Leggi - Confagricoltura Lombardia

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Leggi - Confagricoltura Lombardia
La competitività delle
imprese nell’ambito
del territorio
Roberto Pretolani
Dipartimento di Economia e Politica Agraria,
Agroalimentare e Ambientale
Università degli Studi di Milano
Assemblea annuale Confagricoltura Lombardia 20/05/2010
Articolazione dell’intervento
Anzitutto alcuni brevi flash sul territorio
(o meglio territori) nel quale operiamo e
sulle caratteristiche delle imprese nei
diversi contesti
Successivamente alcune considerazioni
sulla competitività delle imprese e
dell’agricoltura lombarda
Infine alcuni spunti di riflessione
LombardiaLombardia
23.86323.863
km2km
= 2 2,4
= 2,4milioni
milioni ha di ha
Foreste
29,0%
Altra superficie
23,2%
Seminativi
30,5%
Acque interne
4,5%
Foraggere permanenti
11,6%
Fonte:elaborazioni DEPAAA su dati Istat e Regione Lombardia
Colture permanenti
1,4%
Caratteristiche delle aree rurali
Caratteristiche delle aree rurali e urbane lombarde definite nel PSR
Abitanti
Numero
Aree rurali con problemi di sviluppo
Aree rurali intermedie
Superficie territoriale
%
Km²
SAU
Densità SAU / ST
%
Ettari
%
Abit/Km²
%
164.500
856.724
1,8%
9,5%
3.481
6.789
14,6%
28,4%
97.894
155.513
9,4%
15,0%
47
126
28
23
Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata
2.174.433
TOTALE AREE RURALI
3.195.657
24,1%
35,4%
9.389
19.659
39,3%
82,4%
654.809
908.215
63,0%
87,3%
232
163
70
46
POLI URBANI
64,6%
4.204
17,6%
131.602
12,7%
1.388
31
23.863 100,0% 1.039.817 100,0%
379
44
LOMBARDIA
Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati Istat
5.836.897
9.032.554 100,0%
Ripartizione
della
Superficie
Ripartizione%
della
superficie
territoriale perper
aree aree
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
AR problemi
AR intermedie
% SAU
AR intensive
% SUP.AGRARIA
AR TOTALI
Poli urbani
% NON AGRARIA
LOMBARDIA
56%
Ripartizione
%%della
SAU
per aree
Ripartizione
della SAU
per aree
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
AR problemi
AR intermedie
% Seminativi
AR intensive
% Legnose agrarie
AR TOTALI
Poli urbani
% Foraggere permanenti
LOMBARDIA
% degli
orientamenti produttivi per aree
Ripartizione % dell'orientamento produttivo per aree
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
AR problemi
AR intermedie
% Seminativi
AR intensive
% Ortoflorovivaismo
AR TOTALI
% Colture permanenti
Poli urbani
% Erbivori
LOMBARDIA
% Granivori
% di occupazione
e di ereddito
agricolo
per aree
Tassi di occupazione
reddito agricolo
per aree
8%
7%
6%
5%
4%
3%
2%
1%
0%
AR problemi
AR intermedie
AR intensive
% Occupati agricoli
AR TOTALI
Poli urbani
% Reddito agricolo
LOMBARDIA
PIL/UL = 66.000 €; Reddito lavoro dipendente per UL = 36.000 €
Le tipologie delle aziende agricole
Reddito
Minimale
Complementare
Principale
Lavoro e conduzione
Hobbistiche
Terzisti
Accessorie Familiari
Salariati
Autoconsumo
Sussistenza
Destrutturate
Professionali
%
di aziende
tipologie
e eper
aree
Ripartizione
% delleper
aziende
per tipologia
per aree
100%
26,1%
90%
80%
70%
60%
34,6%
50%
40%
17,2%
30%
20%
22,1%
10%
0%
AR problemi
AR intermedie
% Autoconsumo
AR intensive
AR TOTALI
Poli urbani
% Destrutturate
% Sussitenza
% Professionali
LOMBARDIA
22,1%
17,7%
34,6%
26,1%
Gli scenari emergenti
Nei prossimi anni l’agricoltura europea e mondiale
(e la sua governance) sarà chiamata a rispondere a
grandi interrogativi:
Come rispondere all’aumento della domanda di cibo
in quantità e qualità ?
Come conciliare la domanda di cibo e quella di fonti
di energia “verdi” ?
Come conciliare competitività e multifunzionalità ?
Con quali strumenti sostenere il reddito degli
imprenditori: pagamenti disaccoppiati, assicurazioni sui
rischi, maggiore stimolo allo sviluppo rurale, incentivi
alla ricerca e sviluppo, ecc.
L’aumento della domanda di cibo
Il 12 e 13 ottobre 2009 si è tenuto alla FAO un
Forum di Esperti di Alto Livello, chiamati a
discutere le strategie su "Come Nutrire il
Mondo nel 2050” e a preparare il Vertice
Mondiale sulla Sicurezza Alimentare, svolto a
Roma dal 16 al 18 novembre 2009.
