scartafaccio - Polo Scolastico Superiore della Val Tidone

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scartafaccio - Polo Scolastico Superiore della Val Tidone
Giornalino dell’Istituto Casali di Castel San Giovanni - Anno 2015-2016 - Euro 1,00
n°2
SOMMARIO
Lavoro
&
sicurezza
Lettera aperta................................................2
Il defibrillatore ti salva la vita! .....................3
Il mondo del lavoro tra desiderio e realtà....4
I giovani senza futuro...................................5
Gli italiani comprano on line?....................10
Le abitudini di acquisto on-line ................11
Atletica leggera .....................................12/13
Adolescenti in gravidanza............................6
Il C.I.P. non fa distinzione............................14
Il mondo attraverso l’obbiettivo..................7
Dal ghetto al grande schermo...................15
I nostri “scatti”............................................ 8/9
Concorso giornalistico “G. Perdoni”..........16
Notizie interne
Lettera
aperta
Le mie impressioni sul 23° convegno
interregionale della stampa
studentesca che si è tenuto a Tortona
a cura di
Stefano Bianchi 3ªA
Bastano due parole per esprimere
ciò che pensiamo del convegno: esperienza insostituibile.
Noi cinque giovani studenti della
classe 3ªA abbiamo avuto la possibilità
di confrontarci con centinaia di nostri
coetanei su argomenti “forti” e mol-
2
to attuali oggetto dell’ incontro, per
esempio: la comunicazione in tutte
le sue più varie forme, il rapporto che
abbiamo con la natura, la relazione che
abbiamo con le varie istituzioni che ci
circondano...
Entrando più in particolare io ed
Elia Sidori abbiamo affrontato l’argomento della comunicazione, e siamo
stati protagonisti in quanto abbiamo
gestito e guidato un’ intera commissione, che nonostante le prime difficoltà,
ci ha seguito fino all’ultimo minuto. A
coronamento del lavoro della nostra
commissione abbiamo redatto il discorso finale, completo di tutte le opinioni e idee sviluppate dal gruppo, che
in seguito è stato presentato sul palco
in modo eccellente da Elia. La platea
ha dimostrato di apprezzare le nostre
conclusioni tributando un fragoroso
applauso anche grazie alle capacità
“istrioniche” di Elia.
Ognuno di noi è rimasto pienamente soddisfatto e appagato dall’evento,
soprattutto perchè questo convegno
ha saputo amalgamare molto bene
semplicità ed efficacia.
Notizie interne - avvenimenti
Attualita’
Il
defibrillatore
ti salva la
vita!
a cura di
Prifti Emerlinda 5ªB
A cosa servono 5 minuti?
Per molti 5 minuti non servono a
nulla, ma in molti casi, col giusto mezzo si può salvare una vita.
L’associazione “Progetto Vita Piacenza” nasce per far conoscere a più
persone possibili il DAE (Defibrillatore
automatico esterno), un apparecchio
molto facile da usare che può salvare
delle vite in caso di arresto cardiaco.
Per essere abilitati ad usare il DAE si
deve superare un corso semplicissimo
e così il nostro professore di scienze
motorie, Giovanni Baldini, in accordo
con i volontari, lo ha organizzato per
tutti gli alunni delle classi 5ªB e 5ªA
dell’istituto Casali di Castel San Giovanni.
Il giorno 20 Febbraio 2016 si è svolto
il corso tenuto dai Sigg. Enrico Bersani
e Stefania Bertocchi, durato circa 3 ore,
diviso in due parti: la prima parte teorica dove hanno spiegato l’importanza
di avere un DAE nei luoghi pubblici e i
passaggi da seguire in caso ci si trovasse davanti a un caso di arresto cardiaco, una lezione molto interessante.
La seconda parte invece era pratica, accolta con molta più gioia dagli
alunni, perchè ci ha dato la possibilità
di mettere in pratica le cose imparate;
dopo la dimostrazione di un volontario gli alunni, a turno, hanno provato
a usare il defibrillatore (ideato apposta
per le dimostrazioni) su un manichino,
inoltre chi voleva poteva imparare anche ad effettuare il massaggio cardiaco.
Gli studenti delle due classi hanno
partecipato con entusiasmo e tutti
hanno ottenuto l’attestato per il DAE.
Un’esperienza molto bella ed educativa, ricordiamo che il DAE è sempre
più presente nel territorio piacentino e
nei paesi vicini e l’associazione ONLUS
punta a farlo conoscere sempre di più.
Ringraziamo il Prof. Giovanni Baldini che ci ha offerto questa opportunità organizzando il tutto, i volontari
dell’associazione Enrico Bersani e Stefania Bertocchi e gli altri volontari presenti.
