SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 15 APRILE 2002

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SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 15 APRILE 2002
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 15 APRILE 2002
Presiede Giovanni Marra - Presidente del Consiglio
Partecipa il Vicesegretario Generale Dr.ssa Liuba Guatteri
-----Il Presidente dispone si proceda con interventi ai sensi dell’art. 21
del Regolamento di organizzazione e funzionamento del Consiglio
Comunale.
Dà indi la parola al consigliere Adamo.
Il consigliere Adamo così interviene:
“Credo, Presidente e colleghi, che oggi sia quasi d’obbligo
avviare un ragionamento che ci auguriamo di poter fare al più
presto in Commissione su quello che abbiamo letto sui giornali che
riguarda il Pio Albergo Trivulzio.
Da un lato non possiamo che, come dire, recriminare ancora
sul fatto che una questione così seria, come un rapporto interno di
valutazione sul Pio Albergo Trivulzio che dà un esito così negativo,
venga fatta conoscere prima alla stampa che ai Consiglieri e che
questa Amministrazione decida già, o prefiguri le decisioni da
prendere, prima ancora di aver fatto con noi un ragionamento.
Questa
indagine, fu commissionata da Sirchia, l’allora
Assessore, nel ’99, e sulla base della ricostruzione che ho svolto,
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partì da un’azione anche del Consiglio per conoscere la situazione
non solo del Pio Albergo Trivulzio, ma anche delle Case di Riposo a
gestione diretta del Comune di Milano. Questa indagine ci dice che
gli standard di servizio offerti dal Pio Albergo Trivulzio sono al di
sotto degli standard che verrebbero richiesti per le tariffe pagate
dal Comune, al punto che l’Assessore (immagino su proposta dei
funzionari) propone di abbassare la retta che paga il Comune al
PAT per i ricoverati milanesi che hanno i requisiti per l’integrazione
della retta.
Quindi noi dobbiamo sapere che cosa sta succedendo al PAT
e quali sono i dati di questa ricerca; sapere se le altre Case di
Riposo del Comune di Milano a gestione diretta presentano questa
situazione e se la decisione di abbassare il contributo della retta è
una specie di stimolo al miglioramento per il PAT, o se poi il PAT
avrà problemi gestionali per cui dovrà ricorrere all’aumento di altre
voci (per esempio, le rette per i paganti) per quelle su cui non c'è il
contributo del Comune o come potrà affrontare questa situazione.
Quindi, oltre alla Commissione, io credo che sia necessaria
un’audizione del Consiglio d’Amministrazione.
Il fatto che poi si verifichi al PAT, dopo le polemiche che ci
sono state e i rapporti tra questa Istituzione e la politica a partire
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dalle vicende di 10 anni fa, fino alla vicenda della rimozione di
Cogliati, fino alla proposta di commissariamento, fino a questo
Consiglio di Amministrazione che oggi, mentre in quest’aula si
preannuncia la presentazione di un Assessore che lavora al Pio
Albergo Trivulzio, si apra questa situazione, fa porre anche ai più
maliziosi…”
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il consigliere Adamo così riprende:
“…Lo so che non c’entra, non c’entrerà mai niente! Però oggi
noi leggiamo che la Giunta mette sotto accusa, tra virgolette, una
Istituzione in cui ad un alto incarico di responsabilità lavora una
persona che ci viene comunicato esser diventato un nuovo
Assessore di questa Amministrazione, a prescindere dagli elementi
di compatibilità o incompatibilità statutaria, questo lo vedremo
quando parleremo di questo. Contemporaneamente, Giudice, è
inutile che ridi, veniamo a sapere, sempre da notizie stampa
naturalmente, che l’Assessore Abelli in Regione (di Forza Italia
anche l’Assessore Abelli, se non è uscito da Forza Italia nel
frattempo) propone un testo di Legge per trasformare tutte le IPAB
in fondazioni regionali e quindi sottrarre alla gestione, all’indirizzo,
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al controllo, chiamiamolo come vogliamo, del Comune di Milano le
IPAB milanesi.
Io adesso non mi faccio carico del ragionamento di tutti gli
altri Comuni lombardi che, anche attraverso il loro rappresentante,
Presidente dell’ANCI Regionale, ha espresso il suo punto di vista.
La domanda che, come diceva quel tale, sorge spontanea, il quesito
che sorge spontaneo è: che cosa sta succedendo in Forza Italia su
queste questioni del socio assistenziale? Abbiamo in mano una
delibera sulle RSA che non siamo ancora riusciti a schiodare, da sei
mesi. L’Assessore Regionale vuole portare via al Comune di Milano
le IPAB, il Comune di Milano affronta nei confronti di una
Istituzione, che teoricamente dovrebbe controllare, un processo
pubblico e propone l’abbassamento delle rette. Il quesito politico è
questo. Noi faremo la nostra parte per salvaguardare i degenti, gli
anziani di Milano, però siamo anche interessati a che gli anziani
milanesi non vengano “utilizzati” nelle battaglie interne a Forza
Italia, per strane rese dei conti. Grazie”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Lucini.
Il consigliere Lucini così interviene:
“Presidente, il fatto che voglio illustrare oggi richiede un
intervento energico ed autorevole da parte del Comando della
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Polizia Municipale. Mi riferisco, quindi, al Comandante Chirivì e ai
suoi diretti collaboratori, perché ritengo che sia sempre importante
una vigilanza della Amministrazione nei confronti anche di fatti
particolari, che sono piccoli in un certo senso rispetto ai problemi di
una popolazione intera della Città, ma che comunque, nel momento
in cui si interviene, si documenta il metodo, la logica con cui il
governo cittadino agisce per tutelare i cittadini, i loro diritti e anche
la loro privacy.
Si tratta di un locale clandestino che si trova in viale Brenta
33. È un capannone che non ha un titolo, un nome, dove si
svolgono intrattenimenti serali e notturni con la musica ad alto
volume. Si trova in viale Brenta 33 e devo dire, ad onor del vero,
che nei mesi scorsi la forza pubblica, sia Pubblica Sicurezza che i
Vigili Urbani, sono talvolta intervenuti facendo fatica a trovarlo
perché è nascosto all’interno del cortile; nascosto come ubicazione,
ma molto visibile, molto percepibile dal punto di vista dei suoni, dei
rumori, dello schiamazzo.
Questo
locale,
chiamiamolo
attraverso
un
eufemismo
“locale”, con ogni probabilità non autorizzato, non a norma dal
punto di vista dei principi della sicurezza e dell’igiene, sicuramente
– e questo lo posso dire con certezza – non si è messo a norma
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sotto il profilo della insonorizzazione. Io ritengo che i cittadini che
abitano lì intorno, i condomini, i residenti, abbiano diritto alla
tranquillità e al rispetto della loro vita domestica e familiare.
Chiedo, perciò, un intervento del Comandante Chirivì,
attraverso agenti di Polizia Municipale, in questo locale di viale
Brenta 33 a Milano, per verificare se ha ottenuto tutte le
autorizzazioni previste dalle norme vigenti, sia come locale a
pubblica frequentazione, sia come locale che usa la musica come
forma
di
intrattenimento,
sia
dal
punto
di
vista
della
somministrazione di bevande e bevande alcoliche.
Chiedo anche alla Presidenza del Consiglio Comunale, a nome
di centinaia di cittadini di viale Brenta 33, di voler inviare questo
mio intervento anche al Questore e al Comandante della Piazza dei
Carabinieri di Milano, perché più volte il Comandante Chirivì,
sollecitato da me su questi fatti, mi ha risposto che chiede sempre
e costantemente la collaborazione delle altre Forze dell’Ordine.
Diamo un esempio, con un intervento a norma di legge
autorevole e tempestivo, che i cittadini non sono abbandonati a se
stessi, che in questa Città si reprimono sul nascere le iniziative
illegali e si danno dei binari precisi ai cittadini che vogliono fare
delle imprese e che hanno libertà di intrapresa, ma dentro le
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normative che sono una tutela dei loro diritti, ma anche dei diritti di
coloro che abitano vicino alla loro iniziativa, come in questo caso
un
locale
pubblico,
che
ritengo
molto
probabilmente
non
autorizzato, in viale Brenta 33”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Rutelli.
Il consigliere Rutelli così interviene:
“Presidente, intervengo su un argomento che credo stia a
cuore a molti tra noi in quest’aula, ed è il tema della comunicazione
e dell’informazione nei confronti dell’esterno delle attività che si
svolgono all’interno di quest’aula.
Tutti sappiamo il disagio che molti Consiglieri vivono nella
difficoltà di far giungere alla Città i risultati del proprio impegno.
Abbiamo a disposizione dei canali istituzionali, la ripresa televisiva;
tutto ciò è rapportato anche al Decreto Legge 29/93 dove l’Ente si
dota appunto di strumenti che facilitano la comunicazione e la
relazione con il pubblico. Per giunta il nostro Ente, giustamente, ha
anche attivato un Ufficio di relazioni con il pubblico che lavora in
modo egregio.
Il problema che pongo è legato al fatto che, se noi accettiamo
da un lato che in quest’aula, sulla base di un rispetto del
Regolamento, Maggioranza e Opposizione partecipino, con le
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funzioni previste dalla Legge, all’espressione del proprio ruolo, se si
accetta per giunta, come giustamente ha fatto il Comune, ad
attivare una ripresa televisiva che consente alla Città, al pubblico,
di conoscere gli interventi che fanno sia i Consiglieri di Maggioranza
e di Opposizione, che gli interventi della Giunta, allora mi domando
perché non debba anche essere possibile che sul ‘Giornale On line’,
che
il
Comune
ha
attivato,
attivare
anche
un’informazione
amministrativa.
Io non parlo di comunicazione politica, nel senso di interventi
liberi, di propaganda politica dei singoli Gruppi. Non mi riferisco a
questo. Mi riferisco esattamente e solamente alle attività consiliari
legate, per esempio, alle interrogazioni, alle mozioni, agli ordini del
giorno che vengono presentati in quest’aula sia dai Consiglieri di
Maggioranza che di Opposizione. Quindi il mio intervento è ad
appannaggio del ruolo del Consigliere Comunale, sia esso di
Maggioranza che di Opposizione.
Allora mi domando perché non debba essere possibile che nel
giornalino on line, che per il momento vede l’utilizzazione solo della
Giunta, non possa essere garantita anche al Consiglio Comunale,
quindi non solo alla Giunta, ma a tutto il Consiglio Comunale, la
possibilità di comunicare alla Città i lavori del Consiglio. Perché se
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si dà già, come accade, l’opportunità di una ripresa televisiva, vuol
dire che si riconosce il diritto; però ci possono essere dei cittadini
che in quegli orari in cui queste trasmissioni televisive non sono
rese pubbliche e non sono rese fruibili rimangano fuori da questa
opportunità.
Se
nel
giornalino
on
line,
solo
e
unicamente
come
informazione, potessero essere anche riportate le mozioni, ripeto,
gli ordini del giorno e le interrogazioni di tutti i Consiglieri, io credo
che questo offrirebbe una occasione alla Città per conoscere cosa i
singoli Consiglieri fanno. Quindi mi riferisco solo e unicamente a
una informazione amministrativa di atti legali e non a una
propaganda politica. Solo a una informazione amministrativa.
Chiedo quindi, attraverso l’Ufficio di Presidenza, di far
pervenire al signor Sindaco, che è colui che può decidere in
proposito, nella misura in cui esiste una ripresa televisiva, nella
misura in cui esiste un Regolamento che rende possibile ai
Consiglieri di esprimere con voti legali che sono, ripeto, le
espressioni dell’attività amministrativa, non debba essere anche
permessa una utilizzazione, una fruizione del giornalino on line del
Comune per garantire a tutta la cittadinanza di conoscere quali
sono le iniziative che passano amministrativamente all’interno di
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quest’aula sotto forma di quelli che sono gli atti amministrativi che
legalmente
vengono
intrapresi.
Questa
è
una
mozione
ad
appannaggio di tutti i Consiglieri, siano essi di Maggioranza e di
Opposizione.
Questa è una battaglia che io inizio oggi, ma già altre volte
ne abbiamo parlato, e ritornerò su questo perché molti Consigli
Comunali d’Italia hanno già realizzato questo. Io sto raccogliendo
un elenco di Consigli Comunali e credete, Consiglieri, tra breve ve
ne darò elenco, molti di questi Consigli, pur retti da Maggioranze
come questa, cioè la Casa delle Libertà, hanno già attivato questo
tipo di spazio. Credo che questa sia una informazione da garantirsi.
Grazie”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ciccioni.
Il consigliere Ciccioni così interviene:
“Vorrei questa sera parlare della Filarmonica de La Scala,
Presidente e colleghi, l’Orchestra che è nata nel ‘91 da orchestrali
de La Scala, ma alla quale non tutti gli orchestrali stessi hanno
aderito. Perché ne parlo stasera? Perché vorrei farne oggetto di
dibattito, non certo in questo momento, in questo Consiglio, ma
anche per fornire materia di riflessione a tutti.
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Come si può capire l’Orchestra è all’interno di un grande
Teatro, un Teatro Sinfonico e Lirico come il Teatro a La Scala, la
struttura portante, la struttura base. Senza un’Orchestra, in buona
sintonia con la direzione, non c’è teatro che tenga e quindi la
gestione di un teatro non può prescindere da buoni rapporti con gli
orchestrali.
Nel ‘91, al fine di favorire l’acquisizione di un rapporto
sereno, il Sovrintendente di allora, Paolo Grassi, offrì l’opportunità
di costituirsi in Filarmonica e quindi di operare come struttura a sé
stante. Circa l’80% degli orchestrali aderì a questa iniziativa. Da
allora la attività della Filarmonica è cresciuta, ma è andata peraltro
spegnendosi quella della Stagione Sinfonica, che in settembre e in
ottobre portava ogni anno a Milano i più grandi concertisti e
direttori d’orchestra del mondo. L’accordo di cui sopra prevedeva
naturalmente che la Filarmonica operasse nei periodi di festività
degli orchestrali, ovvero quando il Teatro non fosse operativo.
Ora, a prescindere dal fatto che sarebbe interessante sapere
se nel frattempo lo Stato continua a sostenere con un contributo
quella Stagione Sinfonica che non c’è più, è fuori di dubbio che la
Filarmonica gioca su un equivoco di fondo.
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Presidente, in un’aula così, che anche poi lei non ascolti, ci
umilia profondamente!”
Il Presidente così risponde:
“Purtroppo
il
Presidente
deve
contemporaneamente
assicurare la regolarità del Consiglio e ascoltare. Sa, avessi quattro
orecchie, sarei contento anch’io! Quindi le chiedo scusa. Comunque
leggerò con attenzione il verbale di quello che non ho ascoltato”.
Il consigliere Ciccioni così riprende:
“La ringrazio, ma vado avanti perché naturalmente ho ancora
del tempo.
Si millanta che la stessa Filarmonica appartenga a La Scala,
ma così non è, perché è associazione privata che porta a casa
propria i profitti, ma utilizza il nome e gran parte degli strumenti
del Teatro. Come può questa organizzazione svolgere una attività
di questo tipo all’interno di una appartenenza e dei suoi addetti
totale al Teatro stesso? Dove si trovano i tempi ed i permessi per
espletare una seconda attività che per giunta é in contrasto e va a
detrimento di quella del Teatro stesso? E come fanno questi
orchestrali a non impazzire, visto che fornire una prestazione
professionale, come la loro, non è proprio semplice e presuppone
giornate di riposo?
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Sarebbe opportuno disporre dei tabulati, potremmo capire
quanti permessi vengono rilasciati, quanti sono andati in trasferta e
quanti no, e verificare se il Teatro paga o meno quel 20% che non
fa parte della Filarmonica, pur sapendo che non l’ha potuto
utilizzare. E qui è importante approfondire, perché se fosse vero si
tratterebbe di cosa grave, e del CDA fa parte anche il Sindaco.
La questione però non termina qui. Abbiamo appurato che il
decollo della Filarmonica è andato di pari passo con la scomparsa
della Stagione Sinfonica. Ma questo decollo non è avvenuto per
caso. Infatti quando i dipendenti della Filarmonica chiedono di
poter fare un viaggio si rivolgono al CDA del Teatro del quale,
guarda caso, fa parte lo stesso Presidente della Filarmonica, e cioè
Fedele Confalonieri. Per nulla afflitto da questo conflitto di interessi,
Confalonieri dà il suo assenso senza subire stop da alcuno, perché
nel CDA i conflitti di interesse sono, come si suol dire, come
l’insalata nell’orto. Poi Tronchetti Provera dà il suo assenso allo
scriteriato e assunto rifacimento del palcoscenico e favorisce
l’operazione degli Arcimboldi, cioè la sua propria operazione
immobiliare alla Bicocca, e anch’egli è in conflitto evidente di
interessi. Senza dire di Bruno Ermolli che non dovrebbe poter
essere nel CDA in quanto rappresenta quella Banca - la CARIPLO -
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che amministra i quattrini de La Scala. Tra l’altro la CARIPLO ha da
qualche anno ricevuto la possibilità di vendere i biglietti e si va così
prefigurando un club di ‘amici degli amici’ che lentamente, ma non
troppo (vedere la battaglia contro i loggionisti), tende ad
egemonizzare il Teatro.
