cinemazeronotizie febbraio

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cinemazeronotizie febbraio
E 1,00
mensile di cultura cinematografica
Da zero a trenta
Presto al via la seconda edizione della rassegna dedicata al cinema africano
Scrivere di cinema compie sei anni e cambia veste
Novità nel bando di concorso di critica dedicato a Farassino per il 2008
A colloquio con Antonello Grimaldi:
il mestiere del cinema
Domenica 10 febbraio a Cinemazero Nanni Moretti e Antonello Grimaldi
La “dichiarazione di Udine”
Più spazio ai film “parlanti” lingue minoritarie
Friuli Venezia Giulia da grande schermo
2008 numero 2 anno XXVIII
Gli occhi dell’Africa
Febbraio
08
Un anno di iniziative particolari per i trent’anni di ininterrotta attività
In crescita le produzioni nella nostra Regione
Tullio Kezich, “il critico”
La sua penna ha raccontato a tutti noi il cinema italiano
spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%
contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Presto al via la seconda edizione della rassegna dedicata al cinema africano
Da zero a trenta
Gli occhi dell’Africa
Correva l’anno 1978 e un gruppetto di appassionati di cinema,
partendo da zero (lo misero anche nel nome per non dimenticarselo), crearono un cineclub che proiettava pellicole, qualche volta
rigate e tremule, in una vecchia sala di periferia, un ex dopolavoro di un glorioso cotonificio dei bei tempi andati, allora abbandonato, chiamato sbrigativamente con un acronimo: Cral.
Il proiettore era a carboni che toccandosi prendevano fuoco e
attraverso uno specchio convano illuminavano lo schermo.
D’inverno i vecchi termosifoni del Cral faticavano a contrastare il
freddo pungente (l’effetto serra non aveva fatto ancora la sua
comparsa) tanto che venne, giustamente, soprannominato
Cinemasottozero. Le sedie erano rigorosamente con la seduta di
legno e un vecchio socio della compagnia, con il suo lungo
“tabarro”, portava anche il cagnolino al cinema che, in bilico sul
piano della seduta ribaltabile, seguiva in silenzio e con attenzione ogni fotogramma che scorreva sullo schermo mentre il suo
padrone borbottava. Le maratone cinematografiche si susseguivano ogni anno, puntuali, nonostante il legno delle sedie mettesse a dura prova il fondoschiena. Ma c’era il dato anagrafico dalla
nostra parte, i politici dell’epoca infatti ci chiamavano “i ragazzi
di Cinemazero”, sempre un po’ indolenti e un po’ insolenti; sempre a reclamare nuovi spazi per iniziative, rassegne, mostre,
incontri. Da allora sono corsi molti anni. Trenta per la precisione.
I politici, nel frattempo invecchiati, continuano a chiamarci “i
ragazzi di Cinemazero” e finiremo come i gloriosi “ragazzi del
99” (1899!). Ragazzi, sempre, nonostante tutto, a dispetto del
tempo e degli anni.
E, a dispetto del tempo e degli anni, Cinemazero è ancora attivo
e presente con un’infinità di iniziative e questo anniversario come ogni anniversario degno di questo nome - va ricordato e
festeggiato senza nostalgia o malinconia, ma solo per condividere, tutti assieme, un percorso costellato di buoni film, di occasioni di riflessioni e di conoscenza. Lontani da forme di autocelebrazione il 2008 vorremmo caratterizzarlo con momenti di vera
e propria festa iniziando con domenica 10 febbraio quando
Nanni Moretti verrà a trovarci non solo per presentare il film Caos
calmo di cui è protagonista ma per festeggiare con noi il trentennale di Cinemazero che collima con il trentennale, guarda caso,
del suo primo grande successo, quel Ecce bombo costellato di
modi di dire (tra i tanti il mitico “faccio cose, vedo gente”) che
hanno segnato un’intera generazione e non solo. Avere Nanni
Moretti, che godeva della stima incondizionata del grande
Federico Fellini, al primo degli appuntamenti del trentennale
(concedetecelo) ci inorgoglisce. Alla serata non ci saranno Franz
Sacher Torte o Nutella ma tante altre dolci sorprese.
Si proseguirà a marzo con l’inaugurazione della nuova facciata
dell’Aula Magna Centro Studi, un giorno di festeggiamenti tra
bollicine di vino, film e ulteriori piacevoli sorprese. Ma non finisce qui. Il mese succcessivo un altro grande avvenimento musical-cinematografico coinvolgerà tutti i fedeli seguaci di
Cinemazero, avvenimento che sfocerà nell’immancabile party dei
trentanni. E così anche per il mese successivo con un altro grande avvenimento cinematografico (e non solo) che trae le sue origini dal passato dell’associazione per proiettarsi nel futuro.
Anche l’estate sarà costellata di cinema e musica ma di questo
parleremo più avanti.
Per il momento: “Che la festa cominci!”
