2008-01 To bridge or not to bridge.pub
Transcript
2008-01 To bridge or not to bridge.pub
TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE VOLUME 2, NUMERO 1 RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONE SENZA SCOPO DI LUCRO “TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE” DATA GEN/FEB 2008 DIRETTORE RESP.: MARCO CATELLANI COMITATO REDAZIONE: FRANCESCA CANALI, ALDO GERLI, VALERIA BIANCHI COLLABORATORI: RENATO ALLEGRA, GIOVANNI DELFINO, ROBERTO POLLEDRO Marco CATELLANI Francesca Quando il r imedio è pegg iore del male… CANALI Aldo GERLI Valeria BIANCHI Renato ALLEGRA Giovanni DELFINO Roberto POLLEDRO Sommario Editoriale: 1 KAT fot the defence 2 SistemaTEN il sistema 3 Intervista a Giuseppe Tamburi 4/5 Arbitri o arbitrii? 6/ Avere o Essere... 8/ Errata coniugazione 10/ Botta & Risposta 11/ History Channel: concorso 12/ “Chi ha rubato il cuore del fante” 14/ Frasi… celebrolese 15/ Frasi celebri 15/ Lettere al direttore 16/ We will survive 18/ La’ngolo di Mrs Bennet 18/ Abbiamo ricevuto una lettera... non da una 18enne, sfortunatamente (per lei). L’abbiamo ricevuta da un uomo disilluso dalla realtà del bridge, e riscontrandovi il pregio dell’onestà intellettuale abbiamo deciso di proporvela integralmente (pag. 16): vi si parla di futuro e sopravvivenza del bridge, nonché dei mali che lo attanagliano… A questa lettera proveremo certamente a rispondere, chiedendo ai più esperti e dando loro voce (“We will survive”, pag.18). Però una cosa, un’unica cosa, vorrei far qui notare, perché in questa lettera, fra i mali del bridge, è riportata l’inutilità, l’impossibilità, l’illogicità, ed anche il costo sproporzionato, del far qualcosa per i giovani. E onestà mentale mi obbliga a condividere questo pensiero: far qualcosa per i giovani, oltre a tutti i difetti sopra elencati, neppure crea gratitudine. E chi è genitore sa benissimo di cosa stia parlando. Ma si può fare diversamente? Purtroppo credo di no, e se i giovani non apprezzano il bridge, la considerazione indispensabile da fare è “dove sbagliamo noi nel non farlo apprezzare”. E non perché questa affermazione sia vera. Semplicemente perché mancano alternative. Raramente due genitori fanno per tornaconto personale quel che fanno per i figli. E se dovessero deciderne di non averne per risparmiarsene l’ingratitudine, l’umanità sparirebbe. Il bridge sparirebbe. E il rimedio sarebbe peggiore del male. Da buoni e lungimiranti genitori, dobbiamo dare noi ai giovani un motivo per frequentare le nostre sale, e sperare che alcuni rimangano. Non facciamoli venire perché fa comodo a noi; facciamogli vedere che ne hanno un tornaconto loro. Giocando a bridge possono uscire la sera con genitori relativamente tranquilli, e che sanno dove trovarli… e possono trascorrere alcuni weekend in compagnia degli amici (e delle amiche… perché no…) a raduni multiscolastici fuori casa. Ma attenzione… i giovani raramente hanno disponibilità economiche. Loro non sono e non possono essere risorse da sfruttare insomma. Infatti loro sono risorse. Risorse e basta. Di un futuro che forse neppure vedremo. Pochi si son chiesti come mai il taglio di questa newsletter sia un tantino ardito. E adesso non fatemi spiegare “in che senso”. E io so che alcune persone nello staff mi han seguito (pur essendo persone “serissime”) più per fiducia personale che per “condivisione” dei metodi. Non capivano insomma come una persona come me potesse essere al contempo un fine linguista e un boccaccesco interprete dei casi della vita. Eppure è semplice… Chiedete a una 18enne cosa sia “boccaccesco”, e vi dirà che ha qualcosa a che fare con la mimica facciale. Chiedete cosa sia “fine linguista”, e probabilmente arrossirà tutta. Eccovi quindi spiegato con un esempio che termini e parole non sono identici per tutti. E che se questa rivistina ha questo taglio è perché ho sempre sperato di poter avere un pubblico di giovani, NON necessariamente bridgisti o almeno NON ancora. Quando ero piccolo e ancora non sapevo leggere, guardavo solo libri illustrati. E capivo le storie dalle figure. I ragazzi sono i nostri piccoli. Ancora non sanno di bridge, ma potrebbero guardarci solo perché incuriositi dalla nostra comicità, e quindi successivamente leggerci… e quindi volerci comprendere. Illusioni? Inutili speranze? E sia… ma l’uomo vive di illusioni e di speranze.. E come loro anch’io… Io però a tempo perso… fra una diciottenne e l’altra... TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE KAT FOR THE DEFENCE Siete in Ovest contro 4♥. ♠ F543 ♥ AR73 ♦ D62 ♣ A10 ♠ RD8 n ♥ 542 o e ♦ AR43 s ♣ 754 S O N E 1♥ pas 1♠ pas 1SA pas 2♣ pas 2♠ pas 4♥ end L’attacco è A♦. Ecco, in licita volevate dire DBL perché alla fin fine avevate l’apertura... ma un po’ per la distribuzione terribilmente bilanciata, un po’ per la presenza di un’apertura veramente minima, avete desistito. Vi siete così ritrovati in difesa in men che non si dica. Avete attaccato come da libro… e come da libro il morto ha delicatamente esposto la fatale donna terza nel colore… il Vs rispondendo col 10… quindi... A) B) C) D) mostrando 2 o 4 carte chiamando a picche in Lavinthal rifiutando a quadri perché giocate pari/ dispari chiamando a quadri perché giocate alta/ bassa. Fate Voi… Ricordate solo che anche se il compagno è casuale… la vostra difesa non deve comunque mai esserlo... E lucean le stalle... P.S. by D.O.C. “La fatale donna terza…”. A me però, più che una donna terza, farebbe più piacere una terza donna... Il dichiarante, da sistema, ha descritto una 5332. A questo punto dovete decidere… Se lo accreditate di un minimo di 12 punti non può mancare dell’asso di picche, e battere tecnicamente diventa arduo. Se lo accreditate però di soli 11 punti, potrebbe in effetti mancare del Re di fiori. La chance dell’eventuale doubleton di quadri non sa- rebbe consistente con nessuna distribuzione logica del dichiarante: con una 3541 non avrebbe detto 1SA, e con una 2542 non avrebbe detto 2 picche. La vita è questione di scelte (secondo un certo punto di vista); ma la vita è anche questione di quel che si mangia (provate a misurarla dopo alcuni giorni senza dieta). La vita non è invece il femminile singolare della vite, perché la vite è già singolare di suo. E femminile pure. Va beh, vi ho cullato per un po’ fra i meandri dell’inutilità umana (quel che in genere son io per le diciottenni...). Adesso NON ditemi che vi siete addormentati, però… ma che siete tornati… ? KAT FOR THE DE...SSOLUTION PAGINA 2 Giocare per il Re di fiori dal Vs è tecnico. Peccato richieda che il compagno abbia il Re, e l’apertore esattamente 11 punti. Nell’insieme un desolante scenario. Uno scenario più accattivante consiste nel giocare perché il Vs abbia il 10 di picche (e che il dichiarante, o perché con in mano il 9, o perché “distratto”, dimentichi di mettere il Fante del morto). Insomma, giocare per il 10 di picche dal Vs è un po’ “meno” tecnico, ma enormemente più pratico. Quanto vale in % tutto questo? Nessun teorico ve lo calcolerebbe mai… però la presenza del 10 di picche dal Vs è del 60% (3 carte su 5), e del 30% se volete che il vs non abbia anche il 9. Ritenete che l’alternativa del Re di fiori sia superiore? Beh, certo… se sul vs ritorno di 8 di picche, il dichiarante mette piccola, il Vs il 10… e torna a quadri… l’alternativa è superiore. L’alternativa di imparare il burraco... ♠ F543 ♥ AR73 ♦ D62 ♣ A10 ♠ RD8 ♠ 1072 ♥ 542 ♥8 ♦ AR43 ♦ 10987 ♣ 754 ♣ F9832 ♠ A96 ♥ DF1096 ♦ F5 ♣ RD6 VOLUME 2, NUMERO 1 MiglioraTEN il sistema: la r ubensohl Giocando con compagni occasionali, anche senza accordi, è normale e addirittura “naturale”, giocare transfer in risposta all’apertura di 1NT. Alcune coppie hanno studiato i loro sistemi in modo tale che ogni qualvolta l’apertore mostri una mano bilanciata, il partner dichiari sempre in transfer. La ragione primaria dell’utilizzo delle dichiarazioni in transfer è che permettono di dichiarare lentamente e con buona precisione le mani forti e allo stesso tempo di restare ad un livello basso e competere con le mani più deboli. Quando poi l’apertore mostri una mano bilanciata 15-17 hanno anche il vantaggio di far giocare il contratto dalla parte della mano più forte. Con le transfer sull’apertura di 1nt cosí universalmente accettate, è curioso come poche coppie abbiano cercato di estendere questo concetto anche dopo un intervento avversario. Una convenzione che permette questo è la “Rubensohl”, pubblicata per la prima volta nella rivista, più volte da me citata, Bridge World, in un articolo di Jeff Rubens nei primi anni ’80. Ma, prima di parlarvi nel dettaglio della Rubenbsohl, vorrei porvi un quesito. Siete in Nord, tutti in prima, e giocando Lebensohl, vi capita questa mano: ♠ AD9 ♥ RD73 ♦ 62 ♣ RD108. Aprite di 1nt, l’avversario interviene 2♠, il vostro compagno dichiara 2nt, Lebensohl, mostrando di voler competere in uno degli altri semi, e il qua r to di ma no 3 ♠ . Tocca a voi: che licitate? Probabilmente passerete, sperando che il vostro compagno abbia le quadri. Il compagno potrebbe però avere una di dichiarazioni in sottocolore. La queste tre mani: transfer impossibile (nel colore dell’avversario) è una stayman Es. A Es. B Es. C speciale, ed infine la dichiara♠4 ♠F ♠4 zione di 3♠ è sempre una ri♥ F62 ♥ 1062 ♥ F86542 chiesta di fermo, a prescindere ♦ A105 ♦ R87543 ♦ AF105 del colore degli avversari, sen♣ F97652 ♣ F93 ♣ F3 za interesse nei nobili. AndiaTrovando di fronte la mano mo ora ad esaminare alcune A, vorremo competere fino a licite speciali da parte di chi ha 4♣ e probabilmente ci assicuaperto 1SA. reremo a 5♣ a fronte di un’eventuale dichiarazione di CASO 1 4♠ degli avversari; trovando invece la mano B vorremo sicuramente lasciare giocare agli avversari 3♠ con la quasi certezza che andranno sotto di almeno una presa, con la certezza di non poter fare 4♦; infine, trovando la mano C, vorremo