Io vorrei chiedere al Sindaco, Presidente, di farmi sapere
cosa pensa di questa serie di conflitti di interessi che in qualche
modo vanno a ledere anche l’intera rispettabilità di questo CDA”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Pillitteri.
Il consigliere Pillitteri così interviene:
”Io volevo intervenire su tutt’altro argomento, però non
resisto alla tentazione, avendo ascoltato il consigliere Ciccioni, di
dire due cose anche a questo proposito. Mi permetto di farti una
piccola puntualizzazione: non era il ‘91 ma l’81 e non era Paolo
Grassi bensì Badini. E se posso aggiungere, adesso non entro
evidentemente nel merito delle doglianze che tu hai espresso, però
nell’arco di vent’anni tutto si può dire se non negare che la
Filarmonica de La Scala non sia diventata una delle prime più
importanti realtà a livello sinfonico e per la qualità delle sue
esecuzioni e per la ricchezza del programma che offre. Comunque
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questo era un obiter dictum rispetto al mio intervento che tratta di
questioni assolutamente meno aeree, per così dire.
Io volevo intervenire brevemente su quella che è l’ipotesi di
messa a bando di nuove licenze per il servizio taxi, che è stata
oggetto peraltro di articoli di stampa in questo fine settimana con
corollario di prese di posizione a favore e contro e con corollario,
per così dire, di piccola polemica. Io ritengo che questa ipotesi sia
un’ipotesi assolutamente condivisibile. Il problema del servizio taxi
a Milano io credo che sia un problema non più sostenibile. Le
disfunzioni che presenta il servizio di trasporto taxi a Milano, sono
disfunzioni che una Città come Milano non può assolutamente
permettersi, ne va anche del decoro, vorrei dire, di una Città del
livello della nostra. E io credo che le argomentazioni svolte in
merito a queste ipotesi e i dati forniti siano un po’ fuorvianti,
perché ogni volta che si affaccia questa ipotesi di ampliare, per così
dire, il dimensionamento delle licenze dei taxi, quindi dei taxi in
circolazione per la Città, viene risposto che i taxi sono già tanti, c’è
una percentuale di densità territoriale superiore a tutto il resto
d’Europa e c’è anche un rapporto di numero di abitanti - numero
dei taxi anche questo ai vertici in Europa.
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Ebbene, sono due dati che io ritengo entrambi fuorvianti
perché non possiamo rapportare il numero dei taxi a quella della
densità di Milano che, come tutti sappiamo, è una Città che ha delle
dimensioni estremamente minori al resto delle Città d’Europa e
delle Città a cui fare riferimento, che poi sono Londra, Parigi… Idem
dicasi, a maggior ragione, per quello che riguarda il rapporto tra
taxi e numero degli abitanti, perché non soltanto è fuorviante farlo
rispetto a quelli che sono gli abitanti, per così dire della piccola
Milano, andrebbe esteso a quelli che sono gli abitanti della grande
Milano. Ma poi non dimentichiamoci che Milano è tra le prime Città
turistiche d’Italia, c’è stato spiegato più volte, quindi ha un afflusso
di turismo, una ben precisa tipologia di turismo e di affari, che è
proprio quello che poi fa il maggior utilizzo del taxi che
praticamente non è contemplato da questa statistica, invece
andrebbe contemplato, perché poi una Città che è la vetrina d’Italia
in cui trovare il taxi è una impresa assolutamente impossibile in
determinate circostanze, è una cosa assolutamente inaccettabile.
Altra risposta che viene data in questi casi è: ‘Ma i taxi non ci sono
perché c’è troppo traffico e il Comune non fa niente per la viabilità’.
Anche questa è una considerazione che poi si scontra con
altri dati, ovvero che in certe ore, segnatamente a quelle notturne -
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e Milano è una Città che comunque di notte vive, anche se non ha
quella densità di traffico normale - quindi c’è una viabilità più
scorrevole, e in ore notturne, anche se non piove, anche se non c’è
la Fiera del Mobile, come l’altro giorno, ebbene, trovare un taxi
diventa una impresa assolutamente impossibile. Addirittura,
appunto, se poi in concomitanza ci sono delle manifestazioni, come
quella che si è svolta in questi giorni, è addirittura impossibile
trovare la linea sul servizio di radio taxi. Non parliamo poi della
possibilità di reperire i taxi presso le singole fermate, alcune delle
quali sono assolutamente derelitte anche nel corso della giornata.
Se non si tratta di gettare la croce su una categoria o dare la colpa
per forza a qualcuno, come è stato sollevato appunto in questi
articoli di stampa, fatto è, però, che è un problema che va
affrontato e senz’altro c’è un problema di sottodimensionamento di
quello che è il numero dei taxi in Città ed è un problema che porta
ad altre distorsioni, perché è una distorsione effettivamente, dove
c’è un limite di orari pressoché liberalizzato, perché ci sono 24
fasce orarie, poi alla fine sono intasate soltanto determinate fasce,
quelle al centro della giornata, e assolutamente derelitte altre,
come quelle notturne.
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Concludo dicendo che io ritengo e sono fermamente convinto
che appunto un ampliamento del numero dei taxi circolanti intanto
comporterebbe un aumento di quella che è la concorrenza e
dovrebbe in qualche maniera contribuire in maniera automatica
appunto a far diminuire queste distorsioni; d’altro lato è un
qualcosa che favorirebbe la stessa categoria”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Mattioli.
Il consigliere Mattioli così interviene:
“Io vorrei ritornare sull’argomento sollevato anche dalla
collega Adamo, all’inizio della seduta, che riguarda il Pio Albergo
Trivulzio, perché oggi è rimbalzato ancora agli onori, per non dire
un po’ al disonore, della cronaca; da un lato abbiamo appreso che
la Regione Lombardia starebbe studiando una Legge per acquisire il
controllo degli Enti assistenziali, quindi Pio Albergo Trivulzio
compreso, quindi ci pare corretta la posizione del Sindaco,
dell’assessore
Maiolo
e
anche
della
collega,
che
hanno
immediatamente replicato in termini negativi, nel senso che
rivendicano che questo importante Istituto che fa parte della storia,
della tradizione Ambrosiana, che è il frutto dell’impegno, del
sacrificio della nostra comunità, rimanga al controllo del Comune e
che continui a rimanere nella disposizione del welfare Ambrosiano.
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L’altra questione, invece, più negativa riguarda il fatto che
per l’ennesima volta agli onori della cronaca abbiamo ancora il Pio
Albergo Trivulzio, perché si denunciano sprechi e disservizi
comportanti quindi pessima qualità per gli anziani che lì vi sono
ricoverati e assistiti e addirittura, siccome si dice che questa
pessima qualità ovviamente non è correlata al prezzo esorbitante
delle rette che vengono attualmente pagate, l’Amministrazione
Comunale sarebbe intenzionata a ridurre le rette per proporzionarle
a questa scarsa qualità dei servizi.
Ecco, da questo punto di vista devo dire, signori Consiglieri e
colleghi, non possiamo far finta di nulla, perché è francamente
disdicevole che a distanza di anni ancora il Pio Albergo Trivulzio sia
sotto i riflettori per questa scarsa qualità; non è una questione
dell’oggi, sono anni che lo sappiamo, ne parliamo, non avevamo
bisogno dell’ennesimo rapporto di un consulente esterno per sapere
che la qualità del servizio erogato da questo importante Istituto è
carente.
A questo punto però dobbiamo dirci e soprattutto dobbiamo
dire ai Signori della Maggioranza, a coloro che governano questa
Città
da
ben
cinque
anni,
che
non
è
possibile
protrarre
ulteriormente questa situazione. Ben tre Assessori ai Servizi Sociali
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si sono avvicendati, ben due Presidenti si sono avvicendati nella
gestione del Pio Albergo Trivulzio, la questione rimane ancora nei
termini in cui era diversi anni fa. Quindi qui non si tratta più di fare
una diagnosi della situazione, si tratta di individuare la terapia
necessaria affinché questo non si ripeta e il Pio Albergo Trivulzio
ritorni ad essere un fiore all’occhiello del welfare Ambrosiano.
Ed è per questo che preannuncio, anche alla collega Molteni,
che oggi abbiamo raccolto le firme affinché l’assessore Maiolo e il
Presidente del Pio Albergo Trivulzio vengano in Commissione
Servizi Sociali ad esplicitare in che cosa consisterebbero questi
disservizi che il rapporto del consulente esterno avrebbe messo in
luce, ma soprattutto, al di là di raccontarci quelli che sono i
disservizi, prima ancora di parlare di tagli delle rette, che potrebbe
anche essere giusto dal punto di vista della scarsa qualità del
servizio erogato, però a questo punto si vengano ad indicare le
terapie, le soluzioni che questa Amministrazione, d’accordo con il
Presidente del Pio Albergo Trivulzio, intende adottare per sanare
questa situazione.
Dovete risponderne politicamente, perché sono cinque anni
che governate la Città, sono cinque anni che i disservizi del Pio
Albergo Trivulzio sono noti; già l’anno scorso sapevamo che
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indicativamente il rapporto di questo consulente avrebbe portato a
queste conclusioni; non possiamo più accettare che si continui a
fare un esame della situazione senza intervenire drasticamente.
Il Sindaco Albertini si è fatto vanto di aver sanato i Bilanci
delle Municipalizzate, è tempo che questa Amministrazione decida
di
farsi
vanto
della
risoluzione
dei
problemi
che
da anni
attanagliano il Pio Albergo Trivulzio.
Non ci aspettiamo più diagnosi, vogliamo delle proposte,
vogliamo un piano industriale che illustri dettagliatamente tempi e
modi per riqualificare il Pio Albergo Trivulzio: è quello che
chiediamo all’Assessore, è quello che chiediamo al Presidente del
Pio Albergo Trivulzio, al più presto chiediamo che vengano a
relazionare in Commissione Servizi Sociali. Crediamo che questo sia
dovuto alla Città, è inutile ipotizzare ulteriori costruzioni di
residenze per anziani, dovute per la carenza di posti, quando quella
che noi abbiamo, storica che è un patrimonio della Città, non viene
gestita efficacemente. Dobbiamo cambiare tipo di gestione”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Garocchio.
Il consigliere Garocchio così interviene:
“Io volevo richiamare l’attenzione del Consiglio e anche
dell’Assessore alla Partita, cioè di Goggi, sul fatto che in alcune
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strade di Milano la cittadinanza è ridotta per certi aspetti anche alla
disperazione. Cosa voglio dire? Cito la zona vicino a me,
Castelbarco, Col Moschin, queste vie, dove, avendo chiuso la via
Teulié, i cittadini residenti non sanno più dove mettere l’auto.
Certo, c’è una categoria di fortunati che, avendo i mezzi, hanno i
box, questi possono ricoverare la macchina nei box. Io però
conosco famiglie che si sono rivolte a me, di via Castelbarco, della
via Teulié, della via Col Moschin, gente che ha un reddito basso,
reddito di 40–50 milioni all’anno, con quattro figli magari, e che
pagano normalmente…
Presidente, vorrei anche la sua attenzione perché è una
questione sociale e non è proprio da buttar via! Grazie.
Cioè io vorrei arrivare a un dunque, capire con l’Assessore
alla Partita e con la Giunta il fatto che ci sono famiglie a Milano, e
cito la zona che io conosco, che non reggono più l’urto, non sono in
grado di pagare 2–3 multe alla settimana! Non c’è niente da fare,
questa ormai è una questione sociale di rilevanza! Allora bisogna
mettere la testa su questo tema che ha… Capisco che non si
possono fare miracoli, ma non si possono neanche aprire le strade
di Milano sistematicamente e poi buttare fuori i vigili a sterminare i
poveri, quelli che non hanno i box!
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Allora, in talune situazioni di emergenza assoluta, io ne ho
citata una, la conosco, non abito lontano da lì, le famiglie
giustamente si rivolgono al Consigliere Comunale, dopo essere
passati per i Consigli di Zona con scarso esito, perché almeno siano
fatti degli spazi riservati ai residenti, privilegiando magari coloro
che non hanno i box.
Questa è una situazione che Goggi deve affrontare perché
l’insofferenza, ormai, conduce anche a una violenza nel rapporto
tra le persone. Queste arrivano stanche alla sera, si vede che non
sono miliardari dal tipo di macchina che hanno, e si contendono un
posto macchina con anche occasioni di risse. Non si può restare
indifferenti di fronte a questa situazione. Bisogna cominciare a
pensare e trovare delle soluzioni.
Io mi sono impegnato con le famiglie che conosco a fare
questo articolo 21, a sollevare questo problema. Presidente, le
assicuro che non possiamo limitarci a queste esternazioni, la
situazione in taluni luoghi di Milano è invivibile, ne è accettabile che
queste famiglie vengano massacrate da multe: una, due, tre,
quattro multe alla settimana dopo che hanno girato per mezz’ora
per cercare un posto macchina! In questo senso almeno un invito a
Chirivì perché in talune situazioni, non si chiuda un occhio, ma non
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
si aumenti lo stato di disagio che i cittadini hanno, questo sarebbe
già un passo da fare, anche se non è lì il problema. Bisogna
pervenire in talune situazioni a che i residenti abbiano degli spazi”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Giudice.
Il consigliere Giudice così interviene:
“Presidente, intervengo anch’io sulla questione del Pio
Albergo Trivulzio e non vi nascondo che intervengo forse con animo
più libero rispetto a un po’ di tempo fa, visto che in altre occasioni i
miei
interventi
in
quest’aula
mi
sono
costati
segnalazioni
disciplinari, sospensione dal servizio, denunce penali e quanto
altro. Ma dico che parlo liberamente perché in effetti - lo dico anche
e soprattutto per i Consiglieri che non erano presenti nella passata
Consiliatura – questo argomento è stato affrontato da parte del
Consiglio Comunale direi con molta attenzione. Voglio ricordare che
fu fatto ai tempi un Consiglio straordinario sugli anziani e ci fu
proprio il Presidente del Pio Albergo Trivulzio, dottor Di Benedetto,
che venne in quest’aula a spiegarci quali erano gli obiettivi e quali
erano le intenzioni da parte di questo Consiglio sulla questione
‘anziani’.
Io intervengo per affrontare le due questioni che oggi sono
state in qualche modo tirate in ballo in quest’aula prima dalla
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
consigliera Adamo e poi dal consigliere Mattioli. La prima riguarda
questa proposta di Legge, oggi è ancora una bozza fortunatamente,
presentata o in attesa di essere discussa in Regione, che riguarda
la trasformazione delle IPAB in aziende di servizio alla persona. È
una bozza, credo che come tale bisogna prenderla. Io mi auguro e
mi
aspetto anche che questo Consiglio e la Commissione
competente, l’Assessore, già il Sindaco credo che sulla stampa
almeno di oggi abbia preso una posizione, perché di questa
questione se ne possa discutere.
È indubbio che le IPAB o ex ECA, come si chiamano, hanno
una storia che è fatta di questioni cittadine: i cittadini milanesi,
attraverso il loro contributo, attraverso le loro donazioni hanno
fatto grandi queste Istituzioni che non riguardano solo il Pio
Albergo Trivulzio, ma anche l’Istituto Radaelli, per esempio, e che
certamente non si possono trattare alla stessa stregua di una RSA
e magari 120 posti letti che dà sia di servizio alla persona, ma che
non hanno una storia così importante come ce l’hanno questi due
Istituti. Quindi, è un dibattito aperto.
Io credo che, al di là degli schieramenti, al di là delle
questioni che riguardano Forza Italia, si possa aprire un dibattito
tra le Istituzioni, Comune e Regione, per fare in modo che poi
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
quello che interessa ad entrambi, e cioè i servizi agli anziani,
possano trovare una migliore risposta. Dico ‘migliore risposta’ e mi
riferisco alla seconda parte della questione che riguarda gli articoli
oggi apparsi, in particolare su ‘Il Corriere della Sera’ che
denunciano una grave situazione assistenziale al Pio Albergo
Trivulzio. Innanzitutto si riferisce a uno studio che ormai è datato
un
anno
e
vorrei
ricordare
che
lo
studio
commissionato
dall’Assessorato, allora assessore Sirchia, oggi Ministro alla Salute,
fu proprio stimolato dalla Commissione Consiliare. Cioè, noi in
Commissione affrontammo una questione che riguardava le rette
che il Comune corrispondeva alle strutture per anziani e in quella
sede verificammo che c’era un ventaglio enorme da parte del
Comune che riguardava queste rette: cioè c’erano istituti che
prendevano 90 mila lire (parlando di cifre che allora… così ci
capiamo
di
che
questione
stiamo
parlando)
e
istituti
che
prendevano 135 mila lire. Fummo noi a chiedere all’allora
Assessore di dirci in base a quali elementi di carattere qualitativo il
Comune riteneva di corrispondere ad alcuni Istituti una retta di 90
mila lire e ad altri di 135 mila lire. E se non era il caso di prevedere
che, a fronte di una determinata corresponsione economica, ci
fosse d’altra parte un risultato in termini di qualità di servizi.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Fu commissionato questo studio, questo studio per la verità
diede dei risultati assolutamente anonimi. Ricordo che fui io,
insieme alla collega Molteni, che allora era l’Opposizione, ed altri
colleghi che chiedemmo ufficialmente all’Assessorato questi dati;
non ci furono dati dicendo che erano dati che non potevano essere
dati perché c'era una questione di riservatezza e che oggi, invece,
vediamo pubblicati sui giornali (evidentemente questa questione di
riservatezza è caduta). Allora chiediamo ufficialmente al Presidente
dell’Assemblea di mettere nelle condizioni anche noi Consiglieri di
poter leggere questi dati, evitando di leggerli magari sui giornali
così come sono stati riportati oggi. Ma lì un elemento chiaro già
appariva e cioè che uno degli istituti, non solo più grosso, ma che
sta a cuore di tutti i milanesi, era l’istituto dove si erano verificati,
da parte di questa azienda deputata a questa ricerca di qualità, i
dati peggiori in termini di assistenza. E, guarda caso, era l’azienda
o l’istituto cui il Comune corrispondeva la quota maggiore in
termini di rette.
