Nonnina mette in fuga i ladri Ma poi finisce in ospedale

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Nonnina mette in fuga i ladri Ma poi finisce in ospedale
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L’ECO DI BERGAMO
MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2013
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«Quei soldi spariti
dopo le perquisizioni»
Campagna Amica
in un «concept store»
Nell’inchiesta sui carabinieri i verbali di
due pusher che accusano quattro militari
A pagina 36
Apre a Caravaggio il «concept store» di
Campagna Amica a Cascina Montizzolo
A pagina 42
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Nonnina mette in fuga i ladri
Ma poi finisce in ospedale
Vertova: l’ottantenne era sola in casa, alla vista dei ladri ha urlato
e quelli sono fuggiti. Colpita da malore, è al «Bolognini» di Seriate
A
Vertova
Controlli delle forze dell’ordine sulle strade a Villongo. I ladri sono tornati a mettere a segno i loro colpi nelle case della zona, come era accaduto verso la fine dell’anno scorso. Nel primo semestre del 2013 il fenomeno si era attenuato grazie al presidio costante delle pattuglie
San Paolo d’Argon
A
Arraffa liquori e cioccolatini, presa
A
Bottiglie di grappa, di whisky e di
Brunello di Montalcino, oltre a diverse confezioni di cioccolatini, per un
totale di quasi 150 euro. È la refurtiva che gli agenti della Polizia intercomunale dei Colli hanno trovato addosso e nelle borse di una dicottenne romena senza fissa dimora. Il furto è stato messo a segno verso le 19
di ieri sera, a San Paolo d’Argon, nel
supermercato Sma di via Bergamo.
La ragazza è stata sorpresa dal direttore del negozio che ha subito allertato le forze dell’ordine. La Polizia
dei Colli, in servizio nella zona, è intervenuta e, dopo gli accertamenti,
ha arrestato la nomade che sarà processata oggi con il rito direttissimo.
Ancora ladri in Val Seriana. I
soliti ignoti, seguendo un recente copione ormai collaudato, hanno fatto la loro comparsa a Vertova, all’ora di cena in
un’abitazione di via Forni, non
lontano dall’ex stazione ferroviaria, all’entrata del paese.
Verso le 18,30 si sono presentati travisati, indossando dei
passamontagna, nell’abitazione
di una donna di 80 anni in quel
momento sola in casa. Alla loro
vista la nonnina si è messa a urlare, quanto è bastato per distogliere i ladri dal loro proposito
e convincerli ad abbandonare il
campo. Le grida della donna
hanno richiamato l’attenzione
dei vicini che sono accorsi e, resisi conto dell’accaduto, hanno
dato l’allarme.
Sul posto è intervenuta l’ambulanza della Croce Verde di
Colzate inviata dal 118 e i carabinieri della stazione di Fiorano al Serio. L’emozione per il
brutto incontro, infatti, aveva
causato nell’anziana un malore,
che ha richiesto le cure dei volontari della Croce Verde che
l’hanno messa in sicurezza e accompagnata al pronto soccorso
dell’ospedale «Bolognini» di Seriate. All’inseguimento dei malviventi, che hanno raggiunto facilmente l’ex statale 671, a due
passi dal luogo del tentato furto, si sono messe le pattuglie dei
carabinieri in servizio di vigilanza in zona, nell’intento di
bloccare i ladri (a quanto riferito dalla donna, più di uno) che
però sono riusciti a far perdere
le loro tracce. Forse non del tutto, però, se, stando alle voci che
circolavano in serata, gli uomini dell’Arma avrebbero fermato due persone sospette ad Albino e sarebbero in corso accertamenti per verificare la loro
identità e la loro posizione. Ma,
L’ingresso del ristorante «Il Bablì» di Vertova: svaligiata la casa dei titolari
Le grida della donna
hanno richiamato
i vicini, che hanno
dato l’allarme
E lunedì sera
svaligiata la casa
dei proprietari del
ristorante «Il Bablì»
a tarda sera, non è stato confermato alcun fermo di persone riconducibile all’episodio di Vertova.
Malviventi al ristorante
Altro furto, sempre a Vertova,
all’ora di cena, quando è normale che qualcuno si presenti a un
ristorante. Meno ovvio se il ristorante è chiuso per turno, decisamente fuori luogo (per usare un eufemismo) se l’intento è
quello di rubare nella soprastante abitazione dei titolari.
Ancora un furto all’imbrunire
nella serata di lunedì in Val Seriana, dunque, dove pare senza
fine la catena di episodi crimi-
nosi delle ultime settimane.
