2008-01 To bridge or not to bridge.pub

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2008-01 To bridge or not to bridge.pub
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
VOLUME 2, NUMERO 1
RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE SENZA SCOPO DI LUCRO
“TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE”
DATA GEN/FEB 2008
DIRETTORE RESP.:
MARCO CATELLANI
COMITATO REDAZIONE:
FRANCESCA CANALI, ALDO
GERLI, VALERIA BIANCHI
COLLABORATORI:
RENATO ALLEGRA, GIOVANNI
DELFINO, ROBERTO POLLEDRO
Marco
CATELLANI
Francesca
Quando il r imedio è pegg iore del male…
CANALI
Aldo
GERLI
Valeria
BIANCHI
Renato
ALLEGRA
Giovanni
DELFINO
Roberto
POLLEDRO
Sommario
Editoriale:
1
KAT fot the defence
2
SistemaTEN il sistema
3
Intervista a Giuseppe Tamburi
4/5
Arbitri o arbitrii?
6/
Avere o Essere...
8/
Errata coniugazione
10/
Botta & Risposta
11/
History Channel: concorso
12/
“Chi ha rubato il cuore del fante” 14/
Frasi… celebrolese
15/
Frasi celebri
15/
Lettere al direttore
16/
We will survive
18/
La’ngolo di Mrs Bennet
18/
Abbiamo ricevuto una lettera... non da una 18enne, sfortunatamente (per lei).
L’abbiamo ricevuta da un
uomo disilluso dalla realtà del
bridge, e riscontrandovi il
pregio dell’onestà intellettuale abbiamo deciso di proporvela integralmente (pag. 16):
vi si parla di futuro e sopravvivenza del bridge, nonché
dei mali che lo attanagliano…
A questa lettera proveremo
certamente a rispondere,
chiedendo ai più esperti e
dando loro voce (“We will
survive”, pag.18). Però una
cosa, un’unica cosa, vorrei far
qui notare, perché in questa
lettera, fra i mali del bridge, è
riportata l’inutilità,
l’impossibilità, l’illogicità, ed
anche il costo sproporzionato,
del far qualcosa per i giovani.
E onestà mentale mi obbliga a
condividere questo pensiero:
far qualcosa per i giovani,
oltre a tutti i difetti sopra
elencati, neppure crea gratitudine. E chi è genitore sa
benissimo di cosa stia parlando.
Ma si può fare diversamente? Purtroppo credo di
no, e se i giovani non apprezzano il bridge, la considerazione indispensabile da fare è
“dove sbagliamo noi nel non
farlo apprezzare”. E non perché questa affermazione sia
vera. Semplicemente perché mancano alternative.
Raramente due genitori
fanno per tornaconto personale quel che fanno per i figli.
E se dovessero deciderne di
non averne per risparmiarsene l’ingratitudine, l’umanità
sparirebbe. Il bridge sparirebbe. E il rimedio sarebbe
peggiore del male.
Da buoni e lungimiranti
genitori, dobbiamo dare noi ai
giovani un motivo per frequentare le nostre sale, e sperare che alcuni rimangano.
Non facciamoli venire perché
fa comodo a noi; facciamogli
vedere che ne hanno un tornaconto loro.
Giocando a bridge possono
uscire la sera con genitori
relativamente tranquilli, e che
sanno dove trovarli… e possono trascorrere alcuni weekend in compagnia degli amici
(e delle amiche… perché
no…) a raduni multiscolastici fuori casa. Ma attenzione… i giovani raramente
hanno disponibilità economiche. Loro non sono e non
possono essere risorse da
sfruttare insomma. Infatti
loro sono risorse. Risorse e
basta. Di un futuro che forse
neppure vedremo.
Pochi si son chiesti come
mai il taglio di questa
newsletter sia un tantino ardito. E adesso non fatemi spiegare “in che senso”. E io so
che alcune persone nello staff
mi han seguito (pur essendo
persone “serissime”) più per
fiducia personale che per
“condivisione” dei metodi.
Non capivano insomma come
una persona come me potesse
essere al contempo un fine
linguista e un boccaccesco
interprete dei casi della vita.
Eppure è semplice…
Chiedete a una 18enne cosa
sia “boccaccesco”, e vi dirà
che ha qualcosa a che fare con
la mimica facciale. Chiedete
cosa sia “fine linguista”, e probabilmente arrossirà tutta.
Eccovi quindi spiegato con
un esempio che termini e
parole non sono identici per
tutti. E che se questa rivistina
ha questo taglio è perché ho
sempre sperato di poter avere
un pubblico di giovani, NON
necessariamente bridgisti o
almeno NON ancora.
Quando ero piccolo e ancora non sapevo leggere, guardavo solo libri illustrati. E
capivo le storie dalle figure. I
ragazzi sono i nostri piccoli.
Ancora non sanno di bridge,
ma potrebbero guardarci solo
perché incuriositi dalla nostra
comicità, e quindi successivamente leggerci… e quindi
volerci comprendere.
Illusioni? Inutili speranze? E
sia… ma l’uomo vive di illusioni e di speranze.. E come
loro anch’io…
Io però a tempo perso… fra
una diciottenne e l’altra...
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
KAT FOR THE DEFENCE
Siete in Ovest contro 4♥.
♠ F543
♥ AR73
♦ D62
♣ A10
♠ RD8
n
♥ 542
o e
♦ AR43
s
♣ 754
S
O
N
E
1♥
pas
1♠
pas
1SA
pas
2♣
pas
2♠
pas
4♥
end
L’attacco è A♦.
Ecco, in licita volevate dire
DBL perché alla fin fine avevate l’apertura...
ma un po’ per la distribuzione terribilmente bilanciata, un
po’ per la presenza di
un’apertura veramente minima, avete desistito.
Vi siete così ritrovati in difesa in men che non si dica.
Avete attaccato come da
libro… e come da libro il
morto ha delicatamente esposto la fatale donna terza
nel colore… il Vs rispondendo col 10… quindi...
A)
B)
C)
D)
mostrando 2 o 4 carte
chiamando a picche in
Lavinthal
rifiutando a quadri
perché giocate pari/
dispari
chiamando a quadri
perché giocate alta/
bassa.
Fate Voi…
Ricordate solo che anche se
il compagno è casuale…
la vostra difesa non deve
comunque mai esserlo...
E lucean le stalle...
P.S. by D.O.C.
“La fatale donna
terza…”. A me
però, più che una
donna terza,
farebbe più piacere
una terza donna...
Il dichiarante, da sistema, ha
descritto una 5332. A questo
punto dovete decidere…
Se lo accreditate di un minimo di 12 punti non può mancare dell’asso di picche, e
battere tecnicamente diventa
arduo. Se lo accreditate però
di soli 11 punti, potrebbe in
effetti mancare del Re di fiori.
La chance dell’eventuale
doubleton di quadri non sa-
rebbe consistente con nessuna
distribuzione logica del dichiarante: con una 3541 non
avrebbe detto 1SA, e con una
2542 non avrebbe detto 2
picche.
La vita è questione di scelte
(secondo un certo punto di
vista); ma la vita è anche questione di quel che si mangia
(provate a misurarla dopo
alcuni giorni senza dieta).
La vita non è invece il femminile singolare della vite,
perché la vite è già singolare
di suo. E femminile pure.
Va beh, vi ho cullato per un
po’ fra i meandri dell’inutilità
umana (quel che in genere son
io per le diciottenni...).
Adesso NON ditemi che vi
siete addormentati, però…
ma che siete tornati… ?
KAT FOR THE DE...SSOLUTION
PAGINA 2
Giocare per il Re di fiori dal
Vs è tecnico. Peccato richieda
che il compagno abbia il Re, e
l’apertore esattamente 11
punti. Nell’insieme un desolante scenario.
Uno scenario più accattivante consiste nel giocare perché
il Vs abbia il 10 di picche (e
che il dichiarante, o perché
con in mano il 9, o perché
“distratto”, dimentichi di mettere il Fante del morto). Insomma, giocare per il 10 di
picche dal Vs è un po’ “meno”
tecnico, ma enormemente più
pratico.
Quanto vale in % tutto questo? Nessun teorico ve lo calcolerebbe mai… però la presenza del 10 di picche dal Vs è
del 60% (3 carte su 5), e del
30% se volete che il vs non
abbia anche il 9. Ritenete che
l’alternativa del Re di fiori sia
superiore? Beh, certo… se sul
vs ritorno di 8 di picche, il
dichiarante mette piccola, il
Vs il 10… e torna a quadri…
l’alternativa è superiore.
L’alternativa di imparare il
burraco...
♠ F543
♥ AR73
♦ D62
♣ A10
♠ RD8
♠ 1072
♥ 542
♥8
♦ AR43
♦ 10987
♣ 754
♣ F9832
♠ A96
♥ DF1096
♦ F5
♣ RD6
VOLUME 2, NUMERO 1
MiglioraTEN il sistema: la r ubensohl
Giocando con compagni
occasionali, anche senza accordi, è normale e addirittura
“naturale”, giocare transfer in
risposta all’apertura di 1NT.
Alcune coppie hanno studiato
i loro sistemi in modo tale che
ogni qualvolta l’apertore mostri una mano bilanciata, il
partner dichiari sempre in
transfer. La ragione primaria
dell’utilizzo delle dichiarazioni
in transfer è che permettono
di dichiarare lentamente e con
buona precisione le mani forti
e allo stesso tempo di restare
ad un livello basso e competere con le mani più deboli.
Quando poi l’apertore mostri
una mano bilanciata 15-17
hanno anche il vantaggio di far
giocare il contratto dalla parte
della mano più forte. Con le
transfer sull’apertura di 1nt
cosí universalmente accettate,
è curioso come poche coppie
abbiano cercato di estendere
questo concetto anche dopo
un intervento avversario. Una
convenzione che permette
questo è la “Rubensohl”, pubblicata per la prima volta nella
rivista, più volte da me citata,
Bridge World, in un articolo di
Jeff Rubens nei primi anni
’80. Ma, prima di parlarvi nel
dettaglio della Rubenbsohl,
vorrei porvi un quesito.
Siete in Nord, tutti in prima, e giocando Lebensohl, vi
capita questa mano:
♠ AD9 ♥ RD73 ♦ 62 ♣ RD108. Aprite di 1nt, l’avversario interviene 2♠, il vostro compagno dichiara 2nt, Lebensohl,
mostrando di voler competere
in uno degli altri semi, e il
qua r to di ma no 3 ♠ .
Tocca a voi: che licitate? Probabilmente passerete, sperando che il vostro compagno
abbia le quadri. Il compagno
potrebbe però avere una di dichiarazioni in sottocolore. La
queste tre mani:
transfer impossibile (nel colore
dell’avversario) è una stayman
Es. A
Es. B
Es. C
speciale, ed infine la dichiara♠4
♠F
♠4
zione di 3♠ è sempre una ri♥ F62
♥ 1062
♥ F86542
chiesta di fermo, a prescindere
♦ A105
♦ R87543 ♦ AF105
del colore degli avversari, sen♣ F97652 ♣ F93
♣ F3
za interesse nei nobili. AndiaTrovando di fronte la mano
mo ora ad esaminare alcune
A, vorremo competere fino a
licite speciali da parte di chi ha
4♣ e probabilmente ci assicuaperto 1SA.
reremo a 5♣ a fronte di
un’eventuale dichiarazione di CASO 1
4♠ degli avversari; trovando
invece la mano B vorremo
sicuramente lasciare giocare
agli avversari 3♠ con la quasi
certezza che andranno sotto di
almeno una presa, con la certezza di non poter fare 4♦;
infine, trovando la mano C,
vorremo dichiarare (e fare) il
nostro bel contratto di 4♥.
