fratrum minorum

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ACTA ORDINIS
FRATRUM MINORUM
VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA
Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
IUSSU ET AUCTORITATE
TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS
IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM
IN LUCEM AEDITA
Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15).
Peculiari prorsus laude dignum putavimus,
dilecte Fili, consilium quo horum Actorum
collectio atque editio suscepta est.
(Ex Epist. L EONIS P P. XIII ad Min. Gen.)
ROMA
CURIA GENERALIS ORDINIS
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CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA
FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen.
Fr. LUIGI PERUGINI
Director
Fr. GINO CONCETTI
Director responsabilis
Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965
Impaginazione e grafica
Ufficio Comunicazioni OFM – Roma
Stampato dalla
TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma)
nel mese di gennaio dell’anno 2008
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1. Carta a todos los Ministros y Custodios
CAPÍTULO GENERAL DEL 2009
Queridos Hnos. Ministros y Custodios.
A cuantos comenzáis ahora un nuevo
curso, después de un merecido descanso, os
deseo un nuevo curso lleno de la bendición
del Señor. A cuantos continuáis con el trabajo iniciado hace meses, os deseo buena
continuación en el servicio que el Señor y
los hermanos os han confiado. A todos os
saludo fraternamente: El Señor os dé la paz.
Os escribo para daros algunas informaciones que considero importantes relacionadas con el Capítulo general del 2009. El
Definitorio general, durante el tiempo fuerte de septiembre, ha decidido que el Capítulo se celebrará del 23 de mayo al 21 de junio
2009, por Pentecostés. Os pido que tengáis
presentes estas fechas en vuestras agendas,
ya desde ahora. Así mismo, después de escuchar a los Presidentes de las Conferencias
en la reunión del pasado mes de mayo, y teniendo en cuenta su parecer, ha decidido
que se celebrará en Santa María de los Ángeles (Asís), y que el tema capitular sea el
de la misión-evangelización-diálogo con el
mundo, además de los otros temas que se
deberán tratar en el Capítulo, tal y como
prevé nuestra legislación.
El Definitorio ha acordado también pediros sugerencias sobre el tema para poder
preparar mejor el Capítulo. Al mismo tiempo os pedimos que enviéis vuestras sugerencias para posibles cambio en los Estatutos Generales. El límite para recibir dichas
sugerencias será el próximo mes de mayo
del 2008, de este modo tendremos tiempo
suficiente para su estudio y presentación a
los participantes al Capítulo y luego al Capítulo mismo. Tanto las sugerencias sobre
el tema, como posibles cambios de los Estatutos, deberán ser enviados a la Secretaría
general de la Orden.
Con sentimientos de profunda fraternidad, os saludo en el seráfico Padre.
Roma, 8 de septiembre, fiesta de la natividad de la B.V.María, 2008
Prot. 098322
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
___________________________
A todos los Ministros y Custodios
Sus sedes
2. Omelia in occasione della Festa dell’impressione delle Stimmate
Verna, 17 settembre 2007
LA SCELTA DI CRISTO
Carissimi fratelli e sorelle,
la festa dell’impressione delle stigmate
nel corpo di san Francesco, ci ha riuniti anche quest’anno su questo santo monte. Ancora una volta siamo saliti fin qui per fare
una sosta nella nostra vita e contemplare
nella pace di questo luogo il mistero di
quell’amore che ha trasformato, come dice
san Bonaventura, l’amante nell’immagine
stessa dell’amato (cf LM 13,5). Qui Cristo,
infatti, ha reso Francesco simile a sé anche
nel corpo; qui il Crocifisso, espressione dell’eccesso d’amore di Dio e della sua infinita compassione per l’uomo, si è impresso
nella stessa carne di Francesco, trasformandolo definitivamente nell’immagine di colui che contemplava. Qui l’Amore non
amato, come amava ripetere Francesco vagando nelle selve, ha trovato un amante appassionato, che in tutto si è lasciato plasmare dall’amore.
La parola che abbiamo ora ascoltato nel
Vangelo ha trovato per Francesco, qui sulla
Verna, il suo compimento: «Se qualcuno
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vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà,
ma chi perderà la propria vita per me, la salverà». Dal momento dell’incontro con il
Crocifisso, da quando ricevette quella prima chiamata nella chiesetta di san Damiano
– «Va Francesco, ripara la mia chiesa che
come vedi è tutta in rovina» – nella vita del
figlio di Pietro di Bernardone non ci fu altro
scopo che obbedire a quella voce, a quella
parola divina, che lo aveva così profondamente conquistato, seguendo le orme del
Signore Gesù Cristo. Francesco fece di questo invito alla sequela il senso della propria
esistenza e ad essa sacrificò ogni altra cosa.
