Indice - Fondazione Symbola

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Indice - Fondazione Symbola
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Indice
1- SLAM (Liguria)..........................................................................................................................................................................3
2- DISTRETTO DELLA MECCATRONICA (Emilia - Romagna)......................................................................................3
3- PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE (Liguria) ............................................................................................3
4- MC ARCHITECTS (Emilia-Romagna).................................................................................................................................4
5- FIERA MILANO (Lombardia) ...............................................................................................................................................4
6- LANIFICIO LEO (Calabria)...................................................................................................................................................5
7- UCINA - Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche e Affini...........................................................5
8- CONSORZIO 100% ITALIANO (Toscana) .....................................................................................................................6
9- OLIMPIADI INVERNALI TORINO 2006 (Piemonte) ....................................................................................................6
10- RAINBOW (Marche) ...........................................................................................................................................................6
11- ACRIB - ASSOCIAZIONE CALZATURIFICI RIVIERA DEL BRENTA (Veneto)..................................................7
12- CRN FERRETTI GROUP (Emilia Romagna- /Marche) .................................................................................................7
13- ASSOCIAZIONE NAZIONALE COOPERTATIVE DI CONSUMATORI – COOP ...........................................8
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1- SLAM (Liguria)
Si chiama Area 51 ed è la maglietta studiata apposta per le squadre italiana ed irlandese di vela che presto
saranno impegnate alle Olimpiadi di Pechino. E’ aderente al corpo, garantisce la massima libertà di movimento,
è creata con filati anti UV che proteggono dal sole e diminuiscono la sensazione di afa. A progettarla è Slam,
azienda genovese fondata nel 1979 da un piccolo gruppo di amici, con l’idea di creare una linea di
abbigliamento nautico in grado di migliorare il comfort e le performances dei velisti. Oggi, dopo trent’anni,
Slam è leader nell'abbigliamento tecnico per la vela, ed è una solida realtà nel settore sportswear. Una delle
migliori esperienze di quel tessile hi-tech, frutto della contaminazione di settori diversi chiamati a misurarsi con
la ricerca di nuovi materiali e nuove funzionalità. Alla base del successo di Slam c'è uno studio scientifico
sull'ingegnerizzazione dei capi in funzione del loro utilizzo. La ricerca su materiali, tessuti, strutture e forme è
costante e porta al continuo miglioramento sotto l’aspetto della durata e della resistenza dei prodotti. Non è
un caso che alcuni dei migliori velisti al mondo - primo tra tutti Russell Coutts, vincitore di tre America's Cup
- scelgano capi tecnici Slam per affrontare nuove e importanti sfide agonistiche. Innovazioni che l’azienda ha
applicato ad un prét-à-porter orientato ad uno stile di vita metropolitano, sobrio, basic, comodo ed efficiente.
Il successo di Slam ha molte ragioni: collaborazioni con università e centri di ricerca, testimonial di primo
piano nei vari sport, una ricca gamma di prodotti che va dai guanti alle magliette, dalle giacche alle scarpe, dalle
borse ai materiali tecnici da competizione. La nuova frontiera è l’abbigliamento sensoriale. Il fatturato dice con
molta chiarezza quale accelerazione Slam abbia vissuto: tra il 2003 e il 2007 l’incremento è stato del 139%,
con un passaggio da 15,5 a 37,6 milioni di Euro.
Carla Gardino è il Presidente di Slam.