FAO stima che per nutrire il mondo nel 2050 sia necessario
aumentare la produzione del 70% rispetto ad oggi.
Il 37% per rispondere all’aumento di popolazione
Il 33% per eliminare la fame e riequilibrare la dieta
La produzione di cereali dovrà crescere del 43%,
soprattutto per alimentazione animale e per le bioenergie
La produzione di carni dovrà crescere del 75%, per
rispondere alla domanda dei PVS
Piè di pagina: spazio libero per eventuale
nome struttura o altro
Come rispondere all’aumento della domanda
L’aumento della produzione si può ottenere con:
L’incremento delle superfici coltivabili
L’incremento delle rese produttive
FAO stima che solo il 10% dell’aumento possa derivare
da nuove superfici: +120 milioni di ettari in Africa e
Sud America, ma -50 milioni nei Paesi sviluppati.
Il 90% dell’aumento deve derivare dall’incremento
delle rese produttive e dei coefficienti di conversione
dei foraggi e mangimi in carni e latte.
Le rese possono crescere diffondendo l’irrigazione, la
meccanizzazione, il progresso genetico delle sementi,
la concimazione equilibrata, la difesa dai parassiti.
Piè di pagina: spazio libero per eventuale
nome struttura o altro
Occorre una nuova rivoluzione produttiva
L’incremento necessario delle rese al 2050 è pari al 77%,
uguale a quello ottenuto con la prima rivoluzione verde,
i cui effetti oggi si sono ormai quasi esauriti.
Il potenziale delle biotecnologie
Oggi il progresso genetico passa principalmente
attraverso le biotecnologie che consentono di accelerare il
miglioramento delle specie e ridurre gli input chimici,
diminuendo anche l’impatto dell’agricoltura sul territorio
Un esempio a lato:
in Europa le rese del
mais (non GM) sono
ferme, negli USA
(GM) crescono
Non basta aumentare la produzione…
Per fornire maggiore quantità (e qualità) di cibo non
basta accrescere la produzione agricola e zootecnica
Altri aspetti fondamentali da migliorare sono:
La trasformabilità delle materie prime in alimenti
La conservazione del cibo sia nei luoghi di produzione
che in quelli di consumo
La logistica e la distribuzione
L’equilibrio delle fonti alimentari
Ma soprattutto il capitale umano (formazione)
Le imprese nei nuovi scenari
Maggiore libertà nella scelta degli
ordinamenti produttivi
Maggiori vincoli alle tecniche produttive
Maggiore incertezza sui prezzi e sui redditi
Stimolo alla diversificazione delle attività
(beni alimentari/non alimentari)
(beni/servizi) e dei redditi
Necessità di investimenti per ampliamenti e
ristrutturazioni
Formazione del capitale umano e necessità di
assistenza tecnica
Le imprese lombarde nei nuovi scenari
Le imprese lombarde professionali operano in
territori dove vi è competizione per le risorse
(terreni, acqua, manodopera, ecc.) e pesanti limiti
nelle attività (vincoli ambientali, distanze dai centri
abitati)
Le conseguenze sono maggiori costi e bassa
competitività rispetto ad altre aree europee
La vicinanza di aree urbane offre l’opportunità di
fornire servizi alla collettività (ambiente, energia) e
ai singoli (tempo libero, prodotti)
Ciò spinge a diversificare le attività (fattore positivo)
ma contemporaneamente a seguire l’onda o gli
incentivi (ad es. per l’energia) in mancanza di
sufficienti competenze tecniche o di dati attendibili
Conseguenze per l’agricoltura lombarda
L’agricoltura lombarda deve diversificare la propria
produzione, troppo basata su commodities.
Le imprese devono diversificare le scelte produttive per
ridurre i rischi di mercato e differenziare gli sbocchi
Al centro dell’attenzione va messo l’imprenditore, la sua
capacità di innovare, di mettersi in relazione con gli altri
imprenditori, di fare rete per conquistare potere di
mercato (le nuove norme regionali sui distretti possono
essere una grande occasione)
Occorre che gli imprenditori siano accompagnati a
diventare protagonisti attivi di tali cambiamenti e che i
servizi alle imprese siano ripensati in questa direzione.
Agricoltura lombarda ed Expo 2015
Expo 2015 può rappresentare un’occasione di confronto e di
trasmissione di conoscenze da/verso la Lombardia non solo
sui prodotti tipici, sulle eccellenze gastronomiche, sulla cura
del territorio e del paesaggio ma sulle caratteristiche che
hanno reso il sistema agroalimentare lombardo uno dei più
sviluppati a livello mondiale:
regolazione e uso delle acque;
impiego tecnologico avanzato dei fattori di produzione;
capacità di trasformare i vegetali in prodotti animali;
tecnologie di conservazione e trasformazione degli alimenti;
formazione del capitale umano;
capacità imprenditoriali.