Francesco seppe perdere la propria vita dietro a Cristo, perché non guardò più a se stesso, ma solo a colui che seguiva e contemplava, cioè il suo Signore, colui che per lui
era diventato «il bene, tutto il bene, ogni
ricchezza a sufficienza». All’inizio della
sua vocazione, davanti a suo padre e ai suoi
concittadini, nella piazza di Assisi Francesco seppe abbandonare ogni ricchezza per
seguire Cristo. Ma su questo santo monte,
quasi al termine della sua vita, egli seppe
abbandonare tutto se stesso per divenire in
tutto conforme al suo Signore crocifisso.
Qui sta il segreto del fascino di Francesco. Ce lo ha ricordato il Santo Padre nella
sua visita ad Assisi, quando diceva che «i
cristiani del nostro tempo si ritrovano sempre più spesso a fronteggiare la tendenza ad
accettare un Cristo diminuito, ammirato
nella sua umanità straordinaria, ma respinto
nel mistero profondo della sua divinità. Lo
stesso Francesco subisce una sorta di mutilazione, quando lo si tira in gioco come testimone di valori pur importanti, apprezzati dall’odierna cultura, ma dimenticando
che la scelta profonda, potremmo dire il
cuore della sua vita, è la scelta di Cristo».
Quell’eccesso d’amore che Francesco
aveva scoperto nel Cristo, infatti, giorno
dopo giorno, era sempre più diventato il suo
stesso modo di amare, così come la compassione del Crocifisso per l’umanità si era
via via trasformata nella compassione di
Francesco per ogni uomo e per ogni creatura. Francesco si era lasciato invadere da
questo amore, fino al punto da scomparire
in esso, divenendo lui stesso «come gli spiriti angelici sulla scala di Giacobbe» – dice
sempre di lui san Bonaventura – perché «o
saliva verso Dio o discendeva verso il prossimo» (LM 13,1). Francesco in questo modo fu, per gli uomini del suo tempo, quello
che gli antichi patriarchi furono per il popolo di Israele, perché, col suo cuore traboccante d’amore, saliva continuamente a Dio,
portando con sé le preghiere del suo popolo,
e da Dio discendeva riversando, su quanti lo
incontravano, la misericordia divina.
Ringraziamo, allora, insieme il Signore
per averci donato un fratello e un santo come Francesco d’Assisi, che seppe essere nel
suo tempo, e continua ad essere oggi per
noi, un vero dono d’amore, perché dono
dell’amore di Dio. Se la vita di san Francesco, infatti, seppe attirare fin dall’inizio così tanti uomini e donne e se ancora oggi, dopo 800 anni, tanti sono affascinati da lui, il
motivo sta nel suo essere divenuto in tutto
una cosa sola con Gesù Cristo. Francesco
conquistò e conquista i cuori, perché ama
gli uomini e le creature dell’amore di Dio:
un amore indifeso, perché non si impossessa di chi si ama, ma sa guardare al bene dell’altro e alla sua libertà. Il fatto, però, che
questo amore sia indifeso, non significa che
sia debole. Si tratta, al contrario, di un amore forte e tenace anche di fronte alla debolezza dell’altro, di un amore capace di fedeltà anche quando l’altro è infedele, di un
amore che si offre senza chiedere niente in
cambio.
Di fronte a un simile amore è impossibile rimanere indifferenti. Come Francesco,
così anche noi siamo chiamati ad una risposta. Ecco, Dio oggi si fa incontro a ciascuno
di noi. Anche oggi l’Onnipotente, il Dio degli dei, mostra il suo infinito amore per noi
facendosi piccolo e indifeso; come diceva lo
stesso Francesco: «Ecco, ogni giorno egli si
umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno
egli stesso viene a noi in apparenza umile;
ogni giorno discende dal senso del Padre
sull’altare nelle mani del sacerdote» (Am
1,16-18). Accostiamoci al suo corpo e al suo
sangue con il cuore aperto e disponibile, la-
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sciandoci ferire dal suo amore e dalla sua
misericordia, senza paura di donarci e senza
paura che chieda troppo alla nostra vita, perché, se glielo permetteremo, sarà ancora una
volta lui a farsi carico delle nostre fatiche e
a guidarci sulla via della salvezza.
