costa d avorio nel cuore dell africa occidentale

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costa d avorio nel cuore dell africa occidentale
COSTA D AVORIO
NEL CUORE DELL AFRICA OCCIDENTALE
1° giorno
Abidjan
Arrivo ad Abidjan, incontro con la guida all’uscita dell’aeroporto. Trasferimento e pernottamento in
albergo.
2° giorno
Abidjan-Yamoussoukro
Polmone demografico, economico e culturale della Costa d’Avorio, Abidjan è una città vitale,
tentacolare ed affascinate, ricca di quartieri diversi tra di loro. Attraversata dalla Laguna Ebrié,
affacciata al Golfo di Guinea e dominata dal “plateau”, si è sviluppata soprattutto in altezza con
grandi palazzi moderni e grattacieli, contrariamente alla maggior parte delle capitali africane. Il suo
sviluppo demografico nel corso del secolo è impressionante: dal migliaio di abitanti degli inizi del
1900 sta per raggiungere i cinque milioni… Da far impallidire Yamoussoukro, che con i suoi 300.000
è la capitale! La stazione lagunare con l’interminabile fila di persone in attesa di un battello a
occidente e la silhouette stupefacente della cattedrale di San Pietro e Paolo ad oriente, delimitano i
confini della “city. La visita comincia con una breve escursione in battello per offrire un sguardo sul
plateau dalle acque della laguna.… Dal vivacissimo mercato di Treichville si passa a Cocody,
tranquillo ed elegante quartiere residenziale con la Presidenza, le Ambasciate e le bianche
costruzioni coloniali. Ci spostiamo nel nuovo quartiere di Youpugon. Non lontano dalla foresta di
Bancò la gioventu’ si da appuntamento lungo la “rue princesse”: un susseguirsi per chilometri di
chiassosi maquis tra i quali e’ nata la musica “coupe-decalè”. Sulle rive di un corso d’acqua
incontriamo i Fanico, i celebri lavandai che dopo aver sudato mille camice per lavare i panni sporchi
nel fiume li stendono... per terra sul bordo della strada! Riconoscere i propri panni e al loro interno
quelli di ogni cliente fa parte del loro segreto professionale! Prima della partenza per Yamoussoukro
pranzo a base di attieké, una sorta di couscous di manioca accompagnato generalmente da carni
alla brace o da salse e verdure. Cena e pernottamento in albergo a Yamoussoukro.
3° giorno
Yamoussoukro-Man
Yamoussoukro ha dato i natali a Houphouet-Boigny, primo presidente della Costa d’Avorio
indipendente, cristiano di etnia baoulé. Per suo volere dal 1983 la città è la capitale del paese e
rappresenta il sogno ivoriano degli anni 70-80 e al tempo stesso la megalomania di Boigny: riuscire
a produrre una ricchezza, pur non potendo contare su grosse risorse naturali, tale da rivaleggiare in
architettura e dimensioni con le capitali europee. Lo stile architettonico utilizzato è solenne ed
imponente al tempo stesso, ma non necessariamente originale. Giovanni Paolo II nel 1990
consacrò la Basilica della Madonna della Pace, il luogo di culto cristiano più grande del pianeta: la
copia di San Pietro a Roma! I marmi e le vetrate che caratterizzano la chiesa ne fanno un tempio
importante, che costa notevolmente in manutenzione e che appare oggi come un monumento nel
deserto. Girovagando tra gli immensi boulevard per nulla trafficati del centro, tra i buchi nell’asfalto
e qualche gallina in mezzo alla strada, saltano all’occhio altri eccessi: giganteschi palazzi del
governo, hotel alti fino a 14 piani, enormi scuole e persino un laghetto artificiale con tanto di
caimani. Il viaggio riprende attraversando per chilometri immense piantagioni verdi intervallate da
piccoli villaggi in argilla. Il profumo dominante è quello delle fave della pianta del cacao, di cui il
paese è il primo produttore mondiale. Una sosta è d’obbligo per conoscere le tecniche di
coltivazione, di raccolta ed essiccazione dei semi. Azioni semplici, fatte a mano ma di vitale
importanza, tanto da lasciare un’impronta indelebile nell’aroma finale del cioccolato nonostante
l’intervento di macchinari tecnologici di cui il paese si è munito. Più avanti piantagioni di alberi della
gomma (evea) e di caffè si alternano alla foresta tropicale. Il caratteristico «dente» del monte Tonkpi
annuncia l’arrivo a Man. La città, capoluogo delle popolazioni We e Guéré, si sviluppa ai piedi di 18
verdissime montagne, alcune delle quali addirittura attraversano la città separandone i quartieri e
creando ad ogni angolo panorami suggestivi. Cena e pernottamento in albergo.
