2-novembre-2015 - Liceo Porporato
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2-novembre-2015 - Liceo Porporato
“Tutti i giornalisti sono, per via del loro mestiere, degli allarmisti: è il loro modo di rendersi interessanti” Arthur Schopenhauer. Onda d’Urto Periodico politico culturale di attualità, curato dagli studenti del Liceo Porporato di Pinerolo. Direttore responsabile Alessandro Albarello. Numero 2 2015-16. Editore: Liceo Porporato. 13 11 15 Tanti attacchi, stessa origine Emanuele Provenzale II BC Il 2015 è un anno che conta un gran numero di attentati da parte dell’Isis: quello di Parigi, del 13 novembre, è stato molto raccontato dai media. Ma quest’attacco è uno di un lungo elenco. In Nigeria, il 7 gennaio, a Baga, sono avvenuti una serie di uccisioni di massa, in cui hanno perso la vita circa 2000 persone: questo è il più alto numero di morti di quest’anno. A compiere questo e altri attentati è stata l’organizzazione jihadista sunnita Boko Haram, alleata con lo Gli attentati di Parigi sono stati sotto gli occhi di tutti, ma sono solo un episodio di un lungo elenco che nel 2015 è iniziato il 7 gennaio stato islamico. L’Isis è il responsabile di un altro attacco, avvenuto il 20 marzo a Sana’a, nello Yemen, dove 150 persone sono morte mentre si trovavano in moschea per la preghiera del venerdì. In Kenya, a Garissa, il 1 Di cosa parliamo quando parliamo di terrorismo? Maite Chiesa IIAC In merito ai fatti accaduti non solo il 13 novembre a Parigi, ma anche ad altri episodi clamorosi (11 settembre, ad esempio), si usa l’espressione ormai diffusa “attacco terroristico”. Ma di preciso in cosa consiste il terrorismo? Difficile trovarne una definizione, per aiutarci ci rifacciamo alla storia, da sempre aprile, il gruppo islamista AlShabaab, anch’esso alleato con l’Isis, ha compiuto una strage presso l’università della città, in cui persero la vita 150 persone. Questi sono alcuni eventi di quest’anno, che, anche se non sono tutti avvenuti vicino a noi, non si possono scordare per la loro brutalità. [email protected] Viaggio tra le righe "Il verbo leggere non sopporta l'imperativo", diceva Rodari, ma spesso si ha bisogno di qualche consiglio di lettura che ci aiuti ad intraprendere un viaggio attraverso fiumi di pagine... è proprio qui che potete trovarlo. QUANDO A ESSERE CACCIATO È UN AQUILONE “La quiete è pace, tranquillità, quando si abbassa il volume della vita. Ma quando si preme il tasto per spegnerla del tutto, resta solo silenzio.” Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni, Pickwick €10,12 o digitale €6,99. È sufficiente una chiamata per riportare la mente di Amir ai ricordi di un doloroso passato. Un passato avvolto da una bugia mai confessata, che lo ha perseguitato per tutto l'arco di una vita. Questa si nasconde ancora tra i vicoli di Kabul, la sua città, in un Afghanistan oramai devastato dalla guerra. Amir dovrà tornare in quel luogo di desolazione, che gli farà affiorare nel petto (o quasi) magistra vitae (o almeno così dovrebbe essere). Si può parlare di “terrorismo” o “organizzazioni terroristiche”, ironia della sorte, a partire della Rivoluzione Francese (17891799), con un personaggio celeberrimo: Robespierre. Con lui si iniziò a parlare di Regime Del Terrore, della figura del demagogo e di tanti altri modi di dire che ci accompagnano ancora oggi. In cosa consisteva il Regime Del Terrore? In misure repressive nei confronti degli avversari politici (e non solo) di un’asprezza inaudita (es. la ghigliottina), Continua a pagina 2 Ipse dixit “Bisogna spegnere la violenza piuttosto che l’incendio”. Eraclito “La tecnologia più raffinata consente ora l’uso della violenza dolce e silenziosa, laddove nell’evo antico e nell’età più prossima funzionava la violenza bruta e l’annientamento fisico del dissidente”. Sandro Pertini un sentimento nostalgico e che gli riporterà alla mente il volto di Hassan, con il labbro leporino. Dovrà partire verso una nuova avventura, che lo poterà finalmente a chiudere i conti con la sua infanzia. “A fare la differenza è il modo di agire... quando nemmeno una grande distanza ti allontana dal tuo passato” “Il Cacciatore di aquiloni” è il primo racconto redatto da Khaled Hosseini: colmo di valori, di frasi meravigliose e di una profondità commovente, che colpiscono l'animo del lettore e gli fanno vivere tutta l'esperienza in prima persona. Un libro che insegna a valorizzare gli istanti, a non