Fervono i preparativi per la 2a Rassegna di Cinema Africano, che avrà luogo nei mesi di
febbraio e marzo 2008. Incoraggiati dall'esito decisamente positivo della prima rassegna,
stiamo predisponendo il programma dell'iniziativa, con l'appoggio della Regione, che fin
dalla prima edizione ci ha sostenuto con entusiasmo. E proprio grazie al sostegno della
Regione, quest'anno l'iniziativa verrà esportata nella provincia di Udine.
Idea cardine della rassegna è creare un'occasione di incontro con le comunità di immigrati africani presenti nel territorio. In particolare la provincia di Pordenone è caratterizzata
da una significativa presenza di ghanesi, che costituiscono circa il 10% della popolazione
straniera, terzo Paese di provenienza dopo Albania e Romania. La comunità marocchina,
con circa il 5%, è la quarta etnia. Seguono il Burkina Faso, con il 2%, la Repubblica
Democratica del Congo, la Nigeria, il Senegal e la Costa D'Avorio, con circa l'1%.
Quest'anno verranno coinvolte fin dalla fase organizzativa i gruppi e le associazioni locali di immigrati africani, in uno stimolante confronto per capire come raggiungere la popolazione africana, trovando le modalità migliori per favorirne la partecipazione. Per questo
abbiamo deciso di fare le proiezioni nei weekend, per agevolare i lavoratori che, nei giorni feriali, hanno sicuramente maggiori difficoltà ad uscire la sera.
L’obiettivo è quello di realizzare non un'iniziativa d'elite,
ma un evento che sia una festa. In questo spirito si svol- GLI OCCHI DELL’AFRICA
gerà l'evento inaugurale, a Pordenone, nel pomeriggio di
PORDENONE, domenica 24 febbraio
domenica 24 febbraio. Un viaggio sensoriale fra le tradi- Dalle 15.30 alle 19.00
zioni africane, con stand per gustare i profumi e i sapori Festa africana in piazza XX Settembre,
dell'Africa, ascoltarne i suoni e scoprirne i colori e le Gastronomia, Musica, Artigianato
forme. E in una festa non può certamente mancare la da tutto il mondo
musica, grazie al coinvolgimento di gruppi locali. Anche
quest'anno faremo parlare le diverse voci dell'Africa, con PORDENONE, Cinemazero,
film scritti e diretti da registi dei Paesi di provenienza delle venerdì 29 febbraio
maggiori etnie africane presenti sul territorio pordenonese. “SERATA COSTA D'AVORIO”
Protagonista il Ghana, la più numerosa delle comunità Africa Paradis (86')
nella città di Pordenone: sarà proprio un film ghanese ad di Sylvestre Amoussou, 2006
arricchire la serata di venerdì 7 marzo a Pordenone.
Sabato 1 marzo sarà la volta di Spilimbergo, dove, come SPLILIMBERGO, Cinema Miotto,
l'anno scorso, proporremo un film dal Burkina Faso, la sabato 1 marzo
maggiore comunità locale. Venerdì 14 marzo toccherà al “SERATA BURKINA FASO”
Marocco, a Pordenone, mentre domenica 9 Sacile acco- Budd yam (97') di Gaston Kaborè, 1997
glierà un omaggio a Ousmane Sembene, regista senegale- PORDENONE, Cinemazero,
se morto lo scorso anno. La rassegna si concluderà a venerdì 7 marzo
Pordenone il 18 marzo, con una searata dedicata alla “SERATA GHANA”
Nigeria. Tra i film in programma potremo vedere anche il U Gotta go home (105')
vincitore dell'ultima edizione del Festival del Cinema di Bob Smith Jr., 2007
Africano di Verona, Africa Paradis, del regista Sylvestre
Amoussou, che aprirà la rassegna il 29 febbraio.
SACILE, Cinema Zancanaro,
Come nella 1a edizione, le proiezioni saranno in lingua ori- domenica 9 marzo
ginale con sottotitoli in italiano, per dare la possibilità agli “SERATA SENEGAL,
spettatori africani di gustare il film nella lingua d'origine e OMAGGIO A SEMBENE OUSMANE”
agli spettatori italiani di assaporare la musicalità di questi Moolaadé (117')
idiomi. Le proiezioni saranno arricchite da approfondimen- di Sembene Ousmane, 2004
ti culturali legati alle tematiche dei film e ai Paesi coinvolti. L'intera iniziativa è organizzata da molte associazio- PORDENONE, Cinemazero,
ni: Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone, venerdì 14 marzo
Cinemazero, Cooperativa Il Punto, Associazione “SERATA MAROCCO”
Viaggio alla Mecca - Le grand voyage
L'Altrametà, Associazione Immigrati di Pordenone, Circolo
(108'), di Ismael Ferroukhi, 2004,
Aperto l.p.t. onlus, Associazione Sacile Mondo Insieme,
Comunità del Burkina Faso di Spilimbergo, Caritas di PORDENONE, Cinemazero,
Spilimbergo, Centro Missionario Diocesano, e con il patro- martedì 18 marzo
cinio e il contributo dell'Assessorato Regionale “SERATA NIGERIA”
all'Istruzione, Cultura, Sport e Pace e dei Comuni di The only way after home but it's risky
Pordenone, Sacile, Spilimbergo.