dichiarare (e fare) il nostro bel contratto di 4♥. Decidendo di giocare Lebensohl avremo tantissimi guadagni (vedi articolo del numero precedente) ma avremo anche qualche difficoltà nel caso delle mani deboli in competizione. Questa convenzione infatti, preferisce dichiarare subito la forza di una mano (debole o forzante) posticipando la dichiarazione del colore in possesso. Giocando transfer le priorità sono rovesciate: prima si dichiara il colore e poi si comunica la forza. In un bridge molto competitivo, in cui frequenti sono le dichiarazioni interdittive degli avversari, penso che questo sia un principio importante, di cui il corollario diventa “meglio giocare il colore giusto al livello sbagliato, che il colore sbagliato al livello giusto”. Tornando ora alla Rubensohl, dopo l’intervento avversario all’apertura di 1nt, il contro è sputnik, le licite a livello 2 sono naturali passabili, mentre da 2nt sono tutte 1SA 2♦ 3♣ pas La licita di 3♦, nega il fermo colore avversario a prescindere dal possesso o meno di quarte nobili. Sul 3♦ il compagno liciterà in stile Baron le proprie quarte maggiori. Con il fermo nel colore avversario si liciterà in stile Baron la propria quarta maggiore o si dichiarerà 3nt senza nobili. CASO 2 1SA 2♠ 3♥ pas La licita di 3♠ nega, oltre al fermo, il possesso di quattro carte di cuori; 3nt mostra il fermo a ♠ senza 4 carte di cuori, mentre 4♥ è a giocare. CASO 3 1SA 2♥ 3♦ 3♥ pas 3SA P.S. by D.O.C. “Cos’ha dunque?” In un uomo sarebbe certo, ma... “nelle condizioni più rigorosamente controllate di pressione, temperatura, volume, umidità e altre variabili, una donna si comporterà come le pare e piace (Anonimo)” pas Il rispondente, in questo caso, non è interessato alla ricerca del fit a picche, altrimenti avrebbe dichiarato 3♠ sul 3♥ del compagno. Non vuole nemmeno chiedere il fermo a cuori senza interesse alle picche, altrimenti avrebbe dichiarato subito 3♠ sul 2♥ dell’avversario. Cos’ha dunque? Una mano senza 4 carte di picche con mezzo fermo nel colore dell’avversario. Per info contattate liberamente [email protected]. PAGINA 3 TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE Inter vista a Giuseppe Tambur i Se foste in Sud, al tavolo con DOC, e aveste in mano: ♠ xxxx ♥ ♦x ♣ ARDF109xx cosa dichiarereste dopo: P.S. by D.O.C. Tutti che prendono in giro questo DOCile DOCumentato DOCente… di Diciottenni… O Circa... E S O N 2♥ 7♦ 4♣ ? 4♥ 6S Deducendo che DOC avesse detto 6SA per proteggere il R♥, che DOC dovesse quindi avere tutti gli assi laterali, nonché che DOC dovesse necessariamente avere un colore di sviluppo alternativo, e che DOC avesse quindi certamente un bel colore di ♠, Sud DOChiarò 7♠. DOC si sentì ascoltato, interpretato, degno di fiducia, compreso, e fu molto felice di avere quel compagno, sebbene Sud non avesse diciotto anni e non fosse nemmeno donna. Sud era Giuseppe Tamburi, bolognese, padre di due figlie, imprenditore di meritato successo, nonché bridgista dalla logica impeccabile. *** Ciao Giuseppe, innanzi tutto Buon Anno nuovo, e grazie per il tempo che ci dedichi. PAGINA 4 Veni,vidi,vici(Venni, vidi, vinsi). E’ un piacere, per tutti gli appassionati, osservare che una persona così impegnata nel lavoro riesca a ottenere anche successi bridgistici. Quali doti ti hanno permesso di raggiungere questa posizione? Come una persona impegnata nel lavoro riesca a raggiungere una certa posizione bridgistica è presto detto: per me il bridge è il gioco più bello del mondo e credo che ognuno, se vuole vivere bene e se può permetterselo, dovrebbe assecondare le proprie passioni. Così è stato per me, con un pizzico di dote naturale, un pò di studio, e tanto entusiasmo. Ab urbe condita (Dalla fondazione della città) Quando hai cominciato a giocare a bridge? Ho iniziato a 17 anni prima come autodidatta e poi ho fatto un corso con il dott. Facchini... un maestro molto bravo che ha fatto diventare il bridge una mia grande passione Sic transit gloria mundi (Così se ne va la gloria del mondo) Purtroppo i bridgisti sono in via d’estinzione. Pensi che la Federazione dovrebbe tenere in maggior conto i giovani? Cosa proporresti? È un discorso lungo. Il ricambio generazionale è fondamentale per la sopravvivenza di qualsiasi comunità e pertanto anche per la federazione bridge i giovani/nuovi soci sono una risorsa primaria. Si fanno carico di questo compito le associazioni che devono creare una buona scuola di bridge che organizzi e reclamizzi corsi, segua passo passo questi giovani/nuovi allievi cercando di far diventare il bridge per loro una grande passione. Non è facile. Sappiamo bene quanto sia difficile il bridge, e gli sforzi che si devono fare per farlo capire ed apprezzare. Oggi la Federazione lascia le associazioni molto sole in questo compito, il che è un grave errore strategico. La Federazione dovrebbe aiutare molto di più le associazioni nell’attività di insegnamento. Mutatis mutandis (Cambiate le cose che devono essere mutate) Al di là della questione giovanile, c’è qualcosa che ritieni andrebbe assolutamente cambiato negli ambienti del bridge italiano? Penso ci siano tante cose da cambiare nel bridge italiano, partendo in primis dagli investimenti che fa la Federazione. Si dovrebbero infatti creare e sostenere, eliminando costi non produttivi, iniziative più attente alle esigenze delle associazioni: - finanziando le scuole bridge, dando un contributo alle associazioni per ogni allievo che si iscrive alla FIGB - finanziando quelle associazioni che vogliano ingrandirsi ma valorizzando anche le associazioni più piccole, eventualmente favor endone l’accorpamento se indispensabile per la loro sopravvivenza - finanziando la pubblicità sui quotidiani locali o regionali dei risultati dei tornei delle associazioni, magari facendo degli accordi nazionali - finanziando un ufficio marketing agguerrito che promuova su tutti i mezzi il Bridge come gioco. Fino a ieri eravamo campioni del mondo, e nessuno lo sa !!! Penso che la comunicazione, se fatta in modo corretto, sia la base per far crescere il mondo del bridge. Ritengo quanto fatto oggi assolutamente inadeguato... al limite del ridicolo. Poi bisognerebbe cambiare alcune regole, venendo incontro ai bisogni delle associazioni. Ne segnalo alcune: VOLUME 2, NUMERO 1 Inter vista a Giuseppe Tambur i - dare la possibilità alle associazioni di svolgere tornei locali anche in presenza di un arbitro federale iscritto come giocatore, escludendone la coppia dai premi di classifica ma permettendogli, nei casi richiesti, di fornire un parere arbitrale necessario - favorire, senza pretendere gli attuali contributi, i tornei regionali aiutando le associazioni che li vogliono organizzare a trovare gli sponsor - dare la possibilità ad ogni associazione di avere una giuria che possa prendere tutte le decisioni in merito all’etica comportamentale dei propri soci (quello che avviene oggi mi pare allucinante) - istituire una nuova tessera triennale (bianca) gratuita il primo anno, che dia diritto agli allievi di non venire maltrattati da parte dei giocatori più esperti (pena un TOP), a cui sarà vietata ogni licita convenzionale o innaturale. - istituire una nuova classifica obbligatoria per tutti i tornei federali, che si affianchi a quella assoluta e che dia dei vantaggi per categoria favorendo la vittoria dei giocatori più deboli. Ovviamente creando un meccanismo che identifichi il vero valore dei giocatori non solo basato sulla partecipazione ai tornei (simultanei in primis) - RIPORTARE LA QUOTA FEDERALE PER TORNEO A 1 EURO a tavolo. - ristrutturare i campionati riportandoli a come erano prima della modifica del 2003. Maiora premunt (Urgono cose più importanti) Quali doti ritieni dovrebbe avere un candidato ideale alle prossime presidenziali? Innanzi tutto dovrebbe essere una persona estremamente appassionata, con spiccate doti gestionali e grande spirito di sacrificio. Poi dovrebbe saper scegliere dei validi compagni di viaggio. Ancora dovrebbe saper indicare la rotta sapendo ascoltare i propri consiglieri, partecipanti attivi “convinti” di ogni scelta della Federazione. Infine dovrebbe saper delegare. Nomen est omen (Il nome contiene un presagio) Parliamo di Internet e sfruttiamo la tua lungimiranza imprenditoriale. Consideri il bridge on line un rischio o una risorsa? Lo definirei uno stimolo per tutte le associazioni ed i circoli dove si giochi a bridge. Il perché è presto detto: oggi attraverso internet si può giocare a tutte le ore comodamente seduti a casa propria: perché dovrei andare al circolo a fare il torneo che potrei fare a casa mia? La risposta deve essere una sola: perché al mio circolo sto meglio e, oltre ad avere un ambiente molto confortevole, ho anche tanti amici con cui mi piace stare. Questa semplice riflessione dovrebbe essere la linea guida di ogni associazione, se non vuole chiudere: divenire il luogo di incontro di persone animate dalla stessa passione. Solo per chi non sa creare questa atmosfera invitante e confortevole, internet è assolutamente un rischio (di chiusura). Ad maiora (A cose più grandi) Quale è stata la maggiore soddisfazione della tua vita? Sono due e si chiamano Valentina e Carlotta. Errare humanum est… C’è una frase, una massima, che ti aiuta nei momenti difficili? Ciò che mi aiuta nei momenti difficili è il mio ottimismo: vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. In vino veritas (Nel vino la verità) Una domanda che i nostri lettori gradiranno particolarmente: quale vino ci consigli, da esperto, per il 2008? Cesarini Sforza Tridentum: uno spumante trentino metodo classico straordinario. Dulcis in fundo Quali sono i tuoi progetti per il nuovo anno? Il 2008 è un anno elettorale per il mondo del bridge in quanto precede l’assemblea per il rinnovo delle cariche federali che ci sarà nei primi mesi del 2009. Penso che dopo 22 anni di presidenza, e dopo le dichiarazioni di Gianarrigo Rona all’ultima assemblea del 2004 “Votatemi, vi assicuro che non mi candiderò più” sia giunto il momento di un ricambio che, se portato avanti da persone capaci e credibili, potrà portare un beneficio a tutte le associazioni e agli iscritti alla Federazione. Per quanto mi riguarda faccio parte del comitato promotore per una nuova candidatura alla presidenza della Federazione che dovrà trovare al suo interno il candidato più adatto. Al momento non abbiamo ancora deciso ma, se la scelta alla candidatura di questa presidenza dovesse cadere su di me, sono pronto a dedicarmici con totale dedizione ed inesauribile entusiasmo. P.S. by D.O.C. Anch’io avrei avuto una propostina per un miglior utilizzo dei circoli… e per favorirne la frequenza… avete presente neh la Legge Merlin? PAGINA 5 TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE Arbitr i o Arbitr ii P.S. by D.O.C. “qualcuno è abbastanza vecchio da ricordarsi il classico 3 valletti?” Non so se l’età c’entri, ma se erano 3 fanciulle era più facile... PAGINA 6 “Legge naturale è partecipazione alla legge eterna dell’essere razionale”. Tre posizioni: (basta studiare il Kamasutra, ne sapete già abbastanza) 1) L’argomentazione storicistica per la quale non vi sono principi etici autoevidenti: le leggi naturali sono meramente formali e quindi possono essere riempite con qualsivoglia contenuto. 