Questa volta è toccato ad
un’abitazione nella zona dell’antico ponte di San Carlo a
Vertova, dove è aperto il ristorante «Il Bablì», che festeggia il
primo anno di attività il prossimo 19 novembre.
I ladri, consapevoli che al
giorno di chiusura del locale sarebbe probabilmente corrisposta l’assenza dei titolari, sono
arrivati poco dopo le 18 e dopo
aver scassinato un accesso si sono introdotti nell’abitazione
posta al piano superiore. I malviventi anziché dedicarsi alle
specialità della casa (il locale
propone prodotti locali in un
contesto suggestivo) hanno
preferito effetti personali e oggetti in oro, per lo più ricordi di
famiglia. «Hanno preso – sottolineano i malcapitati proprietari – i braccialetti che ricordano
il Battesimo dei figli. Oggetti
che evidentemente non hanno
un grande valore economico,
ma sono di inestimabile valore
affettivo».
I carabinieri, che in questi
giorni stanno mettendo in campo tutte le energie disponibili
per proteggere il territorio da
queste intrusioni, hanno svolto
i rilievi di routine, concentrandosi anche sulle immagini dell’impianto di videosorveglianza del locale, per trarre elementi utili.
Un nuovo tassello da incastrare agli altri (vedi anche inseguimenti in auto degli ultimi
giorni) per comporre il mosaico di indizi che sicuramente lega questo episodio a quelli analoghi (ultimamente soprattutto all’ora di cena) avvenuti in
tutti i Comuni della Valle Seriana. Lunedì pomeriggio un furto è stato segnalato anche a Cerete Alto: i ladri sono entrati in
una casa intorno alle 16. ■
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Cacciatori in allarme
«Bande organizzate
devastano i capanni»
a C’è allarme tra i cacciatori bergamaschi per le azioni di
danneggiamento ai capanni, che
in questi giorni stanno registrando un forte incremento. Ultimi
episodi in ordine di tempo: i furti messi a segno nella zona di Bagnatica e Calcinate.
Colpito lo stesso vicepresidente provinciale di Enalcaccia,
Giuseppe Quadri, che lunedì
mattina ha avuto la brutta sorpresa di trovare la porta del proprio appostamento fisso scardinata: «Hanno portato via di tutto – spiega –: la batteria che mi
serve per avere un po’ di luce, la
stufa di ghisa a legna, gli attrezzi
come pinze, martello e tenaglia
e persino l’innaffiatoio con cui
abbevero gli uccelli».
Un danno che fa supporre l’intervento di un gruppo organizzato, visto che il capanno non può
essere raggiunto con un’auto se
non da una strada chiusa da una
sbarra. «Sono arrivati dai campi
a piedi – aggiunge Quadri –. Non
so se si tratti di qualcuno che ha
bisogno di una stufa o batteria,
certo è che ho subito un grosso
danno. E non è la prima volta: lo
scorso anno ero stato derubato,
ma la stufa non era stata toccata.
Sto ricevendo frequentemente
telefonate di associati a cui è toccata la mia stessa sorte». Quadri
si è recato ieri pomeriggio dai carabinieri per sporgere denuncia.
Nella zona di Pedrengo e
Scanzorosciate si sono verificato altri 7/8 episodi di diversa na-
Uno dei capanni da caccia devastati recentemente a Paladina
tura: «Alcuni cacciatori hanno ritrovato le voliere in cui custodiscono i propri richiami vivi, tagliate – spiega Quadri –. Qualcuno ha fatto uscire tutti gli animali, senza sapere che non si allontanano di molto e che quindi i
cacciatori li uccidono comunque». E, ancora, si sono registrati incendi o addirittura il taglio di
alberi nei pressi di un capanno,
episodi che avvengono soprattutto la domenica pomeriggio, la
notte o martedì e venerdì, giornate di «silenzio venatorio».
La associazioni venatorie si
sono incontrate lunedì sera per
discutere della questione. «Crediamo – commenta Fortunato
Busana del Cupav – che questi
episodi non siano compiuti da
semplici vandali o ladri, ma che
siano azioni che fanno parte di
una strategia per limitare l’attività venatoria da appostamento
fisso. Pensiamo che i responsabili potrebbero far riferimento a
quello che si può definire genericamente il mondo anti-caccia.
Analoga situazione è vissuta dai
cacciatori bresciani. Si può immaginare l’azione di "squadre"
che agiscono rapidamente e non
di persone isolate».
Per arginare la situazione le
associazioni invitano a denunciare, ma soprattutto «chiediamo un’azione preventiva e repressiva. La stessa attenzione riservata ai bracconieri dovrebbe
toccare le persone che compiono atti contro i capannisti» conclude Busana. ■
Laura Arnoldi