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COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE OGGETTO: appalto di progettazione ed esecuzione lavori sulla base della progettazione preliminare – opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5 COMMITTENTE: Amministrazione Comunale di Sorso (SS) S.P.E.A. Srl -1– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. PREMESSA Con il presente disciplinare tecnico e prestazionale si evidenziano le lavorazioni e la effettiva esecuzione delle opere di valorizzazione della Fascia costiera di Sorso, attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo. Il progetto parte da una convinzione che la Fascia costiera di Platamona rappresenti il contesto spaziale nel quale è possibile ritrovare gli elementi primari di organizzazione dello spazio pubblico, ovvero i segni della natura, della storia e della cultura che permangono nel processo insediativo dell’uomo e delle dominanti ambientali. Non è possibile sviluppare un progetto senza avere prima una chiara visione del luogo, sia essa attuale e storica. Il Progetto riconosce nel litorale di Sorso uno degli elementi più rappresentativi del paesaggio costiero del nord Sardegna, per le sue peculiarità paesaggistico ambientali, la cui dimensione naturale di estrema sensibilità e bellezza resta indelebile nell’immaginario collettivo. Sicuramente il litorale ha conosciuto un periodo di grande splendore dominato da un clima di vivacità e partecipazione culturale, oltreché di espansione edilizia. Nessun limite urbanistico venne imposto sul litorale sottovalutando l’estrema fragilità naturalistico ambientale del sistema. Si parla di un sistema complessivamente precario in stato di abbandono che richiede una soluzione organica capace di offrire ampie garanzie nel medio e lungo periodo e di sostenere un programma di sviluppo socio economico. Il progetto si accosta alla storia per mettere in evidenza i caratteri strutturali rispetto alle contingenze funzionali; tutte le forme spaziali di un contesto di lunga e breve durata e le architetture, ivi comprese, hanno attraversato stagioni diverse che esprimono le funzioni e i significati mutati dal tempo, così come mutano gli uomini che le hanno costruite, vissute e modificate. Il fluire del tempo fa emergere la struttura e il sistema stratificato delle interrelazioni spaziali e temporali. Fare propri i principi del tempo storico - attuale e dello spazio ambientale paesaggistico significa dare priorità alle relazioni di contiguità spaziali e di dinamiche temporali, e nello specifico, dunque, assumere un orientamento progettuale che non vuole semplicemente attribuire funzioni, ma costruire e rivelare una struttura del territorio che, reinterpretando il contesto storico di appartenenza e le sue dinamiche ambientali evolutive, sia perfettamente integrata allo spazio e al tempo della contemporaneità con continuità e innovazione. Ecco che l’opera- progetto, con la sua realizzazione ha ben chiaro il punto verso cui tendere: - Una spazialità complessa e organica nell’unità dominante strutturata dalle regole costruttive che ne materializzano il corpo, resa percepibile dalla chiarezza dei percorsi, dall’alternanza dei ritmi, dalla ricchezza e varietà delle fruizioni possibili; - Una rigorosa essenzialità costruttiva, garanzia di semplicità, flessibilità e quindi di lunga durata. La coerenza costruttiva parla i linguaggi eterni dell’essenzialità che attraversano i secoli. Il poderoso patrimonio ambientale naturalistico possiede al suo interno le regole geometriche mantenendo nei secoli la più forte espressione dell’identità del luogo, connessa più che mai al ruolo che la città di Sorso decide di svolgere rispetto al territorio costiero. S.P.E.A. Srl -2– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. INDICE DESCRIZIONE DELLE OPERE CIVILI ARTICOLO 1 RILIEVI – CAPISALDI – TRACCIATI .................................................................................. 5 ARTICOLO 2 SCAVI IN GENERE ............................................................................................................ 5 ARTICOLO 3 SCAVI DI SBANCAMENTO................................................................................................ 6 ARTICOLO 4 SCAVI DI FONDAZIONE O IN TRINCEA ........................................................................... 6 ARTICOLO 5 SCAVI SUBACQUEI E PROSCIUGAMENTO .................................................................... 7 ARTICOLO 6 FRESATURA DEGLI STRATI DI CONGLOMERATO BITUMINOSO ................................. 7 ARTICOLO 7 RILEVATI E RINTERRI....................................................................................................... 8 ARTICOLO 8 PREPARAZIONE DEL SOTTOFONDO.............................................................................. 9 ARTICOLO 9 COSTIPPAMENTO DEL TERRENO IN SITO..................................................................... 9 ARTICOLO 10 FONDAZIONI...................................................................................................................... 9 ARTICOLO 11 OPERAZIONI PRELIMINARI ............................................................................................ 10 ARTICOLO 12 FONDAZIONE IN PIETRAME E CIOTTOLAMI ................................................................ 10 ARTICOLO 13 STRATI DI BASE – BINDER – USURA ............................................................................ 11 ARTICOLO 14 SEGNALETICA................................................................................................................. 19 ARTICOLO 15 PAVIMENTAZIONE IN CLS COLORATO DILAVATO ...................................................... 20 ARTICOLO 16 PAVIMENTAZIONE IN SOIL SEMENT............................................................................. 21 ARTICOLO 17 OPERE IN PIETRE NATURALI ........................................................................................ 22 ARTICOLO 18 PAVIMENTAZIONE IN AUTOBLOCCANTI DRENANTI ................................................... 25 ARTICOLO 19 PASSERELLE SU PALIFICATE ....................................................................................... 25 ARTICOLO 20 CORDOLI IN CLS E PIETRA............................................................................................ 26 ARTICOLO 21 BARRIERE STRADALI ..................................................................................................... 27 ARTICOLO 22 PEDANA PER SPIAGGIA................................................................................................. 27 ARTICOLO 23 ARREDI - TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE GENERALI ............................................. 27 ARTICOLO 24 STRUTTURE DI CEMENTO ARMATO NORMALE.......................................................... 29 ARTICOLO 25 INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE ........................................... 31 ARTICOLO 26 ARMATURE PER CALCESTRUZZO................................................................................ 33 ARTICOLO 27 PRESCRIZIONI E PRESTAZIONI DEI CEMENTI E DEI CALCESTRUZZI ...................... 34 ARTICOLO 28 INTONACI ESTERNI ........................................................................................................ 45 ARTICOLO 29 OPERE A VERDE............................................................................................................. 46 DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI ARTICOLO 30 TUBAZIONI IN PVC.......................................................................................................... 60 ARTICOLO 31 TUBAZIONI IN PEAD ....................................................................................................... 61 S.P.E.A. Srl -3– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. ARTICOLO 32 TUBI IN GHISA................................................................................................................. 61 ARTICOLO 33 ALLACCIO IDRICO........................................................................................................... 63 ARTICOLO 34 ALLACCIO FOGNARIO .................................................................................................... 64 ARTICOLO 35 POZZETTI IN CLS ............................................................................................................ 65 ARTICOLO 36 CADITOIE IN CLS ............................................................................................................ 65 DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO, ILLUMINAZIONE E TELEFONICO ARTICOLO 37 PLINTO PORTAPALO ...................................................................................................... 65 ARTICOLO 38 PALO IN VETRORESINA ................................................................................................. 66 ARTICOLO 39 ARMATURA STRADALE SCHEREDER........................................................................... 66 ARTICOLO 40 ARMATURA STRADALE CREE ....................................................................................... 66 ARTICOLO 41 PUNTO LUCE A LED DA INCASSO ................................................................................ 66 ARTICOLO 42 PUNTO LUCE A PALETTO MICROREEF SIMES............................................................ 66 ARTICOLO 43 PROIETORE A LED A PAVIMENTO SCHEREDER PONTO ........................................... 67 ARTICOLO 44 QUADRO ELETTRICO ..................................................................................................... 67 ARTICOLO 45 POZZETTO DI ISPEZIONE .............................................................................................. 67 ARTICOLO 46 NASTRO DI SEGNALAZIONE.......................................................................................... 67 ARTICOLO 47 CONDUTTORE UNIPOLARE IN RAME ........................................................................... 67 ARTICOLO 48 CONDUTTORE MULTIPOLARE IN RAME....................................................................... 67 ARTICOLO 49 CAVIDOTTI IN PVC.......................................................................................................... 68 ARTICOLO 50 MUFFOLA PER COLLAGAMENTI ELETTRICI ................................................................ 68 ARTICOLO 51 IMPIANTO LAMPEGGIANTE PER ATTRAVERSAMENTO PEDONALE ......................... 68 ARTICOLO 52 INTERVENTI SU IMPIANTI ESISTENTI – SPOSTAMENTO PALI E CHIOSTRINE ........ 68 S.P.E.A. Srl -4– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. DESCRIZIONE DELLE OPERE CIVILI Articolo 1 RILIEVI – CAPISALDI – TRACCIATI Al momento della consegna dei lavori l’appaltatore dovrà verificare la rispondenza dei piani quotati, delle sezioni e dei profili di progetto allegati al contratto richiedendo gli eventuali chiarimenti necessari alla piena comprensione di tutti gli aspetti utili finalizzati al corretto svolgimento dei lavori da eseguire. Qualora, durante la consegna dei lavori, non dovessero emergere elementi di discordanza tra lo stato dei luoghi e gli elaborati progettuali o l’appaltatore non dovesse sollevare eccezioni di sorta, tutti gli aspetti relativi al progetto e al suo posizionamento sull’area prevista devono intendersi come definitivamente accettati nei modi previsti e indicati negli elaborati progettuali. Durante l’esecuzione delle opere sarà onere dell’appaltatore provvedere alla realizzazione e conservazione di capisaldi di facile individuazione e delle opere di tracciamento e picchettazione delle aree interessate dai lavori da eseguire; la creazione o la conservazione dei capisaldi necessari all’esecuzione dei lavori sarà effettuata con l’impiego di modine e strutture provvisorie di riferimento in base alle quali si eseguirà il successivo tracciamento. Articolo 2 SCAVI IN GENERE Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro, a mano o con mezzi meccanici, dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto, nonché secondo le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione dei lavori. Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Appaltatore dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando esso, oltre che totalmente responsabile di eventuali danni alle persone e alle opere, altresì obbligato a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate. L'Appaltatore dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del terreno, siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi. Le materie provenienti dagli scavi, ove non siano utilizzabili o non ritenute adatte (a giudizio insindacabile della Direzione dei lavori), ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate fuori della sede del cantiere, alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'Appaltatore dovrà provvedere a rendere disponibili a sua cura e spese. Qualora le materie provenienti dagli scavi debbano essere successivamente utilizzate, esse dovranno essere depositate entro l’area di cantiere. In ogni caso le materie depositate non dovranno essere di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in superficie. La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni. Il Direttore dei lavori provvederà a verificare le quote dei piani di scavo rispetto al piano di campagna, e le quote orizzontali rispetto alle picchettazioni predisposte al piano di campagna in luoghi non interessati degli scavi. Oltre che per gli obblighi particolari emergenti dal presente articolo, con i prezzi d'elenco per gli scavi in genere l'Appaltatore deve ritenersi compensato per tutti gli oneri che esso dovrà incontrare: - per taglio di piante, estirpazione di ceppaie, radici, ecc.; - le demolizione di murature, recinzioni, locali, ricovero attrezzi, compreso il trasporto a discarica autorizzata; - per il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie sia asciutte che bagnate, di qualsiasi consistenza ed anche in presenza d'acqua; - per paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico a rinterro o a rifiuto entro i limiti previsti in elenco prezzi, sistemazione delle materie di rifiuto, deposito provvisorio e successiva ripresa; S.P.E.A. Srl -5– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. - per la regolazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del fondo, per la formazione di gradoni, attorno e sopra le condotte di acqua od altre condotte in genere, e sopra le fognature o drenaggi secondo le sagome definitive di progetto; - per puntellature, sbadacchiature e armature di qualsiasi importanza e genere secondo tutte le prescrizioni contenute nel presente Capitolato, compresi le composizioni, scomposizioni, estrazioni ed allontanamento, nonché sfridi, deterioramenti, perdite parziali o totali del legname o dei ferri; - per impalcature, ponti e costruzioni provvisorie, occorrenti sia per il trasporto delle materie di scavo sia per la formazione di rilevati, per passaggi, attraversamenti, ecc.; - per qualsiasi intervento necessario per la circolazione dei pedoni e delle auto; - ogni altra spesa necessaria per l'esecuzione completa degli scavi. La misurazione degli scavi verrà effettuata nei seguenti modi: - il volume degli scavi di sbancamento verrà determinato col metodo delle sezioni ragguagliate; - gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto della base di fondazione per la sua profondità sotto il piano degli scavi di sbancamento, ovvero del terreno naturale, quando detto scavo di sbancamento non viene effettuato. Al volume così calcolato si applicheranno i vari prezzi fissati nell'elenco per tali scavi; vale a dire che essi saranno valutati sempre come eseguiti a pareti verticali, ritenendosi già compreso e compensato col prezzo unitario di elenco ogni maggiore scavo. I prezzi di elenco, relativi agli scavi di fondazione, sono applicabili unicamente e rispettivamente ai volumi di scavo compresi fra piani orizzontali consecutivi, stabiliti per diverse profondità, nello stesso elenco dei prezzi. Pertanto la valutazione dello scavo risulterà definita, per ciascuna zona, dal volume ricadente nella zona stessa e dall'applicazione ad esso del relativo prezzo di elenco. Articolo 3 SCAVI DI SBANCAMENTO Per scavi di sbancamento o sterri andanti s'intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili, giardini, scantinati, piani di appoggio per platee di fondazione, vespai, rampe incassate o trincee stradali, ecc., e in generale tutti quelli eseguiti a sezione aperta su vasta superficie. Il Direttore dei lavori provvederà a verificare le quote dei piani di scavo rispetto al piano di campagna, e le quote orizzontali rispetto alle picchettazioni predisposte al piano di campagna in luoghi non interessati dagli scavi. Articolo 4 SCAVI DI FONDAZIONE O IN TRINCEA Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati e a sezione ristretta necessari per dar luogo ai muri o pilastri di fondazione propriamente detti. In ogni caso saranno considerati come scavi di fondazione quelli per dar luogo alle fogne, condutture, fossi e cunette. Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione dovranno essere spinti fino alla profondità che dalla Direzione dei lavori verrà ordinata all'atto della loro esecuzione. Le profondità, che si trovano indicate nei disegni sono perciò di stima preliminare e l'Amministrazione appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa dare all'Appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo egli soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere. E' vietato all'Appaltatore, sotto pena di demolire il già fatto, di por mano alle murature prima che la Direzione dei lavori abbia verificato ed accettato i piani delle fondazioni. S.P.E.A. Srl -6– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde inclinate, dovranno, a richiesta della Direzione dei lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinate contropendenze. Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che resta vuoto dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'Appaltatore, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo. Questa lavorazione si intende compensata nella voce di scavo. L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali egli deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo gli venissero impartite dalla Direzione dei lavori. Articolo 5 SCAVI SUBACQUEI E PROSCIUGAMENTO Se dagli scavi in genere e da quelli di fondazione, malgrado l'osservanza delle prescrizioni di cui al presente Capitolato, l'Appaltatore, in caso di acque sorgive o filtrazioni, non potesse far defluire l'acqua naturalmente, è in facoltà della Direzione dei lavori di ordinare, secondo i casi e quando lo riterrà opportuno, l'esecuzione degli scavi subacquei, oppure il prosciugamento. Sono considerati come scavi subacquei soltanto quelli eseguiti in acqua a profondità maggiore di 30 cm sotto il livello costante a cui si stabiliscono le acque sorgive nei cavi, sia naturalmente, sia dopo un parziale prosciugamento ottenuto con macchine o con l'apertura di canali di drenaggio. Il volume di scavo eseguito in acqua, sino ad una profondità non maggiore di 30 cm dal suo livello costante. verrà perciò considerato come scavo in presenza d'acqua, ma non come scavo subacqueo. Quando la Direzione dei lavori ordinasse il mantenimento degli scavi in asciutto sia durante l'escavazione, sia durante l'esecuzione delle murature o di altre opere di fondazione, gli esaurimenti relativi verranno eseguiti in economia, e l'Appaltatore, se richiesto, avrà l'obbligo di fornire le macchine e gli operai necessari. Per i prosciugamenti praticati durante l'esecuzione delle murature, l'Appaltatore dovrà adottare tutti quegli accorgimenti atti ad evitare il dilavamento delle malte. Articolo 6 FRESATURA DEGLI STRATI DI CONGLOMERATO BITUMINOSO La fresatura della sovrastruttura per la parte legata a bitume per l'intero spessore o parte di esso dovrà essere effettuata con idonee attrezzature, munite di frese a tamburo, funzionanti a freddo, munite di nastro caricatore per il carico del materiale di risulta. Sarà facoltà della Direzione dei Lavori accettare eccezionalmente l’impiego di attrezzature tradizionali quali ripper, demolitori, escavatori ecc. Le attrezzature tutte dovranno essere perfettamente efficienti e funzionanti e di caratteristiche meccaniche, dimensioni e funzionamento approvato preventivamente dalla Direzione dei Lavori. La superficie del cavo dovrà risultare perfettamente regolare in tutti i punti, priva di residui di strati non completamente fresati che possano compromettere l'aderenza delle nuove stese da porre in opera. L'Impresa si dovrà scrupolosamente attenere agli spessori di demolizione stabiliti dalla Direzione dei Lavori. Qualora questi dovessero risultare inadeguati e comunque diversi in difetto o in eccesso rispetto all'ordinativo di lavoro, l'impresa è tenuta a darne immediatamente comunicazione al Direttore dei Lavori o ad un suo incaricato che potranno autorizzare la modifica delle quote di scarifica. Lo spessore della fresatura dovrà essere mantenuto costante in tutti i punti e sarà valutato mediando l'altezza delle due pareti laterali con quella della parte centrale del cavo. S.P.E.A. Srl -7– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. La pulizia del piano di scarifica, nel caso di fresature corticali o subcorticali dovrà essere eseguita con attrezzature munite di spazzole rotanti e/o dispositivo aspiranti o simili in grado di dare un piano perfettamente pulito. Le pareti dei tagli longitudinali dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento longitudinale rettilineo e privo di sgretolature. La scarificazione sarà spinta fino alla profondità di progetto e accettata dalla Direzione dei Lavori. Tutti i materiali derivanti dalla scarificazione dovranno essere conferiti a discarica autorizzata a cura e spese dell'Appaltatore. Sia il piano fresato che le pareti dovranno, prima della posa in opera dei nuovi strati, risultare perfettamente puliti, asciutti e uniformemente rivestiti dalla mano di attacco in legante bituminoso. Articolo 7 RILEVATI E RINTERRI Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempire i vuoti tra le pareti degli scavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote prescritte dalla Direzione dei lavori, si impiegheranno in generale, e, salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento, tutte le materie provenienti dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti per quel cantiere, in quanto disponibili e adatte, a giudizio della Direzione dei lavori, per la formazione dei rilevati. Quando venissero a mancare in tutto o in parte i materiali di cui sopra, si preleveranno le materie occorrenti ovunque l'Appaltatore crederà di sua convenienza, purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla Direzione dei lavori. Per rilevati e rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, o ghiaiose restando vietato in modo assoluto l'impiego di quelle argillose e, in generale, di tutte quelle che con l'assorbimento d’acqua si rammolliscono e si gonfiano generando spinte. Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e riempimenti dovrà essere usata ogni diligenza perché la loro esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza, disponendo contemporaneamente le materie bene sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito. Le materie trasportate in rilevato o rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno essere scaricate direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza dell'opera per essere riprese poi al momento della formazione dei suddetti rinterri. Per tali movimenti di materie dovrà sempre provvedersi alla pilonatura delle materie stesse, da farsi secondo le prescrizioni che verranno indicate dalla Direzione dei lavori. E' vietato addossare terrapieni a murature di fresca costruzione. Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico dell'Appaltatore. E' obbligo dell'Appaltatore, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati durante la loro costruzione, quelle maggiori dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinché all'epoca del collaudo i rilevati eseguiti abbiano dimensioni non inferiori a quelle ordinate. L'Appaltatore dovrà consegnare i rilevati con scarpate regolari e spianate, con i cigli bene allineati e profilati e compiendo a sue spese, durante l'esecuzione dei lavori e fino al collaudo, gli occorrenti ricarichi o tagli, la ripresa e la sistemazione delle scarpate e l'espurgo dei fossi. La superficie del terreno sulla quale dovranno elevarsi i terrapieni, sarà previamente scorticata, ove occorra, e se inclinata sarà tagliata a gradoni con leggera pendenza verso il monte. a - Requisiti per materiali e componenti Il materiale di riempimento sarà indicato negli elaborati progettuali in base alla granulometria necessaria ed alle funzioni eventualmente filtranti che deve avere l'inerte. b - Modalità di prova, controllo, collaudo Il Direttore dei lavori provvederà a verificate le quote dei piani di rinterro rispetto al piano di costruzione, e le quote orizzontali rispetto alle picchettazioni predisposte per il rinterro. S.P.E.A. Srl -8– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Articolo 8 PREPARAZIONE DEL SOTTOFONDO Il terreno interessato dalla costruzione del corpo stradale che dovrà sopportare direttamente o la sovrastruttura o i rilevati, verrà preparato asportando il terreno vegetale per tutta la superficie e per la profondità fissata dal progetto o stabilita dalla Direzione dei Lavori. I piani di posa dovranno anche essere liberati da qualsiasi materiale di altra natura vegetale, quali radici, cespugli, alberi. Per l'accertamento del raggiungimento delle caratteristiche particolari dei sottofondi qui appresso stabilite, agli effetti soprattutto del grado di costipamento e dell'umidità in posto, l'Appaltatore, indipendentemente dai controlli che verranno eseguiti dalla Direzione dei Lavori, dovrà provvedere a tutte le prove e determinazioni necessarie. A tale scopo dovrà quindi, a sue cure e spese, installare in cantiere un laboratorio con le occorrenti attrezzature. Le determinazioni necessarie per la caratterizzazione dei terreni, ai fini della loro possibilità d'impiego e delle relative modalità, verranno preventivamente fatte eseguire dalla Direzione dei Lavori presso un laboratorio pubblico, cioè uno dei seguenti laboratori: quelli delle Università, delle Ferrovie dello Stato o presso il laboratorio dell'A.N.A.S. Rimosso il terreno costituente lo strato vegetale, estirpate le radici fino ad un metro di profondità sotto il piano di posa e riempite le buche così costituite si procederà, in ogni caso, ai seguenti controlli: a) determinazione del peso specifico apparente del secco del terreno in sito e di quello massimo determinato in laboratorio; b) determinazione dell'umidità in sito in caso di presenza di terre sabbiose, ghiaiose o limose; c) determinazione dell'altezza massima delle acque sotterranee nel caso di terre limose. Articolo 9 COSTIPPAMENTO DEL TERRENO IN SITO Se sul terreno deve essere appoggiata la sovrastruttura direttamente o con l'interposizione di un rilevato di altezza minore di 50 cm, si seguiranno le seguenti norme: a) per le terre sabbiose o ghiaiose si dovrà provvedere al costipamento del terreno per uno spessore di almeno 25 cm con adatto macchinario fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco in sito, pari almeno al 95% di quello massimo ottenuto in laboratorio; b) per le terre limose, in assenza d'acqua, si procederà come al precedente punto a); c) per le terre argillose si provvederà alla stabilizzazione del terreno in sito, mescolando ad esso altro idoneo, in modo da ottenere un conglomerato a legante naturale, compatto ed impermeabile, dello spessore che verrà indicato volta per volta e costipato fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco pari al 95% del massimo ottenuto in laboratorio. Nel caso in cui le condizioni idrauliche siano particolarmente cattive, il provvedimento di cui sopra sarà integrato con opportune opere di drenaggio. Se il terreno deve sopportare un rilevato di altezza maggiore di 0,50 m: a) per terre sabbiose o ghiaiose si procederà al costipamento del terreno con adatto macchinario per uno spessore di almeno 25 cm, fino ad ottenere un peso specifico apparente del secco pari all'85% del massimo ottenuto in laboratorio per rilevati aventi un'altezza da 0,50 m a 3 m, e pari all'80% per rilevati aventi un'altezza superiore a 3 m; b) per le terre limose, in assenza di acqua, si procederà come indicato al punto a); c) per le terre argillose si procederà analogamente a quanto indicato al punto c) del Capo A). In presenza di terre torbose si procederà in ogni caso alla sostituzione del terreno con altro tipo sabbiosoghiaioso per uno spessore tale da garantire una sufficiente ripartizione del carico. Articolo 10 FONDAZIONI La fondazione sarà costituita dalla miscela del tipo approvato dalla Direzione dei Lavori e dovrà essere stesa in strati successivi dello spessore stabilito dalla Direzione dei Lavori in relazione alla capacità S.P.E.A. Srl -9– COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. costipante delle attrezzature di costipamento usate. Il sistema di lavorazione e miscelazione del materiale potrà essere modificato di volta in volta dalla Direzione dei Lavori in relazione al sistema ed al tipo di attrezzatura da laboratorio usata ed in relazione al sistema ed al tipo di attrezzatura di cantiere impiegata. Durante il periodo di costipamento dovranno essere integrate le quantità di acqua che evaporano per vento, sole, calore, ecc. Il materiale da usarsi dovrà corrispondere ai requisiti di cui al punto "Prescrizioni per la Costruzione di Strade con Sovrastruttura in Terra Stabilizzata" e dovrà essere prelevato, ove sia possibile, sul posto. L'acqua da impiegare dovrà essere esente da materie organiche e da sostanze nocive. Si darà inizio ai lavori soltanto quando le condizioni di umidità siano tali da non produrre detrimenti alla qualità dello strato stabilizzante. La costruzione sarà sospesa quando la temperatura sia inferiore a 3°C. Qualsiasi area che risultasse danneggiata, per effetto del gelo, della temperatura o di altre condizioni di umidità durante qualsiasi fase della costruzione, dovrà essere completamente scarificata, rimiscelata e costipata in conformità alle prescrizioni della Direzione dei Lavori, senza che questa abbia a riconoscere alcun particolare compenso aggiuntivo. La superficie di ciascun strato dovrà essere rifinita secondo le inclinazioni, le livellette e le curvature previste dal progetto e dovrà risultare liscia e libera da buche e irregolarità. Articolo 11 OPERAZIONI PRELIMINARI L'area sulla quale dovranno costruirsi le fondazioni dovrà essere sistemata come indicato nell’articolo "Preparazione del Sottofondo". Le buche lasciate nel terreno di impianto dopo l'estirpazione delle radici saranno riempite con cura ed il materiale di riempimento dovrà essere costipato fino a raggiungere una densità uguale a quella delle zone adiacenti. Articolo 12 FONDAZIONE IN PIETRAME E CIOTTOLAMI Per la formazione della fondazione in pietrame e ciottolame entro apposito cassonetto scavato nella piattaforma stradale, dovranno costruirsi tre guide longitudinali di cui due laterali ed una al centro e da altre guide trasversali alla distanza reciproca di metri 15, eseguite accuratamente con pietre e ciottoloni scelti ed aventi le maggiori dimensioni, formando così dei riquadri da riempire con scapoli di pietrame o ciottoloni di altezza non minore di 20 cm e non superiore a 25 cm, assestati a mano, con le code in alto e le facce più larghe in basso bene accostati fra loro e con gli interstizi serrati a forza mediante scaglie. Ove la Direzione dei Lavori, malgrado l'accurata esecuzione dei sottofondi, reputi necessario che prima di spargere su di essi il pietrisco o la ghiaia si provveda alla loro rullatura e sagomatura, tale lavoro sarà eseguito in economia (qualora non esista all'uopo apposito prezzo di elenco) e pagato a parte in base ai prezzi di elenco per la fornitura ed impiego di compressori di vario peso. Ove tale rullatura si renda invece necessaria per deficienze esecutive nella tessitura dei sottofondi, l'Impresa sarà obbligata a provvedere a sua totale cura e spesa alla cilindratura. A lavoro ultimato, la superficie dei sottofondi dovrà avere sagoma trasversale parallela a quella che in definitivo si dovrà dare alla superficie della carreggiata, o al pavimento sovrapposto che dovrà costituire la carreggiata stessa. Qualora, per la natura del terreno di sottofondo e le per condizioni igrometriche, possa temersi un anormale affondamento del materiale di fondazione, occorre stendere preventivamente su detto terreno uno strato di sabbia o materiale prevalentemente sabbioso di adeguato spessore ed in ogni caso non inferiore a 10 cm. S.P.E.A. Srl - 10 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Articolo 13 STRATI DI BASE – BINDER – USURA I conglomerati bituminosi a caldo tradizionali sono miscele, dosate a peso o a volume, costituite da aggregati lapidei di primo impiego, bitume semisolido, additivi ed eventuale conglomerato riciclato. Le miscele impiegate dovranno essere qualificate in conformità al Regolamento (UE) n. 305/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011 che fissa le condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura dovrà essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all'appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 131081. Inerti Gli aggregati lapidei, di primo impiego, costituiscono la fase solida dei conglomerati bituminosi a caldo tradizionali. Gli aggregati di primo impiego risultano composti dall'insieme degli aggregati grossi (trattenuti al crivello UNI n. 5), degli aggregati fini e del filler che può essere proveniente dalla frazione fina o di additivazione. L'aggregato grosso deve essere costituito da elementi ottenuti dalla frantumazione di rocce lapidee, da elementi naturali tondeggianti, da elementi naturali tondeggianti frantumati, da elementi naturali a spigoli vivi. Tali elementi potranno essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella 1. Tabella 1 - AGGREGATO GROSSO Trattenuto al crivello UNI n. 5 Indicatori di qualità Strato pavimentazione Parametro Normativa Unità di misura Base Binder Usura Resistenza alla UNI EN 1097-2 CNR 34/73 % 30 30 20 frammentazione Los Angeles (*) Micro Deval Umida (*) UNI EN 1097-1 CNR 109/85 % 25 25 15 Quantità di frantumato % 70 80 100 Dimensioni max UNI EN 933-1 CNR 23/71 mm 40 30 20 Sensibilità al gelo UNI EN 1367-1 CNR 80/80 % 30 30 30 Spogliamento UNI EN 12697-11 CNR % 5 5 0 138/92 Passante allo 0.0075 UNI EN 933-1 CNR 75/80 % 1 1 1 Indice appiattimento UNI EN 933-5 CNR 95/84 % 30 30 Porosità CNR 65/78 % 1,5 1,5 CLA UNI EN 1097-8 CNR 140/92 % 40 (*) Uno dei due valori dei coeff. Los Angeles e Micro Deval Umida può risultare maggiore (fino a due punti) rispetto al limite indicato, purché la loro somma risulti inferiore o uguale alla somma dei valori limite indicati. Nello strato di usura la miscela finale degli aggregati deve contenere una frazione grossa di natura basaltica o porfirica, con CLA 43, pari almeno al 30% del totale. In alternativa all'uso del basalto o del porfido si possono utilizzare inerti porosi naturali (vulcanici) od artificiali (argilla espansa “resistente” o materiali similari, scorie d'altoforno, loppe, ecc.) ad elevata rugosità superficiale (CLA 50) di pezzatura 5/15 mm, in percentuali in peso comprese tra il 20% ed il 30% del totale, ad eccezione dell'argilla espansa che deve essere di pezzatura 5/10 mm, con percentuale di impiego in volume compresa tra il 25% ed il 35% degli inerti che compongono la miscela. S.P.E.A. Srl - 11 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. L'aggregato fino deve essere costituito da elementi naturali e di frantumazione. A seconda del tipo di strada, gli aggregati fini per conglomerati bituminosi a caldo tradizionali devono possedere le caratteristiche riassunte nella Tabella 2. Tabella 2 - AGGREGATO FINO Trattenuto al crivello UNI n. 5 Indicatori di qualità Parametro Strato pavimentazione Normativa Equivalente in Sabbia UNI EN 933-8 CNR 27/72 Indice di Plasticità UNI CEN ISO/TS 1789212 Limite Liquido UNI CEN ISO/TS 1789212 Passante allo 0.075 UNI EN 933-1 CNR 75/80 Quantità di frantumato UNI EN 1097-1 CNR 109/85 Unità di misura % % % Base Binder Usura ³ 50 N.P. ³ 60 £ 70 £2 £ 40 £2 50 £ 25 % % Per aggregati fini utilizzati negli strati di usura il trattenuto al setaccio 2 mm non deve superare il 10 % qualora gli stessi provengano da rocce aventi un valore di CLA 42. Il filler, frazione passante al setaccio 0,075 mm, proviene dalla frazione fina degli aggregati oppure può essere costituito da polvere di roccia, preferibilmente calcarea, da cemento, calce idrata, calce idraulica, polvere di asfalto, ceneri volanti. In ogni caso il filler per conglomerati bituminosi a caldo tradizionali deve soddisfare i requisiti indicati in Tabella 3. Tabella 3 - FILLER Parametro Spogliamento Passante allo 0.18 Passante allo 0.075 Indice di Plasticità Vuoti Rigden Stiffening Power Rapporto filler/bitume = 1,5 Indicatori di qualità Normativa CNR 138/92 UNI EN 933-1 CNR 23/71 UNI EN 933-1 CNR 75/80 UNI CEN ISO/TS 17892-12 UNI EN 1097-7 CNR 123/88 UNI EN 13179-1 CNR 122/88 % Strato pavimentazione Base Binder Usura £5 100 ³ 80 N.P. 30 - 45 D PA 5 Unità di misura % % % Ai fini dell'accettazione, prima dell'inizio dei lavori, l'Impresa è tenuta a predisporre la qualificazione degli aggregati tramite certificazione attestante i requisiti prescritti. Tale certificazione deve essere rilasciata da un Laboratorio riconosciuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Legante Il legante deve essere costituito da bitume semisolido (tal quale) ed eventualmente da quello proveniente dal conglomerato riciclato additivato con ACF (attivanti chimici funzionali). I bitumi sono composti organici costituiti sostanzialmente da miscele di idrocarburi, completamente solubili in solfuro di carbonio e dotati di capacità legante. A seconda della temperatura media della zona di impiego il bitume deve essere del tipo 50/70 oppure 80/100 con le caratteristiche indicate nella Tabella 4, con preferenza per il 50/70 per le temperature più elevate. S.P.E.A. Srl - 12 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Tabella 4 - BITUME Parametro Penetrazione a 25°C Punto di rammollimento Punto di rottura (Fraass) Solubilità Viscosità dinamica a 160°C, y=10 s-1 Valori dopo RTFOT Volatilità Penetrazione residua a 25 °C Incremento del punto di Rammollimento Normativa Unità di misura tipo 50/70 UNI EN 1426 CNR 24/71 dmm 50-70 UNI EN 1427 CNR 35/73 °C 46-56 UNI EN 12593 CNR43/74 °C -8 UNI EN 12592 % 99 UNI EN 13302-2 Pa • s 0,15 UNI EN 12607-1 UNI EN 12607-1 CNR 54/77 UNI EN 1426 CNR 24/71 UNI EN 1427 CNR 35/73 tipo 80/100 80-100 40-44 -8 ³ 99 ³ 0,10 % 0,5 0,5 % 50 ³ 50 °C 9 9 Ai fini dell'accettazione, prima dell'inizio dei lavori, l'Impresa è tenuta a predisporre la qualificazione del prodotto tramite certificazione attestante i requisiti indicati. Tale certificazione sarà rilasciata dal produttore o da un Laboratorio riconosciuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Additivi Gli additivi sono prodotti naturali o artificiali che, aggiunti all'aggregato o al bitume, consentono di migliorare le prestazioni dei conglomerati bituminosi. Gli attivanti d'adesione, sostanze tensioattive che favoriscono l'adesione bitume – aggregato, sono additivi utilizzati per migliorare la durabilità all'acqua delle miscele bituminose. Il loro dosaggio, da specificare obbligatoriamente nello studio della miscela, potrà variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto. La scelta del tipo e del dosaggio di additivo dovrà essere stabilita in modo da garantire le caratteristiche di resistenza allo spogliamento e di durabilità all'azione dell'acqua riportate nella Tabella 1, Tabella 7 e Tabella 8. In ogni caso, l'attivante di adesione scelto deve presentare caratteristiche chimiche stabili nel tempo anche se sottoposto a temperatura elevata (180 °C) per lunghi periodi (15 giorni). L'immissione delle sostanze tensioattive nel bitume deve essere realizzata con attrezzature idonee, tali da garantire l'esatto dosaggio e la loro perfetta dispersione nel legante bituminoso. La presenza ed il dosaggio degli attivanti d'adesione nel bitume, vengono verificati mediante la prova di separazione cromatografica su strato sottile. Gli attivanti chimici funzionali (ACF) impiegati per rigenerare le caratteristiche del bitume invecchiato contenuto nel conglomerato bituminoso da riciclare devono avere le caratteristiche chimico-fisiche riportate nella Tabella 5. Il dosaggio varia in funzione della percentuale di conglomerato riciclato e delle caratteristiche del bitume in esso contenuto. Per determinare la quantità di ACF da impiegare si deve preventivamente calcolare la percentuale teorica del bitume nuovo da aggiungere con la seguente espressione: Pn = Pt – (Pv x Pr) dove Pn = percentuale di legante nuovo da aggiungere riferita al totale degli inerti; Pt = percentuale totale di bitume nella miscela di inerti nuovi e conglomerato di riciclo; Pv = percentuale di bitume vecchio (preesistente) riferita al totale degli inerti; Pr = frazione di conglomerato riciclato rispetto al totale della miscela. Il valore di Pt viene determinato con l'espressione: S.P.E.A. Srl - 13 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Pt=0,035 a + 0,045 b + cd + f dove Pt = % di bitume in peso riferita alla miscela totale, espressa come numero intero; a = % di aggregato trattenuto al setaccio UNI 2 mm; b = % di aggregato passante al setaccio UNI 2 mm e trattenuto al setaccio 0,075 mm; c = % di aggregato passante al setaccio 0,075 mm; d = 0,15 per un passante al N. 200 compreso tra 11 e 15; d = 0,18 per un passante al N. 200 compreso tra 6 e 10; d = 0,20 per un passante al N. 200 6; f = parametro compreso normalmente fra 0,3 e 0,8, variabile in funzione dell'assorbimento degli inerti. Si procede quindi a costruire in un diagramma viscosità (a 60 °C) percentuale di rigenerante (rispetto al legante nuovo) una curva di viscosità con almeno tre punti misurati: K = viscosità della miscela bitume estratto più bitume aggiunto nelle proporzioni determinate con le formule precedenti, senza rigenerante. M = viscosità della miscela bitume estratto più bitume aggiunto in cui una parte del bitume nuovo è sostituita dall'agente rigenerante nella misura del 10% in peso rispetto al bitume aggiunto. F = viscosità della miscela simile alla precedente in cui una parte del bitume nuovo è sostituita dall'agente rigenerante nella misura del 20% in peso rispetto al bitume aggiunto. Da questo diagramma mediante interpolazione lineare è possibile dedurre, alla viscosità di 2000 Pa•s, la percentuale di rigenerante necessaria. L'immissione degli ACF nel bitume deve essere realizzata con attrezzature idonee, tali da garantire l'esatto dosaggio e la loro perfetta dispersione nel legante bituminoso. La presenza degli ACF nel bitume viene accertata mediante la prova di separazione cromatografica su strato sottile. Tabella 5 - ATTIVANTI CHIMICI FUNZIONALI Parametro Normativa Densità a 25/25°C ASTM D - 1298 Punto di infiammabilità ASTM D - 92 v.a. Viscosità dinamica a SNV 671908/74 160°C, y=10s-1 Solubilità in tricloroerilene ASTM D - 2042 Numero di IP 213 neutralizzazione Contenuto di acqua ASTM D - 95 Contenuto di azoto ASTM D - 3228 Unità di misura °C Valore 0,900 - 0,950 200 Pa • s 0,03 - 0,05 % in peso mg/KOH/g 99,5 1,5-2,5 % in volume % in peso 1 0,8-1,0 Miscela La miscela degli aggregati di primo impiego, da adottarsi per i diversi strati, deve avere una composizione granulometrica contenuta nei fusi riportati in Tabella 6. La percentuale di legante totale (compreso il bitume presente nel conglomerato da riciclare), riferita al peso degli aggregati, deve essere compresa nei limiti indicati nella stessa Tabella 6. Tabella 6 Serie crivelli e setacci UNI Crivello S.P.E.A. Srl 40 Base 100 Binder - Usura B A - - C - - 14 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Crivello Crivello Crivello Crivello Crivello Setaccio Setaccio Setaccio Setaccio % di bitume 30 25 15 10 5 2 0,4 0,18 0,075 80-100 70-95 45-70 35-60 25-50 20-35 6-20 4-14 4-8 4,0-5,0 100 65-85 55-75 35-55 25-38 10-20 5-15 4-8 4,5-5,5 100 90-100 70-90 40-60 25-38 11-20 8-15 6-10 4,8-5,8 100 70-90 40-60 25-38 11-20 8-15 6-10 5,0-6,0 100 45-65 28-45 13-25 8-15 6-10 5,2-6,2 Per i tappeti di usura il fuso A è da impiegare per spessori superiori a 4 cm, il fuso B per spessori di 3 – 4 cm, il fuso C per spessori inferiori a 3 cm. La quantità di bitume di effettivo impiego deve essere determinata mediante lo studio della miscela con metodo volumetrico. In via transitoria si potrà utilizzare, in alternativa, il metodo Marshall. Le caratteristiche richieste per lo strato di base, il binder ed il tappeto di usura sono riportate in Tabella 7 e Tabella 8. Tabella 7 - METODO VOLUMETRICO Strato pavimentazione Base Binder Usura 1.25° ± 0.02 30 600 150 Condizioni di prova Unità di misura Angolo di rotazione Velocità di rotazione Rotazioni/min Pressione verticale Kpa Diametro del provino mm Risultati richiesti Vuoti a 10 rotazioni % 10-14 10-14 Vuoti a 100 rotazioni (*) % 3-5 3-5 Vuoti a 180 rotazioni % >2 >2 2 Resistenza a trazione indiretta a 25°C N/mm (**) Coefficiente di trazione indiretta a 25°C N/mm2 (**) Perdita di resistenza a trazione indiretta % 25 £ 25 a 25°C dopo 15 giorni di immersione in acqua (*) La densità ottenuta con 100 rotazioni della pressa giratoria viene indicata nel seguito con DG (**) Su provini confezionati con 100 rotazioni della pressa giratoria 10-14 4-6 >2 >0,6 >50 25 Sulla miscela definita con la pressa giratoria (provini confezionati al 98% della DG ) deve essere sperimentalmente determinato un opportuno parametro di rigidezza (modulo complesso, modulo elastico, ecc.) che deve soddisfare le prescrizioni per esso indicate nel progetto della pavimentazione ed ha la funzione di costituire il riferimento per i controlli alla stesa. Tabella 8 - METODO MARSHALL Condizioni di prova S.P.E.A. Srl Unità di misura Base Strato pavimentazione Binder Usura - 15 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Costipamento Risultati richiesti Stabilità Marshall KN Rigidezza Marshall KN/mm Vuoti residui (*) % Perdita di Stabilità Marshall dopo 15 % giorni di immersione in acqua Resistenza a trazione indiretta a 25 N/mm2 °C Resistenza a trazione indiretta a 25 N/mm2 °C (*) La densità Marshall viene indicata nel seguito con DM 75 colpi x faccia 8 >2,5 4-7 £ 25 10 3-4,5 4-6 25 11 3-4,5 3-6 £ 25 > 0,7 25 £ 25 > 70 Accettazione del materiale L'Impresa è tenuta a presentare alla Direzione Lavori, con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni e per ciascun cantiere di produzione, la composizione delle miscele che intende adottare; ciascuna composizione proposta deve essere corredata da una completa documentazione degli studi effettuati. Una volta accettato da parte della Direzione Lavori lo studio della miscela proposto, l'Impresa deve attenervisi rigorosamente. Nella curva granulometrica sono ammessi scostamenti delle singole percentuali dell'aggregato grosso di ± 5 per lo strato di base e di ± 3 per gli strati di binder ed usura; sono ammessi scostamenti dell'aggregato fino (passante al crivello UNI n. 5) contenuti in ± 2; scostamenti del passante al setaccio UNI 0,075 mm contenuti in ± 1,5. Per la percentuale di bitume è tollerato uno scostamento di ± 0,25. Tali valori devono essere soddisfatti dall'esame delle miscele prelevate alla stesa, come pure dall'esame delle carote prelevate in sito, tenuto conto per queste ultime della quantità teorica del bitume di ancoraggio. Confezione delle miscele Il conglomerato deve essere confezionato mediante impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte. La produzione di ciascun impianto non deve essere spinta oltre la sua potenzialità, per garantire il perfetto essiccamento, l'uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati. Possono essere impiegati anche impianti continui (tipo drum-mixer) purché il dosaggio dei componenti la miscela sia eseguito a peso, mediante idonee apparecchiature la cui efficienza deve essere costantemente controllata. L'impianto deve comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare le miscele rispondenti a quelle indicate nello studio presentato ai fini dell'accettazione. Ogni impianto deve assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione oltre al perfetto dosaggio sia del bitume che dell'additivo. La zona destinata allo stoccaggio degli inerti deve essere preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possono compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi devono essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura. Il tempo di miscelazione deve essere stabilito in funzione delle caratteristiche dell'impianto, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli inerti con il legante. L'umidità degli aggregati all'uscita dell'essiccatore non deve superare lo 0,25% in peso. La temperatura degli aggregati all'atto della miscelazione deve essere compresa tra 160°C e 180° C e quella del legante tra 150° C e 170° C, in rapporto al tipo di bitume impiegato. S.P.E.A. Srl - 16 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Per la verifica delle suddette temperature gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti devono essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati. Preparazione delle superfici di stesa Prima della realizzazione di uno strato di conglomerato bituminoso è necessario preparare la superficie di stesa allo scopo di garantire una adeguata adesione all'interfaccia mediante l'applicazione, con dosaggi opportuni, di emulsioni bituminose aventi caratteristiche specifiche. A seconda che lo strato di supporto sia in misto granulare oppure in conglomerato bituminoso la lavorazione corrispondente prenderà il nome rispettivamente di mano di ancoraggio e mano d'attacco. Per mano di ancoraggio si intende una emulsione bituminosa a rottura lenta e bassa viscosità, applicata sopra uno strato in misto granulare prima della realizzazione di uno strato in conglomerato bituminoso. Scopo di tale lavorazione è quello di riempire i vuoti dello strato non legato irrigidendone la parte superficiale fornendo al contempo una migliore adesione per l'ancoraggio del successivo strato in conglomerato bituminoso. Il materiale da impiegare a tale fine è rappresentato da una emulsione bituminosa cationica, le cui caratteristiche sono riportate in Tabella 9, applicata con un dosaggio di bitume residuo almeno pari a 1,0 Kg/m2. Tabella 9 Indicatore di qualità Polarità Contenuto di acqua % peso Contenuto di bitume + flussante Flussante (%) Viscosità Engler a 20 °C Sedimentazione a 5 g Residuo bituminoso Penetrazione a 25 ° C Punto di rammollimento Normativa CNR 99/84 CNR 101/84 Unità di misura % Cationica 55% positiva 4±2 CNR 100/84 % 55 ± 2 CNR 100/84 CNR 102/84 CNR 124/88 % °E % 1-6 2-6 <5 UNI EN 1426 CNR 24/71 UNI EN 1427 CNR 35/73 dmm °C > 70 > 30 Per mano d'attacco si intende una emulsione bituminosa a rottura media oppure rapida (in funzione delle condizioni di utilizzo), applicata sopra una superficie di conglomerato bituminoso prima della realizzazione di un nuovo strato, avente lo scopo di evitare possibili scorrimenti relativi aumentando l'adesione all'interfaccia. Le caratteristiche ed il dosaggio del materiale da impiegare variano a seconda che l'applicazione riguardi la costruzione di una nuova sovrastruttura oppure un intervento di manutenzione. Nel caso di nuove costruzioni, il materiale da impiegare è rappresentato da una emulsione bituminosa cationica (al 60 % oppure al 65 % di legante), le cui caratteristiche sono riportate in Tabella 10, dosata in modo che il bitume residuo risulti pari a 0.30 Kg/m2. Tabella 10 Indicatore di qualità Polarità Contenuto di acqua % peso Contenuto di bitume + flussante S.P.E.A. Srl Normativa Unità di misura CNR 99/84 CNR 101/84 CNR 100/84 % % Cationica 60% positiva 40 ± 2 60 ± 2 Cationica 65% positiva 3±2 65 ± 2 - 17 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Flussante (%) Viscosità Engler a 20 °C Sedimentazione a 5 g Residuo bituminoso Penetrazione a 25 ° C Punto di rammollimento CNR 100/84 CNR 102/84 CNR 124/88 % °E % 1-4 5-10 <8 1-4 15-20 <8 UNI EN 1426 CNR 24/71 UNI EN 1427 CNR 35/73 dmm > 70 > 70 °C > 40 > 40 Qualora il nuovo strato venga realizzato sopra una pavimentazione esistente è suggerito, in particolare per autostrade e strade extraurbane principali, l'utilizzo di una emulsione bituminosa modificata avente le caratteristiche riportate in Tabella 11, dosata in modo che il bitume residuo risulti pari a 0.35 Kg/m2. Prima della stesa della mano d'attacco l'Impresa dovrà rimuovere tutte le impurità presenti e provvedere alla sigillatura di eventuali zone porose e/o fessurate mediante l'impiego di una malta bituminosa sigillante. Tabella 11 Indicatore di qualità Polarità Contenuto di acqua % peso Contenuto di bitume + flussante Flussante (%) Viscosità Engler a 20 °C Sedimentazione a 5 g Residuo bituminoso Penetrazione a 25 ° C Punto di rammollimento Ritorno elastico a 25 °C Normativa CNR 99/84 CNR 101/84 CNR 100/84 Unità di misura % % Modificata 70% positiva 30 ± 1 70 ± 1 CNR 100/84 CNR 102/84 CNR 124/88 % °E % 0 > 20 <5 UNI EN 1426 CNR 24/71 UNI EN 1427 CNR 35/73 UNI EN 13398 dmm °C % 50-70 > 65 > 75 Nel caso di stesa di conglomerato bituminoso su pavimentazione precedentemente fresata, è ammesso l'utilizzo di emulsioni bituminose cationiche e modificate maggiormente diluite (fino ad un massimo del 55 % di bitume residuo) a condizione che gli indicatori di qualità (valutati sul bitume residuo) e le prestazioni richieste rispettino gli stessi valori riportati rispettivamente nella Tabella 10 e nella Tabella 11. Ai fini dell'accettazione del legante per mani d'attacco, prima dell'inizio dei lavori, l'Impresa è tenuta a predisporre la qualificazione del prodotto tramite certificazione attestante i requisiti indicati ed a produrre copia dello studio prestazionale eseguito con il metodo ASTRA rilasciato dal produttore. Posa in opera delle miscele. La posa in opera dei conglomerati bituminosi verrà effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismi di autolivellamento. Le vibrofinitrici devono comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazione degli elementi litoidi più grossi. Nella stesa si deve porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente. Qualora ciò non sia possibile il bordo della striscia già realizzata deve essere spalmato con emulsione bituminosa cationica per assicurare la saldatura della striscia successiva. Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si deve procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura. S.P.E.A. Srl - 18 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. I giunti trasversali derivanti dalle interruzioni giornaliere devono essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento. La sovrapposizione dei giunti longitudinali tra i vari strati deve essere programmata e realizzata in maniera che essi risultino fra di loro sfalsati di almeno 20 cm e non cadano mai in corrispondenza delle due fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti. Il trasporto del conglomerato dall'impianto di confezione al cantiere di stesa deve avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e veloci e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni. La temperatura del conglomerato bituminoso all'atto della stesa controllata immediatamente dietro la finitrice deve risultare in ogni momento non inferiore a 140° C. La stesa dei conglomerati deve essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possono pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro. Gli strati eventualmente compromessi devono essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a spese dell'Impresa. La compattazione dei conglomerati deve iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza interruzioni. L'addensamento deve essere realizzato preferibilmente con rulli gommati. Per gli strati di base e di binder possono essere utilizzati anche rulli con ruote metalliche vibranti e/o combinati, di idoneo peso e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili. Per lo strato di usura può essere utilizzato un rullo tandem a ruote metalliche del peso massimo di 15t. Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso. La superficie degli strati deve presentarsi, dopo la compattazione, priva di irregolarità ed ondulazioni. Un'asta rettilinea lunga 4 m posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato deve aderirvi uniformemente; può essere tollerato uno scostamento massimo di 5 mm. La miscela bituminosa dello strato di base verrà stesa dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza della fondazione ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati in progetto. Prima della stesa del conglomerato bituminoso su strati di fondazione in misto cementato deve essere rimossa, per garantirne l'ancoraggio, la sabbia eventualmente non trattenuta dall'emulsione stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso. Nel caso di stesa in doppio strato essi devono essere sovrapposti nel più breve tempo possibile. Qualora la seconda stesa non sia realizzata entro le 24 ore successive tra i due strati deve essere interposta una mano di attacco di emulsione bituminosa in ragione di 0,3 Kg/m2 di bitume residuo. La miscela bituminosa del binder e del tappeto di usura verrà stesa sul piano finito dello strato sottostante dopo che sia stata accertata dalla Direzione dei Lavori la rispondenza di quest'ultimo ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati in progetto. Controlli I controlli si differenziano in funzione del tipo di strada. Il controllo della qualità dei conglomerati bituminosi e della loro posa in opera deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sulla miscela, sulle carote estratte dalla pavimentazione e con prove in situ. Articolo 14 SEGNALETICA La segnaletica presente sul tracciato stradale, deve essere conforme a quanto stabilito dalle seguenti normative: • D.Lgs. 30.04.1992 n.285 "Nuovo Codice della Strada" come modificato dalla Legge 29 luglio 2010 n. 120 S.P.E.A. Srl - 19 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. • D.P.R. 16.12.1992 n.495 "Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada" e successive modifiche • D.M. LLPP 31.03.1995, "Approvazione del disciplinare tecnico sulle modalità di determinazione dei livelli di qualità delle pellicole retroriflettenti impiegate per la costruzione dei segnali stradali". I lavori dovranno essere eseguiti da personale specializzato; la Direzione dei Lavori potrà impartire disposizioni sull'esecuzione dei lavori e l'ordine di precedenza da dare ai medesimi. Gli stessi potranno essere ordinati in più volte, a seconda delle particolari esigenze varie, per esecuzioni anche di notte, senza che l'Impresa possa pretendere prezzi diversi da quelli fissati nel presente Capitolato. La segnaletica orizzontale dovrà avvenire previa pulitura del manto stradale interessato, eseguita mediante idonee macchine tracciatrici ed ubicata come prescritto dalla Direzione dei Lavori. Tutti i sostegni metallici devono essere posti in opera su plinto di calcestruzzo delle dimensioni opportune ed a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori. La lunghezza dell'incastro sarà stabilita di volta in volta dalla Direzione dei Lavori, e dove occorra dovranno essere predisposti dei fori per il passaggio di cavi elettrici. Tutti i supporti metallici dei segnali stradali dovranno essere fissati ai relativi sostegni mediante le apposite staffe e bulloneria di dotazione, previa verifica della verticalità del sostegno stesso. L'asse verticale del segnale dovrà essere parallelo e centrato con l'asse del sostegno metallico. Il supporto metallico dovrà essere opportunamente orientato secondo quanto indicato dalla Direzione dei Lavori. Tutti i manufatti riguardanti la segnaletica verticale dovranno essere posti in opera a regola d'arte e mantenuti in perfetta efficienza fino al collaudo. Articolo 15 PAVIMENTAZIONE IN CLS COLORATO DILAVATO Per la realizzazione di pavimentazioni con calcestruzzo colorato dilavato, si prevedono le seguenti lavorazioni: - sottofondo, altezza cm 20 realizzato con tout-venant di cava, ovvero con idoneo misto di fiume, avente granulometria assortita, dimensione massima degli elementi mm 71, limite di fluidità non maggiore di 25 ed indice di plasticità nullo, incluso l'eventuale inumidimento od essiccamento per portarlo all'umidità ottima ed il costipamento fino a raggiungere almeno il 95% della massima densità AASHO modificata nonché una portanza espressa da un modulo di deformazione Md non inferiore a 80 N/mmq ricavato dalle prove con piastra avente diametro di cm 30. - massetto di base, spessore cm 8, realizzato con calcestruzzo dosato con Kg/mc 250 di cemento 32.5 R fornito in opera con autobetoniera con l'impiego di pompe, completo di rete elettrosaldata costituita da tondini in acciaio ad aderenza migliorata a maglia cm 20x20, diametro mm6; - trattamento protettivo di cordoli, zoccolature e ogni altro elemento architettonico che potrebbe sporcarsi durante il getto della pavimentazione, da realizzarsi mediante l’applicazione specifica vernice antiaderente (equivalente Protector VBA); - posa in opera su massetto esistente di primer di adesione spessore mm 1/2 (equivalente Ideal Bond); S.P.E.A. Srl - 20 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. - fornitura, trasporto e posa in opera pacchetto di finitura (spessore medio cm 7) costituito da massetto in cls (RCK 30) di consistenza S2, realizzato con cemento bianco e inerti in pietrisco in pietra di Orosei, granulometria 9/20 mm, colorato in pasta con premiscelato in polvere fibrorinforzato, equivalente “Pieri Chomofibre 1B colorato” della Levocell (dosaggio minimo del premiscelato 25 kg/mc di calcestruzzo); - applicazione a spruzzo su tutta la superficie della pavimentazione di disattivante di superficie equivalente “Pieri VBA Bio/VBA 2002” della Levocell, (circa 3 mq/lt) per ritardare la presa superficiale e curing compound con sistema antipiogia; - lavaggio della superficie con idropulitrice e monospazzola a settole morbide, (previa protezione delle aree circostanti con telo di polietilene), per portare a vista gli inerti, da eseguirsi dopo circa 24 ore e, comunque in funzione delle condizioni di umidità, temperatura e della classe di cemento impiegata; - a totale maturazione del calcestruzzo della pavimentazione ghiaia a vista, trattamento della superficie con idonei prodotti idrorepellenti e oleorepellente equivalente “Pieri Protec” della Levocell; - esecuzione dei giunti di dilatazione, da eseguirsi con apposita macchina con disco diamandato raffreddato ad acqua fino ad una profondità di circa 10 cm. La delimitazione tra delle aree pavimentate con cls colorato dilavato con cordoli in pietra o in cls a seconda degli ambiti di intervento. ll piano di posa della pavimentazione dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza prescritti ed essere ripulito da materiale estraneo. Il sottofondo verrà costipato meccanicamente previa umidificazione. Tutte le operazioni per la realizzazione della pavimentazione dovranno essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello strato stabilizzato. Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti semoventi. L'idoneità dei rulli e le modalità di costipamento verranno, per ogni cantiere, determinate dall’Ufficio di Direzione Lavori con una prova sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel cantiere (prove di costipamento). La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a mezzo di un regolo di m 4,50 di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali. Una volta costipato il sottofondo, si effettuare ranno prove di carico su piastra circolare secondo norma CNR 146 – 1992. Il valore del modulo di deformazione (CNR 146 – 1992) nell'intervallo compreso fra 0,5 – 1,5 daN/cmq non dovrà essere inferiore a 300 daN/cmq. In caso contrario l'impresa, a sua cura e spese dovrà adottare tutti i provvedimenti atti al raggiungimento del valore prescritto Articolo 16 PAVIMENTAZIONE IN SOIL SEMENT Pavimentazione in Soil Sement dosata a 0,60 l/mq di emulsione polimerica acquosa di acetato vinilico con funzione di legante, antipolvere ecocompatibile a norma E.P.A.. La posa della pavimentazione dovrà avvenire secondo le seguenti modalità: - esecuzione di cassonetto e corretta preparazione del sottofondo; - - posa di geotessile con funzione di separatore sul fondo del cassonetto; S.P.E.A. Srl - 21 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. - fornitura e posa di inerte appartenente ai gruppi A1b, A2, A3 e rientrante nelle seguenti classificazioni GC-SW-SP-SM-SC, avente granulometria max 0/20 mm, mediante vibrofinitrice, per uno spessore medio soffice di 8 cm; - bagnatura in più passaggi a mezzo di botte munita di pompa a bassa pressione collegata ad una barra di larghezza variabile da 2,00 a 4,00 ml, con ugelli idonei posizionati 25 cm l’uno dall’altro ed un’altezza da terra di 50 cm al fine di ottenere un’omogenea aspersione della miscela composta da acqua ed il Soli Sement; - compattazione della superficie con rullo compressore Articolo 17 OPERE IN PIETRE NATURALI Le opere in pietre naturali dovranno in genere corrispondere esattamente alle forme e dimensioni risultanti dai disegni di progetto ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni generali del presente Capitolato, del progetto esecutivo e dalle indicazioni particolari impartite dalla Direzione dei lavori all'atto dell'esecuzione. Tutti materiali dovranno avere le caratteristiche esteriori quelle essenziali della specie prescelta. Prima di cominciare i lavori, qualora non si sia provveduto in merito avanti l'appalto da parte dell'Amministrazione appaltante, l'Impresa dovrà preparare a sue spese i campioni delle varie pietre e delle loro lavorazioni, e sottoporli alla approvazione della Direzione dei lavori, alla quale spetterà in maniera esclusiva di giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni. Detti campioni debitamente contrassegnati, resteranno depositati negli Uffici della Direzione dei lavori, quali termine di confronto e riferimento. Per quanto ha riferimento con le dimensioni di ogni opera nelle sue parti componenti, la Direzione dei lavori ha la facoltà di prescrivere le misure dei vari elementi di un opera qualsiasi (rivestimento, copertina, cornice, pavimento, colonna ecc.), la formazione e disposizione dei vari conci e lo spessore delle lastre, come pure di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la suddivisione dei pezzi, l'andamento della venatura ecc., secondo i particolari disegni costruttivi che la stessa, Direzione dei lavori potrà fornire all'Impresa all'atto dell'esecuzione; e quest'ultima, avrà l'obbligo di uniformarsi a tali norme, come ad ogni altra disposizione circa la formazione di modanature, scorniciature, goccialatoi,ecc. Per tutte e le opere infine è fatto obbligo all'Impresa di rilevare e controllare, a propria cura e spese la corrispondenza delle varie opere ordinate dalla Direzione lavori alle strutture rustiche esistenti, e di segnalare a quest'ultima tempestivamente, ogni ostacolo o divergenza, restando essa Impresa in caso contrario unica responsabile della perfetta rispondenza dei pezzi all'atto della posa in opera. Essa avrà pure l'obbligo di apportare alle stesse, in corso di lavoro, tutte quelle modifiche che potessero essere richieste dalla Direzione dei lavori. a) pietra da taglio. La pietra da taglio da impiegarsi nelle costruzioni dovrà presentare la forma e le dimensioni di progetto, ed essere lavorata, secondo le prescrizioni che verranno impartite dalla Direzione dei lavori all'atto dell'esecuzione, nei seguenti modi: - granigliato; - a spacco. Qualunque sia il genere di lavorazione delle facce viste, i letti di posa e le facce di combaciamento dovranno essere ridotti a perfetto piano e lavorate a grana fina. Non saranno tollerate, ne smussature agli S.P.E.A. Srl - 22 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. spigoli, ne cavità nelle facce, ne stuccature in mastice o rattoppi. La pietra da taglio che presentasse difetti verra' rifiutata e l'Impresa avrà l'obbligo di sostituirla immediatamente anche se scheggiature od ammacchi si verificassero dopo il momento della posa in opera, e ciò fino al collaudo. Qualità e provenienza dei materiali I materiali per pavimenti lapidei dovranno corrispondere alle norme di accettazione di cui al R.D. del 16 Novembre 1939, n. 2232, al R.D. del 16 Novembre 1939, 2234 e alle norme Uni vigenti. Norme di accettazione Gli elementi in pietra dovranno corrispondere, entro i limiti delle tolleranze indicate, alle forme e dimensioni richieste ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni del presente capitolato e di quelle che impartirà il direttore dei lavori all’atto dell’esecuzione. Il Direttore dei lavori ha la facoltà di prescrivere, con le limitazioni contemplate nel presente capitolato, qualora non disposto, le misure dei vari elementi di ogni opera ed il loro spessore, come pure il Direttore dei lavori ha la facoltà di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la suddivisione delle sezioni (nei mosaici), l’andamento della venatura e la disposizione cromatica del pezzame delle tessere. Prescrizioni generali Allettamento degli elementi Nella esecuzione di pavimenti da porre in opera in malta, dovrà essere usata la massima cura nel non far passare la malta di allettamento attraverso le fessure degli elementi costituenti i pavimenti di qualsiasi tipo, materiale, dimensione e forma essi siano. Pertanto, gli elementi dovranno essere adagiati sopra lo strato di malta di allettamento, impostandoli prima con leggera pressione delle mani e poi battendoli cautamente col manico del martello fino a perfetta aderenza ai bordi degli elementi già collocati. Gli elementi dei pavimenti dovranno risultare perfettamente fissati al sottofondo. Bagnatura degli elementi Gli elementi dei pavimenti, quando necessario, dovranno essere preventivamente bagnati affinché siano bene imbevuti d’acqua. Taglio degli elementi Occorrendo parti di elementi per il completamento dei pavimenti, questi dovranno essere tagliati sempre con ed idonei utensili. Tolleranze sulla tonalità Saranno tollerate soltanto lievi differenze di tonalità di colore, di dimensioni, di assortimento purché queste differenze non alterino l’aspetto estetico degli elementi nel loro insieme. Posa in opera degli elementi La posa in opera degli elementi della pavimentazione dovrà essere curata al massimo; tutti gli elementi dovranno risultare ben serrati gli uni contro gli altri, le fessure dovranno essere quasi invisibili e la loro linea ben dritta; non dovranno essere posti in opera elementi anche minimamente imperfetti per rotture ai bordi ed agli spigoli e nessun elemento dovrà sporgere fuori dall’altro. I pavimenti dovranno risultare perfettamente in piano e pertanto si dovrà procedere alla loro posa in opera con il continuo controllo della livella. Ad ogni sospensione di lavoro si dovrà aver cura di verificare che il contorno dei tratti già posati e che restano interrotti sia ben allineato, e di rifilare la malta lungo il perimetro dell’interruzione. Per superfici molto estese dovranno essere previsti giunti di dilatazione sia longitudinali che trasversali. I giunti dovranno essere estesi a tutto lo spessore dello strato di sottofondo e dovranno essere riempiti con idonei materiali sigillanti. S.P.E.A. Srl - 23 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Forma, colore e disposizione degli elementi Gli elementi dei pavimenti potranno essere richiesti di diversa forma e colore, e nella posa in opera, il Direttore dei Lavori potrà ordinare speciali disposizioni a riquadri, o disegni geometrici. Campioni L’Appaltatore ha l’obbligo di presentare al Direttore dei lavori i campioni dei pavimenti prescritti, come ha l’obbligo di eseguire campioni di pavimenti in opera. Pulizia dei pavimenti A pavimento ultimato l’Appaltatore dovrà aver cura di far procedere ad una buona pulizia della superficie, affinché non vi rimanga sopra, e non indurisca, la malta. La superficie del pavimento non dovrà presentare macchie di sorta. Protezione dei pavimenti dopo la loro esecuzione Per un periodo di almeno 10 giorni dopo l’ultimazione del pavimento, l’Appaltatore ha l’obbligo di impedire, a mezzo di chiusure provvisorie, l’accesso di chiunque nei locali, e ciò anche per i pavimenti posti in opera da altre ditte. Qualora vi sia necessità di transitare su pavimenti di recente esecuzione, l’Appaltatore dovrà predisporre su di essi idoneo tavolato, con interposto uno spesso strato di segatura di abete o di sabbia fina. I pavimenti posti all’esterno dovranno essere convenientemente protetti dalla azione diretta dei raggi solari per il tempo necessario alla normale presa ed indurimento della malta, ed all’occorrenza, dovranno essere mantenuti leggermente bagnati nei primi giorni. Dovranno anche essere protetti, con idonei provvedimenti, sia dal vento che dalla pioggia violenta. Imperfezioni-Responsabilità Non potranno essere accettati pavimenti che presentassero una qualsiasi, anche minima, imperfezione dipendente dalla mancata osservanza delle norme sopra indicate e di quanto altro precisato e disposto in ogni punto del presente articolo. Pertanto, ogni qualvolta si manifestasse anche una sola delle imperfezioni suddette , o comunque danni, guasti e degradamenti, l’Appaltatore è obbligato alla demolizione dei pavimenti contestati ed al loro successivo rifacimento. Nel caso che il materiale impiegato fosse stato approvvigionato dall’Appaltante, l’Appaltatore è tenuto anche all’onere dell’acquisto dei materiali di pavimentazione identici a quelli forniti dall’Appaltante. L’Appaltatore dovrà anche provvedere, a sua cura e spese, alla rimessa in pristino dei lavori compiuti, quali, ad esempio, zoccoletti, intonachi, lavori da pittore, rivestimenti, infissi ecc., che in conseguenza della demolizione dei pavimenti dovessero subire manomissioni, o degradamenti, oltre al risarcimento degli eventuali danni. L’Appaltatore è responsabile delle imperfezioni fino alla approvazione del collaudo, e non potrà mai invocare a sua discolpa, né l’avvenuta accettazione del materiale da parte del Direttore dei lavori, né la mancanza di specifici ordini durante il collocamento in opera, né la mancata presentazione di eccezioni, od altro, da parte del Direttore dei lavori, sia dopo l’ultimazione dei pavimenti che in corso di consegna anticipata e di anticipato uso dei pavimenti stessi, né per caso fortuito, né per qualsiasi imprevidenza od imprevisione. Il rifiuto dei pavimenti, sia da parte della Direzione dei lavori, sia nel corso del collaudo, può avvenire anche dopo l’occupazione dell’opera da parte degli aventi diritto, o dell’Appaltante. L’Appaltatore sarà obbligato, in tal caso, a sopportare i maggiori oneri che il rifacimento delle pavimentazioni non accettate, la rimessa in ripristino stato di quanto manomesso, o degradato, il risarcimento dei danni ecc. L’Impresa dovrà sottoporre alla D.L, per accettazione, campionatura di tutti i tipi previsti dal progetto. Non saranno riconosciute lavorazioni con l’impiego di materiali non rigorosamente conformi alle campionature accettate dalla D.L. Prove d’accettazione Per quanto non espressamente indicato, per l’accettazione dei materiali lapidei si rinvia alle prescrizioni delle seguenti norme: S.P.E.A. Srl - 24 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. UNI 9724-1 - Materiali lapidei. Descrizione petrografica; UNI 9724-2 - Materiali lapidei. Determinazione della massa volumica apparente e del coefficiente di imbibizione; UNI 9724-3 - Materiali lapidei. Determinazione della resistenza a compressione semplice; UNI 9724-4 - Materiali lapidei. Confezionamento sezioni sottili e lucide; UNI 9724-5 - Materiali lapidei. Determinazione della resistenza a flessione; UNI 9724-6 - Materiali lapidei. Determinazione della microdurezza Knoop; UNI 9724-7 - Materiali lapidei. Determinazione della massa volumica reale e della porosità totale e accessibile. Il progetto prevede i seguenti elementi in materiale lapideo: - PAVIMENTAZIONI in : 1. in lastre cm 30x60 in pietra di orosei granigliato, spessore cm 6 - RIVESTIMENTI in : 2. lastre di Pietra di Orosei, spessore cm 3 o 6, dimensioni varie, granigliate su tutti i lati a vista; - DISSUASORI AUTO in : 3. pietra di Orosei bocciardato fine su tutti lati a vista dimensioni 15x18x40, dettagli come da elaborati grafici, completa di bieta in acciaio zincato diam mm 20 per il fissaggio del dissuasore a plinto di fondazione in cls (cm 40x40x40). - PAVIMENTAZIONE BANCHINE NUOVE ROTATORIE in: 4. tozzetti in pietra di granito delle dimensioni 15x15x10. - REALIZZAZIONE OPERE D’ARTE NUOVE ROTATORIE in: 5. masselli in pietra basaltica tagliati a spacco delle dimensioni di 6x6x6 cm; 6. masselli in pietra di Orosei tagliati a spacco delle dimensioni di 6x6x6 cm; 7. lastre in pietra basaltica delle dimensioni 30x30 ed spessore pari a 15 cm. Articolo 18 PAVIMENTAZIONE IN AUTOBLOCCANTI DRENANTI La pavimentazione alcune delle aree di sosta delle auto o biciclette saranno realizzate con masselli autobloccanti in calcestruzzo vibrocompresso colorato in pasta, dimensioni cm 25x50, spessore cm 8, con resistenza a compressione > 60N/ mmq, assorbimento 12% in volume conformi a norma UNI 9065 parti I, II, III, finitura superficiale in quarzo. Compresa la compattazione preliminare del piano di appoggio con mezzo meccanico, la fornitura e posa in opera di telo geotessile non tessuto (peso300 gr/mq; resistenza trazione N/10 cm 450) in fibra in poliestere bianco con sovrapposizioni minime cm 15, la stesura di piano d’appoggio costituito da 5 cm di sabbia e la compattazione dei masselli a mezzo piastra vibrante, la sigillatura a finire dei giunti fra singoli masselli costituita da una stesura di terreno naturale Articolo 19 PASSERELLE SU PALIFICATE Nei pettini 1, 2 e 6 è prevista la costruzione di passerelle per l’accesso all’arenile, saranno realizzati da struttura portante in pali e travi in massello di larice e tavolato dello stesso materialein legno composito. Struttura portante in larice. S.P.E.A. Srl - 25 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. La pavimentazione in lego composito sarà sostenuta da struttura sollevata rispetto alle dune realizzata in larice europeo (Larix decidua Miller), con impregnazione in autoclave. Tutte le forniture in legno dovranno essere corredate di certificazioni FSC (Certificazione FSC Forest Management ) o PEFC. La struttura modulare m 2 x 2 è costituita da: - pali sezione cm 18x18, lunghezza media cm 160; da collocarsi nel terreno tramite battitura meccanica; - travi principali sezione cm 14x22; - travi secondarie sezione cm 10x16. - Tavolato in larice, spessore cm 4; - parabordi costituita da tavolato in larice, sezione cm 5x15, lunghezza minima cm 200 La connessione degli elementi in larice sarà realizzato con viti in acciaio AISI 316. Articolo 20 CORDOLI IN CLS E PIETRA Cordoli in cls I cordoli previsti nel presente progetto hanno una sezione pari a 12/15x25 e 6x20 cm e sono in conglomerato cementizio vibrato (C.A.V.), avente Rck 30 N/mm2, in elementi di lunghezza 1,00 m. Gli elementi dovranno presentare superfici in vista regolari e ben rifinite con dimensioni uniformi, dosature e spessore corrispondenti alle prescrizioni e ai tipi; saranno ben stagionati, di perfetto impasto e lavorazione, sonori alla percussione senza screpolature e muniti delle eventuali opportune sagomature alle due estremità per consentire una sicura connessione, ed essere esenti da imperfezioni, cavillature, rotture o sbrecciature. Gli elementi prefabbricati in calcestruzzo avranno sezione che sarà di volta in volta precisata dalla Direzione dei Lavori sulla base degli elaborati grafici. Cordoli in trachite Gli elementi dovranno provenire da rocce sane di pietra omogenea che non presentino venature vistose d'alcun genere. Gli elementi dovranno avere lunghezza non inferiore a ml 1,00, le teste finite, le facce a vista martellinate a mano, non dovranno presentare rientranze o parti sporgenti. La sezione sarà pari a 20x15 cm e i profili come indicato sulle tavole di progetto. I raccordi e le giunzioni ad angolo tra due tratte saranno sempre risolti con l’impiego di pezzi speciali curvi fino ad un raggio di mt 2.00, per circonferenze maggiori il raccordo curva sarà ricavato mediante posa di elementi rettilinei con lunghezza non superiore a cm 50. Posa in opera delle cordonate Di norma si procederà formando un tratto di lunghezza pari alla livelletta, costruendo una fondazione continua in cls Rck 20 steso in strati ben battuti e livellati tali da formare un sicuro piano d'appoggio per tutti gli elementi. Si procederà successivamente alla posa dei cordoli provvedendo ai necessari aggiustamenti di quota e di linea, solo allora si procederà con il rinfianco della cordonatura da eseguirsi con cls Rck 25 escludendo l'impiego di cls proveniente da scarti di lavorazione. E' tassativamente vietato posare i vari elementi su cuscinetti di cls fatto salvo durante la posa di cordonature provenienti da preesistenti marciapiedi nel caso che gli elementi costituenti siano difformi da quanto precedentemente previsto. A posa ultimata si potrà procedere alla sigillatura dei giunti con boiacca di cemento a kg 400/mc. Le cordonature dovranno presentarsi perfettamente allineate; se alla verifica con staggia rettilinea della lunghezza di ml 4,00 si dovessero riscontrare differenze tanto di allineamento, quanto di livello, superiori alla tolleranza max di mm 5, le opere eseguite verranno rifiutate. S.P.E.A. Srl - 26 