Recensione Teoria portante del pensiero di Bruner è
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Recensione Teoria portante del pensiero di Bruner è
Dottorato di ricerca 21° ciclo (A.A. 2005/2006) SCIENZE DELLA COGNIZIONE E DELLA FORMAZIONE Dott.ssa Claudia Arcolin JEROME BRUNER, Actual Minds, Possible Worlds, 1986; tr. It. La mente a più dimensioni, Editori Laterza, Bari 1988; tr. di Rodolfo Rini, pp. 235 Abstract In questa raccolta di saggi scritti tra il 1980 e il 1984, Bruner analizza la molteplicità degli atti mentali e la creazione da parte della mente di diversi modelli per l’interpretazione della realtà. La dissertazione dell’autore si struttura approfondendo tre ambiti tematici prevalenti: il rapporto tra pensiero paradigmatico o logico-scientifico e pensiero narrativo; il rapporto tra linguaggio e realtà; la teoria dello sviluppo come cultura. La trattazione si articola attraverso la presentazione e la messa in discussione delle principali teorie del linguaggio e dello sviluppo. Ne deriva un’acuta analisi delle teorie di Freud, Piaget, Vygotsky, Goodman. Obiettivo principale dell’autore è far comprendere come la condizione umana possa essere interpretata solo a partire dai modi in cui gli esseri umani producono i loro mondi. Una teoria dello sviluppo deve quindi partire dal potere della mente di ricreare la realtà e di reinventare la cultura, secondo un approccio di matrice costruttivista. In this collection of essays written between 1980 and 1984, Bruner analyses the variety of mind’s acts and its ability to create different interpretative models of reality. His dissertation is achieved through the analysis of three main subjects: the connection between the paradigmatic or logic-scientific mind and the narrative mind; the connection between language and reality; the theory of development as culture. The treatment is made up by the presentation and the discussion of the most important theories of language and development. The result is a subtle analysis of Freud, Piaget, Vygotsky and Goodman. Bruner’s aim is to show that the human condition can be interpreted starting from a new point of view: our mind as a creator of different worlds. A theory of development should start from the ability of the mind to re-create reality and culture, in accordance with a constructivist approach. Recensione “Non c’è un vedere che non sia anche un guardare, né un sentire che non sia anche un ascoltare; e il modo in cui guardiamo e ascoltiamo è plasmato dalle nostre attese, dalla nostra posizione e dalle nostre intenzioni” (Robert Woodworth, Reenforcement of perception, in American Journal of Psychology, 1947) Teoria portante del pensiero di Bruner è che la mente elabora una molteplicità di modelli per l’interpretazione della realtà. Per spiegare tale teoria l’autore esamina gli atti mentali che caratterizzano varie discipline, dalla letteratura, all’arte, alla scienza. Gli atti mentali sono la creazione immaginativa di mondi possibili, e sono il risultato della nostra storia e della nostra cultura. Bruner riprende in tal senso la concezione ontologica di Goodman, secondo cui non esiste una realtà “originaria” con cui si possa confrontare un mondo possibile per stabilire una qualche forma di corrispondenza tra questo e il mondo reale. Gli esseri umani producono i loro mondi in modi diversi, in base all’esperienza vissuta e alle attese future. Tale teoria comporta una serie di riflessioni sul funzionamento cognitivo e il rapporto tra scienza e umanesimo; sulla cultura e il sistema di conoscenze; sull’educazione e le modalità di apprendimento. Nella prima parte del saggio Bruner analizza la poesia seguendo un approccio tipico delle discipline scientifiche. L’autore parte dalla constatazione che esistono due diverse modalità di esplorazione del mondo. La prima, propria del pensiero paradigmatico o logico-scientifico, si basa sulla categorizzazione e concettualizzazione, secondo un percorso bottom-up, vale a dire 1 dal particolare al generale, tendendo alla progressiva astrazione. Si tratta dell’approccio tipico delle argomentazioni, in cui si individuano delle procedure di elaborazione