Pastori, Angeli e una mangiatoia

Transcript

Pastori, Angeli e una mangiatoia
Pastori, Angeli e una mangiatoia
Scritto da
A quell’ora della sera le centinaia di pecore erano finalmente in silenzio fatta eccezione per
qualche sporadico belio. La notte era scesa; le stelle brillavano nel cielo sereno ed i pastori
erano distesi sulle loro stuoie lungo i fianchi delle colline, sopra Betlemme, per fare la guardia al
proprio gregge. Gli uomini parlavano sottovoce per tranquillizzare gli animali.
Il vecchio Elia aveva passato tutta la vita su questi pascoli. Insieme a loro c’era anche il
ventenne e cinico Giuda. Suo zio era prigioniero dalle truppe di occupazione romane per un
reato minore. Quando poteva, Giuda complottava in segreto con una unità di guerriglieri zeloti.
David, il più grande re di Israele, aveva portato su quegli stessi pascoli di Betlemme le sue
pecore un millennio prima. Nella sua adolescenza, David aveva sconfitto il gigante Golia e
spezzato il giogo della tirannia dei Filistei. E così, anche Giuda desiderava fare altrettanto. Oh,
se solo fosse nato un leader, un liberatore per cacciare via i maledetti romani dalla loro terra!
Solo le femmine sopravvivranno. Eh?" disse Elia, con tono un po’ troppo alto. Il suo udito era
svanito con gli anni.
E così Giuda rispose con tono ancora più alto, "Toseremo le femmine la prossima estate; poi
partoriranno ancora agnelli ma gli agnelli…..""Cosa?" chiese Elia, avvicinandosi un poco."Gli
agnelli", disse Giuda gridandogli a voce alta nell’orecchio "non sopravvivranno alla Pasqua.
Saranno sacrificati tutti…nel tempio di Gerusalemme"
"Ah, si, Pasqua nel tempio" rispose Elia col tono simile ad uno che si trova dentro una profonda
caverna o come chi è chiuso nel suo mondo – quello della sordità. "Il Giorno Santo
sacrificheranno un agnello per ogni famiglia!!!!".Gerusalemme col suo tempio si trovavano a
solo sei miglia a nord di Betlemme. Fornire agnelli per il sacrificio pasquale costituiva la
principale attività di questi pastori. "Pasqua..." esclamò il vecchio uomo. "Quanto avrei voluto
assistere alla prima Pasqua!"
Elia preferiva parlare più che ascoltare poiché gli rimaneva difficile afferrare le parole che
dicevano gli altri. "Mose fu il nostro Liberatore in quella notte della prima Pasqua quando il
giudizio di Dio pesò su tutto l’Egitto" e mentre egli parlava, i suoi ascoltatori riuscivano a
figurarsi l’angelo della morte passare in tutto l’Egitto. "Tutti i primogeniti d’Egitto furono uccisi"
disse Elia, "ma ogni famiglia di schiavi israeliti aveva immolato un agnello prezioso e senza
macchia col sangue del quale aveva segnato l’architrave e gli stipiti delle porte delle case in cui
si trovavano. C’era espiazione per i propri peccati; la vita degli agnelli al posto della loro. Ed il
1/4
Pastori, Angeli e una mangiatoia
Scritto da
terribile flagello di Dio era passato oltre le loro famiglie".
"Le pecore femmine sopravvivranno", ripeté Giuda "ma gli agnelli maschi saranno tutti
sacrificati". "Cosa?" disse Elia ma Giuda non ripeté ciò che aveva appena detto."Non mi
piacerebbe essere un agnello " disse solennemente il pastore più giovane. Quindi i pastori uno
dopo l’altro si fecero silenziosi mentre si avvolgevano con i mantelli pesanti per ripararsi dal
vento freddo della notte. I loro occhi erano abituati al buio. Ed erano sempre pronti a passare in
rassegna con lo sguardo le colline per vigilare contro i lupi ed i ladri. Non erano disposti a
perdere una sola delle loro pecore a causa della trascuratezza.