Decidendo di giocare Lebensohl avremo tantissimi guadagni (vedi articolo del numero
precedente) ma avremo anche
qualche difficoltà nel caso
delle mani deboli in competizione. Questa convenzione
infatti, preferisce dichiarare
subito la forza di una mano
(debole o forzante) posticipando la dichiarazione del
colore in possesso. Giocando
transfer le priorità sono rovesciate: prima si dichiara il colore e poi si comunica la forza. In un bridge molto competitivo, in cui frequenti sono le
dichiarazioni interdittive degli
avversari, penso che questo sia
un principio importante, di
cui il corollario diventa
“meglio giocare il colore giusto al livello sbagliato, che il
colore sbagliato al livello giusto”. Tornando ora alla Rubensohl, dopo l’intervento
avversario all’apertura di 1nt,
il contro è sputnik, le licite a
livello 2 sono naturali passabili, mentre da 2nt sono tutte
1SA
2♦
3♣
pas
La licita di 3♦, nega il fermo
colore avversario a prescindere
dal possesso o meno di quarte
nobili. Sul 3♦ il compagno
liciterà in stile Baron le proprie
quarte maggiori. Con il fermo
nel colore avversario si liciterà
in stile Baron la propria quarta
maggiore o si dichiarerà 3nt
senza nobili.
CASO 2
1SA
2♠
3♥
pas
La licita di 3♠ nega, oltre al
fermo, il possesso di quattro
carte di cuori; 3nt mostra il
fermo a ♠ senza 4 carte di cuori, mentre 4♥ è a giocare.
CASO 3
1SA
2♥
3♦
3♥
pas
3SA
P.S. by D.O.C.
“Cos’ha dunque?” In un
uomo sarebbe certo, ma...
“nelle condizioni più
rigorosamente controllate
di pressione, temperatura,
volume, umidità e altre
variabili, una donna si
comporterà come le pare e
piace (Anonimo)”
pas
Il rispondente, in questo
caso, non è interessato alla
ricerca del fit a picche, altrimenti avrebbe dichiarato 3♠
sul 3♥ del compagno. Non
vuole nemmeno chiedere il
fermo a cuori senza interesse
alle picche, altrimenti avrebbe
dichiarato subito 3♠ sul 2♥
dell’avversario. Cos’ha dunque? Una mano senza 4 carte
di picche con mezzo fermo nel
colore dell’avversario.
Per info contattate liberamente [email protected].
PAGINA 3
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
Inter vista a Giuseppe Tambur i
Se foste in Sud, al tavolo
con DOC, e aveste in mano:
♠ xxxx
♥
♦x
♣ ARDF109xx
cosa dichiarereste dopo:
P.S. by D.O.C.
Tutti che prendono
in giro questo
DOCile
DOCumentato
DOCente…
di Diciottenni…
O Circa...
E
S
O
N
2♥
7♦
4♣
?
4♥
6S
Deducendo che DOC avesse
detto 6SA per proteggere il
R♥, che DOC dovesse quindi
avere tutti gli assi laterali,
nonché che DOC dovesse
necessariamente avere un
colore di sviluppo alternativo,
e che DOC avesse quindi certamente un bel colore di ♠,
Sud DOChiarò 7♠. DOC si
sentì ascoltato, interpretato,
degno di fiducia, compreso, e
fu molto felice di avere quel
compagno, sebbene Sud non
avesse diciotto anni e non
fosse nemmeno donna. Sud
era Giuseppe Tamburi, bolognese, padre di due figlie,
imprenditore di meritato successo, nonché bridgista dalla
logica impeccabile.
***
Ciao Giuseppe, innanzi tutto Buon Anno nuovo, e grazie
per il tempo che ci dedichi.
PAGINA 4
Veni,vidi,vici(Venni, vidi,
vinsi). E’ un piacere, per
tutti gli appassionati, osservare che una persona
così impegnata nel lavoro
riesca a ottenere anche
successi bridgistici. Quali
doti ti hanno permesso di
raggiungere questa posizione? Come una persona
impegnata nel lavoro riesca a
raggiungere una certa posizione bridgistica è presto detto:
per me il bridge è il gioco più
bello del mondo e credo che
ognuno, se vuole vivere bene
e se può permetterselo, dovrebbe assecondare le proprie
passioni. Così è stato per me,
con un pizzico di dote naturale, un pò di studio, e tanto
entusiasmo.
Ab urbe condita (Dalla
fondazione della città)
Quando hai cominciato a
giocare a bridge? Ho iniziato a 17 anni prima come
autodidatta e poi ho fatto un
corso con il dott. Facchini...
un maestro molto bravo che
ha fatto diventare il bridge
una mia grande passione
Sic transit gloria mundi
(Così se ne va la gloria del
mondo) Purtroppo i bridgisti sono in via
d’estinzione. Pensi che la
Federazione dovrebbe
tenere in maggior conto i
giovani? Cosa proporresti? È un discorso lungo. Il
ricambio generazionale è fondamentale per la sopravvivenza di qualsiasi comunità e pertanto anche per la federazione
bridge i giovani/nuovi soci
sono una risorsa primaria. Si
fanno carico di questo compito le associazioni che devono
creare una buona scuola di
bridge che organizzi e reclamizzi corsi, segua passo passo
questi giovani/nuovi allievi
cercando di far diventare il
bridge per loro una grande
passione. Non è facile. Sappiamo bene quanto sia difficile
il bridge, e gli sforzi che si
devono fare per farlo capire
ed apprezzare. Oggi la Federazione lascia le associazioni
molto sole in questo compito,
il che è un grave errore strategico. La Federazione dovrebbe aiutare molto di più le
associazioni nell’attività di
insegnamento.
Mutatis mutandis
(Cambiate le cose che devono essere mutate) Al di là
della questione giovanile,
c’è qualcosa che ritieni
andrebbe assolutamente
cambiato negli ambienti
del bridge italiano? Penso
ci siano tante cose da cambiare nel bridge italiano, partendo in primis dagli investimenti
che fa la Federazione. Si dovrebbero infatti creare e sostenere, eliminando costi non
produttivi, iniziative più attente alle esigenze delle associazioni:
- finanziando le scuole bridge, dando un contributo alle
associazioni per ogni allievo
che si iscrive alla FIGB
- finanziando quelle associazioni che vogliano ingrandirsi
ma valorizzando anche le associazioni più piccole, eventualmente favor endone
l’accorpamento se indispensabile per la loro sopravvivenza
- finanziando la pubblicità
sui quotidiani locali o regionali dei risultati dei tornei delle
associazioni, magari facendo
degli accordi nazionali
- finanziando un ufficio marketing agguerrito che promuova su tutti i mezzi il Bridge come gioco. Fino a ieri
eravamo campioni del mondo, e nessuno lo sa !!! Penso
che la comunicazione, se fatta
in modo corretto, sia la base
per far crescere il mondo del
bridge. Ritengo quanto fatto
oggi assolutamente inadeguato... al limite del ridicolo.
Poi bisognerebbe cambiare
alcune regole, venendo incontro ai bisogni delle associazioni. Ne segnalo alcune:
VOLUME 2, NUMERO 1
Inter vista a Giuseppe Tambur i
- dare la possibilità alle associazioni di svolgere tornei
locali anche in presenza di un
arbitro federale iscritto come
giocatore, escludendone la
coppia dai premi di classifica
ma permettendogli, nei casi
richiesti, di fornire un parere
arbitrale necessario
- favorire, senza pretendere
gli attuali contributi, i tornei
regionali aiutando le associazioni che li vogliono organizzare a trovare gli sponsor
- dare la possibilità ad ogni
associazione di avere una
giuria che possa prendere
tutte le decisioni in merito
all’etica comportamentale dei
propri soci (quello che avviene oggi mi pare allucinante)
- istituire una nuova tessera
triennale (bianca) gratuita il
primo anno, che dia diritto
agli allievi di non venire maltrattati da parte dei giocatori
più esperti (pena un TOP), a
cui sarà vietata ogni licita
convenzionale o innaturale.
- istituire una nuova classifica obbligatoria per tutti i
tornei federali, che si affianchi a quella assoluta e che dia
dei vantaggi per categoria
favorendo la vittoria dei giocatori più deboli. Ovviamente creando un meccanismo
che identifichi il vero valore
dei giocatori non solo basato
sulla partecipazione ai tornei
(simultanei in primis)
- RIPORTARE LA QUOTA FEDERALE PER TORNEO A 1 EURO a tavolo.
- ristrutturare i campionati
riportandoli a come erano
prima della modifica del
2003.
Maiora premunt (Urgono
cose più importanti) Quali
doti ritieni dovrebbe
avere un candidato ideale alle prossime presidenziali? Innanzi tutto dovrebbe essere una persona
estremamente appassionata,
con spiccate doti gestionali e
grande spirito di sacrificio.
Poi dovrebbe saper scegliere
dei validi compagni di viaggio. Ancora dovrebbe saper
indicare la rotta sapendo ascoltare i propri consiglieri,
partecipanti attivi “convinti”
di ogni scelta della Federazione. Infine dovrebbe saper
delegare.
Nomen est omen (Il nome
contiene un presagio) Parliamo di Internet e sfruttiamo la tua lungimiranza imprenditoriale. Consideri il bridge on line
un rischio o una risorsa?
Lo definirei uno stimolo per
tutte le associazioni ed i circoli dove si giochi a bridge. Il
perché è presto detto: oggi
attraverso internet si può
giocare a tutte le ore comodamente seduti a casa propria: perché dovrei andare al
circolo a fare il torneo che
potrei fare a casa mia? La
risposta deve essere una sola:
perché al mio circolo sto
meglio e, oltre ad avere un
ambiente molto confortevole, ho anche tanti amici con
cui mi piace stare. Questa
semplice riflessione dovrebbe
essere la linea guida di ogni
associazione, se non vuole
chiudere: divenire il luogo di
incontro di persone animate
dalla stessa passione. Solo per
chi non sa creare questa atmosfera invitante e confortevole, internet è assolutamente un rischio (di chiusura).
Ad maiora (A cose più
grandi) Quale è stata la
maggiore soddisfazione
della tua vita? Sono due e si
chiamano Valentina e Carlotta.
Errare humanum est…
C’è una frase, una massima, che ti aiuta nei momenti difficili? Ciò che mi
aiuta nei momenti difficili è il
mio ottimismo: vedo sempre
il bicchiere mezzo pieno.
In vino veritas (Nel vino
la verità) Una domanda
che i nostri lettori gradiranno particolarmente:
quale vino ci consigli, da
esperto, per il 2008? Cesarini Sforza Tridentum: uno
spumante trentino metodo
classico straordinario.