e dimostrazione empirica e il cui requisito essenziale è il principio della coerenza e della non contraddizione. La seconda modalità di esplorazione appartiene invece al pensiero narrativo, è focalizzata sulle intenzioni e sulle azioni, ed è fortemente ancorata all’esperienza contestualizzata. Il pensiero narrativo è tipico delle materie umanistiche, basti pensare alla tecnica letteraria di Joyce e alla sua “epiphany”, attraverso la quale lo scrittore riesce a far emergere nel quotidiano la manifestazione dello spirito, che si concretizza attraverso un gesto, una parola, un’emozione. Questi due diversi approcci sembrano contrapporre nettamente le modalità del processo cognitivo, e di conseguenza il modo di rapportarsi alle diverse discipline. Applicando l’approccio logico-scientifico alla poesia, espressione tipica dell’immaginazione e del sistema simbolico, Bruner evidenzia l’esistenza di una molteplicità di chiavi di lettura e di punti di vista, che si integrano reciprocamente e sono il frutto dell’esperienza personale e della propria percezione della realtà. “…per portare alla luce il significato “letterario” di un testo, dobbiamo leggerlo e interpretarlo adottando una molteplicità di punti di vista. La stessa opera può essere letta infatti in senso letterale, morale, allegorico e mistico (p. 8). E l’interpretazione dipende da un apparato di strumenti culturali. Emerge quindi con forza l’importanza del vissuto della persona, della rete di relazioni e del contesto culturale in cui è inserita. Per ampliare i punti di vista è fondamentale perciò partire dall’esperienza vissuta, ed instaurare un filo rosso tra il vissuto e il nuovo. La riflessione si sposta pertanto sul piano epistemologico, vale a dire sul processo attraverso cui perveniamo a dare un significato all’esperienza. Per Bruner la condizione umana può essere compresa solo capendo i modi in cui gli esseri umani producono i loro mondi; l’autore è quindi fautore di un processo interpretativo, e le ripercussioni di tale approccio sul contesto educativo e formativo sono notevoli. In un seminario1 tenutosi a Venezia nel marzo scorso, il Prof. Galzigna, ricercatore nell’ambito dell’epistemologia della cura, ha sottolineato la necessità di un superamento del riduzionismo epistemologico, vale a dire della pretesa di disporre di un punto di vista esatto, e della necessità del recupero del “concetto personologico”, che auspica un’integrazione tra dimensione psicologica e dimensione naturale. Lo stesso approccio multidimensionale fu proposto più di trent’anni fa anche da Morin2, che sottolineava la necessità di superare la frammentarietà dei saperi e di integrare natura e cultura. E lo stesso pensiero è espresso da Bruner, che sottolinea come nella costruzione della realtà psicologica e culturale intervenga in modo decisivo la percezione personale. Questa visione multipla della realtà è essenziale per stabilire un contatto con l’altro e valorizzare il suo vissuto. La ricaduta sul piano educativo e formativo è evidente: quanto più un formatore si approprierà di molteplici prospettive interpretative, tanto più saprà attribuire un significato alla conoscenza e al sapere. Riuscirà quindi a far leva sulla motivazione e responsabilizzazione del discente e a guidarlo nel processo attivo di costruzione del sapere. Bruner riprende anche la teoria di Ricoeur, padre del pensiero narrativo, che considera centrale nella vita mentale l'interpretazione della realtà, descritta attraverso le narrazioni intrapersonali e intersoggettive delle esperienze vissute. Seminario del 16 marzo 2006, Epistemologia della cura. Percorsi di formazione per operatori della salute mentale. Seminario inserito nel programma di formazione e ricerca del Dottorato in Scienze della Cognizione e della Formazione, XXI ciclo, Università Ca’ Foscari di Venezia. 