All’improvviso la collina si illuminò a giorno; un fascio intenso di luce bianca come di mille flash
messi insieme li lasciò momentaneamente ciechi per la sua intensità. Non videro più nulla.
Erano paralizzati per lo spavento. Cosa stava accadendo? Ognuno corse al fianco del proprio
vicino per stringersi a lui a causa del forte timore che li aveva presi. Tutti tremavano. Tutti
battevano i denti. Davvero! E quando i loro occhi furono in grado di vedere nuovamente,un
uomo dall’aspetto sfolgorante era li, in piedi davanti a loro. Ora il rumore dei denti ed il tremore
comune erano udibili.
"Non temete!" dichiarò questo essere di luce abbagliante con la tipica voce squillante di un
araldo. "Ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città
di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore…" "Il Messia! Il Liberatore!" sospirò subito Giuda.
"Finalmente egli è venuto per liberare il nostro popolo". Capirono a stento ciò che l’angelo
aveva detto. Buone notizie! Grande gioia! Il Figlio di Davide è nato questa notte nella città di
Davide. Il Messia del Signore! Il Messia Promesso ed Atteso! Era stato quell’uomo sfolgorante
di fulgida luce, risplendente della stessa gloria o Shekinah di Dio a dichiararlo. Doveva essere
vero!!Poi l’angelo continuò ed aggiunse: "Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto
in fasce, che giace in una mangiatoia".
Che segno strano. Ma non c’era tempo per riflettere; non c’era tempo da perdere! Quindi
l’angelo di luce si staccò da loro e rimase sospeso nell’aria; quella gloria radiosa che era su di
lui cominciò a diffondersi fino a svelare, rango dopo rango, schiere di angeli, la milizia celeste,
l’esercito stesso di Dio in un crescendo senza sosta: compagnia dopo compagnia, battaglione
dopo battaglione iniziarono a popolare il cielo circostante. Quindi all’unisono si misero a
cantare e gridare a gran voce. "Gloria a Dio nel più alto dei cieli".
Quel suono melodioso di una moltitudine in festa si propagò per le colline riecheggiando per le
valli, come il suono roboante del tuono, come il fragore di grandi acque, come il riverbero del
grido vittorioso. Il grande suono dell’adorazione, il grido d’onore, il grido della lode gloriosa.
2/4
Pastori, Angeli e una mangiatoia
Scritto da
"Gloria a Dio nel più alto dei cieli" gridavano a gran voce insieme in una unica ed enorme voce
di adorazione. "Gloria a Dio nel più alto dei cieli" cantavano all’unisono con una risonanza
schiacciante che copriva ogni altro suono contagiando o infettando i pastori della sua immensa
gioia. L’armata di Dio presa dallo stupore alle parole dell’Arcangelo, adesso gridava di nuovo:
"Gloria a Dio nel più alto dei cieli! E Shalom -- pace -- sulla terra a coloro che Dio ama".
La lode si diffondeva ad ondate incessanti e crescenti giù per le colline come un glorioso
frastuono finché le voci cominciarono a svanire; i pastori potevano ancora udirle cantare a
distanza “Gloria, gloria, gloria!” poi si fecero sempre più lontane fino al silenzio totale. Anche
quella luce brillante cominciò a svanire come l’ultimo bagliore del sole che si nasconde
all’orizzonte colorando di uno splendore oro rosaceo tutte le nubi.
Il vecchio Elia fu il primo a parlare scioccato quasi di ciò che aveva appena finito di dire prima
dell’irruzione celeste. "Lode al Signore, amici miei. Siamo stati appena testimoni di quanto i
profeti avevano solo potuto sognare""Angeli!!” disse sospirando il più giovane. "Le schiere
dell’esercito di Dio" aggiunse prontamente Giuda."Qualcosa di ancora più grande" disse allora
Elia. "La possibilità di vedere il Messia del Signore con i nostri occhi. Avete tutti sentito l’angelo.