2) L’affermazione che ciò che fa di una regola una norma giuridica non è il suo contenuto, ma il modo della sua esecuzione. 3) Il fondamento non è nel diritto naturale, ma nel fatto (è questo il cosiddetto “principio di effettività”) per cui la fonte del diritto sono i fatti storici, con i quali il diritto naturale non ha nulla a che vedere. Da cui si può dedurre come si passi da principi etici generalissimi, ai dettami della retta ragione e alla legittimità dell’ordinamento giuridico. *** La quasi incomprensibile premessa solo per confessare la mia ingiustificabile ignoranza del regolamento, malgrado qualche decennio di smazzate, forse perché ho inseguito troppi cambiamenti da quando ho iniziato a giocare, o forse perché ormai la pigrizia spadroneggia nel mio attuale modo di essere. O forse perché, avendo arbitrato per circa un decennio in un altra disciplina sportiva, presumo l’assoluta superiorità dello “ius”, che si accompagna all’indiscutibilità delle decisioni di chi è preposto a decidere. Caso 1) W 1SA N pas E pas S ? Tocca a Voi con ♠RF3 ♥RF52 ♦ RD65 ♣ 108. Situazione imbaraz- zante: Il torneo sta andando benino non ve la sentite di fare alcunché di azzardato e mettete un bel verde. Il compagno attacca di 2 di fiori e scende un morto morto: ♠F97 ♥10973 ♦ F102 ♣ F73. La classica mano Finsec (qualcuno è abbastanza vecchio da ricordarsi il classico 3 Valletti?). Il dichiarante pensa un attimo poi passa il Fante di fiori che fa presa e gioca il fante di quadri … qualunque cosa facciate, dopo un minuto aprite lo score e vedete che siete gli unici a scrivere 90 nella colonna cattiva. Tutti i NS hanno scritto qualcosa nella loro colonna e la maggior parte 600, perché la smazzata è la seguente: ♠ AD2 ♥ D864 ♦7 ♣ RD642 N ♠ 10864 ♠ F97 ♥A ♥ 10973 ♦ A9843 ♦ F102 ♣ A95 ♣ F73 S ♠ RF3 ♥ RF52 ♦ RD65 ♣ 108 Vi mettete a ridere perché giocate da voi nove prese sono imperdibili, perché il vostro ha scelto l’unico attacco che, per ironia della sorte, fa addirittura mantenere il contratto agli avversari (figuriamoci se nella circostanza avesse potuto sbagliare col 9 in mano) e poi chiamate l’Arbitro per avere alcuni chiarimenti: nessuno ha allertato che i nemici giocano il sa debole 12-14. “Devi chiedere!” “Nessuno vieta che si possa aprire con la 5-4-3-1.” Scusasse….. Passare i boards, cambio... Nessuno vi impedirà di scrivere nel foglio delle previsioni : Zero. Dopo alcuni mesi… Caso 2) W 2♥ N pas E 4♣ S ? Il solerte Est vi avvisa che 2 è una bicolore cuori e fiori con punteggio 12-16, ed il solerte Ovest che 4♣ è barrage. Tocca a Voi con ♠AR10654 ♥ ♥ A3 ♦R43 ♣A5. Posate un bel cartellino rosso sul tavolo o… forse era meglio altro? L’apertore dice 5 fiori completando l’opera di sbarramento e dopo due passi dichiarate 5 picche su cui tutti passano… Attacco Re di cuori e scende il morto ♠F32 ♥543 ♦ AD954 ♣F4. Prendete con l’ Asso di cuori, tirate l’asso di picche senza ricevere alcuna notizia interessante e dopo aver contato gli almeno 12 che “deve“ avere Ovest battete anche il Re. Le picche sono 3-1 e fate solo 12 prese perché la smazzata è la seguente: VOLUME 2, NUMERO 1 Arbitr i o Arbitr ii ♠ F32 ♥ 543 ♦ AQ954 ♣ F4 N Tre carte sono tutte in bella evidenza- il dichiarante la sua l’aveva già girata- e l’arbitro fa continuare il gioco: Alla fine trasferite una presa….. il più trecento (top) si trasforma in + 100 (tip). ♠x ♠ Dxx ♥ RDFxx ♥ xxx ♦ xx ♦ xxx Caso 4) ♣ Dxxx N ♣ R10xxx S ♠ AR10654 ♥ A3 ♦ R43 ♣ A3 L’amico arbitro, sorridendo, Vi comunica che non si può fare nulla ma volendo, si può segnalare la mano… ecchessò chiromante? AHAHAH. Caso 3) Questo è facile non necessita nemmeno di alcuno schema: Il vostro compagno apre di un quadri su cui rispondete 1 picche e adesso i nemici, passati di mano si mettono in mezzo con fiori e cuori e competono sino a livello di 4. Mettete un bel cartellino rosso avendo una decina di punti e re e dama quarta in atout e giocate in difesa. Attacchi che acchiappano e ritorni che acchiappano fino a quando il dichiarante dopo un primo giro di quadri gioca quadri di mano, su cui voi scartate fiori il morto fiori e il vostro per non essere da meno anche… Restate con la carta di fiori in mostra e sibilate un flebile “ no quadri partne r? ” Ur lo dis uma no dell’avversario che invoca a gran voce l’arbitro pronunciando più volte “renonce” renonce, il mio regno per una renonce”… E 1♥(4°+) 2♥ S W ri… e adesso? Voglio giocarmi il colpo fino in fondo e incrociando lo sguardo affranto dell’avversario metto il verde… Il mio compagno, ubbidiente, attacca col 4 di fiori e scende il morto e tutto il resto… ♠ R97 ? Ovest vi spiega che si tratta di una buona bicolore picche e minore. In Sud avete ♠43 ♥ A1087652 ♦ 85 ♣R2 e dichiarate? Qualunque dichiarazione è buona, ve lo assicuro… Io, che sono malato, ho pensato che la dichiarazione non si sarebbe esaurita ad un basso livello e molto probabilmente le picche sarebbero state dichiarate da West con relativo attacco da parte del mio. Sicuramente avrei scatenato competizione sino a livello di 5 ma sull’eventuale 5 picche? Che indicazione avrei potuto dare al mio compagno? In fondo il mio re di fiori dovrebbe costituire una presa e poi vediamo dove si va a parare, quindi poso il cartellino del 3 fiori preceduto dal celeste “ALERT”. Il compagno di sipario mi chiede e rispondo: “ naturale con le fiori o valori di testa o distribuzione a fiori, con fit a cuori”. Grazie…… Tranquillamente posa il cartellino del 3SA dopo avermi spiegato che sta chiedendo al proprio compagno, l’altro seme minore la licita prosegue… con due passi… Oh Madonnina dei dolo- ♥ RD95 ♦ A83 ♣ 764 N ♠ D108 ♠ AF652 ♥ F4 ♥ ♦ RD1096 ♦ F72 ♣ D9 ♣ AF1043 S ♠ 43 ♥ A1087652 ♦ 54 ♣ R2 Ovest non può far altro che sperare che i miei valori a fiori siano di singolo e sta basso… Scrivete nella colonna giusta 400 mentre viene chiamato l’arbitro che si accerta di tutte le spiegazioni, convalida la mano e alla fine dell’incontro vi annuncia che la mano in questione, su reiterate richieste degli avversari, è andata in Giuria. Nell’altra sala, gli avversari avevano giustamente difeso a 5 cuori sul 4 picche e i vostri compagni avevano incassato 500 ….per un totale di 900. La cosa va per le lunghe, si salta la cena e 5 minuti prima del successivo incontro serale, la Giuria ci congeda con: “Il 900 viene annullato per “ eccesso di etica”, troppe spiegazioni! Bastava dire “naturale”. P.S. by D.O.C. “Questo è facile non necessita nemmeno di alcuno schema”. Piano con le generalizzazioni. C’è anche il pubblico femminile… proprio non le consideri mai tu neh? Maschilista... PAGINA 7 TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE Arbitr i o Arbitr ii L’incontro è stato l’ultimo per alcuni anni… fino all’estate scorsa dove state giocando a La Grande Motte un bel torneo a squadre e guardacaso nella semifinale vi capita: E pas pas pas pas S 1♥ W N 1♠ 3♦ 4♣ pas pas end 2♠ 3♠ 6♥ 5♥ Mentre aspettate l’attacco dalla Signora alla vostra sinistra, il suo compagno mette sul tavolo il 9 di picche… e adesso??? Voi conoscete le opzioni, P.S. by D.O.C. “Tutti… nessuno…” tipica coerenza femminile, magistralmente espressa in “certe donne amano talmente il proprio marito che per non sciuparlo prendono quello delle loro amiche (Alexandre Dumas padre)” PAGINA 8 ma con un bel sorriso vi rivolgete ai vostri avversari: “Pas de problèmes, éntemez ou voulez vous !” La signora attacca di re di quadri e scende il morto… lo effettuate con esito negativo, ma mentre il re di fiori fa presa, entrambi gli avversari Vi chiedono immediatamente di rismazzare… La mano viene rismazzata e gli avversari giocano un 4 pic♠ AR che + 1 dove i vostri compa♥ D1032 gni indovinano la dama di pic♦ 76 che e segnano lo slam, che fa ♣ ADF64 vincere l’incontro. Gli avversaN ri alla fine sono i primi a conS gratularsi. CHAPEAU ! Non ♠ 10643 so cosa dicano i regolamenti, ♥ ARF65 ma non dimenticherò mai il ♦ A32 Presidente del Club di Mon♣7 tpellier e la sua compagna. Giusto o sbagliato che sia, Anzi, alla prossima manifestaritenete che sia indispensabile zione da loro organizzata, gliefare l’impasse a fiori e quindi lo vado anche a dire... Avere o Essere… secondo Er ic h Fromm… terzo Blac kbird Non crediate sia stato facile instaurare una buona intesa, bridgistica e non, con la bella signora dalla maglietta gialla: solo dopo diversi tornei insieme, ad esempio, capii quanto la sua soddisfazione sull'andamento del torneo fosse strettamente connessa al numero