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Articolo 21 BARRIERE STRADALI Al fine di garantire la sicurezza della mobilità ciclabile rispetto al traffico veicolare, il progetto prevede il posizionamento di barriere stradali di protezione in classe N2 ed H2 del tipo legno-acciaio. Barriera bifacciale classe N2 – bordo laterale La barriera stradale di sicurezza misto metallo-legno completa di Certificazione nel rispetto delle norme EN1317 e DM 21/06/2004, rispondente ai requisiti della marcatura CE nella classe N2 (Certificato CE 1826-CPD-09-02-06-DR5) e corredata da Crash Test tipo TB11 e TB32 (certificante una larghezza di funzionamento minima di W6) effettuati in un centro autorizzato dal Ministero dei Lavori Pubblici. - La barriera è composta da: piantone in tondo di legno Douglas* diametro 18 cm e lunghezza 70 cm, con anima in acciaio zincato a sezione C (50 x 100 x 50 spessore 5 mm) di lunghezza 2 m (70 cm fuori terra / 130 dentro terra), listone orizzontale in mezzotondo di legno Douglas* diam. 22 cm anch’esso con anima in acciaio composta da profilato ad U 90 x 50 x 4 mm, lunghezza 4 m. Ciascun montante sarà rivestito in tutti i suoi lati con una copertura integrale opportunamente lavorata in legno* Douglas diam 18 cm. I listoni orizzontali vanno posizionati con il bordo superiore a 70 cm dalla sede stradale, l’unione tra questi elementi è assicurata da piastre in acciaio zincato (TL 62) 620 x 80 x 10 mm ognuna delle quali appositamente bloccata da due piastrine in acciaio zincato 200 x 60 x 4 mm (TL 20). Barriera classe H2 – bordo ponte Barriera stradale di sicurezza misto metallo-legno Omologata in Classe H2 livello di contenimento “B” nel rispetto dei requisiti della marcatura CE e delle norme EN 1317 e DM 21/06/2004. - La barriera dovrà avere larghezza di funzionamento livello W4 (<1,30m) per protezione punti pericolosi. - La barriera è composta da: Montante in acciaio zincato con profilo ad H (750x140x5 mm) altezza 2 m assemblato con due morali in legno Douglas dimensione 6x14x130 cm. Corrente orizzontale composto da due mezzi tondi in legno Douglas, di diam. 20 cm, anch’essi con anima in acciaio composta da profilato ad U 90 x 50 x 4 mm, lunghezza 4 m. I listoni orizzontali vanno posizionati con il bordo superiore a 85 cm dalla sede stradale, l’unione tra questi elementi è assicurata da piastre di continuità in acciaio zincato di dimensioni 620x270x10 mm ognuna delle quali appositamente bloccata da quattro piastrine in acciaio zincato 200 x 60 x 4 mm (TL 20). La piastra di continuità è fissata al palo con un distanziatore in acciaio zincato di dimensioni 230x125 mm ogni due metri lineari. Articolo 22 PEDANA PER SPIAGGIA Pedana per spiaggia 100 cm x 100 cm, decking in materiale composito (60% farina di legno abete riciclato e 40% polietilene ad alta densità) con trattamento antifungo, antialga e anti UV, facciata esterna antisdrucciolo misura cadauno mm 1000 x 21 x 140, composta da 7 doghe cadauna, completa di 3 traversi in alluminio anodizzato a 20 micron e rivetti in alluminio, con innesti pvc, peso cadauna: kg. 25,00: Articolo 23 ARREDI - TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE GENERALI Gli arredi proposti, oltre ad che per le caratteriste pretamente estetiche sono stati scelti anche considerando la curabilità e il costo di manutenzione. Elementi di seduta: S.P.E.A. Srl - 27 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. - panca prefabbricata in dimensioni cm 60 x200x 45 (altezza) realizzata in calcestruzzo a durabilità garantita Rck 35 N/mm2, a faccia vista, con inerte in Pietra di Orosei - Panca in c.a. rivestita con lastre in Pietra di Orosei, spessore cm 3 (per superfici verticali) e cm 6 su quelle orizzontali, granigliate su tutti i lati a vista, posto in opera con collante per rivestimenti lapidei. - Cestino raccolta differenziata per rifiuti (equivalente “ECOMIX” della Metalco) composto da una struttura in lamiera di acciaio corten sp. 20/10 mm, forma tronco piramidale con base mm 454 x454 , altezza mm 990, dotato di posa cenere e completa di coperchio (in quadricromia per agevolare raccolta differenziata) in fusione di alluminio, fissato con viti in al telaio in acciaio zincato e verniciato, a sua volta incernierato alla struttura. L’interno del cestino è dotato di struttura metallica che divide in quattro per la raccolta differenziata) Capacità cestino 30 lt x 4. - Fontana, equivalente “FUENTE” della Metalco articolo 0310065, costituita da una struttura in tubo d'acciaio corten, sabbiato e trattato con un ciclo di ossidazione, a sezione rettangolare 100x200 mm, di altezza 990 mm con piastra base rettangolare 290x140x6 mm e tappo superiore in lamiera. Completa di rubinetto in ottone nichelato a pulsante con molla di ritorno normalmente chiuso, avvitato al manicotto da 1/2" e raccordato alla tubazione in acciaio inox con terminale filettato per l'allacciamento alla rete idrica. La struttura è fissata con quattro viti alla base della vasca, in lamiera d'acciaio zincato a caldo e verniciato a polveri P.P. di dimensioni 296x890 mm e profondità 102 mm, dotata di un tubo di scarico e troppo pieno diametro mm 40. Sul retro della stessa è presente una feritoia adatta al collegamento del tubo di alimentazione. Compresa inoltre caditoia, asportabile dimensioni 740x290 mm e spessore. 5; - Porta biciclette, simile “GUARDIA” della Metalco articolo 0030285, realizzata in piatto di acciaio corten sagomato "a correre" sez. 80x8 mm con bielletta mobile in acciaio inox satinato ed elettrolucidato, per fissaggio lucchetto al telaio della bicicletta. Altezza cm 90 e dettagli come da elaborato grafico di riferimento. Posto in opera su plinto di fondazione in c.a cm 40x40x40. Espositore in corten, equivalente “targa corten” della Metalco articolo 0550965 composto da struttura portante in profilo a T di acciaio corten da 80x80x8 mm e da un doppio tamponamento in lamiera d'acciaio zincato 15/10 ribordata, fissato con viti in acciaio inox a scomparsa. Tutta la struttura in corten è sabbiata e trattata con ciclo di ossidazione. Dimensioni H 2200 mm, L 1050 mm. Superficie espositiva 1400x1000 mm. Pensilina autobus litoranea larghezza m. 2,572 – profondità 1,200 – altezza 2,500, con struttura costituita da elementi in acciaio zincato a caldo e verniciato (colore come da indicazione DL) dimensione pilastri n° 2 sez. mm. 80 x 80 elementi strutturali trasversali come da elaborati grafici. Alla parte strutturale è ancorata una panca rivestita in acciaio mm. 5, zincato a caldo e verniciato. Completo di n°2 plinti di fondazione di fondazione cm 80x80x80 in cls dosato a 250 kg/mc. Copertura in vetro antisfondamento con bordi molati a filo lucido spessore mm. 10 (dim. Cm. 120,0 x 257,0), fissato alla struttura in acciaio attraverso n° 6 elementi di ancoraggio. Completo di rivestimento di finitura della pensilina con quattro fogli di alluminio (2 x mm. 1341 x 1296 / 2 x mm 2081 x 1296), mediante pannelli in alluminio peralluman H111 spessore 50/10 (colore come indicato dalla DL / colori diversi per ogni pensilina da collocare) lavorato con rinforzo a C perimetrali, tagliato con procedimento laser come da elaborati di progetto. Finitura con ciclo di verniciatura a polvere (colori a scelta della D.L.) eseguito su entrambe le facce come segue: 1°STADIO (Sgrassaggio alcalino + Fosfodecappaggio / Lavaggio con acqua); 2° STADIO (Asciugatura); 3° STADIO (Applicazione della vernice - fondo); 4° STADIO (Cottura in forno); 5° STADIO (Applicazione della vernice finitura); 6° STADIO (Cottura in forno) S.P.E.A. Srl - 28 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Articolo 24 STRUTTURE DI CEMENTO ARMATO NORMALE Nell'esecuzione delle opere di cemento armato normale l'Appaltatore dovrà attenersi alle norme contenute nella legge n. 1086/1971 e s.m.i. e nelle relative norme tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della legge 5 novembre 1971, n. 1086. a) Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto. Il getto deve essere convenientemente compatto; la superficie dei getti deve essere mantenuta umida per almeno tre giorni. Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0 °C, salvo il ricorso ad opportune cautele. b) Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non siano evitabili, si devono realizzare possibilmente nelle regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere opportunamente sfalsate. Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante: - saldature eseguite in conformità delle norme in vigore sulle saldature; - manicotto filettato; - sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascuna barra. In ogni caso la lunghezza di sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte il diametro e la prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compromessa. La distanza mutua (interferro) nella sovrapposizione non deve superare 6 volte il diametro. c) Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio non minore di 6 volte il diametro. Gli ancoraggi devono rispondere a quanto prescritto al punto 5.3.3 del D.M. emanato in applicazione dell'art. 21 della legge 5 novembre 1971, n. 1086. Per barre di acciaio incrudito a freddo le piegature non possono essere effettuate a caldo. d) La superficie dell'armatura resistente deve distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri. Tali misure devono essere aumentate, e al massimo rispettivamente portate a 2 cm per le solette ed a 4 per le travi ed i pilastri, in presenza di salsedine marina, ed altri agenti aggressivi. Copriferri maggiori richiedono opportuni provvedimenti intesi ad evitare il distacco (per esempio reti). Le superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate in ogni direzione di almeno una volta il diametro delle barre medesime e, in ogni caso, non meno di 2 cm. Si potrà derogare a quanto sopra raggruppando le barre a coppie ed aumentando la mutua distanza minima tra le coppie ad almeno 4 cm. Per le barre di sezione non circolare si deve considerare il diametro del cerchio circoscritto. e) Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche. Esso non deve inoltre avvenire prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto il valore necessario in relazione all'impiego della struttura all'atto del disarmo, tenendo anche conto delle altre esigenze progettuali e costruttive; la decisione è lasciata al giudizio del Direttore dei lavori. f) Qualora il calcestruzzo sia destinato ad ospitare elementi metallici di ancoraggio di struttura da connettere ci si atterrà a quanto prescritto nell'articolo sulla struttura di acciaio. Specificazione delle prescrizioni tecniche S.P.E.A. Srl - 29 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. a) Inerti per conglomerati cementizi e per malte 1) Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature. La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature. La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di paramento o in pietra da taglio. 2) Gli additivi per impasti cementizi si intendono classificati come segue: fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti-acceleranti; antigelo-superfluidificanti. Per le modalità di controllo ed accettazione il Direttore dei lavori potrà far eseguire prove o, per i prodotti industriali, accettare l'attestazione di conformità alle norme rilasciate dal produttore sulla base d'idonea documentazione. 3) I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. attuativo dell'art. 21 della legge 5 novembre 1971, n. 1086. b) Impasti di conglomerato cementizio Gli impasti di conglomerato cementizio dovranno essere eseguiti in conformità di quanto previsto nell'allegato apposito del D.M. applicativo dell'art. 21 della legge 5 novembre 1971, n. 1086. La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto, devono essere adeguati alla particolare destinazione del getto e al procedimento di posa in opera del conglomerato. Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti. Partendo dagli elementi già fissati il rapporto acqua-cemento, e quindi il dosaggio del cemento, dovrà essere scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato. L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato all'accertamento dell'assenza di ogni pericolo di aggressività. L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto. Per i calcestruzzi preconfezionati si fa riferimento alla norma UNI 7163; essa precisa le condizioni per l'ordinazione, la confezione, il trasporto e la consegna. Fissa inoltre le caratteristiche del prodotto soggetto a garanzia da parte del produttore e le prove atte a verificarne la conformità. c) Armature per calcestruzzo 1) Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. attuativo dell'art. 21 della legge 5 novembre 1971, n. 1086 e relative circolari esplicative. 2) E' fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine. Modalità di prova, controllo, collaudo Per i controlli sul conglomerato ci si atterrà a quanto previsto dall'allegato apposito del D.M. applicativo della legge 5 novembre 1971, n. 1086. Il conglomerato viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo quanto specificato nel suddetto allegato apposito del D.M. applicativo della legge S.P.E.A. Srl - 30 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. 5 novembre 1971, n. 1086. La resistenza caratteristica del conglomerato dovrà essere non inferiore a quella richiesta dal progetto. Il controllo di qualità del conglomerato si articola nelle seguenti fasi: studio preliminare di qualificazione, controllo di accettazione, prove complementari. I prelievi dei campioni necessari per i controlli delle fasi suddette avverranno al momento della posa in opera dei casseri, secondo le modalità previste nel paragrafo 3 del succitato Allegato 2. Norme di misurazione a) Calcestruzzi I calcestruzzi per fondazioni, murature, volte, ecc. e le strutture costituite da getto in opera, saranno in genere pagati a metro cubo e misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eccedenza, ancorché inevitabile, dipendente dalla forma degli scavi aperti e dal modo di esecuzione dei lavori. Nei relativi prezzi oltre agli oneri delle murature in genere, s'intendono compensati tutti gli oneri specificati nelle norme sui materiali e sui modi di esecuzione. b) Conglomerato cementizio armato Il conglomerato per opere in cemento armato di qualsiasi natura e spessore sarà valutato per il suo volume effettivo, senza detrazione del volume del ferro che verrà pagato a parte. I casseri, le casseforme e le relative armature di sostegno, sono comprese nei prezzi di elenco del conglomerato cementizio. Nei prezzi del conglomerato sono inoltre compresi tutti gli oneri derivanti dalla formazione di palchi provvisori di servizio, dall'innalzamento dei materiali, qualunque sia l'altezza alla quale l'opera di cemento armato dovrà essere eseguita, nonché per il getto e la vibratura. Il ferro tondo per armature di opere di cemento armato di qualsiasi tipo nonché la rete elettrosaldata saranno valutati secondo il peso effettivo; nel prezzo oltre alla lavorazione e lo sfrido è compreso l'onere della legatura dei singoli elementi e la posa in opera dell'armatura stessa. Articolo 25 INERTI PER CONGLOMERATI CEMENTIZI E PER MALTE Gli aggregati per conglomerati cementizi, naturali e di frantumazione devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di getto, ecc., in proporzioni nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature. La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro delle armature. (vedere voci di contabilità per tipologia di pietrisco da utilizzare. La sabbia per malte dovrà essere priva di sostanze organiche, terrose o argillose, ed avere dimensione massima dei grani di 2 mm per murature in genere, di 1 mm per gli intonaci e murature di paramento o in pietra da taglio. Gli additivi per impasti cementizi si intendono classificati come segue: fluidificanti; aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti-acceleranti; antigelo-superfluidificanti. Per le modalità di controllo ed accettazione il Direttore dei lavori potrà far eseguire prove od accettare l'attestazione di conformità alle norme secondo i criteri dell'art. 60. S.P.E.A. Srl - 31 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte le prescrizioni di cui al D.M. attuativo dell'art. 21 della legge 5 novembre 1971, n. 1086. Malte per murature Nella malta per murature portanti l'acqua e la sabbia per la preparazione degli impasti devono possedere i requisiti e le caratteristiche tecniche di cui agli articoli 61 e 62. L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte è consentito, purché ogni fornitura sia accompagnata da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli appresso indicati il fornitore dovrà certificare con prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa. Le modalità per la determinazione della resistenza a compressione delle malte sono riportate nel D.M. 13 settembre 1993. I tipi di malta e le loro classi sono definiti in rapporto alla composizione in volume; malte di diverse proporzioni nella composizione confezionate anche con additivi, preventivamente sperimentate, possono essere ritenute equivalenti a quelle indicate qualora la loro resistenza media a compressione risulti non inferiore ai valori di cui al D.M. 20 novembre 1987. n. 103. Getti di completamento Per le opere di completamento e per le opere d'arte esterne gettate in opera, quali ad esempio copertine di muri di sostegno, di recinzione, cordonate, soglie, parapetti ecc. verrà posto in opera un calcestruzzo opportunamente costipato con vibratori con dosaggio di kg/m3 300 di cemento 425. Le prescrizioni di cui agli articoli precedenti rimangono valide in quanto applicabili, salvo il diametro massimo degli inerti che non sarà maggiore di 20 mm, e comunque entro un terzo delle dimensioni minime del getto. Le superfici superiori dei getti verranno rifinite mediante cemento lisciato. Particolare cura verrà posta nella esecuzione delle armature per ottenere un perfetto raccordo con i getti precedentemente messi in opera, e per seguire le sagome di progetto, con i giunti e le particolari indicazioni della Direzione dei lavori. Blocchi artificiali La muratura è costituita da elementi resistenti aventi generalmente forma parallelepipeda, posti in opera in strati regolari di spessore costante e legati tra di loro tramite malta. Gli elementi resistenti possono essere di: - laterizio normale; - laterizio alleggerito in pasta; - calcestruzzo normale; - calcestruzzo alleggerito. Gli elementi resistenti artificiali possono essere dotati di fori in direzione normale al piano di posa (elementi a foratura verticale) oppure in direzione parallela (elementi a foratura orizzontale). Quando impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle prescrizioni contenute nel D.M. 20 novembre 1987 ("Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e per il loro consolidamento"). Nel caso di murature non portanti le suddette prescrizioni possono costituire utile riferimento, insieme a quelle della norma UNI 8942/2. Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni del succitato D.M. 20 novembre 1987. La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni S.P.E.A. Srl - 32 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. contenenti i risultati delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel D.M. di cui sopra. Tutte le murature in genere, salvo le eccezioni in appresso specificate, saranno misurate geometricamente, a volume od a superficie, secondo la categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cioè gli intonaci. Sarà fatta deduzione di tutti i vuoti di luce superiore a 1,00 m2 e dei vuoti di canne fumarie, canalizzazioni, ecc., che abbiano sezione superiore a 0,25 m2, rimanendo per questi ultimi, all'Appaltatore, l'onere della loro eventuale chiusura con materiale in cotto. Così pure sarà sempre fatta deduzione del volume corrispondente alla parte incastrata di pilastri, piattabande, ecc., di strutture diverse, nonché di pietre naturali od artificiali, da pagarsi con altri prezzi di tariffa. Nei prezzi unitari delle murature di qualsiasi genere, qualora non debbano essere eseguite con paramento di faccia vista, si intende compreso il rinzaffo delle facce visibili dei muri. Tale rinzaffo sarà sempre eseguito, ed è compreso nel prezzo unitario, anche a tergo dei muri che debbono essere poi caricati a terrapieni. Per questi ultimi muri è pure sempre compresa la eventuale formazione di feritoie regolari e regolarmente disposte per lo scolo delle acque ed in generale quella delle immorsature e la costruzione di tutti gli incastri per la posa in opera della pietra da taglio od artificiale. Nei prezzi della muratura di qualsiasi specie si intende compreso ogni onere per formazione di spalle, sguinci, canne, spigoli, strombature, incassature per imposte di archi, volte e piattabande. Qualunque sia la curvatura data alla pianta ed alle sezioni dei muri, anche se si debbano costruire sotto raggio, le relative murature non potranno essere comprese nella categoria delle volte e saranno valutate con i prezzi delle murature rette senza alcun compenso in più. Le ossature di cornici, cornicioni, lesene, pilastri ecc., di aggetto superiore a 5 cm sul filo esterno del muro, saranno valutate per il loro volume effettivo in aggetto con l'applicazione dei prezzi di tariffa stabiliti per le murature. Per le ossature di aggetto inferiore a 5 cm non verrà applicato alcun sovrapprezzo. Quando la muratura in aggetto è diversa da quella del muro sul quale insiste, la parte incastrata sarà considerata come della stessa specie del muro stesso. Le murature di mattoni ad una testa od in foglio si misureranno a vuoto per pieno, al rustico, deducendo soltanto le aperture di superficie uguale o superiore a 1 m2, intendendo nel prezzo compensata la formazione di sordini, spalle, piattabande, ecc., nonché eventuali intelaiature in legno che la Direzione dei lavori ritenesse opportuno di ordinare allo scopo di fissare i serramenti al telaio, anziché alla parete. Articolo 26 ARMATURE PER CALCESTRUZZO 1) Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente D.M. attuativo dell'art. 21 della legge 5 novembre 1971, n. 1086 e relative circolari esplicative. 2) E' fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine. Modalità di prova, controllo, collaudo Per i controlli sul conglomerato ci si atterrà a quanto previsto dall'allegato apposito del D.M. applicativo della legge 5 novembre 1971, n. 1086. Il conglomerato viene individuato tramite la resistenza caratteristica a compressione secondo quanto specificato nel suddetto allegato apposito del D.M. applicativo della legge S.P.E.A. Srl - 33 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. 5 novembre 1971, n. 1086. La resistenza caratteristica del conglomerato dovrà essere non inferiore a quella richiesta dal progetto. Il controllo di qualità del conglomerato si articola nelle seguenti fasi: studio preliminare di qualificazione, controllo di accettazione, prove complementari (vedere paragrafi 4, 5 e 6 dell'Allegato 2). I prelievi dei campioni necessari per i controlli delle fasi suddette avverranno al momento della posa in opera dei casseri, secondo le modalità previste per legge. Articolo 27 PRESCRIZIONI E PRESTAZIONI DEI CEMENTI E DEI CALCESTRUZZI Il cemento deve essere scelto, fra quelli considerati idonei, tenendo in considerazione: - l’esecuzione dell’opera - l’uso finale del calcestruzzo - le condizioni di maturazione - le dimensioni della struttura - le condizioni ambientali alle quali la struttura sarà esposta - la potenziale reattività degli aggregati agli alcali provenienti dai componenti Potranno essere impiegati unicamente i cementi previsti nella Legge 26.5.65 n° 595 che soddisfino i requisiti di accettazione elencati nella norma UNI ENV 197/1, con esclusione del cemento alluminoso e dei cementi per sbarramenti di ritenuta. I cementi utilizzati dovranno essere controllati e certificati come previsto per legge. In caso di ambienti chimicamente aggressivi si dovrà far riferimento a quanto previsto nelle norme UNI 9606, UNI 9156 e UNI 10517 e al successivo Art.51. Modalità di fornitura I sacchi per la fornitura dei cementi debbono essere sigillati ed in perfetto stato di conservazione. Se l'imballaggio fosse comunque manomesso o il prodotto avariato, il cemento potrà essere rifiutato dalla Direzione dei Lavori e dovrà essere sostituito con altro idoneo. Se i leganti sono forniti sfusi, la provenienza e la qualità degli stessi dovranno essere dichiarate con documenti di accompagnamento della merce. La qualità del cemento potrà essere accertata mediante prelievo di campioni e la loro analisi presso Laboratori Ufficiali. L’Appaltatore dovrà disporre in cantiere di silos per lo stoccaggio del cemento che ne consentano la conservazione in idonee condizioni termoigrometriche. Controllo della documentazione In cantiere o presso l'impianto di preconfezionamento del calcestruzzo è ammessa esclusivamente la fornitura di cementi di cui sopra. Tutte le forniture di cemento devono essere accompagnate dall'attestato di conformità CE. Le forniture effettuate da un intermediario, ad esempio un importatore, dovranno essere accompagnate dall'Attestato di Conformità CE rilasciato dal produttore di cemento e completato con i riferimenti ai DDT dei lotti consegnati dallo stesso intermediario. Il Direttore dei Lavori verificherà periodicamente quanto sopra indicato, in particolare la corrispondenza del cemento consegnato, come rilevabile dalla documentazione anzidetta, con quello previsto nel Capitolato Speciale di Appalto e nella documentazione o elaborati tecnici specifici. S.P.E.A. Srl - 34 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Controllo di accettazione Il Direttore dei Lavori potrà richiedere controlli di accettazione sul cemento in arrivo in cantiere nel caso che il calcestruzzo sia prodotto da impianto di preconfezionamento installato nel cantiere stesso. Il prelievo del cemento dovrà avvenire al momento della consegna in conformità alla norma UNI EN 196-7. L'Appaltatore dovrà assicurarsi, prima del campionamento, che il sacco da cui si effettua il prelievo sia in perfetto stato di conservazione o, alternativamente, che l'autobotte sia ancora munita di sigilli; è obbligatorio che il campionamento sia effettuato in contraddittorio con un rappresentante del produttore di cemento. Il controllo di accettazione di norma potrà avvenire indicativamente ogni 5.000 ton di cemento consegnato. Il campione di cemento prelevato sarà suddiviso in almeno tre parti di cui una verrà inviata ad un Laboratorio Ufficiale di cui all'art 59 del DPR n° 380/2001 scelto dalla Direzione Lavori, un'altra è a disposizione dell'impresa e la terza rimarrà custodita, in un contenitore sigillato, per eventuali controprove. Acqua d’impasto L'acqua d’impasto, di provenienza nota, dovrà avere caratteristiche costanti nel tempo, conformi a quelle della norma UNI EN 1008. Aggregati Gli aggregati utilizzabili, ai fini del confezionamento del calcestruzzo, debbono possedere marcatura CE secondo il D.P.R. 246/93 e successivi decreti attuativi. Dovranno avere caratteristiche conformi a quelle previste nel UNI EN 12620 per gli aggregati normali e pesanti, ed al prEN 13055-1 per quelli leggeri e alle UNI 8520-2 con i relativi riferimenti alla destinazione d’uso del calcestruzzo. La massa volumica media del