Per maggiori informazioni consiglio
di visitare il sito “Progetto Vita Piacenza” o la pagina Facebook “Progetto Vita
Piacenza”.
Infine è possibile scaricare anche
l’app “Progetto Vita”, per sostenere l’associazione.
La classe 5ªb con l'attestato DAE
3
Attualita’ - Giovani
Il mondo del
lavoro
tra desiderio e
realtà
a cura di
Prifti Emerlinda 5ªb
Fin dalle origini si è lottato per ottenere dei diritti: diritto alla libertà, diritto
al voto ma anche per il diritto ad avere un lavoro. Il lavoro è un mezzo per
diventare chi si vuole essere nella vita,
dà dignità e anche grandi opportunità;
ma la realtà è che oggi molti giovani
non hanno un lavoro. La crisi dell’economia ha lasciato disoccupati più di
un milione di giovani lavoratori di età
compresa tra i 15 e i 34 anni.
Tra il 2008 e il 2011, secondo i dati
istat sull’occupazione media, i lavoratori di età compresa tra i 15 e i 34
anni sono passati 7 milioni e 110 mila
a 6 milioni e 56 mila, scrive M. Sensini
in un articolo pubblicato sul “Corriere
della Sera”. Sono invece in aumento i
NEET (youth neither in employement
non in education and training), giovani
che non sono impiegati nè in attività
formativa e in percorsi di studio, nè in
attività lavorative.
Il lavoro che si riesce a ottenere con
un titolo di studio elevato non sempre corrisponde al percorso formativo
intrapreso. La coerenza tra il titolo di
studio posseduto e quello richiesto
per lavorare è più elevata tra i laureati
in corsi lunghi, piuttosto che in corsi di
durata triennale. Un altro fattore chiave sono i limiti strutturali del mercato
che dà poche occasioni, bassa qualità e
contratti brevi e precari. I risultati ottenuti, afferma il Prof. Alessandro Rosina,
contribuiscono a superare una serie
4
Questo scritto ha vinto il
concorso una “Stella per la
scuola” indetto dalla Federazione
dei Maestri del Lavoro d’Italia
di stereotipi sul rapporto tra giovani e
mondo del lavoro. Quello che le nuove
generazioni disdegnano non è il lavoro manuale­che può essere stimolante
e appagante­ma lo sfruttamento e la
mancanza di valorizzazione. Quello che
temono sono offerte di impiego che intrappolano in condizione di precarietà,
in cui impegno e competenze non vengono riconosciute. Il lavoro deve essere
appunto un investimento per il lavoratore, ma anche per l’azienda.
Negli anni, oltre al contratto a tempo indeterminato e nato il contratto a
tempo determinato che è stato previsto appunto per offrire maggiore lavoro. Con il decreto legislativo numero 23
del 2015 di attivazione del “Jobs Act” è
stato introdotto nel nostro ordinamento il Cacut, cioè il contratto di lavoro
a tempo indeterminato a tutele crescenti. Ai lavoratori assunti con il Cacut
viene applicata una nuova disciplina in
caso di licenziamento. Il lavoratore illeggitimamente licenziato avrà diritto a
un indennizzo che cresce con il crescere dell’anzianità lavorativa, ma non avrà
diritto al reintegro in azienda. Io personalmente aspiro, come tutti, al contratto a tempo indeterminato; ho avuto la
Classe 5ªB con Prifti Emerlinda
autrice dell’articolo vincitore
fortuna di crescere con una famiglia in
cui fin da piccola mi è stato insegnato il
valore del lavoro, i miei genitori hanno
lasciato casa e terre nel mio paese d’origine per permettere a me e alle mie sorelle di avere la possibilità di studiare e
di avere un futuro migliore, ciò che non
avrei avuto se fossi cresciuta in Albania,
dove l’unico lavoro per me sarebbe stato coltivare le terre dei miei genitori.
A differenza dei miei coetanei io non
vedo la scuola come un obbligo, sarà
perchè a me piace la cultura, ma anche
perchè, se ripenso a tutti i sacrifici che
hanno fatto i miei per farmi studiare, mi
viene ancora più voglia di impegnarmi.