fermarsi davanti al primo ostacolo, ad affrontare le avversità con coraggio e determinazione... e che insegna a guardare oltre alle apparenze. Perché non cambia l'essere nati a Kabul o in California, l'essere Afghano o Americano, credere in Dio o in Allah. A fare la differenza è il modo di agire... quando nemmeno una grande distanza ti allontana dal tuo passato, e ti ricorda qual è la cosa giusta da fare, portandoti anche ad inseguire un aquilone. Greta Gabrieli 1BC Cosa succede Porporato in casa LiberaMente Facciamoci la scuola di cui abbiamo bisogno Oggi alle 14.30 si terrà il primo incontro di LiberaMente, proposto dai rappresentanti d’istituto: una serie di incontri pomeridiani di approfondimento, analisi e dibattito sull’attualità. L’idea nasce a seguito delle vicende dell’attentato di Parigi e si sviluppa come una serie di momenti in cui riflettere su ciò che sta accadendo nel mondo. La proposta dei rappresentanti d’istituto è quella di organizzare incontri in cui i protagonisti siamo noi studenti, ma ci sarà comunque la presenza di insegnanti, disposti a chiarimenti e spiegazioni. Non saranno lezioni frontali, ma dibattiti e riflessioni in cui saremo noi stessi autori di quest’indagine. Modalità e frequenza degli incontri verranno scelte dai partecipanti, in base alle necessità di ognuno. La seconda tappa di LiberaMente sarà sabato 5 dicembre, con l’incontro con Alessandro Politi, analista strategico, il cui intervento sarà utile per chiarire i dubbi con la presenza di un esperto. I due turni dell’incontro sono dalle 9.15 alle 11.15 e dalle 11.15 alle 13.15. Le iscrizioni, classe per classe, si effettuano presso la vicepresidenza. Chi finanzia l’Isis? Quello che pochi sanno La principale risorsa economica dei Paesi mediorientali è la vendita di petrolio, motivo per cui gli stati occidentali si sono interessati a queste zone. Anche l'ISIS sfrutta questa risorsa, vendendo l'oro nero alla Turchia. Dopodiché chi lo acquista? Molti Paesi occidentali che, facendo affari sul mercato nero, risparmiano. La stessa questione vale per la vendita di pezzi pregiati di musei storici. Ma un altro punto importante è legato alla compravendita di armi: se per vendere il petrolio è necessario chi lo acquista, per possedere molte armi c'è Alessandro Politi è Direttore della NATO Defense College Foundation e ricercatore del CeMiSS. È docente di geopolitica, geoeconomia ed intelligence presso la SIOI. Maite Chiesa II AC Continua da pag. 1 nell’abolizione dei difensori ai processi e dell’interrogatorio preliminare degli accusati, tanto per rendere un’idea. Ecco perché venne definito Grande Terrore: abolito ogni diritto umano e civile, il cittadino era un semplice compagno politico od un nemico da mandare al patibolo. L’obiettivo era seminare il terrore nella popolazione, avere sempre più sostenitori e mostrarsi invincibili agli occhi dei deboli, di coloro che erano Il greggio sarebbe venduto sul mercato nero a prezzi davvero concorrenziali - con sconti del 40-70%. Solo l'Iraq, produrrebbe dai 25 ai 40mila barili di petrolio al giorno. Uno dei maggiori finanziatori dell'ISIS è il Qatar, in cui recentemente Finmeccanica, ottava nell'industria bellica mondiale, ha esportato armi. Anche per il Kuwait, che recentemente ha fatto un accordo con Renzi per la Emanuele Provenzale 13 11 15 bisogno di qualcuno che le venda. semplicemente cittadini. Oggi non si usa più la ghigliottina, forse non si mandano al patibolo gli avversari politici e non si decapita la Regina come dimostrazione di potenza. I tempi sono cambiati, tutto il mondo è diverso. La Società delle Nazioni è riuscita a definire il terrorismo: "fatti criminali diretti contro lo Stato in cui lo scopo è di provocare terrore nella popolazione o in gruppi di persone." Perché è questo che fa il terrorismo: fa paura, con mezzi purtroppo violenti, sradicando le vite dalla terra che è lo Stato. La Rivoluzione Francese non è riuscita ad insegnare nulla a quanto pare: Libertè, Egalitè, Fraternitè sono ormai parole sbiadite. Per cosa si semina terrore oggi? Soldi, Petrolio, Avidità, Prepotenza? Credo per mera, vendita di armamenti, vale lo stesso discorso. Inoltre gli USA, primi produttori mondiali di armi, pochi mesi fa hanno venduto bombe per più di un miliardo di euro all'Arabia Saudita. Quindi sebbene da questi Paesi arrivino soldi ai terroristi, l'occidente fa affari con loro. Da una parte le azioni dell'ISIS producono