dove vanno le nuvole
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dove vanno le nuvole
ISTITUTO COMPRENSIVO “D’AOSTA” Tutti gli usi della parola a tutti, non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo (Rodari) Progetto Continuità a.s. 2014.2015 IO SONO UN RACCONTO 1^momento campus narrativo 16 gennaio 2015 ore 9.30 – 11.30 DOVE VANNO LE NUVOLE Leggere un viaggio, viaggio in un libro classi quinte scuola primaria e classi prime scuola media Finalità. Il primo momento del campus è dedicato alla lettura e all’ascolto narrante. L’attività ha lo scopo di introdurre gli alunni ai temi del campus e consentire loro un’esperienza di lettura come divertissement. Obiettivo di apprendimento. Dati alcuni testi della scrittrice Antonella Ossorio, in un contesto di gara fra classi, sviluppare la memoria a breve termine, l’attenzione e la concentrazione al fine di comprendere i passaggi testuali più importanti. Metodologia. L’esercizio di comprensione della lettura avviene all’interno di una gara e seguendo le modalità tipiche di una competizione fra classi. Classi partecipanti. 5^A, 5^B D’Aosta; 1^A, 1^B, 1^C, 1D scuola media. Come si svolgerà la mattinata. Gli alunni si sistemeranno presso il teatro dell’Istituto. Sarà spiegato loro cos’è un campus narrativo e il tipo di esperienza che vivranno. Successivamente si presenterà un breve profilo di Antonella Ossorio e si dirà che l’incontro verterà soprattutto sulla lettura dei suoi libri. I conduttori poi spiegheranno l’animazione e inizieranno l’attività. Svolgimento dell’animazione alla lettura. Le due conduttrici spiegheranno ai ragazzi in cosa consisterà l’animazione. Innanzitutto si stabilirà chi deve essere il notaio e chi dovrà far parte della giuria (i docenti). Provveduto a questa incombenza le due conduttrici leggeranno ad alta voce i primi due brani di libri della scrittrice Antonella Ossorio; successivamente saranno consegnati ai ragazzi fotocopie recanti altri brani sempre di romanzi della scrittrice, ma diversi dai primi e, questa volta, essi saranno letti Animazione alla lettura Campus Narrativo - Io sono un racconto I.C. “D’Aosta” Ottaviano 1 in silenzio in circa cinque minuti. Successivamente saranno ritirati i fogli e le conduttrici chiameranno per ogni classe un capitano, che dovrà rispondere ad alcuni quesiti sui brani letti. Per ogni risposta giusta conquisteranno due punti. Se il capitano vuole farsi aiutare da un compagno della classe può chiamarlo in aiuto, ma perderà un punto. I punti saranno attribuiti dalla giuria a seconda di sette categorie: classe più simpatica, classe più solidale, classe più attenta, classe più esperta, classe più fantasiosa, classe più concentrata, classe più allegra. Alla fine sarà proclamato un vincitore per ciascuna categoria. Dove vanno le nuvole. Una nuvola osserva il mondo dall'alto, ne è affascinata. Tutto laggiù è movimento, respiro, colore e suono. Una mamma e un bambino mentre osservano il cielo sono presi dal divertimento e dalla curiosità e liberano la loro fantasia nel dialogo. “Mamma, dove vanno i palloni che volano via?” “A tenere compagnia alle nuvole.” “E le nuvole? Dove vanno, le nuvole?” “Dove le porta il vento, finché, stanco di trascinarsele dietro, le disperde in un soffio. Altre volte, si disfano in pioggia.” “Allora, nessuna nuvola dura per sempre...” “Niente dura per sempre. Tutto ha un principio e una fine...” Dall'alto, sempre più piccola e leggera, la nuvola lentamente si trasforma, ascolta il dialogo e scopre lo bellezza del mondo. Se entri nel cerchio sei libero 1. Corri, corri, corri, perché in quel momento sei certo di una sola cosa: se entri nel cerchio sei libero. Ce l’hai fatta, nessuno può più toccarti. Ed è bellissimo quando, una volta che sei riuscito ad entrare nel cerchio, puoi gridare con tutta la voce che hai: “Libero, libero, libero!”. Mi chiamo Adama, sono nato a Léo, Burkina Faso, Africa. Alcuni ricordi della mia infanzia li ho chiari, altri confusi, ma di una cosa sono sicuro: ero felice. Senza nessun motivo particolare, solo per quelle cose che fanno contenti tutti i bambini. Cose del tipo: avere qualcuno che ti accarezza, quando hai voglia di sentirti piccolo e qualcuno che dalla strada ti chiama e tu corri fuori a giocare, quando hai voglia di sentirti grande. Qualcuno che ti racconta le storie e qualcuno che cucina apposta per te quello che ti piace. Io tutto questo ce l’avevo e a darmelo erano: mia madre, le carezze. I miei amici, le voci dalla strada. Mio nonno, i racconti. Mia nonna, le cose buone da mangiare. Se entri nel cerchio sei libero 2. Ogni volta che Adama mi dice: "Aspetta, forse questa non te l'ho mai raccontata", io tremo. Perché subito dopo se n'esce sempre con qualche episodio memorabile che - penso tutte le volte mangiandomi le mani - sarebbe stato materiale prezioso per il romanzo. "Forse non ti ho mai raccontato - mi fa con qualche anno di ritardo - che quando arrivai a San Vito dei Normanni mi sentivo spaesato e non riuscivo a parlare con nessuno; con nessuno, cioè, tranne i vecchi del paese. Con loro ci riuscivo perché... boh, non lo so perché. Forse perché si muovevano e parlavano col ritmo lento della mia gente. I vecchi di San Vito sono uguali sputati agli africani, così quando volevo parlare correvo da uno di loro