2- DISTRETTO DELLA MECCATRONICA (Emilia - Romagna)
Meccatronica è il neologismo coniato dalla Japan’s Yaskawa Electric Company per definire quei sistemi in cui
qualità, funzionalità e prestazione sono determinati dalla sinergia tra meccanica ed elettronica. E la
meccatronica italiana, affermata e celebrata nel mondo, viaggia lungo la via Emilia, su quella linea che ha fatto la
storia della meccanica con motori diventati icone, ma anche oleodinamica, elettronica applicata. Un caso
italiano tra i più interessanti di questi anni. Una mutazione genetica che ha visto lo storico distretto della
meccanica ridefinire funzioni, prodotti e processi, rimescolare mappe cognitive, esperienze e conoscenze e
dare origine ad un nuovo distretto. Un distretto che si caratterizza per un alto valore aggiunto delle
produzioni e indici di produttività molto elevati, frutto di una spiccata propensione delle imprese a rinnovare
le proprie core technologies. Queste imprese presentano interessanti variabili strutturali, un’organizzazione
societaria evoluta, alte performance di crescita, maggior propensione all’innovazione e all’investimento in
ricerca, e migliori aspettative sul futuro. Il distretto tiene insieme imprese di ogni dimensione in filiere
intelligenti che tagliano trasversalmente le rappresentanze e le sfidano verso nuove forme di tutela e
accompagnamento. Per socializzare, sostenere e diffondere questa cultura e queste esperienze è nato in seno
ad Assindustria, il Club della Meccatronica. Le imprese eccellenti che vi aderiscono, circa un terzo, investono
in ricerca tra il 6 e il 13% del fatturato; l’88% di queste imprese possiede un centro ricerca o un laboratorio di
sperimentazione; il 59,5% possiede brevetti. Tutte sono strategicamente orientate verso il mercato
internazionale: l’86% già esporta i propri prodotti, e il 60% dichiara un’incidenza dell’export sul fatturato pari
al 40%. E’ nato a Reggio il primo corso di Laurea in Ingegneria con specializzazione meccatronica.
Aimone Storchi è il Presidente del Club della Meccatronica.
3- PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE (Liguria)
Fino a qualche anno fa dalle Cinque Terre chi poteva se ne andava a cercare fortuna e lavoro altrove. Oggi
sono uno degli esempi più conosciuti e imitati al mondo di sviluppo sostenibile. Un’organizzazione turistica
rigorosa ma accogliente, che vede ogni anno 2,5 milioni di turisti camminare e pedalare lungo i sentieri e le
strade del Parco, apprezzarne la cucina e i prodotti enogastronomici, nuotare ed immergersi nelle acque della
Riserva Marina. Di questi, 1, 7 milioni sono stranieri e ben 550.000 australiani e neozelandesi. Un flusso
turistico, della durata di 10 mesi l’anno, che assicura al Parco 1,5 milioni di euro, che servono per recuperare i
terrazzamenti e per dar vita a nuove iniziative economiche. Così oggi il Parco oltre al mitico Sciacchetrà,
produce olio extra vergine, limoncino, grappa, pesto, acciughe e cosmetici biologici. Un insieme di attività che
fanno del Parco nazionale delle Cinque Terre una delle “più grandi” aziende nate in questi ultimi 10 anni in
Liguria, con i suoi 350 posti di lavoro tra diretti e indotto. Oggi le Cinque Terre - Monterosso, Vernazza,
Corniglia, Manarola e Riomaggiore - sono diventate un vero e proprio hub al servizio di un “sistema di parchi
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di mare e di Appennino” che dalla Val di Vara passando per la Lunigiana e le Apuane, si affaccia sull’Emilia e si
spinge fin dentro la Toscana. E’ un’impresa territorializzata con forte proiezione internazionale; dialoga con
target evoluti e sensibili alle tematiche ambientali cui offre anche infrastrutture, servizi tecnologici e logistici dalla banda larga al sistema Voip, alla Cinque Terre Cards; ha costruito il proprio immaginario con linguaggi e
percezioni che la rendono protagonista della pubblicità del Belpaese, come nel brillante spot dell’892424. La
ricostruzione dei terrazzamenti ha contribuito alla salvaguardia del paesaggio e ha dato nuovo impulso alla
produzione agricola di qualità; l’offerta si è arricchita e diversificata, sono aumentati gli investimenti da parte di
giovani imprenditori agricoli e il Marchio di Qualità Ambientale certifica prodotti e servizi. La stabilizzazione e
la creazione di nuovi sentieri offre percorsi di trekking che articolano l’offerta turistica, l’energia è solare ed
eolica, i mezzi pubblici elettrici e a metano, l’agricoltura è biologica e l’architettura bioecologica. E così, dalla
specificità dei muretti a secco è nato il gemellaggio con la Muraglia Cinese. Le coincidenze della storia e la
magia alchemica dei numeri: se si mettessero in fila i terrazzamenti la loro lunghezza sarebbe la stessa della
grande opera asiatica. E’ più che un’analogia tra imprese impossibili.