Allora c’era e c’è ovviamente qualcosa che non è chiaro e che
andava, credo un anno fa, verificato e che oggi salta così
prepotentemente agli onori della cronaca. Io credo che è una
questione che deve essere affrontata ancora una volta in
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Commissione, credo che bene ha fatto il Presidente della
Commissione, non so se stimolato da altri colleghi anche di
Opposizione,
di
chiedere
un’audizione
del
Presidente
e
dell’Assessore, ma credo che anche un elemento importante che
nel
frattempo
è
capitato
e
che
riguarda
il
Consiglio
di
Amministrazione di questo Ente, dove il Presidente mi risulta che
faccia anche il Commissario Straordinario di un importante Polo
universitario milanese, il Policlinico di Milano, credo che anche
questo sia un problema che il Sindaco e la Giunta debbano
affrontare, perché è indubbio che una persona, pur brava, capace
che sia, difficilmente si possa occupare di due Enti importanti come
sono il Policlinico di Milano da una parte e il Consiglio di
Amministrazione del Pio Albergo Trivulzio dall’altra”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Molinaro.
Il consigliere Molinaro così interviene:
“Presidente, io mi rivolgo a lei perché lei dovrebbe essere il
garante dei diritti dei Consiglieri Comunali. Ho presentato il 6
marzo una interrogazione urgente che non ha ancora avuto
risposta. Sono abituato a non ricevere risposte a interrogazioni per
mesi, ma questa è particolarmente significativa perché intanto,
proprio il 9 di aprile, quindi un mese e tre giorni dopo, la Giunta ha
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
deliberato esattamente sulle questioni relative all’interrogazione
urgente senza che il Consigliere venisse informato delle decisioni
della Giunta e dell’Amministrazione. La vicenda è molto lunga.
Siccome questa delibera arriverà in Consiglio Comunale, credo che
ne discuteremo approfonditamente in Consiglio Comunale, perché è
evidente che una responsabilità, io dico, diretta della struttura
comunale e l’inerzia e l’incapacità di due Assessori all’Urbanistica,
prima Lupi e poi Verga, a risolvere una questione che nell’interesse
dei cittadini doveva risolversi prima che si arrivasse alla decisione
appunto del 9 di aprile. Ripeto, non sto a discutere della questione,
ma vorrei maggiore rispetto dei tempi che sono previsti dal
Regolamento.
Mi rivolgo quindi al Presidente e all’Ufficio di Presidenza,
perché è assolutamente intollerabile che i diritti dei Consiglieri
vengano costantemente messi in discussione dalla non volontà,
dall’inerzia, dalle carenze e dalle responsabilità in questo caso degli
Assessori e della Giunta.
Ecco, vorrei sapere poi, Presidente, per quali ragioni mozioni
urgenti che hanno la stessa legittimità di quelle della Maggioranza,
non trovano rispondenza nell’ordine dei lavori del Consiglio. Ho
notato, ad esempio, che una mozione urgente del consigliere
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Vagliati, presentata una settimana fa, è già iscritta all’ordine del
giorno del Consiglio; mozioni urgenti che sono depositate da mesi
in Consiglio, in Presidenza, negli Uffici e così via, non vengono mai
discusse in Consiglio Comunale! Vorrei sapere se ci sono dei canali
privilegiati per i Consiglieri della Maggioranza e per quali ragioni i
Consiglieri nel loro insieme, i 60 Consiglieri del Consiglio Comunale
non hanno la stessa dignità di veder discusse le loro questioni, le
questioni che propongono all’attenzione del Consiglio e della Città”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Antoniazzi.
Il consigliere Antoniazzi così interviene:
“Vorrei intervenire anch’io, signor Presidente, su questa
discussione che oggi ha attirato l’attenzione di molti che è la
questione del Trivulzio. Ho lasciato questo Istituto otto anni fa e ho
sempre mantenuto un rigoroso silenzio sull’argomento, ma, visto
che è d’attualità anche a livello legislativo strutturale, ritengo
opportuno dire anche la mia opinione.
È vero che si tratta, come dice il collega Giudice, di una bozza
di Legge, ma indubbiamente la proposta che viene dalla Regione
rappresenta un atto estremamente grave: siamo di fronte a una
linea che propone di fatto un impadronimento da parte della
Regione di strutture che sono storicamente appartenenti alla realtà
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
milanese; vi è in questa proposta di Legge un coacervo di questioni
giuridiche di una gravità eccezionale. La Regione sarebbe nello
stesso tempo la presidenza, la direzione, l’esecutivo, la direzione
effettiva e anche l’istituzione di controllo! Veramente siamo di
fronte a delle proposte che sono inaudite sul piano legale e sul
piano
della
tradizione
giuridica.
Poi
certamente
non
è
da
dimenticare che siamo di fronte a degli Istituti che hanno una
storia enorme nella nostra realtà: il Trivulzio è stato istituito nel
1776. Vorrei ricordare (purtroppo oggi hanno dei nomi burocratici
ingloriosi) che le IPAB, ex ECA, hanno alla loro origine delle
strutture che hanno 800 e più anni di vita.
Questa proposta di Legge passa sopra tutte queste cose,
cancella tutto un passato, altro che sussidiarietà, altro che società
civile, altro che rispetto delle tavole dei fondatori di queste realtà,
esattamente il contrario: puro accentramento di potere finanziario!
Mi sembra che ci sia una analogia in quanto sta avvenendo
nelle fondazioni bancarie, fondazioni in larga misura in mano a una
realtà, appartenenti, espressione della società civile e dove si
chiede la maggioranza dell’Ente pubblico e dove si chiede che le
risorse non siano più destinate al settore no profit, ma siano
destinate alle esigenze degli Enti locali. Più pubblicizzazione di così!
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
E c’è stato un Ministro proponente che dice ‘Andiamo verso
l’americanizzazione’. Questa è la vecchia tradizione opportunistica
italiana.
Vorrei dire una parola anche sulla situazione della gestione:
conosco bene questa indagine fatta dalla ‘KLMG’, ho già avuto
modo di criticarla allora: è stata un’indagine inutile perché il
risultato è quello che si sapeva già! Cioè si sapeva già che in questi
Istituti le rette non erano proporzionate all’effettivo servizio, il
problema era studiare le cause e intervenire sul perché di questo.
Tanto più per il Comune di Milano che è uno che ha in mano
parecchi di questi Enti. Niente di questo è stato fatto! Perché
questa indagine, fatta malissimo, fra l’altro, fatta malissimo, ho
avuto riscontri in altri Istituti che conosco direttamente, fatta male,
fatta per prendere soldi e fatta per giustificare certe operazioni,
sicuramente non dava nessuna risposta a quello che era il vero
perché.
Il vero perché è quello che dovrebbe porsi il Comune. Come
mai il Comune, che ha una responsabilità diretta sul Pio Albergo
Trivulzio, non è intervenuto a modificare questa situazione? Potrei
spiegare, insieme all’amico Giudice, il perché della situazione del
Trivulzio, una situazione estremamente sanitarizzata, dove si
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
applica il contratto della sanità che è più elevato! Un Istituto che
andava verso una forma - data la decisione dell’ex Presidente Mario
Chiesa- di struttura sanitaria, una clinica, un Istituto Universitario
Geriatrico, qualche cosa di questo genere, e tutto era portato in
questa direzione, cosa difficile, evidentemente, da riportare alla
realtà.
Vorrei dire e vorrei ricordare, perché mi sembra importante
per il Comune, mentre l’assessore Maiolo dice: ‘No, il Comune deve
mantenere queste strutture’, nello stesso tempo il Comune critica
la situazione di queste strutture! Ma allora qual è la risposta? Che il
Comune deve intervenire. Ed io non vorrei dimenticare che Sirchia,
che ha promosso l’indagine di ‘KLMG’ e di campare su queste
strutture, è lo stesso Sirchia che ha messo l’attuale Presidente,
Presidente al Trivulzio! Dov’è la contraddizione? Questo Presidente
al Trivulzio che è contemporaneamente Presidente del Policlinico!
Io sono stato responsabile al Trivulzio, io non credo
sinceramente
che
uno
possa
fare
contemporaneamente
il
Presidente del Policlinico e il Presidente del Trivulzio, se non del
tutto formalmente. Qua invece ci vogliono interventi seri da parte
della Direzione e da parte anche del Comune di Milano”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Il consigliere Occhi così interviene:
“Presidente, due battute sulla questione toccata ora anche
dal consigliere Antoniazzi, che riguarda appunto le rette delle
nostre Case di Riposo per Anziani. Credo che non solo le rette che
si pagano non sono adeguate al servizio offerto, ma il problema che
si pone - e che è stato posto anche attraverso una raccolta di firme
per una proposta di Legge Regionale- è che comunque queste rette
dovrebbero essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale,
soprattutto quando si tratta di anziani non autosufficienti.
Quello che non si capisce in questa situazione, è che se si
ammala un giovane, viene pagato dal Servizio Sanitario, se si
ammala un anziano, questa teoria non vale più, questa pratica non
vale più, quindi perde i diritti, in quanto appunto anziano, e deve
pagare di persona, di tasca sua, e non solo il diretto interessato ma
anche i parenti se il diretto interessato non ha un bilancio familiare
sufficiente a far fronte a queste rette.
Quindi,
rette
carissime,
assolutamente
sproporzionate
rispetto al servizio; poi non è un caso che, al di là del fatto che
manca anche l’offerta di posti in RSA, molti si rivolgono fuori Milano
in strutture lontane magari dai familiari, ma che hanno almeno la
possibilità di costare meno e di avere un servizio migliore.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Detto questo, invece, l’intervento che volevo fare era rispetto
all’aumento del biglietto delle tariffe extraurbane che sono entrate
in vigore oggi, un po’ alla chetichella. Molti lavoratori pendolari oggi
hanno scoperto che la Regione Lombardia ha deliberato l’aumento
delle tariffe extraurbane e così, oltre all’aumento del tram che ha
deliberato la Giunta Comunale Albertini, si aggiungono anche questi
ulteriori aumenti delle tariffe extraurbane decise dalla Regione. Ora
uno dice: ‘Vabbè, ma che c’entra, l’ha deciso la Regione, questo
Consiglio non ha competenza in questa materia”.
È vero in parte, nel senso che i Comuni hanno una
competenza, che sono stati consultati in precedenza, ci risulta che
l’assessore Goggi e il Presidente Soresina siano stati ascoltati dagli
Organismi Regionali prima di prendere questa decisione, vorremmo
sapere quali sono le cose che hanno detto in proposito. Il Comune
comunque ha una facoltà, quella di assorbire eventuali aumenti per
i propri abitanti e cioè per coloro che, essendo abitanti del Comune
di Milano, debbono usare le tariffe extraurbane per andare al lavoro
etc… Devo aggiungere anche che è stupefacente che questo
aumento decretato dalla Regione in quanto la stessa Regione non
più tardi della settimana scorsa ha votato un ordine del giorno, su
proposta di Rifondazione Comunista, che chiedeva e diceva
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
sostanzialmente che le tariffe extraurbane, almeno quelle delle
metropolitane, mi riferisco al metrò per Sesto, al metrò per Cascina
Gobba e cose di questa natura, avrebbero dovuto valere il costo del
biglietto urbano, e cioè quello che in questo Consiglio le Opposizioni
di Sinistra, noi tutti insieme avevamo detto doveva essere, faceva
parte di quegli emendamenti che avevamo proposto alla votazione
di questo Consiglio, e cioè che, se volevamo incentivare l’uso del
mezzo pubblico, se volevamo incentivare il fatto che i pendolari che
entrano a Milano potessero appunto abbandonare l’auto, bisognava
in qualche modo dare dei segnali precisi, anche dal punto di vista
delle tariffe, non soltanto dal punto di vista della qualità del servizio
e quindi dell’aumento dei mezzi, delle corse, etc. etc., ma anche
dal punto di vista del biglietto dovevamo far capire che volevamo in
qualche modo incentivare l’uso del mezzo pubblico. Avevamo
discusso per serate intere sul fatto di come potevamo fare questa
incentivazione e fra le varie proposte vi era anche questa: una
tariffa unica per Sesto, una tariffa unica per Cascina Gobba, una
tariffa unica sul Passante Ferroviario, magari sino a Rho-Pero, e via
di questo passo.
Ebbene, la Regione ha votato l’ordine del giorno a stragrande
maggioranza, compresa quindi la Maggioranza del Centrodestra o
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
del Polo, come la volete chiamare, in questo senso; poi invece
scopriamo oggi che questi aumenti ci sono e sono generalizzati
anche per coloro che useranno la metropolitana.
Quindi una contraddizione unica in questa materia, che
smentisce gli stessi ordini del giorno fatti dalla Regione e che
soprattutto smentisce il buon senso e cioè sul fatto che non sarà
attraverso gli aumenti delle tariffe extraurbane che si incentiverà
l’uso del mezzo pubblico.
Ricordo che per alcuni lavoratori, per i lavoratori pendolari si
parla di aumenti di 50 mila lire al mese, quindi non aumenti
secondari, che si aggiungono agli aumenti già decretati da questo
Comune! Quindi va da sé che questo disincentiverà l’uso del mezzo
pubblico
a
favore
del
mezzo
privato,
aumentando
così
l’inquinamento e il costo complessivo a carico della collettività che
questo comporta in termini di salute e in termini di viabilità”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Rizzo.
Il consigliere Rizzo così interviene:
“Anch’io volevo sollevare una questione che tocca in qualche
modo il servizio del trasporto pubblico, ma da un altro versante.
Qualcuno ha visto anche delle foto sui giornali, ma con le piogge di
questi
giorni
riprende
a
piovere
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dentro
le
stazioni
della
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
metropolitana. Cioè i lavori che sono stati fatti non mi sembrano
all’altezza della situazione. L’ultima volta che mi è capitato alla
stazione di Porta Garibaldi, dove magari arrivano anche da fuori,
oltre che i pendolari vedere che piove significativamente dentro le
stazioni, mi sembra che sia una cosa difficile da accettare. Cioè, io
vorrei capire se e quando… e prevedo, essendo un facile profeta,
che avendo piovuto molto in questi giorni, in queste ore
ricomincerà in decine di stazioni a percolare la pioggia addirittura
quasi sulle banchine, anzi sulle banchine certamente oltre che negli
spazi e nei mezzanini. Io ho più volte posto questo problema, a me
sembra difficile credere che siamo in grado di risolvere tutti i
problemi ma non siamo in grado di risolvere questo.
La seconda questione, che riguarda l’ATM, è questa: su un
settimanale,
l’ultimo
numero
de
‘Il
Mondo’,
è
uscita
una
informazione relativa a una sorta di patto che si viene stipulando
tra l’ATM e tutte le società di telefonia mobile per poter studiare un
sistema che consenta di ascoltare i telefonini anche in galleria. Io
su questo ero intervenuto, perché una prima gara è andata
deserta. Lì, sostanzialmente come è descritto sull’articolo, si parla
di un patto per eliminare la concorrenza, cioè nel senso che la gara
è andata deserta e adesso si pensa ad una trattativa privata con
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
tutti gli operatori messi insieme. Io su questo vorrei avere
informazioni, so che se le chiedo io direttamente non mi vengono
date! Spero che la Presidenza del Consiglio e la Giunta possano
dare a tutti i Consiglieri una informazione perché, io non so se le
gallerie sono di proprietà dell’ATM o del Comune di Milano,
francamente in questo momento non me lo ricordo, penso che
siano di proprietà del Comune di Milano…”.
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il consigliere Rizzo così riprende:
“Sono del Comune. Quindi il sistema di telefonia mobile nella
metropolitana dovrebbe essere determinato dalla Amministrazione
Comunale e non dall’ATM. Non ne sappiamo niente! Come al solito
lo sapremo magari a cose fatte. Io vorrei essere informato delle
modalità di questa gara, del perché eventualmente non si fa una
gara, dei limiti e delle dimensioni di questa operazione. Mi affido al
Presidente del Consiglio e alla Giunta perché ci diano le
informazioni che altrimenti, sono certo, non riuscirò mai ad avere.