granulo in condizioni s.s.a. (saturo a superficie asciutta) deve essere pari o superiore a 2300 kg/m3. Per aggregati potenzialmente reattivi agli alcali presenti nella miscela si applicano le prescrizioni del successivo articolo “Opere e strutture di calcestruzzo”. Additivi Gli additivi per la produzione del calcestruzzo devono possedere la marcatura CE ed essere conformi, in relazione alla particolare categoria di prodotto cui essi appartengono, ai requisiti imposti dai rispettivi prospetti della norma UNI EN 934 (parti 2, 3, 4, 5). Aggiunte Sono considerate idonee le aggiunte di tipo I (aggiunte inerti) costituite da filler conformi alla EN12620 e da pigmenti conformi alla EN 12878. È ammesso l'utilizzo di aggiunte definite nella norma UNI EN 206-1 di tipo II (aggiunte pozzolaniche o ad attività idraulica latente) costituite da ceneri volanti e fumi di silice, purché non vengano modificate negativamente le caratteristiche prestazionali del calcestruzzo. S.P.E.A. Srl - 35 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Ceneri volanti Le ceneri volanti dovranno soddisfare i requisiti della norma UNI EN 450. Per ogni invio dovrà essere specificato il fornitore ed essere disponibile copia dei certificati delle prove eseguite. Fumi di silice I fumi di silice ai fini dell’utilizzazione nel calcestruzzo come aggiunte di tipo II, devono essere conformi alla UNI EN 13263 parte 1 e 2, costituiti da silice attiva amorfa presente in quantità maggiore o uguale all’85% del peso totale e provviste di marcatura CE in ottemperanza alle disposizioni legislative in materia di norma armonizzata. I fumi dovranno essere costituiti da particelle sferiche isolate con diametro compreso tra 0.01 e 0.5 micron, oppure da agglomerati o granuli secondari di diametro da 1 a 10 micron, avere aspetto di polvere asciutta o di sospensione acquosa. Per ogni invio dovrà essere specificato il fornitore ed essere disponibile copia dei certificati delle prove eseguite.Poiché i fumi di silice possiedono un elevato potere di ritenzione d'acqua, il loro impiego dovrà essere sempre associato a quello di additivi superfluidificanti. Nel caso di utilizzo dell’autobetoniera come mescolatore i fumi in polvere dovranno essere immessi contemporaneamente ad almeno il 50% dell’acqua totale, per formare una sospensione acquosa. Classificazione del calcestruzzo classi di resistenza Si fa riferimento alle Norme Tecniche per le Costruzioni del 14/01/2008. La resistenza a compressione del calcestruzzo è espressa in termini di resistenza caratteristica, definita come quel valore di resistenza al di sotto del quale si può attendere di trovare il 5% della popolazione di tutte le misure di resistenza. La resistenza caratteristica cubica Rck viene dedotta sulla base dei valori ottenuti da prove a compressione a 28 giorni effettuate su cubi di 150 mm di lato, per aggregati con diametro massimo fino a 32 mm, o di 200 m di lato per aggregati con diametro massimo maggiore. La resistenza caratteristica cilindrica fck viene dedotta sulla base dei valori ottenuti da prove a compressione a 28 giorni effettuate su cilindri di 150 mm di diametro e 300 mm di altezza. Per indicare la classe di resistenza si utilizza la simbologia Cxx/yy ove xx individua il valore della resistenza caratteristica cilindrica fck e yy il valore della resistenza caratteristica cubica Rck, entrambi espressi in N/mm2 (1 N/mm2 = 10 Kg/cm2). Tabella 2.1 - Classi di resistenza del calcestruzzo (Secondo UNI EN 206-1) Classe di resistenza a compressione S.P.E.A. Srl Resistenza Resistenza caratteristica cilindrica caratteristica minima minima fck,cil fck,cube (N/mm2) (N/mm2) cubica - 36 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. C8/10 C12/15 C16/20 C20/25 C25/30 C30/37 C35/45 C40/50 C45/55 C50/60 C55/67 C60/75 C79/85 C80/95 C90/105 C100/115 8 12 16 20 25 30 35 40 45 50 55 60 70 80 90 100 10 15 20 25 30 37 45 50 55 60 67 75 85 95 105 115 Classi di esposizione ambientale Ai fini di una corretta prescrizione del calcestruzzo, occorre classificare l’ambiente nel quale ciascun elemento strutturale risulterà inserito. Per “ambiente”, in questo contesto, si intende l’insieme delle azioni chimico-fisiche alle quali si presume potrà essere esposto il calcestruzzo durante il periodo di vita delle opere e che causa effetti che non possono essere classificati come dovuti a carichi o ad azioni indirette quali deformazioni impresse, cedimenti e variazioni termiche. A seconda di tali azioni, sono individuate le classi e sottoclassi di esposizione ambientale del calcestruzzo elencate nella tabella 4.2. Tabella 2.2 - Classi di esposizione ambientale del calcestruzzo Secondo UNI 11104 (Prospetto 1) Denominazione Descrizione dell’Ambiente Esempi informativi di situazioni a cui Classe possono applicarsi le classi d’esposizione 1 – Assenza di rischio di corrosione o attacco Per calcestruzzo privo di Interno di edifici con umidità relativa molto armatura o inserti metallici: tutte bassa. le esposizioni eccetto dove c’è Cacestruzzo non armato all’interno di edifici. X0 gelo/disgelo, o attacco chimico. Calcestruzzo non armato immerso in suolo Calcestruzzi con armatura o non aggressivo o in acqua non aggressiva. inserti metallici: in ambiente Calcestruzzo non armato soggetti a ciclo di molto asciutto. bagnato asciutto ma non soggetto ad abrasione, gelo o attacco chimico. 2 - Corrosione indotta da carbonatazione Le condizioni d umidità si riferiscono a quelle presenti nel copriferro o nel ricoprimento di inserti metallici, ma in molti casi si può considerare che tali condizioni riflettano quelle dell’ambiente circostanze. In questi casi la classificazione dell’ambiente circostante può essere adeguata. Questo può non esser il caso se c’è una barriera tra il calcestruzzo e il suo ambiente. XC1 Asciutto o permanentemente Interni di edifici con umidità relativa bassa. S.P.E.A. Srl - 37 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. bagnato Calcestruzzo armato ordinario o precompresso con le superfici all’interno di strutture con eccezione delle parti esposte a condensa, o immerse in acqua. Parti di strutture di contenimento liquidi, fondazioni. XC2 Bagnato, raramente asciutto Calcestruzzo armato ordinario o precompresso prevalentemente immerso in acqua o terreno non aggressivo. Calcestruzzo armato ordinario o precompresso in esterni con superfici XC3 Umidità moderata esterne riparate dalla pioggia, o in interni con umidità da moderata ad alta. Calcestruzzo armato ordinario o precompresso in esterni con superfici soggette ad alternanze di asciutto ed XC4 Ciclicamente asciutto e bagnato umido.Calcestruzzi a vista in ambienti urbani.Superfici a contatto con l’acqua non compresa classe XC2. 3 - Corrosione indotta dai cloruri, esclusi quelli provenienti dall’acqua di mare Calcestruzzo armato ordinario o precompresso in superfici o parti di ponti e XD1 Umidità moderata viadotti esposti a spruzzi d’acqua contenente cloruri. Calcestruzzo armato ordinario o precompresso in elementi strutturali XD2 Bagnato, raramente asciutto totalmente immersi in acqua anche industriale contenente cloruri (Piscine). Calcestruzzo armato ordinario o precompresso, di elementi strutturali direttamente soggetti agli agenti disgelanti o agli spruzzi contenenti agenti disgelanti. Calcestruzzo armato ordinario o XD3 Ciclicamente asciutto e bagnato. precompresso, elementi con una superficie immersa in acqua contenente cloruri e l’altra esposta all’aria. Parti di ponti, pavimentazioni e parcheggi per auto. 4 - Corrosione indotta dai cloruri dell’acqua di mare Esposto alla salsedine marina Calcestruzzo armato ordinario o XS1 ma non direttamente in contatto precompresso con elementi strutturali sulle diretto con l’ acqua di mare coste o in prossimità. Permanentemente sommerso Calcestruzzo armato ordinario o XS2 precompresso di strutture marine completamente immerse in aqua. Zone esposte agli spruzzi Calcestruzzo armato ordinario o XS3 oppure alla marea precompresso con elementi strutturali esposti alla battigia o alle zone soggette agli S.P.E.A. Srl - 38 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. spruzzi ed onde del mare. 5 - Attacco dei cicli gelo/disgelo con o senza Sali disgelanti Il grado di saturazione della seconda colonna riflette la relativa frequenza con cui si verifica il gelo in condizioni di saturazione: Moderato: occasionalmente gelato in condizioni di saturazione Elevato: alta frequenza di gelo in condizioni di saturazione Moderata saturazione d’acqua, Superfici verticali di calcestruzzo esposte XF1 senza impiego di agente alla pioggia e al gelo antigelo Moderata saturazione d’acqua, Superfici verticali di calcestruzzo di strutture XF2 con uso di agente antigelo stradali esposte al gelo e nebbia di agenti antigelo Elevata saturazione d’acqua, Superfici orizzontali di calcestruzzo esposte XF3 senza agente antigelo alla pioggia e al gelo Elevata saturazione d’acqua, Strade e impalcati da ponte esposte agli con agente antigelo oppure agenti antigelo. XF4 acqua di mare Superfici di calcestruzzo esposte direttamente a nebbia contenente agenti antigelo e al gelo 6 - Attacco chimico Qualora il calcestruzzo sia esposto all’attacco chimico che si verifica nel terreno naturale e nell’acqua del terreno avente caratteristiche definite dal prospetto 2, l’esposizione verrà classificata come è indicato di seguito.La classificazione dell’acqua di mare dipende dalla località geografica;percio’ si dovrà applicare la classificazione valida nel luogo di impiego del calcestruzzo. Nota Può essere necessario uno studio speciale per stabilire le condizioni di esposizione da applicare quando si è: o al di fuori dei limiti del Prospetto 2 o in presenza di altri aggressivi chimici o in presenza di terreni o acque inquinati da sostanze chimiche o in presenza della combinazione di elevata velocità dell’acqua e delle sostanze chimiche del Prospetto 2 Ambiente chimico debolmente XA1 aggressivo secondo il Prospetto 2 Ambiente chimico XA2 moderatamente aggressivo secondo il Prospetto 2 Ambiente chimico fortemente XA3 aggressivo secondo il Prospetto 2 In funzione della Classe d’esposizione calcolata, è stato determinato il massimo rapporto a/c e la Rck minima, secondo la seguente Tabella 4.3. Tabella 2.3 – Caratteristiche del calcestruzzo (Secondo UNI 11104) Classe di esposizione Massimo Rapporto Rck minima (N/mm2) S.P.E.A. Srl - 39 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. ambientale XF4 XS2 XS3 XA3 XD3 XF2 XF3 XC4 XS1 XA2 XD2 XF1 XC3 XA1 XD1 XC1,XC2 a/c 0.45 0.45 0.45 0.50 0.50 0.50 0.55 0.55 0.60 35 45 45 30 40 40 35 35 30 Le resistenze caratteristiche Rck di tabella 4.3 sono da considerarsi quelle minime in relazione agli usi indicati nella tabella 4.2 Le miscele non dovranno presentare un contenuto di cemento minore di 280 kg/mc.La definizione di una soglia minima per il dosaggio di cemento risponde all’esigenza di garantire in ogni caso una sufficiente quantità di pasta di cemento, condizione essenziale per ottenere un calcestruzzo indurito a struttura chiusa e poco permeabile.Nelle normali condizioni operative il rispetto dei valori di Rck e a/c di tabella 4.3 possono comportare dosaggi di cemento anche sensibilmente più elevati del valore minimo indicato. Nel caso di calcestruzzi soggetti a cicli di gelo e disgelo (classi di esposizione ambientale XF) e/o soggetti ad attacco chimico (classi di esposizione ambientale XA) si dovranno applicare le prescrizioni integrative dell’articolo “Opere e strutture di calcestruzzo” del presente Capitolato. Acciai per armature di conglomerati cementizi L’acciaio da cemento armato ordinario comprende: - barre d’acciaio tipo B450C (6 mm ≤ Ø ≤ 50 mm), rotoli tipo B450C (6 mm ≤ Ø ≤ 16 mm); - prodotti raddrizzati ottenuti da rotoli con: diametri ≤ 16mm per il tipo B450C - reti elettrosaldate (6 mm ≤ Ø ≤ 12 mm) tipo B450C; - tralicci elettrosaldati (6 mm ≤ Ø ≤ 12 mm) tipo B450C; Ognuno di questi prodotti deve rispondere alle caratteristiche richieste dalle Norme Tecniche per le Costruzioni, D.M.14-01-2008, che specifica le caratteristiche tecniche che devono essere verificate, i metodi di prova, le condizioni di prova e il sistema per l’attestazione di conformità per gli acciai destinati alle costruzioni in cemento armato che ricadono sotto la Direttiva Prodotti CPD (89/106/CE). L’acciaio deve essere qualificato all’origine, deve portare impresso, come prescritto dalle suddette norme, il marchio indelebile che lo renda costantemente riconoscibile e riconducibile inequivocabilmente allo stabilimento di produzione. REQUISITI Saldabilità e composizione chimica S.P.E.A. Srl - 40 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. La composizione chimica deve essere in accordo con quanto specificato nella tabella seguente: Tabella 2.4 – Valori max di composizione chimica secondo DM 14/01/2008 Tipo di Analisi Carbonio a Zolfo % Fosforo % % Azoto b Rame % % Carbonio Equivalente a % Analisi su 0,22 0,050 0,050 0,012 0,80 0,50 colata Analisi su 0,24 0,055 0,055 0,014 0,85 0,52 prodotto a = è permesso superare il valore massimo di carbonio per massa nel caso in cui il valore equivalente del carbonio venga diminuito dello 0,02% per massa. b = Sono permessi valori superiori di azoto se sono presenti quantità sufficienti di elementi che fissano l’azoto. Proprietà meccaniche Le proprietà meccaniche devono essere in accordo con quanto specificato nelle Norme Tecniche per le Costruzioni (DM 14/01/2008). Tabella 2.5 – Proprietà meccaniche secondo il D.M. 14/01/2008 Proprietà Valore caratteristico fy (N/mm2) ( 450 α ft (N/mm2) ≥α ( ft/fy ( Agt (%) ( fy/fy,nom ( α valore caratteristico con p = 0,95 valore caratteristico con p = 0,90 In aggiunta a quanto sopra riportato si possono richiedere le seguenti caratteristiche aggiuntive Tipo SISMIC: Tabella 2.6 – Proprietà aggiuntive Proprietà Resistenza a fatica assiale* Resistenza a carico ciclico** Idoneità al raddrizzamento dopo piega Controllo radiometrico Requisito 2 milioni di cicli 3 cicli/sec (deformazione 1,5÷4 %) Mantenimento delle proprietà meccaniche superato, ai sensi del D.Lgs. 230/1995 D. Lgs. 241/2000 * = in campo elastico ** = in campo plastico S.P.E.A. Srl - 41 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Prova di piega e raddrizzamento In accordo con quanto specificato nel DM 14/01/2008, è richiesto il rispetto dei limiti seguenti. Tabella 2.7 – Diametri del mandrino ammessi per la prova di piega e raddrizzamento DIAMETRO NOMINALE (d) mm DIAMETRO MASSIMO DEL MANDRINO Ø < 12 4d 12 ≤ Ø ≤ 16 5d 16 < Ø ≤ 25 8d 25 < Ø ≤ 50 10 d Resistenza a fatica in campo elastico Le proprietà di resistenza a fatica garantiscono l’integrità dell’acciaio sottoposto a sollecitazioni ripetute nel tempo. La proprietà di resistenza a fatica deve essere determinata secondo UNI EN 15630. Il valore della tensione σmax sarà 270 N/mm2 (0,6 fy,nom). L’intervallo delle tensioni, 2σ deve essere pari a 150 N/mm2 per le barre diritte o ottenute da rotolo e 100 N/mm2 per le reti elettrosaldate. Il campione deve sopportare un numero di cicli pari a 2 x 106. Resistenza a carico ciclico in campo plastico Le proprietà di resistenza a carico ciclico garantiscono l’integrità dell’acciaio sottoposto a sollecitazioni particolarmente gravose o eventi straordinari (es. urti, sisma etc..). La proprietà di resistenza al carico ciclico deve essere determinata sottoponendo il campione a tre cicli completi di isteresi simmetrica con una frequenza da 1 a 3 Hz e con lunghezza libera entro gli afferraggi e con deformazione massima di trazione e compressione seguente : Tabella 2.8 – Prova carico ciclico in relazione al diametro Diametro nominale Lunghezza libera (mm) d ≤ 16 5d 16 < 25 10 d 25 ≤ d 15 d Deformazione (%) ±4 ± 2,5 ± 1,5 La prova è superata se non avviene la rottura totale o parziale del campione causata da fessurazioni sulla sezione trasversale visibili ad occhio nudo. Diametri e sezioni equivalenti Il valore del diametro nominale deve essere concordato all’atto dell’ordine. Le tolleranze devono essere in accordo con il DM 14/01/2008. Tabella 2.9 – Diametri nominali e tolleranze Diametro nominale (mm) Da 6 a ≤ 8 Tolleranza in % sulla ± 6 sezione Da > 8 a ≤ 50 ± 4,5 Aderenza e geometria superficiale I prodotti devono avere una superficie nervata in accordo con il DM 14/01/2008. S.P.E.A. Srl - 42 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Ai fini della qualificazione, le barre devono superare con esito positivo prove di aderenza conformemente al metodo Beam – test da eseguirsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001, con le modalità specificate nella norma UNI EN 10080:2005. Le tensioni di aderenza ricavate devono soddisfare le seguenti relazioni: m ≥ 0,098 (80 – 1,2 ) r ≥ 0,098 (130 – 1,9 ) essendo: il diametro della barra in mm; m il valor medio della tensione di aderenza in MPa calcolata in corrispondenza di uno scorrimento pari a 0,01 , 0,1 ed 1 mm; r la tensione di aderenza massima al collasso. Le prove devono essere estese ad almeno tre diametri, come segue: - uno nell’intervallo 5 ≤ ≤10 mm; - uno nell’intervallo 12 ≤ ≤ 18 mm; - uno pari al diametro massimo. Per le verifiche periodiche della qualità e per le verifiche delle singole partite, non è richiesta la ripetizione delle prove di aderenza quando se ne possa determinare la rispondenza nei riguardi delle caratteristiche e delle misure geometriche, con riferimento alla serie di barre che hanno superato le prove stesse con esito positivo. Con riferimento sia all’acciaio nervato che all’acciaio dentellato, per accertare la rispondenza delle singole partite nei riguardi delle proprietà di aderenza, si valuteranno per un numero significativo di barre, conformemente alle procedure riportate nella norma UNI EN ISO 15630-1:2004, - il valore dell’area relativa di nervatura fr, per l’acciaio nervato; - il valore dell’area relativa di dentellatura fp, per l’acciaio dentellato. Il valore minimo di tali parametri, valutati come indicato, deve risultare compreso entro i limiti di seguito riportati: - per 5 ≤ ≤ 6 mm fr ovvero fp ≥ 0,035; - per 6 < ≤ 12 mm fr ovvero fp ≥ 0,040; - per > 12 mm fr ovvero fp ≥ 0,056. Nel certificato di prova, oltre agli esiti delle verifiche di cui sopra, devono essere descritte le caratteristiche geometriche della sezione e delle nervature ovvero dentellature. CONTROLLI SULL’ACCIAIO Controllo della documentazione In cantiere è ammessa esclusivamente la fornitura e l’impiego di acciai B450C saldabili e ad aderenza migliorata, qualificati secondo le procedure indicate nel D.M. 14/01/2008 al punto 11.3.1.2 e controllati con le modalità riportate nei punti 11.3.2.11 del citato decreto. Tutte le forniture di acciaio devono essere accompagnate dell’”Attestato di Qualificazione” rilasciato dal Consiglio Superiore dei LL.PP. - Servizio Tecnico Centrale. Per i prodotti provenienti dai Centri di trasformazione è necessaria la documentazione che assicuri che le lavorazioni effettuate non hanno alterato le caratteristiche meccaniche e geometriche dei prodotti previste dal DM 14/01/2008. Inoltre può essere richiesta la seguente documentazione aggiuntiva: - certificato di collaudo tipo 3.1 in conformità alla norma UNI EN 10204; - certificato Sistema Gestione Qualità UNI EN ISO 9001; S.P.E.A. Srl - 43 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. - certificato Sistema Gestione Ambientale UNI EN ISO 14001; - dichiarazione di conformità al controllo radiometrico (si può inserire nel certificato di collaudo tipo 3.1); - polizza assicurativa per danni derivanti dal prodotto. Le forniture effettuate da un commerciante o da un trasformatore intermedio dovranno essere accompagnate da copia dei documenti rilasciati dal produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante o trasformatore intermedio. In quest’ultimo caso per gli elementi presaldati, presagomati o preassemblati in aggiunta agli “Attestati di Qualificazione” dovranno essere consegnati i certificati delle prove fatte eseguire dal Direttore del Centro di Trasformazione. Tutti i prodotti forniti in cantiere dopo l’intervento di un trasformatore intermedio devono essere dotati di una specifica marcatura che identifichi in modo inequivocabile il centro di trasformazione stesso, in aggiunta alla marcatura del prodotto di origine. Il Direttore dei Lavori prima della messa in opera potrà verificare quanto sopra indicato; in particolare provvederà a verificare la rispondenza tra la marcatura riportata sull’acciaio con quella riportata sui certificati consegnati. La mancata marcatura, la non corrispondenza a quanto depositato o la sua il leggibilità, anche parziale, rendono il prodotto non impiegabile e pertanto le forniture saranno rifiutate. Controllo di accettazione Il Direttore dei Lavori eseguirà i controlli di accettazione sull’acciaio consegnato in cantiere, in conformità con le indicazioni contenute nel D.M. 14/01/2008 al punto 11.3.2.10.4. Il campionamento ed il controllo di accettazione dovrà essere effettuato entro 30 giorni dalla data di consegna del materiale. All’interno di ciascuna fornitura consegnata e per ogni diametro delle barre in essa contenuta, si dovrà procedere al campionamento di tre spezzoni di acciaio di lunghezza complessiva pari a 100 cm ciascuno, sempre che il marchio e la documentazione di accompagnamento dimostrino la provenienza del materiale da uno stesso stabilimento. In caso contrario i controlli devono essere estesi agli altri diametri delle forniture presenti in cantiere. Non saranno accettati fasci di acciaio contenenti barre di differente marcatura. Il prelievo dei campioni in cantiere e la consegna al Laboratorio Ufficiale incaricato dei controlli verrà effettuato dal Direttore dei Lavori o da un tecnico da lui delegato; la consegna delle barre di acciaio campionate, identificate mediante sigle o etichettature indelebili, dovrà essere accompagnata da una richiesta di prove sottoscritta dal Direttore dei Lavori. La domanda di prove al Laboratorio Ufficiale dovrà essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori e dovrà inoltre contenere precise indicazioni sulla tipologia di opera da realizzare (pilastro, trave, muro di sostegno, fondazioni, strutture in elevazione ecc…). Il controllo del materiale, eseguito in conformità alle prescrizioni del punto 11.2.2.3 di cui al precedente Decreto, riguarderà le proprietà meccaniche di resistenza e di allungamento. Tabella 2.10 – Valori limite per prove acciaio Caratteristica Valore Limite fy minimo 425 N/mm2 fy massimo 572 N/mm2 S.P.E.A. Srl Note (450 – 25) N/mm2 [450x(1.25+0.02)] N/mm2 - 44 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Agt minimo Rottura/snervamento Piegamento/raddrizzamento ≥ 5.0% 1.11 < ft/fy < 1.37 assenza di cricche Per acciai laminati a caldo Per acciai laminati a caldo Per tutti Qualora la determinazione del valore di una quantità fissata in termini di valore caratteristico crei una controversia, il valore dovrà essere verificato prelevando e provando tre provini da prodotti diversi nel lotto consegnato. Se un risultato è minore del valore caratteristico prescritto, sia il provino che il metodo di prova devono essere esaminati attentamente. Se nel provino è presente un difetto o si ha ragione di credere che si sia verificato un errore durante la prova, il risultato della prova stessa deve essere ignorato. In questo caso occorrerà prelevare un ulteriore (singolo) provino. Se i tre risultati validi della prova sono maggiori o uguali del prescritto valore caratteristico, il lotto consegnato deve essere considerato conforme. Se i criteri sopra riportati non sono soddisfati, dieci ulteriori provini devono essere prelevati da prodotti diversi del lotto in presenza del produttore o suo rappresentante che potrà anche assistere all’esecuzione delle prove presso un laboratorio di cui all’art.59 del D.P.R. n.380/2001. Il lotto deve essere considerato conforme se la media dei risultati sui 10 ulteriori provini è maggiore del valore caratteristico e i singoli valori sono compresi tra il valore minimo e il valore massimo secondo quanto sopra riportato. In caso contrario il lotto deve essere respinto. Qualora all’interno della fornitura siano contenute anche reti elettrosaldate, il controllo di accettazione dovrà essere esteso anche a questi elementi. In particolare, a partire da tre differenti reti elettrosaldate verranno prelevati 3 campioni di dimensioni 100*100 cm. Il controllo di accettazione riguarderà la prova di trazione su uno spezzone di filo comprendente almeno un nodo saldato, per la determinazione della tensione di rottura, della tensione di snervamento e dell’allungamento; inoltre, dovrà essere effettuata la prova di resistenza al distacco offerta dalla saldatura del nodo. I controlli in cantiere sono facoltativi quando il prodotto utilizzato proviene da un Centro di trasformazione o luogo di lavorazione delle barre, nel quale sono stati effettuati tutti i controlli descritti in precedenza. In quest’ultimo caso, la spedizione del materiale deve essere accompagnata dalla certificazione attestante l’esecuzione delle prove di cui sopra. Resta nella discrezionalità del Direttore dei Lavori effettuare tutti gli eventuali ulteriori controlli ritenuti opportuni (es. indice di aderenza, saldabilità). Reti in barre di acciaio elettrosaldate Le reti saranno in barre del tipo Fe B 44k, controllate in stabilimento, di diametro compreso tra 4 e 12 mm, con distanza assiale non superiore a 35 cm. Dovrà essere verificata la resistenza al distacco offerta dalla saldatura del nodo, come indicato nel DM 14/2/92 e successivi aggiornamenti. Per il controllo delle tensioni caratteristiche di snervamento e rottura si richiamano le norme di cui al precedente punto “Controlli in corso d’opera”. Articolo 28 INTONACI ESTERNI Gli intonaci dovranno essere eseguiti in condizioni climatiche adeguate, onde evitare gelature o rapide asciugature dell’acqua presente nella malta. La muratura di supporto dovrà essere accuratamente preparata e liberata dai residui provenienti dalla stuccatura dei giunti. Prima di stendere l’intonaco, le superfici dovranno essere bagnate in modo da non bruciare l’impasto che verrà posato. Il primo strato di intonaco, ossia il rinzaffo, verrà steso eseguendo dapprima le fasce con funzione di guida; la sua posa sarà eseguita energicamente, in modo che possa penetrare bene e aderire al supporto e soprattutto nei giunti. A presa avvenuta del rinzaffo, ma quando esso non sia ancora completamente asciutto, si stenderà l’arriccio mediante cazzuola e fratazzo, avendo cura di sigillare ogni fessura presente e di dar vita a una superficie più liscia. Il terzo strato, anche questo S.P.E.A. Srl - 45 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. eseguito a supporto non completamente asciutto, costituirà lo strato finale e pertanto dovrà conquistare tutti i livelli delle fasce guida e risultare privo di avvallamenti. A lavorazione conclusa, l’intonaco deve presentarsi con spessore di 1,5-2 cm, complanare, privo di fessure e di irregolarità e dovrà avere gli spigoli concavi e convessi ben eseguiti e lavorati. Nel caso si faccia uso di calce, questa dovrà essere usata a distanza di 90 giorni dallo spegnimento. La finitura dell’intonaco potrà essere a grana liscia, a buccia d’arancia, graffiato o altro, secondo le disposizioni impartite dalla direzione lavori. Prima di intervenire su intonaci esistenti in parte crollati, dovranno essere