Franco Bonanini è il Presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre.
4- MC ARCHITECTS (Emilia-Romagna)
Mario Cucinella non è solo uno degli architetti italiani più affermati a livello internazionale della sua
generazione: è il teorico di un nuovo modo di costruire a partire dalla sostenibilità ambientale. Il progetto
della casa da 100 mila Euro che si finanzia con la produzione di energia è la traduzione pratica di un
“approccio democratico all’abitare”, quello di vivere nello spazio domestico il bello, il buono e il possibile. A
questa chiarezza di intenti, progetto e buona prassi, l’architetto Cucinella arriva forte di esperienze
internazionali in molti paesi, dalla Cina all’Europa, con alcune architetture tra le più celebrate di questi anni,
come l’headquarter iGuzzini a Recanati, l’edificio di Zona Tortona a Milano, il Siam di Pechino. Non è un caso
che sia tra gli architetti invitati alla prossima Biennale di Architettura del 2008. La filiera intorno a questo
approccio - dove progetto, qualità architettonica, sostenibilità ambientale ed energetica agiscono insieme
come leva economica - è fatta di cooperative e imprese di costruzione, produttori di arredi con nuovi
materiali legati al riuso e alla compatibilità, università e centri di ricerca, istituti di credito con innovativi
strumenti finanziari, alleanze con soggetti autorevoli e impegnati su queste tematiche a partire da
Legambiente. La capacità progettuale per costruire con queste metodologie hanno in MCA una società leader,
e in Mario Cucinella un talento del progetto contemporaneo che ha deciso di impegnarsi sulle forme
dell’abitare per nuovi stili di vita. E’ una filosofia che riporta le scelte individuali di costruzione della casa alla
libertà dell’acquirente, sottratto all’omologazione e alla standardizzazione che hanno dominato le strategie
dell’industria delle costruzioni, ma anche le politiche pubbliche di gestione delle aree e delle nuove
urbanizzazioni. Fare questo significa mettere insieme qualità del progetto, sostenibilità ambientale e
accessibilità economica, ma soprattutto significa richiamare a una diversa assunzione di responsabilità l’intera
filiera del progetto. E’ un orientamento che coglie le tendenze dell’architettura contemporanea internazionale,
già ricca di esperienze in questa direzione, e agisce sulla modernizzazione culturale e progettuale per
intercettare nella committenza pubblica e privata l’urgente domanda di forma e funzione, qualità e
sostenibilità, appartenenza, vivibilità e benessere. In fondo il senso ultimo dell’architettura.
Mario Cucinella è il Presidente di MCA.
5- FIERA MILANO (Lombardia)
Quando l’Italia sa fare grandi cose. 30 mesi per costruire il polo di Rho-Pero, il cantiere più grande d’Europa
per una delle fiere più grandi del mondo; 1 mq al minuto, oltre 9000 persone impegnate, un tempistica
perfettamente rispettata. Fiera Milano è il maggior operatore fieristico italiano, uno dei primi 10 al mondo secondo solo ad Hannover - con una superficie di oltre 470 000 mq e un budget di ricavi 2008 che si assesterà
sui 320 milioni di Euro. Un primato che si legge nei molti indicatori, tra i quali le modalità, la velocità e
l’efficienza con cui ha reso operativi i nuovi padiglioni firmati da Massimiliano Fuksas. Fiera Milano Spa è alla
guida di un gruppo di 11 società, e vanta un portafoglio di mostre professionali unico per la qualità e la varietà
degli eventi: dalla pelletteria alla moda, dall’elettronica all’illuminazione, dall’IT alle macchine utensili, dalle
materie plastiche al trasporto, dalla sicurezza alla medicina. Alcuni prodotti sono di respiro internazionale
come il Salone del Mobile, un evento che ha contribuito a caratterizzare Milano come capitale mondiale del
design. Fiera Milano è già impegnata in una complessa strategia di attività internazionali che la portano ad
essere presente con partnership nei mercati emergenti, e a realizzare grandi eventi in Cina e nei paesi del
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Golfo. Con l’assegnazione a Milano dell’EXPO’ 2015 la Fiera è già oggi un luogo globale, un epicentro dei temi
planetari e allo stesso tempo un’occasione per presentare al mondo quel nuovo made in italy sempre più
caratterizzato da valori etici, ambientali, sostenibili. Sono i temi al centro de La Campionaria delle Qualità
italiane, la fiera- evento del nuovo made in Italy, nata dalla collaborazione tra Symbola e Fiera Milano, la cui
prima edizione si è tenuta nel novembre 2007. Una manifestazione laboratorio sulle forme e le strategie di
rappresentazione e comunicazione delle qualità italiane in vista dell’Expo 2015.