Lasciamoci avvolgere dal tenero amore di
Dio. Lasciamo che questo amore, giorno dopo giorno, riempia tutta la nostra esistenza e
arriveremo anche noi a dire con l’apostolo
Paolo di non aver altro vanto che nella croce
del Signore nostro Gesù Cristo (cf Gal 6,14),
perché solo chi segue le orme del Signore,
chi obbedisce alla sua Parola, chi accoglie la
logica della croce, può davvero rinascere come una nuova creatura (cf Gal 6,15).
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
3. Lettera del Ministro e Definitorio generale per la Festa di san Francesco
2007
VIVERE ED ANNUNCIARE IL
VANGELO
Cari Fratelli e Sorelle,
il signore vi dia Pace.
È con speciale gioia e gratitudine che ci
apprestiamo a celebrare quest’anno la festa
di san Francesco di Assisi. La festa del
2007, infatti, acquista un particolare significato a motivo della celebrazione della
grazia delle origini, che, ripercorrendo
l’itinerario della conversione del nostro padre san Francesco, ci aiuta a vivere la nostra
vocazione e missione oggi «con lucidità ed
audacia». Come è ormai costume, ogni anno noi, vostri Fratelli del Definitorio generale, scegliamo una priorità del sessennio
per condividere considerazioni e riflessioni.
Quest’anno la priorità è l’evangelizzazione
e la missione.
Nel contesto dell’VIII Centenario, il
2007 ci stimola ad osare di vivere il Vangelo, facendo memoria di due episodi, che resero il nostro padre san Francesco consapevole di essere stato chiamato dal Signore a
vivere secondo il Vangelo di nostro Signore
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Gesù Cristo: l’incontro con il Crocifisso di
San Damiano e quello con il Vangelo della
missione.
Partire da Cristo per la missione nella
Chiesa e nel mondo
L’incontro con il Crocifisso di San Damiano fa parte dell’origine della missione
ecclesiale di Francesco. L’invito del Signore, «va’, ripara la mia casa, che, come vedi,
è tutta in rovina» (2Cel 10), san Francesco
l’ha inteso come missione ecclesiale e profetica, contribuendo così al rinnovamento
della vita della Chiesa. San Bonaventura,
riassume ed interpreta la missione ecclesiale di Francesco: «così come furono riparati
i tre edifici, sotto la guida di quest’uomo
santo si sarebbe rinnovata la Chiesa in tre
modi: secondo la forma di vita, secondo la
Regola e secondo la dottrina di Cristo da lui
proposte» (LegM II,8).
Il secondo episodio, che vogliamo ricordare, è l’incontro di Francesco con il Vangelo dell’invio missionario, da lui ascoltato
durante la santa Messa nella Porziuncola.
Francesco si sentì toccato dal brano evangelico dell’invio dei discepoli a due a due,
senza portare nulla, per annunciare la pace,
il regno di Dio e la penitenza. Trovando una
chiara risposta alla sua ricerca, il Poverello
dichiara: «questo voglio, questo chiedo,
questo bramo di fare con tutto il cuore»
(1Cel 22). Francesco, colmo di gioia, si affretta, vincendo ogni remora, a mettere in
pratica fedelmente quanto ascoltato. Nell’incontro con la Parola, egli scopre la vocazione di messaggero del Vangelo, la sete
di evangelizzare, di andare in missione. Lasciatosi evangelizzare, convertire al Vangelo, cambia l’abito e il modo di vivere, si
sente inviato nel mondo per condividere
con tutti ciò che per grazia aveva ricevuto.
Come Gesù ha inviato i suoi discepoli in
tutte le direzione, così Francesco, accolti i
suoi primi compagni, li invia a due a due ai
quattro punti cardinali del mondo. Convinto di essere stato chiamato per una missione
universale, non pone limiti alla testimonianza e all’annuncio del Regno di Dio.
Nella sua lettera a tutti i Frati, Francesco
esplicita questa consapevolezza della voca-
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zione missionaria universale: «Inclinate
l’orecchio del vostro cuore e obbedite alla
voce alla voce del Figlio di Dio... che vi
mandò nel mondo intero, affinché rendiate
testimonianza alla voce di lui con la parola
e le opere e facciate conoscere a tutti che
non c’è nessuno onnipotente eccetto lui»
(LOrd 6-9).