approfondite e indagate le ragioni del crollo e ne andranno rimosse le cause, siano esse strutturali che di altro genere. Si dovrà approfondire la composizione dell’intonaco esistente in maniera da fornire un valido supporto alla scelta della composizione dell’intonaco da reintegro, così che esso sia il più possibile simile nella consistenza, nelle caratteristiche e negli effetti visivi finali, secondo quanto previsto in progetto o quanto disposto in sede di cantiere. Particolare rilievo avranno le informazioni desunte dalle analisi relative al numero di strati con cui era stato realizzato e alle diverse componenti presenti in ogni singolo strato. Articolo 29 OPERE A VERDE Condotta dei lavori Tutti i lavori occorrenti per l’espletamento delle opere a verde appaltate dovranno essere eseguiti a perfetta regola d’arte ed in conformità alle previsioni del progetto, salvo eventuali varianti o integrazioni che venissero ordinate dalla Direzione dei Lavori. Non è consentita la sostituzione di piante che l’Impresa non riuscisse a reperire, ove tuttavia venga dimostrato che una o più specie non siano reperibili, l’Impresa potrà proporre la sostituzione con piante simili. L’impresa dovrà sottoporre per iscritto tali proposte alla Direzione dei lavori con un congruo anticipo sull’inizio dei lavori stessi ed almeno un mese prima della piantagione a cui si riferiscono. La Direzione Lavori si riserva la facoltà di accettare le sostituzioni indicate, o proporne di alternative. Nel caso in cui le opere e le forniture non fossero state eseguite secondo gli elaborati di progetto e le prescrizioni date in proposito e stabilite contrattualmente, la Direzione Lavori fisserà i provvedimenti necessari e gli interventi che l’Impresa dovrà attuare al fine di eliminare, a proprie spese, ogni irregolarità, salvo restando da parte del Committente la richiesta di risarcimento per i danni subiti. I lavori dovranno essere condotti con personale di provata capacità che, qualitativamente e numericamente, sia nelle condizioni di mantenere gli impegni che l’Impresa si è assunta all’atto della stipula del contratto. La Direzione Lavori avrà in diritto di ottenere l’allontanamento di qualsiasi addetto ai lavori che si dimostrasse incapace o inadempiente alla direzione stessa. Non saranno presi in alcuna considerazione reclami per equivoci sia sulla natura del lavoro da eseguire che sul tipo di materiale da fornire. Pulizia generale Prima di eseguire qualunque tipo di intervento, tutte le superfici interessate dal cantiere dovranno essere ripulite da materiali estranei (macerie, plastica, vetro, materiale metallico, liquidi inquinanti, ecc...), dalle infestanti (tramite taglio basso e raccolta dei residui). A mano a mano che si procede con i lavori, l’impresa è tenuta a mantenere pulita l’area, evitando in modo assoluto di disperdere nel terreno oli, benzine, vernici o altro materiale inquinante, facendo particolare attenzione alle acque di lavaggio che dovranno essere convogliate in modo da non depositarsi sull’area. L’Appaltatore è tenuto a rimuovere tempestivamente tutti i residui di lavorazione (sacchi vuoti, frammenti di filo metallico, pietre, ecc...), gli utensili utilizzati e nel caso emergano materiali estranei, anche questi dovranno essere rimossi. Alla fine dei lavori tutte le aree ed i manufatti che siano stati in qualche modo imbrattati, anche da terzi dovranno essere accuratamente puliti. I materiali di risulta dovranno essere allontanati e portati alle Pubbliche discariche o in altre aree attrezzate approvate dalla D.L. S.P.E.A. Srl - 46 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Difesa della parte epigea degli alberi e arbusti esistenti Le superfici vegetali da conservare devono essere recintate, onde impedire danni provocati durante i lavori (escoriazioni del tronco di arbusti o alberi, rottura di rami, ecc...), con una rete da cantiere in plastica o altra recinzione invalicabile alta almeno 150 cm, che circondi su tutti i lati la vegetazione, da porre oltre la proiezione della chioma integra degli alberi più esterni aumentata di 1 m, ridotta a 3 m dal fusto se la Direzione Lavori lo ritenga indispensabile, e ad almeno 1,5 m dalla proiezione della chioma integra degli arbusti, ridotta ad 1 m dal fusto o ceppaia degli arbusti, se la Direzione Lavori lo ritiene indispensabile. Nel caso di alberi isolati questi andranno recintati su tutti i lati come precedentemente indicato. Nel caso in cui la Direzione Lavori, ritenga che non vi sia spazio sufficiente per la recinzione, il tronco degli alberi dovrà essere protetto mediante una incamiciatura di tavole di legno di almeno 3 m di altezza, su tutti i lati, con spessore di almeno 3-5 cm, saldamente unite fra loro e al fusto a cui sono avvicinate con interposizione di materiale cuscinetto (gomma), facendo attenzione a non appoggiare le tavole direttamente sulle radici. I rami o le branche più piccole, che interferiscono con i lavori, dovranno essere sollevati o piegati fino a quanto consenta la flessibilità del legno senza provocarne lo schianto a la creazione di crepe. Le parti della pianta piegate andranno fissate con funi di diametro adeguato al peso della chioma da sostenere, avendo cura di interporre del materiale cuscinetto nei punti di legatura. Appena sono terminati i lavori, o nel caso di lunghe sospensioni, le legature andranno rimosse e portate in pubblica discarica. Alla ripresa dei lavori, le legature dovranno essere ripristinate nuovamente. E’ fatto divieto l’inserimento nel tronco o nei rami di chiodi, arpioni o altro; come anche la legatura con corde o cavi di varia natura senza apposita protezione con materiale cuscinetto. Gli impianti di riscaldamento del cantiere dovranno essere posizionati ad una distanza minima di 10 m dalla proiezione della chioma integra degli alberi e arbusti più esterni. Non si possono accendere fuochi all’aperto. Difesa della parte ipogea degli alberi esistenti - Difesa degli alberi dal transito di veicoli da cantiere - Nel caso in cui sia indispensabile, a giudizio della Direzione Lavori, transitare con dei veicoli ad una distanza inferiore alla proiezione della chioma integra aumentata di 1 m, e non vi siano strade pavimentate, il terreno deve essere ricoperto uniformemente con uno strato di materiale drenante (esempio sabbia) con uno spessore minimo di 20 cm, sul quale andranno fissate tavole in legno. Al termine del transito dei veicoli si deve rimuovere al più presto tutto il materiale protettivo e deve essere eseguita un leggera scarificatura manuale del suolo, avendo cura di non ledere le radici. - Difesa degli alberi dai ricarichi di terreno - I ricarichi di terra superiore agli 8 – 10 cm, questi verranno eseguiti rispettando un sufficiente scambio gassoso delle radici. A tal fine si realizza un settore uniforme di aerazione (ad esempio con pietrisco, ghiaia grossa, ecc...) su tutta la superficie interessata dalla proiezione della chioma integra aumentata di 1 m; tranne la zona di 80 cm prospiciente il tronco dove andrà posizionata argilla espansa (LECA diametro 2-3 cm), in mezzo a questo orizzonte dovranno essere posti a raggiera dei tubi di drenaggio che si collegheranno, ancora protetti da uno strato di ciottoli, con l’orizzonte definitivo del terreno. In alternativa si potrà posare sullo strato di ghiaia un telo di tessuto non tessuto di almeno 250 gr/m2 . Successivamente si dovrà realizzare il riempimento usando terreno estremamente poroso. Prima della ricarica del suolo, devono essere asportati eventuali tappeti erbosi, foglie o altro materiale organico, per evitarne la fermentazione. Al temine di questo lavoro si dovrà recintare temporaneamente l’area come sopra indicato per evitare il costipamento del riporto. S.P.E.A. Srl - 47 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. - Difesa degli alberi da abbassamenti di terreno - Con l’ abbassamento del terreno, il livello deve essere lasciato costante per un intorno di almeno 1 m oltre la proiezione della chioma dell’albero integro, per salvaguardare le radici. - Difesa degli alberi da scavi Gli scavi saranno eseguiti ad una distanza pari alla proiezione della chioma dell’albero integro aumentata di 1 m, in casi particolari in cui la Direzione Lavori lo ritenga necessario si possono eseguire scavi a distanze inferiori, ma comunque a non meno di 3 m dal tronco, eseguendo gli scavi a mano ed avendo cura di non danneggiare le radici più grosse (oltre i 5 cm di diametro). Le radici rotte devono essere immediatamente recise con un taglio netto, eseguito con utensili affilati e disinfettati (soluzione con sali di ammonio quaternari o simili). Le radici non devono restare esposte all’atmosfera per più di 48 ore, nella fase vegetativa e una settimana nel periodo di riposo vegetativo. Per tempi di esposizione più lunghi occorre proteggere le rizosfere esposte tramite teli di juta grossa o con doppio strato di cartoni da mantenere entrambi sempre umidi. Per gli scavi di lunga durata, la stagione vegetativa precedente l’inizio dei lavori, si deve realizzare una cortina protettiva delle radici, nel caso in cui lo scavo non vada oltre la proiezione della chioma dell’albero integro aumentata di 1 m. Tale cortina verrà scavata a mano a partire dalla parete della futura fossa per uno spessore di 50 cm, che comunque non incida in un intorno minimo di 3 m dal tronco dell’albero. Tale trincea dovrà avere una profondità di 30 cm sotto il fondo della futura fossa ma non superare comunque i 2,5 m. Nel lato della cortina verso il tronco le radici devono essere rifilate come esposto in precedenza, nel lato opposto si deve realizzare una solida armatura, composta da pali di legno su cui si fissa una rete metallica alla quale viene assicurata una tela di sacco. Infine lo scavo dovrà essere riempito con una miscela di compost, sabbia e torba. Fino all’apertura del cantiere e durante tutti i lavori questa cortina deve essere mantenuta costantemente umida. Nel caso in cui la Direzione Lavori lo ritenga necessario si procederà all’ancoraggio dell’albero prima dell’inizio degli scavi per la cortina. Difesa degli alberi da manufatti La costruzione di un manufatto, muro o altra struttura ad una distanza inferiore alla proiezione della chioma integra aumentata di 1 m, ma comunque a non meno di 3 m dal tronco, si dovranno realizzare fondamenta discontinue su plinti distanti tra loro non meno di 2 m, adeguandosi per evitare le radici più grosse. Durante i lavori dovranno essere seguite le prescrizioni indicate precedentemente. Sanzioni per danni al verde esistente Se nel corso dei lavori si procurassero dei danni alle alberature, ai cespugli che dovevano essere conservati, la valutazione dei danni e la determinazione delle relative sanzioni saranno effettuate in base alle disposizioni del Regolamento del verde Pubblico del Comune in cui si viene a trovare ogni singola pianta, e nel caso mancasse tale Regolamento, dal giudizio insindacabile della D.L. Accantonamento degli strati fertili di suolo e del materiale di scavo L’Appaltatore è tenuto a rimuovere preventivamente i materiali estranei (macerie, plastica, vetro, materiale metallico, liquidi inquinanti, ecc...) e la vegetazione esistente (infestanti, foglie, ecc...) per uno spessore di 3-5 cm. S.P.E.A. Srl - 48 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. I materiali di risulta e l’eccedenza di terreno che non vengono reimpiegati in cantiere, dovranno essere allontanati e portati alle Pubbliche discariche o in altre aree attrezzate (da procurarsi a cura e spesa dell’Impresa). La rimozione del suolo dovrà avvenire quando quest’ultimo si trova “in tempera” onde evitare costipamenti dello stesso, inoltre si dovrà aver cura di eliminare i materiali inerti, i rifiuti affioranti, o il terreno agronomicamente inadatto a giudizio della Direzione Lavori, emerso con i movimenti di terra. La terra di coltivo dovrà essere accatastata in cantiere o in aree limitrofe autorizzate, previo accordo con la Direzione Lavori, dovrà essere ammucchiata in cumuli separati a seconda delle caratteristiche chimico-fisiche. Il terreno dovrà essere accatastato in mucchi non costipati, per evitare di danneggiare la struttura e dovrà avere una larghezza di base di 3 m con una altezza non superiore ad 1,5 m, in modo da permettere il deflusso delle acque. I cumuli non devono essere di intralcio e non devono essere posti ad una distanza dagli alberi inferiore alla proiezione della loro chioma integra aumentata di 1 m e a non meno di 1,5 m dagli arbusti. Qualità e provenienza del materiale agrario e vegetale La qualità e la provenienza del materiale agrario e vegetale descritte di seguito si riferiscono a quelle da utilizzare, se non diversamente specificato, sulle superfici oggetto di intervento. Per materiale agrario si intende tutto quel materiale usato nei lavori di agricoltura, vivaismo e giardinaggio, occorrente alla messa a dimora delle piante, alla cura ed alla manutenzione. Per materiale vegetale si intende tutto il materiale vivo (alberi, arbusti, erbacee, sementi, ecc…) necessario all’esecuzione dei lavori. L’Appaltatore dopo essersi accertato della qualità del terreno da riportare dovrà comunicare preventivamente alla Direzione Lavori il luogo esatto in cui intende prelevare il terreno agrario per il cantiere, per poterne permettere un controllo da parte della Direzione Lavori, che si riserva la facoltà di prelevare dei campioni da sottoporre ad analisi. Tale approvazione non impedirà successive verifiche da parte della Direzione Lavori sul materiale effettivamente portato in cantiere. Le analisi del terreno dovranno essere eseguite secondo i metodi ed i parametri normalizzati di prelievo e di analisi pubblicati dalla Società Italiana della Scienza del Suolo - S.I.S.S.. Il terreno, se non diversamente specificato in progetto o dalla Direzione Lavori, dovrà essere per composizione e granulometria classificato come “terra fine”, con rapporto argilla/limo/sabbia definito di “medio impasto” ed avente le seguenti caratteristiche: - contenuto di scheletro (particelle con diametro superiore a 2 mm) assente o comunque inferiore al 10 % (in volume) - pH compreso tra 6 e 7,8 - Sostanza organica non inferiore al 2% (in peso secco) - Calcare totale inferiore al 5% - Azoto totale non inferiore al 0,1% - Capacità di Scambio Cationico (CSC) > 10 meq/ 100 g - Fosforo assimilabile > 30 ppm S.P.E.A. Srl - 49 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. - Potassio assimilabile > 2% dalla CSC o comunque > 100 ppm - Conducibilità idraulica > 0,5 cm x ora - Conducibilità Ece < 2 mS x cm-1 - Rapporto C/N compreso fra 8 e 15 - Contenuto di metalli pesati inferiore ai valori limite ammessi dalla CEE - Ridotta presenza di sementi, rizomi di erbe infestanti Il terreno dovrà contenere gli elementi minerali (macro e micro elementi), essenziali per la vita delle piante, in giusta proporzione. Nel caso di terreni con valori che si discostano da quelli indicati, spetterà alla Direzione Lavori accettarli imponendo, se necessario, interventi con concimi o con correttivi per bilanciarne i valori, tali interventi non saranno in alcun modo ricompensati all’Appaltatore . Questi ultimi dovranno rispettare le caratteristiche prescritte dalla L. del 19 ottobre 1984, n. 748 “Nuove norme per la disciplina dei fertilizzanti”. La terra di coltivo da utilizzare nel riporto dovrà provenire da aree a destinazione agraria il più possibile vicino al cantiere e prelevata entro i primi 35 cm dalla superficie, l’Appaltatore è tenuto a rimuovere l’eventuale vegetazione presente (manto erboso, foglie, ecc...) per i primi 3-5 cm. In linea generale il terreno di riporto non deve essere difforme dal terreno agricolo dell’area di intervento, tranne dove venga specificatamente indicato dal progetto, deve rispettare i parametri sopraindicati ed avere una giusta quantità di microrganismi, comunque dovrà essere completamente esente da materiale inquinante (oli, benzine, ecc...), da sostanze nocive (sali minerali o altro), da inerti (pietre, plastica, ferro, vetro, radici, residui vegetali, ecc...) e da agenti patogeni. Il terreno di riporto sarà misurato in volume di terreno smosso, effettivamente posato in cantiere, espresso in metri cubi (quantitativi nel computometrico estimativo) Acqua L’acqua da impiegare per l’irrigazione non dovrà contenere sostanze inquinanti o nocive per le piante o sali nocivi oltre i limiti di tolleranza di fitotossicità relativa. Se richiesto dalla Direzione Lavori l’Appaltatore dovrà effettuare un controllo periodico dell’acqua e dovrà fornire analisi effettuate secondo le procedure normalizzate dalla Società Italiana di Scienza del Suolo S.I.S.S. Potranno essere scartate quelle acque che in base al tipo di suolo (presenza di elementi critici), al tipo di piante da irrigare e al quantitativo annuo, possano creare danni alla vegetazione od accumuli di elementi tossici nel terreno. Sono da evitare le acque provenienti da rogge o fossati per l’irrigazione dei prati a causa del forte contenuto in semi di infestanti. L’acqua deve essere somministrata ad una temperatura non inferiore ai ¾ °C di quella dell’aria, comunque con temperatura > 15 °C, altrimenti tali liquidi potrebbero determinare turbe nell’assorbimento radicale o ritardi vegetativi. Le acque che presentino un elevato quantitativo di sostanze in sospensione dovranno essere filtrate opportunamente, per evitare l’usura, l’intasamento degli impianti irrigui. Il pH dell’acqua deve essere compreso tra 6 e 7,8, valori superiori o inferiori potrebbero creare squilibri e rendere immobilizzati elementi nutritivi. L’acqua sarà misurata in volume, effettivamente utilizzata in cantiere, espresso in metri cubi. Materiali vegetali S.P.E.A. Srl - 50 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Per materiale vegetale si intende tutto il materiale vivo (alberi, arbusti, ecc...) necessario all’esecuzione dei lavori. Il produttore del materiale vegetale e lo stesso materiale devono rispettare le seguenti normative: - DLgs 30 dicembre 1992, n. 536 “Attuazione della Direttiva 91/683/CEE concernente le misure di protezione contro l’introduzione negli Stati membri di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali” art. 6 – 7; - DM 22 dicembre 1993, “Misure di protezione contro l’introduzione e la diffusione nel territorio della Repubblica Italiana di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali” - DPR 12 agosto 1975, n. 974 “Norme per la protezione delle nuove varietà vegetali, in attuazione della delega di cui alla legge 16 luglio 1974, n. 722; - legge 22 maggio 1973, n 269 “Disciplina della produzione e del commercio di sementi e piante da rimboschimento”; L’Appaltatore deve comunicare anticipatamente alla Direzione Lavori la provenienza del materiale vegetale, quest’ultima si riserva la facoltà di effettuare, insieme all’Appaltatore, visite ai vivai di provenienza per scegliere le singole piante, riservandosi la facoltà di scartare, a proprio insindacabile giudizio, quelle non rispondenti alle caratteristiche indicate nel presente Capitolato, negli elaborati progettuali in quanto non conformi ai requisiti fisiologici, fitosanitari ed estetici che garantiscano la buona riuscita dell’impianto, o che non ritenga comunque adatte alla sistemazione da realizzare. L’Appaltatore dovrà fornire le piante coltivate per scopo ornamentale, preparate per il trapianto, conformi alle caratteristiche indicate negli elaborati progettuali: - garantire la corrispondenza al: genere, specie, varietà, cultivar, portamento, colore del fiore e/o delle foglie richieste, nel caso sia indicato solo il genere e la specie si intende la varietà o cultivar tipica. Le piante dovranno essere etichettate singolarmente o per gruppi omogenei, con cartellini indicanti in maniera chiara, leggibile ed indelebile, la denominazione botanica (Genere, specie, varietà o cultivar) in base al “Codice internazionale di nomenclatura botanica per piante coltivate” (Codice orticolo 1969), inoltre il cartellino dovrà essere resistente alle intemperie. Nel caso in cui il cartellino identifichi un gruppo di piante omogenee su di esso andrà indicato il numero di piante che rappresenta. Dove richiesto dalle normative vigenti il materiale vegetale dovrà essere accompagnato dal “passaporto per le piante”. Nel caso in cui alcune piante non siano reperibili sul mercato nazionale, l’Appaltatore può proporre delle sostituzioni, con piante aventi caratteristiche simili, alla Direzione Lavori che si riserva la facoltà di accettarle o richiederne altre. Resta comunque inteso che nulla sarà dovuto in più all’Appaltatore per tali cambiamenti. Nel caso di piante innestate, dovrà essere specificato il portainnesto e l’altezza del punto di innesto che dovrà essere ben fatto e non vi dovranno essere segni evidenti di disaffinità. All’interno di un gruppo di piante, richieste con le medesime caratteristiche, le stesse dovranno essere uniformi ed omogenee fra loro. L’Appaltatore si impegna a sostituire a proprie spese quelle piante che manifestassero differenze genetiche (diversa specie o varietà, disomogeneità nei gruppo, ecc..) o morfologiche (colore del fiore, delle foglie, portamento, ecc), da quanto richiesto, anche dopo il collaudo definitivo. Dove non diversamente specificato si intendono piante allevate con forma tipica della specie, S.P.E.A. Srl - 51 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. varietà o cultivar cioè coltivate in forma libera o naturale con una buona conformazione del fusto e delle branche, un’alta densità di ramificazione di rami e branche e una buona simmetria ed equilibrio della chioma. Le piante fornite in contenitore vi devono avere trascorso almeno una stagione vegetativa. Tutte le piante dovranno presentare apparato radicale ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e sane, pienamente compenetrate nel terreno. Il terreno che circonderà le radici dovrà essere ben aderente, di buona qualità, senza crepe. Non saranno accettate piante con apparato radicale ad “aspirale” attorno al contenitore o che fuoriesce da esso, ma neppure con apparato radicale eccessivamente o scarsamente sviluppato. Il materiale deve corrispondere alle dimensioni richieste: litri e/o diametro del contenitore, classe di circonferenza del fusto, classe di altezza della pianta, diametro della chioma, ecc… Col termine di piante in “vasetto” si intende quel materiale vegetale nella prima fase di sviluppo con 1 o 2 anni di età. Tutte le piante dovranno essere di ottima qualità secondo gli standard correnti di mercato “piante extra” o come si usava in passato “forza superiore”. Il materiale vegetale dovrà essere esente da attacchi (in corso o passati) di insetti, malattie crittogamiche, virus, o altre patologie, prive di deformazioni o alterazioni di qualsiasi natura inclusa la “filatura” (pianta eccessivamente sviluppata verso l’alto) che possono compromettere il regolare sviluppo vegetativo e il portamento tipico della specie, prive anche di residui di fitofarmaci, come anche di piante infestanti. Le foglie dovranno essere turgide, prive di difetti o macchie, di colore uniforme e tipico della specie. L’Appaltatore è tenuto a far pervenire alla Direzione Lavori, con almeno 48 ore di anticipo, comunicazione della data e dell’ora in cui le piante giungeranno in cantiere. Trasporto del materiale vegetale Come trasporto si intende lo spostamento delle piante dal luogo di produzione al cantiere e al posizionamento nella dimora definitiva. In considerazione del fatto che si movimenta del materiale vivo, andranno adottate tutte le precauzioni necessarie durante il carico, il trasporto e lo scarico per evitare stress o danni alle piante. L’Appaltatore dovrà vigilare che lo spostamento avvenga nel miglior modo possibile, assicurandosi che il carico e scarico come il trasferimento sia eseguito con mezzi, protezioni e modalità idonee al fine di non danneggiare le piante, facendo particolare attenzione che i rami, la corteccia non subiscano danni o che le zolle non si frantumino, crepino o si secchino. Nei casi in cui si debbano sollevare alberi in contenitore tramite cinghie (di materiale resistente al carico da sollevare, con larghezza di 30 – 50 cm), queste dovranno agganciare la zolla, se necessario anche il fusto (in casi in cui la chioma sia molto pesante o il fusto eccessivamente lungo), in questo caso, a protezione della corteccia del tronco, fra la cinghia e il fusto andranno interposte delle fasce di canapa o degli stracci per evitare l’abrasione. La chioma dovrà appoggiare, per evitare l’auto schiacciamento, su cavalletti ben fissati al veicolo. Occorre prestare attenzione a non provocare colpi o vibrazioni forti all’imbracatura. Le piante che subiscono il trasporto dovranno mantenere un adeguato tenore di umidità, onde evitare disidratazione o eccessiva umidità che favorisce lo sviluppo di patogeni. Si dovrà prestare attenzione nel caricamento su mezzi di trasporto, mettendo vicino le piante della stessa specie e dimensione, in basso quelle più resistenti ed in alto quelle più delicate. Le piante non dovranno essere sollevate per la chioma ma per il loro contenitore. Prima della rimozione dal vivaio e durante tutte le fasi di trasporto e messa a dimora, i rami delle piante dovranno essere legati per proteggerli durante le S.P.E.A. Srl - 52 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. manipolazioni. Le legature andranno fatte con nastro di colore ben visibile. Per gli arbusti o piccoli alberi, si auspica l’uso di reti tubolari in plastica che dovranno avvolgere interamente tutta la pianta. L’Appaltatore potrà raccogliere le piante all’interno di cassette, cassoni o altro contenitore idoneo per il migliore e più agevole carico, scarico e trasporto del materiale. Nel caso si vogliano sovrapporre le cassette, quelle inferiori devono avere un’altezza superiore alle piante che contengono per evitare lo schiacciamento. Per evitare il disseccamento o la rottura di rami o radici da parte del vento e delle radiazioni solari, o la bagnatura delle piante tutti i mezzi di trasporto dovranno essere coperti da teli o essere camion chiusi coibentati o con cella frigorifera, si dovrà evitare che la temperatura all’interno del mezzo oltrepassi i 28°C o scenda sotto i 2°C (temperature minime superiori sono richieste nel caso di trasporto di piante sensibili al freddo). Si auspica l’uso di veicoli muniti di pianali per evitare l’eccessiva sovrapposizione delle piante che si potrebbero danneggiare. Si dovrà fare in modo che il tempo intercorrente dal prelievo in vivaio alla messa a dimora definitiva sia il minore possibile e che le piante giungano in cantiere alla mattina, per avere il tempo di metterle a dimora o di sistemarle in un vivaio provvisorio, preparato precedentemente in cantiere. L’accatastamento in cantiere non può durare più di 48 ore, poi è necessario vengano posizionate in un vivaio provvisorio posto in un luogo ombroso, riparato dal vento, dal ristagno d’acqua, con i pani di terra l’uno contro l’altro, bagnati e coperti con sabbia, segatura, pula di riso o paglia, avendo estrema cura che il materiale vegetale non venga danneggiato. L’Appaltatore si dovrà assicurare le piante non subiscano ustioni e che mantengano un adeguato e costante tenore di umidità. Per tutte le piante in vegetazione andranno sciolte le legature dei rami, per evitare danni alla