Progressione 51

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Progressione 51
RICERCHE
BIOSPELEOLOGICHE NELLE
ISOLE IONIE MERIDIONALI
In giugno e all’inizio di settembre 2004
ho trascorso due periodi di vacanza nelle
isole di Cefalonia (con un’escursione a
Itaca) e Leucade, in buona parte dedicati
alle ricerche sulla fauna cavernicola, ricerche che vanno ad aggiungersi a quelle
da me già svolte nelle Isole Ionie nell’ultimo ventennio (Corfù: 1985, 1992 e 2000;
Zante: 1999).
In attesa di compendiare in una specifica nota i reperti relativi ai ragni, ritengo
utile fornire qualche indicazione speleologica e riferire, in via preliminare, sui risultati delle raccolte faunistiche nelle grotte
visitate di recente.
LEUCADE
Spilaio Karoucha. Ampio riparo sotto
roccia (m 20x15 circa all’ingresso), con
ambienti asciutti ed illuminati, che si apre
a m 170 di quota, circa 500 metri a ovest
dell’abitato di Sivros, non lontano dalla
strada per Vasiliki, nella parte meridionale
dell’isola. Nonostante il modesto interesse speleologico, la cavità è ben conosciuta e la strada di accesso è indicata da
cartelli. Vi ho rinvenuto solamente alcuni
esemplari del ragno Loxosceles rufescens
(Dufour), specie termofila la cui presenza
negli ambienti ipogei delle regioni mediterranee è limitata alle zone di ingresso.
Chirospilia. La grotta è riportata sulle
carte e sulle guide turistiche e si trova
poco a sud di Evghiros, al fianco orientale di un’ampia depressione carsica. Per
raggiungerla si percorre dapprima la strada che porta alla baia di Afteli, prendendo
quindi un sentiero in discesa che in pochi
minuti conduce all’ingresso, situato a circa m 150 s.l.m. (il percorso è ben segnalato da frecce e scritte sia sulla strada,
sia lungo il sentiero). La cavità inizia con
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una caverna a pianta irregolare, con più
aperture, a cui segue un breve salto, facilmente superabile in arrampicata; dalla
base del salto si dipartono due gallerie, la
principale delle quali, ben concrezionata,
si sviluppa in discesa ed è agevolmente
percorribile per una decina di metri. Seguono vani discendenti piuttosto stretti
che non ho visitato per mancanza di tempo e di attrezzatura adeguata. La fauna
della caverna iniziale è data dai ragni troglofili Metellina merianae (Scopoli) e Tegenaria parietina (Fourcroy), mentre nelle
parti interne vive una colonia di ortotteri
del genere Dolichopoda.
CEFALONIA
Spilaio Drogarati. Grotta turistica, che
si trova, come le due seguenti, nella zona
carsica di bassa quota che circonda la
cittadina di Sami, nel settore orientale
dell’isola. L’ingresso, aperto nel 1958, è
situato nella parte più profonda di una
piccola e dirupata dolina. Segue una breve galleria che sbocca in una vasta caverna (m 65x45), adorna di imponenti
concrezioni calcitiche. La parte inferiore
della caverna presenta il fondo spianato
artificialmente, in quanto questo ambiente viene saltuariamente utilizzato quale
salone per concerti, dotato di un’ottima
acustica e di una capienza di 500 persone. La fauna raccolta è particolarmente
abbondante ed interessante, rappresentata dai ragni troglofili Sulcia cretica violacea Brignoli e Metellina merianae (Scopoli), da opilioni, pseudoscorpioni (da
segnalare il rinvenimento di una nuova
specie ultraevoluta del genere Roncus –
det. Gardini), isopodi, collemboli, e dall’ortottero Dolichopoda pavesii Galvagni,
endemico di Cefalonia.
Spilaio Limni Melissani. Si tratta della più famosa cavità turistica dell’isola,
situata presso l’abitato di Karavomilos, a
breve distanza delle sorgenti carsiche
omonime. È formata da un’unica caverna,
lunga oltre 150 metri e larga in media
50, col fondo occupato da un lago di
acqua leggermente salmastra. Tutti i vani
sono più o meno illuminati naturalmente,
in quanto l’ingresso è rappresentato da
uno sprofondamento ovale di m 25x15,
che si trova 20 metri sopra il pelo dell’acqua nella parte meridionale della caverna, dove la luce solare in estate colpisce
direttamente la superficie del lago, creando effetti cromatici di grande suggestione. Il percorso turistico inizia con una
galleria artificiale che conduce ad una
minuscola darsena e la visita della caverna si effettua interamente in barca.
