I incontro Filming Jazz - Fondazione Giorgio Cini

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I incontro Filming Jazz - Fondazione Giorgio Cini
Filming Jazz
Rassegna audio-video musicale 2011
Primo incontro
Martedì 22 febbraio 2011, ore 17
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
A Rhapsody in Black and Blue (1932) di Aubrey Scotto con Louis Armstrong 10' 04''
I'll Be Glad When You're Dead, You Rascal You (1932) di Dave Fleischer con Louis Armstrong 7’09’’
A Bundle of Blues (1933) 2'15'' con Duke Ellington
Black And Tan (1929) di Dudley Murphy con Duke Ellington 18’11’’
Ain't Misbehavin' (1941) di Warren Murray con Fats Waller 3'08''
Jazz Hot (1939) con Django Reinhardt 6’19’’
Symphony in Black: A Rhapsody of Negro Life (1935) di Fred Waller con Duke Ellington e Billie Holliday 9'
L'incrocio tra immagini in
movimento e musica Jazz ha
avuto origini che precedono
l'avvento del cinema sonoro:
molti dei futuri artisti suonavano
durante la proiezioni a tempo di
Rag.
La diffusione della musica nera
avvenne soprattutto grazie ai
corti che sul finire degli anni
Trenta vennero prodotti per
essere proiettati al cinema come
riempitivo tra una proiezione e
l'altra.
Duke Ellington e la sua band.
Uno dei primi esempi, molto elaborato ed ancora oggi godibilissimo, è Black And Tan, diretto da
Dudley Murphy, che mostra Duke Ellington e la sua orchestra all'opera nel famoso Cotton Club (in
questo locale la gente di colore poteva entrare solo per lavorare e non come cliente).
Questo cortometraggio a struttura narrativa, che precede di più di un decennio l'esplosione dei soundies,
vede l'aspirante ballerina Fredi Washington recitare la parte della moglie di Duke Ellington e danzare al
suono di ‘Cotton Club Stomp’, subito dopo, le ballerine di fila del locale creano una coreografia al ritmo di
‘Hot Feet‘.
In ‘Symphony in Black: A Rhapsody of Negro Life’, diviso in quattro parti, vediamo Duke Ellington nel suo
studio provare la sua nuova composizione per poi passare, in dissolvenza incrociata, al teatro con
l'orchestra: ogni sezione della sinfonia è intervallata da scene didascaliche e, tra queste, appare una
splendida Billie Holiday che canta ‘I've Got Those Lost My Man Blues’; un vero e proprio precursore dei
videoclip degli anni Ottanta, com'è il terzo cortometraggio con Duke Ellington ‘A Bundle of Blues’ dove,
tra due pezzi suonati con la sua orchestra (‘Rockin' in Rhythm’ e ‘Bugle Call Rag’), c'è l'inserto cantato da
Ivie Anderson ‘Stormy Weather’ ambientato in una capanna sulla quale piove a dirotto.
Louis Armstrong.
A Rhapsody in Black & Blue inizia come
una comica: una donna vuole che il
marito la aiuti a pulire la casa invece che
ascoltare un disco di Louis Armstrong;
esasperata la moglie lo colpisce alla testa
con lo spazzolone, facendolo scivolare
nel mondo dei sogni, dove diventa il re
del Jazz, e lì, Sachmo, vestito di pelle di
leopardo, canta lo standard degli anni
Venti ‘I'll Be Glad When You're Dead, You
Rascal You’, scritto da Charles ‘Cow Cow’
Davenport.
La stessa canzone viene cantata da Sachmo, dove appare in carne e ossa e sotto forma di disegno
animato, nel cartone omonimo di Dave Fleischer che ha per
protagonista la bomba sexy Betty Boop.
Una vera rarità è il documentario inglese Jazz Hot del 1939 che ci
dà la possibilità di vedere i virtuosismi alla chitarra del genio
Django Reinhardt con il violinista Stéphane Grappelli e il
Quintette del Hot Club de France.
Django Reinhardt e la sua chitarra.
Tra questi cortometraggi l’unico soundie presente è Ain't Misbehavin' con Fats Waller e occorre dire che,
nella maggior parte dei casi, questo tipo di forma di intrattenimento, era di bassa qualità: si calcola ne
vennero prodotti più di 1500 tra il 1940 ed il 1947 e i PanOram, le macchine che li proiettavano,
avevano al loro interno bobine 16mm che contenevano otto filmati da tre minuti l’uno.
Fats Waller al piano.
A cura di Andrea Zennaro.
Esempio di PanOram.