Il mio percorso scolastico non è stato
sempre coerente; in quinta elementare ho cambiato scuola due volte in un
anno scolastico e, non riuscendo più a
relazionarmi con gli altri bambini, ho
perso la voglia di studiare; poi crescendo, ho capito tante cose che da piccola
ignoravo. Per me la scuola è anche un
posto dove decidi il tuo futuro, ti deve
saper orientare verso il mondo del lavoro. La mia scuola ha i progetti alternanza scuola­lavoro, che permettono a
noi studenti di relazionarci con aziende
private e pubbliche, appunto per metterci nell’ottica del lavoro. Il diploma,
che per molti studenti è solo “un pezzo
di carta”, per me è un riconoscimento
delle mie capacità scolastiche sì, ma
soprattutto personali, del mio percor-
Attualita’ - Giovani
I
giovani
senza
futuro
so formativo, ma anche sociale, che
mi rende fiera di me stessa. Conosco
tutti i tipi di contratti avendoli studiati
e approfonditi a scuola, aspiro a quello
indeterminato perchè mi darebbe una
sicurezza economica, che mi permetterebbe di vivere la vita col sorriso. Anche
se sono giovane di lavori ne ho fatti,
quasi tutti a breve temine e non avere
mai la certezza di sapere se domani
avrai il tuo lavoro o no, mi ha fermato
tante volte dal fare una scelta piuttosto
che un’altra.
Noi giovani in generale crediamo in
ciò che viene divulgato dai mass media riguardo al lavoro, e ci facciamo
condizionare parecchio, avendo perso
anche un po’ la fiducia nel lavoro fisso
e non avendo il coraggio di rischiare
e ottenere quel che vogliamo. La mia
esperienza si basa su lavoretti dopo la
scuola giusto per pagarmi i miei hobby, ma come ho già detto in un futuro
punto al contratto a tempo indeterminato. Concludo con una frase che
mi è rimasta impressa nella mente: “Il
vostro tempo è limitato, non buttatelo
vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare da dogmi, che vuol
dire vivere con i risultati dei pensieri degli altri e non lasciate che il rumore delle
opinioni degli altri affoghi la vostra voce
interiore. Abbiate il coraggio di seguire
i vostro cuore e la vostra intuizione, in
qualche modo loro sanno già cosa voi
volete davvero diventare.Tutto il resto e
secondario” Steve Jobs.
a cura di
Nicole Belloni 3ªA
E’ possibile che i giovani d’oggi siano così senza speranza e senza futuro
come i due ragazzi di Roma che hanno
ucciso un loro amico per capire cosa significa togliere la vita a qualcuno?
E’ possibile decidere di rovinare la
propria vita e quella di altri in questo
modo avendo davanti agli occhi un futuro migliore di questo?
Sono tante le domande che ci poniamo, alle quali non riusciamo a trovare
una risposta, o peggio, quelle che troviamo ci sembrano surreali ed inaccettabili.
A mio parere e, credo di gran parte
dell’opinione pubblica, questo mondo
sta andando a rotoli.
Come disse il papa ai giovani di Bobbio:”Voi giovani ricordate il passato, vivete il presente ma siete il futuro. Voi
siete artefici di futuro.”
Ma come possiamo pensare di contare sui giovai d’oggi, se quello che riescono a fare è uccidere, stuprare e fare
uso di alcool e droga?
Io sono una semplice ragazza che
non riesce a concepire come sia possibile tutto questo.
Credo che la vita del prossimo sia
importante tanto quanto la propria e
che la libertà finisce dove inizia quella
di un’altra persona.
Ma perchè non tutti hanno queste
idee e valori?
Dobbiamo davvero incolpare i genitori per non essere riusciti ad insegnarglieli?
O siamo noi giovani a non volerli accettare?
E’ possibile che si faccia tutto questo
per sentirsi superiori?
Purtroppo vedo come molti dei coetanei si rovinano la vita per dare retta
ad una società che criticano ma che
loro stessi hanno creato: una ragazza
non può essere considerata bella solo
se assomiglia ad una Barbie ed un ragazzo non può essere considerato
“figo” perchè fa uso di sostanze e alcool.
Spesso mi capita di parlare di tutto ciò con mio nonno e facendo un
confronto con la vita di un tempo, mi
domando se davvero non siano state
queste idee e stereotipi a trasformare
questo nostro mondo in un mondo
crudele.
Perchè non possiamo coniugare i
vantaggi apportati dalle scoperte tecnologiche e scientifiche (ma non solo)
con le idee e valori che avevano gli ormai anziani d’oggi?
Sono fortemente convinta che questo mondo potrebbe davvero cambiare nel solo ed unico momento in cui
questa società decida di dare una svolta alle proprie idee e alla propria vita.
Fino ad allora mi trovo costretta a
dare ragione alla parte dell’opinione
pubblica che dice che noi giovani siamo, purtroppo, senza speranza e senza
futuro.
