Il restauro del Pantheon

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Il restauro del Pantheon
Il restauro del Pantheon
di Giovanni Belardi
1 - Manutenzione eseguita nel 2005 dell’estradosso; fasi di lavorazione delle lastre di piombo della copertura.
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Nel corso dei secoli si sono avvicendate molte teorie contrastanti su
questioni cruciali come la datazione del monumento del Pantheon, le
tecniche costruttive impiegate per la sua realizzazione e i cambiamenti di destinazione d’uso cui è stato sottoposto.
In occasione di alcuni saggi sull’intradosso della cupola, Beltrami portò alla luce gli archi presenti nello spessore murario. Nel corso dell’intervento manutentivo si è potuto constatare che gli archi non risultano
complanari all’intradosso della cupola, ma aggettano secondo lo spessore dei lacunari, creando così una sorta di ancoraggio per l’intero apparato architettonico. Beltrami ha potuto estrarre un bipedale da uno
degli archi senza danneggiare la struttura perché erano presenti importanti quadri fessurativi e il materiale risultava slegato da tutto il resto e facilmente asportabile; il mattone presentava un bollo ipotizzato
di epoca adrianea e sarebbe potuto essere stato introdotto nella struttura in un intervento di restauro. Il passo di Dione Cassio: «Romae instauravit Pantheum […] lavacrum Agrippae» (Hist. Aug., Hadr. 19, 10;
libro LXIX, 7, 1), conferma che la presenza di materiale dell’epoca di
Adriano in alcuni archi della cupola non esclude che essa sia stata edificata da Agrippa e inoltre definisce il Pantheon lavacrum, termine che
si può tradurre letteralmente con “bagno”, suggerendoci l’originaria destinazione d’uso del Pantheon. La descrizione che Vitruvio fa nel suo
V Libro del De Architectura delle principali caratteristiche del sudatorio, corrisponde esattamente alla conformazione del Pantheon, giustificando l’ipotesi del suo originario utilizzo come sudatorio delle Terme
di Agrippa.
Nel 1995 è stato compiuto il restauro del rivestimento marmoreo e nel
1998 si è provveduto alla riapertura delle ante di bronzo della porta monumentale, una delle quali rimasta bloccata per molto tempo. La por-
ta del Pantheon, considerata un originale di epoca romana, ha rappresentato per molto tempo un grosso problema. La corretta comprensione delle tecniche antiche di montaggio e manutenzione della
porta, sono state indispensabili per consentire i recenti lavori di restauro
che hanno permesso la regolare apertura delle ante grazie al ripristino
dell’originario impianto ruotante della porta.
L’intervento del 2004-2005, che ha riguardato la manutenzione della
cupola si è rivelato un lavoro estremamente complesso poiché si doveva intervenire in maniera non invasiva e realizzando un ponteggio che
permettesse di raggiungere ogni parte dell’intradosso consentendo nello stesso tempo la fruibilità del monumento ai visitatori. Si è realizzato
un trabattello semovente alto 45 metri avente un 1/7 del volume totale
dell’edificio, che si muoveva per settori e non impediva l’accesso al pubblico durante l’esecuzione dei lavori che però di volta in volta dovevano iniziare e finire; prima della realizzazione della struttura sono state
condotte delle indagini per verificare l’effettiva capacità del pavimento
di sopportare il peso aggiuntivo. La struttura realizzata era caratterizzata da piani di lavoro aggettanti, contenente al suo interno un ascensore per rendere più agevole lo spostamento sia degli operatori che dei
materiali e possedeva trentasei ruote, di cui sette motorizzate.
L’ammaloramento e il distacco di parti superficiali d’intonaco dell’intradosso erano causate da infiltrazioni di acqua piovana. Benché l’intervento di impermeabilizzazione fu eseguito negli anni ’70 si è provveduto
comunque ad una verifica dell’estradosso ricomponendo le lastre di
piombo della copertura con nuove chiodature, saldature e risarciture.
Le operazioni sono state eseguite da maestranze che hanno operato
senza installare impalcature di servizio garantendo un risparmio economico e rapidità nell’esecuzione dell’intervento.
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5 - Intradosso della cupola; vista dei lacunari della
cupola prima dell’intervento di restauro del 2005.
2 - La porta restaurata nel 1998.
3 - Ponteggio semovente, durante il restauro del 2005.
4 - Particolare del ponteggio semovente modificato
per superare il dislivello dell’altare maggiore,
durante gli interventi eseguiti nel 2005.
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6 - Bronzi dell’oculo dopo il restauro del 2005.
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