(110'), di Prince Abieyuwa Frank, 2007
Cinema africano
Editoriale
Andrea Crozzoli
Un anno di iniziative particolari per i trentanni di ininterrotta attività
In copertina:
Nanni Moretti e
Valeria Golino in una scena
del film Caos Calmo
di Antonello Grimaldi
cinemazeronotizie
mensile di informazione
cinematografica
Febbraio 2008, n. 2
anno XXVIII
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Andrea Crozzoli
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N. 168 del 3/6/1981
Questo periodico
è iscritto alla
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Stampa Periodica
Scrivere di Cinema
compie sei anni e cambia veste
A colloquio con Antonello Grimaldi:
il mestiere del cinema
Elisabetta Pieretto
Scrivere di cinema
Naturale, si cresce e il desiderio di rinnovarsi diventa necessità. Partendo, come è ovvio,
da ciò che si è costruito in questi cinque anni, dagli incontri fatti, dalle esperienze maturate, soprattutto dalle centinaia di recensioni giunte a ogni edizione, cui le premiazioni
hanno saputo dare volti, a tratti tesi nell'attesa di sapere i vincitori, a tratti delusi per
essere stati soltanto nominati, a tratti carichi di entusiasmo per stare sopra a un palco a
ricevere applausi da una platea di coetanei impazziti. L'ho già detto più volte, la forza di
questo concorso non sta nei grandi nomi, né nei grandi premi, piuttosto nella passione di
studenti tra i quindici e i diciannove anni, e registi come François Truffaut, Gust van Sant
e Sophia Coppola ci hanno mostrato quanto può essere vitale (/mortale) e fisico il modo
di vivere le sfide da parte degli adolescenti. Alcuni di loro continuano a scrivere - certo,
non soltanto recensioni-, altri hanno scelto di studiare cinema all'università, molti semplicemente continuano ad andare al cinema, qualcuno - ci ha fatto sapere -con più attenzione per quello che vede, se non altro nel pensare che forse una recensione per la prossima edizione la scriverà. Ecco, per noi già è molto, ma non è tutto. Mai fermarsi, pena
l'oblio. E dunque ecco le novità. Innanzitutto l'aggiunta di una nuova sezione, accanto
alle due storiche, il biennio e il triennio delle scuole superiori: da quest'anno il concorso
avrà anche la sezione under 28, quindi universitari e non - ancora Truffaut, non me ne
vogliate, ma come esempio ci sta, lui l'università non la fece, semplicemente scriveva e
finì nei Cahiers du Cinema-. La sezione biennio delle superiori, centrale per avvicinare
gradualmente gli studenti alla pratica della scrittura critica, gareggerà in un modo nuovo:
i più giovani saranno chiamati a comporre una “recensione haiku”, ovvero un elaborato
critico della lunghezza di un messaggio (160 caratteri) e la dovrà mandare, appunto, via
sms; è la capacità di sintesi e di centrare la forza del film che si chiede in questo caso,
senza troppi giri di parole. E ora veniamo alla giuria.
Accanto all'ala storica capace di garantire la continuità
con il passato grazie a Roberto Pugliese, Giorgio
Placereani e Marco Lodoli, ecco i nuovi: Roy Menarini,
docente di cinema al Dams di Bologna e a quello di
Gorizia, dove dirige anche il master in scrittura cinematografica, oltre a essere autore di numerosi libri di cinePantone 108
Da impiegare
Flavio
De Bernardinis, redattore di Segnocinema,
ma;
solo su fondo
o ner
docente alla Scuola Nazionale di Cinema e alla
Sapienza e autore di varie monografie; Irene Bignardi,
che immagino non necessiti di molte presentazioni,
Nero
giusto
ricordare
che dal 1976 è collaboratrice de La
Da utilizzare
su
fondo bianco
e su fondi
olora
cti
che è stata direttrice del Festival di
Repubblica,
Locarno e collaboratrice per la Mostra del Cinema
durante la direzione di Pontecorvo. A presiedere la giuScrivere di cinema
ria, come l'anno scorso, Viola Farassino, perché il prePremio Alberto Farassino
mio continua con impegno e convinzione a essere intitolato ad Alberto Farassino, per il suo modo di intendescadenza del bando
re e vivere la critica, per la sua attenzione al mondo dei
30 giugno 2008
giovani, soprattutto nella loro relazione con il mondo
della scuola. Continueranno, durante l'anno, gli Appunti
premiazioni
critici e gli incontri promossi intorno allo scrivere di e
venerdì 19 settembre 2008
sul cinema; c'è anche qualche idea per raccogliere
quanto elaborato nel corso del tempo in uno spazio in
info:
rete, magari che sempre più diventi interattivo, perciò
www.cinemazero.org
vivo. A promuoverlo gli stessi tre patner, Cinemazero,
www.pordenonelegge.it
pordenonelegge.it e il Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici, che nel frattempo hanno maturato una
maggiore sinergia. Ah, dimenticavo, novità anche in
fatto di premi, ma questo prossimamente, ora solo qualè un’iniziativa di:
che accenno: strumenti per aiutare la critica, pubblicacinemazero
zione degli elaborati vincitori in riviste importanti, l'edipordenonelegge.it
zione di un numero speciale di Cinecritica, la rivista
sindacato nazionale
ufficiale del Sindacato.
critici cinematografici - triveneto
E scusate se è poco.