5
Attualita’ - Giovani
Adolescenti
in
gravidanza
Quando l’adolescente
“fa il passo più lungo
della gamba”...
a cura di
Veronica Agnes 2ªC
La nostra è una società ormai progredita a livelli esponenziali e il fatto che
una ragazza rimanga incinta non è più
una di quelle novità scioccanti delle quali prima ci stupivamo, ormai sono cose di
tutti i giorni. Può capitare che persino
bambine di 12 anni debbano affrontare
una gravidanza, questo può accadere
nel caso in cui i genitori non preparano
i figli ad affrontare certe situazioni concedendo troppa libertà a chi non è in
grado di gestirla.
Noi ragazzi dobbiamo “combattere”
con i genitori per ottenere il permesso di
uscire durante la settimana, che spesso
ci viene negato perché il giorno dopo
c’è scuola, perchè bisogna studiare, per-
6
chè bisogna stare in casa, perchè... una
motivazione valida per rimanere in casa,
secondo loro, c’è sempre! Invece non c’è
mai motivazione sufficiente che tenga
per uscire. Da quel che sembra ci sono
adolescenti che godono di maggiore
libertà: hanno l’iphone, a volte bestemmiano e dicono parolacce, si vestono
“firmati” pur non facendo nulla né a
scuola né in altro ambito. Se loro rappresentano il “futuro” bisogna mettersi
le mani nei capelli. Quando avevo la loro
età pensavo solo a rientrare presto da
scuola così potevo guardarmi tutto il pomeriggio i cartoni: niente telefono, internet, uscite, solo delle giornate tranquille
passate a studiare o a ballare con quelle
musiche che ora mi fanno sorridere.
Mi fa arrabbiare come dei ragazzini,
che si atteggiano da “grandi” e che risultano l’opposto, possano andare in giro
quando e come volgliono, fumando,bevendo, avere il fidanzato/a che puntualmente è più grande, scimmiottando
gli adulti, come se volessero dimostrare
chissà che cosa e a chi. Come se l’amore
si trovasse a 12 anni! L’amore è difficile
da trovare, non penso che ci siano per-
sone così fortunate da trovarlo al primo
colpo, come si suol dire. Se questa è la
loro idea di vita e d’amore allora non mi
stupisco dei commenti su questi ‘Giovani moderni’. No, non sono moderni, sono
solo dei poveri incoscienti.
Passando, invece, a noi, adolescenti
più adulti, non condivido l’idea di avere
un figlio a questa età. Nonostante questo, rispetto chi opta per la scelta opposta, per obbligo o per scelta. A questa
età, molto facilmente si pensa di aver
trovato “quello” giusto, il ragazzo/a per la
vita. Io sono dell’idea che quello giusto
non esiste. Esiste quello ‘meno sbagliato
di altri’. L’amore che a questa età si prova
non so come poterlo definire. Ti prende
la scarica di adrenalina. Ti senti realizzata.
Finalmente hai trovato ciò che cercavi, finalmente sei felice e hai un ragazzo
con cui andare in giro mano nella mano,
confidarti, litigarci perché è geloso, dedicargli canzoni, frasi, o qualsiasi altra
cosa. Puoi farci l’amore, sì. Perchè se il
sentimento c’è, l’amore si fa. Si crea e lo si
condivide. E a chi capita, rimane incinta.
Poi, però c’è l’altro lato della medaglia.
Dirlo alla famiglia, mantenere il figlio ed
esser costretti a maturare in 9 mesi.
Aver più responsabilità e doveri nei
confronti del proprio figlio, accantonare
i propri interessi e dar la precedenza ai
suoi. Tutti sono capaci di fare figli, pochi
di essere genitori. Nonostante questo,
non tutti possono pensarla così ed è una
cosa bellissima, perchè ci deve essere
uno scambio di opinioni.
Chi, però, fa una scelta del genere
come quella di tenere un figlio, può
anche aver sbagliato agli occhi di qualcuno, ma rimarrà sempre una persona
con un coraggio fuori dal normale. E che
quella persona, più che mai, merita completo rispetto.
I nostri
Attualita’
progetti
Il
mondo
attraverso
l’obbiettivo
Nixon e le sorelle Brown (tema: famiglia)
a cura di
Giulia Cerati 2ªB
Megy Rrasa 2ªB
Dèsirèe Formica 2ªB
Quest’anno la nostra classe è stata
protagonista di un innovativo progetto svoltosi durante l’ora di informatica
con la supervisione della professoressa Alice Bellan.
Il tema scelto è la fotografia nelle
sue più diverse sfumature.
Abbiamo trattato svariati argomenti tra cui le particolarità dei colori e gli
effetti visivi prodotti da alcuni materiali come vetro e plastica, su queste
tematiche noi ragazzi abbiamo prodotto i nostri scatti.
Grazie a questo progetto abbiamo
avuto la possibilità di conoscere le
opere di diversi fotografi, tra i tanti
quelli maggiormente apprezzati sono
stati: Nixon, Joyce Ebbets, Robert
Doisneau, Lewis Hine.
