ABI Labspiega le nuove sfide dei back office bancari

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ABI Labspiega le nuove sfide dei back office bancari
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Nuove funzionalità per assicurare efficienza e mobilità nella gestione dei processi e dei documenti
Continua a crescere la comunità di utenti e partner che ruota intorno ad ARXivar, la piattaforma di gestione documentale e dei processi
sviluppata dall’italiana Able Tech. Illustrando i numeri, in un recente incontro con i partner, il top management della società ha confermato
l’obiettivo di chiudere l’anno con un +20% di fatturato, mentre nel periodo da gennaio ad agosto di quest’anno sono
stati ben 215 le nuove aziende clienti che si sono avvicinate ad ARXivar; una capacità di azione sul mercato portata
avanti dall’azienda insieme ai suoi oltre 150 partner attivi: “Lo stato di salute del mercato italiano della gestione
documentale si mantiene buono – spiega Alberto Carrai (nella foto), direttore commerciale di Able Tech. C’è ancora molto da fare, poiché le aziende che hanno rivisto i loro processi in ottica di efficienza eliminando i passaggi
fisici della carta sono ancora una esigua minoranza”. Generalmente tutti i mercati verticali si stanno muovendo
verso la gestione documentale, ma in questi ultimi tempi si sono mosse anche le imprese di più piccole dimensioni,
a dimostrazione del fatto che si possono avere importanti ritorni di efficienza anche su volumi più ridotti rispetto alle
dimensioni che caratterizzano le grandi imprese consumatrici di carta come banche e assicurazioni”. Tra le innovazioni di prodotto presentate alla platea dei partner, quelle riguardanti il workflow designer di ARXivar, fiore all’occhiello della soluzione. Le nuove
funzionalità (Workflow Import/export, Logon Providers, Workflow versioning e processi approvativi) estendono l’usabilità del workflow
designer di ARXivar sia dal punto di vista grafico che funzionale. Novità assoluta della giornata, che sarà disponibile da ottobre 2013, è
l’ ARX-LocalSign un’App per Android la cui funzione è di collegarsi ad ARXivar con un preciso utente, scaricare i documenti sulla App,
ricercare, selezionare, consultare e firmare grafometricamente i documenti in modalità OffLine e ricondurli ad ARXivar in presenza di
connettività. “Le novità implementate arrivano dalle sollecitazioni che abbiamo raccolto dai clienti e che abbiamo ritenuto interessanti
mettere a fattor comune – racconta Claudio Vigasio, amministratore delegato Able Tech. Non mancano però quelle innovazioni che
danno concretezza alla nostra visione culturale sull’evoluzione della gestione documentale. Cerchiamo sempre di essere proattivi e
proporre cose nuove che possono stimolare i clienti a sfruttare tutte le potenzialità per creare nuova efficienza”. Nonostante una presenza
estera che ha portato anche ottimi risultati, negli anni questo potenziale di business per AbleTech non è sempre stato adeguatamente
sfruttato: “Abbiamo deciso di iniziare a testare una presenza diretta in alcuni mercati, non solo quindi affidandoci a partner – dichiara
Carrai. Nel 2014 avvieremo la filiale in Brasile. È un mercato con una richiesta di innovazione incredibile e in molti ci stanno andando. Noi
portiamo l’approccio che ci caratterizza da dieci anni sul mercato italiano fatto di competenza, innovazione e semplicità”. www.arxivar.it
ABI Lab spiega le nuove sfide dei back office bancari
Come i progetti prioritari impattano sulle strutture che stanno dietro le quinte degli istituti
Negli ultimi 12 mesi le banche italiane hanno continuato ad affrontare eventi di particolare stress sulla gestione aziendale, con una pressione costante sulla qualità dei servizi, sull’ottimizzazione dei costi e sullo sviluppo dei ricavi. “Tali tendenze – spiega Marco Rotoloni,
research analyst di ABI Lab - investono in misura significativa la sfera delle operations e in particolare i back office bancari, strutture in
grado di contribuire in modo rilevante al raggiungimento degli obiettivi aziendali, per la trasversalità funzionale e l’eterogeneità e numerosità dei processi presidiati”. Secondo un’analisi di ABI Lab, queste strutture appaiono fortemente impattate dai progetti prioritari dei
piani industriali delle principali banche italiane; in particolare da iniziative di riorganizzazione, dal ripensamento delle strategie di sourcing
e dall’evoluzione dei modelli operativi. “In primo luogo – continua Rotoloni – il reengineering dei processi passa attraverso la diffusione
di una cultura orientata a misurare e gestire le performance; un aspetto che favorisce l’identificazione delle criticità di processo e la progettazione delle iniziative di miglioramento. Un altro tema è legato all’evoluzione delle strategie di make or buy, con i costi per service e
outsourcer che rappresentano una quota rilevante di quelli complessivi di back office. Ad esempio per la gestione dei bonifici la spesa
esterna è quasi il 30% dei costi diretti di back office, mentre per il trasporto valori si arriva al 90%”.
Oltre ai cambiamenti indotti dai progetti di razionalizzazione delle strutture anche le azioni di ripensamento dei modelli di servizio manifestano impatti significativi sui back office. Si pensi alla gestione dei bonifici in partenza, dove la diffusione di quelli telematici, che
rappresentano circa il 72% del totale, ha contribuito a rifocalizzare il lavoro degli operatori di back office, che oggi impegnano circa il
75% del loro tempo per la verifica dei flussi elettronici e solo per il 25% per il data entry. “Evolve dunque il ruolo dei back office bancari,
da macchine operative per l’efficientamento dei processi, a protagonisti importanti nei percorsi di cambiamento della banca”, conclude
Rotoloni. www.abilab.it
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novembre-dicembre 2013