Sarà a Cinemazero domenica 10 febbraio, con Caos calmo, tratto dall'omonimo libro di Sandro
Veronesi, il regista Antonello Grimaldi accompagnato dall’interprete principale Nanni Moretti.
Faranno tappa a Pordenone prima di raggiungere Berlino dove in concorso al FilmFestSpiele
affronteranno il giudizio del pubblico internazionale.
Lei si è laureato in giurisprudenza a Sassari nel 1979. Come è arrivato al cinema?
Mi sono trasferito a Roma, dove ho avuto la fortuna di incrociare nel mio cammino la scuola di
cinema Gaumont messa in piedi nel 1980 da Renzo Rossellini. Con me c'erano Giuseppe
Piccioni, Daniele Luchetti, Domenico Procacci ecc. Durata solo tre anni, la scuola ha però
lasciato il segno perché era una scuola di tipo pratico. Avevano affittato uno studio a Cinecittà
e lavoravamo girando. Venne anche a farci una lezione Martin Scorsese presentando Toro scatenato. Era la prima scuola pratica e non solo teorica. Di quei trenta alunni siamo rimasti alla
fine solo in dodici e non per selezione ma per consunzione.
Da questa sua esperienza che idea di cinema ha maturato?
Io dico sempre che da grande, con tutto il rispetto per Fellini, voglio fare Ron Howard. Ovvero
saper raccontare i sogni, raccontare una storia. Delle tre fasi in cui solitamente un regista è
impegnato: la preparazione, girare e la post-produzione, io personalmente preferisco il girare;
il set, tradurre in immagini la sceneggiatura.
Nel progetto di trasposizione sullo schermo di Caos calmo lei è entrato in una fase già avanzata di preparazione…
Il produttore Domenico Procacci, amico da anni di Sandro Veronesi, autore del libro, aveva i
diritti per la trasposizione cinematografica e Nanni Moretti, che aveva amato il romanzo, si è
autoproposto come protagonista ed insieme hanno deciso di affidarmi la regia del film. Con
Procacci, che conoscevo dai tempi della scuola Gaumont e che è stato produttore di due miei
precedenti film c'era un consolidato rapporto di amicizia.
E con Moretti?
Con lui non solo ho fatto una comparsata ne Il Caimano ma appaio anche nella prima inquadratura di Sogni d'oro (1981) prodotto dalla Gaumont di Rossellini che ci spedì, nell'ambito
delle attività della scuola di cinema, sul set. Quello è stato il mio primo impatto con un set vero
e proprio, il battesimo del fuoco. Poi con Nanni Moretti ci siamo anche incontrati, essendo io
sardo, al mare in Sardegna, dove lui veniva con la moglie Silvia.
E il rapporto di amicizia è rimasto anche dopo Caos calmo?
Anzi, si è consolidato. Contrariamente a quanto noi pensavamo, Nanni sul set è stato disciplinatissimo, facendo solo l'attore ed accentando fin dall'inizio la mia precisa richiesta che sul set
i ciak li decidevo io senza arrivare ai sessanta ciak a cui lui è abituato con i suoi film. E Nanni
Moretti ha accettato, si è fidato. Ed ora è molto contento del film.
Hanno scritto che il tema del libro Caos calmo è quello dell'entropia, della dissoluzione, dell'estinzione graduale del tutto. Il film come affronta questo tema?
Il film rispetto al libro, è meno cupo. Già in fase di sceneggiatura il racconto si è fatto più leggero, con alla fine una speranza. La storia di questo uomo, rimasto vedovo, che si autoemargina, che, rimasto solo, si ferma in una panchina fuori della scuola per stare vicino a sua figlia,
ha alla fine una luce di speranza. Fermarsi quindi non ha il significato di emarginarsi ma di
affrontare la vita sotto nuovi aspetti, con nuove presenze.
Il parlare che si fa sulle scene di sesso e sul fondoschiena di Moretti non pensa che
alla fine possa nuocere al film? Banalizzarlo...
Fin prima di girarlo, tutti, intellettuali compresi, chiedevano: «Ma la
scena di sesso la farete?» per cui eravamo già preparati in qualche modo
a questa curiosità. Certo che il capitolo del libro che riguarda questa
scena colpisce e incuriosisce molto ma speriamo che la discussione non
si fermi lì. Se resta solo uno spunto in più per il pubblico ad andare a
vederlo, va bene. Ma solo come spunto.
Sullo stato attuale del cinema italiano…
Finalmente escono film italiani che ridanno fiducia al pubblico sul prodotto nazionale. A parte i cinepanettoni natalizi bisogna far crescere il
cinema medio, di narrazione, quello che è stato dei Pietro Germi o dei
Mario Monicelli. Cinema medio che permette, a sua volta, di fare l'altro
cinema, quello alto, colto.