ed alla qualità delle volte in cui nella serata avevo ammirato il suo morbido decoltè… ma con discrezione e senza che nessuno se ne accorgesse; e qui si evidenzia la logica femminile: infatti tutti dovevano sapere quanto l'ammirassi ma nessuno se ne doveva accorgere! Anche lei stessa doveva far finta di non accorgersene mai. E poi, mai durante le pause ma solo durante i momenti di gioco più difficili ed emozionanti… solo così avrei dimostrato che il mio apprezzamento ed il mio desiderio era al di sopra di tutto. Lo impa- rai a Salsomaggiore durante i campionati a coppie miste, quanto era difficile guardarla da sotto il sipario. Avevo diverse signore intorno e perciò lei era infastidita perché naturalmente gelosa e possessiva; dovevo mostrare concentrazione, simpatia, attrazione solo per lei, gentilezza... ma soprattutto, dovevo farla vincere. E mentre pensavo a quanto fosse difficile giocare a Bridge con tutti questi vincoli mi capitarono le seguenti carte in Sud:♠2 ♥AR2 ♦ RD987 ♣AR75. Belle carte pensai e senza nemmeno un quattro! La licita si sviluppò in modo assai semplice nel silenzio avversario: 1♦ 1♠ 2♥ (multirever) 4♦ (forcing) 4SA 5♦ 6♦. Attacco dama di cuori e capii immediatamente che per rendere felice la serata, la generosa dea bendata avrebbe dovuto aiutarmi un pochino, infatti queste erano le carte della nostra linea: ♠ RD83 ♥ 98 ♦ AF103 ♣ 862 N S ♠2 ♥ AR2 ♦ RD987 ♣ AR75 Nemmeno un 4 tra mano e morto, quindi se fossi andato down avrei dovuto spiegarle dettagliatamente il perché... ma non mi avrebbe certamente perdonato. E in fondo bastava l'A♠ piazzato... mi accingevo a giocare quando qualcosa richiamò la mia attenzione: un fotografo mi stava inquadrando per immortalarmi nella rivista della competizione. Allora cominciai a posare pensando sicuramente più di quanto fosse realmente necessario. VOLUME 2, NUMERO 1 Avere o Essere… secondo Er ic h Fromm… terzo Blac kbird In realtà non stavo pensando alle carte ma piuttosto alla fotografia, alla mia immagine che sarebbe stata stampata, e sentivo crescere in me l'angoscia di una filiazione incerta: un'immagine, pensavo, la mia immagine stava per nascere: come sarò? Avrò l'aspetto di un tipo simpatico, intelligente, nobile? E in quel momento, in quel particolare momento , mi rendevo conto che stavo vivendo una microesperienza di morte: un soggetto (io) che stava diventando oggetto (la fotografia)… Io stavo diventando un oggetto senza anima, che non ha una parte interiore, che non può essere bella dentro… e poi FLASH. Lo scatto del fotografo mi riportò nel mondo del bridge, guardai le carte del morto, la scollatura della mia bella compagna e via, presi a cuori in mano e picche verso il marriage. Purtroppo l'avversaria di destra prese con l'asso e tornò cuori. La perdente di fiori era diventata ineliminabile. Ma adesso guardiamo il diagramma completo: una corposa battuta delle atout : ♠ D83 ♥ ♦ ♣ 862 N ♠ F10 ♠ 965 ♥ ♥7 ♦ ♦ ♣ F943 ♣ D10 S ♠ ♥ ♦ 87 ♣ AR75 adesso quadri e ancora quadri ed il povero Ovest, che non pensava che avessi potuto abbandonare al morto una presa vincente irrangiungibile, abbandonò due cartine di fiori sentendosi compresso… nella speranza di un pezzo terzo a fiori del compagno. Tirai Asso e re di fiori scartando opportunamente l'otto dal morto, e girai le carte. Ovest, un signore un po' accigliato, rimase attonito, sbigottito, come se Monica Lewinsky avesse incontrato l'uomo invisibile, soprattutto quando la mia compagna gli chiariva che la sua era una mano sfortunata visto che possedeva ben quattro quattro. La mattina dopo colazione a letto, caffè caldo e rivista da leggere. Guardando la mia fotografia pubblicata sulla rivista ridevamo insieme alla mia bella compagna: sembravo assorto, concentrato sul gioco ed in realtà mille pensieri mi stavano passando nella mente in quel momento. Abbracciando le morbide curve della mia splendida partner, capivo quanto fosse bello giocare, amare, vivere . Ero sempre più convinto che nulla consola della vita come la vita stessa ed in fondo in quel momento io ero davvero felice. Buttai la rivista nel cestino accuratamente e mi rituffai nelle accoglienti braccia della mia compagna perché in quel momento ero certo di quanto fosse meglio... Essere un soggetto da amare che Avere un'immagine da osservare… almeno per un altro po'. P.S. by D.O.C. “meglio… Essere un soggetto..“. Sicuro? Ma è faticoso!!! Insomma… anche se sottinteso, si f a tic a p ar ecc hio … Meglio fare il complemento oggetto (di attenzioni femminili)… o, ehm… la copula... ♠ RD83 ♥ 98 ♦ AF103 ♣ 862 N ♠ F1074 ♠ A965 ♥ DF104 ♥ 7653 “S’io fossi foco...” ♦4 ♦ 652 Opera dell’artista ♣ F943 ♣ D10 S Vilma Fenoglio ♠2 ♥ AR2 ♦ RD987 ♣ AR75 e quello residuo dopo il taglio della cuori perdente e PAGINA 9 TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE Er rata coniugazione... P.S. by D.O.C. Arsenio che, tête-à-tête con una donna, le dice “Dai facciamo un dupli…”. Insomma, come proposta, lasciatemelo dire… è proprio una proposta oscena… PAGINA 10 Arsenio stava piangendo. Non chiedetemene il motivo, che un po’ me ne vergogno a trascrivervelo, perché in genere si piange per motivi seri, e non perché “qualcuna” sta cercando di metterci il collirio negli occhi. Ma quel collirio bruciava, e Arsenio non poteva far altro che guardarla e piangere. Il rapporto causa-effetto forse non è perfetto, ma indiscutibilmente unica ne è la sintesi viste le lacrime copiose: egli piacque. Errata coniugazione? Si voleva forse scrivere “Egli pianse”... o i salti pindarici della mente umana volevano forse far scrivere “E gli piacque”? In fondo era logico che il “coniugar m’è dolce in questo mare” potesse farli sorridere... essendo entrambi sposati, e ovviamente non l’un l’altro... Che vi dicevo infatti... Errata coniugazione, giustappunto... Però avevano trascorso proprio una bella la giornata, fra quelle cime pietrose e assolate, con sveglia all’alba per andare, dotati di fuoristrada, a quelle altitudini dove il sole batte e riverbera sulle nevi perenni... nonché sugli occhi di poveri malcapitati. Peccato solo l’auto si fosse giustappunto impantanata per un cumulo di neve che, infingardo, aveva provveduto ad alzare i semiassi impedendo alle ruote di accedere all’agognato terreno. Non vi dirò nulla della solidarietà della montagna... quell’atteggiamento che aveva creato un nugolo di mezzi pronti a soccorrerli utilizzando il dispositivo di traino, con venti anime pronte alla bisogna. Purtroppo sembrava mancare, nel mezzo impantanato, il gancio davanti... e dopo va- ne ricerche e constatazioni amichevoli risultava mancante pure il gancio dietro. A quel punto un sorrisetto sornione era apparso sulle facce di quelle anime che, contatesi, avevano raggiunto la conclusione che con quaranta braccia e venti sorrisi un fuoristrada di quella sottomarca era comunque certamente spostabile... ehm... non coi venti sorrisi. Ma ormai era sera e i ricordi stemperavano nell’aria, in quei divani da salotto, fra TV e musica... con poesia e romanticismo che sembravano destinati a durare tutta la notte... senonché Arsenio interruppe quel fantastico sogno con una frase poco opportuna... “Dai facciamo un dupli in internet”. Ed ella, con l’unico PC disponibile, provvide al necessario... piazzandosi in Ovest... Arsenio stando tranquillamente sdraiato sul divano, a occhi semichiusi, dando indicazioni e ragionamenti… ♠ D73 ♥ RF54 ♦ 73 ♣ F964 N ♠ R85 ♥ A9732 O ♦ 1096 ♣ 72 S W N E 1SA end Attacco: 3♥ Lei non chiese dove attaccare, ed Arsenio tacque: in fondo le decisioni banali possono anche essere demandate a terzi... e, ehm... anche se con grave rischio, a terze... Sulla piccola cuori di attacco il morto stette basso e il compagno prese con la donna, tornando quadri per il Re del dichiaran- te. Il successivo 10 di cuori del dichiarante fu filato da tutti, restando in presa. La continuazione fu AR di fiori, e fiori... Lei non chiese cosa scartare, ed Arsenio tacque: in fondo le decisioni meno banali possono anche essere lasciate per secondi fini... o seconde fini... Comunque sia, fortuna volle che una cuori e una picche furono gli scarti effettuati sulle due fiori franche del compagno, che a fiori deteneva D10xx. Il ritorno fu ancora quadri, per la Donna del dichiarante. Con cinque prese incassate il dichiarante riuscì a quadri, in questo finale… ♠ D73 ♥ RF ♦ ♣ N ♠ R8 ♥ A9 O ♦ 10 ♣ Lei rispose col dieci, preso dal fante del compagno mentre il morto scartava una picche. E mentre il compagno stava provvedendo ad incassare anche l’asso, il dichiarante rispondendo con la tredicesima quadri... proprio a quel punto... Arsenio diventò parte attiva, comprendendo che il dichiarante stava giocando per una messa in mano. Il dichiarante aveva fatto cinque prese, aveva fatto già vedere 12 punti e aveva quindi certamente ancora l’asso di picche. Bastava ora scartare picche con nonchalanche... e Lei avrebbe certamente incassato le ultime 3 prese... Provò a dare ovviamente indicazioni in tal senso… VOLUME 2, NUMERO 1 Er rata coniugazione... “Picche” “Picche” tutto diventa possibile... ♠ D73 “Piccheeeeeee ???”, rispose lei, “Ma perché? Spiegami...” ripeappena l’info le entrò nella té, appena l’info, digerita, ♥ RF54 corteccia celebrale. tornava nel cervello... ♦ 73 ♣ F964 “Picche” “Picche” “Picche? Ma da re secondo? Ma “Ma hai guardato bene??? Ti sei sicuro?”, continuò, appena prego... controlla... forse ti ho l’info dalla corteccia celebrale messo troppo collirio...”