e... mannaggia, che peccato che non te l'ho detto!". Oppure: "Mi sa che non ti ho mai raccontato dei cani che ho avuto, che sono stati molti ma si chiamavano tutti "Patience" e "Tout passe", e quando venivo cacciato di casa mi seguivano e per me sono stati importanti, veramente importanti... mannaggia, che peccato che non te l'ho raccontato!". E così via. "E che cavolo, Adama!" gli dico io tutte le volte, e mi piango l'ennesimo capitolo che non ho mai scritto che sarebbe stato bello, bellissimo, forse quello migliore. ". Animazione alla lettura Campus Narrativo - Io sono un racconto I.C. “D’Aosta” Ottaviano 2 La mammana. La notte del primo marzo 1843, la terza da quando nel cielo era comparsa una stella con la coda così sfolgorante da umiliare ogni altro corpo celeste, sarebbe stata un’altra notte senza pace. I cani riacquistata la loro natura selvatica, avrebbero dimenticato di avere un nome. Briganta! Rosetta! Regina! Queste alle loro orecchie sarebbero suonate come parole prive di significato, perciò non avrebbero risposto al richiamo e, tirando la catena per la smania inappagata di andarsene vagando per il bosco, avrebbero ululato come lupi. Le galline confuse da tanto chiarore, avrebbero vegliato covandosi uova immaginarie. Le capre, che pure sono più furbe del demonio, in preda a turbamento oscuro avrebbero belato incessantemente con la pretesa cocciuta di ricevere la mungitura del mattino. Se entri nel cerchio sei libero 3. Quando mio padre aveva un bastone in mano, non ci voleva molta fantasia a indovinare che per me si stava mettendo male. Certe volte, stavo al cinema e li vedevo entrare, lui e il bastone. Al cinema, ci andavo sempre con Alì il sordomuto. Anche se non sentiva il resto di niente, era un grande appassionato di film, soprattutto di quelli con Jackie Chan. Mi piaceva andare al cinema con Alì il sordomuto, mentre guardava il film, faceva certe facce che era di gran lunga più divertente guardare lui che lo spettacolo. Ma il bello veniva dopo, quando, con la mimica, raccontava agli altri amici il film ed era così bravo da far capire tutto, personaggi, trama e critica cinematografica, e cioè cosa ne pensava lui di tutta la faccenda. Siccome mio padre lo sapeva che andare al cinema mi piaceva parecchio, era proprio là che se la godeva di più a venirmi a beccare. Appena lo vedevo entrare, io mi alzavo e uscivo. Così, almeno, gli altri potevano guardarsi il film in santa pace. Soprattutto Alì il sordomuto, che non doveva assolutamente distrarsi perché poi toccava a lui raccontarmi come era andata a finire. Ero io ad andare incontro a mio padre, tanto, ormai, mi ero abituato e quasi non sentivo più dolore, quando mi bastonava. Domanda n. 1 categoria classe più simpatica. Trova la parola pirata nel brano: Mi piaceva andare al cinema con Alì il sordomuto, mentre guardava il film, faceva certe facce che era di gran lunga più divertente guardare lui che lo spettacolo. Ma il bello veniva dopo, quando, con la mimica, raccontava agli altri parenti il film ed era così bravo da far capire tutto, personaggi, trama e critica cinematografica, e cioè cosa ne pensava lui di tutta la faccenda. (Soluzione: la parola pirata è “Parenti”, quella giusta è “Amici”) Domanda n. 2 categoria classe più solidale. Individua qual è la parola del testo Dove vanno le nuvole che è solidale con le seguenti: palloni, nuvole, pioggia (Soluzione: la parola solidale è “VENTO”) Domanda n. 3 categoria classe più allegra. Nel testo “Se entri nel cerchio sei libero” Adama è felice per alcune cose, elencane almeno tre. (Soluzione: avere qualcuno che ti accarezza, qualcuno che dalla strada ti chiama e tu corri fuori a giocare, qualcuno che ti racconta le storie, qualcuno che cucina apposta per te.) Domanda n. 4 categoria classe più attenta. Nel libro “Se entri nel cerchio sei libero” Adana dice di essere arrivato in un paese della Calabria. In quale paese si trova Adama Animazione alla lettura Campus Narrativo - Io sono un racconto I.C. “D’Aosta” Ottaviano 3 e in che cosa i vecchi calabresi sono simili ai vecchi africani? (Soluzione: San Vito dei Normanni, perché si muovevano e parlano col ritmo lento della gente africana) Domanda n. 5 categoria classe più esperta. Nel libro “La mammana” si parla di un fenomeno astronomico particolare: la cometa, ti ricordi quali sono le reazioni degli animali a quel fenomeno? (Soluzione: I cani riacquistano la loro natura selvatica. Le galline covano uova immaginarie. Le capre, belano incessantemente per ricevere la mungitura del mattino.) Domanda n. 6 categoria classe più fantasiosa. Nel romanzo “Se entri nel cerchio sei libero” si descrive l’episodio del cinema, perché il padre per picchiarlo lo becca nel cinema? (Soluzione: perché il padre sapeva che andare al cinema piaceva parecchio al figlio) Domanda n. 7 categoria classe più concentrata. Nel romanzo “Se entri nel cerchio sei libero” si descrive l’episodio dell’amico Alì sordomuto. Dopo che ha visto il film con la mimica, Alì racconta agli altri il film e fa capire tre cose, quali? (Soluzione: racconta agli altri amici il film tanto da far capire tutto, personaggi, trama e critica cinematografica, e cioè cosa ne pensava lui di tutta la faccenda.) Animazione alla lettura Campus Narrativo - Io sono un racconto I.C. “D’Aosta” Ottaviano 4