Questa nuova esperienza ha accentuato il nostro interesse riguardo la
fotografia, ci ha aiutato a osservare
il mondo attraverso l’obbiettivo cogliendo in modo diverso e particolare
la realtà che ci circonda.
Joyce Ebbets (tema: lavoro)
Robert Doisneau (tema:amore)
Lewis Hine (tema: povertà)
7
I nostri “scatti”
il bianco e nero
il blu
8
il giallo
I nostri “scatti”
il rosa
il verde
9
Multimedialita’
Gli italiani
comprano
on line?
a cura di
Mariam Hidan 1ªC
Noi alunni della 1ªC, con l’aiuto delle prof.sse Moira Pieroni e Alice Bellan abbiamo deciso di approfondire
un aspetto molto attuale legato alla
disciplina economia aziendale: LA
VENDITA ON LINE (E-COMMERCE).
Abbiamo cercato con questo lavoro di
trovare risposta ad alcune domande
che ci siamo posti studiando l’argomento della compravendita: quanto
si compra oggi on line in Italia? Chi è
l’e-shopper tipo? Quali prodotti sono
maggiormente acquistati on line?
Da una recente indagine risulta che
l’esperienza d’acquisto on line si sta
diffondendo con una velocità impressionante, soprattutto grazie alla diffusione delle APP e degli SMARTPHONE che hanno reso veloce e semplice
l’operazione di acquisto.
Abbiamo analizzato l’età media
degli e-shopper che va dai 25 ai 44
anni con prevalenza maschile. Tra gli
acquisti più gettonati troviamo i prodotti di viaggio e turismo, l’elettronica, i servizi assicurativi, abbigliamento
e accessori. Circa il 40% degli acquisti
on line avviene presso venditori chiamati e-retailer, cioè soggetti nati con
internet e che vendono solo ed esclusivamente on line (zalando, amazon,
ebay). E’ stato interessante scoprire
come funziona la procedura dopo che
noi consumatori inviamo l’ordine con
un click: la professoressa ci ha proiet-
10
La 1ªC con le proff. Bellan e Pieroni
tato un video relativo alla procedura
di Amazon per evadere l’ordine ed è
davvero impressionante vedere l’organizzazione del processo che permette di far arrivare il prodotto in così
breve tempo a destinazione!
L’argomento è stato trasversale anche ad altre discipline (informatica,
geografia, punto vendita) alle quali
abbiamo esteso la nostra ricerca. In
geografia in particolare è stato interessante analizzare il fenomeno della
GLOBALIZZAZIONE degli acquisti,
reso possibile da internet. Abbiamo
analizzato la provenienza dei nostri
capi di abbigliamento attraverso
un’indagine i cui dati sono stati riassunti in una tabella con relativo grafico; risultato: la maggior parte dei capi
che indossiamo proviene dalla CINA.
Inoltre, abbiamo studiato il concetto
di SOCIETA’ LIQUIDA di BAUMAN e
il tutto è stato riassunto in un cartel-
lone.
In punto vendita abbiamo trattato l’argomento dal punto di vista
dell’e-retailer. In Italia i venditori che
vendono solo on line sono ancora pochi, soprattutto a causa di problemi di
rete.
Ad arricchire il nostro lavoro ha
contribuito un’interessante lezione
della Sig.ra CLAUDIA BOSELLI, esperta consulente di programmazione
di siti on line. Ci ha spiegato come le
aziende creano un sito on line, come
lo gestiscono e come lo pubblicizzano. Ci sono tre piattaforme principali
con cui creare un sito on line: Magento, Prestashop e W-commerce. Tutte
hanno già tabelle pronte per creare
prodotti, prezzi e per organizzare le
spedizioni e i pagamenti.
Ci ha colpito soprattutto tutto ciò
che sta dietro la visibilità delle aziende
on line: nessuno di noi per esempio
Multimedialita’
Le abitudini
di acquisto
ON-LINE
a cura di
Jacopo Bacchieri 1ªC
conosceva la regola del 3click! Questa regola dice che, come afferma la
Sig. Boselli, la cosa fondamentale per
un e-retailer è la facilità con cui si viene
“trovati” on line da chi cerca un prodotto: se chi effettua la ricerca impiega
più di tre click per individuarci non va
bene, la nostra visibilità è scarsa.
Ovviamente tutto ciò ha un costo.
Le serie di campagne che si possono
mettere in atto sono infinite, si pagano per click o per visualizzazione e
quelle più diffuse ed efficaci avvengono tramite GOOGLE e tramite FACEBOOK.
