Amore per gli altri - 1 - Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista
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Amore per gli altri - 1 - Parrocchia Santi Lorenzo e Giovanni Battista
Incontri Gruppo ACR 12/13 OTTOBRE 2011 Tema I ragazzi sono guidati a una riflessione sull’affettività, intesa come scelta di libertà. La libertà di essere dono per l’altro sul modello dell’amore di Gesù, evitando qualsiasi egoismo e logica di possesso. Attività Come filo conduttore degli incontri è stato scelto il film “Caterina va in città” di Paolo Virzì, 2003: Il film, con amara ironia e con toni alquanto grotteschi descrive la situazione della politica italiana vista da una classe di alunni di terza media, per poi incentrarsi sulla figura chiave dell'italiano medio ormai sfiduciato delle tante promesse e di un mondo politico caratterizzato solo dalla sete d'interesse proprio e dall'ipocrisia. La storia è datata tra la fine del 2002 e l'inizio del 2003; protagonista del film è Caterina Iacovoni una timida, nonché ingenua adolescente che vive in un piccolo paese della costa tirrenica: (Montalto di Castro). Suo padre, Giancarlo Iacovoni, insegna ragioneria alle superiori mentre sua madre, Agata, fa la casalinga. Il padre però, insegnando a delle classi di alunni svogliati e maleducati, decide di chiedere il trasferimento a Roma. Caterina quindi, pochi giorni prima che inizi la scuola, con la sua famiglia si trasferisce a Roma nella casa dei suoi defunti nonni paterni che attualmente è abitata soltanto da una anziana zia di suo padre di nome Adelina, e dalla sua badante. In questa grande città Caterina, frequenta la terza media nella scuola che il padre frequentò 30 anni prima. La classe dove viene inserita è spaccata a metà: da una parte ragazzi che simpatizzano per la sinistra, capeggiati da Margherita, dall'altra un gruppo di ragazze che simpatizzano per la destra, che hanno come leader Daniela, figlia di un parlamentare di Alleanza Nazionale. Caterina viene a contatto con delle ideologie che prima non aveva neanche sentito nominare, prima vive una forte amicizia con Margherita, che termina quando il padre le scopre a ubriacarsi e farsi tatuaggi. Poi dopo un periodo di smarrimento Caterina, quasi senza accorgersene, passa nel mondo di Daniela, il mondo delle feste e del lusso. Nascono anche i primi amori per Caterina: prima un cugino snob di Daniela, da cui si lascia quando la madre di lui con una scusa, fa allontanare suo figlio da Caterina. Inoltre s' innamora poi di Edward, ragazzo australiano che abita nell'appartamento di fronte al suo. Caterina rompe anche col mondo di Daniela quando sente lei e le sue amiche che la considerano una "sfigata" per essersi lasciata dal cugino di Daniela, e all'antica. A causa di questa vicenda durante l'ora di educazione fisica, avviene una piccola rissa tra Caterina e Daniela dove vi si immischierà anche Margherita per difendere Caterina. Caterina perciò scappa e viene cercata dalla polizia. Torna spontaneamente a casa, dopo aver conosciuto finalmente il ragazzo australiano. Intanto Giancarlo, deluso dal mondo in cui vive, scopre che la moglie lo tradisce con l'amico d'infanzia, e scappa in moto senza più dare sue notizie. Il film si conclude con il superamento dell'esame di terza media da parte di Caterina, e il coronamento del suo sogno: entrare al conservatorio. Incontro 17 Ottobre: “Caterina va in città” (0-42’) – commento e discussione I ragazzi, posti di fronte a delle alternative presentate l’una dopo l’altra, devono scegliere quella che li convince maggiormente e muoversi fisicamente verso la zona della stanza assegnata a una delle due risposte. Le alternative per ogni manche sono 2 e corrispondono a 2 atteggiamenti opposti: il conformismo a tutti i costi (mai senza gli altri) e l’estrema riservatezza dall’altro (per conto mio è meglio). Es: invito ad una festa: “devo assolutamente trovare qualcuno che mi accompagni” (mai senza gli altri) oppure “ci andrò da solo, sicuramente meglio che elemosinare la compagnia di qualcuno” (per conto mio è meglio). In entrambi i casi si rinuncia in qualche modo a se stessi e alle proprie capacità come se non si avesse nulla di bello da donare agli altri. Ciò che in effetti accomuna i due atteggiamenti e li rende inevitabilmente molto limitati è il fatto di escludere completamente la possibilità di un rapporto pensato con la mente e con il cuore con le persone che si hanno intorno, un rapporto fatto di responsabilità, cura, dono di sè, un rapporto d’amore.