morte e terrore, dall'altra arricchiscono le industrie belliche occidentali. Vittoria Olivero pura, semplice Ignoranza. Un giorno ci si ricorderà della famosa historia magistra vitae… Forse quel giorno sarà tardi. Cosa succede Porporato in casa LiberaMente Facciamoci la scuola di cui abbiamo bisogno Oggi alle 14.30 si terrà il primo incontro di LiberaMente, proposto dai rappresentanti d’istituto: una serie di incontri pomeridiani di approfondimento, analisi e dibattito sull’attualità. L’idea nasce a seguito delle vicende dell’attentato di Parigi e si sviluppa come una serie di momenti in cui riflettere su ciò che sta accadendo nel mondo. La proposta dei rappresentanti d’istituto è quella di organizzare incontri in cui i protagonisti siamo noi studenti, ma ci sarà comunque la presenza di insegnanti, disposti a chiarimenti e spiegazioni. Non saranno lezioni frontali, ma dibattiti e riflessioni in cui saremo noi stessi autori di quest’indagine. Modalità e frequenza degli incontri verranno scelte dai partecipanti, in base alle necessità di ognuno. La seconda tappa di LiberaMente sarà sabato 5 dicembre, con l’incontro con Alessandro Politi, analista strategico, il cui intervento sarà utile per chiarire i dubbi con la presenza di un esperto. I due turni dell’incontro sono dalle 9.15 alle 11.15 e dalle 11.15 alle 13.15. Le iscrizioni, classe per classe, si effettuano presso la vicepresidenza. Chi finanzia l’Isis? Quello che pochi sanno La principale risorsa economica dei Paesi mediorientali è la vendita di petrolio, motivo per cui gli stati occidentali si sono interessati a queste zone. Anche l'ISIS sfrutta questa risorsa, vendendo l'oro nero alla Turchia. Dopodiché chi lo acquista? Molti Paesi occidentali che, facendo affari sul mercato nero, risparmiano. La stessa questione vale per la vendita di pezzi pregiati di musei storici. Ma un altro punto importante è legato alla compravendita di armi: se per vendere il petrolio è necessario chi lo acquista, per possedere molte armi c'è Alessandro Politi è Direttore della NATO Defense College Foundation e ricercatore del CeMiSS. È docente di geopolitica, geoeconomia ed intelligence presso la SIOI. Maite Chiesa II AC Continua da pag. 1 nell’abolizione dei difensori ai processi e dell’interrogatorio preliminare degli accusati, tanto per rendere un’idea. Ecco perché venne definito Grande Terrore: abolito ogni diritto umano e civile, il cittadino era un semplice compagno politico od un nemico da mandare al patibolo. L’obiettivo era seminare il terrore nella popolazione, avere sempre più sostenitori e mostrarsi invincibili agli occhi dei deboli, di coloro che erano Il greggio sarebbe venduto sul mercato nero a prezzi davvero concorrenziali - con sconti del 40-70%. Solo l'Iraq, produrrebbe dai 25 ai 40mila barili di petrolio al giorno. Uno dei maggiori finanziatori dell'ISIS è il Qatar, in cui recentemente Finmeccanica, ottava nell'industria bellica mondiale, ha esportato armi. Anche per il Kuwait, che recentemente ha fatto un accordo con Renzi per la Emanuele Provenzale 13 11 15 bisogno di qualcuno che le venda. semplicemente cittadini. Oggi non si usa più la ghigliottina, forse non si mandano al patibolo gli avversari politici e non si decapita la Regina come dimostrazione di potenza. I tempi sono cambiati, tutto il mondo è diverso. La Società delle Nazioni è riuscita a definire il terrorismo: "fatti criminali diretti contro lo Stato in cui lo scopo è di provocare terrore nella popolazione o in gruppi di persone." Perché è questo che fa il terrorismo: fa paura, con mezzi purtroppo violenti, sradicando le vite dalla terra che è lo Stato. La Rivoluzione Francese non è riuscita ad insegnare nulla a quanto pare: Libertè, Egalitè, Fraternitè sono ormai parole sbiadite. Per cosa si semina terrore oggi? Soldi, Petrolio, Avidità, Prepotenza? Credo per mera, vendita di armamenti, vale lo stesso discorso. Inoltre gli USA, primi produttori mondiali di armi, pochi mesi fa hanno venduto bombe per più di un miliardo di euro all'Arabia Saudita. Quindi sebbene da questi Paesi arrivino soldi ai terroristi, l'occidente fa affari con loro. Da una parte le azioni dell'ISIS producono morte e terrore, dall'altra arricchiscono le industrie belliche occidentali. Vittoria Olivero pura, semplice Ignoranza. Un giorno ci si ricorderà della famosa historia magistra vitae… Forse quel giorno sarà tardi. Impara l’arte e mettila da parte… Avevamo