1 2 EDGAR MORIN, Le paradigme perdu: La nature humaine, 1973 2 In tal modo Bruner riporta ad unità scienza ed umanesimo, poiché hanno la stessa origine – la mente – e si differenziano solo in base agli scopi che perseguono. Per Bruner la conoscenza si costruisce attraverso la creazione di ipotesi che danno vita ad una molteplicità di prospettive e di mondi possibili. “L’obiettivo della comprensione degli eventi umani è quello di cogliere il carattere alternativo delle umane possibilità” (p.67). Nella seconda e nella terza parte del saggio l’autore analizza il rapporto tra linguaggio e realtà, attraverso una riflessione sull’azione dell’uomo nei mondi che ha costruito e partendo dal concetto di “io transazionale”. “Per transazione io intendo quei rapporti che costituiscono la premessa del processo che approda alla condivisione di assunti e di credenze riguardanti la realtà del mondo, il funzionamento della mente, gli orientamenti degli uomini e i modi in cui dovrebbe esplicarsi la comunicazione tra loro” (p. 71). Considerando le principali teorie dello sviluppo come cultura, dallo storicismo di Freud, allo strutturalismo di Piaget, allo strumentalismo di Vygotsky, Bruner analizza quindi il potere costitutivo del linguaggio, la funzione della cultura quale connettore delle conoscenze, l’approccio all’apprendimento come scoperta. Egli scrive: l’apprendimento è un’attività comunitaria, “è il processo per il quale si perviene a condividere la cultura” (p. 156). In particolare, le teorie dello psicologo russo hanno influenzato in modo rilevante il pensiero di Bruner. Per Vygotsky l’uomo è soggetto al gioco dialettico tra natura e storia, tra qualità biologiche e culturali. La costruzione della conoscenza si colloca in una zona di sviluppo prossimale, che rappresenta la distanza tra il livello evolutivo reale, vale a dire la reale capacità di soluzione dei problemi, e il livello di sviluppo potenziale, determinato in termini di capacità di soluzione dei problemi sotto la guida di un adulto o in collaborazione con coetanei più capaci. Ne scaturisce pertanto l’importanza del linguaggio e del dialogo; la comunicazione permette infatti la trasmissione delle abilità mentali e la negoziazione dei significati. Una teoria dello sviluppo deve avviare pertanto la propria analisi della mente a partire dal potere di ricreare la realtà e di reinventare la cultura. Bruner sottolinea l’importanza della scoperta, dell’invenzione, del confronto e della compartecipazione nel processo di apprendimento, in quanto il sapere parte dalla riflessione sulle proprie conoscenze e sulla condivisione dei significati con la comunità in cui si è inseriti. L’educazione diventa un momento focale della costruzione della cultura, e il suo ruolo diventa tanto più strategico quanto più attiva un processo di rielaborazione costante e di trasformazione immaginativa. Strumento basilare della costruzione della cultura è il linguaggio, che si configura sia come mezzo di comunicazione, sia come strumento di rappresentazione del mondo in cui verte la comunicazione. Bruner è senza dubbio uno tra gli autori più importanti nel contesto educativo e didattico attuale. Questo saggio sollecita numerose riflessioni: dall’importanza della comunicazione alla valenza multiculturale di un approccio basato sull’apertura mentale e sulla valorizzazione e il rispetto dei diversi punti di vista, alla ricaduta di tale approccio sul piano dell’educazione dei diversamente abili, solo per citare le più evidenti. Ma quali altre implicazioni il pensiero di Bruner porta sul piano della didattica, e in particolare sul contributo delle nuove tecnologie ad un apprendimento per scoperta e alla costruzione attiva del sapere? Il rapporto tra linguaggio e tecnologie emerge infatti in tutta la sua valenza e strategia. Le tecnologie permettono infatti una molteplicità di modi di espressione del messaggio, e sollecitano la curiosità e la propensione alla scoperta. Basti pensare alle metodologie attualmente adottate nel contesto dell’apprendimento e insegnamento attraverso le tecnologie didattiche. I software per la costruzione di mappe concettuali, i web quest, gli ipermedia, sono tutti strumenti che consentono una 3 costruzione e una scalarità dei contenuti dell’educazione, e sollecitano una riflessione sulle conoscenze possedute e una loro rielaborazione alla luce del contesto in cui sono inserite. Un esempio significativo è evidente nel caso dell’utilizzo delle