Dulcis in fundo Quali
sono i tuoi progetti per il
nuovo anno? Il 2008 è un
anno elettorale per il mondo
del bridge in quanto precede
l’assemblea per il rinnovo
delle cariche federali che ci
sarà nei primi mesi del 2009.
Penso che dopo 22 anni di
presidenza, e dopo le dichiarazioni di Gianarrigo Rona
all’ultima assemblea del 2004
“Votatemi, vi assicuro che
non mi candiderò più” sia
giunto il momento di un ricambio che, se portato avanti
da persone capaci e credibili,
potrà portare un beneficio a
tutte le associazioni e agli
iscritti alla Federazione. Per
quanto mi riguarda faccio
parte del comitato promotore
per una nuova candidatura
alla presidenza della Federazione che dovrà trovare al suo
interno il candidato più adatto. Al momento non abbiamo
ancora deciso ma, se la scelta
alla candidatura di questa
presidenza dovesse cadere su
di me, sono pronto a dedicarmici con totale dedizione ed
inesauribile entusiasmo.
P.S. by D.O.C.
Anch’io avrei avuto
una propostina per un
miglior utilizzo dei
circoli… e per
favorirne
la
frequenza…
avete presente neh la
Legge Merlin?
PAGINA 5
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
Arbitr i o Arbitr ii
P.S. by D.O.C.
“qualcuno
è
abbastanza vecchio da
ricordarsi il classico 3
valletti?” Non so se
l’età c’entri, ma se
erano 3 fanciulle era
più facile...
PAGINA 6
“Legge naturale è partecipazione alla legge eterna
dell’essere razionale”.
Tre posizioni: (basta studiare
il Kamasutra, ne sapete già abbastanza)
1) L’argomentazione storicistica per la quale non vi sono principi etici autoevidenti:
le leggi naturali sono meramente formali e quindi possono essere riempite con qualsivoglia contenuto.
2) L’affermazione che ciò
che fa di una regola una norma giuridica non è il suo contenuto, ma il modo della sua
esecuzione.
3) Il fondamento non è nel
diritto naturale, ma nel fatto
(è questo il cosiddetto
“principio di effettività”) per
cui la fonte del diritto sono i
fatti storici, con i quali il diritto naturale non ha nulla a che
vedere.
Da cui si può dedurre come
si passi da principi etici generalissimi, ai dettami della retta
ragione e alla legittimità
dell’ordinamento giuridico.
***
La quasi incomprensibile
premessa solo per confessare
la mia ingiustificabile ignoranza del regolamento, malgrado
qualche decennio di smazzate,
forse perché ho inseguito
troppi cambiamenti da quando ho iniziato a giocare, o
forse perché ormai la pigrizia
spadroneggia nel mio attuale
modo di essere.
O forse perché, avendo
arbitrato per circa un decennio in un altra disciplina sportiva, presumo l’assoluta superiorità dello “ius”, che si accompagna all’indiscutibilità
delle decisioni di chi è preposto a decidere.
Caso 1)
W
1SA
N
pas
E
pas
S
?
Tocca a Voi con ♠RF3 ♥RF52 ♦
RD65 ♣ 108. Situazione imbaraz-
zante: Il torneo sta andando
benino non ve la sentite di
fare alcunché di azzardato e
mettete un bel verde. Il compagno attacca di 2 di fiori e
scende un morto morto: ♠F97
♥10973 ♦ F102 ♣ F73.
La classica mano Finsec
(qualcuno è abbastanza
vecchio
da
ricordarsi il
classico 3 Valletti?).
Il dichiarante
pensa un attimo
poi passa il Fante di fiori che fa
presa e gioca il
fante di quadri
… qualunque
cosa facciate,
dopo un minuto aprite lo
score e vedete che siete gli
unici a scrivere 90 nella colonna cattiva.
Tutti i NS hanno scritto
qualcosa nella loro colonna e
la maggior parte 600, perché
la smazzata è la seguente:
♠ AD2
♥ D864
♦7
♣ RD642
N
♠ 10864
♠ F97
♥A
♥ 10973
♦ A9843
♦ F102
♣ A95
♣ F73
S
♠ RF3
♥ RF52
♦ RD65
♣ 108
Vi mettete a ridere perché
giocate da voi nove prese
sono imperdibili, perché il
vostro ha scelto l’unico attacco che, per ironia della sorte,
fa addirittura mantenere il
contratto agli avversari
(figuriamoci se nella circostanza avesse potuto sbagliare
col 9 in mano) e poi chiamate
l’Arbitro per avere alcuni
chiarimenti: nessuno ha allertato che i nemici giocano il sa
debole 12-14.
“Devi chiedere!”
“Nessuno vieta che si possa
aprire con la 5-4-3-1.”
Scusasse…..
Passare i boards, cambio...
Nessuno vi impedirà di scrivere nel foglio delle previsioni : Zero. Dopo alcuni mesi…
Caso 2)
W
2♥
N
pas
E
4♣
S
?
Il solerte Est vi avvisa che 2
è una bicolore cuori e fiori
con punteggio 12-16, ed il
solerte Ovest che 4♣ è barrage.
Tocca a Voi con ♠AR10654 ♥
♥
A3 ♦R43 ♣A5.
Posate un bel cartellino rosso sul tavolo o… forse era
meglio altro?
L’apertore dice 5 fiori completando l’opera di sbarramento e dopo due passi dichiarate 5 picche su cui tutti
passano… Attacco Re di cuori e scende il morto ♠F32 ♥543
♦ AD954 ♣F4.
Prendete con l’ Asso di cuori, tirate l’asso di picche senza ricevere alcuna notizia interessante e dopo aver contato
gli almeno 12 che “deve“ avere Ovest battete anche il Re.
Le picche sono 3-1 e fate solo
12 prese perché la smazzata è
la seguente:
VOLUME 2, NUMERO 1
Arbitr i o Arbitr ii
♠ F32
♥ 543
♦ AQ954
♣ F4
N
Tre carte sono tutte in bella
evidenza- il dichiarante la sua
l’aveva già girata- e l’arbitro
fa continuare il gioco: Alla
fine trasferite una presa….. il più trecento (top)
si trasforma in + 100 (tip).
♠x
♠ Dxx
♥ RDFxx
♥ xxx
♦ xx
♦ xxx
Caso 4)
♣ Dxxx
N
♣ R10xxx
S
♠ AR10654
♥ A3
♦ R43
♣ A3
L’amico arbitro, sorridendo, Vi comunica che non si
può fare nulla ma volendo, si
può segnalare la mano…
ecchessò chiromante? AHAHAH.
Caso 3)
Questo è facile non necessita nemmeno di alcuno schema:
Il vostro compagno apre di
un quadri su cui rispondete 1
picche e adesso i nemici,
passati di mano si mettono in
mezzo con fiori e cuori e
competono sino a livello di 4.
Mettete un bel cartellino
rosso avendo una decina di
punti e re e dama quarta in
atout e giocate in difesa. Attacchi che acchiappano e ritorni che acchiappano fino a
quando il dichiarante dopo
un primo giro di quadri gioca
quadri di mano, su cui voi
scartate fiori il morto fiori e
il vostro per non essere da
meno anche… Restate con la
carta di fiori in mostra e sibilate un flebile “ no quadri partne r? ” Ur lo dis uma no
dell’avversario che invoca a
gran voce l’arbitro pronunciando più volte “renonce”
renonce, il mio regno
per una renonce”…
E
1♥(4°+) 2♥
S
W
ri… e adesso?
Voglio giocarmi il colpo
fino in fondo e incrociando lo
sguardo
affranto
dell’avversario metto il verde… Il mio compagno, ubbidiente, attacca col 4 di fiori
e scende il morto e tutto il
resto…
♠ R97
?
Ovest vi spiega che si tratta
di una buona bicolore picche
e minore. In Sud avete ♠43 ♥
A1087652 ♦ 85 ♣R2 e dichiarate?
Qualunque dichiarazione è
buona, ve lo assicuro…
Io, che sono malato, ho
pensato che la dichiarazione
non si sarebbe esaurita ad un
basso livello e molto probabilmente le picche sarebbero
state dichiarate da West con
relativo attacco da parte del
mio. Sicuramente avrei scatenato competizione sino a
livello di 5 ma sull’eventuale
5 picche?
Che indicazione avrei potuto dare al mio compagno? In
fondo il mio re di fiori dovrebbe costituire una presa e
poi vediamo dove si va a parare, quindi poso il cartellino del 3 fiori preceduto dal
celeste “ALERT”.
Il compagno di sipario mi
chiede e rispondo: “ naturale
con le fiori o valori di testa o
distribuzione a fiori, con fit a
cuori”.
Grazie……
Tranquillamente posa il
cartellino del 3SA dopo avermi spiegato che sta chiedendo al proprio compagno,
l’altro seme minore la licita
prosegue… con due passi…
Oh Madonnina dei dolo-
♥ RD95
♦ A83
♣ 764
N
♠ D108
♠ AF652
♥ F4
♥
♦ RD1096
♦ F72
♣ D9
♣ AF1043
S
♠ 43
♥ A1087652
♦ 54
♣ R2
Ovest non può far altro che
sperare che i miei valori a
fiori siano di singolo e sta
basso…
Scrivete nella colonna giusta 400 mentre viene chiamato l’arbitro che si accerta di
tutte le spiegazioni, convalida
la mano e alla fine
dell’incontro vi annuncia che
la mano in questione, su reiterate richieste degli avversari, è andata in Giuria.
Nell’altra sala, gli avversari
avevano giustamente difeso a
5 cuori sul 4 picche e i vostri
compagni avevano incassato
500 ….per un totale di 900.
La cosa va per le lunghe, si
salta la cena e 5 minuti prima
del successivo incontro serale, la Giuria ci congeda con:
“Il 900 viene annullato per
“ eccesso di etica”, troppe
spiegazioni!
Bastava dire “naturale”.
P.S. by D.O.C.
“Questo è facile non
necessita nemmeno di
alcuno schema”. Piano
con le generalizzazioni.
C’è anche il pubblico
femminile… proprio
non le consideri mai tu
neh? Maschilista...
PAGINA 7
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
Arbitr i o Arbitr ii
L’incontro è stato
l’ultimo per alcuni anni…
fino all’estate scorsa dove
state giocando a La Grande
Motte un bel torneo a
squadre e guardacaso nella
semifinale vi capita:
E
pas
pas
pas
pas
S
1♥
W
N
1♠
3♦
4♣
pas
pas
end
2♠
3♠
6♥
5♥
Mentre aspettate l’attacco
dalla Signora alla vostra sinistra, il suo compagno mette
sul tavolo il 9 di picche… e
adesso???
Voi conoscete le opzioni,
P.S. by D.O.C.
“Tutti… nessuno…”
tipica coerenza femminile,
magistralmente espressa in
“certe donne amano
talmente il proprio marito
che per non sciuparlo
prendono quello delle loro
amiche (Alexandre Dumas
padre)”
PAGINA 8
ma con un bel sorriso vi rivolgete ai vostri avversari: “Pas
de problèmes, éntemez ou voulez
vous !”
