marketing territoriale
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Dipartimento DSA - Facoltà di Architettura - Università di Genova Seminario su marketing territoriale, progettazione integrata e sviluppo locale Dott. Roberto Vegnuti Dott. Esperto di marketing territoriale [email protected] info@rvconsulting. [email protected] labpolis@arch unige..it Genova, 9 gennaio 2012 Gli interventi di qualificazione e valorizzazione territoriale operati da soggetti pubblici e/o privati sono finalizzati ad un obiettivo di sviluppo locale per il miglioramento, innanzitutto, delle condizioni di vita delle popolazioni locali (reddito, occupazione, socialità, servizi, etc.) Lo sviluppo locale è strettamente collegato alle risorse del territorio ed al grado di compatibilità degli interventi con il contesto territoriale stesso. Inoltre, la percezione che oggi si ha, in seno a molte collettività locali (forse le più evolute?), è quella del desiderio di uno sviluppo compatibile con l’uso delle risorse, la qualità ambientale e la tutela del paesaggio. bilancio economico delle attività presenti (e future) Il bilancio territoriale è composto da: bilancio ambientale bilancio sociale Il Piano di Marketing Territoriale è (o meglio dovrebbe essere) uno degli strumenti attuativi del progetto di gestione e sviluppo del territorio che rientra nel più complessivo ‘Progetto di Governo’ sul quale le Amministrazioni Locali (ai vari livelli) hanno avuto la fiducia dei cittadini. Il Piano di Marketing Territoriale è al servizio della collettività locale COLLETTIVITA’ LOCALE (ha) Obiettivi di sviluppo economico e di gestione del territorio PIANO DI MARKETING TERRITORIALE (da) Indicazioni sugli interventi da realizzare per raggiungere gli obiettivi Evoluzione del Marketing Territoriale La missione originaria: FAVORIRE INSEDIAMENTI PRODUTTIVI IN AREE DEBOLI Attrarre investimenti per iniziative imprenditoriali al fine di consolidare/sviluppare il tessuto economico e l’occupazione La differenziazione avvenuta: PROMOZIONE DELLE RISORSE TERRITORIALI LOCALI dei vari comparti (turismo, artigianato, agricoltura, ambiente, cultura, etc.) L’evoluzione del mktg territoriale: da VENDERE AREE PRODUTTIVE a VENDERE LA PRODUTTIVITA’ DELL’AREA I campi principali della conoscenza LE RISORSE TERRITORIALI Sulle quali operare una diagnosi territoriale ed un conseguente piano di marketing o più piani di mktg differenziati per comparto, ma connessi ad un’unica e condivisa logica di sviluppo territoriale IL MERCATO Caratterizzato da una forte dinamicità e dalle tendenze evolutive della domanda Un’importante declinazione: il mktg territoriale a fini turistici In territori ricchi di RISORSE TERRITORIALI (come l’Italia) il VENDERE LA PRODUTTIVITA’ DELL’AREA è strettamente connesso all’ECONOMIA TURISTICA Il TERRITORIO è il vero PRODOTTO TURISTICO Il MARKETING TERRITORIALE consente di indagare, valorizzare, promuovere, commercializzare e gestire le componenti territoriali anche in un’ottica di sviluppo turistico TERRITORIO e PRODOTTO: un possibile legame? Il territorio (con i suoi elementi antropici e naturali, quali paesaggio, morfologia, clima, tradizioni, etc.) I prodotti tipici agro-alimentari (dipendenti da elementi territoriali, il concetto francece del “terroir”) TERRITORIO e PRODOTTO: un valore aggiunto? una necessaria sinergia? MARKETING DI AREA Marketing Territoriale MARKETING DI PRODOTTO Marketing Aziendale o interaziendale Il marketing di rete (teoria della rete) Realtà di piccole imprese (talvolta microimprese) Devono stare sul mercato (quindi fare marketing), ma hanno difficoltà (per struttura e risorse) ad affrontarlo singolarmente Creano una “struttura associata”, a livello territoriale (di area) e/o tipologico (di prodotto), a cui trasferire una serie di funzioni di marketing Influenza alcuni segmenti principali (target) della domanda turistica (mercato della domanda) Valore del paesaggio Elementi naturali Elementi antropici Capitale umano Destinazione Turistica Servizi di ospitalità, di accoglienza, di mobilità, etc. Imprese Soggetti pubblici IL MERCATO Dinamiche di relazione Operatori offerta La Domanda Le motivazioni di consumo Prodotti/Servizi Operatori domanda Dinamiche di relazione I prodotti/servizi L’Offerta Definizione classica di Marketing da G.Pellicelli (1999) Complesso di attività di un’impresa che vanno dalla ideazione di un prodotto o di un servizio alla loro utilizzazione da parte del consumatore. Definizione moderna (estesa) di Marketing da G.Pellicelli (1999) Insieme di attività mediante le quali un’organizzazione mira a soddisfare le esigenze