4° giorno
Man-escursione Danane
La foresta fra la costa d’Avorio e la Liberia è famosa per i suoi grandi ponti di liane. Per le
popolazioni locali l’origine di questi ponti è avvolta nel mistero: sono costruiti da giovani iniziati,
segretamente e nel corso di una sola notte! Ne raggiungeremo uno. Attraversarlo non presenta
grandi difficoltà se si rispettano i tabù imposti dalla tradizione, a meno che non si trasportino pesanti
bagagli sulla testa e un bebé legato alla schiena, come fanno le ragazze del posto! Al rientro tempo
a disposizione per la visita alle botteghe degli artigiani locali. Nel pomeriggio breve escursione nel
bosco delle scimmie sacre di Gbepleu, depositarie del significato del nome di Man. In Costa
d’Avorio dietro ogni città, quartiere o villaggio si celano le foreste sacre. Luogo di passaggio tra il
mondo umano ed un altrove magico, sono i luoghi in cui i giovani vengono iniziati ai segreti sociali e
spirituali dagli anziani anche attraverso l’uso di maschere, conservate segretamente ai piedi degli
altissimi alberi. In un piccolo villaggio a pochi kilometri di distanza, le maschere usciranno proprio
dalla foresta. Nella cosmogonia del popolo Guéré esiste un Dio creatore che comunica con gli
esseri umani esclusivamente attraverso dei mediatori, le maschere appunto. Le maschere non sono
mai numerose, una o due sono sufficienti. Durante la danza la distanza tra il mondo degli uomini ed
il mondo degli spiriti viene azzerata. Si ristabilisce l’ordine cosmico e si compie un atto di
riconoscenza agli Dei ed agli antenati. Cena e pernottamento in albergo.
5° giorno
Man-Odienne
Giornata dedicata all’incontro con il popolo Yakuba, chiamato anche Dan. Visita ai villaggi costruiti
sul pendio di colline e caratterizzati da grandi capanne rotonde con tetti di paglia. Alcune case sono
affrescate dalle donne durante i periodi di cerimonia, mentre gli uomini si radunano sotto un’enorme
capanna per riciclare rottami di ferro forgiando zappe, usando come incudine e martello pezzi di
vecchie rotaie. Al limitare del villaggio si trovano le piantagioni. Tra i rami profumati del caffé ed ai
piedi di un gigantesco Iroko sorge una pozza sacra dove i pesci gatto sono venerati come antenati
tutelari mentre, non lontano, gli echi dei tam-tam e le grida degli iniziati avvertono le maschere che è
il momento di uscire dalla foresta sacra… Su lunghi trampoli, l’uscita delle maschere Dan regala
sempre momenti indimenticabili per i gesti acrobatici dei danzatori e per la partecipazione viva di
tutto il villaggio. I canti e le danze, prima degli uomini e poi le donne, scandiscono l’ordine di uscita
delle maschere, sotto gli occhi vigili degli anziani responsabili del culto. Cena e pernottamento in
albergo.
6° giorno
Odienne-Boundiali
Nei dintorni di Odienne vivono i Malinké, discendenti dell’antico impero del Mali. Tra gli illustri nomi
della storia di queste famiglie ricordiamo quello del belligerante Samory Touré, che proprio in queste
regioni trovò grande sostegno contro l’avanzata dei coloni. Tra le fila dei suoi guerrieri si fecero
notare i “Dozo”, membri della società dei cacciatori, per il coraggio dimostrato in battaglia e per il
potere mistico ancora oggi tramandato nel corso di una lunga iniziazione. Oggi non ci sono più
battaglie da combattere, ma il rispetto riservato a questa casta non è per nulla diminuito. I Dozo
sono considerati come una sorta di polizia locale, sorvegliano i villaggi da malintenzionati e fungono
da paciere in caso di litigi ma sono considerati anche grandi guaritori per le conoscenze esoteriche
di piante ed animali. Incontreremo i responsabili di questa casta. Vestiti con gli abiti-feticcio in
tradizionale bogolan (tessuto disegnato con il fango) e con il fucile coperto di amuleti, i cacciatori ci
accompagneranno in un’escursione a piedi nella savana per iniziarci al potere delle piante. Con
loro visiteremo un villaggio Malinké dove, al ritmo sempre più incalzante dei tam-tam, si esibiranno
in danze e dimostrazioni di resistenza al fuoco e ai coltelli. Un lungo trasferimento su pista ci porterà
a scoprire le ampie savane abitate dai Senufo. Cena e pernottamento in hotel. La sera in un
villaggio assisteremo alla danza delle vergini.