Claudio Artusi è l’Amministratore delegato di Fiera Milano Spa.
6- LANIFICIO LEO (Calabria)
E’ la più antica fabbrica tessile calabrese, e conserva attivo un monumentale parco macchine di fine ottocento
con cui ancora oggi realizza la produzione, e in cui è possibile assistere a tutto il processo di lavorazione della
lana, a partire dal fiocco fino alla trasformazione in tessuto. La gamma dei prodotti esprime una vocazione
verso forme espressive legate al design contemporaneo con ricerche sui pattern e le texture. E la produzione
non si limita al fashion - tessuti, borse e accessori - ma guarda alla casa, con tappeti, plaid, stuoie, coperte. La
volontà di dare futuro a questo luogo ha portato ad utilizzarlo come vero e proprio propulsore di energia
creativa. In questo processo di rinnovamento e adeguamento alle sfide del mercato il lanificio ha individuato
un progetto basato sull’approccio integrato e strategico tra impresa e cultura. Così operatori culturali, artisti,
architetti e designer hanno dato vita a un processo di ri-adattamento e creato le condizioni per la nascita di un
vero e proprio laboratorio di idee. La prospettiva è ri-configurare piuttosto che ri-convertire, raccontano al
lanificio. Nel 2002 la dimensione progettuale diventa esecutiva attraverso il laboratorio Sheep e si concretizza
in una vera e propria factory creativa, una piattaforma di sperimentazione a più livelli. Questo approccio
innovativo ha permesso all’impresa di arrivare nel 2001 tra i finalisti del premio Guggenheim Impresa&cultura
ma anche di collaborare a corsi di laurea in design e arti allo IUAV di Venezia, e di inserirsi nel circuito dei
musei aziendali. Il Lanificio Leo rappresenta uno dei casi più significativi di azienda-museo in cui logiche di
produzione design-oriented e valori legati al patrimonio industriale si integrano in un modello di management
che coniuga il fare impresa con gli strumenti della cultura. Il Lanificio sostiene Dinamismi Museali, uno dei più
innovativi festival di pensiero contemporaneo del sud Italia ed è socio fondatore di Calabria Textile. Il valore
di questa esperienza non è solo nel sostegno culturale ad un’importante manifestazione ma è anche, e
soprattutto, nell’essere una parte fondante del processo produttivo, un indispensabile laboratorio di ricerca e
sviluppo verso nuove linee produttive, frutto di una contaminazione virtuosa tra impresa e culture.
Emilio Leo è l’art director del Lanificio Leo.
7- UCINA - Unione Nazionale dei Cantieri e delle Industrie Nautiche e Affini.