di persone o di altre organizzazioni, rendendo loro disponibili, mediante lo scambio, prodotti o servizi, oppure sostenendo idee o affermando “valori”. Marketing Mix Il termine marketing mix indica la combinazione (mix) di variabili controllabili (leve decisionali) di marketing che le imprese impiegano per raggiungere i propri obiettivi. Le 4P del marketing mix (J. McCarthy) PRODUCT (il PRODOTTO) PRICE (il PREZZO) PLACE (la DISTRIBUZIONE) PROMOTION (la PROMOZIONE) Il prodotto (Product) è il bene o servizio che si offre (vende) in un mercato per soddisfare determinati bisogni dei consumatori. Il prezzo (Price) è il corrispettivo in denaro che il consumatore è disposto a pagare per ricevere un determinato bene o servizio. La distribuzione (Place) è l'insieme di attività necessarie a far giungere un determinato prodotto al consumatore finale, con i vari passaggi intermedi. La promozione (Promotion) è l'insieme di attività volte a promuovere, pubblicizzare e far conoscere al mercato un'azienda o un suo determinato prodotto o servizio. Le 6P del marketing mix Le leve tradizionali del marketing mix sono state ampliate fino ad arrivare alle 6P che oltre ai quattro fattori precedentemente indicati considera anche il Personal Selling e il Positioning. Il Personal Selling è l'insieme delle attività di supporto e informazione per il potenziale cliente. Possono essere intese come delle attività a valore aggiunto per l'acquirente, svolte per esempio dall'intermediario, dal venditore stesso. Il Positioning è il posizionamento della marca, un fattore fondamentale nella percezione del consumatore. I due nuovi concetti possono essere considerati come già inglobati nelle 4P, in quanto il Personal Selling può essere considerato come ampliamento della Distribuzione (Placement) e il Positioning può essere parte della Promozione (Promotion). La prospettiva del cliente: le 4C prodotto in Customer Value, valore del prodotto percepito dal consumatore prezzo in Customer Costs, costi sostenuti dall'acquirente (esborso) distribuzione in Customer Convenience, comodità del punto vendita promozione in Customer Communications, comunicazione Le colonne portanti del marketing Concentrazione e focalizzazione sul mercato Orientamento al cliente Manovre di marketing coordinate Profitto tramite la soddisfazione dei clienti In un Piano di Marketing Territoriale è consigliabile ed opportuno operare con il metodo bottom-up, affinchè lo sviluppo locale sia costruito dal basso, attraverso la consapevolezza ed il coinvolgimento partecipativo delle collettività locali e dei soggetti pubblici e privati del processo di sviluppo, di organizzazione, di gestione e di fruizione delle risorse endogene territoriali. Il metodo presuppone un’attività di animazione territoriale che si sviluppa su quattro punti: - la dinamizzazione e sensibilizzazione dell’area territoriale; - l’acquisizione e la socializzazione di informazioni ed esperienze; - l’incremento della cooperazione tra gli attori e la costruzione di partenariati di progetto; - l’elaborazione condivisa di progetti di sviluppo territoriale. Per quanto attiene l’acquisizione e la socializzazione di informazioni ed esperienze, la ricerca può essere effettuata attraverso un’azione partecipata con l’utilizzo di strumenti quali i ‘forum’ e, più specificatamente, i ‘focus group’ tematici. Queste azioni, infatti, co-generano conoscenza grazie alla diversità di esperienze e competenze. Un buon approccio ad un Piano di Marketing Territoriale, in generale, è quello della Progettazione Integrata e Partecipata. Indagine sul campo (indagine/ascolto) per definire la mappa degli attori. Definizione di progetto integrato Si può definire progetto integrato un complesso di azioni di diversi ambiti territoriali (progetto integrato territoriale) o di diverse componenti nell'ambito di un tema (progetti integrati tematici), strettamente coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo e miglioramento del territorio e giustificano un approccio attuativo unitario. Queste azioni devono raggiungere una massa critica adeguata, in relazione al territorio o al tema interessati, e devono avere un risultato complessivo significativamente superiore alla somma delle singole azioni. Elementi caratterizzanti un progetto integrato Gli elementi che connotano i progetti integrati sono i seguenti (dal POR Competitività 2007-2013, Regione Liguria): 1) modalità di progettazione: partecipazione dei rappresentanti degli enti locali coinvolti direttamente (in quanto attuatori delle azioni) o indirettamente (in quanto competenti per materia e per