Sicuramente ci piacerebbe approfondire ciascuno di questi argomenti
perché potrebbe esserci utile quando
entreremo nel mondo del lavoro.
Il nostro progetto ha richiesto diverse ore sia in aula che in laboratorio di informatica e ci ha permesso di
lavorare in gruppo e di collaborare
con gli insegnanti e soprattutto tra
noi alunni.
Le abitudini di acquisto degli e-shoppers italiani sono diverse da quelle del
resto del mondo e, benché si possa
trovare qualche similitudine con quelle europee, si discostano ancor di più
se come termine di paragone si usa il
Regno Unito. Un esempio? Nel nostro
Paese solo l’8%, (appunto in linea con
la media Ue) è favorevole ad acquistare
online prodotti di tipo alimentare, vini o
liquori, contro il 26% registrato in Gran
Bretagna.
Un’altra differenza che emerge
dall’indagine svolta da Nielsen, condotta su un campione di 30 mila consumatori di 60 Paesi, è che mentre
il dato sull’uso del computer per gli
acquisti online risulta più alto della
media globale, l’82% contro l’80%, è
più basso quello relativo all’utilizzo di
smartphone, 36% il dato italiano contro il 44% globale, e tablet, 25% e 31%.
In sostanza, nel resto del mondo i consumatori sono più propensi ad acquistare via mobile di quanto non lo siano
nel nostro Paese.
Come già visto, le differenze sostanziali si notano però se si guarda alla tipo-
logia di merci acquistate in rete. A livello
globale, infatti, i vestiti, gli accessori e le
scarpe risultano i prodotti più comprati
(46%), mentre in Italia questo genere
di prodotti è solo al quarto posto (con
il 30%). Nella maggior parte dei casi gli
italiani si rivolgono all’e-commerce per
acquistare biglietti aerei (al primo posto
con il 45%) o per prenotare alberghi (al
secondo con il 35%). Al terzo posto (con
il 32%) troviamo invece l’acquisto di libri cartacei.
Ma perché si ricorre all’e-commerce? In Italia, secondo quanto rilevato
da Nielsen, il 58% lo fa per questioni di
comodità mentre il 52% pensa che sia
più conveniente acquistare in rete piuttosto che in un negozio fisico. Anche la
comodità, come motivo per il quale si
ricorre all’acquisto di prodotti via web,
risulta più bassa in Italia che nel resto
del mondo, dove il dato si attesta al
76%: sostanzialmente in linea con il
70% indicato dal campione Ue e con il
75% del campione britannico.
Ad oggi l’e-commerce nel mondo
vale 1.316 miliardi di dollari, il 5,9% delle
vendite al dettaglio totali e i margini di
crescita sono talmente ampi che entro
il 2018 la quota potrebbe salire all’8,8%,
secondo uno studio di eMarketer. Stando ai dati contenuti nella ricerca il 55%
delle vendite online è costituito da
quelle effettuate da Stati Uniti e Cina.
L’Italia non è però rimasta a guardare:
tra il 2009 e oggi gli acquisti online sono
cresciuti, anno su anno, sempre a doppia cifra. Il fatturato è, infatti, passato dai
5,7 miliardi del 2009 ai 13,3 miliardi del
2014 arrivando a rappresentare il 3,5%
del totale delle vendite al dettaglio del
nostro Paese.
La mancanza di fondi e la non adeguata copertura di banda larga frenano
talvolta le nostre imprese: solo il 4% di
esse vende online.
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Sport
CAMPIONATI ISTITITO
Atletica leggera
a cura di
Urri Brian 3ªA
Stefano Bianchi 3ªA
Il giorno 31 marzo 2016 dalle
ore 8.00 alle ore 12.00 al campo
“Soressi” di Castel San Giovanni
si sono svolti i giochi studenteschi, ai quali hanno partecipato
gli alunni di 1° - 2° - 3°- 4°- 5° degli
istituti IPSC “A. Casali”, ITC e ITIS “A.
Volta” e Liceo linguistico e Scientifico “A. Volta”.
Attività svolte durante le gare:
100 m, 100 m ostacoli, 400 m, 1000
m, Salto in alto, Salto in lungo, Lancio del peso, Lancio del disco.
In quasi tutte le discipline la nostra scuola, Istituto “CASALI”, ha ottenuto ottime posizioni, raggiungendo anche il primo posto.