Pochi comparti riescono non solo a mettere insieme i territori ma a rimescolare in nuove filiere settori
tradizionali, con identità caratterizzate. La nautica unisce e ricrea storie e geografie con una forza di
rappresentazione e di identificazione del made in italy di eccellenza che pochi settori possono esibire. La
capacità di trasversalità da una parte e la forza di addensamento dei territori e delle competenze dall’altra ne
fanno il laboratorio di una nuova manifattura, quella che a partire dai saperi locali si dedica quasi
esclusivamente all’export, ed è capace di arricchire le produzioni di valori intangibili ad alto tasso di
innovazione. Una fatturato annuo di circa 3.5 miliardi di euro, il 60% della produzione destinata all’estero,
circa 85 mila posti di lavoro fra occupazione diretta ed indotto. Sono solo alcuni numeri della nautica di
diporto in Italia. E non finisce qui. L’Italia è il primo produttore al mondo di megayacht e il secondo - dopo gli
Usa - di imbarcazioni sotto i 24 metri. Un settore di punta del made in italy in cui la tradizione si fonde con le
più moderne tecnologie. A rappresentare questo universo è Ucina, l'Unione Nazionale dei Cantieri e delle
Industrie Nautiche e Affini, un’associazione senza fini di lucro che opera per la promozione del made in Italy
nautico nel mondo, la crescita del turismo nautico, e l’affermazione di una cultura del mare consapevole e
rispettosa dell’ambiente. Ucina opera a livello istituzionale come soggetto di confronto con le forze politiche,
sociali e di governo; agisce come soggetto della rappresentanza, provvede alla raccolta, elaborazione e
diffusione dei dati di andamento del settore. Da 47 anni, insieme alla Fiera di Genova, Ucina co-organizza il
Salone Nautico Internazionale, la più grande manifestazione al mondo dedicata alla nautica e alla cultura del
mare.
Francesco Albertoni è il Presidente di Ucina.
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8- CONSORZIO 100% ITALIANO (Toscana)
Quasi due miliardi di fatturato, 800 aziende attive e circa 8000 addetti. Sono questi i numeri del polo
fiorentino della pelletteria di alta qualità che va da Scandicci a Pontassieve, ormai da un decennio considerato
un vero e proprio distretto del lusso. Questo sistema locale è riconosciuto in tutto il mondo: il 90% dei ricavi
è costituto dall'export e qui si produce il 30% degli oggetti di lusso - borse, accessori e piccola pelletteria realizzati in Italia. E sempre qui gli artigiani specializzati nel settore hanno come clienti le grandi griffe
internazionali, da Gucci a Ferragamo, da Tod's a Prada. La rete di scambi e di supporto tra le aziende, per lo
più di piccole e medie dimensioni, è quella tipicamente distrettuale. In questo contesto nasce nel ‘97 il
Consorzio 100% Italiano, una realtà che mette insieme 63 imprese che producono esclusivamente in Italia,
con un fatturato di 200 milioni di euro nel 2006, con 4,6 milioni di pezzi prodotti (42% conto proprio, 43%
grandi firme e 15% per private label), con un indotto di circa 1500 occupati e 480 imprese di sub-fornitura.
Per avvicinare i giovani a questa realtà economica e per dare risposte alla richiesta crescente di maestranze
specializzate da parte delle aziende, il Consorzio ha investito risorse finanziarie nell’Alta Scuola di Pelletteria
Italiana, mettendo a disposizione le professionalità reperibili al proprio interno oltre alla rete di relazioni. E’ in
fase di avanzata sperimentazione la tracciabilità dei prodotti che consentirà di documentare ed esibire al
consumatore la certificazione di qualità di ciò che acquista.
Andrea Calistri è il Presidente del Consorzio 100% Italiano.
9- OLIMPIADI INVERNALI TORINO 2006 (Piemonte)
In quello spettacolo inaugurale c’era l’Italia delle corti rinascimentali e del melodramma, ma anche l’epopea
della fabbrica e del produrre, l’energia positiva del progresso, la cultura teatrale e il mito futurista della
macchina e della velocità, l’energia del movimento e il suono musicale dei motori, simboli di una nazione
vincente e appassionata. In giorni pessimisti l’apertura delle Olimpiadi invernali, con quel linguaggio colto ma
spettacolare, conteneva tutta la storia, la conoscenza e lo spirito di anticipazione di Boccioni e della Fiat, della
Ferrari e delle città d’arte, del fare e dell’essere, di ieri e di domani. Una straordinaria forza di
rappresentazione per dire al mondo che l’Italia c’è, comprende e intercetta la modernità. Torino 2006,
contrariamente a tante occasioni perdute del passato, ha rappresentato una grande opportunità per la città,
per il sistema territoriale piemontese, per l’Italia. Ha dato la misura delle potenzialità di un paesaggio
intelligente storicamente legato alla storia della Fiat e alla filiera dell’automobile. Fiat che non c’è più nelle
proporzioni del passato, Fiat che c’è ancora come infrastruttura di conoscenza, di relazioni, di opportunità.