Colgo anche l’occasione per dire che un’operazione di questa
natura, se avvenisse attraverso un sistema nell’etere, anche se è
sotto terra, per problemi di onde che potrebbero rimbalzare in uno
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
spazio chiuso, credo che ponga problemi anche dal punto di vista
della sicurezza e dell’inquinamento elettromagnetico. Quindi anche
su questo vorrei essere informato perché non è che ce la possiamo
prendere con le antenne e poi lasciamo che in uno spazio chiuso ci
sia una possibilità di ritrasmettere delle onde elettromagnetiche”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Fanzago.
Il consigliere Fanzago così interviene:
“Presidente, anch’io devo fare un breve cenno sulla questione
del Pio Albergo Trivulzio. Quello che più preoccupa sono due
elementi: il primo è che questa ricerca e gli effetti che questa
ricerca porterà non ricadano ancora una volta sulle tasche dei
cittadini, quindi questi “conteggino” che vengono fatti, alla fine poi
non si porti ad una revisione complessiva e quindi ad un aumento
della parte che i contribuenti devono versare per le rette dei propri
congiunti. Poi quello che preoccupa è lo sfondo di questa vicenda,
ci sono alcuni attori: il Ministro Sirchia, il Commissario del Pio
Albergo Trivulzio, come ricordava il collega Antoniazzi, che è lo
stesso casualmente, credo, del Policlinico, questa fondazione del
Policlinico che dovrà essere fatta e che stranamente non vede il
Comune di Milano, almeno nei primi tre anni di avvio di questa
fondazione non ci sarà il Comune di Milano, questo è il protocollo
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
che ha sottoscritto il nostro Sindaco che abilmente è riuscito a
portare il Comune di Milano al di fuori della fondazione del
Policlinico e quindi poi c’è questa Legge della Regione che prevede
appunto un passaggio delle IPAB in fondazioni private…, insomma
tutta una vicenda poco chiara, ecco. Casualmente questa ricerca
appare appunto in questo periodo e non vorremmo proprio
assistere a delle cose strane qui a Milano.
Magari si venga in Commissione, ecco, dove mercoledì
prossimo si discuterà della proroga rispetto ai progetti di RSA non
ancora realizzati a Milano, nonostante il fabbisogno, magari si
discuta di queste cose oltre che della possibilità di prorogare i
tempi per la realizzazione di questi progetti.
Gli altri due argomenti dell’articolo 21 che volevo ricordare
sono quelli relativi ai lavori - e qui ne approfitto perché vedo
l’assessore Brandirali - riguardanti la piscina ‘Bacone’, quindi le
barriere architettoniche che impediscono ancora la possibilità di
utilizzare questa piscina da parte di alcuni disabili che fanno parte
di un gruppo che deve svolgere l’attività di animazione all’interno
della piscina. Ecco, ancora ad oggi non è possibile per questo
gruppo svolgere normalmente la loro attività perché gli operatori
devono portare a braccia i disabili in piscina. Magari, chiedo
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
all’Assessore, se si potesse intervenire almeno con una verifica
potrebbe già essere un segnale di attenzione rispetto a questo.
Poi il secondo motivo è ancora il problema riguardante
l’associazione SOS; l’avevo presentato il 25 febbraio e ad oggi non
si sa ancora nulla, nel senso che questa associazione non ha ancora
una sede dove poter continuare le proprie attività in convenzione
sia con il Comune che con la Regione Lombardia.
Ecco,
volevo
sottoporre
all’attenzione
degli
Assessori
competenti queste due emergenze”.
Assume
la
presidenza
della
seduta
il
consigliere
designato Riccardo Albertini.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ugliano.
Il consigliere Ugliano così interviene:
“Abbiamo appreso dai giornali ieri che il nostro Sindaco si è
recato con una folta delegazione della Città di Milano in visita in
Canada per preparare il terreno, se abbiamo letto bene, per un
gemellaggio con il Comune di Toronto. Questo è un fatto
sicuramente
positivo
che
non
può
che
trovarci
certamente
d’accordo sul fatto che la nostra Città venga conosciuta all'estero,
apprezzata per tutte le cose di cui è capace di farsi valere.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Ecco, le cose che volevo dire, rispetto a questo intervento,
trattano proprio del problema dei viaggi istituzionali del nostro
Sindaco, del costo e del numero di persone che accompagnano il
Sindaco.
Io ho presentato nel mese di novembre una interrogazione
alla quale il Sindaco ha risposto dopo circa 4 mesi, dandomi, con
grande dovizia di particolari, tutte le risposte necessarie. Abbiamo
appreso sostanzialmente che il Sindaco, che si è recato per il 2001
in tre località ben distinte, è stato accompagnato in diverse
occasioni, appunto nelle occasioni di questi viaggi, da alcune
persone e in alcuni casi da delegazioni molto ampie. Vorrei
ricordare che per quanto riguarda la visita in Argentina e in Brasile,
svoltasi a cavallo tra l’agosto e il settembre 2001, il Sindaco è stato
accompagnato da ben 11 persone, per una spesa di 178 milioni
844 mila…”
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il consigliere Ugliano così riprende:
“…Da molte persone, c’è qui l’elenco, ma credo che sia del
tutto superfluo citarle….
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Per una spesa di 178 milioni e 844 mila lire. Si era recato dal
26 febbraio del 2001 al marzo 2001 per una spesa di 61 milioni
circa a New York e a Mosca per una spesa di 41 milioni e 213 mila,
per un totale di 282 milioni di lire.
Ora io credo che queste cifre comincino ad essere abbastanza
onerose per le casse del Comune. Vorrei ricordare a questo
proposito che il Sindaco Formentini, quando si recò in anni passati
in visita istituzionale in Argentina e in Cina, fu accompagnato
esclusivamente dal dottor Felicetti che all’epoca era Responsabile
dell’Ufficio Rapporti Internazionali e dalla signora Augusta per la
quale il Sindaco Formentini pagava le spese di soggiorno e di
viaggio. Mi pare che tra le due cose vi sia un’evidente disparità e
che si stia dando fondo a questi viaggi con una presenza di
funzionari, di addetti alle pubbliche relazioni e di quant’altro
abbastanza folta tale da suscitare una qualche critica, che non può
non trovarmi d’accordo proprio per il carattere e il numero delle
persone e per il costo che viene addebitato all’Amministrazione
Comunale.
Devo
dire
anche
che
farò
ulteriormente
una
nuova
interrogazione per chiedere chi ha accompagnato il Sindaco in
questo ulteriore viaggio, chi di queste persone ha partecipato e se
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
il Comune di Milano è stato in qualche modo coinvolto nel
sostenere l’onere anche per questi accompagnatori.
Dico questo perché si sta tagliando a tutto spiano per quanto
riguarda i servizi sociali e per quanto riguarda i dipendenti
comunali, ai quali è stata fatta una pagellina da parte dei loro
diretti superiori; mi risulta che si sta richiamando il giudizio
espresso precedentemente per cercare di abbassare il voto dato
nelle cosiddette ‘pagelline’ per i dipendenti proprio per cercare di
contenere il più possibile le spese.
Ecco, io credo che anche per il nostro signor Sindaco e per le
persone che accompagnano il Sindaco nei suoi viaggi, sia ora di
incominciare a fare del rigore insieme a un pochettino di austerità,
cosa che non sarebbe male visto il numero considerevole di
accompagnatori del Sindaco in trasferta istituzionale, considerando
che questo fatto, rispetto ai tagli, rispetto ai sacrifici a cui vengono
chiamati anche i dipendenti comunali, sarebbe il caso di adeguare
tutto ciò appunto alla nuova realtà nella quale noi ci troviamo”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ottolenghi.
Il consigliere Ottolenghi così interviene:
“Non credo di sorprendere il Consiglio se sottolineo che oggi è
il 15 di aprile, credo invece che sia più interessante questo dato per
- 45 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
chi si ricordasse che il 15 di aprile era la data ultima entro la quale
l’assessore Carrubba si era impegnato a comunicare al Consiglio e
alla Città la nuova sede del Cinema De Amicis, per la quale da
alcuni mesi, pare, il Comune sta conducendo una trattativa.
La questione era stata posta già nell’autunno ed era stata
proposta qui in Consiglio da una rappresentanza del Comitato De
Amicis in dicembre; allora l’Assessore si era impegnato a dare una
risposta entro gennaio. Ricordo che anch’io, con altri Consiglieri
dell’Opposizione, avevamo contribuito a tranquillizzare il Comitato
dicendo: ‘L’assessore Carrubba è una persona seria, se garantisce
che entro la fine di gennaio il problema sarà risolto, c'è da
credergli’.
Da allora si sono alternati soltanto silenzi e rinvii; l’Assessore
si è sempre rifiutato di parlare con il Comitato del Cinema De
Amicis, aveva a me detto privatamente della data del 15 di aprile
come termine ultimo.
A seguito poi di una manifestazione molto bella organizzata
dal Comitato il 26 marzo con la proiezione in piazza, vicino alla
sede del Cinema De Amicis, di alcuni spezzoni di film, con musica e
altri spettacoli, a seguito di quella manifestazione e della ricaduta
positiva che quella manifestazione aveva avuto sulla stampa,
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
l’Assessore era intervenuto sia sui giornali sia direttamente con i
membri del Comitato per confermare la data di oggi come data
entro la quale il problema sarebbe stato risolto.
Purtroppo, non solo non è così, ma oggi un rappresentante
del Comitato, che ha cercato l’Assessore per avere informazioni, si
è sentito rispondere dalla sua segreteria che, come sappiamo,
l’Assessore è all’estero (appunto, ne ha appena parlato il
consigliere Ugliano) e che non tornerà fino al 26 di aprile.
Ora, il fatto grave e preoccupante naturalmente resta il
primo, cioè la questione che il Cinema De Amicis non c’è più ed io
mi chiedo di quanto tempo di interruzione di una attività culturale
di quel genere c’è bisogno, prima che si disperda quel patrimonio
che è stato costruito e accumulato negli anni. A questo, che è il
fatto principale, si aggiunge per l’ennesima volta il disprezzo nei
confronti dei cittadini.
Noi da tempo abbiamo capito che è inutile chiedere a questa
Amministrazione che consideri gli abitanti di Milano come dei
titolari
di
diritti,
ma,
visto
il
lessico
prevalente
nell’Amministrazione, insistiamo a chiedere che almeno vengano
considerati come clienti e verso i quali dovrebbe valere almeno il
principio della buona educazione.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Qui la sostanza e la soluzione dei problemi per quanto
riguarda il De Amicis sembrano essere venuti meno, è venuta
meno a questo punto anche la buona educazione; a noi non resta
che presentare - lo faremo al più presto - una mozione in Consiglio
per chiedere che venga finalmente e definitivamente risolta la
questione del Cinema De Amicis e naturalmente daremo tutto il
nostro contributo per tutte le iniziative, le manifestazioni, le
proposte e le proteste che i rappresentanti del Comitato del Cinema
De Amicis vorranno organizzare nei prossimi giorni, perché non
disperiamo di riuscire ad ottenere il risultato che è la riapertura
della stagione dal prossimo anno del Cinema De Amicis con la
programmazione di qualità che l’ha sempre contraddistinto in
questi anni, grazie anche, bisogna dirlo, alle competenze che sono
presenti all’interno del Comune e che non vogliamo vedere
mortificate con la chiusura di questa storica sala cinematografica”.
Riassume la presidenza della seduta il Presidente del
Consiglio Giovanni Marra.
Il Presidente dispone si proceda all’appello nominale.
Sono presenti i Consiglieri:
ADAMO,
ALBERTINI
RICCARDO,
ANTONIAZZI,
BALDASSARRE,
BARUFFI, BIANCO, BOSSI EMILIA MORATTI, CARLINO, CARUGO,
- 48 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
CIABÒ,
CICCIONI,
FARINA,
COLOMBO,
FERRARA,
GIUDICE,
FIANO,
LUCINI,
MAIO,
DE
PASQUALE,
GILARDELLI,
MARRA,
DI
MARTINO,
GIOBBI
MARTINI,
MASCARETTI,
MASSEROLI,
MATTIOLI, MOLTENI, OCCHI, OTTOLENGHI, PALMERI, PARLANTI,
PENNISI,
PILLITTERI,
RICCI,
RIZZI,
RIZZO,
SALVINI,
SANTOMAURO, SPIROLAZZI, TERZI, TESTORI, TINELLI, TRISCARI,
UGLIANO, VAGLIATI.
Sono assenti il Sindaco Gabriele Albertini e i consiglieri:
BASSI,
BERETTA,
BIANCHI
DI
LAVAGNA,
BOSSI
UMBERTO,
CAPUTO, CORMIO, DALLA CHIESA, DE ALBERTIS, FANZAGO,
GAMBITTA,
GAROCCHIO,
MARTINELLI,
MASSARI,
MOLINARO,
RUTELLI, in numero di 15.
Sono presenti gli assessori Brandirali, De Corato, Gallera,
Martella, Talamona, Verga, Zampaglione.
Hanno giustificato l’assenza il Sindaco e i consiglieri Bassi,
Beretta, Bossi Umberto, Caputo, Gambitta.
Essendo, pertanto, presenti n. 45 Consiglieri, il Presidente
alle ore 18,41 dichiara valida la seduta.
Nomina scrutatori i consiglieri Pillitteri, Ciabò, Spirolazzi.
Indi così interviene:
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
“Signori
Consiglieri
‘Scolpire
i
pensieri
nella
materia,
aggiungere forma a forma, fissarvi l’assoluto, secondo un’arte che
non ammette errori: sbalzi in metallo cesellati, opere in pietra e
marmo bianco, creature vive nate da blocchi contrapposti e
fittamente scalfiti.
Milanese d’origine, ma cittadino del mondo, in un percorso sono le sue parole - attraverso ‘luoghi ricchi di passato e tesi nello
stesso tempo verso il futuro’, Lorenzo Guerrini si è affermato tra i
maggiori scultori europei della seconda metà del Novecento.
‘L’artista’, - raccontava il Guerrini di sé e dalle sua opera- ‘deve
vedere la forma nel blocco di roccia e saperla cavare, ricavare,
liberale dal peso della materia. Ogni mezzo è valido, ma il blocco
scolpito rimarrà in eterno l’essenza della scultura’.
‘La
filosofia
come
percorso
di
riflessione
interiore
e
insegnamento ai giovani. Storico docente all’Università degli Studi
di Milano, oltre che primo consigliere culturale del rettore Carlo Bo
nell’Ateneo di Urbino, Livio Sichirollo aveva orientato il proprio
interesse all’approfondimento della filosofia morale e allo studio del
pensiero di Spinoza, Kant, Hegel, Marx, dedicando loro alcuni dei
suoi
numerosi
saggi.
Un
cammino
articolato
e
complesso,
completato dall’attività pubblicistica come collaboratore di riviste
- 50 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
specializzate e direttore della collana della filosofia tedesca
Germanica’
‘La fotografia: l’immagine che si fa arte e ha il valore di un
linguaggio universale. Ai grandi maestri di sempre - Richard
Avedon e Hiro - con i quali aveva lavorato negli Stati Uniti,
s’ispirava l’opera di Davide Mosconi travolto e ucciso poche sere fa
da un taxi in largo Crocetta. Le sue immagini, raccolte nella casastudio di via Dell’Orso ed esposte a Londra, Tokyo, New York, San
Francisco,
hanno
raccontato
Milano
divenendo
preziose
testimonianze di cultura, di idee e sapere’
‘Una vita per il palcoscenico. Attore e cabarettista, Renzo
Schiroli ha segnato una stagione del teatro milanese recitando
accanto ai nomi più grandi: da Giorgio Strehler, che lo diresse ne
‘El noster Milan’, a Paola Borboni sua partner nella compagnia del
Gerolamo. E ancora: l'impegno nel mondo del cabaret, espressione
e anima di milanesità. Dagli esordi al ‘Derby’ nel 1970 agli
spettacoli in coppia con Umberto Simoncini - cantante e fine
dicitore meneghino -, fino alla direzione artistica del ‘Derbino’.
‘Renato Ercolani e la lirica milanese.
Artista di grande intelligenza musicale e scenica, dopo aver
affrontato ruoli primari negli anni Quaranta, aveva capito che il suo
- 51 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
terreno ideale era quello del comprimariato. Nelle parti di carattere
seppe imporsi sulla scia di grandi secondi-tenori italiani, lasciando
in eredità l’interpretazione da manuale del suo Bardolfo nel
‘Falstaff’ di Verdi. Numerosi i suoi successi fino a quando,
abbandonate le scene, aprì a Milano una scuola di canto che diede
al teatro ottimi professionisti’.
‘Poesie in musica, parole e note capaci di raccontare i giovani
di oggi con le loro storie, le loro emozioni, i loro sogni.
Alex Baroni era una delle voci più belle delle canzone italiana:
una voce insolita, segnata dal timbro soul della tradizione neroamericana che Milano aveva scoperto e iniziato ad amare fin dalle
prime esibizioni nei locali della Città all’inizio degli anni Novanta.
Dal palcoscenico milanese alla consacrazione definitiva nel
tempio dell’Ariston, Sanremo ’97: Luciano Pavarotti che incorona
Alex Baroni miglior voce del Festival, e il suo brano – Cambiare –
che riceve il riconoscimento più prestigioso – il premio Volare – in
onore dell’indimenticato Domenico Modugno.
