 8.908 31.636 ☺ ☺ ☺ % 1996 - 2010 1,2 ☺ incidenza fonti rinnovabili su consumi finali di energia % 2001 0,1 2010 2,5 ☺ incidenza fonti rinnovabili su consumi energia elettrica % 2000 0,3 2010 5,0 ☺ produzione energia elettrica GWh 2000 11.542 2010 7.257 produzione energia fonti fossili produzione energia fonti rinnovabili GWh 2000 11.533 2010 7.106 ☺ GWh 2000 9 2010 151 ☺ % 2000 0,1 2010 2,1 ☺ tep/MWh 2000 0,242 2010 0,223 ☺ ettari 2000 - 2011 93 Km 2005 - 2010 4.889 Km 2005 - 2010 1.872 Indicatore Consumo e produzione energia consumi energetici primari consumi energetici finali consumi energia primari procapite incidenza fonti rinnovabili su produzione energia elettrica efficienza media centrali termoelettriche superficie occupata a terra da impianti fotovoltaici Linee elettriche rete a Bassa Tensione (fino a 1.500 V) rete a Media Tensione (da 1.500 a 30.000 V) 40 rete ad Alta Tensione (da 30.000 a 380.000 V) rete ad Altissima Tensione (> 380.000 V) Km 2005 15,2 2010 15,6 Km 2005 69,6 2010 70,1 tonn tonn tonn tonn tonn tonn tonn 1990 2003 2003 2003 2003 2003 2003 10.500.000 64.226 11.586 17.626 1.812 nd 18.975 2010 2007 2007 2007 2007 2007 2007 7.883.112 26.699 9.977 14.212 1.197 892 11.650 ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ ☺ ton/GWh 2000 1,95 2010 0,79 ☺ emissioni medie centrali termoelettriche NOx ton/GWh 2000 0,61 2010 0,34 ☺ emissioni medie centrali termoelettriche polveri ton/GWh 2000 0,13 2010 0,03 ☺ volume idropotabile immesso mc 2000 39.173.280 2009 49.015.151 consumo idropotabile totale mc 2000 28.988.227 2009 34.699.949 l/ab./giorno mc 2000 2007 120 33.785.259 2009 2009 123 34.836.916 acque scarico trattate e riutilizzate mc 2007 4.911.038 2009 4.824.105 acque riutilizzate / trattate % 2007 14,4 2009 13,8 ☺ ton 2000 182.808 2010 247.534 kg/abitante 2000 560 2010 722 % ton 2000 2004 23 1.202.875 20010 2008 33,7 1.277.227 ☺ mq 2000 - 2010 3.809 ☺ kW 2000 - 2010 16.731 ☺ MW 2000 1,8 2010 6,0 ☺ MW 2000 - 2010 22,0 MW 2000 - 2010 - Emissioni in atmosfera emissioni totali CO2 emissioni totali CO emissioni totali COV emissioni totali NOx emissioni totali PM10 emissioni totali PM2,5 emissioni totali SOx emissioni medie centrali termoelettriche SOx Risorse idriche consumo idropotabile pro-capite volume acque di scarico trattate Rifiuti produzione rifiuti urbani produzione rifiuti urbani procapite % raccolta differenziata produzione rifiuti speciali Realizzazione impianti fonti rinnovabili Installazione pannelli solari termici Installazione pannelli solari fotovoltaici Potenza impianti utilizzo biogas Potenza impianti utilizzo bioliquidi Potenza impianti utilizzo biomassa solida 41