. passava al cervelletto. “Picche” “Ma se faccio così poi mi tira l’asso e perdo due prese...”, insistette, appena l’info dal cervelletto passava, per sinapsi incomprensibili, direttamente allo stomaco... e nello stomaco si sa la punteggiatura è un optional... Ma qui, dove sia finita l’info, proprio non ve lo posso dire, anche se Arsenio, da fine conoscitore degli animi umani, lo palesò apertamente… Arsenio desistette. In fondo... è ben vero che “Picche” non si coniuga. Ma nel Mondo della libertà di espressione, e avendo a che fare con una Lei, N ♠ R85 ♠ F106 ♥ A9732 ♥ D8 ♦ 1096 ♦ AF84 ♣ 72 ♣ D1085 S ♠ A942 ♥ 106 ♦ RD52 ♣ AR3 e quindi io picco, tu picchi, egli picca...noi la picchiamo, voi la picchiate, essi la picchiano… E questa, abbiate pazienza, non è un’errata coniugazione... Botta (Letizia Canepa) & risposta (D.O.C.) Caro D.O.C., è un po’ che pensavo di scriverti… perché la tua splendida rivistina, come del resto forse è giusto che sia visto che è cosa tua, sta realmente VIRando verso una misoginia preoccupante. Lo so, lo so, mi espongo moltissimo a lazzi e frizzi... come dite voi, corro il rischio; ma se aveste accettato la mia proposta di introdurre la rubrichina “L’angolo di Mrs Bennet” avreste un po’ bilanciato una irrefrenabile tendenza ad un maschilismo un po’ “manierato” che, alla fine, diventa stucchevole, e regge soltanto perché gli uomini giocano a bridge meglio delle donne; ma quante cose hanno fatto meglio le formichine industriose, che si sono messe lì ad imparare, e poi hanno imparato? Sembra di essere ai giardinetti da bambini, quando il più forte imponeva il suo angolo visuale (e bisognava giocare come voleva). Valeria dice che bisogna resistere, va beh, d’accordo, ma perché non giocare ad armi pari? (non ancora nel bridge, ovviamente). Quote rosa ci vogliono, anche nel giornalino, se no la noia diventa mortale. Credimi, è proprio perché la rivista mi piace tanto che ti continuo a suggerire l’introduzione di qualcosa di nuovo. Dubito che ci sia anche una sola diciottenne tra le lettrici, quindi temo che i tuoi appelli saranno inevasi; mi dispiace anche un po’, perché almeno cambieresti magari argomento, almeno ogni tanto; ma noi lettrici sappiamo tutte bene, nonostante il carico di “anta” che ci portiamo addosso, quanti maschietti parlano di diciottenni (?!? Ma che diciottenni, anche trentenni!) e poi sono sorridenti succubi di fascinosissime “antenni”. Sembrate la volpe di Fedro, con un solo piccolo cambiamento... e forse anche Voi alla fine finirete per dire “Nondum matura est”. Lasciateci sognare, diresti tu. Eh certo, altrimenti non continuerei a leggere… ma pensaci un po’ su e non mi liquidare con una battuta. Ciao un casto abbraccio (i 18 li ho lasciati da parte, ma sono molto meglio adesso: ho fatto un sondaggio). Cara Letizia, ma di cosa ti preoccupi? Pensi davvero che qualcuno mi dia “seriamente” retta? Credi che i Carabinieri se la prendano, se qualcuno racconta delle barzellette su di loro? A me nessuno da retta, e tutti dimenticano quello che ho detto semplicemente girando pagina. E ALCUNI sorridendo, e ALCUNE sfogando verso di me gli istinti più turpi, tutte queste persone in fondo leggendo passano serene e in conviviale compagnia una parte del loro tempo. Adesso però non mi far aggiungere che capiscono tutti… ovviamente eccetto i carabinieri e... P.S. by D.O.C. “Nondum matura est” si dice finché hanno diciassette anni… per questo avevo “ripiegato” sulle diciottenni... PAGINA 11 TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE Histor y Channel: concor so “Chi ha r ubato il cuore del fante” Secondo voi, chi ha vinto il concorso bandito da To Bridge, intitolato: “Chi ha rubato il cuore del fante di cuori?” La risposta è semplice: l’ha vinto chiunque vi abbia partecipato e ciò non solo perchè il premio (un mazzo di carte) verrà consegnato a tutti coloro che hanno inviato una soluzione a tale intrigante quesito, ma perchè la miglior vittoria per ciascun partecipante è stata l’essersi lasciato per un attimo astrarre e rapire da questo infernale mondo nel quale siamo costretti a vivere, per passeggiare con leggerezza e voluttà nell’incantato e perfetto regno della Fantasia. Ogni soluzione fornita dai lettori al quesito ha il suo particolare pregio, ma la bellezza complessiva è che il fanciullino che c’è in tutti noi, magari nascosto sotto incrostazioni di brutale realismo quotidiano, è stato, anche se magari solo per breve tempo, lasciato libero di scorazzare e di fare capriole festose nel prato della creatività. Pubblichiamo volentieri quindi alcuni degli elaborati pervenuti, o stralci laddove siano troppo lunghi, a causa degli spazi misurati concessi dal severo D.O.C. (a tal fine sacrifico volentieri anche la pagina arbitrale e quella delle cartine, che riprenderanno con regolarità dal prossimo numero), partendo proprio dal raccontino di chi fanciullino lo è veramente ancora (beato lui) e che quindi ci ha raccontato il mondo dalla privilegiata ottica di bambino undicenne. E come tutte le migliori storie, anche questa incomincia con… P.S. by D.O.C. “un’euforia destinata comunque a finire in fretta. Ovvero alla svelta.” … con una donna… Mah… chissà cosa intendeva... PAGINA 12 “C’era una volta..... un Jack di cuori, un re di denari e la donna di cuori. I tre vivevano in un castello, la donna di cuori era moglie del re di denari ma in verità lei amava il Jack di cuori, e lo voleva sposare me il re glielo impediva e la portò in un bosco e la imprigionò con l’aiuto di 5,6,7,8,9,10 di fiori. E a questo punto il Jack andò dalla principessa con l’aiuto dell’1,2,3,4,di picche; combatterono e vinse il Jack e gli altri. A quel punto il giorno dopo la donna di cuori si sposò con il Jack e vissero felici e contenti.” Quanta saggezza possiedi, Matteo, nel sapere già alla tua età, che l’amore non ha barriere e che in suo nome si compiono imprese che paiono impossibili! Ma credimi, è confortante per tutti noi avere una siffatta conferma e da un bambino quale sei tu. Comunque la soluzione che ci hai fornito ha il pregio della semplicità e linearità, ed il cuore del Fante di cuori, per te, è della sua naturale regina. E come darti torto. Ma non tutti sono della tua opinione sai? C’è ad esempio un anonimo signore, che ci ha fornito una versione molto intrigante e nel contempo interessante, della vicenda. Lei stava in disparte... come sempre... e aveva appena letto quel foglio che riportava… “Il fante di cuori è in perenne ed irrequieta ricerca. Cerca incessantemente l’unica carta alla quale appartiene ineluttabilmente il suo cuore. Cerca infatti quella carta che, incurante dell’aspetto esteriore delle cose, osò andare allo stagno e dargli, quando era un piccolo esserino verde e gracidante, il primo fatidico, ed indimenticabile, bacio.”. Parlavano di lei, non c’era dubbio. Strano Mondo quel Mondo. Tutti che la valutavano solo per un suo aspetto, per il suo essere carta da gioco. E nessuno che l’avesse mai valutata per quello che era realmente. Oh, certo.. c’era stato un tempo in cui anche lei era stata una bellissima donna, ma si ricordava benissimo che, quando questo avveniva, era solo per un effimero momento. E che gli uomini l’ambivano, e lambivano ogni suo spigolo, sempre come presi da un’euforia destinata comunque a finire in fretta. Ovvero alla svelta. VOLUME 2, NUMERO 1 History Channel: concor so “Chi ha r ubato il cuore del fante” Lei non poteva farci nulla. Perché era facile, per gli umani, piegare e volgere secondo i propri capricci i destini delle carte, ma per una carta il viceversa è impossibile. Per questo lei viveva solo di luce riflessa, e poteva essere solo quello che gli uomini volevano che fosse: se quindi gli uomini volevano vederla come una carta dai facili costumi, lei non poteva farci nulla. Non poteva, e non è che non ci avesse provato. Ma valicare i confini del proprio Mondo non è mai molto agevole. Solo una volta, vedendo una povera rana, aveva infranto la razionalità Einsteiniana, e gli si era avvicinata. E aveva intuito un cuore sanguinante, al di là dei festosi cra-cra-cra che rimbombavano nello stagno. E al contrario degli altri umani, e delle altre carte, lei che purtroppo sapeva quanto sciocca fosse la relatività delle cose e delle persone... aveva penetrato quella spessa corteccia di incomunicabilità apparente… comprendendo che era stata creata proprio dalla rana, per proteggersi e per proteggere gli altri dal proprio dolore. E le aveva dato un bacio, trasformando la rana in un fante di cuori di rara e inumana bellezza. Un fante circuito da molti, e da molte. Un fante destinato ad essere Re un giorno. Perché il tempo passa comunque, volenti o nolenti. E i fanti diventano Re, per forza o per amore. Ma i loro Mondi erano, e rimanevano, diversi. E il loro amore impossibile. E questa consapevolezza generatrice di tristezza, sempre pervadeva i loro occhi. Se li si guardava negli occhi. Ma forse proprio per questo, nessuno li notava e nessuno si rendeva conto di nulla, e nessuno notava queste vite parallele appartenenti a Mondi inconciliabili. Perché nessuno guarda mai negli occhi un povero fante di cuori, che appartiene al Mondo del bridge... né una povera matta, che appartiene al Mondo della scala 40… C’è poi un bellissimo racconto che è quasi un romanzo (non osavo sperare tanto, caro Dasim....) e che pubblicherei volentieri se… non fosse lungo quasi quanto tutto un numero della rivista! (le sopracciglia del D.O.C. non sono descrivibili in questo momento, tanto sono inarcate). Ne pubblico pertanto solo uno stralcio che invoglia ed invita il lettore a farsi spedire il resto semplicemente chiedendolo a [email protected] (magari alla mia cortese attenzione, altrimenti il D.O.C. mi uccide). Ma non temete, questo scrittore (perchè di un vero e proprio scrittore si tratta, con tanto di concorsi letterari nel proprio curriculum) tornerà presto sulle pagine della nostra rivistina con un articolo divertente sulla sfortuna di saper giocare bene, che io ho già letto, e che vi intratterrà divertendovi nel numero di marzo. P.S. by D.O.C. “E infine ringraziamo Gl o b ul o pe r i l pezzo…”. Bah… io una donna potrei ringraziarla se mi desse due pezzi… Il suo neh? Jackie estrasse con gesto automatico un piccolo pettine da una delle tasche dello sfarzoso manto che indossava e si riavviò i capelli con cura, allargando la scriminatura e arricciando meglio l’onda della chioma che scivolava ammiccante verso il colletto. Niente male, davvero niente male, pensò riponendo l’attrezzo e sistemando le pieghe dell’abito davanti allo specchio. Si congratulò mentalmente con se stesso per quell’aria vaga e indifferente, quasi sardonica, che sapeva assumere e che tanto piaceva alle cartine. Valet si affacciò alla porta, trafelato: ‘Andiamo, Jacky, tocca a noi. Il torneo sta cominciando.’ ‘Un attimo. Sono quasi pronto.’ ‘Coraggio, sei lì a lisciarti da un’ora. Spicciati… (e la storia continua...)’ E infine ringraziamo Globulo, alias Letizia Canepa, che frequenta a volte alcune pagine della nostra rivistina (nonostante perenni litigate col D.O.C. sulle annose tematiche dei rapporti uomo-donna), per il pezzo a pagina seguente, e che conclude il nostro concorso. PAGINA 13 Nel ringraziarVi qui tutti per la partecipazione, attendo vostre notizie sul come farvi pervenire il premio materiale, perché quello morale è già nei vostri cuori. TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE Chi ha r ubato il cuore del Fante, by Letizia Canepa P.S. by D.O.C. “A proposito Direttore…” . Eppure dovresti saperlo che io faccio solo cose a sproposito... PAGINA 14 Tutte le carte del mazzo avevano un tempo il loro semino di origine rappresentato quattro volte, agli angoli del rettangolo di cartoncino in cui vivevano. Tutte, tutte, ma proprio tutte. Ora no. Guardate bene, ci sono mazzi di carte in cui il seme di famiglia compare su ogni carta solo due volte, agli angoli di una diagonale ideale. Perché? Eh beh, è una storia lunga, dolce, un po’ mielosa forse, non roba da Direttore o 18enni rampanti… Ma siccome sono molto antica me la ricordo e, a chi vuole ascoltare, la racconto… A proposito Direttore, tu che hai avuto 18 anni ai tempi del Laureato, cosa pensavi di Mrs Robinson?... no, non voglio saperlo, io che ero una brutta 18enne la adoravo, era il mio sogno nel cassetto, ragazze (!) , lei si che ci faceva sognare… il presente no, ma il futuro era nostro. Ma torniamo al tema, che sennò... Dunque in quei tempi, molto molto tempo fa (Blackbird già faceva degli squeeze da sogno, su cui Rivara passava notti insonni, vedendo su tutte le pareti magliette gialle come in un Delirium Tremens bridgistico), in realtà quattro carte non avevano nessun semino; non appartenevano a nessuna tribù, nessuna lobby, erano un quadrumvirato (quadrummulierato viene male, chissà perché) potente, temuto e inavvicinabile: erano gli ASSI. Ma come spesso accade, a poco a poco, anche gli Assi cominciarono a cedere... chi chiedeva loro un favore, chi gli prometteva denaro, chi li lusingava con complimenti ed omaggi. E alla fine ruppero il sodalizio sublime che esisteva fra loro, legandosi alle tribù. Co- minciò il più anziano, severo e rigido, quasi cinico e tradizionalista, e sposò la causa della famiglia ♠: aristocratici ed un po’ supponenti, ne divenne il capo. Aveva bisogno anche lui dello stemma di famiglia e tutti facendo a gara per cederglielo se lo strappavano di dosso: alla fine nel mucchio di semini a terra, per non scontentare nessuno, quell’A ne prese uno a caso, se lo mise sul petto e divento l’A di ♠. Essendo ormai privi di uno stemma, per equità, tutti i membri della tribù decisero di dimezzarli, ed ogni carta da allora, nella discendenza, si fregiò di uno stemma centrale, e due in diagonale. Le ♦ seguirono a ruota... come si poteva fare a competere senza un A, era impossibile, il K da solo non ce la faceva proprio. Si favoleggia di cifre da sogno utilizzate per convincere quell’A, snob, tirchio e implacabile negli affari, a diventare l’A di ♦. Le ♣, po’erelle, che povevano fare? Già si portavano dietro un complesso di inferiorità irrecup e r a b i l e, p r es er o q ue l brav’uomo di A semplice, lavoratore, un po’ opaco, ma capace di garantire loro un dignitoso futuro. E via via così tutte le carte si ridussero quindi a due stemmini in diagonale ed ad uno centrale. Le ♥ no. Non riuscivano affatto a capire cosa servisse nella vita avere un A dalla parte loro. E quel quarto A rimasto senza stemma lo salutavano, lo rispettavano (ancora di più ora che, non schierato, era rimasto l’unico ad esercitare un potere assoluto su tutti), ma non lo volevano. E lui si sentiva sempre più l’A di niente. Sì, ora lui era Capo incontrastato, l’A degli A, alla resa dei conti vinceva sempre, perché era pur sempre rimasto l’ASSO, il solo, l’unico A di tutti, non schierato, ma per lui, lui era l’A di niente. In verità se l’era voluto: si era tenuto un po’ in disparte perché aveva un’idea precisa, e covava un sogno da sempre. Lui non si voleva far scegliere perché aveva già scelto. Voleva un cuore. Ma non un cuore qualunque, un cuore dal mucchio, lui voleva il cuore del Fante. Si, lui era un A, aveva il potere, ma non gli bastava. E, visto che un’anima voleva, voleva la più giovane, la più fresca e quella (perché no?) che avrebbe potuto consentirgli di aspirare a tutte le dame (che allora avevano 18 anni, n.d.R.). Anche se le ♥ lo avessero scelto, come avrebbe fatto, nel mucchio, a trovare proprio il cuore del Fante, mah. Infatti, e lo sapeva, c’era un solo modo per averlo: quel cuore lo doveva rubare, se proprio QUELLO voleva. Si, non era una bella azione, rubare, ma lui confidava nella sensibilità di tutta la famiglia delle ♥. Era certo che lo avrebbero capito. Dopo, prima no. Una notte, non si sa bene se su un secretaire o nel buio di un cassetto, quell’A, un po’ tremando, prese delicatamente il cuore centrale del fante, e se lo portò via. Rimasto solo, se lo avvicinò. E quel cuore, senza fatica, divenne suo, e lui divenne l’A di ♥. Era diventato un A qualunque, avrebbero potuto pensare forse in molti. In parte era vero, ma ora lui aveva qualcosa che nessun A aveva, e mai avrebbe avuto. Lui ora aveva un cuore, il cuore del Fante. VOLUME 2, NUMERO 1 Frasi... celebrolese “Cercasi gnocca ricca di neuroni per la riproduzione del mio ultimo rimasto...” Nick: Delbene P.S. Secondo me la frase è un classico esempio di ossimoro, ovvero una classica contraddizione in termini. E si poteva quindi sintetizzare parecchio, togliendo ad esempio tutti quei riferimenti ad ipotetici neuroni femminili... Tanto sappiamo tutti benissimo che non ne esistono e che non ne sono mai esistiti… Però, se avete letto “Botta & Risposta” a pag. 11, sapete che mi è stata chiesta la “par condicio”, asserendo che questo mio metodo denigratorio nei confronti del genere femminile deve essere limitato dalla presenza di quote rosa… o meglio detto, da un contradditorio. Avete capito bene. Un contradditorio. Proprio un contradditorio. Le donne per par condicio esigono un contradditorio. Insomma… a ‘ste donne alla fin fine non importa nulla di quel che diciamo noi uomini, né se sia vero o se sia falso… La verità è che a loro... ehm… basta contraddirci per default… Frasi celebr i Le scelte migliori non derivano mai da impulsi reattivi bensì da pacate riflessioni. Detesto apparire femminista quando non lo sono, e ancor più detesto doverlo apparire per colpa di un uomo, ma il D.O.C. questa volta ha proprio esagerato nel definirci tutte neuron-assenti. Io non sono favorevole alle “quote rosa” perché credo nell’intelligenza come valore assoluto, appannaggio indistinto di uomini e donne. Non mi sento neppure “formichina” come dice la cara Letizia Canepa in Botta e Risposta, e dedicherò un pezzo di sicuro, nei futuri numeri di ToBridge, all’annoso problema. Per ora consegno ai vostri neuroni funzionanti questa adeguata risposta tratta dalla letteratura… maschile: *** Essere donna è terribilmente difficile perché consiste principalmente nel trattare con gli uomini. (J. Conrad) *** Una donna che vuole scendere al livello di un uomo manca di ambizione. (Anonimo) *** Gli incompresi si dividono in due categorie: le donne e gli scrittori. (Honorè De Balzac) *** Le donne non riusciranno mai ad avere successo quanto gli uomini perché non hanno mogli che le raccomandino con i loro consigli. (Dick Van Dyke) *** Gli uomini si sposano perché sono stanchi. Le donne perché sono curiose. Entrambi rimangono delusi. (Oscar Wilde) *** Donne: diavoli senza i quali la vita sarebbe un inferno. (Roberto Gervaso) *** Giudica un uomo dalle sue domande piuttosto che dalle sue risposte (Voltaire) P.S. by D.O.C. Sono d’accordissimo sulle riflessioni come scelte migliori. Un uomo e una donna infatti danno il massimo flettendo, e poi ri-flettendo, ri-flettendo, ri-flettendo... *** Date alle donne occasioni adeguate e possono fare tutto (O.Wilde) *** Quando si scrive delle donne bisogna intingere la penna nell'arcobaleno e asciugare la pagina con la polvere delle ali delle farfalle. (Denis Diderot) PAGINA 15 TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE Lettere al direttore P.S. by D.O.C. “… la ragazza che ci sta...”