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GEORGIA: LA SCINTILLA DEL CONFRONTO NUCLEARE?
La macchina della disinformazione negli ultimi giorni ha lavorato a pieno regime nel cercare di ribaltare
completamente la realtà dei fatti accaduti in Georgia, e di far passare i russi da aggrediti ad aggressori. Ben poca
attenzione hanno ricevuto tutti i numerosi resoconti che, sin dalle prime ore, dipingevano un quadro degli eventi
assai diverso...
La macchina della disinformazione negli ultimi giorni ha lavorato a pieno regime nel cercare di ribaltare completamente la realtà dei fatti accaduti in Georgia, e di far passare i russi da aggrediti ad aggressori. Ben poca attenzione hanno ricevuto tutti i numerosi resoconti che, sin dalle prime ore, dipingevano un quadro degli eventi assai diverso, come quello che riporto di seguito a puro titolo di esempio:
“Un giornalista della France Presse ha confermato che l'artiglieria georgiana ha colpito la capitale sudosseta da circa un chilometro a sud della città. Le strade di Tshinvali portano visibili i segni dei combattimenti di questi giorni. Molte le case danneggiate, le automobili e i carri bruciati. In giro si vedono solo soldati russi e sudosseti. Molti abitanti della città si riuniscono nei cortili e negli ingressi dei palazzi per condividere le paure per i combattimenti. «Dal sud della città sono arrivati per tutta la notte razzi e tiri di
mitragliatrice» ha dichiarato l'arcivescovo Georgy Poukhati, «malgrado i georgiani avessero dichiarato un cessate il fuoco unilaterale». «La situazione è davvero incandescente - ha proseguito il religioso ortodosso - È in atto una catastrofe umanitaria, e le infrastrutture urbane sono state totalmente distrutte». Ancora secondo Poukhati, molti abitanti della città stanno per lasciare Tskhinvali. Un convoglio di rifugiati sarebbe stato bombardato nel fine settimana mentre cercava di raggiungere la Russia.
Le vittime sarebbero una cinquantina ma l'episodio non è stato confermato da fonti indipendenti. L'arcivescovo se l'è poi presa con l'Unione Europea e l'Organizzazione europea per la sicurezza e la cooperazione (Ocse), da lui ritenute parzialmente responsabili della crisi a causa del sostegno dato al presidente georgiano Mikhail Saakashvili. «Se l'Ue è soddisfatta di ciò che succede qui sono felice: lunga vita al fascismo» ha ironizzato il religioso. Una donna di 70 anni, Svetlana Tsekholeva, ha raccontato che la
sua casa di quattro piani è stata ridotta in macerie dopo gli scontri tra le forze georgiane e quelle russe. La donna si appella alla Russia, perchè aiuti l'Ossezia del Sud: «Per favore, per favore Putin, aiutaci! - ha invocato l'anziana - non abbiamo un altro posto dove andare».”
Un illuminante esempio dello stomachevole grado di manipolazione mediatica di questi giorni sono alcune foto pubblicate sul sito della BBC, immagini che avrebbero dovuto documentare i bombardamenti russi su alcune palazzine civili in territorio georgiano, che in realtà erano edifici adibiti all’alloggiamento delle truppe in alcune basi militari colpite dall’aviazione di Mosca:
Nella foto sopra, si può osservare il presunto cadavere di una persona che indossa una camicia a scacchi; l’altro “cadavere” viene portato via dal personale medico, e si può notare che la sua mano sta reggendo la manica della dottoressa. La scena appare realistica, non fosse per l’individuo vestito di nero che non sembra molto preoccupato.
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In questa invece osserviamo un uomo in lacrime con un corpo tra le braccia. Osservando con attenzione, si nota che il “cadavere” indossa la stessa camicia a scacchi, gli stessi pantaloni e le stesse scarpe di quello di prima: è la stessa persona! E il tizio che piange è quello che appariva vestito di nero nell’altra foto… In queste immagini non si nota nulla intorno alla scena: non ci sono persone che corrono via spaventate dal bombardamento, come ci si aspetterebbe se quelli fossero condomini abitati da un
gran numero di civili.