Dalle tournée in Europa al concerto di Assisi accanto a Sting,
dalla colonna sonora del cartone animato Hercules per la Walt
Disney al ritorno sanremese nella categoria ‘Big’, fino agli spettacoli
in onore dei Beatles, la sua carriera - troppo breve per una voce
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
così importante - è sempre stata accompagnata da un meritato
successo di pubblico e critica.
Le sue canzoni hanno portato Milano nel mondo. Per questo
oggi noi lo ricordiamo con un minuto di silenzio, nel rispetto del
legittimo diritto alla riservatezza chiesto dalla sua famiglia’.
Si osserva un minuto di silenzio.
Il Presidente così interviene:
“Il Vicesindaco, senatore De Corato, in assenza del Sindaco, e
avendo la sua delega, deve fare una comunicazione al Consiglio”.
Dà indi la parola al consigliere Mattioli.
Il consigliere Mattioli così interviene:
“Chiedo scusa al Vicesindaco se intervengo, ma solo per
porre una questione sull’ordine dei lavori: la nomina del nuovo
Assessore al posto dell’ex Assessore Del Debbio è un dato rilevante
politicamente, credo che quindi sia comprensibile a tutti i
Consiglieri Comunali che ovviamente tutta l’Opposizione - non so
se hanno intenzione anche i colleghi della Maggioranza - ha
intenzione di intervenire dopo la comunicazione del Vicesindaco che
in questo momento rappresenta anche il Sindaco che è all’estero,
per commentare e soprattutto anche, legittimamente, per dare
delle indicazioni al neo Assessore. Però chiaramente gradiremmo
- 53 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
che questi nostri interventi, queste nostre indicazioni, avvenissero
in presenza del Sindaco e quindi chiediamo al Presidente e alla
Maggioranza di poter effettuare le nostre comunicazioni e i nostri
interventi lunedì prossimo in modo tale che il Sindaco possa essere
presente e quindi ascoltare le indicazioni che almeno la nostra
parte –parlo a nome di tutta l’Opposizione- vorrà dare al nuovo
Assessore per l’espletamento del suo mandato”.
Entra in aula il consigliere Garocchio: i presenti sono,
pertanto, 46.
Il Presidente così interviene:
“Quando però il Sindaco è assente c’è un facente funzioni che
è il Vicesindaco e che ha la delega, voglio dire, non si può
scrivere… Si scrive sempre il Sindaco, ma si intende anche il
facente funzioni, quindi questo non è il problema centrale, e la
comunicazione deve essere tempestiva, quindi ‘tempestiva’ vuol
dire non appena possibile, il primo Consiglio valido è questo. Se si
tratta
di
rinviare,
tra
virgolette,
il
dibattito
in
base
alle
comunicazioni, io dico che è inusuale perché generalmente il
dibattito si fa sulle comunicazioni appena avvenute. Però non vedo
motivo di respingere questa richiesta, nel senso che oggi il
Vicesindaco, in quanto Sindaco facente funzioni, presenta il nuovo
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Assessore che prego di accomodarsi, anzi, e quindi se poi si riterrà
di voler commentare questa nomina nella prossima seduta,
personalmente, anche se è inusuale, non credo che ci siano
problemi, a meno che dall’aula non ci siano altre indicazioni, ma
non mi pare”.
Entra in aula l’assessore Manca.
Il Presidente dà la parola il vicesindaco De Corato.
Il vicesindaco De Corato così interviene:
“Signor Presidente e signori Consiglieri, comunico che il
Sindaco di Milano con nota del 12 aprile scorso, ai sensi dell’articolo
46, II comma, del Testo Unico della Legge 267/2000, con
provvedimento del 12 aprile ha nominato l’ingegner Guido Manca
Assessore del Comune di Milano in sostituzione del dimissionario
dottor Paolo Del Debbio. Il dottor Paolo Del Debbio con lettera, in
data 30 gennaio 2002, aveva rassegnato le proprie dimissioni dalla
carica.
Allo stesso Assessore, ingegner Guido Manca, il Sindaco ha
conferito le stesse deleghe che erano in capo all’ex assessore Paolo
Del Debbio e cioè:
- riorganizzazione del Corpo di Polizia Municipale, con specifico
riferimento ai Vigili di quartiere, di concerto con l’Assessore al
- 55 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Personale e con l’Assessore ai Trasporti e Mobilità; localizzazione e
controllo degli insediamenti delle attività abusive di nomadi e
stranieri; Ufficio Tutela Diritto del Cittadino; Protezione Civile;
progetti di recupero urbano delle periferie; coordinamento e
interventi per la sicurezza del cittadino, video-sorveglianze e
installazione di radio satellitari sui taxi, misure per la sicurezza dei
commercianti; osservatorio sulla criminalità diffusa; centro di
assistenza alle vittime.
In pari data, 12 aprile scorso, l’ingegnere Guido Manca ha
indirizzato al Presidente del Pio Albergo Trivulzio una richiesta di
collocamento in stato di aspettativa. Questo per la correttezza degli
atti. Infine in pari data, 12 aprile 2002, il Sindaco di Milano ha
conferito all’assessore Giancarlo Martella l’incarico di sovrintendere
all’implementazione del portale del Comune di Milano.
Io ringrazio a nome della Giunta e del Sindaco l’ex assessore
Paolo Del Debbio per lo spirito con il quale ha diretto in questi anni
un Assessorato che era – ed è - abbastanza complesso e difficile; lo
ringrazio a nome del Sindaco e della Giunta e credo anche a nome
del Consiglio e faccio gli auguri, a nome del Sindaco e della Giunta,
al nuovo Assessore Guido Manca, persona che peraltro conosciamo
- 56 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
per essere stato qui nei cinque anni scorsi come Capogruppo del
Gruppo di Forza Italia. Grazie”.
Entra in aula il consigliere Molinaro: i presenti sono,
pertanto, 47.
Entra altresì in aula l’assessore Predolin.
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il Presidente così interviene:
“Ma se viene aperto il dibattito viene fatto per tutti, se invece
qualcuno… Io avevo capito che il dibattito non solo si era espresso
negativamente in aula…”.
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il Presidente così riprende:
“Ma sì, ho detto: ‘viene inserito nell’ordine del giorno’ alla
Conferenza dei Capigruppo perché comunque questa decisione poi
deve essere ratificata alla Conferenza dei Capigruppo, che verrà
ratificata, voglio dire, nel senso che io personalmente prendo
questo impegno, quindi non ho problemi a ritornare indietro sui
passi”.
Fuori
microfono
interviene
un
- 57 -
Consigliere
non
meglio
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il Presidente così riprende:
“Allora, se il Gruppo di Alleanza Nazionale ritiene di voler
intervenire stasera, solo il gruppo di Alleanza Nazionale…”.
Indi dà la parola al consigliere Di Martino per mozione
d’ordine.
Il consigliere Di Martino così interviene:
“Io, Presidente, ritengo che se un dibattito va aperto, va
aperto questa sera, perché il Vicesindaco ha piena titolarità per
esporre quanto la Giunta ha da esporre in aula con piena delega
del Sindaco Albertini, per quanto mi riguarda. Primo. Secondo, se
l’Opposizione ha delle cose da dire alla Giunta in merito alla
sicurezza, alle periferie, cioè alla delega attribuita all’assessore
Manca, ritengo che lo possa fare questa sera in presenza non solo
del Vicesindaco ma, addirittura, dell’assessore Manca che è qui
presente e penso possa ascoltare quanto la Minoranza vuole dire in
merito a questi argomenti.
Allora ritengo che non sia possibile decidere questa sera di
rinviare il dibattito perché il Sindaco non è presente. Io ritengo che
se l’Opposizione questa sera ha qualcosa da dire in merito a questi
punti - tra l’altro ringrazio e saluto l’assessore Manca che è qui
- 58 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
presente e spero che collabori in modo proficuo con me, visto che
sono Presidente della Commissione che si interfaccia al suo
Assessorato - ritengo che se l’Opposizione ha qualcosa da dire la
Giunta sia qui pronta e può ascoltare quello che l'Opposizione ha da
dire. Non capisco perché…! E poi chi l’ha detto che il Sindaco sarà
presente lunedì prossimo in aula che può ascoltare? Cioè dobbiamo
obbligare il Sindaco a venire qui in aula e a stare qui ad ascoltare?
Io vorrei capire qual è il senso di questo discorso. Allora, se
parte del Consiglio ritiene di dover esprimere alcuni concetti sulle
periferie e sulla sicurezza lo può fare questa sera; penso che
l’assessore Manca possa prendere nota tranquillamente di quanto
l’Opposizione Giunta gli chiede, la Giunta è presente con il
Vicesindaco con delega specifica da parte del Sindaco, non capisco
quale sia il problema”.
Fuori microfono, interviene il consigliere Fiano pronunciando
le seguenti parole:
“Presidente, sull’ordine dei lavori…”.
Il Presidente così riprende:
“Non mi sembra che sia il caso di mettersi a discutere né
perdere tempo su queste questioni che io ritengo di importanza
non primaria per la vita di un Consiglio Comunale. Comunque la
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
situazione è questa: sulle dichiarazioni si può aprire un dibattito. È
stato richiesto di aprire questo dibattito alla prossima seduta. Ho
chiesto all’aula se qualcuno aveva qualcosa in contrario e nessuno
ha risposto. Evidentemente io, quando chiedo all’aula se qualcuno
ha qualcosa in contrario e nessuno risponde, ho da ritenere che
tutti siano d’accordo. Se poi vi sono voci in dissenso, signori…!”.
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il Presidente così riprende:
“Da qualche parte spersa per il Consiglio Comunale dovrebbe
esistere una richiesta di rinvio del dibattito”.
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Entra in aula il consigliere Salvini: i presenti sono,
pertanto, 46.
Il Presidente dà la parola al consigliere Garocchio per mozione
d’ordine.
“È semplice. Non mi ricordo di aver assistito mai a un dibattito in
15 anni di Consiglio Comunale su un avvicendamento di Assessori.
Io non avrei nulla da dire. Se invece il problema è ragionare sulla
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
sicurezza, questo è un altro discorso, certamente siamo disponibili
a farlo. Non stasera perché non ci ho ancora pensato.”
Il Presidente così interviene:
“È arrivata una richiesta di rinvio di questo dibattito sulle
dichiarazioni, che è assolutamente lecito ed è assolutamente
consentito dallo Statuto e dal Regolamento. Per cui io ritengo che
l’intervento a favore del rinvio e l’intervento contro del rinvio siano
già stati fatti…”.
Un Consigliere non meglio identificato, fuori microfono,
pronuncia le seguenti parole:
“Come ‘sono stati fatti’?”
Il Presidente così riprende:
“Il consigliere Di Martino sicuramente è intervenuto contro il
rinvio…”.
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
Il Presidente così riprende:
“È già intervenuto il consigliere Di Martino per Alleanza
Nazionale”.
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Il Presidente così riprende:
“Non sono qui a tenere il cronometro di tutti i Consiglieri
Comunali!”
Indi comunica che è pervenuta una richiesta di rinvio del
dibattito sulle dichiarazioni del Vicesindaco, a firma del consigliere
Mattioli ed altri, che si allega.
La pone indi in votazione.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato alla votazione n. 41 Consiglieri, come da documento n.
1, che si allega.
Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito:
Presenti
n. 41
Astenuti
n. 6
(Marra,
Mascaretti,
Palmeri,
Parlanti, Testori, Vagliati)
Votanti
n. 35
Voti favorevoli
n. 31
Voti contrari
n. 4
Il Presidente pertanto proclama che la richiesta di rinvio del
dibattito è approvata.
---
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Il Presidente invita ad esaminare alcuni ordini del giorno collegati
al Bilancio di Previsione 2002.
Indi sottopone all’esame del Consiglio l’ordine del giorno, a
firma del consigliere Parlanti ed altri, contrassegnato con il n. 9,
che si allega.
Dà quindi la parola al consigliere Parlanti.
Il consigliere Parlanti così interviene:
“Chiedo alla Giunta di accogliere questo mio ordine del giorno
che riguarda il prolungamento della rete di distribuzione del gas
metano dall’insediamento di Muggiano. La nuova rete partirebbe
dall’insediamento di Muggiano e andrebbe a fornire il gas metano
alle Cascine Guascona e Guasconcina praticamente per un percorso
di circa 7–800 metri. In queste Cascine sono residenti circa 45
famiglie. E proprio guardando le priorità della Giunta e della stessa
Maggioranza, che hanno dato priorità diciamo ai settori Trasporti,
Ambiente e Viabilità, ritengo che possa intravedersi anche questo
intervento nelle priorità dell’intera Maggioranza”.
Entrano in aula i consiglieri Fanzago e Massari: i
presenti sono, pertanto, 48.
Il Presidente dà la parola all’assessore Zampaglione.
L’assessore Zampaglione così interviene:.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
”Sull’ordine del giorno presentato dalla consigliera Parlanti io
credo che non ci sia nient’altro da dire, alla Giunta sembra
assolutamente ragionevole e la Giunta è totalmente disponibile, sia
per quanto riguarda la competenza dell’Assessorato all’Ambiente
per la parte energia, sia per quanto riguarda le disponibilità
finanziarie, ad accettarlo integralmente così com’è”.
Il Presidente pone in votazione l’ordine del giorno, a firma del
consigliere
Parlanti
ed
altri,
contrassegnato
con
il
n.
9,
precedentemente indicato.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato alla votazione n. 42 Consiglieri, come da documento n.
2, che si allega.
Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito:
Presenti
n. 42
Astenuti
n. 1
Votanti
n. 41
Voti favorevoli
n. 41
(Farina)
Il Presidente pertanto proclama che l’ordine del giorno è
approvato.
---
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio gli ordini del
giorno, a firma del consigliere Molinaro ed altri, contrassegnati con
i nn. 11 e 12, che si allegano.
Dà indi la parola al consigliere Molinaro.
Il consigliere Molinaro così interviene:
“Non è la prima volta che discutiamo di rumore, non è la
prima volta in modo particolare che discutiamo di questo tratto
particolare di autostrada che penetra in Città attraverso Piazzale
Kennedy. Sappiamo tutti che la fonte principale del rumore in Città
è il traffico autoveicolare, che il piano di izonizzazione acustica è in
fase di studio da parte dell’Agenzia milanese Ambiente e Mobilità,
che la definizione del piano di izonizzazione acustica non limita però
la responsabilità di interventi che l’Amministrazione dovrebbe
realizzare soprattutto in alcune aree critiche. Questa è una delle
aree più critiche della Città.
All’ordine del giorno numero 12 è allegata la relazione tecnica
svolta dall’ARPA: come tutti i Consiglieri possono vedere, sia
durante il giorno che la notte (come dice la relazione dell’ARPA)
praticamente siamo molto al di sopra di tutti i limiti consentiti dalle
nostre Leggi, si raggiungono anche i 90–95 decibel in determinati
momenti della giornata, la media comunque è intorno agli 80
- 65 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
decibel. Siamo nel tratto autostradale di ingresso alla Città, tra Via
Stephenson, Largo Boccioni, Via Inverigo fino all’incrocio di via
Gallarate. In questo tratto autostradale che penetra in Città e
arriva a Piazza Kennedy e poi alla Fiera vi sono residenze,
abitazioni, a pochi metri dal rilevato autostradale. Questi cittadini
da molti anni aspettano delle barriere fonoassorbenti.
Il Consiglio Comunale di Milano tre anni fa approvò un ordine
del giorno che impegnava l’Amministrazione a redigere un progetto
e a realizzare sostanzialmente le barriere fonoassorbenti per
abbattere i livelli di rumore. Tre anni fa venne approvato e poi si è
perso nelle more dell’Amministrazione. Il Vicesindaco De Corato
l’anno
scorso
motivò
che
non
si
era
ancora
conclusa
la
progettazione, oppure la progettazione poteva anche essere stata
fatta, ma c’era un contenzioso in corso tra la Società Autostradale
e il Comune di Milano sulla competenza per queste barriere
antirumore. Io credo che oltre dieci anni, cioè dai Mondiali del ‘90,
da quando venne realizzato il cavalcavia e tutto lo snodo
autostradale di Piazza Kennedy, 10–12 anni siano sufficienti per
definire competenze e responsabilità a trovare risorse per un’opera
pubblica, sicuramente molto significativa per la nostra Città, che ha
però reso infernale la vita a quei cittadini residenti. Non è
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
accettabile io penso uno scaricamento di responsabilità di Enti, in
questo caso tra la Società Autostrade, che adesso è diventata una
S.p.A., e il Comune di Milano. In questo caso il Comune di Milano,
se la responsabilità è della Società Autostrade, ha la forza e la
competenza per imporre la realizzazione di barriere fonoassorbenti
e comunque tutti gli interventi di mitigazione acustica; se la
responsabilità è del Comune di Milano, il Comune di Milano
provveda a realizzare questo intervento. Chiudo facendo un
richiamo molto rapido all’ordine del giorno numero 11.