L’esperienza delle Olimpiadi invernali è stata un moltiplicatore che ha messo insieme istituzioni, territorio e
imprese, a partire dallo sviluppo infrastrutturale fatto di collegamenti e nuovi impianti utili alla riconversione
turistica. Un evento che ha portato alla definitiva consacrazione di Torino Capitale contemporanea nel
circuito delle città europee. Eventi e strutture dedicati a design, architettura e arte contemporanea, il ricco
sistema museale, la riapertura di Venaria Reale, si collocano nel solco di un’impegnativa trasformazione urbana
che con le Olimpiadi ha subìto una forte accelerazione. Una conversione in chiave terziaria, turistica e
culturale ben oltre le antiche percezioni di one company town a sola vocazione industriale. Le Olimpiadi sono
state per tanti comparti dell’industria italiana – dall’abbigliamento alle pavimentazioni, dagli impianti alla
comunicazione, dai materiali tecnici all’agroalimentare alla progettazione - un’opportunità preziosa che ha
permesso a molte realtà imprenditoriali di consolidare e perfezionare competenze e know-how. Molte di
queste imprese sono oggi impegnate alle Olimpiadi di Pechino e sono in corsa per le commesse di Sochi 2014
in Russia.
Evelina Christillin, è stata Vice Presidente vicaria del Comitato Olimpico Torino 2006, è oggi Presidente
della Fondazione Teatro Stabile di Torino.
10- RAINBOW (Marche)
Rainbow nasce da un talento del fumetto internazionale - Iginio Straffi – in un luogo dell’immaginario sacro e
dell’affabulazione – Loreto con il mistero della santa casa e di una delle madonne più conosciute e venerate al
mondo - e dalla fiducia di un imprenditore speciale - Don Lamberto Pigini – fondatore di un Gruppo editoriale
impegnato in attività legate all’educational. Una storia esemplare fatta di abitudine al racconto e alla narrazione
che è alla base della nascita di Rainbow. Lo stesso fenomeno Winx è un progetto dell’immaginario, e non a
caso è riuscito a posizionarsi tra i leader nel panorama dell’industria televisiva e cinematografica mondiale, il
numero 1 a livello di audience con una serie TV trasmessa in oltre 130 paesi. I prodotti a marchio Winx Club
sono distribuiti da oltre 600 società in tutto il mondo, tra cui multinazionali come Mattel, Konami, Upperdeck.
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La lucida strategia di licensing a fronte di un fatturato in pochi anni passato dai 4 agli oltre 50 milioni di Euro,
produce un giro d’affari di oltre 1,5 miliardi di Euro. Il nuovo headquarter di Loreto è un edificio di
bioarchitettura, ecostenibile, energeticamente autoalimentato per la quasi totalità delle funzioni. L’azienda si è
imposta nel competitivo mercato dell’intrattenimento per bambini con proprie opere originali, caratterizzate
da personaggi e trame avvincenti, che hanno contribuito alla crescita del Gruppo e a un incremento dei ricavi
superiore al 150% nel triennio 2004-2006. Oggi il Gruppo Rainbow è in Europa uno dei principali produttori
indipendenti di cartoni animati per il cinema e la tv con properties di grande successo e notorietà come Winx
Club, Monster Allergy, Pixies, Tommy & Oscar e Prezzy. Ma è anche uno dei pochi studi in Italia in grado di
gestire internamente tutte le fasi produttive dei cartoni animati, dalla pre-produzione - concept, storyboard,
sviluppo di personaggi, trama e ambientazione - alla produzione finale. Alla casa madre di Loreto si sono
aggiunti Rainbow Distribution BV con sede ad Amsterdam focalizzata sui mercati del centro e nord Europa per la
distribuzione TV, il licensing e le nuove acquisizioni; Rainbow CGI, con sede a Roma, in grado di gestire tutti gli
aspetti per lo sviluppo del 3D CGI. Iginio Straffi ha ottenuto diversi riconoscimenti per il suo lavoro come il
“Pinocchio Award” nel 2005, e nello stesso anno quello per lo “Studio di Animazione dell’anno” al Cartoon
Festival on the Bay di Positano.
