Olga BOGDASHINA LE PERCEZIONI SENSORIALI

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Olga BOGDASHINA LE PERCEZIONI SENSORIALI
Olga BOGDASHINA
LE PERCEZIONI SENSORIALI NELL’AUTISMO E NELLA SINDROME DI ASPERGER
Prefazioni di Enza Crivelli, Wendy Lawsono e Theo Peeters
Ed UOVONERO 2012
"se ti trovi davanti a un "comportamento problema" nell'autismo, non
focalizzarti troppo sui comportamenti stessi, sono soltanto la punta dell'iceberg;
cerca di comprendere le cause che sottostanno ai comportamenti e di sviluppare
un approccio basato non sui sintomi, ma sulla prevenzione. I comportamenti
problema sono causati da problemi di comunicazione, di comprensione sociale,
da una diversa immaginazione, da problemi sensoriali .... Cerca quindi di
comprendere l'autismo "dal di dentro"
Dalla prefazione di Theo Peeters
"Dobbiamo innanzitutto cercare di scoprire che funzioni hanno questi
comportamenti, per poterlo poi sostituire con esperienze aventi la medesima
funzione"
"Imparare come funzionano i sensi di ogni singola persona con autismo è una
delle chiavi cruciali per comprendere quella persona" (O'Neill)l
"Dobbiamo abbandonare le nostre convenzionali assunzioni non- autistiche e
lasciare che loro ci insegnino i loro sistemi di comunicazione per costruire ponti
tra i due mondi."
"la nostra interpretazione ("visione") del mondo è basata sulla nostra
immaginazione, memoria
ed esperienza. (...) Ne risulta inevitabilmente
un'immagine (multi sensoriale: visiva, uditiva, olfattiva, ecc.) distorta, senza
neppure che noi capiamo che il nostro "mondo percettivo" non è una vera copia
di quello reale. (...) Oltre a ciò, la nostra percezione è anche influenzata dalla
nostra cultura"
"L'incapacità di filtrare informazioni di primo piano e di sfondo può spiegare sia i
punti di forza, sia quelli di debolezza della percezione autistica. Da un lato. essi
sembrano percepire informazioni più accurate e in maggiore quantità; dall'altro,
tale quantità di informazioni non selezionate non può essere trattate in modo
simultaneo, e ne può derivare un sovraccarico di informazioni."
"Le persone autistiche possono esperire la percezione della GESTALT in
qualunque modalità sensoriale. Una persona che sperimenta una GESTALT ha
una grande difficoltà nel focalizzassi su un singolo dettaglio della scena, e trova
quasi impossibile separarlo dsll'immagine intera. Persone con una percezione
della GESTALT uditiva hanno una grande difficoltà nel concentrarsi su un singolo
stimolo uditivo, per esempio la voce di qualcuno quando arriva insieme a tutti i
rumori ambientali (...) Le loro orecchie sembrano ricevere tutti i suoni con la
medesima intensità. Se cercano di filtrare il rumore di fondo (...), filtrano anche la
voce che stanno cercando di ascoltare. "
È sbagliato usare metodi non-autistici per insegnare ai bambini autistici e
prendersi cura di loro. È destinato a fallire e a volte può recare danno alle loro
vite. Dobbiamo abbandonare le nostre convenzionali assunzioni non-autistiche e
lasciare che loro ci insegnino i loro sistemi di comunicazione per costruire ponti
tra i due mondi.
ETIENNE BONNER CONDILLAC 1715
come impariamo a utilizzare i nostri sensi per dare un significato al mondo
intorno a noi?
1 crescita della capacità di discriminazione
2 ottimizzazione dell'attenzione
3 crescita dell'economia nella raccolta delle informazioni
Il mondo reale e il mondo percepito (ovvero la nostra immagine mentale del
mondo) differiscono fra loro. Tutte le informazioni che riceviamo dai nostri sensi
sono fabbricate (ricostruite) nel nostro cervello. Il nostro cervello non sa trattare
tutti gli stimoli presenti: seleziona quindi gli aspetti chiave dello scenario,
mentre tutto il resto rimane a fare da sfondo. Il processo di percezione è
insomma un processo attivo, guidato dal cervello. È inoltre un processo a doppio
senso: le informazioni provenienti dagli organi di senso (materiale relativamente
grezzo) sono influenzate dalle "informazioni interne" (le informazioni che
abbiamo immagazzinato e adattato alle nost precedenti esperienze).