In questo caso si tenta di dare all’insieme degli aspetti,
diciamo, di gestione del territorio, di mitigazione acustica, una serie
di impegni prioritari. In questo caso si può intervenire nelle zone
dove già vi è stata una verifica di impatto acustico, si possono
realizzare
sperimentalmente
diverse
modalità
di
riduzione
dell’impatto acustico, dalle cortine arboree permanenti, alla
riduzione della velocità del traffico, attraverso dissuasori, limiti di
30 km all’ora, i pannelli fonoassorbenti, anche le verifiche sulla
rumorosità delle marmitte, ci avviciniamo al periodo estivo, al
periodo nel quale molte finestre sono aperte e la tensione acustica
sale nella Città, ce lo dicono i rilievi della vigilanza urbana e così
via. Altre fonti di rumore molto evidenti sono i mezzi dell’ATM: gli
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
autobus dell’ATM fanno un rumore infernale soprattutto alle cinque
del mattino quando dai depositi raggiungono i capolinea da dove
parte poi il servizio. Alla fine dell’ordine del giorno c’è una proposta
di favorire il finanziamento finalizzato di interventi su immobili
privati nelle situazioni più esposte a rischio rumore. Una ipotesi di
questo tipo mi pare sia stata percorsa nel caso di Via Valtellina.
A mio parere si può provare a prevedere un analogo
intervento dell’Amministrazione anche nelle aree più soggette alla
esposizione acustica”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Zampaglione.
L’assessore Zampaglione così interviene:
“La problematica che questi due ordini del giorno trattano è
una delle problematiche di frontiera rispetto alla nostra attività. Io
posso dichiararmi sostanzialmente d’accordo con chi ha firmato gli
ordini del giorno, ma, al di là di questa personale posizione, devo
rispondere come membro della Giunta e quindi devo confrontare i
desideri con le reali possibilità in quanto questi ordini del giorno,
ambedue, chiedono che il Consiglio Comunale ‘impegni il Sindaco
a…”
Per quanto riguarda l’ordine del giorno numero 11, le
richieste che compaiono nel documento cominciano con una frase
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
sulla quale devo esprimere la materiale impossibilità di operare.
Infatti il punto 1 dice: ‘Attuare già nel corso dell’anno interventi di
mitigazione acustica per ridurre etc. etc”... Sono azioni che
comportano interventi di opere pubbliche e come tali devono
seguire l’iter che è ammissibile per la realizzazione delle opere
pubbliche: la predisposizione di un progetto preliminare, poi di un
progetto definitivo, l’inserimento dell’opera pubblica nell’elenco
delle opere pubbliche che ogni anno va aggiornato e finalmente
passarlo a finanziamento. E quindi di fatto la richiesta non è
compatibile con la normativa che il Comune di Milano segue.
Il punto 2 è semplicemente una indicazione: ‘Sperimentare
una
diversificazione
degli
strumenti’.
Ma
in
effetti
questa
operazione il Comune la sta già facendo attraverso i progetti delle
isole ambientali dove sono previste le barriere, diciamo le cortine
arboree, dove sono previsti i rallentatori di traffico, dove la velocità
di spostamento non deve superare i 30 km l’ora. Quindi in effetti li
stiamo già realizzando e quindi come tale, se l’impegno viene
chiesto in questa direzione, è già tra le cose che stiamo facendo.
Il terzo punto è ‘favorire il finanziamento finalizzato di
interventi’, e su questo pure se c’è qualche precedente, ma
naturalmente non spetta all’Assessore all’Ambiente poi individuare
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
quando e come intervenire, se c’è qualche precedente, quello che
l’Assessore all’Ambiente può viceversa suggerire è che una volta
completato il piano di azzonamento acustico (alla fine di maggio
sarà consegnato) e quindi iniziati i piani degli interventi, al di là
delle isole ambientali, man mano che verranno proposti in Consiglio
Comunale i piani dei singoli interventi, si potrà discutere
sull’opportunità e sulle modalità attraverso le quali eventualmente
far ricorso a un intervento pubblico nella realizzazione di difese
passive. Per i motivi di cui sopra, l’ordine del giorno numero 11 lo
considero non accettabile.
Ordine del giorno numero 12. Non è altro che l’ordine del
giorno numero 11 focalizzato su un’area milanese, che è quella tra
Via Stephenson e Largo Boccioni. Da questo punto di vista - il
consigliere Molinaro ha fatto riferimento a quanto era stato risposto
in merito lo scorso anno dal Vicesindaco - io vorrei, invece,
chiedere al consigliere Molinaro di sostituire un verbo, quello con
cui comincia il punto 1 ‘attuare’. Non siamo in condizioni di attuarlo
per i motivi che ho già riassunto sull’ordine del giorno precedente.
Mentre sicuramente possiamo prendere l’impegno formale di
avviare già nel corso di quest’anno gli interventi di mitigazione
acustica, intendendo con ciò passare dalla posizione di progetto
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
preliminare - progetto di massima si chiamava addirittura - che
venne fatto per studiare l’insieme degli interventi, a un progetto
definitivo da introdurre nell’elenco delle opere pubbliche per il
2003.
Quindi sotto questo profilo, se i firmatari dell’ordine del
giorno intendono seguire questa richiesta, se noi al punto 1 invece
di leggere ‘attuare già nel corso dell’anno’, leggiamo ‘avviare già
nel corso dell’anno gli interventi’, si tratta di affidare il progetto e
farlo diventare un progetto definitivo, io sono favorevole al
contenuto dell’ordine del giorno 12”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Molinaro.
Il consigliere Molinaro così interviene:
“Sì, beh, sull’emendamento 12 d’accordo, piuttosto che
niente, per passare finalmente al progetto esecutivo, va bene
sostituire ‘attuare’ con ‘avviare’.
Sul numero 11, Assessore, se anche qui ‘attuare già nel corso
dell’anno’ non va bene, potremmo anche qui ‘avviare già nel corso
dell’anno gli interventi di mitigazione acustica’. Però se legge con
attenzione il punto 1 indica le zone, le aree già più volte segnalate
all’Amministrazione
Comunale,
cioè
quartieri,
territori,
aree
particolari dove già le indagini acustiche si sono svolte. Quindi si
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
tratterebbe lì di indicare delle priorità, ecco. L’ordine del giorno
numero 11 indica delle priorità. Sono d’accordo con lei che il punto
2 può fare riferimento certamente alle isole ambientali.
Il punto 3 beh, qui capisco la sua obiezione, posso anche
togliere eventualmente il punto 3 dall’ordine del giorno perché
possa essere approvato; è importante che se sul punto 1 siamo
d’accordo, di togliere quell’“attuare” e mettere ‘avviare’, anche qui
credo che l’ordine del giorno sia accoglibile. Anche perché è chiaro
che gli interventi di mitigazione acustica si possono realizzare con
diversi strumenti, mi sono limitato ad indicarli perché almeno c’è
una possibilità per quei comitati, cittadini, quartieri etc. che
segnalano
problemi,
di
indicare
anche
loro
magari
all’Amministrazione Comunale possibili ipotesi di soluzione a
problemi che sono presenti nel territorio”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Zampaglione.
L’assessore Zampaglione così interviene:
“Consigliere Molinaro, allora, se ho capito bene, ordine del
giorno 11 al punto 1 ‘avviare’ invece di ‘attuare’, al punto di 2
‘sperimentare’, lo stiamo facendo, cioè è una constatazione, il
punto 3 scompare. Con queste correzioni, va bene”..
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Il Presidente pone in votazione l’ordine del giorno, a firma del
consigliere Molinaro ed altri, contrassegnato con il n. 11, nel testo
risultante dalla modifica apportata nel corso del dibattito, che si
allega.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato alla votazione n. 40 Consiglieri, come da documento n.
3, che si allega.
Al riscontro dei voti, risulta approvato all’unanimità.
Il Presidente ne fa la proclamazione.
--Il Presidente pone in votazione l’ordine del giorno, a firma del
consigliere Molinaro ed altri, contrassegnato con il n. 12, nel testo
risultante dalla modifica apportata nel corso del dibattito, che si
allega.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato alla votazione n.38 Consiglieri, come da documento n.
4, che si allega.
Al riscontro dei voti, risulta approvato all’unanimità.
Il Presidente ne fa la proclamazione.
---
- 73 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio l’ordine del giorno,
a firma del consigliere Rizzo, contrassegnato con il n. 4, che si
allega.
Dà indi la parola al consigliere Rizzo.
Il consigliere Rizzo così interviene:
“È chiaro che chi l’avesse sotto mano è più veloce la lettura
che non una illustrazione. È stato scritto successivamente alla
votazione che in Consiglio Regionale un emendamento accolto
fissava dei termini diversi per la concessione del diritto di installare
antenne per la telefonia mobile per radio e teletrasmissioni e quindi
io chiedevo, alla luce di questo, di impegnare la Giunta e i diversi
Assessorati competenti a predisporre le misure amministrative
(pare che qualcuno almeno l’abbia già annunciato, non so se sia
stato realizzato) di autotutela perché siano intercorsi tutti gli
accordi in essere, naturalmente a maggior ragione quelli di cui
ancora non è concluso l’iter amministrativo, che siano in contrasto
con quel deliberato del Consiglio Regionale che prevedeva alcune
norme, alcune distanze, alcune normative.
Perché l’avevo presentato in relazione al Bilancio? Perché
magari ci sarà ovviamente da pagare qualche penale, nel caso in
cui
sono
stati
stipulati
alcuni
accordi,
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ed è bene che si
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
predispongano le cifre necessarie eventualmente a far fronte,
sempre che non sia gratuito, perché c’è una Legge Regionale che
ha deciso questo e che quindi bisogna adeguarsi a pagare qualche
eventuale penale”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Zampaglione.
L’assessore Zampaglione così interviene:
“Nella breve, ma efficace, relazione del consigliere Rizzo
credo che ci siano tutti gli elementi, dopo che avrò dato la risposta,
per chiedergli se non sia opportuno ritirarlo. Per la prima parte:
nella prima parte io non posso che affermare che la Giunta,
l’Amministrazione Comunale opera secondo le Leggi vigenti. Il
Regolamento che è stato approvato in Regione Lombardia (in
sostanza è quello dei 75 metri, tanto per capirci) è già stato
pubblicato, è norma vigente e noi non possiamo altro che
osservarlo. Quindi questo per quanto riguarda la prima parte.
Il secondo passaggio: ‘denunciare gli accordi’. È stato fatto. È
stato fatto perché, in sostanza, il 5 aprile abbiamo constatato che
Milano Sport e K3G sostanzialmente, dopo un incontro che si è
svolto il 15 marzo, hanno confermato la necessità della revisione
delle localizzazioni degli impianti di telefonia mobile. Quindi da
questo punto di vista l’Amministrazione si è già mossa e contiamo
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
di potere, senza ulteriore difficoltà, ottenere l’adeguamento delle
proposte dell’K3G, che facevano parte di un contratto, a una nuova
distribuzione sul territorio. Quindi credo che forse l’ordine del
giorno è oggettivamente superato in tutte le sue parti”.
Escono dall’aula i consiglieri Colombo e Garocchio: i
presenti sono, pertanto, 46.
Il Presidente dà la parola al consigliere Rizzo.
Il consigliere Rizzo così interviene:
“Non volevo imporre una votazione in più al Consiglio, la data
era precedente a quanto è stato enunciato adesso dall’Assessore, io
ne prendo atto, le cose restano a verbale, le dichiarazioni
dell’Assessore, per cui se non vogliamo votare, non votiamolo, non
credo che ci siano problemi. È ritirato”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Fanzago.
Il consigliere Fanzago così interviene:
“Volevo chiedere all’Assessore se era possibile avere la
documentazione di cui ha fatto cenno, cioè di questo accordo tra la
K3G e Milano Sport datato 5 aprile, se è frutto appunto di un
accordo questa lettera di unione di intenti”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Zampaglione.
L’assessore Zampaglione così interviene:
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
“Nell’appunto che mi hanno raccolto gli uffici si parla
semplicemente di una corrispondenza successiva ad una serie di
unioni; d’altra parte abbiamo presente l’Assessore alla Partita per
quanto riguarda il controllo dei rapporti tra Milano Sport e un’altra
società che tratta con Milano Sport. Quindi io preferirei non
rispondere, a parte il fatto che la questione va conclusa
evidentemente con una nuova forma contrattuale tra la Milano
Sport e l’K3G”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Brandirali.
L’assessore Brandirali così interviene:
“Per quanto riguarda il contratto di Milano Sport la questione
da tempo in corso è quella di rendere evidente che il contratto era
ancora aperto per la sua definizione, e non definitivo, e che quindi
è possibile anche arrivare a un superamento senza problemi di
penale e roba del genere, diciamo così. Spero che il percorso vada
a buon fine in questo senso anche perché c’è l’interesse a rivedere
complessivamente il discorso”.
Il Presidente comunica che l’ordine del giorno, a firma del
consigliere Rizzo, contrassegnato con il n. 4, precedentemente
indicato, è ritirato.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Sottopone indi all’esame del Consiglio l’ordine del giorno, a
firma del consigliere Giudice ed altri, contrassegnato con il n. 25,
che si allega.
Dà quindi dà la parola all’assessore Zampaglione.
L’assessore Zampaglione così interviene:
“L’ordine del giorno di cui si tratta, visto che non ci sono
oratori che lo presentino, sostanzialmente riguarda il problema
dell’utilizzazione della falda superficiale, da una parte perché si
eserciti il controllo del livello della falda, dall’altra parte per
utilizzare eventualmente l’acqua che così, pompando con i pozzi
che si stanno facendo, si renda disponibile.
Sostanzialmente io vorrei precisare, a proposito di quanto è
scritto nell’ordine del giorno, che forse è il momento più adatto,
che in questo momento noi abbiamo realizzato 113 nuovi pozzi,
rispetto alla situazione dell’anno 2000. Questi nuovi pozzi sono
quelli della Vettabbia, In più ci sono 40 pozzi che sono stati
recuperati, che erano stati messi fuori uso da decenni perché
troppo superficiali e quindi in questo momento lavorano come
pozzi/falda. Di questi pozzi già realizzati, perlomeno come canna
del pozzo, ne sono attualmente funzionanti 71, se ne stanno
progettando altri 24 oltre ai 16 pozzi per irrigazione.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Quindi il progetto corrispondente al Piano ‘metropolitana
milanese per il controllo della falda a Milano’ sta andando avanti e
andrà avanti nel 2002 ancora perché abbiamo ottenuto dallo Stato
un contributo complessivo di 20 miliardi proprio per il controllo
della falda del milanese. Questo è il punto per quanto riguarda il
controllo della falda.
Nella mozione in realtà c’è un altro passaggio che è quello:
‘Cosa ne facciamo dell’acqua?’. E pertanto nella mozione l’invito è:
‘Predisporre in tempi rapidi un piano di interventi per affrontare,
contestualmente con l’emergenza falda, anche l’utilizzo dell’acqua
di prima falda esternalizzando al più presto la gestione del servizio
idrico’.
Allora, i pozzi li stiamo facendo, l’emergenza falda la stiamo
controllando, la falda adesso è in debole discesa un’altra volta;
l’utilizzo dell’acqua di prima falda in questo momento la stiamo
riportando da una parte a utilizzo irriguo, dall’altra parte a utilizzo
energetico attraverso l’uso di pompe di calore. È possibile
prevedere l’utilizzo di acqua industriale qui e lì?
Due anni fa siamo partiti con un progetto che doveva servire
la Fiera. Il progetto si è fermato perché, in sostanza, la Fiera,
avendo cambiato gli obiettivi di localizzazione, ha avuto qualche
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
difficoltà a lavorare, cooperare con il Comune per arrivare ad avere
una rete di acqua industriale. Però ci eravamo già mossi, adesso
pensiamo di muoverci su grandi utenze. Quindi, da questo punto di
vista, la Giunta accetta questo invito che considera perfettamente
coerente con i programmi che si stanno svolgendo”.
Entra
in
aula
il
consigliere
Bianchi
di
Lavagna:
i
presenti sono, pertanto, 47.
Il Presidente dà la parola al consigliere Rizzo.
Il consigliere Rizzo così interviene:
“La casualità vuole che io, visto che nessuno l’ha illustrato,
debba rivolgermi all’Assessore per dire a mia volta che è bene che
venga ritirato questo ordine del giorno. Perché? Perché dietro
questa discussione sulla falda che è ampiamente condivisibile,
come dicono i proverbi “incauta venenum”, non si può scrivere che
tutto questo si può fare ‘esternalizzando al più presto la gestione
del servizio idrico’! Cosa c’entra la premessa con la conclusione che
viene qui indicata? Peraltro interviene in una riflessione sulla
gestione del servizio idrico che proviene dalle disposizioni di Legge
e che, ultimamente ne abbiamo discusso anche in Commissione,
riguarda degli orientamenti dell’Amministrazione che sono in
gestazione e che verranno prima o poi affrontati.
- 80 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Io credo che al di là della scarsa (permettetemi di dire)
eleganza di questo ordine del giorno, se si vuole affrontare il
problema della privatizzazione e della esternalizzazione lo si scriva,
portando tutte le ragioni! Non che si fanno delle premesse che
riguardano una questione e alla fine in tre parole si liquida una
questione di una tale rilevanza per l’Amministrazione Comunale che
non credo possa passare attraverso quest’ordine del giorno.
Per cui la mia richiesta è di ritirare l’ordine del giorno o di
cancellare la frase ‘esternalizzando al più presto la gestione del
servizio idrico’ perché è più coerente anche con il testo stesso
dell’ordine del giorno”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Molinaro.