Ricordare con gratitudine e rinnovare
oggi il nostro entusiasmo
Nel celebrare la grazia delle origini, desideriamo ricordare con immensa riconoscenza la ricchissima storia delle missioni e
dell’evangelizzazione dei Frati lungo i nostri otto secoli di vita. Siamo grati ai Frati
che lasciarono le loro terre, iniziando dal
nostro padre e fratello Francesco, e si resero prossimi agli altri – altri popoli, altre lingue e culture – per predicare la penitenza,
per testimoniare Gesù Cristo, annunciare la
pace e il regno di Dio con le parole e le opere. Siamo riconoscenti a quei Frati che, sull’esempio di Francesco nel suo incontro con
il Sultano, fecero della semplice presenza,
dell’incontro e della testimonianza silenziosa la prima forma di evangelizzazione, gettando così le basi per la missione ad gentes.
Siamo grati a tutti quei Frati che furono
creativi nell’evangelizzazione e diedero un
contributo originale, nelle varie zone, di
fronte alle necessità delle persone e dei popoli, affrontando senza paura situazioni di
usura, di violenza, di infermità, di mancanza di educazione. Rendiamo lode, soprattutto, al Signore per tutti coloro che diedero la
loro vita per l’annuncio della Buona Notizia. Tutti questi nostri Frati, in otto secoli di
storia, ci hanno lasciato un’eredità ricca e
colma di insegnamenti per la nostra missione evangelizzatrice di oggi. Invitiamo, pertanto, tutti i Frati a fare memoria della storia
delle missioni e dell’evangelizzazione nella
propria Entità, in atteggiamento di rendimento di grazie e di riconoscenza per la testimonianza dei missionari e lasciandosi interpellare per rinnovare il proprio slancio
missionario.
Sentiamo il bisogno, in modo particolare, di rivivere l’entusiasmo iniziale e
l’ardore missionario di Francesco e dei suoi
compagni; di «rinnovare la nostra vita personale e fraterna secondo il Vangelo, nel
contesto vitale del nostro tempo» (La grazia delle origini, p. 18); di ricuperare la coscienza missionaria di essere inviati al mondo intero per testimoniare ed annunciare il
Regno di Dio. Desideriamo accogliere ed
attuare il mandato della Chiesa, espresso da
Giovanni Paolo II nel suo messaggio al Capitolo generale del 1991, quando, rifacendosi all’episodio di Innocenzo III, ci disse
che la ragion d’essere del nostro Ordine sta
nell’essere inviati in missione (cf Messaggio al Capitolo generale 1991, 5).
Quell’affermazione ci ha sollecitato ulteriormente a riflettere, come Frati Minori e
in sintonia con la Chiesa, sulla nostra missione e ad evidenziare le caratteristiche essenziali dell’evangelizzazione francescana
nel mondo di oggi. Ci siamo impegnati a
leggere e ad interpretare i segni dei tempi.
Abbiamo cercato di vivere in modo rinnovato la nostra vocazione. Ci siamo definiti
Fraternità-contemplativa-in-missione (cf
CPO 2001), in un mondo che cambia, sottolineando così la peculiarità del nostro carisma e la sua ragion d’essere. Abbiamo
scelto, mediante il discernimento fraterno,
alcune priorità per esprimere ed orientare la
nostra vita e la nostra attività. Siamo convinti che per rinnovare il nostro entusiasmo
per la missione sono necessari la gioia della fede, la santità in Fraternità, il Vangelo
vissuto ed annunciato con parole ed opere.
Questo nuovo slancio ci ha spinto e ci spinge sulle vie del dialogo con il Signore, tra di
noi, con la gente, con i credenti di ogni religione e cultura, e verso i chiostri dimenticati, dove la vita e la pace sono minacciate.
Rivedere le nostre presenze e forme di
evangelizzazione
Nell’arco dei suoi ottocento anni di storia l’Ordine ha espresso la sua vocazione
evangelizzatrice con una grandissima varietà di presenze e di forme nelle missioni
ad gentes, come nell’ambito dei ministeri
pastorali nella Chiesa e nelle attività di promozione umana. Nell’itinerario dell’ottavo
centenario siamo invitati, in quest’anno
2007, a valutare la vita e la missione, le pre-
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senze e le forme di evangelizzazione in vista di un progetto provinciale che porti a
scelte concrete e profetiche, alla luce della
lettura della realtà in cui viviamo, del Vangelo, della Regola, delle Costituzioni e Statuti generali e delle priorità dell’Ordine.