La signora attacca di re di
quadri e scende il morto…
lo effettuate con esito negativo,
ma mentre il re di fiori fa presa, entrambi gli avversari Vi
chiedono immediatamente di
rismazzare…
La mano viene rismazzata e
gli
avversari giocano un 4 pic♠ AR
che + 1 dove i vostri compa♥ D1032
gni indovinano la dama di pic♦ 76
che e segnano lo slam, che fa
♣ ADF64
vincere l’incontro. Gli avversaN
ri alla fine sono i primi a conS
gratularsi. CHAPEAU ! Non
♠ 10643
so cosa dicano i regolamenti,
♥ ARF65
ma non dimenticherò mai il
♦ A32
Presidente del Club di Mon♣7
tpellier e la sua compagna.
Giusto o sbagliato che sia, Anzi, alla prossima manifestaritenete che sia indispensabile zione da loro organizzata, gliefare l’impasse a fiori e quindi lo vado anche a dire...
Avere o Essere… secondo Er ic h Fromm… terzo Blac kbird
Non crediate sia stato facile
instaurare una buona intesa,
bridgistica e non, con la bella
signora dalla maglietta gialla:
solo dopo diversi tornei insieme, ad esempio, capii quanto
la sua soddisfazione sull'andamento del torneo fosse strettamente connessa al numero
ed alla qualità delle volte in
cui nella serata avevo ammirato il suo morbido decoltè…
ma con discrezione e senza
che nessuno se ne accorgesse;
e qui si evidenzia la logica
femminile: infatti tutti dovevano sapere quanto l'ammirassi ma nessuno se ne doveva
accorgere!
Anche lei stessa doveva far
finta di non accorgersene mai.
E poi, mai durante le pause
ma solo durante i momenti di
gioco più difficili ed emozionanti… solo così avrei dimostrato che il mio apprezzamento ed il mio desiderio era
al di sopra di tutto. Lo impa-
rai a Salsomaggiore durante i
campionati a coppie miste,
quanto era difficile guardarla
da sotto il sipario. Avevo diverse signore intorno e perciò
lei era infastidita perché naturalmente gelosa e possessiva;
dovevo mostrare concentrazione, simpatia, attrazione
solo per lei, gentilezza... ma
soprattutto, dovevo farla vincere.
E mentre pensavo a quanto
fosse difficile giocare a Bridge
con tutti questi vincoli mi
capitarono le seguenti carte in
Sud:♠2 ♥AR2 ♦ RD987 ♣AR75.
Belle carte pensai e senza
nemmeno un quattro! La licita si sviluppò in modo assai
semplice nel silenzio avversario: 1♦ 1♠ 2♥ (multirever) 4♦
(forcing) 4SA 5♦ 6♦.
Attacco dama di cuori e
capii immediatamente che per
rendere felice la serata, la
generosa dea bendata avrebbe
dovuto aiutarmi un pochino,
infatti queste erano le carte
della nostra linea:
♠ RD83
♥ 98
♦ AF103
♣ 862
N
S
♠2
♥ AR2
♦ RD987
♣ AR75
Nemmeno un 4 tra mano e
morto, quindi se fossi andato
down avrei dovuto spiegarle
dettagliatamente il perché...
ma non mi avrebbe certamente perdonato. E in fondo
bastava l'A♠ piazzato... mi
accingevo a giocare quando
qualcosa richiamò la mia attenzione: un fotografo mi
stava inquadrando per immortalarmi nella rivista della competizione. Allora cominciai a
posare pensando sicuramente
più di quanto fosse realmente
necessario.
VOLUME 2, NUMERO 1
Avere o Essere… secondo Er ic h Fromm… terzo Blac kbird
In realtà non stavo pensando alle carte ma piuttosto
alla fotografia, alla mia immagine che sarebbe stata
stampata, e sentivo crescere
in me l'angoscia di una filiazione incerta: un'immagine,
pensavo, la mia immagine
stava per nascere: come sarò?
Avrò l'aspetto di un tipo simpatico, intelligente, nobile? E
in quel momento, in quel
particolare momento , mi
rendevo conto che stavo
vivendo una microesperienza
di morte: un soggetto (io)
che stava diventando oggetto
(la fotografia)… Io stavo
diventando un oggetto senza
anima, che non ha una parte
interiore, che non può essere
bella dentro… e poi FLASH.
Lo scatto del fotografo mi
riportò nel mondo del
bridge, guardai le carte del
morto, la scollatura della mia
bella compagna e via, presi a
cuori in mano e picche verso
il marriage. Purtroppo l'avversaria di destra prese con
l'asso e tornò cuori. La perdente di fiori era diventata
ineliminabile. Ma adesso
guardiamo il diagramma
completo:
una corposa battuta delle
atout :
♠ D83
♥
♦
♣ 862
N
♠ F10
♠ 965
♥
♥7
♦
♦
♣ F943
♣ D10
S
♠
♥
♦ 87
♣ AR75
adesso quadri e ancora quadri ed il povero Ovest, che
non pensava che avessi potuto abbandonare al morto una
presa vincente irrangiungibile, abbandonò due cartine di
fiori sentendosi compresso…
nella speranza di un pezzo
terzo a fiori del compagno.
Tirai Asso e re di fiori scartando opportunamente l'otto
dal morto, e girai le carte.
Ovest, un signore un po'
accigliato, rimase attonito,
sbigottito, come se Monica
Lewinsky avesse incontrato
l'uomo invisibile, soprattutto
quando la mia compagna gli
chiariva che la sua era una
mano sfortunata visto che
possedeva ben quattro quattro.
La mattina dopo colazione a
letto, caffè caldo e rivista da
leggere. Guardando la mia
fotografia pubblicata sulla
rivista ridevamo insieme alla
mia bella compagna: sembravo assorto, concentrato sul
gioco ed in realtà mille pensieri mi stavano passando
nella mente in quel momento.
Abbracciando le morbide
curve della mia splendida
partner, capivo quanto fosse
bello giocare, amare, vivere .
Ero sempre più convinto
che nulla consola della vita
come la vita stessa ed in fondo in quel momento io ero
davvero felice.
Buttai la rivista nel cestino
accuratamente e mi rituffai
nelle accoglienti braccia della
mia compagna perché in quel
momento ero certo di quanto
fosse meglio... Essere un
soggetto da amare che
Avere un'immagine da
osservare… almeno per un
altro po'.
P.S. by D.O.C.
“meglio… Essere un
soggetto..“. Sicuro? Ma è
faticoso!!! Insomma…
anche se sottinteso, si
f a tic a p ar ecc hio …
Meglio fare il
complemento oggetto (di
attenzioni femminili)…
o, ehm… la copula...
♠ RD83
♥ 98
♦ AF103
♣ 862
N
♠ F1074
♠ A965
♥ DF104
♥ 7653
“S’io fossi foco...”
♦4
♦ 652
Opera dell’artista
♣ F943
♣ D10
S
Vilma Fenoglio
♠2
♥ AR2
♦ RD987
♣ AR75
e quello residuo dopo il
taglio della cuori perdente e
PAGINA 9
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
Er rata coniugazione...
P.S. by D.O.C.
Arsenio che, tête-à-tête
con una donna, le dice
“Dai facciamo un
dupli…”. Insomma,
come proposta,
lasciatemelo dire… è
proprio una proposta
oscena…
PAGINA 10
Arsenio stava piangendo.
Non chiedetemene il motivo,
che un po’ me ne vergogno a
trascrivervelo, perché in genere si piange per motivi seri, e
non perché “qualcuna” sta cercando di metterci il collirio
negli occhi. Ma quel collirio
bruciava, e Arsenio non poteva
far altro che guardarla e piangere. Il rapporto causa-effetto
forse non è perfetto, ma indiscutibilmente unica ne è la
sintesi viste le lacrime copiose:
egli piacque.
Errata coniugazione? Si voleva forse scrivere “Egli pianse”... o i salti pindarici della
mente umana volevano forse
far scrivere “E gli piacque”? In
fondo era logico che il
“coniugar m’è dolce in questo
mare” potesse farli sorridere...
essendo entrambi sposati, e
ovviamente non l’un l’altro...
Che vi dicevo infatti... Errata
coniugazione, giustappunto...
Però avevano trascorso proprio una bella la giornata, fra
quelle cime pietrose e assolate,
con sveglia all’alba per andare,
dotati di fuoristrada, a quelle
altitudini dove il sole batte e
riverbera sulle nevi perenni...
nonché sugli occhi di poveri
malcapitati. Peccato solo
l’auto si fosse giustappunto
impantanata per un cumulo di
neve che, infingardo, aveva
provveduto ad alzare i semiassi
impedendo alle ruote di accedere all’agognato terreno. Non
vi dirò nulla della solidarietà
della montagna...
quell’atteggiamento che aveva
creato un nugolo di mezzi
pronti a soccorrerli utilizzando
il dispositivo di traino, con
venti anime pronte alla bisogna. Purtroppo sembrava mancare, nel mezzo impantanato,
il gancio davanti... e dopo va-
ne ricerche e constatazioni
amichevoli risultava mancante
pure il gancio dietro. A quel
punto un sorrisetto sornione
era apparso sulle facce di quelle anime che, contatesi, avevano raggiunto la conclusione
che con quaranta braccia e
venti sorrisi un fuoristrada di
quella sottomarca era comunque certamente spostabile...
ehm... non coi venti sorrisi.
Ma ormai era sera e i ricordi
stemperavano nell’aria, in quei
divani da salotto, fra TV e
musica... con poesia e romanticismo che sembravano destinati a durare tutta la notte...
senonché Arsenio interruppe
quel fantastico sogno con una
frase poco opportuna... “Dai
facciamo un dupli in internet”.
Ed ella, con l’unico PC disponibile, provvide al necessario... piazzandosi in Ovest...
Arsenio stando tranquillamente sdraiato sul divano, a occhi
semichiusi, dando indicazioni e
ragionamenti…
♠ D73
♥ RF54
♦ 73
♣ F964
N
♠ R85
♥ A9732 O
♦ 1096
♣ 72
S
W
N
E
1SA
end
Attacco: 3♥
Lei non chiese dove attaccare, ed Arsenio tacque: in fondo le decisioni banali possono
anche essere demandate a terzi... e, ehm... anche se con
grave rischio, a terze... Sulla
piccola cuori di attacco il morto stette basso e il compagno
prese con la donna, tornando
quadri per il Re del dichiaran-
te. Il successivo 10 di cuori
del dichiarante fu filato da
tutti, restando in presa. La
continuazione fu AR di fiori,
e fiori... Lei non chiese cosa
scartare, ed Arsenio tacque:
in fondo le decisioni meno
banali possono anche essere
lasciate per secondi fini... o
seconde fini... Comunque sia,
fortuna volle che una cuori e
una picche furono gli scarti
effettuati sulle due fiori franche del compagno, che a fiori
deteneva D10xx. Il ritorno fu
ancora quadri, per la Donna
del dichiarante.
Con cinque prese incassate
il dichiarante riuscì a quadri,
in questo finale…
♠ D73
♥ RF
♦
♣
N
♠ R8
♥ A9
O
♦ 10
♣
Lei rispose col dieci, preso
dal fante del compagno mentre il morto scartava una picche. E mentre il compagno
stava provvedendo ad incassare anche l’asso, il dichiarante
rispondendo con la tredicesima quadri... proprio a quel
punto... Arsenio diventò parte attiva, comprendendo che
il dichiarante stava giocando
per una messa in mano.