Caos calmo
Domenica 10 febbraio a Cinemazero Nanni Moretti e Antonello Grimaldi
Andrea Crozzoli
Novità nel bando di concorso di critica dedicato a Farassino per il 2008
La “dichiarazione di Udine”
Friuli Venezia Giulia
da grande schermo
La produzione cinematografica, e in genere quella audiovisiva, che viene realizzata in
Europa utilizzando una lingua minoritaria, vive situazioni molto diverse. Questo, spesso,
perché alle lingue-madri non è riconosciuto il ruolo di veicolo culturale, oltre che di
mezzo di comunicazione familiare e sociale.
Passi in avanti se ne stanno però facendo, negli ultimi anni, e l'esempio più recente è la
nuova legge regionale che in FVG permetterà l'uso del friulano in quegli ambiti dai quali
finora era rimasto escluso.
Ma anche dove il riconoscimento è pieno, i risultati sono spesso condizionati da realtà
socio-politiche molto differenziate: ad esempio quelli che parlano il sami nel nord della
Svezia non sono nemmeno in diecimila, e non più di sessantamila gli scozzesi che usano
abitualmente il gaelico (infatti sono due lingue ritenute a rischio di estinzione). Mentre
i catalani sono oltre sette milioni, e hanno fatto della loro lingua (vietata dal franchismo
per più di trent'anni) la bandiera di uno sviluppo economico e sociale che ha pochi paragoni in Europa. Il romancio, poi, è la quarta lingua ufficiale della Svizzera, mentre molti
inglesi si trasferiscono nel Galles (dove la qualità della vita è migliore), e fanno imparare ai figli il gallese, come segno di distinzione sociale e culturale.
Di queste diversità, e soprattutto degli effetti che esse hanno nei film e nei documentari che vengono prodotti in queste regioni d'Europa si è parlato nel “Primo convegno sulla
Produzione Audiovisiva in Lingua Minoritaria”, che alla fine dello scorso Novembre ha
fatto arrivare a Udine delegazioni provenienti dal Regno Unito, dalla Svezia, dalla
Spagna, dalla Francia e dalla Svizzera. Due giornate di incontri organizzati dalla Friuli
Venezia Giulia Film Commission - Fondo Regionale per l'Audiovisivo, dall'Assessorato
alla Cultura del Friuli Venezia Giulia - Servizio Identità Linguistiche, dall'ARLeF Agenzia Regionale per la Lingua Friulana, e da RAM - Ricerche Audiovisive e
Multimediali.
L'obiettivo dichiarato era quello di promuovere collaborazioni nel campo della produzione e di dare nuove possibilità al mercato audiovisivo in lingua minoritaria. Anche se le
differenze fra le realtà produttive regionali sono rilevanti (un film in gaelico è stato selezionato per l'Oscar, e la televisione in lingua gallese - la parlano in seicentomila - occupa a tempo pieno circa trecento persone), il desiderio di tutti, e in particolare dei filmakers friulani, era quello di fare in modo che le loro opere abbiano maggiori occasioni
di essere viste da un pubblico più ampio. Questo anche alla luce di una valutazione condivisa, e cioè che la barriera linguistica è più sentita all'interno degli Stati nazionali che
nella circolazione oltre confine, dove comunque tutte le lingue, minoritarie o non, hanno
bisogno di sottotitolazione o di doppiaggio.
I risultati sono andati al di là delle più ottimistiche aspettative: tutti i partecipanti hanno
sottoscritto un documento (che è stato chiamato la “Dichiarazione di Udine”) che li
impegna a dare vita ad una rete che favorisca lo sviluppo di progetti comuni e soprattutto la diffusione delle opere prodotte nelle regioni a forte identità linguistica. Il Fondo
Regionale per l'Audiovisivo del FVG è stato scelto come coordinatore delle prossime attività, che si concretizzeranno a breve in un'assemblea europea di tutti gli attori della produzione in lingua minoritaria.
VENERDÌ 22 FEBBRAIO - ORE 21.00
CINEMAZERO, PORDENONE
Il regista Giorgio Diritti presenterà al pubblico il suo film
Il vento fa il suo giro, girato interamente nelle valli occitane del piemonte e raccontato in Italiano, francese sottotitolato e occitano.
“(...)Fotografato meravigliosamente da Roberto Cimatti,
sostenuto dalla sceneggiatura sapiente e ben ritmata di
Diritti e Fredo Valla, interpretato dall'amichevole partecipazione dei locali e da quella più consapevole di alcuni attori (Alessandra Agosti e Thierry Toscan), l'esordio di Diritti
commuove e incanta.(...)” (Dario Zonta, L’Unità)
Una regione di cinema
In crescita le produzioni nella nostra Regione
Se il 2006 è stato l'anno del film di Giuseppe Tornatore La sconosciuta, in questi giorni in corsa
per l'Oscar come miglior pellicola straniera; se il 2007 è stato l'anno de La ragazza del lago dell'esordiente Andrea Molaioli, film italiano rivelazione all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, il
2008 sarà senz'altro sotto il segno del nuovo lavoro di Gabriele Salvatores Come Dio comanda
tratto dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti.