Il consigliere Molinaro così interviene:
“Sì, anch’io vorrei suggerire ai proponenti quantomeno di
togliere l’ultima frase ‘esternalizzando al più presto la gestione del
servizio idrico’. Non escludo che questa possa essere una strada
che l’Amministrazione Comunale sceglierà.
La complessità del problema l’abbiamo affrontata qualche
giorno fa in Commissione Bilancio e su questa complessità,
abbiamo visto, la stessa Amministrazione si è presentata a quella
Commissione per discutere del tema del servizio idrico integrato
- 81 -
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
con una serie di variabili che possono considerare anche la
esternalizzazione della gestione del servizio, così come potrebbero
considerare la realizzazione di una società ad hoc oppure,
addirittura, la gestione ad aziende e società che sono attualmente
del Comune di Milano. Quindi chiederei, appunto, per coerenza
dell’ordine del giorno, che mi trova sostanzialmente d’accordo su
quasi tutto, tranne l’ultima riga; chiederei proprio di togliere
l’ultima riga.
Ecco, una domanda all’assessore Zampaglione: le aree
dismesse, i nuovi quartieri che si stanno realizzando, i nuovi
interventi edilizi, prevedono la doppia possibilità di utilizzo
dell’acqua? Cioè prevedono la doppia rete? Perché ad una
questione di questo tipo, già posta alcuni anni fa, mi si rispose con
l’impossibilità di realizzare la doppia rete nella Città di Milano, la
possibilità di realizzarla sicuramente nelle aree di espansione, nei
nuovi quartieri e così via. È prescritta, è data come prescrizione,
diciamo, l’indicazione della doppia rete nei nuovi interventi edilizi,
oppure è ancora nel libro dei sogni? Perché, e qui mi rivolgo ai
firmatari, anche se adesso non riesco a capire chi sono, Testori, De
Pasquale… Cioè questo aspetto è un aspetto di evidente, diciamo,
incoerenza se noi discutiamo dello sdoppiamento della rete tra
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
l’acqua di falda che va direttamente nel rubinetto e può essere
utilizzata dai cittadini e l’acqua di falda o di prima falda che non
viene trattata dall’Acquedotto e che può essere utilizzata per altri
usi, ad esempio lo sciacquone del water, tanto per farmi capire, o
usi analoghi di questo tipo. Chiedo se c’è la possibilità di realizzare
una doppia rete, proprio nei nuovi quartieri.
Ecco, la realizzazione della seconda rete, per dare sostanza a
molte delle parti dell’ordine del giorno, è prevista oppure non è
prevista?
Allora, bisognerebbe aggiungere nelle considerazioni che si
realizzi
la
seconda
rete
almeno
negli
interventi
di
nuova
edificazione, nelle aree di espansione urbana e così via, cioè in
tutte quelle realtà dove la Città si sta trasformando, sta crescendo,
sta realizzando nuovi interventi. Lì la distinzione della rete è
possibile probabilmente realizzarla”.
Esce dall’aula il consigliere Pennisi: i presenti sono,
pertanto, 46.
Il Presidente dà la parola al consigliere Occhi.
Il consigliere Occhi così interviene:
“Giusto per il verbale, insomma, perché è chiaro che questo
ordine del giorno così come è impostato e soprattutto il suo finale,
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
se poi uno volesse vedere… A un certo punto si dice che la A.S.L.
della Città di Milano ha confermato l’eccellenza della qualità
dell’acqua erogata dal settore Acquedotto definendola accettata,
degna di essere imbottigliata, e poi chiediamo di esternalizzare il
servizio! Una roba così te la tieni, se tutto fosse corrispondente al
vero. Sappiamo magari che non è proprio così, però, insomma, il
ragionamento è già fatto in Commissione, non lo voglio ripetere, è
già fatto dai colleghi Rizzo e Molinaro.
Credo che quest’ordine del giorno come minimo andrebbe
ritirato; sicuramente l’ultima frase va tolta, insomma, da questo
ordine del giorno, quindi i proponenti dovrebbero in qualche modo…
Siccome per il resto è condivisibile, ci dispiacerebbe votar contro un
ordine del giorno così impostato perché mette assieme cose che
non c’entrano niente, le mele con le pere e ragionamenti che non
hanno attinenza in questo ordine del giorno, come quello della
privatizzazione, appunto, della gestione del settore ittico.
Quindi se vogliamo fare una discussione seria facciamola, non
può essere fatta una discussione surrettizia attraverso un ordine
del giorno così impostato, condivisibile per il 99,9% e per quella
frase ultima, invece, ci vedremmo costretti a bocciarlo quando
invece… Comunque io chiedo votazioni per parti separate, cioè che
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
sia possibile esprimere eventualmente una votazione diversa
sull’ultima frase rispetto al resto”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ricci.
Il consigliere Ricci così interviene:
“Presidente, come firmatario, non accettiamo modifiche e
chiediamo la messa in votazione dell’ordine del giorno”.
Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio l’emendamento a
firma del consigliere Molinaro, contrassegnato con il n. 1, che si
allega.
Dà indi la parola al consigliere Molinaro.
Il consigliere Molinaro così interviene:
“L’emendamento nella parte ‘considera’ dell’ordine del giorno
chiede di aggiungere ‘la realizzazione della seconda rete in tutti gli
interventi di nuova edificazione’. Quindi è coerente con l’ordine del
giorno sull’aspetto di incentivare il più possibile l’uso dell’acqua di
prima falda per gli usi non diretti al consumo umano.
Poi chiederei al Presidente della Commissione Bilancio,
siccome abbiamo discusso in Commissione Bilancio proprio della
questione della esternalizzazione della gestione del servizio idrico
integrato e delle diverse modalità con le quali l’Amministrazione
Comunale sta studiando il problema, siccome l’ordine del giorno
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
dice seccamente come ultima riga: ‘esternalizzare al più presto la
gestione del servizio idrico’, mi pare che in Commissione siano
emerse diverse ipotesi intorno alle quali è giusto che l’insieme del
Consiglio Comunale discuta e si confronti. Per questo motivo la
richiesta era quella di approvare in toto l’ordine del giorno tranne
quest’ultima riga. Ecco, chiederei il supporto proprio del Presidente
della Commissione Bilancio su questa discussione, se fosse
possibile”.
Entrano in aula i consiglieri De Albertis e Rutelli; ne
esce il consigliere Testori: i presenti sono, pertanto, 47.
Il Presidente dà la parola all’assessore Zampaglione.
L’assessore Zampaglione così interviene:
“Il consigliere Molinaro in sostanza chiede che venga dato
compito alla Giunta e agli Assessori di competenza di far sì che
nelle nuove costruzioni venga utilizzata l’acqua di falda, come
acqua industriale, come acqua ovviamente non potabile. Io su
questa posizione devo esprimere la mia contrarietà perché noi
corriamo il rischio, così come è posto l’emendamento, di obbligare
chi è preposto alla costruzione di nuove edificazioni, di realizzare
una rete che non verrà mai alimentata. Per un motivo molto
semplice: ho detto che avevamo già realizzato con la Fiera di
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Milano il tentativo di realizzare una doppia rete per acqua
industriale; la questione non si è chiusa perché non è stato
possibile concludere quali fossero le necessità della Fiera di Milano
in termini di acqua industriale, perché ci vuole una grandissima
utenza.
Nel momento in cui si realizza un nuovo quartiere, con un
insieme di servizi e di necessità, si può pensare, attraverso gli
strumenti di cui il Comune dispone, di forzare gli imprenditori a
realizzare una seconda rete di acqua industriale. Altrimenti non è
possibile far funzionare la piccola rete di un condominio con un
pozzo che eroga almeno 30 litri al secondo, cioè non c’è nessuna
possibilità di alimentare la singola edificazione. La proposta
ovviamente non vale per i grandi nuovi quartieri.
Per quanto riguarda poi la soppressione dell’ultimo passaggio,
che parla di esternalizzazione, io vorrei ricordare a tutti i Consiglieri
Comunali che sono stati qui presenti nella scorsa Legislatura che
c’è già stata una delibera di indirizzo, di Consiglio Comunale verso
la creazione di una società che gestisse il servizio idrico integrato;
anzi, è stata addirittura votata la soppressione del servizio in
economia. Quindi questo passaggio c’è già stato. Io non ne farei
una questione di battaglia politica in questo momento perché non è
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
certamente questo ordine del giorno collegato al Bilancio quel
momento di confronto che questo argomento, per le dimensioni e
le implicazioni che ha, chiede. Quindi vorrei forse che rientrasse
non tanto in una polemica, ma piuttosto in un segnale e come tale
rimanesse e basta”.
Il Presidente pone in votazione l’emendamento, a firma del
consigliere Molinaro, contrassegnato con il n. 1, precedentemente
indicato.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato alla votazione n. 40 Consiglieri, come da documento n.
5, che si allega.
Al riscontro dei voti, la votazione dà il seguente esito:
Presenti
n. 40
Votanti
n. 40
Voti favorevoli
n. 17
Voti contrari
n. 23
Il Presidente pertanto proclama che l’emendamento è respinto.
--Il Presidente dà la parola al consigliere De Pasquale per
dichiarazione di voto.
Il consigliere De Pasquale così interviene:
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
“Innanzitutto io vorrei dire che per quanto riguarda l’ultima
parte di questo ordine del giorno, nella quale si fa riferimento ad
una possibile esternazione al più presto della gestione al servizio
idrico, è evidente che, visto che siamo in attesa di approfondimenti
in materia, è meglio non legarsi le mani con questa affermazione e
quindi ritiro questa parte.
Per
quanto
riguarda
la
dichiarazione
di
voto,
devo
assolutamente confermare che ritengo che questa della gestione
dell’acqua come risorsa sia per un migliore decoro urbano che
anche per cercare di valorizzare le risorse di cui questo Comune
dispone, credo che sia un tema centrale. Non ho difficoltà a
ammettere che in questi anni non è stato affrontato, come dire,
con tutta l’importanza e con tutta la centralità che questo
argomento meritava; naturalmente la Città è sempre alle prese con
criticità di varia natura, per cui è anche difficile fare questi discorsi,
però veramente io ritengo che il fatto di poter pensare a un sistema
che utilizzi l’acqua di falda come a un sistema per il potenziamento
dell’innaffiamento di parchi e giardini, una maggiore pulizia, una
fornitura di acqua per il condizionamento di grandi edifici,
pensiamo anche al discorso del raffreddamento della linea
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
metropolitana, io credo che tutti questi argomenti ci debbano già
portare a stringere su questo argomento.
Ma voglio citare un’altra questione: noi siamo proprietari già
di una società che è l’AEM la quale già è fortemente impegnata sul
tema
dello
sfruttamento
del
calore
e
dell’energia.
Saremo
proprietari della società delle acque che certamente non potrà che
essere valorizzata da uno sfruttamento dell’acqua di falda di questo
tipo, quindi questo Comune che oggi si trova a discutere di Bilancio
e, mentre discute di Bilancio, deve fare i conti con delle notevoli
ristrettezze economiche, deve avere il gusto e l’orgoglio di
valorizzare questa grande risorsa che sta sotto Milano perché possa
diventare una fonte di nuovi redditi per il Comune, perché possa
diventare veramente un asset di questo Comune.
Quindi l’ordine del giorno va soprattutto nel senso di invitare
la Giunta a concentrarsi su tutte le possibilità che sono insite nello
sfruttamento dell’acqua di falda”.
Il Presidente così interviene:
“Allora, per riepilogare, i presentatori sopprimono l’ultima
riga, cioè sopprimono le parole ‘esternalizzando al più presto la
gestione del servizio idrico’.”
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Pone indi in votazione l’ordine del giorno, a firma del
consigliere Giudice ed altri, contrassegnato con il n. 25, nel testo
risultante dalla modifica apportata nel corso del dibattito, che si
allega.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato alla votazione n. 39 Consiglieri, come da documento n.
6, che si allega.
Al riscontro dei voti, risulta approvato all’unanimità.
Il Presidente ne fa la proclamazione.
--Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio l’ordine del giorno,
a firma del consigliere Giudice ed altri, contrassegnato con il n. 29,
che si allega.
Dà indi la parola al consigliere Giudice.
Il consigliere Giudice così interviene:
“Grazie, Presidente. Quest’ordine del giorno vede come primo
firmatario il consigliere Rizzi; siccome sta arrivando, posso
illustrarlo io.
Quest’ordine del giorno invita la Giunta a istituire un premio
per i giovani artisti, anche perché credo che Milano abbia bisogno
di un anello di congiunzione tra quelle che sono le giuste ispirazioni
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
dei giovani e quello che offre e in questo momento ha offerto il
tessuto della Città. Con questo ordine del giorno si ritiene di dover
impegnare la Giunta, anche attraverso la ricerca di sponsor o di
sostenitori, per avere infine la possibilità di sostenere parzialmente
o totalmente la copertura dei costi che necessariamente avrà
l’istituzione di un premio di questo tipo”.
Entra in aula il consigliere Cormio: i presenti sono,
pertanto, 48.
Entra altresì in aula l’assessore Bozzetti; ne escono gli
assessori Predolin e Verga.
Il Presidente dà la parola all’assessore Brandirali.
L’assessore Brandirali così interviene:
“Sono favorevole a questo ordine del giorno, lo stato dell’arte
su questo tema è il seguente: il Settore Cultura, quindi l’assessore
Carrubba, sta avviando l’apertura di un nuovo museo di arte
contemporanea e all’interno di questo progetto c’è anche l’idea di
istituire un premio che è ‘I maestri propongono i giovani’. Quindi
sostanzialmente si riprende una formula che era già stata utilizzata
in cui, degli artisti di prestigio della Città, ognuno proponeva un
giovane artista.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Non è ancora la formula che viene proposta qua dentro e io
credo che invece sia giusto insistere sulla autonomia di uno
sguardo strettamente giovanile attorno all’espressione artistica e
quindi è particolarmente interessante per me far riferimento per
esempio a quello che facciamo allo spazio espositivo dell’Arengario,
una mostra è attualmente in azione, è stata inaugurata tre giorni
fa, è collegata con il momento delle design che la Città sta
attraversando, la mostra è ‘Il colore nell’arte’, sono giovani che si
esprimono e ve la cito perché la cosa che colpisce è che c’è in corso
da parte dei giovani artisti un superamento molto significativo, a
mio avviso, della concezione dell’astratto e c’è un bisogno di ritorno
al riferirsi alla materia, alle cose, e alla possibilità che le cose
vengano riflesse nell’arte e che la realtà possa esprimersi, seppure
in una immaginazione astratta.
Insomma, ho la sensazione che ci siano delle novità portate
dai giovani che forse la parte classifica della cultura non sa
riconoscere. Per cui la vita autonoma di questo momento di
espressione dei giovani artisti è, secondo me, una scelta utile che
potremmo tentare di fare come Amministrazione”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Tinelli.
Il consigliere Tinelli così interviene:
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
“Sarò brevissimo inizialmente per dire che condivido lo spirito
di questo ordine del giorno, anche se mi sembra una cosa da
annoverare tra i vari capitoli del libro dei sogni perché so per certo
che non verrà mai realizzato nulla di simile in questa Città. Non mi
interessa tanto un discorso di premio e quindi di competizione tra i
giovani artisti, ma mi interesserebbe che i giovani artisti di questa
Città avessero delle opportunità per riuscire ad esprimersi.
Abbiamo dei nomi in questa Città di tutto rispetto, artisti
famosissimi e riconosciuti internazionalmente che però, purtroppo,
in una maniera o nell’altra, offuscano qualsiasi cosa sia più giovane
di loro. E quindi io non so quando mai potremo avere spazio per i
nostri artisti più giovani.
C’è
stato
un
battage
incredibile
sulla
mostra
che
è
attualmente in corso, sulle opere della pop-art americana dove ci
sono due dei più grandi e famosi fondatori di questo movimento,
che sono i graffiti in generale, gente che sporcava anche loro i
muri, gente che sporcava le metropolitane, come tuttora si fa in
tutto il resto del mondo, New York compresa, che però comunque
hanno avuto un riconoscimento. Se vogliamo riuscire a far sì che i
nostri giovani riescano in qualche maniera ad esprimersi, dobbiamo
loro dare degli spazi.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Mi dispiace, Assessore, per quanto la conosca, per quanto
abbia stima di lei, doverle dire che lo spazio di via Marconi è
veramente uno spazio ridicolo! E non è certo con il continuo
concorso e con la vagliatura di persone che guardano e l’età e la
data di iscrizione e se sei iscritto nella mailing-list del Comune,
piuttosto che se si riesce a dare spazio ai giovani artisti della Città.
Serve ben altro. Serve davvero uno spazio dedicato a loro, uno
spazio che sia laboratorio, che sia memoria, quindi archivio, che sia
esposizione.