Tutto ciò dovrà aprirci a nuove forme di
evangelizzazione; ad una nuova disponibilità per le missioni ad gentes; a scelte concrete in favore della giustizia, della pace e
dell’integrità del creato; ad iniziative a favore del dialogo ecumenico, interreligioso
ed interculturale. È giunto il momento di un
serio e profondo discernimento delle nostre
presenze e attività ministeriali per verificare se rispecchiano la nostra vocazione profetica di religiosi e la nostra identità specifica di Frati Minori nelle nuove situazioni
della Chiesa e del mondo.
Nel Capitolo generale straordinario del
2006, cercando di rispondere alla domanda:
«Signore, che vuoi che facciamo, come Frati Minori, oggi?», abbiamo visto che la nostra vocazione è essere una Fraternità di minori, costituita da Frati laici e chierici, inviata ad evangelizzare. Sull’esempio dei
discepoli di Emmaus, abbiamo fatto un
cammino di condivisione tra noi, in compagnia del Signore risorto, per scoprire i segni
di vita e le sfide che ci chiamano alla conversione e alla rifondazione della nostra vita e missione. Prendiamo coscienza che la
nostra evangelizzazione deve superare il carattere di “conservazione” in vista di una
nuova evangelizzazione, ricuperando la
centralità della fede, guardando la moltitudine dei battezzati e non evangelizzati, occupandoci della grande mobilità dei popoli
e dello straordinario fenomeno dei migranti, lasciandoci sfidare dalle grandi concentrazioni urbane. Come il Pastore ricerca la
pecora smarrita, siamo sollecitati ad andare
incontro alle persone nelle loro differenti
realtà personali, familiari e sociali.
Rinnovare la qualità di vita a partire dallo slancio missionario
Non possiamo perdere di vista che la centralità della nostra missione di evangelizzazione sta nella testimonianza della vita evangelica. Più che confidare nelle strategie e nel-
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le tecniche, abbiamo bisogno di essere vangelo vivo, comunicare esperienza di incontro
vitale con il Vangelo, con il Cristo crocifisso
e risorto. In questo senso, un rinnovato slancio missionario potrà aiutare ogni Frate e le
Fraternità dell’Ordine a rinnovare la loro
qualità di vita. Francesco, alla Porziuncola,
appena ha scoperto che il vero discepolo di
Gesù è anche il suo testimone, il suo “missionario”, cambiò immediatamente abbigliamento e maniera di vivere per poter partire e
annunciare la conversione del cuore e
l’amore di Dio. E ciò diede alla sua parola
una trasparenza così cristallina che toccava
direttamente i cuori della gente.
Le nostre parole saranno recepite come
semplici suoni se non sono accompagnate
dalla coerenza della nostra vita, e ogni vera
missione francescana ha bisogno di uno stile di vita consono. Anche perché – ed è ancora Francesco che ce lo insegna – l’inviato
è l’espressione stessa del messaggio, la sua
vita è il primo contenuto della sua missione.
La testimonianza, anche silenziosa, ma autentica, è il nostro primo modo di essere
missionari in ogni regione del mondo. Francesco poté vivere con tanta immediatezza
tale vita evangelica ed apostolica, perché
aveva incontrato personalmente il Cristo,
nella Parola alla Porziuncola e nel Crocifisso a San Damiano, e da Lui si era sentito
“inviato” al mondo come i primi discepoli.
L’intimità continua e coltivata con il Signore è la radice e la forza del nostro vivere
la missione. Più Dio abita nei nostri cuori,
più possiamo condividerlo con gli altri.
Giovanni Paolo II, infatti, ha detto che la
missione è la misura della nostra fede! E
quel Signore che è già nel cuore non cessa
di ripetere a ciascuno: «Va’, ripara la mia
casa». Come non rispondere con prontezza
e con entusiasmo al rinnovato invio da parte di Gesù?
Cari Fratelli e Sorelle, per ridare qualità
alla nostra vita e nuovo slancio alla nostra
missione, in occasione della festa del padre
nostro san Francesco, fissiamo gli occhi negli occhi del Crocifisso di San Damiano,
per ascoltare l’ammonimento, questa volta
rivolto a ciascuno di noi: «va’, ripara la mia
casa». Va’, “restaura” la tua vita; va’, e fat-
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ti servo premuroso del popolo di Dio e di
tutta l’umanità.