CATEGORIA ALLIEVI
Categoria CIP lancio del peso (Kg2) femminile: Sara Botteri 2ªB
Categoria CIP 100m piani femminile: Sara Botteri 2ªB
Categoria 400m piani femminile: Sara Ballo 2ªC
Categoria lancio del peso (Kg5) maschile: Brian Urri 3ªA
Categoria 110hs maschile: Livigni Gabriele 3ªA
1° POSTO
1° POSTO
2° POSTO
1° POSTO
3° POSTO
CATEGORIA JUNIORES
Categoria CIP 100m piani maschili: Hugo Cordero 3ªb
1° POSTO
Categoria 100m piani maschili: Emanuele Zade 5ªA
2° POSTO
Categoria 100m piani femminile: Ambra Vivaldi 4ªA
1° POSTO
Clara Vivaldi 4ªA
2° POSTO
Categoria 1000m piani maschili: Salim El Assali 2ªA
3° POSTO
Categoria salto in alto femminile: Ambra Vivaldi 4ªA
1° POSTO
Clara Vivaldi 4ªA
2° POSTO
Categoria salto in lungo femminile: Marinela Sulko 5°A
1° POSTO
Categoria salto in lungo maschile: Giulio Gecay 3ªB
3° POSTO
Categoria lancio del peso (Kg6) maschile: Adam Neghza 2ªA
3° POSTO
Categoria CIP lancio del peso (Kg5) maschile: Hugo Cordero 3ªB1° POSTO
Complimenti ragazzi, ci siamo difesi bene!
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Sport
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Sport - Cultura
Il
C.I.P.
non fa
distinzione
MA CHE COSE’
LA COPOEIRA?
a cura di
Sara Botteri 2ªB
Désirée Formica 2ªB
Megi Rrasa 2ªB
Meri Rrasa 2ªB
Il giorno 13 aprile, presso le scuole
elementari di Castel San Giovanni, il
C.I.P (comitato italiano paralimpico)
ha tenuto una conferenza stampa.
Erano presenti il signor Paraticini responsabile del C.I.P, il portiere professionista Astutillo Malgioglio, i dirigenti scolastici Prof. M.L Giaccone e Prof.
Albertini, l’assessore comunale Dott.
Stragliati e i rappresentanti delle classi 1°A-2°B-3°B-4°C dell’ Istituto Casali
con i rispettivi professori.
L’argomento principale della conferenza riguardava il fatto che tutti possono fare sport, sia abili che diversamente abili, l’evento più importante
che riassume le capacità sportive di
tutti è rappresentato dalle Olimpiadi,
che per le persone diversamente abili
sono le Paralimpiadi.
A questo scopo Il C.I.P ha avviato
un progetto che prevede, per le classi
dove sono inseriti alunni diversamente abili, lezioni tenute da un istrutto-
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Il nostro istruttore con in mano il
Berimbau
re esterno per fare in modo che ogni
classe venga preparata per partecipare ad attività sportive diverse.
La 1°A pratica Judo, la 3°B ginnastica artistica, la 4°B atletica e la nostra
classe, 2°B pratica Capoeira.
La Capoeira è un’arte marziale
brasiliana, non se ne conosce con
precisione la data di nascita, si sa
che è stata creata dagli schiavi africani nati in Brasile.
Gli schiavi non potevano allenarsi normalmente poiché rischiavano di essere visti dai padroni e
per questo inserirono in quest’arte
marziale la danza.
Nella Capoeira è presente anche
la musica, che viene suonata con
uno strumento chiamato Berimbau, il combattimento deve seguire il ritmo dello strumento, in particolare la persona che suona deve
saper cantare, così da trasmettere
la forza ai combattenti.
Ciò permise agli schiavi neri del
brasile di allenarsi liberamente visto che i padroni credevano che
stessero ballando e non combattendo.
Cinema
Dal
Perché vi piacciono?
ghetto
al grande
schermo
Motivo per stimare questi artisti è
il fatto che hanno avuto successo pur
partendo dal nulla, senza avere nemmeno un soldo in tasca, l’unica cosa
su cui potevano contare era la loro
passione per quest’arte e la loro volontà di non arrendersi mai.
Prima di arrivare al successo, però,
hanno dovuto affrontare molte difficoltà: droga, alcol, problemi familiari,
assistenze sociali e discriminazioni da
forze dell’ordine e dal resto della popolazione.
Perché dovrebbero
essere visti a scuola?
a cura di
Eduardo Tejada 2ªA
Adam Neghza 2ªA
A partire dagli anni ‘70 il fenomeno
dell’hip hop è esploso con potenza devastante. La voce delle periferie americane
abitate in prevalenza da neri, luoghi
senza speranza pieni di criminalità e disperazione, di street gang e droga, si è diffusa
attraverso un movimento musicale che in
poco tempo ha varcato i confini nazionali.