Ma cosa unisce questi tre titoli fra di loro?
Semplicemente il fatto che tutti e tre sono stati realizzati nella nostra regione: un evento che
non succedeva dai tempi di Addio alle Armi di Charles Vidor e de La Grande Guerra di Mario
Monicelli, girati entrambi a Gemona e Venzone alla fine degli anni Cinquanta. Tornatore, infatti, ha scelto Trieste - una Trieste peraltro quasi irriconoscibile - per ambientare la sua bella storia; Molaioli, invece, ci ha rivelato un Friuli sorprendente, ricco del fascino e del mistero di paesi
di montagna come Preone, Moggio Udinese, e il magnifico lago di Fusine. Il premio Oscar
Gabriele Salvatores girerà inaspettatamente il suo prossimo lungometraggio a cavallo delle provincie di Udine e Pordenone fra Maniago, Vajont, Osoppo, Majano. Ma sembra che la scelta
definitiva - c'era in ballo anche il Piemonte come location possibile - sia stata fatta da
Salvatores dopo aver visto e “scoperto” gli straordinari magredi del Cellina-Meduna: paesaggio
assolutamente inedito per il cinema italiano.
Non va, però, taciuto il ruolo importante svolto dalla Film Commission del Friuli Venezia Giulia
per la sua capacità di svolgere con passione, competenza e grande disponibilità la funzione di
calamita per importanti produzioni italiane e straniere. A questo va
aggiunto il fatto che la Regione (Assessorato alle attività produttive)
ha stanziato risorse importanti per sostenere attraverso il Film Fund
quelle produzioni che decidono di venire a girare film, fiction televisive, documentari, in Friuli Venezia Giulia.
Interessante verificare quali sono i risultati concreti di questo investimento e, soprattutto, quali sono le ricadute di immagine ed economiche di queste attività. Vediamo dunque in sintesi i dati relativi
all'anno appena trascorso: le produzioni sostenute sono state 21
(una in più del 2006), le giornate di ripresa 346 (+42), le professionalità locali impiegate 163 (+17), la spesa diretta sul territorio
fvg film commission
delle produzioni ammontava a 5.946.749 euro con un incremento
presenta
significativo di 1.500.479 euro, mentre l'indotto economico complessivo è passato dagli 8.003.286 del 2006, ai 10.704.148 euro
2007 BILANCIO
dell'anno scorso!
DI UN ANNO
A tutto ciò, naturalmente, vanno sommate le importanti ricadute in
STRAORDINARIO
termini di immagine ottenute grazie a fiction televisive di grande
popolarità quali Il commissario Laurenti, andato in onda in
Germania nei giorni natalizi con una audience media di 6 milioni di
intervengono
spettatori, oppure Un caso di coscienza 3 con Sebastiano Somma,
Enrico Bertossi
Mio figlio con Lando Buzzanca, Il capitano 2 con Alessandro
Assessore regionale
Preziosi, programmi fra i più visti fra quelli mandati in onda da
alle Attività Produttive
Raiuno.
Come si può ben vedere si tratta di risultati importanti che collocaFederico Poillucci
no la FVG Film Commission, presieduta da Federico Poillucci, ai
Presidente FVG
primi posti assoluti nel panorama italiano di simili organismi.
Film Commission
Questa azione a sostegno della produzione audiovisiva e cinematografica della nostra regione ha avuto un ulteriore stimolo con l'attiPaolo Vidali
vazione nel 2007, grazie alla nuova legge sul cinema n.21 approvaDirettore Fondo
ta nell'ottobre del 2006 dal Consiglio regionale, del Fondo regionaregionale per
le per l'audiovisivo.
l'Audiovisivo
Attraverso l'istituzione di più bandi nel corso dell'anno,
l'Amministrazione regionale, tramite la Film Commission, concede
contributi economici alle imprese di produzione, alle associazioni e
Martedi 5 febbraio 2008
ai professionisti. Si tratta di un'esperienza unica in Italia presa ad
ore 10.45
esempio dalle altre regioni, che si ispira a quanto da tempo si fa nei
Aula Magna Centro Studi
circa 140 Fondi regionali esistenti in Europa.
Pordenone
Ma su questo argomento ritorneremo.