territorio) e/o delle categorie economiche interessate o, se il tema lo richiede, di altri soggetti rilevanti a livello territoriale o tematico; 2) integrazione fra più ambiti a livello territoriale o tematico; 3) obiettivo comune; 4) strategia di sviluppo unitaria; 5) coerenza tra azioni “di sistema” e azioni individuali; 6) chiara individuazione dei ruoli e delle responsabilità a livello del progetto integrato nel suo complesso e a livello delle singole azioni; 7) definizione di un accordo (contratto) tra i partecipanti, che stabilisca i rispettivi diritti e obblighi; 8) definizione di un piano finanziario unitario; 9) presenza di una funzione di coordinamento che garantisca il rispetto dei tempi, il monitoraggio, l’assistenza alla realizzazione dei progetti e l’animazione. Gli SHAREHOLDER Gli STAKEHOLDER LA POSTA IN GIOCO Gli IMPATTI: sociali, economici, urbanistici, ambientali, etc. Prima cosa da fare per realizzare una buona progettazione integrata e partecipata: Lavorare sugli ‘stakeholder’ (i portatori d’interesse o, meglio, i portatori di punti di vista rilevanti) per la loro: -individuazione a livello locale; -definizione del loro peso nel processo di sviluppo territoriale. Individuare i soggetti coinvolti (gli attori) - 3 macrocategorie LE ISTITUZIONI PUBBLICHE I GRUPPI ORGANIZZATI I GRUPPI NON ORGANIZZATI O SINGOLI L’analisi di rilevanza degli attori coinvolti nel processo di sviluppo locale e nel piano di marketing territoriale STABILIRE QUALE SIA IL LORO GRADO D’INTERESSE STABILIRE QUALE SIA IL LORO GRADO D’INFLUENZA 4 GRUPPI IN BASE ALL’INCROCIO INTERESSE-INFLUENZA INFLUENZA BASSA - INTERESSE BASSO Non sono Stakeholder - Da non prendere in considerazione INFLUENZA BASSA - INTERESSE ALTO Stakeholder deboli Categorie che è doveroso coinvolgere INFLUENZA ALTA - INTERESSE BASSO Stakeholder appetibili Categorie che è opportuno coinvolgere INFLUENZA ALTA - INTERESSE ALTO Stakeholder essenziali Categorie che è necessario coinvolgere City u s ers 1 Resi d e n ti (‘n a tivi’, ac q uisiti) 2 Resi d e n ti str a nieri (mig r anti re golari) 3 5 Resi d e n ti in formali (resi d e n ti as s e n ti, g h ost r esi d ents) Resi d e n ti sal t uari e tem p o r a n ei (pr o prie tari a p p ar t am e nti, do ce nti, titolari a ttività e c o n omich e , o p erai, impieg a ti pu bblici e privati, pro fessi o nisti, a r tisti) Migranti irr eg olari 6 Sen z a fiss a dimo r a e N o m adi 7 Turisti 8 City b usi n essmen 9 Ambul a nti n o n r esid e nti 4 10 Pe n do lari (st u d e nti, lavo r a tori) 11 Stu de nti s t anziali In teres s e BASSO In teres s e ALTO Infl ue nza BASSA Infl ue nza ALTA Oltre la rilevanza, degli attori coinvolti nel processo, è bene anche determinare, per ognuno di essi, rispetto al processo di sviluppo locale: i BENEFICI che ricevono i CONTRIBUTI che portano I CONFLITTI che generano Un cronogramma d’attuazione di un Piano di Marketing Territoriale si sviluppa in una serie di fasi di lavoro che possiamo di seguito schematizzare (come esempio) Fase 1: Raccolta di informazioni e di dati sulle componenti del territorio. In questa fase si richiede anche la disponibilità degli Enti Locali coinvolti a sostenere la progettualità, supportando gli esperti attraverso la messa a disposizione di conoscenza, competenze tecniche, documentazione scientifica ed analitica in loro possesso. Fase 2: Indagine a distanza delle componenti del territorio. Esame del modello territoriale attuale e futuro in relazione alle dinamiche di mercato. Definizione del contesto territoriale e dei piani integrati territoriali. Impostazione di un modello gestionale su supporto cartografico informatico. Fase 3: Indagine diretta sul territorio interessato. I dati acquisiti a distanza saranno verificati dagli esperti con campagne di check territoriale direttamente sul territorio interessato. Si possono prevedere specifiche interviste ai soggetti del processo di sviluppo locale. Fase 4: Realizzazione di incontri di animazione economica con gli attori del sistema locale ed attivazione di un eventuale forum temporaneo sullo sviluppo locale. In questa fase si prevedono una serie di incontri con le componenti socio-economiche del territorio, al fine di rafforzare l’approccio bottom-up del progetto e la focalizzazione degli obiettivi dell’analisi. Il forum sullo sviluppo locale potrà essere attivo per la durata del progetto anche in modo telematico, attraverso un sito istituzionale esistente su una sezione appositamente creata. Fase 5: Analisi ed elaborazione dei dati ed informazioni raccolti nelle fasi precedenti. Si tratta della fase di definizione