Negli anni ‘90, in concomitanza con
l’ondata di violenza che ha colpito le periferie urbane delle grandi città statunitensi,
l’hip hop si è imposto come prima forza
8 Mile è un film del 2002 diretto da
Curtis Hanson, con protagonista
il celebre rapper Eminem. Il film è
ispirato alla vera storia del cantante statunitense con le numerose
difficoltà che ha dovuto affrontare
prima di diventare famoso.
artistica. Inevitabile che anche le altre arti,
compreso il cinema, ne venissero influenzate.
Durante gli anni ‘80 sono apparse le prime pellicole che, direttamente o indirettamente, hanno raccontato la vita nei
ghetti, focalizzandosi talvolta sugli stessi
fautori della hip hop revolution.
I film sotto elencati sono una piccola parte di tutti i successi rappresentanti la vita di
rapper che hanno dato una grande svolta
nella storia dell’hip hop:
Straight Outta Compton, straordinario successo USA, che racconta
l’ascesa e la caduta degli N.W.A.
(Niggaz With Attitudes), supergruppo di gangsta rap californiano
composto da Ice Cube, Dr. Dre,
Eazy-E, MC Ren e DJ Yella.
Get Rich or Die Tryin’ è un film
che vede nei panni di protagonista
il noto rapper 50 Cent. Basato sulla sua vera storia, Get Rich Or Die
Tryin’ prende il titolo dall’album
d’esordio del rapper e si avvale delle musiche originali create ad hoc
durante le riprese.
Molti testi parlano della vita reale
di questi cantanti e potrebbero essere
visti e tradotti a scuola per capire ciò
che hanno passato e hanno dovuto
affrontare prima di diventare chi sono
adesso.
Secondo molti alunni bisognerebbe studiarne la vita come in una normale lezione di letteratura perché sarebbe istruttivo, ed allo stesso tempo
svilupperebbe il loro senso critico, potendo valutare le situazioni negative e
quelle positive dei loro trascorsi.
Il film ripercorre l’intera vita di Notorious B.I.G., dagli inizi all’apice
del successo, sino alla misteriosa
morte di cui i responsabili non sono
mai stati rintracciati. Il film consente
una panoramica sulla vita del rapper, passando per i suoi trascorsi in
prigione e per la strada a spacciare.
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Concorso giornalistico “Gianluca Perdoni”
Visone ultima
La voce del silenzio
Il coraggio di parlare
a cura di
Elia Sidori 3ªA
Federico Rundo 3ªA
La violenza sulle donne è una grave piaga che affligge la nostra società,
noi la tratteremo anche se siamo solo
due ragazzi, cercheremo di immedesi-
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marci e comprendere l’altra parte del
cielo, il mondo femminile.
Purtroppo molte donne che hanno subito violenza non riescono a
parlarne perché provano vergogna
o imbarazzo nel confidare l’accaduto
a un familiare o a un esperto, questo
forse come retaggio di un passato in
cui certi avvenimenti venivano “volutamente dimenticati” perché considerati “imbarazzanti” e fonte di disagio e condanna sociale come accade
ancora in alcune parti del mondo.
Metterci la “classica pietra sopra” è
una grande menzogna, non serve a
nulla, peggiora la situazione, il ricordo rimosso e messo da parte rimane
silenzioso nel profondo dell’anima
per tutta la vita. L’esperienza di non
essere state in grado di reagire è il
nodo cruciale di un trauma che se
non viene curato da medici e psicologi, può generare sintomi come ansia, attacchi di panico, paranoia che
sono facilmente riconducibili a tante
altre patologie.
Anche se è difficile esternare le
proprie emozioni, parlare con esperti
è uno dei modi migliori per uscire da
questo tunnel buio, può essere uti-
le partecipare a incontri organizzati
nei centri specializzati dove ci si può
confrontare con altre persone che
hanno vissuto o vivono la medesima
situazione.
In molti casi la vittima si sente
quasi prescelta, predestinata e si
convince che è anche colpa sua, che
ha detto o non detto, fatto o non
fatto qualcosa per attirare su di sé la
crudeltà di qualcun’ altro. In casi più
particolari, quando la vittima ha subito violenza da parte di una persona molto fidata il colpo è ancora più
duro perché possono verificarsi difficoltà nel relazionarsi in futuro.
Non possiamo comprendere appieno il dolore di chi subisce un’azione simile che non può e non deve
essere in alcun modo giustificata,
possiamo solo dirvi: “coraggio! non
abbiate paura, oggi nessuno può
farvi più del male, sono rimasti solo
i ricordi, è necessario scacciare anche
quelli. Dimenticare è senza ombra
di dubbio molto difficile, altrettanto
perdonare… potete però alleviare il
vostro dolore facendo sentire la vostra voce abbattendo il silenzio e tornare a risplendere, a vivere!”.