scartafaccio - Polo Scolastico Superiore della Val Tidone
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scartafaccio - Polo Scolastico Superiore della Val Tidone
Giornalino dell’Istituto Casali di Castel San Giovanni - Anno 2015-2016 - Euro 1,00 n°2 SOMMARIO Lavoro & sicurezza Lettera aperta................................................2 Il defibrillatore ti salva la vita! .....................3 Il mondo del lavoro tra desiderio e realtà....4 I giovani senza futuro...................................5 Gli italiani comprano on line?....................10 Le abitudini di acquisto on-line ................11 Atletica leggera .....................................12/13 Adolescenti in gravidanza............................6 Il C.I.P. non fa distinzione............................14 Il mondo attraverso l’obbiettivo..................7 Dal ghetto al grande schermo...................15 I nostri “scatti”............................................ 8/9 Concorso giornalistico “G. Perdoni”..........16 Notizie interne Lettera aperta Le mie impressioni sul 23° convegno interregionale della stampa studentesca che si è tenuto a Tortona a cura di Stefano Bianchi 3ªA Bastano due parole per esprimere ciò che pensiamo del convegno: esperienza insostituibile. Noi cinque giovani studenti della classe 3ªA abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con centinaia di nostri coetanei su argomenti “forti” e mol- 2 to attuali oggetto dell’ incontro, per esempio: la comunicazione in tutte le sue più varie forme, il rapporto che abbiamo con la natura, la relazione che abbiamo con le varie istituzioni che ci circondano... Entrando più in particolare io ed Elia Sidori abbiamo affrontato l’argomento della comunicazione, e siamo stati protagonisti in quanto abbiamo gestito e guidato un’ intera commissione, che nonostante le prime difficoltà, ci ha seguito fino all’ultimo minuto. A coronamento del lavoro della nostra commissione abbiamo redatto il discorso finale, completo di tutte le opinioni e idee sviluppate dal gruppo, che in seguito è stato presentato sul palco in modo eccellente da Elia. La platea ha dimostrato di apprezzare le nostre conclusioni tributando un fragoroso applauso anche grazie alle capacità “istrioniche” di Elia. Ognuno di noi è rimasto pienamente soddisfatto e appagato dall’evento, soprattutto perchè questo convegno ha saputo amalgamare molto bene semplicità ed efficacia. Notizie interne - avvenimenti Attualita’ Il defibrillatore ti salva la vita! a cura di Prifti Emerlinda 5ªB A cosa servono 5 minuti? Per molti 5 minuti non servono a nulla, ma in molti casi, col giusto mezzo si può salvare una vita. L’associazione “Progetto Vita Piacenza” nasce per far conoscere a più persone possibili il DAE (Defibrillatore automatico esterno), un apparecchio molto facile da usare che può salvare delle vite in caso di arresto cardiaco. Per essere abilitati ad usare il DAE si deve superare un corso semplicissimo e così il nostro professore di scienze motorie, Giovanni Baldini, in accordo con i volontari, lo ha organizzato per tutti gli alunni delle classi 5ªB e 5ªA dell’istituto Casali di Castel San Giovanni. Il giorno 20 Febbraio 2016 si è svolto il corso tenuto dai Sigg. Enrico Bersani e Stefania Bertocchi, durato circa 3 ore, diviso in due parti: la prima parte teorica dove hanno spiegato l’importanza di avere un DAE nei luoghi pubblici e i passaggi da seguire in caso ci si trovasse davanti a un caso di arresto cardiaco, una lezione molto interessante. La seconda parte invece era pratica, accolta con molta più gioia dagli alunni, perchè ci ha dato la possibilità di mettere in pratica le cose imparate; dopo la dimostrazione di un volontario gli alunni, a turno, hanno provato a usare il defibrillatore (ideato apposta per le dimostrazioni) su un manichino, inoltre chi voleva poteva imparare anche ad effettuare il massaggio cardiaco. Gli studenti delle due classi hanno partecipato con entusiasmo e tutti hanno ottenuto l’attestato per il DAE. Un’esperienza molto bella ed educativa, ricordiamo che il DAE è sempre più presente nel territorio piacentino e nei paesi vicini e l’associazione ONLUS punta a farlo