Per contro, non circola molto materiale videofotografico a documentare le morti e le distruzioni nell’Ossezia del Sud, e quando circola ne viene manipolata l’origine, come testimoniato da Svetlana Kozaeva, originaria di Tskhinvali, laureata in lettere all’Università di Mosca, poliglotta, grande appassionata dell’Italia, giunta col fratello Ruslan a Tskhinvali alle 17 circa dell’undici agosto. “Le cantine – rabbrividisce – sono piene di cadaveri. È stata una pulizia etnica. I georgiani sono arrivati a livelli che non hanno
toccato neppure i tedeschi nella seconda guerra mondiale. La Cnn e la Bbc trasmettono immagini di Tskhinvali e dicono che vengono da Gori. Ho riconosciuto con i miei occhi un falso. In un servizio da Gori c’era una strada della mia città di origine, quella intitolata agli eroi, la via ‘Geroev’. Perché i media occidentali giustificano il presidente georgiano Mikhail Saakashvili e il suo regime criminale?”
Emblematico anche il caso di un notiziario della Fox News che, mentre intervistava una bambina statunitense di dodici anni in visita ai parenti dell’Ossezia del Sud proprio durante il conflitto, ha cercato di interrompere il suo intervento e quello della zia quando queste hanno espressamente ringraziato i soldati russi per averle salvate dall’attacco dei georgiani.
Vediamo di riassumere alcuni semplici fatti:
Quando l’Unione Sovietica si è dissolta, l’Ossezia del Sud e l’Abkazia votarono per rimanere con la Russia, non con la Georgia; in Ossezia del Sud l’affluenza alle urne arrivò al 95%, e il 99% dei votanti scelsero di rimanere con la Russia. Da allora gli Stati Uniti e Saakashvili hanno provato a scardinare quella democratica decisione.
L’attuale presidente della Georgia, filo-sionista, ha studiato negli USA, mentre il ministro della difesa, Temur Yakobashvili, ha servito nell’esercito israeliano.
Mentre Bush e Medvedev si trovavano agli incontri del G8 ad Hokkaido, in Giappone, Condoleezza Rice visitava la Georgia, annunciando esercitazioni congiunte che terminarono il 31 luglio. L’8 agosto, la Georgia ha attaccato l’Ossezia del Sud. Tirate voi le somme…
I consiglieri militari in Georgia comprendevano personale statunitense e israeliano, con l’aggiunta di truppe ucraine coinvolte nell’invasione e nel genocidio di numerosi civili. Le truppe georgiane erano completamente equipaggiate di materiale statunitense ed israeliano; nonostante le imponenti risorse tecnologiche per l’intelligence, grazie ai droni e ai satelliti USA, è un mistero come la Georgia e i suoi “alleati” non abbiano rilevato l’imponente schieramento di truppe russe lungo il confine osseto… al contrario
dei russi, pienamente a conoscenza di quanto si stava preparando in Ossezia del Sud.
Il presidente russo Medvedev ha ordinato alle autorità militari la documentazione completa dei crimini di guerra perpetrati nei confronti della popolazione osseta, in quanto la Russia intende perseguire legalmente i responsabili (leggi: Saakashvili).
Emblematico il commento dell’ex cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder:
“Immaginate se fossimo obbligati a intervenire militarmente al fianco della Georgia quale membro della NATO, al fianco di un evidente giocatore d’azzardo, quale va definito Saakashvili. […] Non credo che la Russia stia perseguendo una politica di annessione, così come non credo vi sarà un ritorno allo status quo precedente per l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia. Questo è fuori discussione.”
La situazione è gravida di conseguenze imprevedibili. Persino Richard Boylan è intervenuto, divulgando un dispaccio ricevuto da un suo amico ex(?) ufficiale nell’intelligence dell’esercito il quale, se dobbiamo dar credito a questa informazione, riferisce cosa ci sia attualmente in navigazione verso il Golfo Persico.