Piero Colussi
Una regione di cinema
Paolo Vidali
Più spazio ai film “parlanti” lingue minoritarie
La sua penna ha raccontato a tutti noi il cinema italiano
Riccardo Costantini
Il mestiere della scrittura
Tullio Kezich ci appare oggi, ripensando a tutta la sua opera, come un autentico “traghettatore” dell'Italia culturale contemporanea: dagli anni Quaranta (la sua prima recensione la
scrive all'età di dodici anni!), tramite la sua penna, ha raccontato alla nazione le storie e i
segreti dei film passati sui suoi schermi, e con essi i sogni, le passioni, l'evoluzione di una
società e di un costume, usando il cinema come specchio del mondo. Per lui essere critico cinematografico ha sempre avuto un accento esistenziale: “sforzarsi di non far scorrere
il film della vita; tentare di capire, di approfondire la conoscenza di tutto attraverso un rapporto il più stretto e appassionato possibile”. Avendo scritto per anni sulle pagine di
Repubblica, Corriere della Sera, Panorama e molte riviste di cinema e teatro, per i più è
semplicemente “il Critico” per antonomasia. In realtà è un intellettuale a tutto tondo, capace di spaziare dal teatro alla letteratura, dalla produzione cinematografica alla sceneggiatura, senza trascurare la televisione. Nei cinque anni passati nella società di produzione
“22 dicembre” e nei vent'anni trascorsi in RAI, ha lavorato alla realizzazione di film di
Olmi, Wertmüller, De Bosio, Giraldi, dei fratelli Taviani, del grande Rossellini. Ufficialmente
è stato insignito di due Nastri d'argento per la sceneggiatura di Venga a prendere il caffè
da noi e La leggenda del santo bevitore, ma giura di non averne scritto una riga. Le sue sortite letterarie, due romanzi e una raccolta di racconti, continuano a venir ristampate, anche
se per Kezich “non attestano una vera vocazione”. La sua biografia del grande Federico
Fellini, amico e confidente, è un autentico best seller, ora tradotto in moltissimi paesi. Al
contrario di quanto si crede, la più pura vocazione di Kezich è il teatro. La sua produzione
drammaturgica è notevole. Ricordiamo, fra gli altri: la trilogia triestina formata da Un nido
di memorie, I ragazzi di Trieste e L'americano di San Giacomo, in cui racconta dieci anni
di storia di una città, dal '40 al '49, rivissuti, meditati, incorniciati; le sue trasposizioni sveviane per il palcoscenico, che hanno reso possibile
Zeno (e tutto il suo mondo) come personaggio teatrale;
18 FEBBRAIO 2007 ORE 20.45
i suoi adattamenti illustri da Pirandello, Cervantes,
AULA MAGNA CENTRO STUDI
Flaubert... Tratto comune di tutta questa sua attività è
CINEMAZERO - PORDENONE
stato “il mestiere” di scrivere, con quel che di artigianale e di antico che il termine include. Kezich ha traPresentaziome del volume
sformato la vocazione della sua vita, la scrittura, in uno
Tullio Kezich,
strumento professionalmente evoluto, così virtuoso da
il mestiere della scrittura
esprimere contemporaneamente anche la sua personalità e il suo stile. Della scrittura ha fatto un lasciapas(Kaplan, Torino sare che gli ha consentito di transitare indistintamenwww.edizionikaplan.com),
te fra media, arti e professioni; un minimo comune
a cura di Riccardo Costantini e
denominatore, manifestazione della sua allegra creatiFederico Zecca.
vità, impulso quotidiano di attestazione della sua vitalità. Formato ad una scuola umana prima che giornaliA seguire proiezione de
stica di altri tempi, Kezich ha vissuto il suo lavoro di
Il posto (1961)
“scrivente”, come ama definirsi, come una costante
di Ermanno Olmi
mediazione con la memoria, con il suo vissuto persoCon Loredana Detto,
nale. Il gusto per l'aneddoto, per il ricordo “colorato”,
Sandro Panseri, Mara Ravel,
per la testimonianza, fanno dello stile kezichiano un
Tullio Kezich
modello unico e inimitato, garantendone il successo e
Prodotto dalla “22 dicembre” di
la conseguente longevità culturale. Per il lettore,
affrontando le pagine di Kezich, anche quando non
Tullio Kezich ed Ermanno Olmi
condivide le sue opinioni, c'è sempre la sensazione di
trovarsi al suo fianco, in una lettura che ha la rarissima qualità di essere semplice ma mai scontata, e che
Il volume Tullio Kezich, il mestiere della
proprio nel suo apparire diretta sorprende non appena
scrittura è frutto del progetto di ricerca
apre all'enciclopedia kezichiana, al sapere sterminato
“Lo schermo triestino” dell'Università di
che è tratto distintivo del critico triestino, frutto de suo
Trieste - Facoltà di Scienze della
densissimo archivio di esperienze. Ora che il vulcanico
Formazione, coordinato dal professor
Tullio compie ottant'anni ci si aspetterebbe che si ferLuciano De Giusti e attuato in collaboramasse a guardare le cose da distante: tutto il contrario,
zione con il Trieste Film Festival - Alpe
visto che sono almeno tre o quattro, fra spettacoli e
Adria Cinema.
libri, i progetti che ha per le mani.