conoscere sempre di più. Ringraziamo il Prof. Giovanni Baldini che ci ha offerto questa opportunità organizzando il tutto, i volontari dell’associazione Enrico Bersani e Stefania Bertocchi e gli altri volontari presenti. Per maggiori informazioni consiglio di visitare il sito “Progetto Vita Piacenza” o la pagina Facebook “Progetto Vita Piacenza”. Infine è possibile scaricare anche l’app “Progetto Vita”, per sostenere l’associazione. La classe 5ªb con l'attestato DAE 3 Attualita’ - Giovani Il mondo del lavoro tra desiderio e realtà a cura di Prifti Emerlinda 5ªb Fin dalle origini si è lottato per ottenere dei diritti: diritto alla libertà, diritto al voto ma anche per il diritto ad avere un lavoro. Il lavoro è un mezzo per diventare chi si vuole essere nella vita, dà dignità e anche grandi opportunità; ma la realtà è che oggi molti giovani non hanno un lavoro. La crisi dell’economia ha lasciato disoccupati più di un milione di giovani lavoratori di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Tra il 2008 e il 2011, secondo i dati istat sull’occupazione media, i lavoratori di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono passati 7 milioni e 110 mila a 6 milioni e 56 mila, scrive M. Sensini in un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera”. Sono invece in aumento i NEET (youth neither in employement non in education and training), giovani che non sono impiegati nè in attività formativa e in percorsi di studio, nè in attività lavorative. Il lavoro che si riesce a ottenere con un titolo di studio elevato non sempre corrisponde al percorso formativo intrapreso. La coerenza tra il titolo di studio posseduto e quello richiesto per lavorare è più elevata tra i laureati in corsi lunghi, piuttosto che in corsi di durata triennale. Un altro fattore chiave sono i limiti strutturali del mercato che dà poche occasioni, bassa qualità e contratti brevi e precari. I risultati ottenuti, afferma il Prof. Alessandro Rosina, contribuiscono a superare una serie 4 Questo scritto ha vinto il concorso una “Stella per la scuola” indetto dalla Federazione dei Maestri del Lavoro d’Italia di stereotipi sul rapporto tra giovani e mondo del lavoro. Quello che le nuove generazioni disdegnano non è il lavoro manualeche può essere stimolante e appagantema lo sfruttamento e la mancanza di valorizzazione. Quello che temono sono offerte di impiego che intrappolano in condizione di precarietà, in cui impegno e competenze non vengono riconosciute. Il lavoro deve essere appunto un investimento per il lavoratore, ma anche per l’azienda. Negli anni, oltre al contratto a tempo indeterminato e nato il contratto a tempo determinato che è stato previsto appunto per offrire maggiore lavoro. Con il decreto legislativo numero 23 del 2015 di attivazione del “Jobs Act” è stato introdotto nel nostro ordinamento il Cacut, cioè il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti. Ai lavoratori assunti con il Cacut viene applicata una nuova disciplina in caso di licenziamento. Il lavoratore illeggitimamente licenziato avrà diritto a un indennizzo che cresce con il crescere dell’anzianità lavorativa, ma non avrà diritto al reintegro in azienda. Io personalmente aspiro, come tutti, al contratto a tempo indeterminato; ho avuto la Classe 5ªB con Prifti Emerlinda autrice dell’articolo vincitore fortuna di crescere con una famiglia in cui fin da piccola mi è stato insegnato il valore del lavoro, i miei genitori hanno lasciato casa e terre nel mio paese d’origine per permettere a me e alle mie sorelle di avere la possibilità di studiare e di avere un futuro migliore, ciò che non avrei avuto se fossi cresciuta in Albania, dove l’unico lavoro per me sarebbe stato coltivare le terre dei miei genitori. A differenza dei miei coetanei io non vedo la scuola come un obbligo, sarà perchè a me piace la cultura, ma anche perchè, se ripenso a tutti i sacrifici che hanno fatto i miei per farmi studiare, mi viene ancora più voglia di impegnarmi. Il mio percorso scolastico non è stato sempre coerente; in quinta elementare ho cambiato scuola due volte in un anno scolastico e, non riuscendo più a relazionarmi con gli altri bambini, ho perso