Percezione letterale
Le persone autistiche sembrano percepire tutto per come è. È una sorta di
percezione letterale: per esempio, possono vedere cose senza interpretare e
comprendere
Incapacità di distinguere tra informazioni di primo piano ed di sfondo
(GESTALT)
Ciò che è sfondo per altri, per loro può ugualmente essere primo piano; essi
percepiscono tutto senza filtrare o selezionare.
(varie teorie)
L'incapacità di filtrare informazioni di primo piano e di sfondo può spiegare sia i
punti di forza, sia quelli di debolezza della percezione autistica. Da un lato, essi
sembrano percepire informazioni più accurate e in maggiore quantità; dall'altro,
tale quantità di informazioni non selezionate non può essere trattata in modo
simultaneo, e ne può derivare un sovraccarico di informazioni.
intera scena come singola entità con tutti i dettagli percepiti (non elaborati!)
simultaneamente.
Costoro sono potenzialmente a conoscenza di informazioni che ad altri sfuggono,
ma l'elaborazione di "situazioni olistiche" può essere insostenibile.
"Che cosa osservare:
1.
Non è ingannato/a da illusioni ottiche
2.
Nota ogni piccolo cambiamento nell'ambiente
3.
Non riconosce un ambiente familiare se lo raggiunge da una
diversa direzione
4.
Si innervosisce facilmente quando tenta di fare qualcosa in una
stanza rumorosa e affollata
5.
Non sembra comprendere le istruzioni se sta parlando Liu di una
persona
6.
Non riesce a distinguere fra stimoli tattili di differente intensità
7.
Non riesce a distinguere fra odori / sapori forti e deboli
8.
È goffo/a; si muove in modo rigido
9.
Oppone resistenza a cambi di posizione del capo / movimenti"
"La teoria della coerenza centrale debole "inizia a funzionare" nel successivo
stadio del processo di percezione, laddove la percezione della GESTALT conduce
inevitabilmente a distorsioni e a una frammentazione, necessarie a limitare la
quantità di informazioni da trattate."
Ipersensibilità
Ipervista significa che queste persone possono vedere più delle altre, ovvero che
la loro vista è troppo acuta.
(...)
Iperdudito (...) persone con iperudito possono riuscire a udire alcune frequenze
che normalmente solo altri animali odono. (...) Spesso i bambini con iperudito si
coprono le orecchie quando il rumore è per loro doloroso, benché altri nella
stessa camera possono non accorgersi affatto di alcun rumore molesto.
Ipogusto / iperolfatto
Alcuni individui hanno sensibilità olfattive paragonabile aquile dei cani (Morris
1999) . Per loro "quasi tutti i tipi di cibo hanno un odore troppo intenso", ed essi
"non riescono a sopportare" l'odore delle persone, anche se sono molto pulite.
Non gradiscono alcuni cibi perchè "l'odore o il sapore" può essere insopportabile
(Rand). L'ipsensibilità a determinati stimoli sperimentata da persone autistiche
può essere paragonata alle allergie. (...) alcuni problemi con i cibi possono però
dipendere no giá da sapori o odori, ma dall'intollersnza alla loro consistenza, ai
suoni che producono o anche al loro colore. (...)
L'ipertatto è molto comune nella popolazione autistica. Alcuni bambiniattici di
ritraggono quando altre persone tentano di abbracciarli, piche temono di essere
toccati. Molti bambini si rifiutano di indossa
Ipersensibilità vestiobolare
Iposensibilità
Ipovisione
Ipoudito
Ipogusto/ipoolfatto
Ipotatto
Iposensibilità vestibolare
Iposensibilità propriocettiva
Incoerenza della percezione (fluttuazione)
Percezione frammentaria
In una condizione di percezione frammentaria, la persona ha grosse difficoltà a
interagire con altre persone, sia perché queste appaiono consistere di parti
sconnessi, sia perchè i movimenti di questi “pezzi di persone” sono
imprevedibili. La strategia per ovviare al problema è di evitare le persone e non
guardarle mai.
La frammentazione può essere percepita in tutte le modalità sensoriali.