Le forze navali statunitensi assegnate o in rotta comprendono:
Nono Gruppo Portaerei d’Attacco
USS Abraham Lincoln (CVN72) superportaerei nucleare col suo Secondo Stormo imbarcato
Nona Squadra Cacciatorpediniere
USS Mobile Bay (CG53) incrociatore lanciamissili
USS Russell (DDG59) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Momsen (DDG92) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Shoup (DDG86) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Ford (FFG54) fregata lanciamissili
USS Ingraham (FFG61) fregata lanciamissili
USS Rodney M. Davis (FFG60) fregata lanciamissili
USS Curts (FFG38) fregata lanciamissili
Uno o più sommergibili nucleari
Gruppo di Spedizione d’Attacco Peleliu
USS Peleliu (LHA-5) portaerei da assalto anfibio di classe Tarawa
USS Pearl Harbor (LSD52) nave da assalto
USS Dubuque (LPD8) nave da assalto/bacino di approdo
USS Cape St. George (CG71) incrociatore lanciamissili
USS Halsey (DDG97) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Benfold (DDG65) cacciatorpediniere lanciamissili
Secondo Gruppo Portaerei d’Attacco
USS Theodore Roosevelt (DVN71) superportaerei nucleare col suo Ottavo Stormo imbarcato
22ma Squadra Cacciatorpediniere
USS Monterey (CG61) incrociatore lanciamissili
USS Mason (DDG87) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Nitze (DDG94) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Sullivans (DDG68) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Springfield (SSN761) sommergibile nucleare
IWO ESG - Gruppo di Spedizione d’Attacco Iwo Jima
USS Iwo Jima (LHD7) portaerei da assalto anfibio con la sua Quarta Squadra Anfibia e la 26ma Unità Marine
USS San Antonio (LPD17) nave da assalto
USS Velia Gulf (CG72 incrociatore lanciamissili
USS Ramage (DDG61) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Carter Hall (LSD50) nave da assalto
USS Roosevelt (DDG80) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Hartfore (SSN768) sommergibile nucleare
Settimo Gruppo Portaerei d’Attacco
USS Ronald Reagan (CVN76) superportaerei nucleare col suo 14mo Stormo imbarcato
Settima Squadra Cacciatorpediniere
USS Chancellorsville (CG62) incrociatore lanciamissili
USS Howard (DDG83) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Gridley (DDG101) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Decatur (DDG73) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Thach (FFG43) fregata lanciamissili
USNS Rainier (T-AOE-7) nave appoggio combattimento veloce
Probabile che si aggiungano anche:
Gruppo Portaerei d’Attacco HMS Ark Royal della reale marina britannica con varie cacciatorpediniere e fregate lanciamissili, sommergibili nucleari e navi appoggio, sommergibili nucleari francesi (probabilmente l’Amethyste e forse altri), caccia francesi da portaerei di tipo Rafale, operanti dalla USS Theodore Roosevelt in quanto la portaerei francese Charles de Gaulle è in bacino, nonché varie altre unità militari statunitensi di superficie e sottomarine, fra le quali potrebbero esserci:
USS San Jacinto (CG56) incrociatore lanciamissili
USS Anzio (CG68) incrociatore lanciamissili
USS Normandy (CG60) incrociatore lanciamissili
USS Carney (DDG64) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Oscar Austin (DDG79) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Winston S. Churchill (DDG81) cacciatorpediniere lanciamissili
USS Carr (FFG52) fregata lanciamissili
I Gruppi di Spedizione d’Attacco USS Iwo Jima e USS Peleliu dispongono di caccia Harrier a decollo verticale del Corpo dei Marine, elicotteri da assalto e da attacco, unità corazzate anfibie e truppe addestrate per operare in acque basse e conquistare porzioni di territorio, come Qeshm (un’isola di 50 miglia al largo di Bandar Abbas nel Golfo di Hormuz, quartier generale dei Corpi dei Guardiani della Rivoluzione Islamica iraniani).
Questa operazione non sembrerebbe indirizzata solo all’Iran: si teme infatti che Russia e Cina possano opporsi al blocco aeronavale dell’Iran. Se alcune loro navi militari dovessero scortare petroliere civili verso l’Iran in violazione del blocco, potrebbe verificarsi il più pericoloso confronto dai tempi della crisi dei missili a Cuba. Gli USA e i loro alleati avrebbero messo in campo una forza così imponente proprio per scoraggiare in partenza qualunque iniziativa sino-russa.
Presto sapremo quanto c’è di vero in questa informazione, ma non c’è dubbio che, se lo fosse, il rischio di un conflitto fra potenze nucleari sarebbe tutt’altro che remoto, purtroppo… sempre che non si verifichi qualche evento “inatteso”. Hai visto mai?
Tom Bosco
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