delle strategie e dei prodotti territoriali e della loro analisi in termini di potenzialità. A questi sono collegate le schede dei progetti d’intervento e dei soggetti coinvolti (co-operanti, partner, beneficiari, attuatori, etc.). Inoltre, saranno definiti metodologie ed indicatori per un sistema di monitoraggio degli interventi. Fase 6: Comunicazione Si realizza l’editing del piano, si presentano i risultati e se ne organizza la massima diffusione a rete. I contenuti (tipo) di un Piano di Marketing Territoriale: Obiettivi e metodologia del piano. L’ambiente geografico e le caratteristiche sociali ed economiche. Analisi delle risorse territoriali (anche con l’utilizzo di sistemi informativi geografici - GIS). Programmi e strumenti di finanziamento. Le linee strategiche di marketing territoriale e la strategia di sviluppo locale. La governance del sistema. I contenuti (tipo) della strategia di sviluppo locale: La tipologia di interventi. Gli elementi della strategia. Gli Assi d’intervento. Gli investimenti. Un esempio il Liguria: il contesto territoriale del progetto Terre di Ponente (ex BAM). Progetto BAM Network Progetto pilota Sviluppo e valorizzazione di una Rete Territoriale di Borghi Agro-Marini dell’Europa Mediterranea Progetto promosso da: Hotel Paese Isola Palmaria Hotel Paese Tramonti di Campiglia Hotel Paese Terre di Carpena Comune della Spezia Comune di Portovenere Comune di Riccò del Golfo Parco Regionale di Portovenere E’ un PROGETTO INTEGRATO TERRITORIALE cioè un complesso di azioni che coinvolge più settori: Ambiente Agricoltura Turismo Attività produttive Cultura materiale Il progetto interessa, in pratica, quasi tutti i settori del territorio, sia in termini economici che culturali. E’ un progetto di RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE con l’obiettivo di: Recuperare Tutelare Valorizzare Il paesaggio tipico locale. Non è, quindi, solo un’operazione economica, ma culturale e sociale. E’ un PROGETTO INTEGRATO PLURIFONDO in grado, da un punto di vista finanziario, di utilizzare: Misure Piano di Sviluppo Rurale della Liguria Altri fondi extra-PSR Di natura comunitaria, nazionale, regionale. Per questo motivo, nella fase di studio, dovrà essere individuata una metodologia di collaborazione fra le varie Autorità di gestione al fine di accordare la tempistica d’intervento finanziario. Beneficiari diretti del progetto: I territori interessati e le collettività locali, attraverso la realizzazione della parte comune del progetto (obiettivo orizzontale) I singoli associati alla Rete (sia imprese che privati), attraverso la realizzazione di operazioni individuali, ma legate da una logica di filiera nei differenti settori coinvolti (obiettivo verticale) Gli elementi innovativi del progetto: Innovazione della tipologia d’intervento: la riqualificazione territoriale Un nuovo soggetto: i Borghi Agro-Marini Innovazione del metodo di gestione dell’intervento: la Rete Territoriale. Trasferibilità dei risultati e di buone pratiche a livello europeo. Inserimento nella programmazione comunitaria 2007-2013. Gli Assi d’intervento del progetto Terre di Ponente (ex BAM): ASSE 1. Progetti infrastrutturali per la mobilità rurale integrata e di servizio alle imprese (agricole e non) ed alla collettività locale. ASSE 2. Progetti di riqualificazione dell’ambiente rurale e di salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente naturale. ASSE 3. Progetti di agricoltura di presidio territoriale. ASSE 4. Progetti di valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari. ASSE 5. Progetti a sostegno del turismo rurale. ASSE 6. Progetti a sostegno della cultura materiale locale. ASSE 7. Progetti di miglioramento delle condizioni sociali della collettività locale. ASSE 8. Progetti formativi ed informativi. ASSE 9. Progettazione, animazione locale e progettazione degli interventi. ASSE 10. Governance del sistema. Per attuare i Piani di Marketing Territoriale ed i Progetti Integrati di Sviluppo Territoriale sono necessarie risorse finanziarie (spesso non trascurabili): Di natura endogena da parte degli Enti Locali. Di natura endogena da parte delle imprese locali. Di natura esogena da parte di investitori esterni. Attivabili da strumenti finanziari (contributi) di natura regionale, nazionale, comunitaria. Che cosa bisogna avere chiaro riguardo i contributi: Che cosa si finanzia (la tipologia d’investimento). I bandi, gli avvisi, il parco progetti, le modalità di partecipazione. Il soggetto beneficiario. La domanda d’ammissione/il formulario/la scheda finanziaria, gli allegati, la tempistica. Il tipo, regime