pubblicato nello scorso numero un compito in classe di uno studente diplomato lo scorso anno con voti eccellenti. Una ricercatrice universitaria lo ha letto e commentato per noi. Rasetto colpisce ancora L’articolo di Davide Rasetto Il simpatico Kant presenta il pregio, inconsueto in uno studente liceale, di concettualizzare nel breve spazio di un articolo il problema posto dallo stesso filosofo di Königsberg e la sua relativa proposta risolutiva. Questa modalità di approccio alla sistematica kantiana, che cerca di definire il suo orizzonte problematico in contrapposizione alla filosofia di Hume, potrebbe forse rendere “simpatico” Kant alla maggior parte degli studenti (nonché ai loro docenti!), per i quali rappresenta, solitamente un lungo capitolo da lasciarsi presto alle spalle. Infatti solo ripercorrendo le tappe di sviluppo del suo pensiero è possibile non solo restituire un certo fascino all’“antipatico” Kant, ma al contempo rendere conto del problema della conoscenza, che secondo lui si definisce nel rapporto tra le nostre rappresentazioni e cosa esiste in natura. L’uomo cioè si interroga sulla possibile corrispondenza tra ciò che egli pensa esistere in natura e le cose come sono nella realtà. “Ma allora come ci sono date queste cose, se non lo sono grazie al modo in cui esse ci impressionano?” T un filosofo deve diventare parte attiva del processo di insegnamentoapprendimento per porre lo studente in grado di condurre la sua vita in modo libero, critico, responsabile in rapporto al sé, al mondo e agli altri. Elisabetta Scolozzi, Università del Salento La scienza moderna pensava che la sua descrizione del mondo fosse vera e ne indagava le leggi. Il razionalismo fondava la conoscenza su una verità evidente, mentre l’empirismo sull’origine percettiva. Di contro, la possibilità di conoscenza si struttura secondo Kant nel rapporto tra la nostra rappresentazione e l’oggetto JIHAD (ar. «sforzo [teso verso uno DIZIONARIO POCO scopo]») Termine che indica, RAGIONATO DEI GERGHI E nella dottrina islamica, tanto DEGLI SLANG lo sforzo di automiglioramento del roverete qui, in ogni credente (il «j. superiore»), numero un termine del gergo soprattutto intellettuale, giovanile (a firma di uno studente), rivolto per esempio allo una del gergo giovanile di un po’ studio e alla comprensione di tempo fa (a firma di un dei testi sacri o del diritto, insegnante) e un termine preso quanto la guerra condotta dallo slang «per la causa di Dio», ossia Oggi però ci dedichiamo a per l’espansione dell’islam al qualcosa più in tema… CHETTELODICOAFFARE? del mondo reale Questa inquietudine teorica trova il suo punto di arrivo nella rivoluzione copernicana, secondo la quale l’oggetto si conforma alla struttura della nostra facoltà, ovvero l’oggetto si conosce in quanto il soggetto, tramite le sue strutture a priori, porta ad apparenza l’oggetto. La riflessione continua, la problematizzazione, l’attività interpretativa che accompagna di fuori dei confini del mondo musulmano (il «j. inferiore»). MUJAHIDIN (propr. in ar. al-mujahidun) Combattenti del jihad nel senso di guerra contro i nemici di Dio, ma anche semplicemente, nel mondo arabo, combattenti per la propria patria. Si definiscono così i membri della guerriglia islamica radicale attivi in molti conflitti contemporanei, soprattutto nell’Asia centrale e nel Sud-Est asiatico. Il termine divenne noto nel corso della guerra russo-afghana, durante la quale (1979-89) i m., sostenuti in vari modi da Stati Uniti, Pakistan e Arabia Saudita, contrastarono l’intervento militare sovietico a sostegno del governo progressista afghano. Tra i vari gruppi di m., che giunsero ad avere circa 4000 basi in Afghanistan, si distinse quello finanziato e organizzato da O. Bin Laden, il quale nel 1988 diede vita al gruppo di alQa’ida. Alla fine della guerra, i m. si divisero in due componenti, l’Alleanza del Nord e i Taliban, tra i quali ebbe inizio un’aspra guerra civile. Di m. si parla anche a proposito dei guerriglieri, sunniti e sciiti, attivatisi in Iraq a partire dal 2003 contro l’occupazione delle truppe statunitensi. Infine M. del popolo iraniano sono detti i membri del Partito dei m. iraniani, fondato nel 1965, tra le forze più attive nella lotta contro il regime teocratico instaurato da Khomeini in Iran nel 1979; sempre in Iran, l’Organizzazione dei m. della rivoluzione islamica è invece una formazione politica di orientamento riformista.