Dopo la sosta ai piedi del Crocifisso di
San Damiano, davanti al quale, come Francesco, possiamo apprendere anche gli itinerari e lo stile della missione, rechiamoci alla Porziuncola per lasciarci coinvolgere dal
mandato evangelico della missione e, senza
indugi e con fervore, sottoscrivere: «questo
voglio, questo chiedo, questo bramo fare».
Che il Signore benedica i nostri propositi e desideri. La Madre della misericordia, la
Vergine fatta Chiesa, ci ottenga di concepire e partorire lo spirito della verità evangelica. San Francesco ci aiuti a conseguire la
sapienza per discernere e la volontà per attuare «il santo e verace comandamento» del
Signore.
Roma, 17 settembre 2007
Festa delle Stigmate di san Francesco
FR. AMARAL BERNARDO AMARAL, OFM (Def. Gen.)
FR. AMBROGIO NGUYEN VAN SI, OFM (Def. Gen.)
FR. FINIAN MCGINN, OFM (Def. Gen.)
FR. JAKAB VÁRNAI, OFM (Def. Gen.)
FR. MIGUEL J. VALLECILLO MARTÍN, OFM (Def. Gen.)
FR. SIME SAMAC, OFM (Def. Gen.)
FR. MARIO FAVRETTO, OFM (Def. Gen.)
FR. LUIS G. CABRERA HERRERA, OFM (Def. Gen.)
FR. JUAN IGNACIO MURO ARÉCHIGA, OFM (Def. Gen.)
FR. FRANCESCO BRAVI, OFM (Def. Gen.)
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM (Min. Gen.)
FR. SEÁN COLLINS, OFM (Seg. Gen.)
Prot. 097972
4. Celebrazione in onore della Beata
Maria della Passione
Roma, Aracoeli, 1 ottobre 2007
ENTRATA DI MARIA DELLA PASSIONE
NEL TERZ’ORDINE FRANCESCANO
Ef 3, 13-19; Sal 33, 1-2, 4-5, 11-12, 18-19;
Lc 10, 21-22
Cari fratelli e sorelle,
il Signore vi dia Pace!
Con grande gioia siamo saliti sul colle
del Campidoglio per celebrare l’Eucaristia
in questa bellissima e storica Basilica di S.
Maria in Ara Coeli, Curia Generale dei Frati Minori per secoli e dove fu ammessa al
Terz’Ordine Francescano la Beata Maria
della Passione, il 4 ottobre 1882, dall’allora
Ministro generale dei Frati Minori, Fr. Bernardino da Portogruaro.
Con immensa gioia e affetto fraterno saluto tutti voi che partecipate a questa Eucaristia, particolarmente Suor Christiane, Superiora Generale delle Suore Francescane
Missionarie di Maria (FMM), le nuove Superiore Provinciali FMM, riunite a Grottaferrata e le sorelle FMM della Provincia
d’Italia e delle case di Roma. L’Eucaristia
che stiamo celebrando vuole essere innanzitutto un’azione di grazie per il dono della
Beata Maria della Passione e della sua vocazione francescana.
Il percorso della vocazione francescana
di Maria della Passione fu assai lungo. Il
primo momento di questo percorso lo possiamo situare nel 1860, quando entra nel
Monastero delle Clarisse di Nantes, all’età
di 21 anni. Seppur breve sia stata la sua permanenza in quel Monastero, poiché lo dovette abbandonare a causa di una grave malattia, senza alcun dubbio sarà tra le Sorelle
Povere di Santa Chiara che avrà una forte
esperienza di Dio, che segnerà tutta la sua
vita di offerta al Signore e alla missione. Un
altro momento importante fu il pellegrinaggio ad Assisi nel 1880. Sul suo passaggio da
quella città scriverà qualche anno più tardi:
“Cara Assisi, non potrei descrivere tutta
l’attrazione che esercitavano su di me i suoi
muri, il campo…! Ora sento che era
l’ombra serafica che mi seguiva”. E ancora
al momento dell’affiliazione canonica alla
Famiglia Francescana nel 1885, quando
Maria della Passione riceverà il decreto ufficiale della Santa Sede, affiliando il nuovo
Istituto al Terz’Ordine di San Francesco e
mettendo le sue figlie sotto la dipendenza
diretta del Ministro generale dell’Ordine
francescano. Senza alcun dubbio, però, il
momento decisivo per la vocazione francescana di Maria della Passione fu nel giugno
1882, quando, durante la sua permanenza
nella città eterna, la divina provvidenza la
trae all’Aracoeli ed entra in contatto in un
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primo momento con il P. Rafael Delarbre,
allora Definitore Generale, poi con il Ministro generale, P. Bernardino da Portogruaro.