Dal momento che alcuni individui con autismo percepiscono ogni cosa come
divisa nelle sue parti, essi necessitano di tempo per adattarsi ad ambienti diversi.
Dato che il numero di oggetti da loro visti è maggiore, non si sentono al sicuro in
questo caos di cose e persone. Come conseguenza di questa percezione
frammentaria, gli individui autistici mostrano ripetitività, resistenza al
cambiamento, ansia in luoghi non familiari.
Elaborando ciò che percepiscono una parte alla volta e non tutto insieme,
riconoscono le cose e le persone tramite le “parti sensoriali” che registrano come
loro definizioni.
Un altro “effetto collaterale” della percezione a pezzi è un senso di paura che non
è specificamente correlato a determinati oggetti ma ha origine dal fatto che il
primo incontro con un oggetto fisico è un oggetto parziale. VanDalen paragona
questa esperienza all’incontro con una sagome nel buio: si sa che c’è qualcosa,
ma non è subito completamente chiaro di che cosa si tratti.
Percezione distorta
... un cambiamento (distorsione) nella percezione di forme, spazi. Suoni. Ecc..
A causa di queste distorsioni la loro percezione dello spazio può essere diversa:
lo spazio può apparire espanso o, al contrario, sembrare più piccolo.
Problemi con i propriocettori possono complicare la comprensione dei confini e
delle relazioni fra gli oggetti nello spazio e il corpo.
Agnosia sensoriale
La conseguenza di non saper filtrare le informazioni sensoriali e di essere
inondati da stimoli sensoriali a una velocità insostenibile è di essere in grado di
sentire (vedere, udire, ecc), ma di non riuscire ad associare alle sensazioni il loro
significato (ovvero ad interpretarle).
Donna Williams chiama queste esperienze con le espressioni “cecità al significato
/ sordità al significato / insensibilità tattile” (meaning-blindness / menaningdeafness / touch-death)
Percezione ritardata
Molti individui autistici sottolineano la quantità di “pensiero” necessaria a dare
un senso al mondo.
L’esperienza dell’”udito ritardato” è chiamata da Rimland “ascolto mentale
ritardato”: si ha quando la domanda è stata sentita e registrata senza
interpretazione fino a un secondo processo uditivo (interiorizzato).
A causa dell’elaborazione ritardata gli individui autistici possono avere bisogno
di tempo per elaborare la domanda e la loro risposta. Prima dell’effettiva
risposta le persone autistiche devono passare per una serie di fasi separate della
percezione, e se questa lunga catena decisionale è interrotta dal mondo esterno,
la persona autistica deve ricominciare tutto da capo, poiché l’iperselettività ha
modificato completamente lo scenarioAnche l’esperienza soggettiva del tempo differisce da quella dei non-autistici. Lo
scorrere del tempo può apparire più rapido, mentre le persone non autistiche
potrebbero pensare che i bambini autistici siano lenti nel prendere decisioni.
Vulnerabilità al sovraccarico sensoriale
Il sovraccarico di informazioni può dissiparsi o meno prima di condurre ad
arresti di sistema. Nel primo caso, una persona può sperimentare una grave
ipersensibilità sensoriale (i colori diventano insopportabili, certi motivi
prendono a mettersi in rilievo in modo invasivo, il tatto può dare sensazioni di
“pizzicore” o di “solletico”, o provocare “choc”) e tuttavia continuare a trattare
informazioni. Un sovraccarico di informazioni non distribuito nel tempo può
dare luogo ad agnosia sensoriale temporale, una temporanea incapacità di
trattare informazioni tattili, sonore o visive (Williams)
Stili percettivi
Elaborazione a singolo canale (monotropica)
Percezione periferica
Spesso capiscono meglio le cose se vi prestano attenzione in modo indiretto
Lo stesso vale per gli altri sensi quando sono soggetti a ipersensibilità: la
percezione indiretta degli odori o il “contatto fisico strumentale” sono spesso
meccanismi di difesa atti a evitare il sovraccarico.