e l’entità di aiuto. L’ammissibilità delle spese: tipologia e decorrenza/conclusione. La rendicontazione finanziaria: spesa ammissibile e spesa ammessa. La rendicontazione fisica. I monitoraggi fisici e finanziari. Le rimodulazioni. I limiti di realizzazione. I risultati attesi (in termini numerici). Come approcciarsi ai contributi per le imprese (e non solo) e cosa bisogna sapere: Il tipo d’impresa. Il settore d’attività. La localizzazione territoriale della struttura. Il tipo di investimento. I costi di investimento. La tempistica dell’investimento. La cantierabilità dell’investimento. I mezzi propri (quelli finanziari). La sostenibilità dell’investimento, perché l’eventuale contributo deve essere solo un ‘catalizzatore’ e non un ‘risolutore’ della buona riuscita dell’investimento. Le competenze professionali dell’imprenditore, cioè se le ha o come verranno acquisite attraverso specifica attività formativa. Da tenere conto molte normative prevedono oggi anche una valutazione tecnico-economica dei progetti d’investimento che si basa su: Una verifica dell’affidabilità economica del richiedente (risultati economici, andamento bilanci, motivazioni all’investimento, etc.); Una verifica della validità tecnico-economica del progetto (previsione fatturato, livello qualitativo, apertura annuale, localizzazione non costiera, sistemi di qualità, risparmio energetico, etc.); Una verifica dei dati occupazionali (consistenza, mantenimento ed incremento dei livelli occupazionali, partecipazione ad iniziative di formazione, impresa giovanile, impresa femminile). Spesso ad ognuno di questi fattori è associato un punteggio la cui somma finale deve raggiungere un punteggio minimo perché la domanda di finanziamento sia accettata. Il grosso dei contributi attivabili è di natura comunitaria: periodo di programmazione 2007-2013; programmazione regionale (P.O.R.); 3 obiettivi prioritari a livello europeo; azioni finanziate dai Fondi Strutturali; la Liguria è compresa in questa programmazione, così come tutte le altre regioni europee, con differenziazione a seconda dei territori di competenza. I 3 nuovi obiettivi introdotti dai regolamenti che definiscono la programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013 sono: Convergenza diretto agli Stati e alle regioni in ritardo di sviluppo Importo totale: 251,16 miliardi di Euro (81,5% del totale) Finanziato da FESR, FSE e FdC Competitività regionale e occupazione interessa tutte le regioni che non rientrano nell’obiettivo “Convergenza” Tale obiettivo intende rafforzare la competitività e attrattività delle regioni e l’occupazione a livello regionale, in particolare tramite l’innovazione e la promozione della società della conoscenza, l’imprenditorialità, la protezione dell’ambiente, l’adattamento della forza lavoro e l’investimento nelle risorse umane. Importo totale: 49,13 miliardi di Euro (circa il 16% del totale) Finanziato da FESR e FSE Cooperazione territoriale europea volto a rafforzare la cooperazione transfrontaliera e transnazionale, tramite iniziative congiunte a livello regionale e nazionale e la cooperazione e lo scambio di esperienze a livello interregionale. In questo obiettivo andranno a confluire le azioni finanziate dai programmi Interreg, Leader, Equal e Urban. Importo totale: 7,75 miliardi di Euro (circa il 2.5% del totale). Finanziato da FESR e FSE FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Il FESR mira a consolidare la coesione economica e sociale dell’Unione europea correggendo gli squilibri fra le regioni e operando al fine di consentire alle regioni meno favorite di recuperare il ritardo accumulato. Il Fondo accorda inoltre particolare attenzione alle specificità territoriali: interviene nelle aree urbane per ridurre i problemi economici, ambientali e sociali e riserva un trattamento specifico alle zone che presentano svantaggi geografici naturali (regioni insulari, aree montuose scarsamente popolate). La programmazione 2007-2013, i cui compiti e la portata degli interventi sono definiti dal Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, prevede finanziamenti per: * aiuti diretti agli investimenti nelle imprese (in particolare le PMI) volti a creare posti di lavoro sostenibili; * infrastrutture correlate ai settori della ricerca e dell’innovazione, delle telecomunicazioni, dell’ambiente, dell’energia e dei trasporti; * strumenti finanziari (fondi di capitale di rischio, fondi di sviluppo locale ecc.) per sostenere lo sviluppo regionale e locale ed incentivare la cooperazione fra città e regioni; * misure di assistenza tecnica. Il FESR