Iginio Straffi è il CEO di Rainbow.
11- ACRIB - ASSOCIAZIONE CALZATURIFICI RIVIERA DEL BRENTA (Veneto)
La tradizione calzaturiera della Riviera del Brenta - l'area geografica che si estende da Padova a Venezia - trae
le sue origini dall’arte degli antichi "calegheri" veneziani del 1200, anche se ha avuto il suo pieno sviluppo verso
la fine del XIX secolo. Oggi nel settore operano 708 piccole e medie imprese che coprono l'intera filiera
produttiva e danno lavoro a oltre 12.000 addetti. La produzione annua si attesta su 22 milioni di paia di
scarpe, di cui il 90% è venduto all’estero, mentre il fatturato, nel 2007, è stato di quasi 2 miliardi, il miglior
risultato ottenuto dal distretto nell’ultimo quarto di secolo. L’associazione calzaturifici Riviera del Brenta è
nata con lo scopo di rappresentare questo sistema calzaturiero. L’associazione e i consorzi collegati operano
in diversi ambiti - sindacale, economico, tributario, stampa e relazioni esterne - al servizio delle aziende
associate, per la maggior parte PMI che, grazie alla produzione di calzature di qualità e all’investimento nelle
nuove tecnologie, sono riuscite ad affermarsi sul mercato mondiale. C’è poi l’attenzione alla formazione e al
trasferimento delle conoscenze, con una scuola, il Politecnico calzaturiero, che ogni anno sforna circa 60 neodiplomati da impiegare nelle imprese del distretto. La mossa vincente, negli ultimi anni, è stata quella di
puntare sul segmento più alto del mercato, quello del lusso, abbandonando il target medio. Il tutto
accompagnato dalla volontà di mantenere in loco l’intera catena produttiva, senza cedere alla tentazione della
delocalizzazione. E i risultati confermano la validità della scelta, se si pensa che la quasi totalità delle calzature
"griffate" presenti sui mercati internazionali sono quasi totalmente prodotte - ma in gran parte co-ideate e
commercializzate - da calzaturifici della Riviera del Brenta. Una posizione di leadership che poggia sulla
capacità di realizzare un prodotto totalmente made in Italy, non duplicabile altrove e sulla capacità di fare rete.
L’ultimo traguardo raggiunto è l’apertura di due show-room a New York e Pechino.
Gianpiero Menegazzo è il Direttore dell’ACRIB.
12- CRN FERRETTI GROUP (Emilia Romagna- /Marche)
Ferretti Group, sotto la guida di Norberto Ferretti, ha raccolto in pochi anni un portafoglio di brand –
Apreamare, Bertram, Riva, Crn, Custom Line, Mochi Craft, Itama e Pershing - talmente significativi da farne
un vero e proprio scrigno di memoria e futuro del lusso made in italy legato alla nautica da diporto. Il Gruppo
- 25 unità produttive, oltre 3000 addetti più l’indotto, 951 milioni di euro il fatturato 2007 – si presenta come
un autentico player a livello mondiale, capace di coprire tutti i segmenti di mercato con una gamma completa
di prodotti di alta qualità. Ha raccolto il meglio che l’Italia produce nel settore, ha messo in rete e aggregato
senza omologare tutti i know-how dei singoli marchi che sono storie di impresa e territorio, costruendo una
filiera interna ed esterna di prima grandezza. Con sostanziali innovazioni non solo sul design ma anche sulla
tecnologia, attraverso la messa a punto di motori ibridi a basso impatto ambientale che mostrano una vera
vocazione ecologica per molti nuovi prodotti. Il Gruppo ha un polo strategico tra Fano e Ancona. Lì si
producono alcuni dei gioielli di famiglia e il dialogo con la subfornitura ha dato origine a una filiera di
eccellenze, a una riconversione di produzioni tradizionali orientate al segmento della qualità, che ha
contribuito a realizzare un vero e proprio distretto del mare (una realtà produttiva con il 90% dell’occupazione
distribuita tra Ancona e Pesaro, e l’80% della produzione destinata all’export). E’ un’evoluzione indotta da un