la voglia di studiare; poi crescendo, ho capito tante cose che da piccola ignoravo. Per me la scuola è anche un posto dove decidi il tuo futuro, ti deve saper orientare verso il mondo del lavoro. La mia scuola ha i progetti alternanza scuolalavoro, che permettono a noi studenti di relazionarci con aziende private e pubbliche, appunto per metterci nell’ottica del lavoro. Il diploma, che per molti studenti è solo “un pezzo di carta”, per me è un riconoscimento delle mie capacità scolastiche sì, ma soprattutto personali, del mio percor- Attualita’ - Giovani I giovani senza futuro so formativo, ma anche sociale, che mi rende fiera di me stessa. Conosco tutti i tipi di contratti avendoli studiati e approfonditi a scuola, aspiro a quello indeterminato perchè mi darebbe una sicurezza economica, che mi permetterebbe di vivere la vita col sorriso. Anche se sono giovane di lavori ne ho fatti, quasi tutti a breve temine e non avere mai la certezza di sapere se domani avrai il tuo lavoro o no, mi ha fermato tante volte dal fare una scelta piuttosto che un’altra. Noi giovani in generale crediamo in ciò che viene divulgato dai mass media riguardo al lavoro, e ci facciamo condizionare parecchio, avendo perso anche un po’ la fiducia nel lavoro fisso e non avendo il coraggio di rischiare e ottenere quel che vogliamo. La mia esperienza si basa su lavoretti dopo la scuola giusto per pagarmi i miei hobby, ma come ho già detto in un futuro punto al contratto a tempo indeterminato. Concludo con una frase che mi è rimasta impressa nella mente: “Il vostro tempo è limitato, non buttatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non lasciatevi intrappolare da dogmi, che vuol dire vivere con i risultati dei pensieri degli altri e non lasciate che il rumore delle opinioni degli altri affoghi la vostra voce interiore. Abbiate il coraggio di seguire i vostro cuore e la vostra intuizione, in qualche modo loro sanno già cosa voi volete davvero diventare.Tutto il resto e secondario” Steve Jobs. a cura di Nicole Belloni 3ªA E’ possibile che i giovani d’oggi siano così senza speranza e senza futuro come i due ragazzi di Roma che hanno ucciso un loro amico per capire cosa significa togliere la vita a qualcuno? E’ possibile decidere di rovinare la propria vita e quella di altri in questo modo avendo davanti agli occhi un futuro migliore di questo? Sono tante le domande che ci poniamo, alle quali non riusciamo a trovare una risposta, o peggio, quelle che troviamo ci sembrano surreali ed inaccettabili. A mio parere e, credo di gran parte dell’opinione pubblica, questo mondo sta andando a rotoli. Come disse il papa ai giovani di Bobbio:”Voi giovani ricordate il passato, vivete il presente ma siete il futuro. Voi siete artefici di futuro.” Ma come possiamo pensare di contare sui giovai d’oggi, se quello che riescono a fare è uccidere, stuprare e fare uso di alcool e droga? Io sono una semplice ragazza che non riesce a concepire come sia possibile tutto questo. Credo che la vita del prossimo sia importante tanto quanto la propria e che la libertà finisce dove inizia quella di un’altra persona. Ma perchè non tutti hanno queste idee e valori? Dobbiamo davvero incolpare i genitori per non essere riusciti ad insegnarglieli? O siamo noi giovani a non volerli accettare? E’ possibile che si faccia tutto questo per sentirsi superiori? Purtroppo vedo come molti dei coetanei si rovinano la vita per dare retta ad una società che criticano ma che loro stessi hanno creato: una ragazza non può essere considerata bella solo se assomiglia ad una Barbie ed un ragazzo non può essere considerato “figo” perchè fa uso di sostanze e alcool. Spesso mi capita di parlare di tutto ciò con mio nonno e facendo un confronto con la vita di un tempo, mi domando se davvero non siano state queste idee e stereotipi a trasformare questo nostro mondo in un mondo crudele. Perchè non possiamo coniugare i vantaggi apportati dalle scoperte tecnologiche e scientifiche (ma non solo) con le idee e valori che avevano gli ormai anziani d’oggi? Sono fortemente convinta che questo mondo potrebbe davvero cambiare nel solo ed unico momento in cui questa società decida di dare una svolta alle proprie idee e alla propria vita. Fino ad allora mi trovo costretta a dare ragione alla parte dell’opinione pubblica che dice che noi giovani siamo, purtroppo, senza speranza e senza futuro. 