interviene nell’ambito di tutti e 3 i nuovi obiettivi: “Convergenza”, “Competitività regionale e occupazione” e “Cooperazione territoriale europea”. FSE Fondo Sociale Europeo Il Fondo Sociale Europeo sostiene le priorità della Commissione per quanto riguarda la necessità di potenziare la coesione sociale, aumentare la produttività e la competitività e favorire la crescita economica e lo sviluppo sostenibile. In tale contesto, il Fondo sostiene le politiche degli Stati membri volte ad applicare la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Tali politiche sono strettamente collegate ai Grandi Orientamenti delle Politiche Economiche (GOPE ), alla Strategia europea per l'occupazione (SEO), nonché alle linee di orientamento per l'occupazione . I compiti e il campo d'applicazione del FSE per il periodo 2007-2013, sono definiti dal Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento e del Consiglio, del 5 luglio 2006 che prevede disposizioni specifiche relative ai tipi di attività che possono essere finanziate per sostenere l’azione degli Stati membri per: * raggiungere la piena occupazione; * migliorare la qualità e la produttività del lavoro; * promuovere l'inserimento sociale (in particolare, l'accesso al lavoro delle persone svantaggiate; * ridurre le disparità nazionali, regionali e locali in materia di occupazione. Il FSE interviene nell’ambito degli obiettivi “Convergenza” e “Competitività regionale e Occupazione”. FdC Fondo di Coesione Nella programmazione 2000 - 2006 era definito come "strumento finanziario" mentre nella programmazione 2007 - 2013 il Fondo di coesione rientra formalmente a far parte dei Fondi europei. Il Fondo di coesione assiste gli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media comunitaria a recuperare il proprio ritardo economico e sociale e a stabilizzare la propria economia. In particolare contribuisce al finanziamento degli interventi nel settore dell'ambiente e in quello delle reti transeuropee di trasporto nei dieci nuovi Stati membri, nonché in Spagna, Grecia e Portogallo. Istituito dal Regolamento (CE) n. 1084/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, il Fondo di coesione sostiene azioni nell’ambito dell’obiettivo "Convergenza" per il periodo 2007-2013 ed è soggetto alle stesse norme di programmazione, di gestione e di controllo che disciplinano il FSE e il FESR. Il Fondo di coesione finanzia interventi nei seguenti settori: * reti transeuropee di trasporto, in particolare i progetti prioritari di interesse europeo definiti dall’Unione; * tutela dell’ambiente. In tale campo, il Fondo di coesione può anche intervenire nel quadro di progetti correlati al settore dell’energia o dei trasporti, a condizione che questi offrano chiari vantaggi sotto il profilo ambientale: efficienza energetica, utilizzo delle energie rinnovabili, sviluppo del trasporto ferroviario, sostegno all’intermodalità, potenziamento dei trasporti pubblici ecc. FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale La Commissione ha istituito, con Regolamento (CE) n. 1290/2005, un nuovo quadro giuridico per il finanziamento della politica agricola comune PAC che prevede due nuovi fondi: un Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e un Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Per il periodo 2007-2013 un accento particolare è posto sul secondo pilastro della politica agricola comune: lo sviluppo rurale, inserito in un quadro finanziario e di programmazione unico per garantire un maggior grado di coerenza, trasparenza e visibilità. Il Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEASR, stabilisce le norme generali per il sostegno comunitario e definisce gli obiettivi della politica di sviluppo rurale e il quadro in cui essa si inserisce. Il FEASR contribuirà alla realizzazione dei tre obiettivi prioritari corrispondenti ai tre assi di sviluppo rurale definiti a livello comunitario: * migliorare la competitività dell'agricoltura e della silvicoltura sostenendo la ristrutturazione; * migliorare l'ambiente e lo spazio rurale sostenendo la gestione del territorio; * migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche. FEP Fondo Europeo per la Pesca Il FEP è il nuovo strumento di programmazione della pesca nell'ambito delle prospettive finanziarie dell'UE per il periodo 2007-2013 e sostituisce lo Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP). Istituito con il Regolamento (CE) n. 1198/2006 del Consiglio, del 27 luglio 2006, il nuovo Fondo europeo per la pesca FEP prevede un aiuto finanziario per agevolare l'applicazione dell'ultima riforma della Politica