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gruppo leader che ha contribuito a riposizionare comparti tradizionali del territorio, come quello del mobile e
del complemento, della cantieristica e del terziario legato alla manifattura. CRN che prima dell’acquisizione di
Ferretti nel 1999 era già una realtà importante - memorabile resta il SuperConero degli anni ’60 - è diventato
oggi uno dei principali produttori mondiali di yacht di lusso in acciaio, alluminio e materiale composito, e si è
conquistato una leadership indiscussa nel panorama internazionale della nautica da diporto con una propria
scuola progettuale diversa da altre realtà europee. La scelta vincente è nella capacità costruttiva di megayacht
costantemente custom fino a 80 metri e nelle due linee semicustom da 40 e 43 metri. Il sito di Ancona si
estende su una superficie di oltre 100 000 mq e ha assunto la caratteristica di polo produttivo multibrand del
Gruppo per Custom Line, Riva, Navetta e CRN con gli oltre 400 addetti, e almeno altrettanti di indotto. La
leadership di CRN attualizza l’esperienza di un comparto produttivo, economico, e di storia del lavoro che
nella città di Ancona e nel suo porto ha ospitato storicamente leaders del mercato.
Lamberto Tacoli è Presidente e AD di CRN Gruppo Ferretti.
13- ASSOCIAZIONE NAZIONALE COOPERTATIVE DI CONSUMATORI – COOP
Con i suoi 1394 punti vendita, 56 000 addetti, 6,7 milioni di soci, 11,5 miliardi di euro di fatturato, di cui oltre
il 70% verso i soci, Coop è leader in Italia nella Grande Distribuzione Organizzata, forte di una quota di
mercato del 17,7%, che arriva al 24% con “Centrale Italiana”, il primo polo distributivo nazionale cui
aderiscono Sigma, Aspiag, Despar e Gigante. Non solo. Coop è leader di una nuova consapevolezza del
consumo, sostenibile, made in italy con certificazioni di filiera. La qualità, la tipicità, il biologico, sono valori
etici prima che politiche commerciali: il 90% dei fornitori sono italiani, il 35% viene dal mondo cooperativo, e il
prodotto a marchio Coop ha un’incidenza nelle vendite del 20,6%. Coop cerca, raccoglie, distribuisce e vende
qualità e fedeltà per i soci e i consumatori, e non è un caso se lo slogan storico è la coop sei tu. Lo scorso anno
ha avviato ad Helsinki un progetto mirato all’internazionalizzazione dei prodotti a marchio Coop Italia, che
diventerà capofila di un maxipolo acquisti nel settore alimentare in Europa, cui faranno capo i principali gruppi
distributivi a base cooperativa della UE. Coop è a tutti gli effetti una piattaforma di commercializzazione e
promozione della qualità agroalimentare del made in italy. Parallelamente, si sta potenziando l’attività di
Intercoop, con sede ad Hong Kong, per estendere la presenza in campo non alimentare in tutta l’area
orientale. Questo percorso costellato di successi viene da lontano, dalla matrice sociale e culturale del
movimento cooperativo, un modello economico che mentre agisce sullo sviluppo accresce e rafforza il
capitale sociale, ben oltre il senso di appartenenza che può venire da sofisticate politiche di marketing.
Scegliere Coop non è solo una scelta tecnica di qualità, è una scelta di condivisione e partecipazione a un
sistema di valori, al centro del quale stanno la fiducia e la consapevolezza che si è destinatari in quanto soci di
tutele, mutualità, sussidiarietà. L'Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori - Coop (ANCCCOOP), costituita nel 1955, esprime l'identità cooperativa che mette il consumatore al centro, e determina
secondo principi che accomunano le cooperative di tutto il mondo, le scelte strategiche e programmatiche, le
politiche di tutela dei consumatori e dell'ambiente, i programmi di solidarietà ed impegno sociale.
Aldo Soldi è il Presidente di ANCC-Coop.
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