5 Attualita’ - Giovani Adolescenti in gravidanza Quando l’adolescente “fa il passo più lungo della gamba”... a cura di Veronica Agnes 2ªC La nostra è una società ormai progredita a livelli esponenziali e il fatto che una ragazza rimanga incinta non è più una di quelle novità scioccanti delle quali prima ci stupivamo, ormai sono cose di tutti i giorni. Può capitare che persino bambine di 12 anni debbano affrontare una gravidanza, questo può accadere nel caso in cui i genitori non preparano i figli ad affrontare certe situazioni concedendo troppa libertà a chi non è in grado di gestirla. Noi ragazzi dobbiamo “combattere” con i genitori per ottenere il permesso di uscire durante la settimana, che spesso ci viene negato perché il giorno dopo c’è scuola, perchè bisogna studiare, per- 6 chè bisogna stare in casa, perchè... una motivazione valida per rimanere in casa, secondo loro, c’è sempre! Invece non c’è mai motivazione sufficiente che tenga per uscire. Da quel che sembra ci sono adolescenti che godono di maggiore libertà: hanno l’iphone, a volte bestemmiano e dicono parolacce, si vestono “firmati” pur non facendo nulla né a scuola né in altro ambito. Se loro rappresentano il “futuro” bisogna mettersi le mani nei capelli. Quando avevo la loro età pensavo solo a rientrare presto da scuola così potevo guardarmi tutto il pomeriggio i cartoni: niente telefono, internet, uscite, solo delle giornate tranquille passate a studiare o a ballare con quelle musiche che ora mi fanno sorridere. Mi fa arrabbiare come dei ragazzini, che si atteggiano da “grandi” e che risultano l’opposto, possano andare in giro quando e come volgliono, fumando,bevendo, avere il fidanzato/a che puntualmente è più grande, scimmiottando gli adulti, come se volessero dimostrare chissà che cosa e a chi. Come se l’amore si trovasse a 12 anni! L’amore è difficile da trovare, non penso che ci siano per- sone così fortunate da trovarlo al primo colpo, come si suol dire. Se questa è la loro idea di vita e d’amore allora non mi stupisco dei commenti su questi ‘Giovani moderni’. No, non sono moderni, sono solo dei poveri incoscienti. Passando, invece, a noi, adolescenti più adulti, non condivido l’idea di avere un figlio a questa età. Nonostante questo, rispetto chi opta per la scelta opposta, per obbligo o per scelta. A questa età, molto facilmente si pensa di aver trovato “quello” giusto, il ragazzo/a per la vita. Io sono dell’idea che quello giusto non esiste. Esiste quello ‘meno sbagliato di altri’. L’amore che a questa età si prova non so come poterlo definire. Ti prende la scarica di adrenalina. Ti senti realizzata. Finalmente hai trovato ciò che cercavi, finalmente sei felice e hai un ragazzo con cui andare in giro mano nella mano, confidarti, litigarci perché è geloso, dedicargli canzoni, frasi, o qualsiasi altra cosa. Puoi farci l’amore, sì. Perchè se il sentimento c’è, l’amore si fa. Si crea e lo si condivide. E a chi capita, rimane incinta. Poi, però c’è l’altro lato della medaglia. Dirlo alla famiglia, mantenere il figlio ed esser costretti a maturare in 9 mesi. Aver più responsabilità e doveri nei confronti del proprio figlio, accantonare i propri interessi e dar la precedenza ai suoi. Tutti sono capaci di fare figli, pochi di essere genitori. Nonostante questo, non tutti possono pensarla così ed è una cosa bellissima, perchè ci deve essere uno scambio di opinioni. Chi, però, fa una scelta del genere come quella di tenere un figlio, può anche aver sbagliato agli occhi di qualcuno, ma rimarrà sempre una persona con un coraggio fuori dal normale. E che quella persona, più che mai, merita completo rispetto. I nostri Attualita’ progetti Il mondo attraverso l’obbiettivo Nixon e le sorelle Brown (tema: famiglia) a cura di Giulia Cerati 2ªB Megy Rrasa 2ªB Dèsirèe Formica 2ªB Quest’anno la nostra classe è stata protagonista di un innovativo progetto svoltosi durante l’ora di informatica con la supervisione della professoressa Alice