Il dichiarante aveva fatto
cinque prese, aveva fatto già
vedere 12 punti e aveva quindi certamente ancora l’asso di
picche. Bastava ora scartare
picche con nonchalanche...
e Lei avrebbe certamente
incassato le ultime 3 prese...
Provò a dare ovviamente
indicazioni in tal senso…
VOLUME 2, NUMERO 1
Er rata coniugazione...
“Picche”
“Picche”
tutto diventa possibile...
♠ D73
“Piccheeeeeee ???”, rispose lei, “Ma perché? Spiegami...” ripeappena l’info le entrò nella té, appena l’info, digerita,
♥ RF54
corteccia celebrale.
tornava nel cervello...
♦ 73
♣ F964
“Picche”
“Picche”
“Picche? Ma da re secondo? Ma “Ma hai guardato bene??? Ti
sei sicuro?”, continuò, appena prego... controlla... forse ti ho
l’info dalla corteccia celebrale messo troppo collirio...”.
passava al cervelletto.
“Picche”
“Ma se faccio così poi mi tira
l’asso e perdo due prese...”, insistette, appena l’info dal cervelletto passava, per sinapsi
incomprensibili, direttamente
allo stomaco... e nello stomaco si sa la punteggiatura è un
optional...
Ma qui, dove sia finita
l’info, proprio non ve lo posso dire, anche se Arsenio, da
fine conoscitore degli animi
umani, lo palesò apertamente…
Arsenio desistette. In fondo... è ben vero che “Picche”
non si coniuga. Ma nel Mondo
della libertà di espressione, e
avendo a che fare con una Lei,
N
♠ R85
♠ F106
♥ A9732
♥ D8
♦ 1096
♦ AF84
♣ 72
♣ D1085
S
♠ A942
♥ 106
♦ RD52
♣ AR3
e quindi io picco, tu picchi,
egli picca...noi la picchiamo,
voi la picchiate, essi la picchiano… E questa, abbiate
pazienza, non è un’errata coniugazione...
Botta (Letizia Canepa) & risposta (D.O.C.)
Caro D.O.C., è un po’ che pensavo di scriverti… perché la tua splendida rivistina, come del resto forse è
giusto che sia visto che è cosa tua, sta realmente VIRando verso una misoginia preoccupante.
Lo so, lo so, mi espongo moltissimo a lazzi e frizzi... come dite voi, corro il rischio; ma se aveste accettato
la mia proposta di introdurre la rubrichina “L’angolo di Mrs Bennet” avreste un po’ bilanciato una irrefrenabile tendenza ad un maschilismo un po’ “manierato” che, alla fine, diventa stucchevole, e regge soltanto
perché gli uomini giocano a bridge meglio delle donne; ma quante cose hanno fatto meglio le formichine
industriose, che si sono messe lì ad imparare, e poi hanno imparato? Sembra di essere ai giardinetti da bambini, quando il più forte imponeva il suo angolo visuale (e bisognava giocare come voleva).
Valeria dice che bisogna resistere, va beh, d’accordo, ma perché non giocare ad armi pari? (non ancora nel
bridge, ovviamente). Quote rosa ci vogliono, anche nel giornalino, se no la noia diventa mortale. Credimi, è
proprio perché la rivista mi piace tanto che ti continuo a suggerire l’introduzione di qualcosa di nuovo.
Dubito che ci sia anche una sola diciottenne tra le lettrici, quindi temo che i tuoi appelli saranno inevasi;
mi dispiace anche un po’, perché almeno cambieresti magari argomento, almeno ogni tanto; ma noi lettrici
sappiamo tutte bene, nonostante il carico di “anta” che ci portiamo addosso, quanti maschietti parlano di
diciottenni (?!? Ma che diciottenni, anche trentenni!) e poi sono sorridenti succubi di fascinosissime
“antenni”. Sembrate la volpe di Fedro, con un solo piccolo cambiamento... e forse anche Voi alla fine finirete
per dire “Nondum matura est”. Lasciateci sognare, diresti tu. Eh certo, altrimenti non continuerei a
leggere… ma pensaci un po’ su e non mi liquidare con una battuta. Ciao un casto abbraccio (i 18 li ho
lasciati da parte, ma sono molto meglio adesso: ho fatto un sondaggio).
Cara Letizia, ma di cosa ti preoccupi? Pensi davvero che qualcuno mi dia “seriamente” retta?
Credi che i Carabinieri se la prendano, se qualcuno racconta delle barzellette su di loro? A me
nessuno da retta, e tutti dimenticano quello che ho detto semplicemente girando pagina. E ALCUNI sorridendo, e ALCUNE sfogando verso di me gli istinti più turpi, tutte queste persone in
fondo leggendo passano serene e in conviviale compagnia una parte del loro tempo.
Adesso però non mi far aggiungere che capiscono tutti… ovviamente eccetto i carabinieri e...
P.S. by D.O.C.
“Nondum matura
est” si dice finché
hanno diciassette
anni… per questo
avevo “ripiegato”
sulle diciottenni...
PAGINA 11
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
Histor y Channel: concor so “Chi ha r ubato il cuore del fante”
Secondo voi, chi ha vinto il concorso bandito da To Bridge, intitolato: “Chi ha rubato il cuore
del fante di cuori?” La risposta è semplice: l’ha vinto chiunque vi abbia partecipato e ciò
non solo perchè il premio (un mazzo di carte) verrà consegnato a tutti coloro che hanno inviato
una soluzione a tale intrigante quesito, ma perchè la miglior vittoria per ciascun partecipante è
stata l’essersi lasciato per un attimo astrarre e rapire da questo infernale mondo nel quale siamo
costretti a vivere, per passeggiare con leggerezza e voluttà nell’incantato e perfetto regno della
Fantasia. Ogni soluzione fornita dai lettori al quesito ha il suo particolare pregio, ma la bellezza
complessiva è che il fanciullino che c’è in tutti noi, magari nascosto sotto incrostazioni di brutale
realismo quotidiano, è stato, anche se magari solo per breve tempo, lasciato libero di scorazzare e
di fare capriole festose nel prato della creatività. Pubblichiamo volentieri quindi alcuni degli elaborati pervenuti, o stralci laddove siano troppo lunghi, a causa degli spazi misurati concessi dal
severo D.O.C. (a tal fine sacrifico volentieri anche la pagina arbitrale e quella delle cartine, che
riprenderanno con regolarità dal prossimo numero), partendo proprio dal raccontino di chi fanciullino lo è veramente ancora (beato lui) e che quindi ci ha raccontato il mondo dalla privilegiata
ottica di bambino undicenne. E come tutte le migliori
storie, anche questa incomincia con…
P.S. by D.O.C.
“un’euforia destinata
comunque a finire in
fretta. Ovvero alla
svelta.” … con una
donna… Mah…
chissà
cosa
intendeva...
PAGINA 12
“C’era una volta..... un Jack di cuori, un re di denari
e la donna di cuori. I tre vivevano in un castello, la donna di cuori era moglie del re di denari ma in verità lei
amava il Jack di cuori, e lo voleva sposare me il re glielo
impediva e la portò in un bosco e la imprigionò con
l’aiuto di 5,6,7,8,9,10 di fiori. E a questo punto il
Jack andò dalla principessa con l’aiuto dell’1,2,3,4,di
picche; combatterono e vinse il Jack e gli altri. A quel
punto il giorno dopo la donna di cuori si sposò con il
Jack e vissero felici e contenti.”
Quanta saggezza possiedi, Matteo, nel sapere già alla
tua età, che l’amore non ha barriere e che in suo nome
si compiono imprese che paiono impossibili! Ma credimi, è confortante per tutti noi avere una siffatta conferma e da un bambino quale sei tu. Comunque la soluzione che ci hai fornito ha il pregio della semplicità e linearità, ed il cuore del Fante di cuori, per te, è della sua naturale regina. E come darti
torto. Ma non tutti sono della tua opinione sai? C’è ad esempio un anonimo signore, che ci ha
fornito una versione molto intrigante e nel contempo interessante, della vicenda.
Lei stava in disparte... come sempre... e aveva appena letto quel foglio che riportava…
“Il fante di cuori è in perenne ed irrequieta ricerca. Cerca incessantemente
l’unica carta alla quale appartiene ineluttabilmente il suo cuore. Cerca infatti
quella carta che, incurante dell’aspetto esteriore delle cose, osò andare allo stagno
e dargli, quando era un piccolo esserino verde e gracidante, il primo fatidico, ed
indimenticabile, bacio.”.
Parlavano di lei, non c’era dubbio. Strano Mondo quel Mondo. Tutti che la valutavano solo per
un suo aspetto, per il suo essere carta da gioco. E nessuno che l’avesse mai valutata per quello che
era realmente. Oh, certo.. c’era stato un tempo in cui anche lei era stata una bellissima donna, ma
si ricordava benissimo che, quando questo avveniva, era solo per un effimero momento. E che gli
uomini l’ambivano, e lambivano ogni suo spigolo, sempre come presi da un’euforia destinata comunque a finire in fretta. Ovvero alla svelta.
VOLUME 2, NUMERO 1
History Channel: concor so “Chi ha r ubato il cuore del fante”
Lei non poteva farci nulla. Perché era facile, per gli umani, piegare e volgere secondo i propri
capricci i destini delle carte, ma per una carta il viceversa è impossibile. Per questo lei viveva solo
di luce riflessa, e poteva essere solo quello che gli uomini volevano che fosse: se quindi gli uomini
volevano vederla come una carta dai facili costumi, lei non poteva farci nulla. Non poteva, e non
è che non ci avesse provato. Ma valicare i confini del proprio Mondo non è mai molto agevole.
Solo una volta, vedendo una povera rana, aveva infranto la razionalità Einsteiniana, e gli si
era avvicinata. E aveva intuito un cuore sanguinante, al di là dei festosi cra-cra-cra che rimbombavano nello stagno. E al contrario degli altri umani, e delle altre carte, lei che purtroppo sapeva
quanto sciocca fosse la relatività delle cose e delle persone... aveva penetrato quella spessa corteccia
di incomunicabilità apparente… comprendendo che era stata creata proprio dalla rana, per proteggersi e per proteggere gli altri dal proprio dolore.
E le aveva dato un bacio, trasformando la rana in un fante di cuori di rara e inumana bellezza.
Un fante circuito da molti, e da molte. Un fante destinato ad essere Re un giorno. Perché il tempo
passa comunque, volenti o nolenti. E i fanti diventano Re, per forza o per amore.
Ma i loro Mondi erano, e rimanevano, diversi. E il loro amore impossibile. E questa consapevolezza generatrice di tristezza, sempre pervadeva i loro occhi. Se li si guardava negli occhi. Ma
forse proprio per questo, nessuno li notava e nessuno si rendeva conto di nulla, e nessuno notava
queste vite parallele appartenenti a Mondi inconciliabili.