Noi purtroppo in questa Città prediligiamo finanziare tutto
meno che i giovani, meno che la loro espressione. Per questo io
ritengo sia un ennesimo sogno da aggiungere all’elenco, anche se,
evidentemente, voterò a favore di questo ordine del giorno. Noi
abbiamo questa grande sfida lanciata dal Governo di Destra della
Città, che era la Fabbrica del Vapore, che noi abbiamo sempre
chiamato ‘fabbrica del fumo’ e tale è e tale si è dimostrata: un
grande spazio che se ce l’avesse in mano definitivamente il
Comune, senza pensare di darlo a clientele, ad amici o a privati,
ma semplicemente di coltivare l’humus di questa Città, l’humus
artistico di questa Città avremmo sicuramente dei risultati migliori,
lanceremmo dei nuovi nomi che purtroppo, per riuscire a lavorare,
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
per riuscire a fare qualcosa in questa Città, sono costretti ogni volta
a doversi rivolgere ad altre Città dove vengono accolti molto meglio
che nella loro Città natale.
Questo Governo, questa Giunta, ne abbiamo dibattuto anche
in occasione di Bilancio, non stanzia fondi per i giovani, anzi, è un
trend che ogni anno vengano tagliati i fondi per i giovani.
Ciononostante, anche se non condivido l’idea del premio perché
non è la competizione che mi interessa, voterò a favore di questo
ordine del giorno”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Ottolenghi.
Il consigliere Ottolenghi così interviene:
“Anch’io condivido lo spirito che, diciamo, mi pare animi
questo ordine del giorno. Faccio soltanto due considerazioni: la
prima è che nella situazione nella quale ci troviamo noi rischiamo
che l’istituzione di un premio serva più a coprire un vuoto di
iniziativa generalizzata che non a promuovere effettivamente la
crescita e l’affermazione di creatività e di talenti dall’interno del
mondo giovanile. Ma, naturalmente, la carenza d’altro non è
argomento per essere contrari ad una proposta di questo genere.
Rilevo anche che, ne parlava adesso Tinelli, sarebbe
interessante sapere se si ritiene che la Fabbrica del Vapore sia o
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
possa
essere
funzionasse
e
uno
spazio
qualora
si
espositivo
arrivasse
interessante
alla
qualora
conclusione
della
ristrutturazione. Ma, al di là di questo, e quindi sia pure con questi
limiti che attengono alla politica complessiva in questo settore,
credo che sia giusto sostenere questa proposta anche se vorrei fare
ai promotori, ai presentatori dell’emendamento una proposta di
modifica perché, se non capisco male, qui si parla di un premio,
sarebbe l’assegnazione di un premio in denaro, e l’individuazione di
uno spazio espositivo per il vincitore del premio. Se l’obiettivo è
quello di promuovere la creatività, la cultura e l’arte che vengono
dal mondo giovanile, ritengo che sarebbe più efficace mettere a
disposizione uno spazio espositivo per coloro che concorrono al
premio o per una selezione, diciamo così, di finalisti al premio in
modo che possa essere più di un’artista che ha l’occasione,
attraverso il Comune, di esporre le proprie opere, fermo restando
che poi il premio ovviamente verrà assegnato a uno degli artisti in
concorso.
Quindi provo a scrivere immediatamente queste due righe
per vedere se con l’assenso dei presentatori si può modificare così
l’ordine del giorno”.
Il Presidente dà la parola al consigliere Bossi Emilia Moratti.
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
Il consigliere Bossi Emilia Moratti così interviene:
“Io volevo associarmi al fatto che naturalmente c’è bisogno di
dare spazio, ma in tutti i sensi, anche in quelli più traslati, ai
giovani artisti nella nostra Città. Quindi ben vengano ordini del
giorno in questo senso. Sono solo un po’ dubbiosa se veramente
sia positivo per questi giovani avere spazi eccellenti per farsi
vedere, per farsi produrre. Perché seguivo un po’ il filo di pensiero
dell’assessore Brandirali che prima ci diceva, appunto, che questi
giovani
effettivamente
sono
collegati
anche
ad
espressioni
artistiche di laboratorio proprio. Quindi, io penso, ma perché non
incentivare di più gli spazi che già esistono? A partire naturalmente
dalla mitica Fabbrica del Vapore di cui vorremmo avere notizie,
anzi, colgo l’occasione per chiedere all’Assessore che se ne
interessi e che riporti la discussione vivacemente qua in aula. E poi
ce ne sono tante altre che stanno sorgendo in maniera più o meno
spontanea, molte anche collocate in aree dismesse che avranno
vita breve, purtroppo! E devo dire che veramente è un peccato
perché, ad esempio, sto pensando all’Isola, sto pensando a tutto il
fiorire di giovani artisti, sia nel campo della fotografia, della pittura,
della scultura, ma anche della manualità, cioè delle giovani firme
anche nel campo della moda, veramente, di tipo ben diverso da
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
quella del prodotto industriale, una moda che ripercorre anche
matrici culturali arrivate da poco in Città, e quindi molto
interessante. Ecco, lì all’Isola è presente un po’ di tutto questo.
Infatti è molto interessante leggere la trasformazione della
Città così come sta avvenendo, indipendentemente da quello che
noi stiamo programmando con i grandi interventi. Ecco, io
preferirei che si riprendesse in considerazione tutto quello che già
esiste, ma proprio, io dico, in maniera pragmatica: perché non
dedicare un po’ di tempo a una mappatura proprio degli spazi
esistenti? Quelli più o meno, diciamo, comunali, quelli più o meno
pubblici, quelli più o meno transitori… Naturalmente mi dispiace
che non ci sia adesso il consigliere Farina, ma lo stesso Leoncavallo
è uno spazio espositivo in cui molto spesso si possono vedere
mostre di giovani artisti interessantissime! A parte il fatto che lì
proprio l’abbinamento tra grandi artisti e giovani artisti c’è già stato
in molte occasioni ed è stato molto produttivo agli occhi proprio
della gente normale che per la prima volta è andata lì a vedersi
queste
mostre.
Ecco,
io
spero
che
l’attenzione
ripuntualizzata sull’esistente”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Brandirali.
L’assessore Brandirali così interviene:
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sia
più
Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
“Credo
che
i
presentatori
concorderanno
sulla
piccola
correzione, nel II comma, dopo ‘invita la Giunta’, invece che ‘il
premio dovrà necessariamente comprendere la funzione di’,
cancelliamo tutto questo e scriviamo: ‘Inoltre si dovrà prevedere
uno spazio espositivo’, quindi lo si scollega dal premio, insomma.
Dopodiché, rispondendo a un paio di cose che sono venute
fuori di interventi, vorrei dire innanzitutto al consigliere Tinelli che
la sua osservazione sulla selezione fatta mediante l’iscrizione degli
artisti agli Uffici Comunali, dove abbiamo un elenco di tremila
giovani artisti milanesi che si sono iscritti, è un problema che io
condivido con lui. Nel senso che…” .
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
L’assessore Brandirali così riprende:
“Insomma, mi danno per buono un elenco di tremila, poi io
non so.
Io so che vorrei, invece, avere qualcuno capace di individuare
e proporre, perché la pura funzione burocratica ovviamente non è
lo strumento adeguato. La domanda che io faccio è se questo
ordine del giorno per essere applicato un richiede un passaggio con
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
gli artisti competenti capaci di dire come possiamo riconoscere i
segni giovanili e come possiamo quindi…”..
Fuori
microfono
interviene
un
Consigliere
non
meglio
identificato, le cui parole non risultano peraltro, comprensibili.
L’assessore Brandirali così riprende:
“No, quelli sono i consulenti per gli spazi.
Per quanto riguarda quindi la questione degli spazi esistenti e
la domanda sulla Fabbrica del Vapore, debbo riconoscere che
un’abilissima capacità della presentazione del progetto del mio
predecessore ha reso l’idea che quella cosa esistesse già, invece
quella cosa era un annuncio e poi va costruita. E costruirla è lunga!
Ciò non di meno, io vi prego vivamente di non mettere in crisi
questo progetto perché il recupero di quello spazio innanzitutto è
assolutamente indispensabile, è una cosa bellissima, è la cosa più
bella di questa Città per quanto riguarda il recupero industriale. Per
cui veramente non dobbiamo perdere lo spazio, deve rimanere
legato all’idea il progetto. La possibilità che in questo spazio i segni
giovanili abbiano maggiore possibilità di esprimersi, questo è il
fondamento del progetto Fabbrica del Vapore, cioè un luogo dove la
specificità riesca a risultare. Se non si realizza così il progetto,
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
ovviamente vuol dire che abbiamo fallito! Cioè se diventa una
grande birreria con discoteca vuol dire che abbiamo fallito.
Comunque, ritornando all’ordine del giorno, questo è un
ordine del giorno che aiuta anche l’idea di Fabbrica del Vapore”.
Il Presidente pone in votazione l’ordine del giorno, a firma del
consigliere Giudice ed altri, contrassegnato con il n. 29, nel testo
risultante dalla modifica apportata nel corso del dibattito, che si
allega.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato alla votazione n. 36 Consiglieri, come da documento n.
7, che si allega.
Al riscontro dei voti, risulta approvato all’unanimità.
Il Presidente ne fa la proclamazione.
--Il Presidente sottopone all’esame del Consiglio la mozione, a
firma del consigliere De Pasquale ed altri, iscritta all’ordine del
giorno con il n. 42, che si allega.
Dà indi la parola al consigliere De Pasquale.
Il consigliere De Pasquale così interviene:
“Presidente e colleghi Consiglieri, questa mozione che
peraltro è stata firmata da vari esponenti anche di tutto il Consiglio
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
e di tutte le Forze Politiche, prende lo spunto da una problematica
di
cui
si
è
molto
parlato
negli
ultimi
anni,
cioè
quella
dell’inquinamento elettromagnetico. In questa mozione io elenco
tutte le normative che oramai da circa un decennio hanno visto
impegnato sia il Parlamento Nazionale che il Consiglio Regionale sul
tema dell’inquinamento elettromagnetico e soprattutto mi rifaccio a
quella che è sia l’ultima Legge Quadro Nazionale e l’ultima Legge
Regionale Lombarda sull’inquinamento elettromagnetico, Leggi le
quali
individuano
nel
Comune
proprio
l’organismo
che
può
effettuare azioni di risanamento. Queste azioni di risanamento
hanno come obiettivo di adeguare gli impianti radioelettrici già
esistenti e di fare il possibile affinché le emissioni vengano ridotte e
vengano collocate in impianti che siano quanto più possibili lontani
dalle zone abitate.
Per tutti questi motivi la mozione chiede, dunque, che si inviti
il Sindaco e la Giunta innanzitutto a sviluppare e a definire delle
ricerche relative all'individuazione di un sito decentrato. Cioè
l’obiettivo è quello di individuare un sito, possibilmente decentrato
o comunque lontano da zone abitate all’interno del nostro
territorio, dove collocare un’antenna sulla quale impiantare tutti i
vari impianti di emissione di radio e televisioni locali e anche
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
evidentemente mi riferisco all'antenna RAI, che è una delle antenne
più pericolosamente messe all’interno della nostra Città; quindi
queste ricerche devono individuare un sito dove poter collocare un
impianto che possa effettivamente contenere tutti gli impianti di
emissione.
Inoltre questa mozione invita il Sindaco e la Giunta a
contemperare le esigenze di rispetto delle normative contro
l’inquinamento elettromagnetico, che è una esigenza importante e
sentita da tutta la cittadinanza, con un’altra importante esigenza,
che è quella di consentire di mantenere in vita uno strumento di
informazione e di comunicazione importanti quali sono le tv locali,
le radio locali, tutta quella informazione locale che evidentemente,
se
si
dovesse
applicare
domani
mattina
la
normativa
sull’inquinamento elettromagnetico, sarebbe forse costretta a
spegnere il suo segnale.
Quindi siccome bisogna contemperare queste due esigenze,
questa mozione invita il Sindaco e la Giunta a prevedere
l’individuazione di un sito e possibilmente anche a prevedere la
realizzazione di una antenna unica che ospiti tutti questi impianti di
emissione. Ripeto, la cosa che mi sembra importante, a cui questa
mozione si collega, è il fatto che se noi ci colleghiamo alle ultime
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
normative nazionali e regionali potremmo anche realizzare questo
impianto utilizzando dei fondi appositamente previsti da queste
Leggi.
Per cui io mi auguro che questo Consiglio voglia approvare
all’unanimità questa mozione e mi auguro anche che la Giunta
voglia rapidamente dare attuazione a ciò che noi abbiamo indicato
in questa mozione”.
Il Presidente dà la parola all’assessore Zampaglione.
L’Assessore Zampaglione così interviene:
“Forse, così come commento personale, quest’ordine del
giorno è datato, è stato scritto a novembre. E tra l’altro a
novembre almeno la metà dell’invito che il consigliere De Pasquale
ha rivolto l’avevamo già attuato. Io vorrei soltanto fare una
osservazione: primo, dal punto di vista della capacità di coprire dei
territori, più di tante puntualizzazioni le antenne non possono
avere, cioè l’idea di raccogliere in un’unica antenna, perché così c’è
scritto nella mozione, un unico traliccio, in un’unica struttura tutte
le antenne delle radiotrasmissioni e delle trasmissioni televisive…
sì, si potrebbe fare attraverso un satellite. Noi ci stiamo muovendo
in questo modo, ecco perché dico ‘probabilmente datata’ nel senso
che è stata anche superata dai fatti. Abbiamo l’obbligo di rispettare
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
sia la normativa nazionale, sia la normativa regionale e in questo
senso ci siamo mossi.
L’agenzia per la mobilità e per l’ambiente ha già predisposto
dei mezzi mobili per la verifica delle aree cittadine che non sono
particolarmente coperte dalle indagini dell’ARPA. Cioè in sostanza
stiamo facendo una mappatura che ci permetta di individuare, a
prescindere dalle suddivisioni di Legge, la zona di rispetto, la zona
1 e la zona 2, quali sono le aree dove non c’è un particolare carico
di antenne. Fatto questo abbiamo evidentemente la situazione
territoriale. Dove sta la difficoltà del problema? Mentre possiamo
regolare per legge l’installazione delle antenne per telefonia
cellulare e comunque con potenze basse, tutte le antenne esistenti,
sia in radiofonia, sia televisive, sono esistenti grazie a concessioni
che dipendono dallo Stato, che dà la possibilità al proprietario
dell’emittente di trasmettere da quel posto con un’antenna di quel
tipo e con una potenza pari a tanti watt. Noi su questi strumenti
non possiamo intervenire. Quindi sia la normativa nazionale e sia la
normativa regionale ci permetteranno di sapere dove potremmo
delocalizzare queste grandi emittenti, che sono quelle che tra l’altro
mettono in crisi la Città; giusto il riferimento all’antenna della RAI,
ma non è soltanto quella, noi abbiamo quasi 60 emittenti in
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Seduta Consiliare del 15 aprile 2002
radiofonia e 31 o 32 emittenti televisive sull’area del territorio
milanese che trasmettono con potenze superiore ai 300 watt,
mentre quelle di telefonia cellulare sono sotto i 30 watt.
Allora, qual è la politica che pensiamo di seguire? Una volta
incrociata la situazione dell’inquinamento elettromagnetico, così
come si presenta, con la distribuzione delle antenne, individueremo
dei siti dove è possibile delocalizzare. E qui si tratta di una delicata
azione di confronto con le diverse emittenti cercando di trovare
tutti
gli
strumenti,
avvalendoci
dei
poteri
del
Ministero
dell’Ambiente e dei mezzi finanziari del Ministero dell’Ambiente,
perché ci aiuti in questa operazione di delocalizzazione, che non è
facile! Perché una certa antenna copre una certa area e rinunciare
a quell’area sarà una delle questioni di più delicata soluzione.
Comunque intendiamo andare avanti così mettendo sul
tavolo, dalla Regione da una parte, Piano di delocalizzazione, ma ai
titolari delle concessioni di Stato dall’altra, la possibilità di
spostarsi. Quindi è una operazione che stiamo facendo pienamente.
Dal mio punto di vista la mozione così come è stata presentata,
ecco
perché
parlavo
che
era
forse
lievemente datata, ma
corrisponde sostanzialmente sia nel primo che nel secondo punto…
No, nel secondo punto non sono favorevole a che il Comune installi
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un’unica antenna, non lo può fare. Non sono favorevole al fatto che
il Comune finanzi l’antenna, ma che si metta in essere questo piano
che vede il Comune, la Regione, il Ministero dell’Ambiente e il
Ministero delle Telecomunicazioni intorno allo stesso tavolo per
rendere operativo il piano della delocalizzazione”.
Il Presidente pone in votazione la mozione, a firma del consigliere
De Pasquale ed altri, iscritta all’ordine del giorno con il n. 42,
precedentemente indicata.
Dal sistema di votazione elettronico risulta che hanno
partecipato alla votazione n. 37 Consiglieri, come da documento n.
8, che si allega.
Al riscontro dei voti, risulta approvata all’unanimità.
Il Presidente ne fa la proclamazione.
--Il Presidente così interviene:
“L’assessore Verga non riesce ad arrivare in un tempo
ragionevole, quindi propongo di rinviare le sue deliberazioni alla
prossima seduta; lo stesso dicasi per l’Onorevole Pagliarini che,
essendo dovuto andare a Roma per la votazione di sei giudici
costituzionali, non è rientrato perché domani non c’è. Quindi
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propongo di rinviare le delibere residue alla prossima seduta e di
chiudere la seduta di questa sera”.
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