Bellan. Il tema scelto è la fotografia nelle sue più diverse sfumature. Abbiamo trattato svariati argomenti tra cui le particolarità dei colori e gli effetti visivi prodotti da alcuni materiali come vetro e plastica, su queste tematiche noi ragazzi abbiamo prodotto i nostri scatti. Grazie a questo progetto abbiamo avuto la possibilità di conoscere le opere di diversi fotografi, tra i tanti quelli maggiormente apprezzati sono stati: Nixon, Joyce Ebbets, Robert Doisneau, Lewis Hine. Questa nuova esperienza ha accentuato il nostro interesse riguardo la fotografia, ci ha aiutato a osservare il mondo attraverso l’obbiettivo cogliendo in modo diverso e particolare la realtà che ci circonda. Joyce Ebbets (tema: lavoro) Robert Doisneau (tema:amore) Lewis Hine (tema: povertà) 7 I nostri “scatti” il bianco e nero il blu 8 il giallo I nostri “scatti” il rosa il verde 9 Multimedialita’ Gli italiani comprano on line? a cura di Mariam Hidan 1ªC Noi alunni della 1ªC, con l’aiuto delle prof.sse Moira Pieroni e Alice Bellan abbiamo deciso di approfondire un aspetto molto attuale legato alla disciplina economia aziendale: LA VENDITA ON LINE (E-COMMERCE). Abbiamo cercato con questo lavoro di trovare risposta ad alcune domande che ci siamo posti studiando l’argomento della compravendita: quanto si compra oggi on line in Italia? Chi è l’e-shopper tipo? Quali prodotti sono maggiormente acquistati on line? Da una recente indagine risulta che l’esperienza d’acquisto on line si sta diffondendo con una velocità impressionante, soprattutto grazie alla diffusione delle APP e degli SMARTPHONE che hanno reso veloce e semplice l’operazione di acquisto. Abbiamo analizzato l’età media degli e-shopper che va dai 25 ai 44 anni con prevalenza maschile. Tra gli acquisti più gettonati troviamo i prodotti di viaggio e turismo, l’elettronica, i servizi assicurativi, abbigliamento e accessori. Circa il 40% degli acquisti on line avviene presso venditori chiamati e-retailer, cioè soggetti nati con internet e che vendono solo ed esclusivamente on line (zalando, amazon, ebay). E’ stato interessante scoprire come funziona la procedura dopo che noi consumatori inviamo l’ordine con un click: la professoressa ci ha proiet- 10 La 1ªC con le proff. Bellan e Pieroni tato un video relativo alla procedura di Amazon per evadere l’ordine ed è davvero impressionante vedere l’organizzazione del processo che permette di far arrivare il prodotto in così breve tempo a destinazione! L’argomento è stato trasversale anche ad altre discipline (informatica, geografia, punto vendita) alle quali abbiamo esteso la nostra ricerca. In geografia in particolare è stato interessante analizzare il fenomeno della GLOBALIZZAZIONE degli acquisti, reso possibile da internet. Abbiamo analizzato la provenienza dei nostri capi di abbigliamento attraverso un’indagine i cui dati sono stati riassunti in una tabella con relativo grafico; risultato: la maggior parte dei capi che indossiamo proviene dalla CINA. Inoltre, abbiamo studiato il concetto di SOCIETA’ LIQUIDA di BAUMAN e il tutto è stato riassunto in un cartel- lone. In punto vendita abbiamo trattato l’argomento dal punto di vista dell’e-retailer. In Italia i venditori che vendono solo on line sono ancora pochi, soprattutto a causa di problemi di rete. Ad arricchire il nostro lavoro ha contribuito un’interessante lezione della Sig.ra CLAUDIA BOSELLI, esperta consulente di programmazione di siti on line. Ci ha spiegato come le aziende creano un sito on line, come lo gestiscono e come lo pubblicizzano. Ci sono tre piattaforme principali con cui creare un sito on line: Magento, Prestashop e W-commerce. Tutte hanno già tabelle pronte per creare prodotti, prezzi e per organizzare le spedizioni e i pagamenti. Ci ha colpito soprattutto tutto ciò che sta dietro la visibilità delle aziende on line: nessuno di noi per esempio Multimedialita’ Le abitudini di acquisto ON-LINE a cura di Jacopo Bacchieri 1ªC conosceva la regola del 3click! Questa regola dice che, come afferma la Sig. Boselli, la cosa fondamentale per un e-retailer è la facilità con cui si viene “trovati” on line da chi cerca un prodotto: se chi effettua la ricerca