Arresti di sistema
L’ipersensibilità originata dalla deprivazione sensoriale sembra essere
abbastanza permanente. Studi autoptici indicano che si hanno anomalie del
cervelletto prima della nascita. Tuttavia il sistema limbico, che presenta anch’eso
anomalie, non è maturo prima dei due anni di età. Temple Grandin sostiene che
la possibilità di danni secondari del sistema nervoso possa spiegare perché i
bambini piccoli oggetto di intervento precoce hanno una prognosi migliore di
quelli che non ricevono trattamenti speciali.
Tre forme base di arresto del sistema:
1.
Tutta la capacità di elaborazione può essere deviata sul
trattamento delle informazioni sensoriali in ingresso, mentre non sono
stabilite connessioni in risposta a tali informazioni
2.
Arresto della capacità di trattare simultaneamente le
informazioni sensoriali in diversi canali allo stesso tempo. (...) gli arresti
di sistema temporanei possono avere un impatto sull’elaborazione della
consapevolezza del corpo, sul gusto, sull’olfatto, sulla visione o sull’udito.
3.
L’arresto temporaneo o esteso della capacità di mantenere
un’elaborazione cosciente e volontaria degli input porta all’”accumulo di
conoscenze ignote”, ovvero la percezione delle informazioni è solo
inconscia, la persona non è consapevole di riceverle.
Compensazione di un senso inaffidabile per mezzo degli altri sensi
Nel caso delle distorsioni visive e della cecità al significato, (...) utilizzano le
orecchie, il naso, la lingua o la mano per “vedere”, ovvero per compensare la loro
“cecità” temporanea attraverso gli altri sensi.
Risonanza
La fascinazione per certi stimoli può culminare nel “perdersi” in essi, nella
misura in cui si può diventare “risonanti” con essi.
La persona può fondersi con (perdersi in) vari stimoli sensoriali, come se
divenisse parte dello stimolo stesso.
Nello stato di “risonanza” si può sentire la superficie, la consistenza e la densità
di un materiale senza osservarlo con occhi fisici o toccarlo con mani fisiche o
gustarlo con una lingua fisica o picchiettarlo per sentire come suona, cioè lo si
può sentire con sensi non fisici (i cosiddetti “sensi ombra”). Chi speriementa
questa condizione può essere “in risonanza” con colori, suoni, oggetti, luoghi,
piante, animali, persone.
Sogni a occhi aperti
Sia esso il sesto senso, la preveggenza, precognizione o un’altra forma di
percezione extrasensoriale, lo si possa spiegare o no, questo fenomeno esiste.
Stili cognitivi
Processi cognitivi subconsci, inconsci e preconsci
Stile preconscio(indiretto) versus stile conscio (diretto)
L’attenzione nell’autismo
Un’attenzione selettiva deficitaria è all’origine di una maggiore distrazione e di
un peggiore funzionamento cognitivo, poiché risposte a stimoli irrilevanti
interferiscono con l’elaborazione delle informazioni ricercate.
L’attenzione esplicita comprende:

Un processo selettivo per la distinzione tra ciò che è rilevante e
ciò che è irrilevante

Un processo intensivo per la distribuzione dell’attenzione in
quantità diversa su un insieme di stimoli, a seconda del valore di ciascuno

Un processo di messa in allerta e di mantenimento della
vigilanza, cioè dell’energia necessaria a sostenere l’attenzione.
Ornits (1989) aggiunge a tali processi percettivi una componente motoria,
che permette e modula l’attività percettiva.
Ornits ipotizza che il comportamento autistico possa essere meglio compreso
come un disturbo dell’attenzione esplicita che coinvolge meccanismi
neurofisiologici localizzati principalmente, sebbene non necessariamente in
modo esclusivo, nell’emisfero destro.
Le persone autistiche potrebbero prestare attenzione a ciò che esse credono
importante, che solitamente si rivela diverso da ciò che le persone non
autistiche credono essere importante, ed è descritto come “focus
idiosincratico di attenzione”.
Modelli di attenzione nell’autismo
“tunnellizzazione dell’attenzione”
Un autistico savant è dotato della capacità di occuparsi di piccoli dettagli, a
costo di essere ignaro dello sfondo o del contesto di questi dettagli: sa
apprendere stimoli visivi, o uditivi, ma non li sa comprendere.
Difficoltà nello spostare l’attenzione. Per molti di loro spostare l’attenzione
da uno stimolo a un altro è un processo relativamente lento, che crea una
specie di pausa o ritardo della reazione.