chioma, per poi essere nuovamente legate, come indicato precedentemente, quando l’Appaltatore è pronto per la messa a dimora definitiva. Alberi Le dimensioni degli alberi dovranno essere misurate come indicato di seguito: - circonferenza del fusto: - misurata a 100 cm di altezza oltre il colletto; - altezza dell’albero: - distanza tra il colletto e l’apice della pianta; - altezza di impalcatura: - distanza intercorrente tra il colletto e il punto di emergenza del ramo maestro più basso. Per gli alberi richiesti impalcati, l’altezza di impalcatura dovrà essere di 1,80 – 2 m, per gli alberi che andranno a costituire viali, dovranno avere un altezza di impalcatura di almeno 2,5 m. - diametro della chioma: - diametro rilevato alla prima impalcatura per le conifere e a due terzi dell’altezza per gli altri alberi, dovrà essere proporzionata al diametro del tronco. Gli alberi devono essere stati specificatamente allevati per il tipo di impiego previsto (alberature stradali, macchie, esemplari isolati, ecc...). S.P.E.A. Srl - 53 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Il fusto dovrà essere diritto ed assurgente. Le piante dovranno essere esenti da deformazioni, capitozzature, ferite di qualsiasi natura, grosse cicatrici, o segni conseguenti a urti, grandine, legature, ustioni da sole, gelo o altro tipo di scortecciamento. La chioma dovrà essere a forma libera, correttamente ramificata, uniforme ed equilibrata per simmetria e distribuzione delle branche principali e secondarie all’interno della stessa. Gli alberi dovranno presentare una “freccia “ centrale, sana e vitale, fatta eccezione per le varietà pendule o con forma globosa, salvo quanto diversamente specificato nel progetto o richiesto dalla Direzione Lavori. Nel caso siano richieste piante ramificate dalla base, queste dovranno presentare un fusto centrale diritto, con ramificazioni inserite a partire dal colletto. Tali ramificazioni dovranno essere inserite uniformemente sul fusto in tutta la sua circonferenza e altezza. Nel caso in cui siano richieste piante a più fusti, questi dovranno essere almeno tre ed equivalenti come diametro, distribuiti in maniera equilibrata. Le piante devono avere subito i necessari trapianti in vivaio (l’ultimo da non più di due anni e da almeno uno) in base alle seguenti indicazioni: specie a foglia caduca, fino alla circonferenza di 12-15 cm almeno un trapianto, fino a 20-25 almeno due trapianti, fino a 30-35 almeno tre trapianti; sempreverdi: fino all’altezza di 2-2,5 m almeno un trapianto, fino a 3-3,5 m almeno due trapianti, fino a 5 m almeno 3 trapianti. L’apparato radicale dovrà presentarsi ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e sane e privo di tagli con diametro superiore a 1 cm. Gli alberi dovranno essere forniti in contenitore Per “esemplari” si intendono quegli alberi di grandi dimensioni, in relazione alla specie di appartenenza, che presentino un particolare valore ornamentale. Dovranno essere stati allevati isolatamente per questo scopo. La Direzione Lavori si riserva la facoltà di sceglierle in vivaio a suo insindacabile giudizio. Queste piante dovranno avere subito regolari trapianti in base al numero di anni di età (almeno un trapianto ogni 4 anni di età), oltre al rispetto dei parametri sopraccitati. Gli alberi vengono misurati in base alle caratteristiche sopra citate e al numero di piante effettivamente messe a dimora in cantiere e corrispondenti alle caratteristiche indicate in progetto e nel presente capitolato. Arbusti e cespugli Gli arbusti devono essere ramificati a partire dal colletto, con non meno di tre ramificazioni ed avere altezza proporzionale al diametro della chioma. Gli arbusti e i cespugli se di specie autoctona devono provenire da produzioni specializzate derivante da materiale autoctono e certificato come tale. La chioma dovrà essere correttamente ramificata, uniforme ed equilibrata per simmetria e distribuzione. Gli arbusti e i cespugli dovranno essere forniti in contenitore. L’apparato radicale dovrà presentarsi ben accestito, proporzionato alle dimensioni della pianta, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari, fresche, sane e prive di tagli con diametro superiore a 1 cm. Negli arbusti e cespugli forniti in contenitore, il terreno che circonderà le radici dovrà essere compatto, ben aderente alle radici, di buona qualità, senza crepe. Le misure riportate nelle specifiche di progetto si riferiscono all’altezza della pianta non comprensiva del contenitore, e/o al diametro dello stesso e/o al volume in litri del contenitore. Modalità di esecuzione dei lavori a verde S.P.E.A. Srl - 54 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Le modalità di esecuzione dei lavori a verde, descritte di seguito, si riferiscono a quelle da utilizzare, se non diversamente specificato, sulle superfici oggetto di intervento. Tutti gli interventi di sistemazione a verde dovranno essere eseguiti da personale qualificato, in numero sufficiente e con attrezzature adeguate per il regolare e continuativo svolgimento delle opere. L’Appaltante o la Direzione Lavori possono esigere la sostituzione del rappresentante dell’Appaltatore, del direttore di cantiere, e del personale per incapacità, indisciplina o gravi negligenze. Nel caso ricorrano gravi e giustificati motivi, dovranno essere comunicati per iscritto all’Appaltatore , senza che per ciò gli spetti alcuna indennità, ne a lui ne ai suoi subalterni interessati. Prima di procedere a qualsiasi operazione, l’Appaltatore deve verificare che il contenuto di umidità del terreno, in relazione al tipo di copertura dello stesso, consenta il transito dei mezzi da impiegare o degli operatori, senza compattare o alterare in alcun modo il substrato pedogenetico. Riporti di terreno Prima di eseguire il riporto di terreno, l’Appaltatore realizza pulizia da macerie e rifiuti. Dopo aver scaricato il terreno in cumuli sparsi, sull’area interessata, si procederà allo spargimento con mezzi meccanici leggeri, pala gommata, trattrici agricole o livellatrice a seconda del grado di livellamento da dare al terreno, riducendo al minimo le manovre ed il compattamento. Le quote definitive del terreno, si considerano ad assestamento e rullatura avvenuti, dovranno essere quelle indicate in progetto e comunque dovranno essere approvate dalla Direzione Lavori. Nel caso di rilevati che superino l’altezza di 40 cm, dovranno essere realizzati in strati di 30 - 40 cm e poi costipati meccanicamente, prima di procedere al secondo strato. Particolare cura si dovrà adottare nel riempimento e costipamento a ridosso dei cordoli, dei muri e delle opere d’arte in genere. Nel caso dei rinterri da addossare alle murature dei manufatti o di altre opere d’arte si dovranno impiegare materiali sciolti, silicei o ghiaiosi, escludendo l’impiego di terreni ricchi di argille o di materiali che variano il loro volume al variare del tenore di umidità. Il materiale non potrà essere scaricato direttamente contro le murature od opere d’arte, ma dovrà essere depositato nelle vicinanze per poi essere trasportato ed addossato con idonei mezzi. Scavi e rinterri Prima di intraprendere i lavori di scavo, l’Appaltatore è tenuto ad assicurarsi presso la Direzione Lavori, presso gli Uffici Tecnici Pubblici e presso le aziende proprietarie di reti di urbanizzazione, sulla presenza nell’area di intervento di manufatti, reti, tubazioni, cavidotti, pozzetti, o qualsiasi altro elemento interrato, quindi individuarne la posizione tramite rilievi, apparecchiatura elettromagnetica, o sondaggi manuali. L’Appaltatore concorderà con la Direzione Lavori l’area migliore per accatastare il materiale scavato, se questo deve essere riutilizzato in cantiere, altrimenti provvederà in tempi brevi a portarlo in Discariche Pubbliche o aree attrezzate. Dopo aver eseguito il tracciamento, l’Appaltatore procederà alle operazioni di scavo con i mezzi adeguati (in base ai tempi programmati, tipologia e volume di scavo, ecc...) il materiale di scavo dovrà essere accumulato sul fianco della trincea se non vi è lo spazio disponibile, asportato e riportato in tempi successivi, se necessario, avendo cura di mantenere separate le diverse tipologie di materiale scavato. Livellamenti e drenaggio In base alle indicazioni progettuali o a quelle della Direzione Lavori si dovrà procedere al tracciamento della rete di scolo delle acque (dove possibile si auspica la conservazione degli andamenti originali del terreno e della posizione dei fossi). Per il drenaggio delle aree verdi si potranno adottare drenaggi sotterranei. In base al posizionamento dei drenaggi si livelleranno di conseguenza tutti i terreni, dando una pendenza minima del 2 –3 % per i prati e 3 – 4 % per le restanti aree verdi. L’Appaltatore prima di S.P.E.A. Srl - 55 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. procedere alla creazione di fossi o drenaggi sotterranei dovrà verificare la profondità e l’efficienza della rete fognaria esistente, in accordo con la Direzione Lavori dovrà procedere ad un suo eventuale ripristino. Nelle opere di scavo l’Appaltatore si dovrà attenere alle indicazioni dell’art. “Scavi e rinterri”. In base alle indicazioni progettuali o a quelle della Direzione Lavori, l’Appaltatore dovrà procedere a ripristinare o creare ex novo i fossi utilizzando macchine scavafossi o procedendo manualmente dove le condizioni di spazio o di tutela delle piante lo richiedano. Occorre prestare attenzione a non compattare le pareti dei fossi, onde ridurne la permeabilità. Le pareti dei fossi in terra non dovranno superare la pendenza di 45° sull’orizzonte e con pendenza del fondo dell’ordine dell’ 1 – 2 ‰. Per un efficiente deflusso delle acque si dovranno controllare le pendenze insieme alla Direzione Lavori, verificare la funzionalità dei pozzetti di raccolta della rete scolante e dei tracciati sotterranei tombati ed in caso di mal funzionamento, ripristinare la capacità di deflusso sostituendo le parti mal funzionanti o costruendo ex-novo l’intero tracciato. Durante le fasi di esecuzione del cantiere l’Appaltatore è tenuto al mantenimento di un efficiente sistema di scolo delle acque meteoriche. Nel drenaggio sotterraneo dovrà essere posizionato, su disposizione della Direzione Lavori, se non diversamente specificato, e nel caso sia necessario, si dovranno utilizzare tubi in PVC rigido microfessurato per drenaggio, rivestiti in fibra di cocco, del diametro adeguato. Si dovrà compiere lo scavo e il rinterro rispettando le norme indicate nell’art. “Scavi e rinterri”, occorre prestare particolare attenzione durante la posa del tubo per evitare il formarsi di avvallamenti, dando una pendenza uniforme al tubo del 2 - 3 ‰. La profondità di posa sarà variabile a seconda del tipo di terreno, del diametro del tubo richiesto, della lunghezza del tratto interrato, ecc…Il tubo di drenaggio andrà posato subito dopo lo scavo del fosso da effettuarsi, dove possibile, tramite l’uso di catenarie. Tutti gli eventuali raccordi dovranno essere montati correttamente per dare continuità al deflusso delle acque. L’estremità del tubo, posta a monte, dovrà essere accuratamente sigillata. Il tubo di drenaggio dovrà essere affogato in un letto di materiale drenante che deve possedere dei vuoti intergranulari tali da essere sufficientemente permeabili all’acqua ma trattenere l’eventuale trasporto solido del materiale drenato ed essere di dimensioni superiori ai fori del tubo drenante, queste caratteristiche granulometriche vengono definite dalla “regola dei filtri” (o del Terzaghi) che trova riscontro nella norma CNR-UNI 10.006. In linea generale si può indicare una pezzatura dello strato drenante di 2-3 cm, con uno spessore di 30 cm, e un successivo strato di terreno fino al raggiungimento del piano di campagna.I fossi e i drenaggi sotterranei dovranno essere collegati con la rete fognaria esistente. Si ricorda di rispettare le disposizioni del codice civile all’art. 891 “Distanze per canali e fossi”, art. 908 “Scarico delle acque piovane”, art. 911 “ Apertura di nuove sorgenti e altre opere”, art. 913 “Scolo delle acque”. Tracciamenti e picchettamento per le opere a verde Al termine delle lavorazioni del terreno, l’Appaltatore dovrà picchettare le aree di impianto, sulla base del progetto e delle indicazioni della Direzione Lavori, segnando accuratamente la posizione dove andranno messe a dimora i singoli alberi e il perimetro delle piantagioni macchie di arbusti. Ogni picchetto dovrà essere numerato, con associazione degli esemplari ai picchetti, ed essere riferito a punti inamovibili per poterne ricostruire la posizione in caso di danneggiamento o manomissione. I capisaldi, i picchetti o le livellette danneggiate o rimosse dovranno essere immediatamente ripristinati a cura e a spesa dell’Appaltatore . La tolleranza consentita per la messa a dimora di alberi o arbusti isolati o a piccoli gruppi è di 20 - 30 cm, rispetto alla posizione riportata in progetto e di 10 – 15 cm per le piante messe in filare o in piantumazioni con sesto regolare. Al termine della fase di picchettamento, l’Appaltatore deve ricevere l’approvazione della Direzione Lavori, ove richiesto apportare le modifiche volute, prima di procedere con le operazioni successive. Si devono rispettare le disposizioni del codice civile agli art. 892 “Distanze per gli alberi”, art. 893 “Alberi presso strade, canali e sul confine di boschi”, art. 895 “Divieto di ripiantare alberi a S.P.E.A. Srl - 56 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. distanze non legali” e le disposizioni del DL n. 285 del 30/04/1992 “Nuovo Codice della Strada” agli articoli 16, 17, 18 e 19 “Fasce di rispetto nelle strade ed aree di visibilità”, occorre inoltre tenere presente gli usi e le consuetudini locali. Rispettare le disposizioni dell’art. 26 DPR n. 495 del 16/12/1992 “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo Codice della strada”, rispetto ai tracciati ferroviari, art. 52 del DPR n. 753 del 17/07/1980. Il rispetto del Regolamento del Consorzio di Bonifica, la Normativa di Polizia Idraulica. Al termine dei lavori l’Appaltatore dovrà aver rimosso tutti i picchetti o gli elementi serviti per i tracciamenti. L’onere dei tracciamenti è incluso nel prezzo delle piante. Messa a dimora delle piante L’epoca per la messa a dimora delle piante, viene stabilita nel cronoprogramma facente parte del progetto o dalla Direzione Lavori. In generale, deve corrispondere al periodo di riposo vegetativo, dalla fine dall’autunno all’inizio della primavera, comunque deve essere stabilita in base alle specie vegetali impiegate, ai fattori climatici locali alle condizioni di umidità del terreno; sono da evitare i periodi di gelo. Le piante fornite in contenitore si possono posare in qualsiasi periodo dell’anno, escludendo i mesi più caldi, in questo caso occorre prevedere le necessarie irrigazioni ed ombreggiamenti. Le piante fornite in zolla o radice nuda andranno messe a dimora esclusivamente nel periodo di riposo vegetativo. Alcune specie sempreverdi si possono piantare anche nella fase di riposo vegetativo estivo. La messa a dimora degli alberi, è contemporanea allo scavo delle buche, l’Appaltatore dovrà preparare le buche che dovranno essere almeno 1,5 volte le dimensioni del pane di terra da contenere. Nel caso di esemplari isolati o in condizioni in cui non sia stato possibile procedere alla ripuntatura, vedi art. “Lavorazioni del suolo e concimazioni di fondo”, l’Appaltatore dovrà preparare delle buche di 100x100x50 cm smuovendo il fondo della buca per altri 5 cm. Nello scavo della buca si dovrà fare attenzione a non costipare il terreno circostante le pareti o il fondo della stessa buca, in particolare dopo l’uso di trivelle occorrerà smuovere il terreno sulle pareti e sul fondo della buca per evitare l’effetto vaso. Durante lo scavo della buca il terreno agrario deve essere separato e posto successivamente in prossimità delle radici, il terreno in esubero e l’eventuale materiale estratto non idoneo, a giudizio della Direzione Lavori, dovrà essere allontanato dal cantiere a cura e a spese dell’Appaltatore e sostituito con terreno adatto. Durante lo scavo, l’Appaltatore , si dovrà assicurare che le radici non si vengano a trovare in una zona di ristagno idrico, nel qual caso, si dovrà predisporre un adeguato drenaggio posando uno strato di materiale drenante sul fondo della buca, se la Direzione Lavori lo riterrà opportuno, l’Appaltatore dovrà predisporre ulteriori soluzioni tecniche al problema. La messa a dimora degli alberi si dovrà eseguire con i mezzi idonei in relazione alle dimensioni della pianta, facendo particolare attenzione che il colletto si venga a trovare a livello del terreno anche dopo l’assestamento dello stesso. Tutto il materiale di imballaggio non biodegradabile (vasi in plastica, terra cotta, ecc...) il quale dovrà essere allontanato dal cantiere. Le radici delle piante dovranno essere inserite nella loro posizione naturale, non curvate o piegate, eliminando quelle rotte o danneggiate, e rifilando quelle di dimensioni maggiori. Nel caso di piante in contenitore, dopo l’estrazione, le radici compatte dovranno essere tagliate e il feltro attorno alle radici dovrà essere rimosso. Le piante dovranno essere collocate ed orientate in maniera tale da ottenere il migliore risultato tecnico ed estetico ai fini del progetto. Gli esemplari andranno orientati con la medesima esposizione che avevano in vivaio. L’Appaltatore dovrà poi procedere al riempimento definitivo delle buche con terra fine di coltivo. Il materiale di riempimento dovrà essere costipato manualmente con cura in maniera che non restino vuoti attorno alle radici o alla zolla. A termine del riempimento della buca si dovrà creare una conca attorno agli alberi per trattenere l’acqua. Quest’ultima sarà portata immediatamente dopo l’impianto in quantità abbondante, fino a quando il terreno non riuscirà più ad assorbirne, successivamente si livellerà e si posizionerà l’impianto di irrigazione come da progetto. Al termine della messa a dimora delle piante, andranno rimosse tutte le S.P.E.A. Srl - 57 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. legature, asportando i legacci o le reti che andranno portate in pubblica discarica. Dopo di ché, se necessario, si dovrà procedere con la potatura di trapianto. Si dovranno asportare i rami che si presentino eventualmente danneggiati o secchi. Ancoraggi Gli ancoraggi sono quei sistemi di supporto (tutori) che permettono di fissare al suolo le piante nella posizione corretta per lo sviluppo. Tutti gli alberi, di nuovo impianto, dovranno essere muniti di tutori, se la Direzione Lavori lo riterrà necessario, anche gli arbusti di grandi dimensioni dovranno essere fissati a sostegni. L’ancoraggio dovrà avere una struttura appropriata al tipo di pianta da sostenere e capace di resistere alle sollecitazioni meccaniche che possono esercitare agenti atmosferici, urti, atti vandalici o altro. I pali dovranno essere di legno, diritti, scortecciati, appuntiti dal lato con il diametro maggiore e trattati con sostanze ad effetto imputrescibile (almeno per 1 m dal lato appuntito). I pali andranno conficcati nella buca della pianta prima della sua messa a dimora, per una profondità di 30 cm almeno, comunque al termine della piantagione dovranno essere piantati per oltre 50 cm nel terreno, utilizzando mezzi meccanici idonei (escavatore) o manuali. I tutori andranno conficcati nel terreno verticalmente adeguati alle dimensione della pianta da sostenere e legati solidamente tra loro con legature di colore marrone, verde o nero. Gli ancoraggi dovranno essere collocati prestando attenzione ai venti dominanti, lungo le carreggiate parallele alla direzione di marcia, nelle zone di esondazione al flusso della corrente. I pali dovranno essere legati alle piante in modo solidale per resistere alle sollecitazioni ambientali, pur consentendo un eventuale assestamento. Al fine di non provocare abrasioni o strozzature al fusto, le legature, dovranno essere realizzate per mezzo di collari speciali creati allo scopo o di adatto materiale elastico (guaine in gomma, nastri di plastica, ecc...), ma mai con filo di ferro o materiale anaelastico. Sia i tutori che le legature, non dovranno mai essere a contatto diretto con il fusto, per evitare abrasioni. Dovrà essere sempre interposto un cuscinetto antifrizione (gomma o altro). Gli ancoraggi vengono misurati per numero e tipo, realmente montati in cantiere. Garanzia di attecchimento Tutto il materiale vegetale deve avere una garanzia di attecchimento interessante l’intera stagione vegetativa successiva a quella di impianto, la garanzia dovrà comprendere la sostituzione del materiale vegetale morto o deteriorato, ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori, nella stagione utile successiva. Nel caso in cui alcune piante muoiano o si deperiscono, l’Appaltatore dovrà individuare le cause del deperimento insieme alla Direzione Lavori, e concordare con essa, gli eventuali interventi da eseguire a spese dell’Appaltatore , prima della successiva messa a dimora . Nel caso in cui non vi siano soluzioni tecniche realizzabili, l’Appaltatore dovrà informare per iscritto la Direzione Lavori che deciderà se apportare varianti al progetto. L’Appaltatore resta comunque obbligato alla sostituzione di ogni singolo esemplare per un numero massimo di due volte (oltre a quello di impianto), fermo restando che la messa a dimora e la manutenzione siano state eseguite correttamente. Sono a carico dell’Appaltatore, l’eliminazione e l’allontanamento dei vegetali morti (incluso l’apparato radicale), la fornitura del nuovo materiale e la messa a dimora. Sulle piante sostituite, la garanzia si rinnova fino a tutta la stagione vegetativa successiva. La garanzia di attecchimento viene estesa a tutto il periodo di manutenzione eventualmente previsto. Interventi di manutenzione durante l’esecuzione dei lavori e nel periodo di garanzia. Gli interventi di manutenzione, descritte di seguito, si riferiscono a quelle da utilizzare, se non diversamente specificato, sulle superfici oggetto di intervento. La manutenzione dell’area di cantiere, durante lo S.P.E.A. Srl - 58 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. svolgimento dei lavori, è interamente a carico dell’Appaltatore, fino alla data di emissione del certificato di ultimazione dei lavori. L’Appaltatore si dovrà far carico della manutenzione del verde esistente e di quello appena messo a dimora come anche delle infrastrutture preesistenti e costruite. A decorrere dalla data di emissione del certificato di ultimazione dei lavori inizierà il periodo di manutenzione sull’intera area, tranne diversamente specificato negli elaborati progettuali, e dovrà avere la durata indicata nello “Schema di contratto”. In considerazione del fatto che il rilievo della vegetazione esistente e il successivo elenco di operazioni da eseguire è redatto con anticipo dall’inizio dei lavori, tenendo inoltre presente che si tratta di materiale vivente, sarà possibile che alcuni interventi previsti subiscano dei cambiamenti, per le modificate condizioni in cui si vengono a trovare le piante. Nell’ipotesi in cui il cantiere sia già smobilitato, per gli interventi di manutenzione andranno predisposti gli eventuali cantieri temporanei. Tutti gli interventi di manutenzione dovranno essere eseguiti da personale qualificato in numero sufficiente e con attrezzature adeguate per il regolare e continuativo svolgimento delle opere. E’ a carico dell’Appaltatore la predisposizione dei cantieri di lavoro, la fornitura e la posa come anche la manutenzione in perfetta efficienza di tutta la segnaletica, delle recinzioni e delle strutture prescritte dal “Piano di sicurezza e coordinamento”, se previsto, e/o dalle vigenti norme in materia di sicurezza. L’Appaltatore è tenuto a richiedere al Comune e/o alla Polizia Municipale le necessarie autorizzazioni per il governo della circolazione e della sosta, predisporre in anticipo la segnaletica per gli eventuali divieti di sosta, regolare il traffico, avvisare le società di trasporto pubblico se necessario. L’Appaltatore non è tenuta al pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico, per le superfici strettamente necessarie agli interventi di manutenzione (potature, trattamenti fitosanitari, diserbi, ecc). L’Appaltatore deve compilare ed aggiornare un apposito registro fornito dall’Amministrazione, se questa non lo fornisce sarà l’Appaltatore stesso che ne dovrà predisporre uno, sul quale annoterà, in maniera chiara e precisa, l’area di intervento, la vegetazione mantenuta, il tipo di intervento eseguito, e la data. Sostituzioni piante morte o deperite Le piante morte o deperite, per cause naturali o di terzi, dovranno essere sostituite con altre identiche a quelle fornite in origine, la sostituzione dovrà essere fatta nel più breve tempo possibile dall’accertamento del mancato attecchimento, in relazione alle condizioni ambientali. Manutenzione ancoraggi e consolidamenti Andranno controllati regolarmente le legature delle piante tutorate onde evitare danni al fusto, comunque almeno due volte all’anno andranno rimosse tutte le legature e posizionate in un punto diverso dal precedente. Dovranno essere controllati, i consolidamenti delle piante, due volte l’anno e dopo ogni forte vento. Difesa dalla vegetazione infestante L’appaltatore è tenuto ad eseguire il diserbo solo con mezzi fisici (manuale). Si deve fare comunque molta attenzione per non danneggiare la vegetazione di nuovo impianto e quella esistente. La scerbatura dovrà essere effettuata prima del punto di maturazione dei semi delle infestanti per ridurne la propagazione, compreso lo sradicamento dell’apparato radicale delle infestanti, da eseguirsi quando il terreno è leggermente umido per agevolare la rimozione. Ripristini S.P.E.A. Srl - 59 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. L’Appaltatore è tenuto a ripristinare o sostituire se necessario tutte le opere a verde che si siano deteriorati nel corso del tempo (ancoraggi delle piante, teli pacciamanti, tubazioni, ecc...). L’Appaltatore dovrà ripristinare anche tutti i livelli dei terreni che si dovessero essere abbassati a causa dell’assestamento o per il passaggio di veicoli anche di terzi, fermo restando la possibilità di rivalsa su questi. Irrigazione L’Appaltatore è tenuto ad irrigare tutte le piante messe a dimora, per tutto il periodo di manutenzione. Le irrigazioni dovranno essere ripetute, tempestive con quantità e frequenza, in relazione al clima, all’andamento stagionale, al tipo di terreno e di piante. Rincalzo A seconda dell'andamento stagionale, delle zone climatiche e delle caratteristiche di specie, l’appaltatore provvederà al rincalzo delle piante, quando necessario. Ripristino della verticabilità delle piante L’appaltatore è tenuto al ripristino della verticabilità e degli ancoraggi delle piante qualora se ne riconosca la necessità. Controllo dei parassiti e delle fitopatie in genere E' competenza dell'Appaltatore controllare le manifestazioni patologiche sulla vegetazione delle superfici oggetto di intervento, comunicando tempestivamente alla D. L la patologia durante il periodo di esecuzione lavori e garanzia, provvedendo alla tempestiva eliminazione del fenomeno patogeno onde evitarne la diffusione e rimediare ai danni accertati. Eventuali trattamenti con fitofarmaci che dovranno