impiega più di tre click per individuarci non va bene, la nostra visibilità è scarsa. Ovviamente tutto ciò ha un costo. Le serie di campagne che si possono mettere in atto sono infinite, si pagano per click o per visualizzazione e quelle più diffuse ed efficaci avvengono tramite GOOGLE e tramite FACEBOOK. Sicuramente ci piacerebbe approfondire ciascuno di questi argomenti perché potrebbe esserci utile quando entreremo nel mondo del lavoro. Il nostro progetto ha richiesto diverse ore sia in aula che in laboratorio di informatica e ci ha permesso di lavorare in gruppo e di collaborare con gli insegnanti e soprattutto tra noi alunni. Le abitudini di acquisto degli e-shoppers italiani sono diverse da quelle del resto del mondo e, benché si possa trovare qualche similitudine con quelle europee, si discostano ancor di più se come termine di paragone si usa il Regno Unito. Un esempio? Nel nostro Paese solo l’8%, (appunto in linea con la media Ue) è favorevole ad acquistare online prodotti di tipo alimentare, vini o liquori, contro il 26% registrato in Gran Bretagna. Un’altra differenza che emerge dall’indagine svolta da Nielsen, condotta su un campione di 30 mila consumatori di 60 Paesi, è che mentre il dato sull’uso del computer per gli acquisti online risulta più alto della media globale, l’82% contro l’80%, è più basso quello relativo all’utilizzo di smartphone, 36% il dato italiano contro il 44% globale, e tablet, 25% e 31%. In sostanza, nel resto del mondo i consumatori sono più propensi ad acquistare via mobile di quanto non lo siano nel nostro Paese. Come già visto, le differenze sostanziali si notano però se si guarda alla tipo- logia di merci acquistate in rete. A livello globale, infatti, i vestiti, gli accessori e le scarpe risultano i prodotti più comprati (46%), mentre in Italia questo genere di prodotti è solo al quarto posto (con il 30%). Nella maggior parte dei casi gli italiani si rivolgono all’e-commerce per acquistare biglietti aerei (al primo posto con il 45%) o per prenotare alberghi (al secondo con il 35%). Al terzo posto (con il 32%) troviamo invece l’acquisto di libri cartacei. Ma perché si ricorre all’e-commerce? In Italia, secondo quanto rilevato da Nielsen, il 58% lo fa per questioni di comodità mentre il 52% pensa che sia più conveniente acquistare in rete piuttosto che in un negozio fisico. Anche la comodità, come motivo per il quale si ricorre all’acquisto di prodotti via web, risulta più bassa in Italia che nel resto del mondo, dove il dato si attesta al 76%: sostanzialmente in linea con il 70% indicato dal campione Ue e con il 75% del campione britannico. Ad oggi l’e-commerce nel mondo vale 1.316 miliardi di dollari, il 5,9% delle vendite al dettaglio totali e i margini di crescita sono talmente ampi che entro il 2018 la quota potrebbe salire all’8,8%, secondo uno studio di eMarketer. Stando ai dati contenuti nella ricerca il 55% delle vendite online è costituito da quelle effettuate da Stati Uniti e Cina. L’Italia non è però rimasta a guardare: tra il 2009 e oggi gli acquisti online sono cresciuti, anno su anno, sempre a doppia cifra. Il fatturato è, infatti, passato dai 5,7 miliardi del 2009 ai 13,3 miliardi del 2014 arrivando a rappresentare il 3,5% del totale delle vendite al dettaglio del nostro Paese. La mancanza di fondi e la non adeguata copertura di banda larga frenano talvolta le nostre imprese: solo il 4% di esse vende online. 11 Sport CAMPIONATI ISTITITO Atletica leggera a cura di Urri Brian 3ªA Stefano Bianchi 3ªA Il giorno 31 marzo 2016 dalle ore 8.00 alle ore 12.00 al campo “Soressi” di Castel San Giovanni si sono svolti i giochi studenteschi, ai quali hanno partecipato gli alunni di 1° - 2° - 3°- 4°- 5° degli istituti IPSC “A. Casali”, ITC e ITIS “A. Volta” e Liceo linguistico e Scientifico “A. Volta”. Attività svolte durante le gare: 100 m, 100 m ostacoli, 400 m, 1000 m, Salto in alto, Salto in lungo, Lancio del peso, Lancio del disco. In quasi tutte le discipline la nostra scuola, Istituto “CASALI”, ha ottenuto ottime posizioni, raggiungendo anche il primo posto. CATEGORIA ALLIEVI Categoria CIP lancio del peso (Kg2) femminile: Sara Botteri 2ªB Categoria