7° giorno
Senoufo: gli uomini pantera
Attraverseremo regioni percorse perennemente da mandrie di zebù, guidate al pascolo dagli
inconfondibili nomadi Peul: cappelli appuntiti, bastone a tracolla, portamento elegante e sguardi fieri,
una semplice borraccia intorno al collo, un machete tra le mani e sandali ai piedi. Questi nomadi non
sembrano aver bisogno di nient’altro nel loro peregrinare alla ricerca d’acqua e pascoli per le loro
mandrie. Sembrano venire dal nulla e dirigersi in altrettanti luoghi misteriosi. Sono i veri signori di
queste lande sconfinate, abituati a resistere ed a godersi le semplici gioie del vivere in mezzo alla
natura. Visiteremo alcuni loro villaggi dove principalmente incontreremo donne e bambini. Le donne
ci accoglieranno in bellissimi tessuti colorati, al collo ed intrecciati nei capelli diversi bijoux: ambre
del baltico, perle di boemia, antiche murrine veneziane si mischiano a pietre, bottoni e paccottiglie di
plastica riversate sul mercato dai cinesi. Monili tutti diversi tra loro, ognuno con una storia e una
provenienza diversa e lontana, proprio come le donne che le indossano, abituate a vivere di una
transumanza quasi continua. Saremo i benvenuti a curiosare all’interno delle loro capanne tra
sorrisi maliziosi, vecchie foto di famiglia, regali di dote e meravigliose calebasse (grandi zucche)
decorate… Korhogo è un passaggio obbligatorio per il viaggiatore che attraversa le regioni
settentrionali del paese. La sua storia risale al XIII sec. ed è la capitale del popolo Senoufo,
un’etnia che ha prodotto i maggiori capolavori dell’arte Africana e che vive ancora nel rispetto delle
sue antiche tradizioni culturali. Tra questo popolo si annoverano abili scultori, tessitori, pittori e
fabbri. Visiteremo i loro villaggi che mantengono ancora oggi i segreti della propria produzione
artigianale. Qui potremo ammirare i massicci granai in argilla e le case sacre con i bassorilievi
colorati. I Senoufo sono celebri anche per i loro complessi riti iniziatici. L’iniziazione dei ragazzi è
chiamata Poro e si distribuisce su 21 anni. Consiste nell’apprendimento dei segreti sociali e religiosi
che contraddistinguono un vero Senoufo, il superamento di alcune prove e l’esibizione in danze
mascherate. Tra queste ultime la più spettacolare è quella del Boloy, o danza della pantera,
celebrata dai ragazzi di ritorno da un periodo d’ isolamento nella foresta sacra, a cui potremo
assistere la sera presso un villaggio. La stagione secca è anche il momento dei grandi funerali che
rappresentano momenti di ritrovo familiare e di celebrazione della morte e della vita. Se in
programma parteciperemo ad una di queste celebrazioni cariche d’atmosfera. Cena e
pernottamento in albergo.
8° giorno
Korhogo-Bouake
Incontriamo i Baulé, una popolazione di stirpe Akan proveniente dal Ghana. I Baulé hanno
mantenuto in comune con i cugini Ashanti una radicata gerarchia sociale allargando le proprie
tradizioni culturali e prendendo spunto dalle popolazioni autoctone vicine. La loro ricca produzione
artigianale riassume queste differenze: finissime statue che rappresentano il mondo degli spiriti,
pulegge scolpite sui telai dei tessitori e l’uso di maschere. Visiteremo dei villaggi ancora oggi dediti
a questa ricca produzione di artigianato. Cena e pernottamento in albergo.
9° giorno
Bouake-Abenguru
Il mattino parteciperemo all’uscita di maschere Ngoli. Trasferimento attraverso una regione di
foreste. Presso gli Akan della Costa d’Avorio il termine Komian si riferisce alla trance, ossia ad una
possessione spirituale. Le persone chiamate in questo modo, principalmente donne, sono iniziate a
comunicare con il mondo degli spiriti attraverso diversi gesti divinatori tra cui il lancio di conchiglie, la
visione nell’acqua o la danza. A quest’ultima, sicuramente la più spettacolare, si fa ricorso per
risolvere i problemi più complessi e solo in particolari giorni della settimana: di fronte
all’interlocutore, ad alcuni dei suoi parenti ed alla folla di curiosi accorsa all’incedere del ritmo dei
tamtam, la komian si cimenterà in una danza rituale d’invocazione sino a cadere in trance. È la
manifestazione dello spirito rivelato “all’apertura della bocca”, al quale la sacerdotessa deve totale
abnegazione, che indicherà la natura del problema e la strada da seguire. Incontreremo una
comunità di Komian. Ne conosceremo la storia ed i feticci e se disponibili potremo interagire con i
loro pazienti. Infine se fortunati potremo assistere alla danza divinatoria. Cena e pernottamento in
albergo.
10° giorno
Abenguru-Assinie
Raggiungiamo la laguna Ebrié e l’Oceano Atlantico. La città di Grand Bassam, edificata su una
linea di sabbia fra lagune ed oceano, ha conservato gli edifici coloniali di quando era la ricca
capitale di questa colonia. Purtroppo molte costruzioni, disabitate da anni, stanno andando in rovina
e la vegetazione cresce al loro interno creando immagini veramente suggestive. Durante questi anni
si è trasformata in luogo di villeggiatura marittima degli abidjanesi. Pernottamento in bell’albergo tra
la laguna e la spiaggia. Cena e pernottamento in hotel.
11° giorno
Assinie-Abidjan
Giornata di relax. Escursione facoltativa in barca a motore lungo il delta dove le acque della laguna
Ebrié si congiungono all’Oceano Atlantico ed incontro con popolazioni dedite alla pesca. Sabbia,
sole, mangrovie fanno da contorno ad un quadro in cui domina l’azzurro del cielo e della laguna.
Pranzo libero. Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto di Abidjan in tempo utile per l’imbarco sul
volo di ritorno.
12° giorno
Italia
Arrivo in Italia.
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