Costui, con un gesto paterno e insieme profetico, la coprì con il suo mantello, adottandola come sua figlia spirituale. Ricordando
quel momento scriverà Maria della Passione: “In quel giorno… il nuovo tronco venuto da oriente è stato innestato nell’antico
tronco serafico; le figlie di Maria venute
dall’India, sarebbero state per sempre le figlie di Francesco”. Da allora, il cuore di
Maria della Passione, ardentemente missionario e mariano, sarà, nello stesso tempo,
appassionatamente francescano.
Ma Aracoeli, definita da Maria della
Passione come “tabernacolo di grazia”,
“luogo dei suoi dolori e delle sue gioie”,
sarà significativo nella vita della Beata Maria della Passione non solo all’inizio del suo
itinerario come membro del Terz’Ordine
Francescano, ma anche nei momenti difficili del suo cammino di purificazione spirituale. Quando nel 1883 Maria della Passione viene deposta dal Papa il 16 marzo, Aracoeli sarà il luogo della sua consolazione e
rifugio spirituale, il luogo in cui incontrerà
le braccia alzate e il cuore aperto di P. Bernardino e di P. Rafael. Al Bambino di Aracoeli, che la vide “entrare nell’Ordine nel
settimo centenario del nostro Serafico Padre”, professava grande devozione e lo circondava d’infinita tenerezza, chiamandolo
“il mio Bambino”, “caro Bambino mio”,
“amabile Bambino”. A lui affiderà nel 1896
i risultati del Capitolo appena celebrato.
Con ragione potrà scrivere: “Io non ce la
faccio all’idea di perdere l’Aracoeli: io amo
questo vecchio nido, io non so come dirlo,
ma mi sembra di essere nata alla vita proprio in quel luogo lì”.
Con ragione, care sorelle, avete voluto
venire in pellegrinaggio in questo luogo tanto amato dalla vostra santa Fondatrice, per
rinnovare la vostra identità francescana ed il
vostro profondo legame, mai venuto meno,
all’Ordine dei Frati Minori. Ricordando e
rinnovando il gesto del P. Bernardino da
Portogruaro, anch’io oggi vi accolgo e vi benedico di tutto cuore affinché questa vostra
identità francescana, insieme missionaria e
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mariana, non venga mai meno. Ché il Santo
Bambino sia testimone di questo momento
di grazia e di emozione, come lo è stato in
quel memorabile 4 ottobre 1882, e che Maria, ara coeli, vi indichi il cammino per seguire Gesù “più da vicino”, in ogni momento e in costante fedeltà creativa. Però in questo momento desidero a nome personale e di
tutto l’Ordine francescano, ringraziarvi per
la vostra vicinanza fraterna. Quanti gesti di
fraternità ho sperimentato e sperimentano i
miei fratelli da parte delle Sorelle nel mondo
intero! Molto è ciò che l’Ordine francescano vi ha dato, molto è ciò che l’Ordine riceve da voi. Grazie per questo scambio di affetto. Camminiamo uniti nella reciprocità e
nella comunione fraterna.
Alla nostra festa si viene oggi ad aggiungere quella del Figlio amato del Padre, nostro Signore Gesù Cristo. Il testo del Vangelo che abbiamo ascoltato è un canto, una
eucaristia – stavo per dire una danza – del
Figlio davanti al Padre, signore del cielo e
della terra, per aver reso partecipi i suoi discepoli, i più piccoli, del dono della conoscenza profonda del Regno, che invece è
stato nascosto ai saggi e ai sapienti di questo mondo (cf. Lc 10, 21). Una conoscenza
che porta coloro che ricevono questa grazia
alla donazione totale e incondizionata, a vivere la logica del dono senza alcuna riserva,
vivendo interamente per il Signore e interamente per gli altri. Questa è l’esperienza
vissuta da Gesù in rapporto al Padre e agli
altri. Questa è l’esperienza vissuta da ogni
discepolo, fra i quali Francesco e Maria della Passione. Dalla contemplazione del Padre, eterno dono di sé, e del Figlio, che si
dona sino alla fine, il discepolo, vigorosamente rafforzato dall’azione dello Spirito
(cf. Ef 3, 16), riceve la forza necessaria per
affrontare tutte le difficoltà che comporta la
costruzione del Regno, donandosi senza
misura alla missione, attraverso un movimento di dono, simile al costante donarsi di
Dio, poiché sa che niente gli appartiene, che
tutto è un bene ricevuto, destinato ad essere
condiviso e restituito.