Perché nessuno guarda mai negli occhi un povero fante di cuori, che appartiene al Mondo del
bridge... né una povera matta, che appartiene al Mondo della scala 40…
C’è poi un bellissimo racconto che è quasi un romanzo (non osavo sperare tanto, caro Dasim....) e che pubblicherei volentieri se… non fosse lungo quasi quanto tutto un numero della
rivista! (le sopracciglia del D.O.C. non sono descrivibili in questo momento, tanto sono inarcate). Ne pubblico pertanto solo uno stralcio che invoglia ed invita il lettore a farsi spedire il resto
semplicemente chiedendolo a [email protected] (magari alla mia cortese attenzione, altrimenti il D.O.C. mi uccide). Ma non temete, questo scrittore (perchè di un vero e proprio
scrittore si tratta, con tanto di concorsi letterari nel proprio curriculum) tornerà presto sulle
pagine della nostra rivistina con un articolo divertente sulla sfortuna di saper giocare bene, che
io ho già letto, e che vi intratterrà divertendovi nel numero di marzo.
P.S. by D.O.C.
“E infine ringraziamo
Gl o b ul o pe r i l
pezzo…”. Bah… io
una donna potrei
ringraziarla se mi
desse due pezzi…
Il suo neh?
Jackie estrasse con gesto automatico un piccolo pettine da una delle tasche dello sfarzoso manto
che indossava e si riavviò i capelli con cura, allargando la scriminatura e arricciando meglio
l’onda della chioma che scivolava ammiccante verso il colletto. Niente male, davvero niente male,
pensò riponendo l’attrezzo e sistemando le pieghe dell’abito davanti allo specchio. Si congratulò
mentalmente con se stesso per quell’aria vaga e indifferente, quasi sardonica, che sapeva assumere
e che tanto piaceva alle cartine.
Valet si affacciò alla porta, trafelato: ‘Andiamo, Jacky, tocca a noi. Il torneo sta cominciando.’
‘Un attimo. Sono quasi pronto.’
‘Coraggio, sei lì a lisciarti da un’ora. Spicciati… (e la storia continua...)’
E infine ringraziamo Globulo, alias Letizia Canepa, che frequenta a volte alcune pagine della
nostra rivistina (nonostante perenni litigate col D.O.C. sulle annose tematiche dei rapporti
uomo-donna), per il pezzo a pagina seguente, e che conclude il nostro concorso.
PAGINA 13
Nel ringraziarVi qui tutti per la partecipazione, attendo vostre notizie sul come
farvi pervenire il premio materiale, perché quello morale è già nei vostri cuori.
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
Chi ha r ubato il cuore del Fante, by Letizia Canepa
P.S. by D.O.C.
“A proposito
Direttore…” .
Eppure dovresti
saperlo che io
faccio solo cose a
sproposito...
PAGINA 14
Tutte le carte del mazzo avevano un tempo il loro semino
di origine rappresentato quattro volte, agli angoli del rettangolo di cartoncino in cui vivevano. Tutte, tutte, ma proprio
tutte. Ora no. Guardate bene,
ci sono mazzi di carte in cui il
seme di famiglia compare su
ogni carta solo due volte, agli
angoli di una diagonale ideale.
Perché? Eh beh, è una storia
lunga, dolce, un po’ mielosa
forse, non roba da Direttore o
18enni rampanti… Ma siccome sono molto antica me la
ricordo e, a chi vuole ascoltare, la racconto… A proposito Direttore, tu che hai avuto
18 anni ai tempi del Laureato,
cosa pensavi di Mrs Robinson?... no, non voglio saperlo,
io che ero una brutta 18enne la
adoravo, era il mio sogno nel
cassetto, ragazze (!) , lei si che
ci faceva sognare… il presente
no, ma il futuro era nostro. Ma
torniamo al tema, che sennò...
Dunque in quei tempi, molto
molto tempo fa (Blackbird già
faceva degli squeeze da sogno,
su cui Rivara passava notti insonni, vedendo su tutte le pareti magliette gialle come in un
Delirium Tremens bridgistico), in realtà quattro carte non
avevano nessun semino; non
appartenevano a nessuna tribù,
nessuna lobby, erano un quadrumvirato (quadrummulierato viene male, chissà
perché) potente, temuto e
inavvicinabile: erano gli ASSI.
Ma come spesso accade, a poco
a poco, anche gli Assi cominciarono a cedere... chi chiedeva loro un favore, chi gli prometteva denaro, chi li lusingava con complimenti ed omaggi. E alla fine ruppero il sodalizio sublime che esisteva fra
loro, legandosi alle tribù. Co-
minciò il più anziano, severo e
rigido, quasi cinico e tradizionalista, e sposò la causa della
famiglia ♠: aristocratici ed un
po’ supponenti, ne divenne il
capo. Aveva bisogno anche lui
dello stemma di famiglia e tutti
facendo a gara per cederglielo
se lo strappavano di dosso: alla
fine nel mucchio di semini a
terra, per non scontentare nessuno, quell’A ne prese uno a
caso, se lo mise sul petto e divento l’A di ♠. Essendo ormai
privi di uno stemma, per equità, tutti i membri della tribù
decisero di dimezzarli, ed ogni
carta da allora, nella discendenza, si fregiò di uno stemma centrale, e due in diagonale. Le ♦
seguirono a ruota... come si
poteva fare a competere senza
un A, era impossibile, il K da
solo non ce la faceva proprio. Si
favoleggia di cifre da sogno utilizzate per convincere quell’A,
snob, tirchio e implacabile negli
affari, a diventare l’A di ♦. Le
♣, po’erelle, che povevano
fare? Già si portavano dietro un
complesso di inferiorità irrecup e r a b i l e, p r es er o q ue l
brav’uomo di A semplice, lavoratore, un po’ opaco, ma capace di garantire loro un dignitoso
futuro. E via via così tutte le
carte si ridussero quindi a due
stemmini in diagonale ed ad
uno centrale.
Le ♥ no. Non riuscivano affatto a capire cosa servisse nella
vita avere un A dalla parte loro.
E quel quarto A rimasto senza
stemma lo salutavano, lo rispettavano (ancora di più ora che,
non schierato, era rimasto
l’unico ad esercitare un potere
assoluto su tutti), ma non lo
volevano. E lui si sentiva sempre più l’A di niente. Sì, ora lui
era Capo incontrastato, l’A
degli A, alla resa dei conti
vinceva sempre, perché era
pur sempre rimasto l’ASSO,
il solo, l’unico A di tutti, non
schierato, ma per lui, lui era
l’A di niente. In verità se l’era
voluto: si era tenuto un po’ in
disparte perché aveva un’idea
precisa, e covava un sogno da
sempre. Lui non si voleva far
scegliere perché aveva già
scelto. Voleva un cuore. Ma
non un cuore qualunque, un
cuore dal mucchio, lui voleva
il cuore del Fante. Si, lui era
un A, aveva il potere, ma non
gli bastava. E, visto che
un’anima voleva, voleva la più
giovane, la più fresca e quella
(perché no?) che avrebbe potuto consentirgli di aspirare a
tutte le dame (che allora avevano 18 anni, n.d.R.). Anche
se le ♥ lo avessero scelto,
come avrebbe fatto, nel mucchio, a trovare proprio il cuore del Fante, mah. Infatti, e lo
sapeva, c’era un solo modo
per averlo: quel cuore lo doveva rubare, se proprio
QUELLO voleva. Si, non era
una bella azione, rubare, ma
lui confidava nella sensibilità
di tutta la famiglia delle ♥.
Era certo che lo avrebbero
capito. Dopo, prima no. Una
notte, non si sa bene se su un
secretaire o nel buio di un
cassetto, quell’A, un po’ tremando, prese delicatamente il
cuore centrale del fante, e se
lo portò via. Rimasto solo, se
lo avvicinò. E quel cuore,
senza fatica, divenne suo, e lui
divenne l’A di ♥. Era diventato un A qualunque, avrebbero potuto pensare forse in
molti. In parte era vero, ma
ora lui aveva qualcosa che
nessun A aveva, e mai avrebbe avuto. Lui ora aveva un
cuore, il cuore del Fante.
VOLUME 2, NUMERO 1
Frasi... celebrolese
“Cercasi gnocca ricca di neuroni per la riproduzione del mio ultimo rimasto...”
Nick: Delbene
P.S. Secondo me la frase è un classico esempio di ossimoro, ovvero una classica contraddizione
in termini. E si poteva quindi sintetizzare parecchio, togliendo ad esempio tutti quei riferimenti
ad ipotetici neuroni femminili... Tanto sappiamo tutti benissimo che non ne esistono e che non
ne sono mai esistiti… Però, se avete letto “Botta & Risposta” a pag. 11, sapete che mi è stata
chiesta la “par condicio”, asserendo che questo mio metodo denigratorio nei confronti del genere
femminile deve essere limitato dalla presenza di quote rosa… o meglio detto, da un contradditorio. Avete capito bene. Un contradditorio. Proprio un contradditorio. Le donne per par
condicio esigono un contradditorio. Insomma… a ‘ste donne alla fin fine non importa nulla di
quel che diciamo noi uomini, né se sia vero o se sia falso…
La verità è che a loro... ehm… basta contraddirci per default…
Frasi celebr i
Le scelte migliori non
derivano mai da impulsi reattivi bensì da pacate riflessioni.
Detesto apparire femminista quando non lo sono, e
ancor più detesto doverlo
apparire per colpa di un uomo, ma il D.O.C. questa
volta ha proprio esagerato nel
definirci tutte neuron-assenti.
Io non sono favorevole alle
“quote rosa” perché credo
nell’intelligenza come valore
assoluto, appannaggio indistinto di uomini e donne.
Non mi sento neppure
“formichina” come dice la
cara Letizia Canepa in Botta e
Risposta, e dedicherò un pezzo di sicuro, nei futuri numeri di ToBridge, all’annoso
problema.
Per ora consegno ai vostri
neuroni funzionanti questa
adeguata risposta tratta dalla
letteratura… maschile:
***
Essere donna è terribilmente difficile perché consiste
principalmente nel trattare
con gli uomini. (J. Conrad)
***
Una donna che vuole scendere al livello di un uomo
manca di ambizione.
(Anonimo)
***
Gli incompresi si dividono
in due categorie: le donne e
gli scrittori. (Honorè De Balzac)
***
Le donne non riusciranno
mai ad avere successo quanto
gli uomini perché non hanno
mogli che le raccomandino
con i loro consigli. (Dick Van
Dyke)
***
Gli uomini si sposano perché sono stanchi. Le donne
perché sono curiose. Entrambi rimangono delusi. (Oscar
Wilde)
***
Donne: diavoli senza i quali
la vita sarebbe un inferno.
(Roberto Gervaso)
***
Giudica un uomo dalle sue
domande piuttosto che dalle
sue risposte (Voltaire)
P.S. by D.O.C.
Sono d’accordissimo sulle
riflessioni come scelte
migliori. Un uomo e una
donna infatti danno il
massimo flettendo, e poi
ri-flettendo, ri-flettendo,
ri-flettendo...
***
Date alle donne occasioni
adeguate e possono fare tutto
(O.Wilde)
***
Quando si scrive delle donne bisogna intingere la penna
nell'arcobaleno e asciugare la
pagina con la polvere delle ali
delle farfalle. (Denis Diderot)
PAGINA 15
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
Lettere al direttore
P.S. by D.O.C.