Grazie alla cortese disponibilità del responsabile dell’organizzazione turistica
sig. Tasos Kavallieratos, ho potuto eseguire ricerche di fauna terrestre nella
parte non allagata, rappresentata da
un’isola situata a nord dello sprofondamento, dove ho raccolto i ragni Sulcia
cretica violacea Brignoli, Spermophora
senoculata (Dugès), Dysdera cephalonica Deeleman-Reinhold, Lepthyphantes
sp. gr. tenuis, Metellina merianae (Scopoli) e Tegenaria parietina (Fourcroy), lo
pseudoscorpione Lasiochernes graecus
Beier (det. Gardini) e alcuni chilopodi.
Nello stesso ambiente ho osservato ninfe di Dolichopoda e ditteri, mentre negli
anfratti della volta nidificano numerosi
colombi selvatici.
ormai completamente collassata. Date le
caratteristiche ambientali, la fauna è data
da elementi epigei, al più troglofili, quali i
ragni Sulcia cretica violacea Brignoli, Lepthyphantes tenuis (Blackwall), Lepthyphantes sp. gr. tenuis, Zangherella apuliae (di
Caporiacco), Histopona sp. gr. myops e
lo pseudoscorpione Chthonius (Ephippiochthonius) sp. (det. Gardini).
Spilaio Drakaina. Breve caverna di
interesse preistorico, che si apre nel vallone di Vohinas, presso Poros, nella parte
sudorientale dell’isola. Per raggiungerla
bisogna lasciare la macchina al ponte che
si trova sulla strada principale, poche
centinaia di metri a ovest dell’abitato. In
corrispondenza della spalla destra del
manufatto, presso una minuscola cappella, parte un sentiero che, dopo un tratto
in leggera salita, si inerpica sul ripido
versante del vallone e termina all’ingresso della grotta, chiuso da una rete, rotta
in un paio di punti. Le modeste dimensioni della cavità, al cui fondo sono ben visibili le tracce degli scavi effettuati di recente, la rendono poco interessante dal
punto di vista biologico. Gli unici reperti
sono dati da un paio di esemplari del
ragno troglofilo Metellina merianae (Scopoli).
ITACA
Spilaio Zervati. Ubicata in area urbanizzata, a breve distanza dalla precedente, è costituita da un enorme baratro,
profondo 15 metri, alle cui estremità si
trovano due laghi di acqua salmastra. L’orlo del baratro è completamente recintato
e l’accesso avviene attraverso un cancello a cui segue un facile sentiero. Al fondo, occupato da materiale di crollo, è
presente una rigogliosa vegetazione, che
si dirada solo in prossimità dei laghi, situati nelle zone meno illuminate. Si tratta
di un fenomeno carsico imponente, del
tutto simile alla grotta di Melissani, ma in
uno stadio evolutivo molto più avanzato,
in cui la volta dell’originaria caverna è
Marmarospilia (Antron Nimfon). Grotta molto conosciuta, riportata su tutte le
guide e le carte stradali e ben segnalata
in loco. Secondo la tradizione si tratterebbe della caverna sacra alle Naiadi, ricordata nell’Odissea, dove Ulisse nascose il tesoro donatogli dai Feaci. La cavità
si raggiunge in pochi minuti di automobile dal capoluogo Vathi, seguendo dapprima la strada che conduce alla parte settentrionale dell’isola e quindi una
stradina, asfaltata di recente, che si snoda per alcune centinaia di metri fra gli
uliveti, fino ad un evidente slargo, da cui
parte il breve viottolo che conduce all’in-
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Marmarospilia (Itaca). Pianta della cavità; il tratteggio obliquo indica l’area interessata dagli scavi archeologici
(da Petrocheilou A., 1971, Deltion, 11(1-2): 32-35, modificata).
gresso, situato a 180 metri s.l.m. Sono
evidenti in loco le tracce di una campagna di scavi archeologici, probabilmente
ancora in corso; per tale motivo il cancello all’ingresso è chiuso da un robusto
lucchetto, che ho trovato rimosso al momento della mia visita. La grotta si compone di un breve diverticolo iniziale, che
si affaccia sulla “grande sala” sottostante, a pianta ellittica, che misura m 10x13
circa; sul lato opposto della caverna rispetto all’ingresso si sviluppa una stretta
galleria ascendente.
I recenti scavi hanno comportato la
completa asportazione dei sedimenti che
costituivano il fondo della sala, per cui
sono attualmente percorribili solo i vani
laterali. Nonostante il limitato spazio a
disposizione per le ricerche, la grotta si è
rivelata interessante dal punto di vista
faunistico. Sono stati raccolti i ragni Sulcia cretica violacea Brignoli, Metellina
merianae (Scopoli) e Histopona sp. gr.
myops, nonché isopodi, ditteri e ortotteri
del genere Dolichopoda.
Fulvio Gasparo
Estratto da:
Progressione 51, anno XXVII, n. 2, Trieste 2004
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