. Sgrunt. Chi insinua che sia per questa mancanza che mi sia dedicato al bridge? PAGINA 16 Ho letto la vostra frase “Noi pensavamo di essere quattro gatti, e che il mondo del bridge fosse appannaggio di presidenti, consiglieri, segretari, direttori, istruttori, GAN vari... e che questi in modo esclusivo o cumulato coprissero il 367% degli iscritti.” e stavo per rinunciare a scrivervi ma poi il coraggio e la certezza che a 69 anni é necessario avere la convinzione delle proprie opinioni, e la voglia di farle circolare, hanno prevalso. Mi presento, non per presunzione ma per darvi l’idea che ho respirato bridge pomeriggio e sera per gli ultimi 50 anni! Mi chiamo Bruno Coen Sacerdotti, sono un modesto seconda fiori ma... gioco a bridge dal 1957, ho fatto qualche migliaio di tornei, gioco a bridge in tornei casalinghi tutte le settimane, sono stato arbitro ed Istruttore della FIB / FIGB, consigliere di Associazione e Regionale, attualmente Presidente di Associazione, organizzatore per un paio di anni del glorioso Torneo di Milano, commerciante di bridge per 20 anni come comproprietario de La Chouette, direttore per circa 3 anni di Bridge d’Italia e per circa 7 del bollettino dell’Associazione Milano Bridge, collezionista sfegatato di libri ed oggetti relativi al whist ed al bridge che coprono all’incirca gli ultimi 3 secoli e, tuttora, giornalista di bridge per quanto riguarda i libri (sempre meno) e le tecnologie applicabili al gioco. In soldoni: ho visto bridge da tutti i lati, sia davanti che dietro le quinte. Vorrei parlare del futuro del bridge. Non ho sfere di cristallo ma la storia dei giochi é piena di sparizioni improvvise. Due soli giochi, e non di carte, sono sopravissuti ai secoli: il backgammon che si é ritrovato anche negli scavi in Mesopotamia ed ha quattro/ cinquemila anni alle spalle e gli scacchi che ne hanno almeno mille. I giochi di carte hanno tutti avuto vita breve e talvolta brevissima. Il whist ha spadroneggiato per tutto l’ottocento ma é praticamente scomparso; nessun gioco del settecento ed ottocento, inglese, francese od americano, é arrivato vitale fino a noi. Canasta, ramino, tarocchi, scope di vario genere, gin, barbù ed altri sono in caduta libera. Samba, Calypso, JoJotte, Kanhoo (di cui possiedo i manuali degli anni ‘20) sono assolutamente dimenticati. Il bridge ha avuto fortuna. E’ un gioco meraviglioso, sempre diverso ed é nato nell’epoca della stampa a basso costo e della mania per i manuali. Il libro di Culbertson é stato il top seller, nel suo anno di apparizione, vendendo un milione di copie solo negli Stati Uniti e battendo tutti i romanzi dell’epoca. I manuali hanno cristallizzato il bridge rendendolo uguale, o molto simile, in tutto il mondo e rendendo possibili Campionati ed Olimpiadi (all’epoca del Whist ogni città aveva le sue regole, di gioco o di punteggio, rendendo impossibile ogni confronto). E veniamo ai nostri giorni. I giovani hanno Internet, il windsurf, la settimana bianca, il week-end lungo o lunghissi- mo, la ragazza che ci sta e sono poco interessati a rinchiudersi per giocare a bridge (quando ero a Bridge d’Italia ho seguito un campus a Paestum con centinaia di studenti delle medie entusiasti del bridge; un anno dopo i vincitori assoluti di quell’evento non giocavano più. Erano passati ad altri giochi e sport senza rinnegare l’anno di bridge ma senza alcun interesse a continuarlo). La classe media (di età e di finanze) raramente può dedicare soldi e week-end per fare grandi tornei che, peraltro, sono quasi scomparsi. Gli anziani hanno poca voglia di viaggiare ed i costi di alberghi e ristoranti sono ormai proibitivi (provare la 5 giorni del bridge a Venezia!! anche se é stata tristemente trasferita in terraferma togliendo perfino alle mogli non giocatrici la voglia di andarci). Almeno in Italia questi sono gli anni del Burraco. Gioco meno difficile anche se la tecnica e la memoria sono sempre necessarie ma, soprattutto gioco in cui, a torto od a ragione, si può attribuire la sconfitta alle “carte” mentre a bridge le colpe sono sempre evidenti, almeno nei postmortem. Di chi la colpa e quali i rimedi? Ahh, saperlo! Il bridge é in caduta libera in tutto il mondo (nei miei 3 anni a BDI l’età media dei giocatori USA era aumentata di… 3 anni; chiaro segno che la popolazione bridgistica invecchiava rapidamente e che i pochissimi nuovi giovani erano purtroppo pareggiati da neofiti ottuagenari). VOLUME 2, NUMERO 1 Lettere al direttore Quando Ennio Modica (per inciso: mio cognato) organizzò 20 anni fa un corso di bridge per Universitari al Circolo Industriali di Milano ci fu un’affluenza di centinaia di giovani. Oggi nessuno ci prova anche perché le sale costano e le Associazioni, la mia compresa, sono divenute torneifici per sopravvivere e non possono rinunciare nemmeno ad un torneo alla settimana. Un’altra tragica causa di decadenza del bridge é la sparizione della partita libera. La voglia di emettere tessere ed inquadrare i neofiti fa si che la maggior parte dei nuovi giocatori nemmeno sa che si può giocare e divertirsi anche in quattro. Chi ha paura dell’agonismo abbandona il bridge e la maggior parte dei corsi mette un board in mano ai principianti alla seconda lezione. Ricordo mio padre che quando avevo 20 anni mi spingeva (con successo) al bridge dicendomi:” vedrai come ti sarà utile se in albergo in montagna in agosto c’é una giornata di pioggia” Oggi trovare 3 bridgisti da partita libera in villeggiatura é impossibile. La FIGB ha una struttura modellata su numeri che di anno in anno si assottigliano. Taluni campionati a squadre, perfino in Lombardia, la regione che aveva circa 5000 giocatori tesserati, si sono svolti con K.O. fra due/tre squadre. Bridge d’Italia, come avevo facilmente pronosticato nel lontano 1995, diventato bimestrale e quindi totalmente distaccato dall’attualità, verrà cannibalizzato da Internet, che fornisce notizie in tempo reale, perdendo quella pochissima pubblicità che riusciva ad attirare. Da anni la FIGB tratta per realizzare una nuova sede in Via Washington a Milano. Si tratterebbe di costruire una palazzina sopra alla Polisportiva Motoclub (che comprende anche il bridge) su terreno comunale. Pagata la costruzione con un mutuo decennale la FIGB resterebbe proprietaria della sua porzione del fabbricato per, credo, 99 anni. I progetti sono stati approvati 3 o 4 anni orsono ma i lavori non sono ancora partiti. Sono più che convinto che, partendo oggi, nel 2017 il bridge sarà scomparso o ridotto al lumicino rendendo totalmente inutile l’operazione. Sarebbe assai più economico rinunciare ai faraonici uffici attuali affittando a poco prezzo uno qualsiasi delle centinaia di uffici sfitti nella cintura milanese, con comodi parcheggi. E infine un difetto ineludibile del bridge. NON E’ TELEVISIVO! Prosperano snooker e poker perché passano in televisione. Il tennis italiano é quasi morto da quando RAI e Mediaset non lo trasmettono più. Il bridge ha tempi che al giocatore impegnato in un difficile slam sembrano corti ma in televisione sono mortalmente noiosi. Sport ostici come la vela, sono stati salvati dalla bellezza delle immagini anche se la tecnica non era facilmente spiegabile al grande pubblico ma le nozioni di base per apprezzare una licita od una giocata di bridge sono troppe, se non troppo complesse, per essere apprese da un grande pubblico casuale. Avevo proposto a Rona, un po’ per ridere e un po’ sul serio, gli squeeze paralleli. Due esperti su un palcoscenico con due lavagne e due smazzate identiche a doppio morto. Le telecamere inquadrano il sudore della fronte dei due e le frequenti cancellature. Un superesperto “a la Bridgerama” commenta e sfotte. Il primo che trova la soluzione vince l’incontro, 500 euro ed il diritto a tornare la sera dopo. Ho finito lo sfogo e risolto poco ma mi piacerebbe innescare, con questa lettera, un dibattito sulla sopravvivenza del bridge. Bruno Coen Sacerdotti * * * Abbiamo ricevuto questa lettera a neppure 24h dall’invio di TB 11/07. Credetemi… in un Mondo in cui tutto è preordinato, organizzato, appuntamentizzato… trovare qualcuno che “metta disordine nelle sue priorità” per rispondere è cosa rara; trovare qualcuno che lo faccia per passione è cosa ancor più rara; trovare qualcuno che lo faccia pensando sia inutile perché il male è incurabile è praticamente impossibile. E questo coraggio e questa determinazione vanno riconosciuti. Della sopravvivenza del bridge parleremo in altre colonne (pag.18), ma dalla lettera scaturiscono anche altri snodi d’opinione, quali la struttura della Federazione. Per alcuni importante solo se del bridge può permetterne lo sviluppo, ma che al bridge dovrebbe essere sempre subordinata. E se non condividete questo pensiero, pensate a questo: un guerriero può combattere con o senza armatura; in certi casi, neppure sempre, è meglio con armatura. Ma una armatura senza guerriero non è mai meglio. P.S. by D.O.C. Se “...una struttura modellata…” non funziona, mai pensato a cercare “una modella strutturata…” ? PAGINA 17 TO BRIDGE OR NOT TO BRIDGE WE WILL SURVIVE P.S. by D.O.C. In una guerra, ci sono due modi per sopravvivere: uccidere, o sposarsi, col nemico. Inutile dirvi le mie preferenze, neh? PAGINA 18 Rinuncio questo mese alla discussione sui Dolphin Transferts perché sfrutterò lo spazio concessomi dal DOC per iniziare il dibattito sulla sopravvivenza del bridge, la cui miccia è stata accesa dall’ottimo Bruno Sacerdotti Coen nella lettera alla redazione che trovate nelle pagine immediatamente precedenti a questa. Chi sono io per parlarne? Beh, dopo trenta e più anni di bridge agonistico giocato, da qualche tempo mi sono divertito a fare l’editorialista (il colonnaro?) di bridge scrivendo un articolo alla settimana sul quotidiano Il Secolo XIX di Genova. Vado avanti da due anni e mezzo, che sono 130 articoli, e si vede che qualcuno mi legge pure, e il giornale ne ha un qualche riscontro. Ultimamente ho deciso anche di attaccare la vera e propria editoria, e mi sono accordato con la editrice Mursia, che riaprirà dopo anni la sua celeberrima collana I Giochi pubblicando il mio libro “Un Secolo di Bridge”. Così, dovrei essere un esperto di Storia del Bridge, cosa non vera, ma comunque... proviamo a parlarne. *** Sopravviveremo... se lotteremo per farlo… perché il Bridge mondiale non è morente secondo me, ma certo è malato, e se guardiamo solo all’Italia direi malato grave. Sono appena tornato dal Festival del Bridge di Montecarlo; quando lo giocavo vent’anni fa c’erano magari 80 squadre di cui 40 italiane, quest’anno ce n’erano 56 di cui le italiane si contavano sulle dita, ma in compenso c’erano bulgari, slovacchi, lituani, estoni, ecc. ecc. Ecco, quello che mi fa ben sperare sul futuro del Bridge non è certo la situazione dell’Italia, e probabilmente