“… la ragazza che
ci sta...”. Sgrunt.
Chi insinua che sia
per
questa
mancanza che mi
sia dedicato al
bridge?
PAGINA 16
Ho letto la vostra frase “Noi
pensavamo di essere quattro gatti, e che il mondo del
bridge fosse appannaggio
di presidenti, consiglieri,
segretari, direttori, istruttori, GAN vari... e che questi in modo esclusivo o cumulato coprissero il 367%
degli iscritti.” e stavo per
rinunciare a scrivervi ma poi
il coraggio e la certezza che a
69 anni é necessario avere la
convinzione delle proprie
opinioni, e la voglia di farle
circolare, hanno prevalso.
Mi presento, non per presunzione ma per darvi l’idea
che ho respirato bridge pomeriggio e sera per gli ultimi 50
anni!
Mi chiamo Bruno Coen Sacerdotti, sono un modesto
seconda fiori ma... gioco a
bridge dal 1957, ho fatto
qualche migliaio di tornei,
gioco a bridge in tornei casalinghi tutte le settimane, sono
stato arbitro ed Istruttore
della FIB / FIGB, consigliere
di Associazione e Regionale,
attualmente Presidente di
Associazione, organizzatore
per un paio di anni del glorioso Torneo di Milano, commerciante di bridge per 20
anni come comproprietario
de La Chouette, direttore per
circa 3 anni di Bridge d’Italia
e per circa 7 del bollettino
dell’Associazione Milano Bridge, collezionista sfegatato di
libri ed oggetti relativi al
whist ed al bridge che coprono all’incirca gli ultimi 3 secoli e, tuttora, giornalista di
bridge per quanto riguarda i
libri (sempre meno) e le tecnologie applicabili al gioco. In
soldoni: ho visto bridge da
tutti i lati, sia davanti che dietro le quinte.
Vorrei parlare del futuro del
bridge. Non ho sfere di cristallo ma la storia dei giochi é
piena di sparizioni improvvise. Due soli giochi, e non di
carte, sono sopravissuti ai
secoli: il backgammon che si é
ritrovato anche negli scavi in
Mesopotamia ed ha quattro/
cinquemila anni alle spalle e
gli scacchi che ne hanno almeno mille. I giochi di carte hanno tutti avuto vita breve e
talvolta brevissima. Il whist ha
spadroneggiato per tutto
l’ottocento ma é praticamente
scomparso; nessun gioco del
settecento ed ottocento, inglese, francese od americano,
é arrivato vitale fino a noi.
Canasta, ramino, tarocchi,
scope di vario genere, gin,
barbù ed altri sono in caduta
libera. Samba, Calypso, JoJotte, Kanhoo (di cui possiedo
i manuali degli anni ‘20) sono
assolutamente dimenticati.
Il bridge ha avuto fortuna.
E’ un gioco meraviglioso,
sempre diverso ed é nato
nell’epoca della stampa a basso costo e della mania per i
manuali. Il libro di Culbertson é stato il top seller, nel
suo anno di apparizione, vendendo un milione di copie
solo negli Stati Uniti e battendo tutti i romanzi dell’epoca.
I manuali hanno cristallizzato il bridge rendendolo uguale, o molto simile, in tutto il
mondo e rendendo possibili
Campionati ed Olimpiadi
(all’epoca del Whist ogni città
aveva le sue regole, di gioco o
di punteggio, rendendo impossibile ogni confronto).
E veniamo ai nostri giorni. I
giovani hanno Internet, il
windsurf, la settimana bianca,
il week-end lungo o lunghissi-
mo, la ragazza che ci sta e
sono poco interessati a rinchiudersi per giocare a bridge
(quando ero a Bridge d’Italia
ho seguito un campus a Paestum con centinaia di studenti
delle medie entusiasti del
bridge; un anno dopo i vincitori assoluti di quell’evento
non giocavano più. Erano
passati ad altri giochi e sport
senza rinnegare l’anno di bridge ma senza alcun interesse a
continuarlo).
La classe media (di età e di
finanze) raramente può dedicare soldi e week-end per fare
grandi tornei che, peraltro,
sono quasi scomparsi. Gli
anziani hanno poca voglia di
viaggiare ed i costi di alberghi
e ristoranti sono ormai proibitivi (provare la 5 giorni del
bridge a Venezia!! anche se é
stata tristemente trasferita in
terraferma togliendo perfino
alle mogli non giocatrici la
voglia di andarci).
Almeno in Italia questi sono
gli anni del Burraco. Gioco
meno difficile anche se la tecnica e la memoria sono sempre necessarie ma, soprattutto
gioco in cui, a torto od a ragione, si può attribuire la
sconfitta alle “carte” mentre a
bridge le colpe sono sempre
evidenti, almeno nei postmortem.
Di chi la colpa e quali i rimedi? Ahh, saperlo!
Il bridge é in caduta libera in
tutto il mondo (nei miei 3
anni a BDI l’età media dei
giocatori USA era aumentata
di… 3 anni; chiaro segno che
la popolazione bridgistica
invecchiava rapidamente e che
i pochissimi nuovi giovani
erano purtroppo pareggiati da
neofiti ottuagenari).
VOLUME 2, NUMERO 1
Lettere al direttore
Quando Ennio Modica (per
inciso: mio cognato) organizzò 20 anni fa un corso di bridge per Universitari al Circolo
Industriali di Milano ci fu
un’affluenza di centinaia di
giovani. Oggi nessuno ci prova anche perché le sale costano e le Associazioni, la mia
compresa, sono divenute torneifici per sopravvivere e non
possono rinunciare nemmeno
ad un torneo alla settimana.
Un’altra tragica causa di
decadenza del bridge é la sparizione della partita libera. La
voglia di emettere tessere ed
inquadrare i neofiti fa si che la
maggior parte dei nuovi giocatori nemmeno sa che si può
giocare e divertirsi anche in
quattro. Chi ha paura
dell’agonismo abbandona il
bridge e la maggior parte dei
corsi mette un board in mano
ai principianti alla seconda
lezione. Ricordo mio padre
che quando avevo 20 anni mi
spingeva (con successo) al
bridge dicendomi:” vedrai
come ti sarà utile se in albergo
in montagna in agosto c’é una
giornata di pioggia” Oggi trovare 3 bridgisti da partita libera in villeggiatura é impossibile.
La FIGB ha una struttura
modellata su numeri che di
anno in anno si assottigliano.
Taluni campionati a squadre,
perfino in Lombardia, la regione che aveva circa 5000
giocatori tesserati, si sono
svolti con K.O. fra due/tre
squadre. Bridge d’Italia, come
avevo facilmente pronosticato
nel lontano 1995, diventato
bimestrale e quindi totalmente distaccato dall’attualità,
verrà cannibalizzato da
Internet, che fornisce notizie
in tempo reale, perdendo
quella pochissima pubblicità
che riusciva ad attirare.
Da anni la FIGB tratta per
realizzare una nuova sede in
Via Washington a Milano. Si
tratterebbe di costruire una
palazzina sopra alla Polisportiva Motoclub (che comprende
anche il bridge) su terreno
comunale. Pagata la costruzione con un mutuo decennale la
FIGB resterebbe proprietaria
della sua porzione del fabbricato per, credo, 99 anni. I
progetti sono stati approvati 3
o 4 anni orsono ma i lavori
non sono ancora partiti. Sono
più che convinto che, partendo oggi, nel 2017 il bridge
sarà scomparso o ridotto al
lumicino rendendo totalmente
inutile l’operazione. Sarebbe
assai più economico rinunciare
ai faraonici uffici attuali affittando a poco prezzo uno qualsiasi delle centinaia di uffici
sfitti nella cintura milanese,
con comodi parcheggi.
E infine un difetto ineludibile del bridge. NON E’ TELEVISIVO! Prosperano snooker
e poker perché passano in
televisione. Il tennis italiano é
quasi morto da quando RAI e
Mediaset non lo trasmettono
più. Il bridge ha tempi che al
giocatore impegnato in un
difficile slam sembrano corti
ma in televisione sono mortalmente noiosi. Sport ostici
come la vela, sono stati salvati
dalla bellezza delle immagini
anche se la tecnica non era
facilmente spiegabile al grande
pubblico ma le nozioni di base
per apprezzare una licita od
una giocata di bridge sono
troppe, se non troppo complesse, per essere apprese da
un grande pubblico casuale.
Avevo proposto a Rona, un
po’ per ridere e un po’ sul
serio, gli squeeze paralleli.
Due esperti su un palcoscenico con due lavagne e due
smazzate identiche a doppio
morto. Le telecamere inquadrano il sudore della fronte
dei due e le frequenti cancellature. Un superesperto “a la
Bridgerama” commenta e sfotte. Il primo che trova la soluzione vince l’incontro, 500
euro ed il diritto a tornare la
sera dopo.
Ho finito lo sfogo e risolto
poco ma mi piacerebbe innescare, con questa lettera, un
dibattito sulla sopravvivenza
del bridge.
Bruno Coen Sacerdotti
* * *
Abbiamo ricevuto questa lettera
a neppure 24h dall’invio di TB
11/07. Credetemi… in un Mondo in cui tutto è preordinato,
organizzato, appuntamentizzato… trovare qualcuno che “metta
disordine nelle sue priorità” per
rispondere è cosa rara; trovare
qualcuno che lo faccia per passione è cosa ancor più rara; trovare
qualcuno che lo faccia pensando
sia inutile perché il male è incurabile è praticamente impossibile. E
questo coraggio e questa determinazione vanno riconosciuti. Della
sopravvivenza del bridge parleremo in altre colonne (pag.18), ma
dalla lettera scaturiscono anche
altri snodi d’opinione, quali la
struttura della Federazione. Per
alcuni importante solo se del bridge può permetterne lo sviluppo,
ma che al bridge dovrebbe essere
sempre subordinata.
E se non condividete questo
pensiero, pensate a questo: un
guerriero può combattere con o
senza armatura; in certi casi,
neppure sempre, è meglio con
armatura. Ma una armatura
senza guerriero non è mai meglio.
P.S. by D.O.C.
Se “...una struttura
modellata…” non
funziona, mai
pensato a cercare
“una modella
strutturata…” ?
PAGINA 17
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE
WE WILL SURVIVE
P.S. by D.O.C.
In una guerra, ci
sono due modi per
sopravvivere:
uccidere, o sposarsi,
col nemico. Inutile
dirvi le mie
preferenze, neh?
PAGINA 18
Rinuncio questo mese alla discussione sui Dolphin Transferts
perché sfrutterò lo spazio concessomi dal DOC per iniziare il
dibattito sulla sopravvivenza del
bridge, la cui miccia è stata accesa dall’ottimo Bruno Sacerdotti
Coen nella lettera alla redazione
che trovate nelle pagine immediatamente precedenti a questa. Chi
sono io per parlarne? Beh, dopo
trenta e più anni di bridge agonistico giocato, da qualche tempo
mi sono divertito a fare
l’editorialista (il colonnaro?) di
bridge scrivendo un articolo alla
settimana sul quotidiano Il Secolo
XIX di Genova. Vado avanti da
due anni e mezzo, che sono 130
articoli, e si vede che qualcuno mi
legge pure, e il giornale ne ha un
qualche riscontro. Ultimamente
ho deciso anche di attaccare la
vera e propria editoria, e mi sono
accordato con la editrice Mursia,
che riaprirà dopo anni la sua
celeberrima collana I Giochi pubblicando il mio libro “Un Secolo
di Bridge”. Così, dovrei essere un
esperto di Storia del Bridge, cosa
non vera, ma comunque... proviamo a parlarne.