Egli è quì, da qualche parte a Betlemme e dobbiamo andare a cercarlo. L’angelo ci ha detto
anche come -- un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia... una mangiatoia"
ripeté alla lettera il vecchio uomo.
C’erano decine e decine di stalle, recinti e fattorie nelle vicinanze dove cercare ma una sola
mangiatoia con un bimbo dentro – questo era il segno! A Betlemme tuttavia Elia riusciva a
pensare solo ad una --- che si trovava all’interno di una grotta all’ingresso della città dove
venivano sistemati gli animali di chi si trovava a passare per la città. Il vecchio uomo corse giù
per il fianco della collina con un passo che lasciava i più giovani senza fiato. Adesso si trovava
in testa al gruppo quasi correndo in direzione della grotta nei pressi della locanda.E quando alla
fine furono giunti in quel luogo, il vecchio si fermò all’ingresso della grotta mentre le lacrime
copiose gli solcavano il volto. Ciò che l’angelo aveva detto era lì, davanti ai suoi occhi. Era tutto
vero. Dio aveva rivolto il suo gioioso annuncio ad un povero vecchio. Il cielo era fermo a
guardare quel povero vecchio morire di gioia. "Il Figlio di Davide" continuava a ripetere; "Il
Messia del Signore. Il Liberatore è venuto".
I pastori entrarono uno dietro l’altro e tutti si ritrovarono in ginocchio davanti alla mangiatoia - la
mangiatoia che avrebbe sfamato il cuore degli uomini col pane vivo che discende dal cielo e
porta con sé ogni dolcezza di vita. Tutti sorridevano con estrema riverenza a quel piccolo di
uomo avvolto in candide fasce. Il più giovane di loro spiegò alla madre del bimbo: "Un angelo è
apparso e ci ha detto” poi si fermò per riflettere. Non sapeva che fare. Era tutto così strano ed
inatteso. Che avrebbe pensato la donna? Ma poi senza più esitazioni continuò "e poi sono
apparse migliaia, milioni di angeli che hanno riempito il cielo illuminandolo con la luce di Dio;
3/4
Pastori, Angeli e una mangiatoia
Scritto da
gridavano a gran voce 'Gloria a Dio' e noi ci siamo uniti a quel coro cantando a squarciagola
finché non scomparvero dalla nostra vista".
Allora Elia si rivolse alla donna. "Giovane donna, madre di questo Figlio benedetto. Tu sei la
favorita di cui l’angelo ci ha parlato e su te questa notte la gloria e la grazia di Dio riposano”. Si
potevano notare le labbra della donna articolare le parole: “Si lo so" senza emettere suono.
Il vecchio continuò a dire: "l’angelo ci ha detto che tuo Figlio è il Messia Promesso da Dio, il
nostro Liberatore".Quindi tacque e rimase in ginocchio ancora per qualche momento. Alla fine
si alzò, prese la mano della donna e la racchiuse tra le sue dicendo: "Dio ha voluto affidare a te
suo Figlio. Avrai il sostegno delle nostre preghiere".
Poi fece cenno ai suoi amici di andare verso la porta e questi si alzarono, lasciando la grotta
con la mangiatoia ed il Cristo bambino. Ma i pastori non riuscirono a tenere la cosa per se.
Raccontarono a tutti ciò che avevano visto. E sparsero la lieta notizia dappertutto. Poi fecero
ritorno ai loro greggi prendendosi cura degli agnelli che erano destinati al sacrificio pasquale. E
sebbene non sapessero o non potessero capire il Liberatore bambino della mangiatoia non
avrebbe sfidato gli oppressori romani ma ci avrebbe invece liberati dal peccato e dalla morte
che opprimono tutti noi.
Questi pastori di agnelli avevano visto con i loro occhi l’Agnello di Dio nato per essere il
Sacrificio Pasquale per l’espiazione e la cancellazione dei peccati del mondo intero. Gloria a
Dio nel più alto dei cieli e Shalom - riconciliazione con Dio, con noi stessi e con gli altri, nuova
relazione per noi tutti che siamo sulla terra! Buon Natale 2008 Marco Cicoletti
4/4