BANGLAFEST - visioni, sapori e musiche dal Bangladesh
Pordenone, 7 e 10 febbraio 2008
All’interno del progetto Incontri di linguaggi e reti della comunicazione nasce l’iniziativa
Banglafest - visioni, sapori e musiche dal Bangladesh. Giovedì 7 febbraio (ore 20.30,
ingresso a offerta libera) presso Cinemazero verrà proiettato il film Le ferie di Licu di
Vittorio Moroni (Italia, 2006). Doppio appuntamento, poi, domenica 10 presso il Deposito
Giordani (via Prasecco 13, Pordenone): alle ore 12.30 pranzo interculturale con pietanze
della cucina di Bangladesh, Albania e Marocco realizzate dalle partecipanti al corso di
cucina Non solo spaghetti...(ingresso 10 Euro, è necessario presentare il coupon di prenotazione acquistabile entro venerdì 8 febbraio presso la Mediateca Pordenone di
Cinemazero); successivamente, alle ore 14.30, inizieranno le danze con musiche tradizionali eseguite dal vivo da artisti del Bangladesh. I fondi che verranno raccolti saranno
destinati dalla Caritas al progetto emergenza Bangladesh.
Info: Mediateca Pordenone di Cinemazero 0434.520945 - Nuovi Vicini onlus 0434.221277
CARLO BOCCADORO PRESENTA LUNARIO DELLA MUSICA
Sala di via Torricella 2/C (laterale via Cavallotti), venerdì 15 febbraio ore 18.30
Cosa ascoltiamo oggi? Non la solita musica. Passeggiando tra musica classica, jazz,
blues, rock, pop, dance, funk, soul, folk, hip-hop, world, musica italiana, elettronica, rap
e altro ancora Carlo Boccadoro ci consiglia un disco per ogni giorno dell'anno, offrendoci uno sguardo a 365 gradi, per cosí dire, sul mondo dei suoni, con dischi scelti a seconda del calendario, del clima, delle ricorrenze o piú semplicemente dello stato d'animo,
alternando il piú possibile i differenti generi con andamento serrato e discorsivo, rivolto
come sempre ai non addetti ai lavori. L’autore presenterà il suo libro Lunario della musica; Un disco per ogni giorno dell'anno - edito da Einaudi - venerdi 15 febbraio 2008 alle
ore 18.30, presso la sala di via Torricella (civico 2/c, laterale di via cavallotti - ingresso
libero). A seguire concerto jazz e aperitivo. La presentazione è promossa dall'associazione culturale Fuoritesto, dalla Mediateca Pordenone di Cinemazero e dall’associazione culturale Sowhat. Info: Mediateca Pordenone di Cinemazero, 0434.520945
VIVA I FUMETTI - ZIVEL STRIP
Concorso per ragazzi, 8A edizione
Continua la collaborazione tra la regione Friuli Venezia Giulia e la Slovenia per l'8° edizione del concorso Viva i fumetti - Zivel Strip. Il concorso è aperto agli studenti di scuole e Università e si divide in due sezione: a) fumetto e b) animazione.
Oltre a un tema libero che lascia spazio all'inventiva personale, si propongono due personaggi la cagnolina Pippi disegnato dall'illustratrice udinese Emanuela Biancuzzi e il
topo Mishima del fumettista sloveno Ciril Horiac.
Gli elaborati e le animazioni dovranno essere consegnati all'Ufficio Pubblica Istruzione
del Comune di Pordenone che organizza la manifestazione, presso l'ex-Convento di San
Francesco in Piazza della Motta, entro sabato 4 aprile (non fa fede il timbro postale).
Le opere dei due disegnatori saranno esposte, con gli elaborati dei vincitori presso L'Aula
Magna di Cinemazero a Pordenone, sede della premiazione, giovedì 10 aprile, alle ore
11.00. Successivamente la mostra verrà allestita a Ljubljana al centro culturale KUD. La
Mediateca di Cinemazero che collabora all'iniziativa proporrà per l'occasione una rassegna di animazioni e l'attivazione di workshop e laboratori a tema.
Info: [email protected] - www.vivacomix.com
CARLO SALETTI INTRODUCE “SHOAH”
Cinemazero, Aula Magna Centro Studi - Mercoledì 6 febbraio ore 21.00
Carlo Saletti, ricercatore e regista teatrale, figura di spicco dell’Istituto veronese per la storia
della Resistenza e dell’età contemporanea, della Fondazione Villa Emma di Nonantola, del
Memorial Maison d’Izieu (Francia) e collaboratore del Centre de Documentation Juive
Contemporaine di Parigi, incontrerà il pubblico di cinemazero mercoledì 6 febbraio per introdurre il capolavoro di Claude Lanzmann Shoah edito in dvd da Einaudi. Durante la serata verranno proiettate alcune sequenze del film, un’opera di 9 ore e mezza, fatta quasi esclusivamente di testimonianze, principalmente sopravvissuti alla Shoah, che Lanzmann aveva raccolto dopo anni di ricerca in 14 paesi. Un film seminale non solo per la rappresentazione della
Shoah al cinema, che da allora avrebbe conosciuto un successo notevole, ma persino del
dibattito storiografico sul tema. Al punto che in Francia il film, che conobbe anche una trascrizione in un volume con prefazione di Simone De Beauvoir, è regolarmente proiettato nelle
scuole in una versione che include 6 sequenze di mezzora ciascuna.
Info: Mediateca Pordenone di Cinemazero, tel. 0434.520945
Domani accadrà ovvero se non si va non si vede
Tullio Kezich, “il critico”