neanche degli USA, ma il fatto che c’è un interesse e una crescita in paesi come la Cina, la Russia, l’Est Europa. Poi non dimentichiamo che il bridge è l’hobby preferito dei due uomini più ricchi del mondo, il che non è poco. Se servissero fondi per un serio e organizzato progetto di rilancio del bridge, qualcuno della WBF potrebbe provare a suonare alla porta di Bill Gates o di Warren Buffett. Sono assolutamente d’accordo invece che in Italia l’interesse per il bridge abbia imboccato una spirale discendente sempre più ripida, e non aiutano a raddrizzare la situazione né gli ottimi risultati sportivi né tanto meno gli sforzi disorganici sul bridge a scuola. Credo fermamente che la causa principale si trovi nell’aver trascurato la partita libera, e quindi nell’aver travisato le vere origini del bridge. Oggi i corsi principianti, standardizzati dalla federazione, portano le persone a scegliersi già dal primo giorno un compagno fisso, poi dopo pochissimo a vedere un board e quindi a parlare solo di duplicato o Mitchell. Se un curioso si presenta da solo a un corso o se il suo gruppo di amici è in numero dispari, probabilmente lo avremo già tagliato fuori fin da principio. Il concetto che viene più ripetuto è “Il bridge è un gioco di coppia”, e del resto le squadre che vincono i grandi campionati sono composte da coppie che giocano insieme da più tempo di quanto sia la durata media di un matrimonio. Quando il povero principiante esce dalla categoria allievi, anche se ha già un compagno abituale, subisce un impatto severissimo contro chi fa agonismo da anni, per non parlare poi del doversi anche misurare contro dei veri e propri professionisti, con tutti i conseguenti problemi morali (ho sentito qualche volta frasi come “lui è qui per divertirsi, io mi guadagno da vivere così”). Moltissimi nuovi giocatori vengono persi a questo punto. Ripartiamo da capo. Il bridge NON è un gioco di coppia, ma un gioco da quattro giocatori. La struttura di base deve rimanere questa: quattro persone si trovano, anche a casa, al bar o su internet, si siedono e giocano. Ogni rubber (o ogni 4 mani, tipo Chicago, se proprio volete giocare coi punteggi da torneo, ma è molto peggio) si cambiano i compagni. Un giocatore scarso al tavolo ve lo troverete una volta per compagno e due per avversario, e questo non sarà così male se si gioca una posta in denaro. Certo, se una sera avrete carte brutte perderete, e se questo vi disturba molto si potrà provare a riportare lo stesso concetto in forma di torneo. Sì, sto parlando di tornei individuali. Una quindicina di anni fa avevo pubblicato un articolo su Bridge d’Italia (Il Bridge del 2010), e poi ho riproposto lo stesso concetto recentemente su The Bridge World. Lo ripeterò qui, sperando che prima o poi qualche istruttore di bridge o gestore di circolo si decida a provare a cambiare metodo. L’idea è organizzare un torneo individuale che riproduca i concetti della partita libera “a giro”. VOLUME 2, NUMERO 1 WE WILL SURVIVE Primo concetto: il numero 3. Sempre 3 board per tavolo, o multipli di 3. Dopo ogni board, OVEST si sposta in SUD, SUD in EST, EST in OVEST. In 3 board avremo gli altri giocatori una volta come compagni e due come avversari. Poi ci lamenteremo che tutti sbagliano solo quando giocano con noi e da avversari giocano come Zia Mahmood, ma a questo non c’è rimedio. Secondo concetto: il sistema. Sapete tutti giocare un quinta nobile “liscione”, semplice semplice, vero? Bene, lo giocheremo tutti. E per non sbagliarci ci sarà una bella convention card dettagliata su ogni tavolo, e tutti la potranno guardare quando vogliono. E, guarda un po’, non esisterà l’alert, nessuna richiesta di spiegazioni, e le esitazioni prima di dichiarare o giocare verranno vissute con molta maggiore serenità. Terzo concetto: nei tornei in più turni, si parte divisi per categorie. A quanti NC piace lottare contro i Prima Categoria? Credo che siano tutti d’accordo che il modo più divertente e probante sia che solo il primo del girone NC vada a lottare per la vittoria finale con i “campioni”, no? E’ chiaro, sono idee che vanno sgrossate e testate a lungo, ma le prove fatte anni fa al mio circolo avevano prodotto serate divertenti. La cosa bella è che in partita libera o in torneo individuale il bridge viene semplificato, reso in qualche modo più accessibile. Al giorno d’oggi l’agonismo non è più divertente: si capisce che per “prendere” bisogna passare ore e giorni di discussioni ed allenamento con il compagno, e questo non diverte nessuno. In più il gioco a coppie così esasperatamente fisse porta di natura a discussioni “etiche”, che l’introduzione del sipario non è riuscita ad eliminare. E proprio noi italiani, che purtroppo ci portiamo dietro una cattiva nomea dovuta agli scandali antichi e a quelli recenti, potremmo provare a sviluppare questi tipi di tor- nei che per loro natura sono molto più puliti. Un altro possibile tentativo potrebbe essere anche rinnovare il concetto di “squadra di bridge”: cosa ne pensereste di fare un torneo a squadre in cui i quattro giocatori di una squadra si presentano al tavolo e obbligatoriamente debbano sorteggiare come dividersi in due coppie prima di cominciare a giocare? Cosa ci sarebbe di male a vedere schierare, ad esempio, le coppie FantoniVersace e Lauria-Nunes? Magari giocherebbero sistemi più semplici e pubblico e avversari capirebbero qualcosa. Una cosa non mi trova d’accordo, nella lettera di Sacerdotti Coen: io trovo che dire “I giovani d’oggi non sono più quelli di una volta” sia una di quelle frasi non molto migliore di “Non ci sono più le mezze stagioni”. Perché io non credo che siano veramente cambiati i giovani, ma temo che in questi anni sia cambiato, e in peggio, il bridge. P.S. by D.O.C. Gentili diciottenni e mie auspicate lettrici… potete non condividerci… ma io per Voi son sempre p r o n t o a conmoltiplicarmi. La’ngolo di Mr s Bennet (disapproved by D.O.C.) Undici persone si trovavano appese alla corda di un elicottero: erano dieci uomini e una donna. Dal momento che la corda non era sufficientemente resistente per sostenere tutte e undici le persone, per non morire tutti, decisero che uno di loro avrebbe dovuto lasciarsi cadere nel vuoto. Non riuscivano però a mettersi d'accordo su chi avrebbe dovuto compiere quel gesto... fino a quando la donna tenne un commovente discorso dicendo che sarebbe stata lei a lasciare volontariamente la corda... dal momento che le donne sono abituate a rinunciare a tutto per i loro figli e i loro uomini, e a regalare tutto agli uomini senza ricevere nulla in cambio… Appena finì di parlare, tutti gli uomini iniziarono a battere le mani… Non sottovalutate mai il potere di una donna... PAGINA 19 Indirizzo: 9, Rue Baron De S.te Suzanne MC 98000 Monaco Tel: 00377 97775784 Sede legale e foro competente: MONACO Comunicazioni varie: [email protected] (redazione) [email protected] (direttore) Iscrizioni (gratuite): [email protected] (Oggetto: Subscribe) Cancellazioni: [email protected] (Oggetto:Unsubscribe) Per la pubblicità sul presente bollettino contattare via mail [email protected] Se volete fare un regalo a Voi, al Vostro club, e perché nò, anche a noi (moralmente, non certo economicamente), sappiate che provvederemo a predisporre l’edizione “To Bridge 2007”: un unico volume contenente tutti i numeri dell’anno. Per richiederlo basta spedire un assegno di trenta euro al seguente indirizzo: Amato Federica - Via Niella 12/7 - 17100 Savona, allegando ovviamente il Vs nominativo per la spedizione. Ah… quasi dimenticavo… dateci segnalazione della Vs richiesta anche via mail, in modo da permetterci di predisporre la Vs copia nel frattempo... CONTATTI/COMUNICAZIONI Fare mail a [email protected], per contattarci o per chiedere numeri precedenti. Solo queste mail saranno lette, ed avranno nel tempo risposte compatibilmente con gli impegni dello staff. Contattateci liberamente se non ricevete gli invii delle nostre pubblicazioni entro tre giorni dall’inizio di ogni bimestre. ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI Fare mail a [email protected], per iscriversi o cancellarsi automaticamente dalle nostre newsletter future. E’ sufficiente ma necessario mettere nell’oggetto “Subscribe”, se volete iniziare a riceverci “Unsubscribe”, se volete essere cancellati. La distribuzione, gratuita e diretta ai nostri associati, avviene esclusivamente per posta elettronica con invio a inizio bimestre. Fate attenzione che il nostro indirizzo e-mail NON SIA in “posta indesiderata”. Rinaldi Importatori Viale Masini, 34 Bologna Telef. 051 . 42 17 811 Fax 051 . 24 23 28 E-mail: [email protected] http://www.rinaldi.biz/ LIBERALITA’: Nel senso “classico” del termine, non sono possibili: se volete favorirci, rendeteci autonomi partecipando alle nostre proposte se e quando ci saranno. PUBBLICITA’: ci piace essere sintetici: esiste in Italiano una parola che racchiude in se quanto righe e righe su carta non arriverebbero mai a dire... ed è MAGARI!!! A noi piacerebbe poter fare dei concorsi di licita e di gioco col morto (con premi “pubblicitari” in natura), e le ditte che volessero contribuire sono certamente benvenute, ma senza elemosine: il costo è di 0,10 cent per ogni e-mail di distribuzione per vignette come quella sopra, con un max di E. 50 a numero. L’ideale sarebbe che diverse ditte sponsorizzassero per un anno una specifica rubrica. Per i contributi daremo indicazioni dirette. ABBONAMENTI: eventuali abbonamenti decorreranno solo ed eventualmente in futuro, perché l’idea di fondo è trovare sponsor che ce ne permettano l’invio gratuito o dietro contributo simbolico. Non possiamo al momento prevedere se avremo anche una versione su carta. Ci piacerebbe, certo, ma una struttura di appassionati volontari può volare solo sull’onda dell’entusiasmo… E per arrivare alla carta stampata, serve un maremoto…