***
Sopravviveremo... se
lotteremo per farlo…
perché il Bridge mondiale non
è morente secondo me, ma
certo è malato, e se guardiamo solo all’Italia direi malato
grave. Sono appena tornato
dal Festival del Bridge di
Montecarlo; quando lo giocavo vent’anni fa c’erano magari 80 squadre di cui 40 italiane, quest’anno ce n’erano 56
di cui le italiane si contavano
sulle dita, ma in compenso
c’erano bulgari, slovacchi,
lituani, estoni, ecc. ecc. Ecco,
quello che mi fa ben sperare
sul futuro del Bridge non è
certo la situazione dell’Italia,
e probabilmente neanche degli
USA, ma il fatto che c’è un
interesse e una crescita in paesi
come la Cina, la Russia, l’Est
Europa.
Poi non dimentichiamo che il
bridge è l’hobby preferito dei
due uomini più ricchi del mondo, il che non è poco. Se servissero fondi per un serio e
organizzato progetto di rilancio
del bridge, qualcuno della
WBF potrebbe provare a suonare alla porta di Bill Gates o
di Warren Buffett.
Sono assolutamente
d’accordo invece che in Italia
l’interesse per il bridge abbia
imboccato una spirale discendente sempre più ripida, e non
aiutano a raddrizzare la situazione né gli ottimi risultati
sportivi né tanto meno gli sforzi disorganici sul bridge a scuola.
Credo fermamente che la
causa principale si trovi
nell’aver trascurato la partita
libera, e quindi nell’aver travisato le vere origini del bridge.
Oggi i corsi principianti, standardizzati dalla federazione,
portano le persone a scegliersi
già dal primo giorno un compagno fisso, poi dopo pochissimo a vedere un board e quindi
a parlare solo di duplicato o
Mitchell. Se un curioso si presenta da solo a un corso o se il
suo gruppo di amici è in numero dispari, probabilmente lo
avremo già tagliato fuori fin da
principio. Il concetto che viene
più ripetuto è “Il bridge è un
gioco di coppia”, e del resto le
squadre che vincono i grandi
campionati sono composte da
coppie che giocano insieme da
più tempo di quanto sia la durata media di un matrimonio.
Quando il povero principiante
esce dalla categoria allievi,
anche se ha già un compagno
abituale, subisce un impatto
severissimo contro chi fa agonismo da anni, per non parlare poi del doversi anche misurare contro dei veri e propri
professionisti, con tutti i conseguenti problemi morali (ho
sentito qualche volta frasi
come “lui è qui per divertirsi,
io mi guadagno da vivere così”). Moltissimi nuovi giocatori vengono persi a questo
punto.
Ripartiamo da capo. Il bridge NON è un gioco di coppia, ma un gioco da quattro
giocatori. La struttura di base
deve rimanere questa: quattro
persone si trovano, anche a
casa, al bar o su internet, si
siedono e giocano. Ogni rubber (o ogni 4 mani, tipo Chicago, se proprio volete giocare coi punteggi da torneo, ma
è molto peggio) si cambiano i
compagni. Un giocatore scarso al tavolo ve lo troverete
una volta per compagno e due
per avversario, e questo non
sarà così male se si gioca una
posta in denaro. Certo, se una
sera avrete carte brutte perderete, e se questo vi disturba
molto si potrà provare a riportare lo stesso concetto in
forma di torneo.
Sì, sto parlando di tornei
individuali. Una quindicina di
anni fa avevo pubblicato un
articolo su Bridge d’Italia (Il
Bridge del 2010), e poi ho riproposto lo stesso concetto
recentemente su The Bridge
World. Lo ripeterò qui, sperando che prima o poi qualche
istruttore di bridge o gestore
di circolo si decida a provare a
cambiare metodo. L’idea è
organizzare un torneo individuale che riproduca i concetti
della partita libera “a giro”.
VOLUME 2, NUMERO 1
WE WILL SURVIVE
Primo concetto: il numero
3. Sempre 3 board per tavolo, o multipli di 3. Dopo ogni
board, OVEST si sposta in
SUD, SUD in EST, EST in
OVEST. In 3 board avremo
gli altri giocatori una volta
come compagni e due come
avversari. Poi ci lamenteremo che tutti sbagliano solo
quando giocano con noi e da
avversari giocano come Zia
Mahmood, ma a questo non
c’è rimedio.
Secondo concetto: il sistema. Sapete tutti giocare un
quinta nobile “liscione”, semplice semplice, vero? Bene,
lo giocheremo tutti. E per
non sbagliarci ci sarà una
bella convention card dettagliata su ogni tavolo, e tutti la
potranno guardare quando
vogliono. E, guarda un po’,
non esisterà l’alert, nessuna
richiesta di spiegazioni, e le
esitazioni prima di dichiarare
o giocare verranno vissute
con molta maggiore serenità.
Terzo concetto: nei tornei
in più turni, si parte divisi
per categorie. A quanti NC
piace lottare contro i Prima
Categoria? Credo che siano
tutti d’accordo che il modo
più divertente e probante sia
che solo il primo del girone
NC vada a lottare per la vittoria finale con i “campioni”,
no?
E’ chiaro, sono idee che
vanno sgrossate e testate a
lungo, ma le prove fatte anni
fa al mio circolo avevano
prodotto serate divertenti. La
cosa bella è che in partita
libera o in torneo individuale
il bridge viene semplificato,
reso in qualche modo più
accessibile.
Al giorno d’oggi
l’agonismo non è più divertente: si capisce che per
“prendere” bisogna passare
ore e giorni di discussioni ed
allenamento con il compagno, e questo non diverte
nessuno.
In più il gioco a coppie così
esasperatamente fisse porta di
natura a discussioni “etiche”,
che l’introduzione del sipario
non è riuscita ad eliminare.
E proprio noi italiani, che
purtroppo ci portiamo dietro
una cattiva nomea dovuta agli
scandali antichi e a quelli
recenti, potremmo provare a
sviluppare questi tipi di tor-
nei che per loro natura sono
molto più puliti.
Un altro possibile tentativo
potrebbe essere anche rinnovare il concetto di “squadra di
bridge”: cosa ne pensereste di
fare un torneo a squadre in
cui i quattro giocatori di una
squadra si presentano al tavolo e obbligatoriamente debbano sorteggiare come dividersi in due coppie prima di
cominciare a giocare?
Cosa ci sarebbe di male a
vedere schierare, ad esempio, le coppie FantoniVersace e Lauria-Nunes?
Magari giocherebbero sistemi
più semplici e pubblico e
avversari capirebbero qualcosa.
Una cosa non mi trova
d’accordo, nella lettera di
Sacerdotti Coen: io trovo che
dire “I giovani d’oggi non
sono più quelli di una volta”
sia una di quelle frasi non
molto migliore di “Non ci
sono più le mezze stagioni”.
Perché io non credo che
siano veramente cambiati i
giovani, ma temo che in questi anni sia cambiato, e in
peggio, il bridge.
P.S. by D.O.C.
Gentili diciottenni e
mie auspicate
lettrici… potete non
condividerci… ma
io per Voi son sempre
p r o n t o
a
conmoltiplicarmi.
La’ngolo di Mr s Bennet (disapproved by D.O.C.)
Undici persone si trovavano appese alla corda di un elicottero: erano dieci uomini e una
donna. Dal momento che la corda non era sufficientemente resistente per sostenere tutte e
undici le persone, per non morire tutti, decisero che uno di loro avrebbe dovuto lasciarsi
cadere nel vuoto.
Non riuscivano però a mettersi d'accordo su chi avrebbe dovuto compiere quel gesto... fino
a quando la donna tenne un commovente discorso dicendo che sarebbe stata lei a lasciare volontariamente la corda... dal momento che le donne sono abituate a rinunciare a tutto per i
loro figli e i loro uomini, e a regalare tutto agli uomini senza ricevere nulla in cambio…
Appena finì di parlare, tutti gli uomini iniziarono a battere le mani…
Non sottovalutate mai il potere di una donna...
PAGINA 19
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dell’anno.
Per richiederlo basta spedire un assegno di trenta euro al seguente indirizzo:
Amato Federica - Via Niella 12/7 - 17100 Savona, allegando ovviamente il Vs
nominativo per la spedizione.
Ah… quasi dimenticavo… dateci segnalazione della Vs richiesta anche via
mail, in modo da permetterci di predisporre la Vs copia nel frattempo...
CONTATTI/COMUNICAZIONI
Fare mail a [email protected], per contattarci o
per chiedere numeri precedenti. Solo queste mail saranno
lette, ed avranno nel tempo risposte compatibilmente
con gli impegni dello staff. Contattateci liberamente se
non ricevete gli invii delle nostre pubblicazioni entro tre
giorni dall’inizio di ogni bimestre.
ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI
Fare mail a [email protected], per iscriversi o cancellarsi automaticamente dalle nostre newsletter future.
E’ sufficiente ma necessario mettere nell’oggetto
“Subscribe”, se volete iniziare a riceverci
“Unsubscribe”, se volete essere cancellati.
La distribuzione, gratuita e diretta ai nostri associati,
avviene esclusivamente per posta elettronica con invio
a inizio bimestre. Fate attenzione che il nostro indirizzo e-mail NON SIA in “posta indesiderata”.
Rinaldi Importatori
Viale Masini, 34
Bologna
Telef. 051 . 42 17 811
Fax 051 . 24 23 28
E-mail: [email protected]
http://www.rinaldi.biz/
LIBERALITA’: Nel senso “classico” del termine, non
sono possibili: se volete favorirci, rendeteci autonomi
partecipando alle nostre proposte se e quando ci saranno.
PUBBLICITA’: ci piace essere sintetici: esiste in Italiano una parola che racchiude in se quanto righe e righe su
carta non arriverebbero mai a dire... ed è MAGARI!!! A
noi piacerebbe poter fare dei concorsi di licita e di gioco
col morto (con premi “pubblicitari” in natura), e le ditte
che volessero contribuire sono certamente benvenute, ma
senza elemosine: il costo è di 0,10 cent per ogni e-mail di
distribuzione per vignette come quella sopra, con un max
di E. 50 a numero. L’ideale sarebbe che diverse ditte
sponsorizzassero per un anno una specifica rubrica. Per i
contributi daremo indicazioni dirette.
ABBONAMENTI: eventuali abbonamenti decorreranno solo ed eventualmente in futuro, perché l’idea di fondo è trovare sponsor che ce ne permettano l’invio gratuito o dietro contributo simbolico. Non possiamo al momento prevedere se avremo anche una versione su carta.
Ci piacerebbe, certo, ma una struttura di appassionati
volontari può volare solo sull’onda dell’entusiasmo… E
per arrivare alla carta stampata, serve un maremoto…