Mercati di Traiano

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Mercati di Traiano
 I “Mercati di Traiano” sono un complesso monumentale costruito agli inizi del II secolo d.C.
dall’architetto Apollodoro di Damasco, contestualmente al Foro di Traiano, per contenere
e rivestire le pendici del colle Quirinale.
Il monumento, interpretato come “mercato” al momento della sua “riscoperta”, negli
anni 1926-1934, è articolato in edifici disposti su sei livelli, e doveva essere un centro
polifunzionale ed amministrativo collegato al Foro di Traiano.
Negli ultimi anni, nei Mercati di Traiano sono stati organizzati importanti eventi culturali ed
espositivi, cui l’inserimento spaziale nelle splendide architetture antiche ha conferito un
eccezionale valore aggiunto.
Negli anni 2005-2007 sono stati condotti interventi specialistici di restauro e di
adeguamento alla normativa europea antisismica degli edifici della Grande Aula e del
Corpo Centrale. La copertura della Grande Aula (sei volte a crociera per 2800 tonnellate
di peso) è stata consolidata mediante iniezioni sull’intradosso e operazioni di ancoraggio
alle pareti.
Inoltre, sono stati eseguiti l’incatenamento degli edifici e la sostituzione di parti di
coperture.
Sono in corso analoghi interventi di restauro, consolidamento e miglioramento antisismico
nel complesso inferiore del Grande Emiciclo e delle Aule di Testata, consistenti
nell’ancoraggio delle due aule di testata al corpo della struttura mediante l’inserimento
di barre in acciaio inox.
Dall’autunno del 2007 i Mercati di Traiano ospitano il Museo dei Fori Imperiali, nel quale
sono esposte ricomposizioni di partiture scultoree ed architettoniche dei Fori Imperiali.
Prodotti audiovisivi narrano la storia del monumento, delle sue trasformazioni e del suo
recupero come bene culturale; il parallelo sistema di comunicazione del Museo dei Fori
Imperiali si avvale di video pannelli.
La contestualizzazione del Monumento-Museo nel parco archeologico dei Fori Imperiali e
l’originalità delle scelte metodologiche di restauro e di allestimento fanno di questo
insieme un unicum.
“Il design – segno/disegno/marchio – come molti altri concetti e aspetti del vivere non è
nostra recente “invenzione”. Guardiamo solo all'età romana: si pensi alla splendida
produzione aretina di vasellame da vari atelier, come a quella seriale di doni votivi, ai
marchi /bolli delle figlinae (fabbriche) di laterizi, alle forme e alla siglatura delle anfore
destinate a trasportare e conservare tanti, diversi alimenti, alla ripetizione sistemica di
decorazioni architettoniche che oggi come fossili guida ci permettono di datare gli
edifici...Oggetti e forme che entravano nelle case di tanti, conquistando una larga
diffusione per la loro utilità, ma che divengono anche “cifra”, simbolo dello status sociale
e non solo parte delle attività e della gestualità di tutti i giorni. Per molte di queste
tipologie di oggetti è fondamentale la loro produzione in serie secondo un'organizzazione
preindustriale, con una notevole incidenza nel sistema economico dell'epoca.
E' per questo che non deve stupire questo incontro apparentemente inusuale tra il design
italiano “storicizzato” e contemporaneo nei Mercati di Traiano, ormai luogo privilegiato
per l'innesto del moderno nell'antico. Molti degli interventi di valorizzazione e recupero del
complesso sono stati realizzati proprio studiando linee, forme, materiali che lungi
dall'essere corpi estranei, si richiamassero invece alle materie prime del costruire secondo
un design ben preciso. Di qui le soluzioni in legno e ferro per passerelle e rampe lungo i
percorsi esterni dei Mercati di Traiano, il cor.ten per integrazioni per la riproposizione di un
portale, per la creazione di gradini, per ambienti di servizio lungo la via Biberatica e,
soprattutto, per la filiforme passerella sospesa a Campo Carleo. Materiali contemporanei
invece come il polimetilmetacrilato e l'acciaio per le schermature della Grande Aula, che
ne assicurano conservazione e valorizzazione; mentre sono stati associati cor.ten e acrilico
trasparente retro stampato per i supporti del sistema di comunicazione integrato del
monumento.
Meet Design si espande nei volumi del complesso traianeo e si confronta con i materiali
marmorei selezionati per raccontare architettura e scultura dei Fori Imperiali: il dialogo è
difficile ma non impossibile e, come spesso accade, i volumi incredibilmente moderni
della Grande Aula e del Corpo Centrale riescono ad accogliere anche questa
straordinaria selezione di “creazioni” italiane dal dopoguerra ad oggi. Anche in questo
caso prevale la narrazione, il racconto di decenni importanti della nostra Storia attraverso
le “storie” di oggetti di uso quotidiano, che rappresentano la capacità e competenza dei
nostri “inventori di forme”. Questo aspetto in un certo senso rimanda e lega all'altra mostra
presente nel complesso, “Calce viva. I Romani grandi costruttori nei Mercati di Traiano”,
che testimonia l'eccellenza dei nostri antenati nella conoscenza delle materie prime e dei
sistemi costruttivi: dalla scelta sapiente delle pozzolane, all'individuazione di componenti
assimilabili al nostro cemento moderno, all'impiego di coperture straordinarie come la
volta a sei crociere della Grande Aula, che tutt'oggi, malgrado gli eventi traumatici e
l'intervento discutibile dell'uomo, ci sovrasta.” (Lucrezia Ungaro)