Comune della Pesca (PCP) e sostenere le necessarie ristrutturazioni correlate all'evoluzione del settore. Ai fini della realizzazione della PCP , il FEP può concedere un contributo finanziario per il raggiungimento di obiettivi economici, ambientali e sociali intesi a: * garantire la stabilità delle attività di pesca e lo sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche; * ridurre la pressione sugli stock equilibrando le capacità della flotta comunitaria rispetto alle risorse marine disponibili; * promuovere lo sviluppo sostenibile della pesca nelle acque interne; * potenziare lo sviluppo di imprese economicamente redditizie nel settore ittico e la competitività delle strutture destinate a garantire lo sfruttamento delle risorse; * favorire la conservazione e la tutela dell'ambiente e delle risorse marine; * incentivare lo sviluppo sostenibile e migliorare le condizioni di vita nelle zone in cui vengono praticate attività nel settore della pesca; * promuovere la parità di genere tra gli addetti del settore della pesca. Cooperazione Territoriale Nell’ambito dei tre obiettivi sui quali si fonda la nuova architettura della politica regionale comunitaria per la programmazione 2007-2013 la Cooperazione territoriale europea rappresenta una novità rispetto al periodo precedente (2000-2006) e mira al rafforzamento della cooperazione transfrontaliera e transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato, connesse alle priorità comunitarie e allo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato. Alla Cooperazione, promossa a rango di obiettivo, viene pertanto assegnato un valore strategico, riconoscendo sulla base dell'esperienza dell'iniziativa comunitaria Interreg, finalizzata a favorire un’integrazione armoniosa dell’Unione europea, il suo contributo alla politica europea di coesione e di sviluppo regionale. Finanziato interamente dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR, dispone del 3,94% dello stanziamento complessivo delle risorse pari a 13,2 miliardi di euro. L’obiettivo intende promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile delle macroregioni dell’Unione, sostenendo la cooperazione transfrontaliera e gli scambi delle buone pratiche. In particolare prevede il rafforzamento della cooperazione a tre livelli: * la cooperazione transfrontaliera, attraverso iniziative congiunte regionali e locali * la cooperazione transnazionale, attraverso azioni volte allo sviluppo territoriale integrato * la cooperazione interregionale, attraverso lo scambio di esperienze La Commissione europea ha approvato in data 27 novembre 2007 il "Programma operativo regionale per la Liguria FESR (2007-2013)". Questo programma comporta un sostegno comunitario per la Regione Liguria nel quadro dell'obiettivo "Competitività regionale e occupazione". Il programma FESR per la Liguria intende valorizzare la capacità innovativa e la competitività delle imprese costituendo reti e attività di cooperazione con organismi pubblici attivi nel campo della R&S e università, stimolando e incoraggiando la domanda di servizi avanzati da parte delle PMI. Esso migliorerà anche l'attrattiva della regione diffondendo l'innovazione, valorizzando l'identità e le tradizioni locali e tutelando le risorse naturali. Il programma assicurerà la creazione diretta di circa 10.000 nuovi posti di lavoro, 4.300 dei quali dovrebbero essere occupati da donne. Tra gli impatti previsti entro il 2015 vi sono una riduzione dello 0,12% delle emissioni di carbonio e un aumento del 16% nella produttività delle PMI in termini di valore aggiunto. L'aumento della capacità di esportazione della regione dovrebbe situarsi attorno al 15%. I precedenti obiettivi di risultato saranno modificati in virtù della crisi economica che si è abbattuta sull’Europa? FESR Regione Liguria (2007-2013) - Ripartizione delle risorse per asse prioritario Asse prioritario Partecipazione pubblica totale (CE+Stato) Società dell'informazione 170 167 941 Inclusione, servizi sociali, istruzione e legalità 161 659 544 Energia 187 184 735 Ambiente, attrattiva delle risorse naturali e culturali e turismo 382 877 868 Sviluppo urbano 306 302 295 Competitività 459 453 442 Assistenza tecnica Totale 34 033 588 1 701 679 413 I Piani di Sviluppo Locale Integrati in Liguria (Iniziativa Regione Liguria - Finanziati da Fondi FESR ed FSE) Il progetto PSLI Piana Crixia (marzo 2009) Obiettivi generali Valorizzazione territoriale attuata con strumenti di sviluppo economico e sociale. Attraverso l'innovazione tecnologica e commerciale e lo sviluppo del lavoro competente: - Creazione e