essere autorizzati dalla D.L. dovranno essere tempestivi ed eseguiti da personale specializzato che dovrà attenersi per il loro uso alle istruzioni specificate dalla casa produttrice e alle leggi vigenti in materia, ed usando ogni possibile misura preventiva atta ad evitare danni. DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI Articolo 30 TUBAZIONI IN PVC Le tubazioni in PVC (cloruro di polivinile) rigido non plastificato devono corrispondere alle caratteristiche ed ai requisiti di accettazione prescritti dalle Norme vigenti, dalla norma UNI EN ISO 1452, UNI EN 1401 ed alle Raccomandazioni I.I.P. e conformi, inoltre, al D.M. 6 aprile 2004, n.174 "Regolamento concernente i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano". I tubi in PVC sono fabbricati con cloruro di polivinile esente da plastificanti e cariche inerti, non colorato artificialmente e miscelato - a scelta del fabbricante, purché il manufatto ottenuto risponda ai requisiti stabiliti dalle Norme vigenti - con opportuni stabilizzanti e additivi nelle quantità necessarie. Devono avere costituzione omogenea e compatta, superficie liscia ed esente da ondulazioni e da striature cromatiche notevoli, da porosità e bolle; presentare una sezione circolare costante; ed avere le estremità rifinite in modo da consentire il montaggio ed assicurare la tenuta del giunto previsto per le tubazioni stesse. I tubi e i raccordi di PVC devono essere contrassegnati con il marchio di conformità IIP che ne assicura la rispondenza alle norme UNI. S.P.E.A. Srl - 60 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. I raccordi e i pezzi speciali in PVC per acquedotti e per fognature dovranno rispondere alle caratteristiche stabilite rispettivamente dalle norme UNI EN ISO 1452-3 o UNI 1401-1. Per lo smaltimento delle acque nere e piovane saranno impiegati tubi della serie SN4 SDR41 con diametri da 110, 200 mm. Articolo 31 TUBAZIONI IN PEAD Le tubazioni in Polietilene ad alta densità previste nel presente intervento avrà un diametro di 90 mm e pressione di esercizio pari a 16 bar, destinato alla raccolta e alla spinta dei liquami fognari verso i pozzetti di raccolta e tubi del diametro di 32 mm per la derivazione e l’adduzione dell’acqua I tubi prodotti in conformità alla UNI EN 12201, e a quanto previsto dal D.M. n.174 del 06/04/2004 (sostituisce Circ. Min. Sanità n. 102 del 02/12/1978); dovranno essere contrassegnati dal marchio IIP dell’Istituto Italiano dei Plastici e/o equivalente marchio europeo e conformi, inoltre, al D.M. 6 aprile 2004, n.174. I tubi devono essere formati per estrusione, e possono essere forniti sia in barre che in rotoli. I tubi in PEAD sono fabbricati con il polimero polietilene con l'aggiunta di sostanze (nerofumo) atte ad impedire o ridurre la degradazione del polimero in conseguenza della sua esposizione alla radiazione solare ed in modo particolare a quella ultravioletta. I tubi in PEAD ed i relativi raccordi in materiali termoplastici devono essere contrassegnati con il marchio di conformità I.I.P. che ne assicura la rispondenza alle Norme UNI, limitatamente alle dimensioni previste dalle norme stesse. I raccordi ed i pezzi speciali devono rispondere alle stesse caratteristiche chimico-fisiche dei tubi; possono essere prodotti per stampaggio o ricavati direttamente da tubo diritto mediante opportuni tagli, sagomature ed operazioni a caldo (piegatura, saldature di testa o con apporto di materiale, ecc.). In ogni caso tali operazioni devono essere sempre eseguite da personale specializzato e con idonea attrezzatura presso l'officina del fornitore. Per le figure e le dimensioni non previste dalle norme UNI o UNIPLAST si possono usare raccordi e pezzi speciali di altri materiali purché siano idonei allo scopo. Articolo 32 TUBI IN GHISA I tubi di ghisa sferoidale avranno caratteristiche e requisiti di accettazione conformi alle norme UNI EN 545, UNI EN 969 e UNI EN 598 e al D.M. 6 aprile 2004, n.174 "Regolamento concernente i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano". Essi dovranno avere una struttura che ne permetta la lavorazione con particolare riguardo alle operazioni di taglio e foratura e presentare alla rottura una grana grigia, compatta e regolare; non dovranno avere difetti che pregiudichino l'impiego al quale sono destinati. Essi avranno di norma un'estremità a bicchiere per giunzioni elastiche, a mezzo di anello in gomma del tipo automatico o del tipo meccanico (UNI 9163). I tubi saranno in lunghezze di 6 m per DN <= 700 mm e di 6-7 e/o 8 m per DN >= 700 mm; ma il 10% dei tubi potrà essere fornito con una lunghezza utile ridotta di 0,5 m rispetto alle lunghezze predette. I tubi per acquedotto saranno rivestiti internamente con malta cementizia ed esternamente, previa zincatura, con vernice bituminosa. I tubi per fognatura saranno rivestiti internamente ed esternamente secondo quanto richiesto dalle norme vigenti in materia. Le tubazioni per acquedotto saranno utilizzate alle seguenti pressioni di esercizio, per la serie spessore K = 9, a seconda del diametro nominale DN. S.P.E.A. Srl DN bar 60 64 - 61 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. 80 100 125 150 200 250 300 350 400 450 500 600 700 64 64 64 55 44 39 37 35 34 33 32 31 29 I tubi per fognatura in pressione saranno sottoposti ad una prova idraulica di tenuta sotto pressione di 40 bar. Raccordi di ghisa sferoidale I raccordi di ghisa sferoidale per le tubazioni di acquedotto avranno le stesse caratteristiche previste per i tubi e saranno rivestiti internamente ed esternamente con vernice bituminosa. I raccordi per le tubazioni di fognatura - tranne quelli destinati al collegamento con strutture murarie, che non saranno verniciati all'esterno allo scopo di favorire l'ancoraggio - saranno rivestiti sia all'esterno che all'interno con vernice epossidica. I giunti dei raccordi saranno a bicchiere del tipo meccanico a bulloni Express e/o a flangia. I principali raccordi sono i seguenti: a) Con giunto Express: b) Con giunto a flangia: S.P.E.A. Srl - 62 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Marcatura dei tubi e raccordi di ghisa sferoidale e delle guarnizioni Ogni tubo porterà i seguenti marchi: il marchio di fabbrica; il diametro nominale DN, in mm (p.e. DN 200); il tipo di materiale (p.e. 2GS; dove 2: tipo di profilo esterno del bicchiere; e GS: ghisa sferoidale); il tipo di giunto (Rapido: R - Express: Ex). Ogni raccordo porterà i seguenti marchi: il tipo del pezzo: p.e. TI, per il pezzo a T (per le curve sarà anche indicato il grado di deviazione angolare); il diametro nominale DN; il tipo di materiale. Ogni guarnizione ad anello di gomma porterà i seguenti marchi: il marchio di fabbrica; il diametro nominale DN; il tipo di giunto; il tipo di impiego (Acqua); l'anno di fabbricazione. Articolo 33 ALLACCIO IDRICO Realizzazione di allaccio idrico costituito dai seguenti elementi e lavorazioni: - scavo a sezione obbligata, della sezione media pari a mt. 0.60 x 0.80, ed in ogni caso fino al raggiungimento della condotta esistente e/o la nuova condotta in progetto, compresi gli oneri per lo smaltimento a rifiuto del materiale di risulta e l'accatastamento in cantiere di quello riutilizzabile previa autorizzazione della D.L. - ricerca accurata di allaccio esistente, dismissione dello stesso previo intervento sul tratto di condotta atto a tutelare e by-passare la condotta principale stessa, lo smaltimento a rifiuto dei materiali di risulta ovvero la resa disponibile dello stesso; - asta di manovra in acciaio con verniciatura bituminosa, cappellotto in ghisa e manicotto in bronzo, quadro di giunzione compatibile con le alimentazioni della valvola, rondella guida asta in pvc o polieltilene, tubo con campana in pvc o polietilene, il tutto da adattare in lunghezza alla profondità della condotta; - valvola a TI tipo R.S. COMAGRHO, M/F, DN 1'' in entrata e uscita, con otturatore a cono. Corpo e cappello valvola in ghisa meccanica G2S; gambo ed otturatore in ottone; sede di chiusura con boccola in ottone; viti di unione cappello-corpo valvola in acciaio inox AISI 304; - collare di derivazione tipo " artiglio MGD" con sella in ghisa sferoidale con resistenza meccanica a rottura superiore a 45 Kg./mmq. e allungamento superiore al 16%; traversini in ghisa sferoidale; guarnizione in gomma antinvecchiamento e resistente agli idrocarburi gassosi in confornità al D.M. 102; complesso di staffa, rondelle e dadi in acciaio inox AISI 304 con preno filettato alloggiato entro nicchia imbutita nella fascia ed ivi saldato con perfetta fusione; - monogiunti tipo " Plasson" per il collegamento all'uscita della valvola a TI e per il tappo terminale di chiusura; - tubo multistrato PE100 - PN 16/32 dalla valvola all'utenza fino a superare il confine di almeno cm.60 installato entro corrugato Ø 60 per tutta la lunghezza ricadente nella sede stradale e pedonale secondo i particolari costruttivi allegati. - fornitura e posa in opera di cassetta da incasso per alloggiamento di apparecchiature e pezzi speciali per allaccio alla rete idrica (conforme alle prescrizioni dell'ente gestore della rete), costituita da scatola e sportello in lamiera zincata delle dimensioni pari a cm. 50x60/70x23, con vano interno di separazione, S.P.E.A. Srl - 63 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. anch'esso con sportello in lamiera zincata, entrambi completi di doppia serratura e chiave passe-pourtout, e completa delle seguenti apparecchiature: a) tronchetto in multistrato da 1/2" b) valvola di ritegno e a sfera da 1/2" c) sfiati da 3/8" d) tes da 1/2" e da 1" e) rubinetto d'arresto con scarico da 1/2" x 3/8" f) viteria per tubi in multistrato da 1/2" e 3/4 x 1/2" g) raccordo tubazione h) realizzazione nicchia nella muratura esistente e posizionamento di portellino di chiusura in lamiera zincata a caldo di adeguate dimensioni. Articolo 34 ALLACCIO FOGNARIO I collegamenti alla tubazione esistente saranno eseguiti, ove possibile, mediante pezzi speciali di derivazione con imboccatura (braghe), inseriti nella condotta. Gli allacci previsti nel presente intervento prevedono le seguenti operazioni: - scavo a sezione obbligata in terreno di qualsiasi natura e consistenza, compresa la roccia dura da mina o in presenza di qualsiasi pavimentazione esistente in pietra di pregio, il tutto fino ad una profondità di mt. 3,00 della sezione media pari a mt. 0.60 x 1.00, compreso lo smaltimento a discarica del materiale di risulta o l'accatastamento dello stesso per il riutilizzo di parte di esso alla ricopertura, previa autorizzazione della D.L.; - fornitura e posa in opera di pozzetto in cls cementizio RcK 20 delle dimensioni medie interne di cm. 60 x 60 ed una profondità pari alla quota di intercettazione della condotta principale, con pareti e platea dello spessore di cm. 10, - fornitura e posa in opera di sifone in pvc mm. 160 tipo "Firenze" a doppio tappo ispezionabile, completo degli oneri di saldatura alla tubazione e le eventuali prove; - collegamento alla rete fognaria con tubo in pvc DN 160 SN4 rosso, a partire dalla condotta principale fino all'ingresso dell'utenza privata, completo di collegamento all'utenza stessa, l'innesto con la condotta principale, riduzioni e curve, il tutto completo di rinfianchi in c.l.s., letto di sabbia e ricopertura, compresi inoltre eventuali by pass provvisori sia per la continuazione dell'uso dell'utenza stessa ovvero in caso di presenza di altre reti tecniche nel sottosuolo; - foratura della condotta mediante carotatrice a secco - fornitura e posa in opera di raccordi di innesto in pvc con bicchieri DN 160 mm e relativa sigillatura alla condotta o in alternativa fornitura e posa di braga a 45° in pvc del diametro pari a mm. 200, compreso il sottofondo di cm. 10 in sabbia, la ricopertura fino a cm. 20 sopra l'estradosso del tubo, la stuccatura dei giunti con boiacca di cemento ed ogni altro onere; - fornitura e posa di chiusino in ghisa a grafite sferoidale a riempimento, secondo ISO 1083 e EN 1563, conforme alla classe D 400 della norma EN 124/1994, forza di controllo 400 kn. Con le seguenti caratteristiche : coperchio quadrato con vasca di riempimento profonda cm. 8,5 dotato delle facce di contatto al telaio lavorate meccanicamente e telaio composto da elementi lavorati meccanicamente sulle superfici di appoggio del coperchio assemblati per mezzo di bulloni in acciaio. Per l'esecuzione di allacci eseguiti successivamente alla realizzazione della condotta, si dovrà perforare dall'alto accuratamente la tubazione mediante carotatrice con corona cilindrica delle dimensioni della tubazione da allacciare. Il collegamento sarà realizzato da un pezzo speciale stabile nella sua posizione e sigillato alla giuntura, che assicuri la tenuta idraulica come la rimanente tubazione e non sporga all'interno della condotta principale. S.P.E.A. Srl - 64 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. Articolo 35 POZZETTI IN CLS Tutti i pozzetti di ispezione per fognatura e rete idrica dovranno essere realizzati secondo le indicazioni riportate in progetto e le prescrizioni impartite di volta in volta dalla Direzione dei Lavori. Le dimensioni interne medie dei pozzetti idrici e fognari sono in linea di massima pari a 1,20x1,20 x1,20 m. Lo spessore delle pareti e della soletta è pari a 20 cm e saranno tutti rinforzati con adeguata armatura in ferro. La superficie interna dei pozzetti idrici dovrà essere intonacata con malta cementizia dello spessore compreso fra cm. 0,5 e 1, stuccata e lisciata, mentre i pozzetti fognari per acque nere dovranno essere rivestiti con mattonelle in grs. Tutti i pozzetti saranno inoltre muniti di regolari chiusini carrabili in ghisa sferoidale conformi alle norme UNI 4544 e UNI EN 124. L'Appaltatore è tenuto a sostituire i pezzi che risultino imperfetti e che subiscano rotture o guasti sia prima che dopo la posa in opera e ciò fino alla data di approvazione del collaudo se trattasi di imperfezioni imputabili alla natura dei chiusini; l'Appaltatore sarà di conseguenza responsabile dei danni che deriveranno alla Stazione Appaltante od a terzi nel caso di rottura o di mancata o ritardata sostituzione dei pezzi in questione. Articolo 36 CADITOIE IN CLS Lo smaltimento delle acque meteoriche verrà realizzato tramite il posizionamento di caditoie in cls complete di griglie in ghisa. Le nuove caditoie hanno dimensioni nette interne pari a 50x50 cm ed altezza variabile fino ad un altezza massima di 200 cm. Le griglie di raccolta delle nuove caditoie saranno in ghisa sferoidale di dimensione 60x60 cm. Il sistema di deflusso delle acque meteoriche lungo la SP 81 e parte del lungo mare Platamona, sarà garantito attraverso la realizzazione di nuove caditoie di raccolta e pozzetti di scarico senza fondo posti oltre il limite della nuova passeggiata in modo da permettere all’acqua di disperdersi sul terreno esistente cosi come indicato negli elaborati grafici di progetto. Sulla nuova area destinata a parcheggio sul lungomare Platamona si prevede un sistema di caditoie passanti che convoglieranno la acque su un area dove in futuro si realizzerà un sistema di raccolta con vasca di prima pioggia. Le superfici di appoggio tra telaio e coperchio debbono essere lisce e sagomate in modo da consentire una perfetta aderenza ed evitare che si verifichino traballamenti. La messa in quota comprenderà tutte le opere murarie occorrenti a portare i chiusini a perfetto piano con la pavimentazione di nuova esecuzione, nonché la loro messa in opera; pertanto dovranno essere messi a punto e bloccati definitivamente solo all'atto dei ripristini definitivi. DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO, ILLUMINAZIONE E TELEFONICO Articolo 37 PLINTO PORTAPALO Plinto porta palo di illuminazione per pali fino a 8/9 metri f.t. con pozzetto, in calcestruzzo vibrato e armato, atto ad essere utilizzato quale plinto di sostegno di pali per l'illuminazione stradale pubblica e/o privata, dotato di cassetta laterale, aperta nel fondo, per il contenimento dei cavi elettrici, comunicante con il foro del palo e munito di piastra in calcestruzzo a chiusura della cassetta di derivazione. Pozzetto marchiato con il nome del produttore e del lotto di produzione. Prodotto con cemento del tipo 42,5R ad alta resistenza ai solfati e con dosaggio di cemento e rapporto acqua/cemento idoneo all'ambiente d'esposizione secondo UNI EN 206/1, con caratteristica a compressione del calcestruzzo maturo non inferiore a 40 N/mm2 ed assorbimento massimo minore del 6%. La struttura del pozzetto andrà posta in opera su platea in calcestruzzo (classe 25 N) armata con rete elettrosaldata (su sottofondo in tout-venant ben compattato) S.P.E.A. Srl - 65 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. delle dimensioni come da progetto, ed eventuale rinfianco con materiale e condizioni contenuti nel calcolo statico. La struttura del pozzetto dovrà sopportare il riempimento di prima fase ed i carichi propri secondo quanto indicato in progetto ed in sede di verifica statica, da parte del produttore dei pozzetti. Il basamento di livellamento sarà di S=5cm. Articolo 38 PALO IN VETRORESINA Sostegno tronco-conico monolitico tipo "Fibrover", realizzato in vetroresina con la tecnologia filamenti Winding - colore a discrezione della D.L. su base RAL, corredato di foro ingresso cavi e codolo in VTR per innesto armatura testa-palo. Altezza totale 9 metri di cui 8/9 f.t., diametri 185/115 mm, spessore mm 6. In opera compresa la morsettiera di collegamento elettrico in classe II per cavo 2x2.5 mmq, per il collegamento dell'armatura stradale dal pozzetto posto alla base del palo fino alla morsettiera ed al corpo illuminante. Articolo 39 ARMATURA STRADALE SCHEREDER Armatura stradale tipo "TECEO SCHREDER - A LED DIMMERATO" o equivalente, classe cut-off (schermato) completo di: corpo e coperchio in fusione di alluminio, verniciato, colore a discrezione della DL, serie RAL, con vernice poliestere; sistema di chiusura a tre punti in fusione di alluminio, piastra porta ausiliari elettrici amovibile. VETRO PIANO - trasparente di vetro temprato termicamente resistente agli urti 5j - IK08; fissaggio mediante sistema basculante che permette un'installazione testa palo o LATERALE dell'apparecchio su pali dim. 48-60 mm; sorgente led ad alta potenza di nuova generazione, corrente pilotaggio 350 - 500 - 700 mA, temperatura colore 4100 k, bianco, ottica con distribuzione stradale; IP 66 ermeticità blocco ottico e vano ausiliari. Sbraccio massimo 1 metro da concordare con la DL. - durata 100.000 ore 25° C - classe di isolamento II - secondo la norma IEC - EN – 60598 - PESO pieno 9.6 Kg - SISTEMA OTTICO MULTILAYER - marchiata CE – IMQ - teceo 1 - altezza installazione 8-9 m potenza 48 led - 113 watt. Articolo 40 ARMATURA STRADALE CREE Armatura stradale tipo CREE XSP2 doppio modulo, ottica asimmetrica tipo 2 - 10680 lumens, 102W 4000K, compreso supporto per montaggio testa palo, classe di isolamento II, sbraccio massimo 1 metro da concordare con la DL, colorazione a discrezione della DL. Cablaggio: Alimentazione 230V/50Hz con protezione termica. Cavetto flessibile capicordato con puntali in ottone stagnato, isolamento al silicone sezione 1.0 mm2. Morsetteria 2P con massima sezione dei conduttori ammessa 2.5 mm2. Sistema di regolazione automatica dell’alimentazione e del flusso luminoso (field adjustable output e virtual midnight). Articolo 41 PUNTO LUCE A LED DA INCASSO Apparecchio di illuminazione PUNTO LUCE A LED DA 2W IP67 stagno da incasso. Corpo in alluminio ossidato, ghiera in alluminio ossidato, Oring in NBR, vetro satinato, colore bianco. Cavo di alimentazione 2x2.5 mmq a doppio isolamento per il collegamento al quadro di riferimento. Articolo 42 PUNTO LUCE A PALETTO MICROREEF SIMES Apparecchio di illuminazione a Paletto tipo MICROREEF SIMES PALETTO 360 4 ACCENT LED BIANCO CALDO 3000K 10W 230V. Struttura in alluminio pressofuso EN AB-47100 ad elevata resistenza all'ossidazione. Riflettore in policarbonato alluminizzato. Diffusore in policarbonato trasparente. Viti a brugola in acciaio INOX A4. Singola entrata cavo di alimentazione con passafilo M20 ( Ø 8 12 mm). Guarnizioni in silicone ricotto. Doppia verniciatura extra resistente eseguita in 3 fasi: - pretrattamento chimico di nanoparticelle ceramiche (Bonderite NT-1); - strato di fondo in polvere epossidica; - strato finale di polvere poliestere ad elevata resistenza ai raggi ultravioletti ed alla corrosione. Lampada fornita con S.P.E.A. Srl - 66 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. circuito LED. IK10 IP65 CLASSE II. Assorbimento di 10W (compreso Trasformatore) per un flusso di 760lm. Articolo 43 PROIETORE A LED A PAVIMENTO SCHEREDER PONTO Proiettore da pavimento da incasso Schereder Ponto, IP 67 IK 10 - Tensione nominale 220-240V AC / 5060Hz. Classe elettrica II secondo EN 60598 secondo EN 62262 - Peso Con kit 0.70kg. Corpo in materiale sintetico rinforzato con fibra di vetro protettore vetro temprato da 12 mm - cornice di finitura in acciaio inossidabile - controcassa in materiale sintetico rinforzato - finitura in acciaio inox spazzolato. Cavo 2x2.5 mmq a doppio isolamento per il collegamento fino al quadro di riferimento. Articolo 44 QUADRO ELETTRICO Quadro elettrico e di manovra impianto di illuminazione pubblica: - Tensione di alimentazione 240/400 V 50 Hz; - Fattore di potenza > 0.98; - Classe di isolamento II; - Fattore di protezione IP 54; - Potenza controllata max 50 corpi illuminanti da 100 w ciascuno; - Timer di inserimento automatico di riduzione del flusso luminoso al 50 % nelle ore notturne; - Protezioni elettriche. Il quadro dovrà essere completo di tutta la componentistica necessaria per il buon funzionamento e cablato a regola d'arte. Articolo 45 POZZETTO DI ISPEZIONE Pozzetto di ispezione o derivazione dimensioni 40x40x40 – 60x60x60 con chiusino carrabile in ghisa, per derivazione e tiro impianti elettrici, completo di: -raccordo ai cavidotti interrati; -eventuale rialzi per telaio chiusino in mattoni intonacati internamente; -sottofondo e rinfianco in conglomerato cementizio; -reinterri, costipazione e livellamento del terreno circostante; -accessori ed oneri di completamento. Articolo 46 NASTRO DI SEGNALAZIONE Nastro di segnalazione impianti interrati tipo Safer secondo i seguenti colori e diciture: - rosso con la scritta “ATTENZIONE CAVI ELETTRICI” - verde con la scritta “ATTENZIONE FIBRE OTTICHE” Il nastro dovrà essere posizionato sulla linea verticale prima del rinterro, per facilitare in futuro la lettura del tubo che si potrebbe intercettare durante le fasi di scavo. Articolo 47 CONDUTTORE UNIPOLARE IN RAME Conduttore unipolare di rame flessibile tipo FG7R 0,6/1 kV isolato in gomma etilenpropilenica sottoguaina di PVC, non propagante l'incendio ed a ridotta emissione di gas corrosivi, per impianti esterni, dato in opera per energia in bassa tensione o per segnalazione e comando entro tubo passacavo o canaletta, compresi gli sfridi, sezione 1x2,5mmq –1X4 mmq -1X6 mmq-1X10 mmq-1X6 mmq. Articolo 48 CONDUTTORE MULTIPOLARE IN RAME Conduttore multipolare di rame flessibile tipo FG7OR 0,6/1 kV isolato in gomma etilenpropilenica sottoguaina di PVC, non propagante l’incendio ed a ridotta emissione di gas corrosivi, per impianti esterni, S.P.E.A. Srl - 67 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. dato in opera per energia in bassa tensione o per segnalazione e comando entro tubo passacavo o canaletta, compresi gli sfridi, sezione 2x2,5 mmq Articolo 49 CAVIDOTTI IN PVC Tubo in pvc rigdo per cavidotti interrati, giunzione a bicchiere, tipo leggero, resistenza allo schiacciamento 250N diametro esterno 40-80-160 mm, spessore 5 mm. In opera su letto di posa. Le sezioni di cavidotti previsti nel presente progetto sono da 40 - 80 - 160 mm. Articolo 50 MUFFOLA PER COLLAGAMENTI ELETTRICI Muffola tipo Magic Joint Ray Tech o similare concordata con la DL. Compresi gli oneri per la derivazione, per l'isolante bicomponente atossico a reticolazione rapida. Gradi di protezione IP68, classe di Isolamento II adatta per sezioni fino a 25 mmq. Articolo 51 IMPIANTO LAMPEGGIANTE PER ATTRAVERSAMENTO PEDONALE Impianto lampeggiante per attraversamento pedonale tipo SAFETY CROSS. Il sistema entra in funzione quando un pedone si trova alle estremità del passaggio pedonale. Le lampade si attivano su entrambi i lati della strada attraverso un sistema di trasmissione senza fili. Impianto doppio LED Basic 200 certificato e omologato UNI EN12352 classe L8H Min. Inf. e Trasp. n°2665 del 29/07/04 Alimentazione: • kit solare da 20W (predisposto per fissaggio su pali diametro 60 mm) in alternativa modello da 50W • alimentatore stabilizzato IP55 230/12V • kit alimentazione da rete di illuminazione pubblica - palo, plinto e sistemi di ancoraggio. Eseguito a qualsiasi altezza e con l'utilizzo di autogru. il posizionamento in corrispondenza degli attraversamenti pedonali e quant'altro occorrente. Articolo 52 INTERVENTI SU IMPIANTI ESISTENTI – SPOSTAMENTO PALI E CHIOSTRINE Spostamento palo di illuminazione pubblica esistente, comprendente: - sezionamento e rimozione della linea elettrica di alimentazione del punto luce; - smurazione alla base del palo; - rimozione del palo completo; - rimozione del plinto esistente; - trasporto a rifiuto previo recupero delle di scavo o elementi non riutilizzabili secondo le indicazioni della D.L.; - manutenzione straordinaria palo e corpo illuminante con sostituzione di elementi non funzionanti e/o danneggiati; - installazione di nuovo plinto portapalo di dimensioni e caratteristiche tali da sostenere il palo riutilizzato; - installazione palo su nuovo plinto. Eseguito a qualsiasi altezza e con l'utilizzo di autogru. L'eventuale derivazione della linea esistente sulla nuova tubazione interrata, comprese le muffole di collegamento e quant'altro occorrente. Spostamento di chiostrina Telecom e/o quadro elettrico esistenti, comprendente le seguenti lavorazioni: - sezionamento e rimozione della linea di alimentazione della chiostrina e/o del quadro elettrico esistente, previa comunicazione ed autorizzazione dell’ente distributore; - smurazione alla base tramite scavo eseguito a mano con molta cura per evitare possibili contatti con i cavi di alimentazione esistenti; - rimozione del quadro e/o chiostrina; - rimozione dell’eventuale plinto o base in cls esistente; - esecuzione del prolungamento del cavidotto e della linea di alimentazione esistente; - trasporto a rifiuto previo recupero delle di scavo o elementi non riutilizzabili secondo le indicazioni della D.L.; S.P.E.A. Srl - 68 – COMUNE DI SORSO APPALTO DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE LAVORI SULLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PRELIMINARE Opere di valorizzazione della fascia costiera di Sorso attraverso interventi di infrastrutturazione a supporto delle attività produttive e turismo – L.R. 5/2009 art. 5. - manutenzione straordinaria del quadro o eventuale sostituzione di elementi deteriorati e non funzionanti, in accordo con l’ente distributore; - esecuzione dello scavo e del basamento in cls per il posizionamento del quadro e/o chiostrina esistenti in luogo traslato e su indicazione della D.L. eseguito a qualsiasi altezza e con l'utilizzo di autogru. L'eventuale derivazione della linea esistente sulla nuova tubazione interrata, comprese le muffole di collegamento e quant'altro occorrente. S.P.E.A. Srl - 69 –