Insuccesso delle persone autistiche nello stabilire e mantenere l’attenzione
congiunta
Per imparare il linguaggio l’attenzione congiunta è essenziale
La memoria nell’autismo
Le principali caratteristiche della “memoria autistica” sono Gestalt e letteralità.
Oliver Sacks nota che in una memoria di questo tipo tende ad essere presente un
saldo legame tra la situazione e il tempo, tra il contenuto e il contesto, che è
all’origine delle stupefacenti capacità di ricordo letterale tanto comuni negli
autistici savant, insieme alla difficoltà di estrarre le caratteristiche salienti dei
loro specifici ricordi per costruire un senso e una memoria generali.
Molte persone con autismo non ricordano verbalmente, ma, mentre ricordano,
effettivamente vedono, odono o sentono al tatto, all’olfatto o al gusto le cose
(nella loro mente).
Nonostante i loro eccellenti meccanismi mnemonici, numerose persone
autistiche sono molto smemorate.
Jordan e Powell considerano la principale difficoltà di memoria nell’autismo il
fatto di non riuscire a sviluppare una memoria personale degli accadimenti.
C’è il ricordo delle cose, ma può mancare il ricordare tali cose in quanto accadute
a sé. Per essere riportate alla mente devono essere richiamate con indizi
specifici.
Modalità di accesso alla memoria (tipi di richiamo della memoria)
Sembrano non avere un controllo cosciente sulla loro “banca dati”, e dipendono
dai “giusti inneschi”.
Memoria associativa
(o memoria seriale)
Può essere attivata da stimoli sensoriali come odori, determinati colori, motivi
visuali, contatto, movimento fisico, combinazioni di suoni o di parole.
Formazione di concetti. Categorizzazione. Generalizzazione
Prima del linguaggio, nelle modalità sensoriali opera il processo di formazione
dei simboli (concettI). Gli aspetti dell’esperienza percepita sono immagazzinati
nella memoria a lungo termine e formano come degli archivi di “simboli
percettivi”, da usare come riferimento in un momento successivo. Dalla vista
sono acquisite immagini visive. Dall’udito sono registrati simboli percettivi
uditivi. Dall’olfatto sono ricevute “immagini olfattive”. Dal gusto è riempito un
archivio di “sapori”. Dal tatto si formano simboli percettivi per le consistenze, la
pressione e le temperature. E dalla propriocezione sono mappati simboli
percettivi per i movimenti degli arti e la posizione del corpo. Le ricerche delle
neuroscienze indicano che ciascun tipo di simbolo percettivo è realizzato e
immagazzinato nella rispettiva area del cervello. Se delle aree sono danneggiate,
la concettualizzazione di questa particolare modalità viene compromessa. Nello
stadio pre- verbale della formazione dei concetti, i bambini autistici evidenziano
delle differenze. Essendo presente una disfunzione sensoriale, i simboli
percettivi differiranno, nell’autismo, da quelli non autistici. Il processo di
formazione dei simboli nell’autismo dipende spesso da che canale o canali la
persona utilizza, o da quale particolare canale è “connesso” in un dato momento.
Con la comparsa del linguaggio, il sistema di formazione dei concetti si modifica.
Ogni parola è generalizzata. Le “etichette” ci permettono di categorizzare e
generalizzare. Possiamo “archiviare” nella mente rappresentazioni del mondo
esterno e con esse lavorare alla creazione di nuove idee. Il contenuto di un
simbolo linguistico (una parola) non somiglia al suo referente. Al contrario, le
“parole” percettive fanno chiaro riferimento a specifici oggetti, stati, eventi.
Avendo contenuti percettivi diversi, le “parole” autistiche sono molto concrete e
specifiche. Invece di conservare i significati generali di cose ed eventi,
costruiscono immagini mentali senso-percettive. Immagazzinano le esperienze
(sensazioni / schemi mentali). Una volta immagazzinata nella memoria a lungo
termine, un’immagine percettiva diventa una rappresentazione di input fisici.
Questo significa che se una persona ha immagazzinato “una palla” attraverso
l’olfatto, non potrà più identificare un oggetto dello stesso tipo come “una palla”
se non avrà lo stesso odore registrato la prima volta, anche se ha l’aspetto di
palla, fa lo stesso rumore, ecc.