mappe concettuali nella didattica. L’insegnante fornisce dei materiali e degli stimoli per la costruzione di una mappa concettuale su un determinato argomento. Lo studente, individualmente o in collaborazione con gli altri studenti, riflette sulle conoscenze pregresse e media le conoscenze e i significati. L’utilizzo dei connettori logici rende visibili i processi di apprendimento e le basi della conoscenza e stimola un continuo confronto e una mediazione dei significati stessi, facilitando l’incontro tra molteplici punti di vista. Supponiamo che tre classi di diversi Istituti e magari anche di diversi Paesi collaborino insieme per la costruzione di una mappa concettuale sul significato della cittadinanza europea (il software CMap agevola moltissimo la realizzazione di una simile attività), quale ricchezza di punti di vista, di radici culturali, di significato, questi studenti possono condividere! L’approccio all’apprendimento significativo, al confronto culturale, all’apertura verso l’altro sono senza dubbio le chiavi strategiche per la crescita futura, sia per la scuola sia per il mondo del lavoro. La società della conoscenza si basa sul libero scambio e confronto di idee, che diventano lo stargate per l’innovazione e lo sviluppo. Indice Prefazione; DUE TIPI NATURALI DI PENSIERO; Approccio alla letteratura; Due tipi di pensiero; Castelli possibili; LINGUAGGIO E REALTÀ; L’io transazionale; L’intuizione di Vygotsky; La realtà psicologica; I mondi di Nelson Goodman; Pensiero ed emozione; L’AZIONE DELL’UOMO NEI MONDI CHE HA COSTRUITO; Il linguaggio dell’educazione; La teoria dello sviluppo come cultura; Considerazione conclusive; Appendice; Note Indice dei nomi Autore Nato a New York nel 1915, Jerome Seymour Bruner è stato professore di psicologia presso l’Università di Harvard e attualmente è professore emerito alla New York University. Nel 1959 fu animatore della Conferenza di Woods Hole, tesa a migliorare e rendere più efficienti i programmi scolastici e i metodi di insegnamento. È stato insignito del premio Balzan per il suo "contributo alla comprensione della mente umana" nel 1987, e della laurea honoris causa dell’Università di Bologna nel 1997. Gli studi di Bruner si sono focalizzati sui processi percettivi e sull’influenza dei fattori sociali nello sviluppo cognitivo. L’ultimo lavoro di Bruner, La cultura dell’educazione (1996), conferma la fondazione e il tentativo di sviluppo della prospettiva psicologico-culturale sull’educazione. I tratti distintivi della sua teoretica e prassi educativa sono: il primato del pensiero sull’attività umana; l’importanza della categorizzazione fin dal momento percettivo; la dimensione analitico-razionale e intuitivo-creativa del pensiero e dell’attività cognitiva. 4 Altra sfera di interesse dell’autore è quella della psicologia culturale, attraverso l’analisi di temi quali il multiculturalismo, l’integrazione e le eguali opportunità per i soggetti delle classi svantaggiate. La scuola diventa in tale contesto strumento e organo privilegiato per il miglioramento e la radicale trasformazione dell’educazione e della società. Bibliografia essenziale Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due culture (1964) Lo sviluppo cognitivo (1966) Il conoscere. Saggi per la mano sinistra (1968) Il significato dell’educazione (1971) La mente a più dimensioni (1984) Verso una teoria dell’istruzione (1991) La ricerca del significato. Per una psicologia culturale (1992) La cultura dell’educazione (1996) Making stories (Settembre 2003) Links http://www.infed.org/thinkers/bruner.htm (Pagina riservata all’autore, pubblicata sul portale InfEd-Informal Education; vi si trovano riferimenti biografici, bibliografici, sul pensiero e i progetti realizzati) http://www.nybooks.com/authors/6697 (Spazio editoriale della New York University, si possono reperire alcuni articoli e saggi dell’autore e leggere i commenti di altri studiosi, tra i quali Goodman, cui è dedicato un capitolo nel saggio recensito) http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna//bruner.htm (Rassegna stampa di articoli apparsi sul quotidiano La Repubblica, connessi all’autore) 5