CIP 100m piani femminile: Sara Botteri 2ªB Categoria 400m piani femminile: Sara Ballo 2ªC Categoria lancio del peso (Kg5) maschile: Brian Urri 3ªA Categoria 110hs maschile: Livigni Gabriele 3ªA 1° POSTO 1° POSTO 2° POSTO 1° POSTO 3° POSTO CATEGORIA JUNIORES Categoria CIP 100m piani maschili: Hugo Cordero 3ªb 1° POSTO Categoria 100m piani maschili: Emanuele Zade 5ªA 2° POSTO Categoria 100m piani femminile: Ambra Vivaldi 4ªA 1° POSTO Clara Vivaldi 4ªA 2° POSTO Categoria 1000m piani maschili: Salim El Assali 2ªA 3° POSTO Categoria salto in alto femminile: Ambra Vivaldi 4ªA 1° POSTO Clara Vivaldi 4ªA 2° POSTO Categoria salto in lungo femminile: Marinela Sulko 5°A 1° POSTO Categoria salto in lungo maschile: Giulio Gecay 3ªB 3° POSTO Categoria lancio del peso (Kg6) maschile: Adam Neghza 2ªA 3° POSTO Categoria CIP lancio del peso (Kg5) maschile: Hugo Cordero 3ªB1° POSTO Complimenti ragazzi, ci siamo difesi bene! 12 Sport 13 Sport - Cultura Il C.I.P. non fa distinzione MA CHE COSE’ LA COPOEIRA? a cura di Sara Botteri 2ªB Désirée Formica 2ªB Megi Rrasa 2ªB Meri Rrasa 2ªB Il giorno 13 aprile, presso le scuole elementari di Castel San Giovanni, il C.I.P (comitato italiano paralimpico) ha tenuto una conferenza stampa. Erano presenti il signor Paraticini responsabile del C.I.P, il portiere professionista Astutillo Malgioglio, i dirigenti scolastici Prof. M.L Giaccone e Prof. Albertini, l’assessore comunale Dott. Stragliati e i rappresentanti delle classi 1°A-2°B-3°B-4°C dell’ Istituto Casali con i rispettivi professori. L’argomento principale della conferenza riguardava il fatto che tutti possono fare sport, sia abili che diversamente abili, l’evento più importante che riassume le capacità sportive di tutti è rappresentato dalle Olimpiadi, che per le persone diversamente abili sono le Paralimpiadi. A questo scopo Il C.I.P ha avviato un progetto che prevede, per le classi dove sono inseriti alunni diversamente abili, lezioni tenute da un istrutto- 14 Il nostro istruttore con in mano il Berimbau re esterno per fare in modo che ogni classe venga preparata per partecipare ad attività sportive diverse. La 1°A pratica Judo, la 3°B ginnastica artistica, la 4°B atletica e la nostra classe, 2°B pratica Capoeira. La Capoeira è un’arte marziale brasiliana, non se ne conosce con precisione la data di nascita, si sa che è stata creata dagli schiavi africani nati in Brasile. Gli schiavi non potevano allenarsi normalmente poiché rischiavano di essere visti dai padroni e per questo inserirono in quest’arte marziale la danza. Nella Capoeira è presente anche la musica, che viene suonata con uno strumento chiamato Berimbau, il combattimento deve seguire il ritmo dello strumento, in particolare la persona che suona deve saper cantare, così da trasmettere la forza ai combattenti. Ciò permise agli schiavi neri del brasile di allenarsi liberamente visto che i padroni credevano che stessero ballando e non combattendo. Cinema Dal Perché vi piacciono? ghetto al grande schermo Motivo per stimare questi artisti è il fatto che hanno avuto successo pur partendo dal nulla, senza avere nemmeno un soldo in tasca, l’unica cosa su cui potevano contare era la loro passione per quest’arte e la loro volontà di non arrendersi mai. Prima di arrivare al successo, però, hanno dovuto affrontare molte difficoltà: droga, alcol, problemi familiari, assistenze sociali e discriminazioni da forze dell’ordine e dal resto della popolazione. Perché dovrebbero essere visti a scuola? a cura di Eduardo Tejada 2ªA Adam Neghza 2ªA A partire dagli anni ‘70 il fenomeno dell’hip hop è esploso con potenza devastante. La voce delle periferie americane abitate in prevalenza da neri, luoghi senza speranza pieni di criminalità e disperazione, di street gang e droga, si è diffusa attraverso un movimento musicale che in poco tempo ha varcato i confini nazionali. Negli anni ‘90, in concomitanza con l’ondata di violenza che ha colpito le periferie urbane delle grandi città statunitensi, l’hip hop si è imposto come prima forza 8 Mile è un film del 2002 diretto da Curtis Hanson, con protagonista il celebre rapper Eminem. Il film è ispirato alla vera storia del cantante