Paradossalmente, a volte stimoli diversi possono essere “percepiti” nello stesso
modo e diventano “sinonimi personali non convenzionali”
Pensiero percettivo
Nell’autismo i sistemi che elaborano le informazioni visuo-spaziali sono intatti.
Le parole sono come una seconda lingua
I “pensatori visivi” vedono, effettivamente, i propri pensieri
Hanno difficoltà con informazioni verbali troppo lunghe e preferiscono i testi
scritti
Il pensiero visivo è molto rapido e non sequenziale. Molto spesso le persone
autistiche hanno una scarsa memoria uditiva a breve termine. Hanno difficoltà a
ricordare istruzioni orali che constano di tre o più passaggi. Tuttavia quando tali
istruzioni sono presentate in “passaggi visivi”, è tutto molto più facile per loro,
giacchè questa cosa li aiuta a “tradurre” dalla forma ”uditiva” alla loro forma
visiva interna.
I “pensatori percettivi” possono sperimentare il pensiero come realtà. Ciò
significa che quando pensano a una cosa, la rivivono visivamente, uditivamente,
ecc., ed emotivamente.
Alcune persone autistiche che non sono pensatori visivi possono pensare per
“spezzoni di nastri audio”: invece di utilizzare immagini visive, lavorano con
spezzoni audio specifici. “Vedono” meglio con le loro orecchie, immagazzinando
“immagini acustiche” con informazioni sonore dettagliate, e “leggendo” questi
audio testi.
Esempi di immagini gustative e olfattive possono essere le “allucinazioni
gustative / olfattive” riferite da alcune persone autistiche.
In tutti i casi è visualizzata / udita ecc un’unità Gestalt e i dettagli si sommano in
modo non sequenziale.
“Inerzia” (deficit delle funzioni esecutive)
Un altro problema che le persone autistiche dicono di incontrare è l’”inerzia”: la
difficoltà a cominciare e a pianificare l’azione. Ma una volta che hanno
cominciato, trovano difficile fermarsi prima di aver finito.
In alternativa, alcuni bambini autistici possono avere difficoltà a dedicarsi in
modo persistente a un compito e passare rapidamente a un’altra cosa, un’altra
cosa e un’altra cosa ancora.
Immaginazione
Una delle caratteristiche diagnostiche dell’autismo è una mancanza o carenza di
immaginazione. Gli individui autistici non concordano tuttavia con questa
descrizione.
Migliore è la memoria, più scarsa è l’immaginazione.
La memoria delle persone autistiche è eccessiva. Tuttavia essi possiedono
capacità immaginative.
L’immaginazione nell’autismo è qualitativamente diversa dall’immaginazione
non-autistica. Le persone autistiche trovano difficile inventare storie o
conversazioni. Sanno scrivere poesie e prose piene di immagini grafiche “dentro”
la loro testa e poi scriverle, dirle, cantarle o recitarle.
Altre condizioni sensoriali
Sinestesia
(dal greco syn, “insieme” e aeshesis, “percezione”) o “sensazione congiunta” o
“percezione cross-sensoriale” è un’esperienza fisica involontaria di
un’associazione cross-modale, ovvero ciò che avviene quando la stimolazione di
una singola modalità sensoriale causa una percezione in uno o più altri sensi.
La sinestesia può essere di due tipi:
1.
Sinestesia
bisensoriale di una modalità causa la percezione in una seconda modalità, in
assenza di stimolazione diretta di questa modalità.
2.
Sinestesia
multisensoriale
Nella sinestesia vi sono trenta diverse combinazioni possibili di sensi, ma
solitamente cono coinvolti soltanto due sensi.
Nei sinesteti si osservano abilità cognitive variabili. Gli studi riportano
che essi preferiscono l’ordine, l’accuratezza, la simmetria e l’equilibrio.
Sono particolarmente portati per esperienze insolite come déja vu,
chiaroveggenza, ecc. Fra le loro carenze quelle più comunemente
riportate sono la confusione tra destra e sinistra (allorchia), scarse abilità
matematiche e uno scarso senso dell’orientamento
Un bambino con sovraccarico sensoriale impara presto a evitare bombardamenti
sensoriali in grado di sopraffarlo, (…)TEMPLE Grandin ipotizza che facendo ciò il
bambino impara a chiudere i suoi canali sensoriali e e a ritrarsi nel suo mondo.