marketing territoriale di una ‘nuova destinazione turistica’; - Miglioramento di processi produttivi locali; - Gestione delle risorse ambientali locali e dei servizi correlati. PSLI Piana Crixia (marzo 2009) Strategia Stimolare la domanda verso una destinazione non conosciuta, valorizzando le peculiarità ed eccellenze del territorio (ambiente ed enogastronomia). Migliorare l'offerta di servizi locali attraverso investimenti innovativi (di prodotto e di processo). Sviluppare le produzioni eco-sostenibili locali attraverso l'introduzione di innovazione. Ricerca applicata per l'introduzione di sistemi e strumenti eco-sostenibili e di risparmio risorse. Operare interventi di formazione continua sugli occupati per migliorare le loro competenze in relazione all'introduzione dei sistemi e degli strumenti innovativi. Operare interventi di formazione al lavoro per disoccupati per acquisire competenze in relazione al previsto sviluppo delle attività locali dovuto all'attuazione degli interventi del piano ed all'introduzione dei sistemi e degli strumenti innovativi. Supportare questo processo di sviluppo attraverso indagini di mercato, attività di ricerca e sviluppo, analisi di fabbisogni ed assistenza tecnica e scientifica. PSLI Piana Crixia (marzo 2009) Risultati attesi Inserimento sul mercato di una nuova destinazione prodotto dell'offerta ligure dell'entroterra. Salvaguardia e valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio. Valorizzazione del Parco Naturale Regionale di Piana Crixia. Valorizzazione delle risorse agro-alimentari. Valorizzazione delle risorse boschive. Incremento dei flussi turistici. Incremento del PIL locale. Incremento dell'occupazione (nelle attività esistenti e nelle nuove). Sviluppo di nuova imprenditorialità (nuove attività di servizio, di produzione, etc.). Sperimentazione del metodo di concertazione a livello degli attori locali (pubblici e privati). PSLI Piana Crixia (marzo 2009) Destinatari finali degli interventi: Operatori economici locali, singoli ed associati Lavoratori occupati Disoccupati Collettività locale PSLI Piana Crixia (SV) Scheda finanziaria progetto Tur. AmbientaleTur. Enogastr. Tur. Accessibile Produz. ecos. TAST* Totale % co-fin. Contributo RL FESR Creazione d'impresa 1.2.1 € 10.000,00 € - € - € 10.000,00 € - € 20.000,00 4% 80% € 16.000,00 100.000,00€ 100.000,00€ 100.000,00€ 50.000,00 € 450.000,00 79% 70% € 315.000,00 Innovazione 1.2.3 € 100.000,00€ Servizi avanzati 1.2.5 € 10.000,00 € 10.000,00 € 10.000,00 € 10.000,00 € 20.000,00 € 60.000,00 11% 70% € 42.000,00 Aggregazione 1.2.6 € 10.000,00 € 10.000,00 € 40.000,00 7% 80% € 32.000,00 Totale FESR € 130.000,00€ 120.000,00€ 110.000,00€ 130.000,00€ 80.000,00 € 570.000,00 64% 71% € 405.000,00 Adattabilità € 32.000,00 € 32.000,00 € 32.000,00 € 16.000,00 € 32.000,00 € 144.000,00 44% 80% € 115.200,00 Occupabilità € 90.000,00 € € 180.000,00 56% 100% € 180.000,00 Totale FSE € 122.000,00€ 32.000,00 € 32.000,00 € 106.000,00€ 32.000,00 € 324.000,00 36% 91% € 295.200,00 Totale Interventi € 252.000,00€ 152.000,00€ 142.000,00€ 236.000,00€ 112.000,00€ 894.000,00 100% 78% € 700.200,00 - € 10.000,00 € 10.000,00 € FSE - € - € 90.000,00 Assistenza al sistema** € 178.800,00 90% € 160.920,00 Totale PSLI € 1.072.800,00 80% € 861.120,00 *Tecnologie Applicate allo Sviluppo Territoriale **20% degli interventi FESR+FSE Cinque Terre, Liguria Individuazione dell’ambiente quale risorsa principale e delle potenzialità di mercato legate alla creazione di prodotti di turismo verde Individuazione dei vigneti e dei borghi quale risorse complementari Conservazione e recupero del paesaggio Valorizzazione del prodotto vitivinicolo Miglioramento della fruibilità sentieristica Sviluppo di una ricettività diffusa Campagne di comunicazione Innovazione tecnologica nei processi di commercializzazione Istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre Attivazione del Consorzio Turistico Cinque Terre Avvio STL Cinque Terre Lunigiana, Toscana Individuazione potenzialità di mercato rispetto alle risorse territoriali Esame delle tendenze evolutive della domanda Trasmutazione dei valori territoriali Miglioramento della fruibilità turistica Sviluppo di una ricettività diffusa Valorizzazione dei prodotti agro-alimentari Creazione e gestione di una rete di aree protette Promozione delle emergenze storico-culturali Investimenti di marketing di area e di prodotto Creazione di nuovi soggetti di marketing quali il consorzio turistico ed il consorzio di produttori agricoli e di soggetti di sviluppo quali il GAL Lunigiana (I.C. LEADER) Attivazione di un Patto Territoriale