statunitense con le numerose difficoltà che ha dovuto affrontare prima di diventare famoso. artistica. Inevitabile che anche le altre arti, compreso il cinema, ne venissero influenzate. Durante gli anni ‘80 sono apparse le prime pellicole che, direttamente o indirettamente, hanno raccontato la vita nei ghetti, focalizzandosi talvolta sugli stessi fautori della hip hop revolution. I film sotto elencati sono una piccola parte di tutti i successi rappresentanti la vita di rapper che hanno dato una grande svolta nella storia dell’hip hop: Straight Outta Compton, straordinario successo USA, che racconta l’ascesa e la caduta degli N.W.A. (Niggaz With Attitudes), supergruppo di gangsta rap californiano composto da Ice Cube, Dr. Dre, Eazy-E, MC Ren e DJ Yella. Get Rich or Die Tryin’ è un film che vede nei panni di protagonista il noto rapper 50 Cent. Basato sulla sua vera storia, Get Rich Or Die Tryin’ prende il titolo dall’album d’esordio del rapper e si avvale delle musiche originali create ad hoc durante le riprese. Molti testi parlano della vita reale di questi cantanti e potrebbero essere visti e tradotti a scuola per capire ciò che hanno passato e hanno dovuto affrontare prima di diventare chi sono adesso. Secondo molti alunni bisognerebbe studiarne la vita come in una normale lezione di letteratura perché sarebbe istruttivo, ed allo stesso tempo svilupperebbe il loro senso critico, potendo valutare le situazioni negative e quelle positive dei loro trascorsi. Il film ripercorre l’intera vita di Notorious B.I.G., dagli inizi all’apice del successo, sino alla misteriosa morte di cui i responsabili non sono mai stati rintracciati. Il film consente una panoramica sulla vita del rapper, passando per i suoi trascorsi in prigione e per la strada a spacciare. 15 Concorso giornalistico “Gianluca Perdoni” Visone ultima La voce del silenzio Il coraggio di parlare a cura di Elia Sidori 3ªA Federico Rundo 3ªA La violenza sulle donne è una grave piaga che affligge la nostra società, noi la tratteremo anche se siamo solo due ragazzi, cercheremo di immedesi- 16 marci e comprendere l’altra parte del cielo, il mondo femminile. Purtroppo molte donne che hanno subito violenza non riescono a parlarne perché provano vergogna o imbarazzo nel confidare l’accaduto a un familiare o a un esperto, questo forse come retaggio di un passato in cui certi avvenimenti venivano “volutamente dimenticati” perché considerati “imbarazzanti” e fonte di disagio e condanna sociale come accade ancora in alcune parti del mondo. Metterci la “classica pietra sopra” è una grande menzogna, non serve a nulla, peggiora la situazione, il ricordo rimosso e messo da parte rimane silenzioso nel profondo dell’anima per tutta la vita. L’esperienza di non essere state in grado di reagire è il nodo cruciale di un trauma che se non viene curato da medici e psicologi, può generare sintomi come ansia, attacchi di panico, paranoia che sono facilmente riconducibili a tante altre patologie. Anche se è difficile esternare le proprie emozioni, parlare con esperti è uno dei modi migliori per uscire da questo tunnel buio, può essere uti- le partecipare a incontri organizzati nei centri specializzati dove ci si può confrontare con altre persone che hanno vissuto o vivono la medesima situazione. In molti casi la vittima si sente quasi prescelta, predestinata e si convince che è anche colpa sua, che ha detto o non detto, fatto o non fatto qualcosa per attirare su di sé la crudeltà di qualcun’ altro. In casi più particolari, quando la vittima ha subito violenza da parte di una persona molto fidata il colpo è ancora più duro perché possono verificarsi difficoltà nel relazionarsi in futuro. Non possiamo comprendere appieno il dolore di chi subisce un’azione simile che non può e non deve essere in alcun modo giustificata, possiamo solo dirvi: “coraggio! non abbiate paura, oggi nessuno può farvi più del male, sono rimasti solo i ricordi, è necessario scacciare anche quelli. Dimenticare è senza ombra di dubbio molto difficile, altrettanto perdonare… potete però alleviare il vostro dolore facendo sentire la vostra voce abbattendo il silenzio e tornare a risplendere, a vivere!”.