Ipotizza che facendo ciò il bambino autistico si crei la propria deprivazione
sensoriale autoimposta, che dà o origine ed anomalie del sistema nervoso
centrale (SNC) secondario derivanti dal fatto che il bambino evita gli input.
Gli effetti di restrizioni sensoriali in età precoce sono spesso duraturi, inoltre le
onde cerebrali di bambini autistici mostrano segnali di elevata eccitazione.
L’ipersensibilità originata dalla deprivazione sensoriale sembra essere
abbastanza permanente, studi autoptici indicano che si hanno anomalie del
cervelletto prima della nascita, tuttavia il sistema limbico, che presenta anch’esso
anomalie, non è maturo prima dei due anni di età. Temple Grandin sostiene che
la possibilità di danni secondari del sistema nervoso possa spiegare perché i
bambini piccoli oggetto di intervento precoce hanno una prognosi migliore di
quelli che non ricevono trattamenti speciali.
Prosopoagnosia
Difficoltà a riconoscere i volti delle persone.
Oltre alle difficoltà nella “lettura” delle espressioni facciali, alcune persone
prosopoagnosiche hanno problemi a comprendere il linguaggio dei gesti e dei
segni, che fa ampio uso di espressioni del volto
Disturbo dell’elaborazione uditiva centrale (CAPD)
Fra i problemi uditivi nell’autismo di cui la letteratura si è occupata vi sono
l’ipersensibilità (Delacato, Grandin…), iposensitività / irresponsività a
determinati stimoli (Kanner, Koegel…) incapacità di modulare determinati suoni
(Ornitz), ritardi nell’elaborazione uditiva (Condon, Rimland) e altri. Tutti questi
problemi possono essere classificati sotto il nome di disfunzione uditiva.
Di recente e stato isolato un sottotipo di disfunzione uditiva, descritto come
disturbo dell’elaborazione uditiva centrale (CAPD). Il CAPD è definito come una
disfunzione neurologica responsabile di deficienze nei percorsi neurali del
cervello che collegano l’orecchio con il sistema uditivo centrale per cui l’orecchio
funziona correttamente, ma non lo fanno le parti del cervello che interpretano e
analizzano le informazioni uditive.
L’otorinolaringoiatra e psicologo A. A. Tomatis ha sviluppato l’audio-psicofonologia come scienza multidisciplinare (udito, sviluppo della parola / del
linguaggio e atteggiamenti psicologici) e il metodo Tomatis che interessa la
parola, il linguaggio, l’apprendimento e le interazioni sociali.
Tomatis: “Una persona può riprodurre vocalmente soltanto ciò che è in grado di
udire”, ovvero gli organi uditivi e vocali sono parte dello stesso circuito
neurologico, e cambiamenti nel sistema uditivo comportano immediatamente
cambiamenti nella voce e viceversa. Tomatis ipotizzò che l’orecchio possa essere
“risintonizzato” per l’ascolto delle frequenze mancanti e che possa a sua volta
alterare l’auto-ascolto e la produzione di suoni della persona.
Secondo Tomatis, i problemi di ascolto (quando no sono fisiologici) sono
psicologici. Le capacità di ascolto sono cruciali per lo sviluppo della
comunicazione. Egli ritiene che problemi psicologici come una nascita difficile,
un ambiente domestico disturbante, abusi fisici ed emotivi, possano causare un
arresto degli stimoli uditivi e creare così un rilassamento dei muscoli
dell’orecchio medio. Se rimangono inattivi per un tempo troppo lungo, i muscoli
dell’orecchi perdono la loro tonicità. In questo modo i suoni sono distorti e non
correttamente analizzati.
Tomatis sviluppò tecniche speciali per il recupero di un “buon ascolto”, cioè
dell’efficacia funzionale dell’orecchio
Guy Bérard, contrariamente a Tomatis, che presumeva cause psicologiche
dell’origine del disturbo, suggerisce cause biologiche. Secondo Bérard possono
verificarsi problemi di elaborazione quando una persona sente alcune frequenze
meglio di altre e sviluppa “picchi uditivi”
Sensibilità scotopica / Sindrome di Irlen (SS/IS)