Care sorelle, il vostro carisma è missionario, mariano e francescano. In quanto
missionario, la vostra forma di vita è com-
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prensibile soltanto da questa logica del dono, che, partendo da una profonda comunione d’amore con il Padre e il Figlio nello
Spirito Santo, vi porta ad uscire da voi stesse per andare incontro agli altri, particolarmente agli ultimi e agli esclusi. Il vostro carisma è anche mariano. In quanto tali siete
chiamate a vivere la vostra vocazione e missione con un’apertura incondizionata, come
Maria, alla volontà del Padre, in modo tale
che, custodendo nel più profondo del vostro
cuore la parola del Signore (cf. Lc 2, 51) e
mettendo in pratica quello che lui vi dirà
(cf. Gv 2, 5), lo possiate portare agli altri
(cf. Lc 1, 39ss). Finalmente, in quanto francescano, il vostro carisma esige da parte vostra che viviate sine proprio, un’espressione molto familiare a Francesco, spogliate di
tutto per possedere colui che è tutto: il bene,
tutto il bene, il sommo bene (cf. LodAl); e,
in questo modo, radicate e cementate nell’amore (cf. Ef 3, 17), possiate arricchire
con la vostra povertà gli altri. E in ogni momento, per essere Francescane Missionarie
di Maria, non dimenticate che sarete testimoni e missionarie nella misura in cui, con
una vita orientata verso il Signore, come
quella dell’apostolo Paolo, vi lascerete abitare da Lui (cf. Ef 3, 17).
I discepoli furono chiamati per stare con
lui e per essere inviati in missione (cf. Mc 3,
14). In quanto discepole, anche voi siete
state chiamate, prima di tutto, per stare con
Cristo, conoscerlo più profondamente ed
essere partecipi del suo mistero d’amore.
Che niente, care Sorelle, vi separi da Lui e
niente vi separi dagli altri. Date tempo nella vostra vita al Signore e troverete tempo
per gli altri. Siate contemplative del mistero eucaristico, contemplazione che forma
parte della vostra spiritualità missionaria, e
vi troverete sensibili alle necessità degli altri. Siate delle donne di preghiera e diventerete donne di azione. Parafrasando le parole di San Gregorio Magno possiamo ben dire che l’orazione e la contemplazione
educano all’amore e aprono il cuore al dono
senza limiti. La vostra fecondità missionaria dipenderà dall’intensità dell’unione con
il Signore. Soltanto da una comunione
profonda con il Signore incontrerete la for-
za, la luce e la consolazione necessarie per
una missione mariana e francescana autentica.
Cari fratelli e sorelle, come ci invitava il
salmo responsoriale (Sal 33), rendiamo grazie al Signore per il dono di Francesco e di
Maria della Passione. Cantiamo al Signore
un canto nuovo, perché oggi come ieri il Signore continua a mostrarci il suo amore e a
realizzare grandi cose nella nostra Famiglia. E in ogni momento e in qualunque luogo, unendoci alla lode di Gesù al Padre, facciamo della nostra vita una continua eucaristia gradita al Signore. Temiamo il Signore
ed il suo sguardo ci sosterrà nel momento
della prova. Beati noi che il Signore ha scelto come eredità! Pace e Bene!
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
5. Omelia in occasione della Festa di san
Francesco
Santa Maria degli Angeli, 4 ottobre 2007
BRILLÒ COME STELLA TRA LE NUBI
Cari fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Rallegriamoci tutti nel Signore nella solennità del Serafico Padre san Francesco;
con noi gioiscono gli Angeli e lodano in coro il Figlio di Dio (Antifona di ingresso).
Oggi i nostri occhi, pieni di stupore, sono rivolti a Francesco di Assisi. Ma oltre la
sua figura, certamente attraente; la sua cultura, certamente notevole; il suo carattere,
senza alcun dubbio gioioso e comunicativo;
le sue qualità e le circostanze, che ruotano
intorno alla sua esperienza, vogliamo contemplare le meraviglie che Dio ha compiuto nel suo servo: l’amore con cui il Padre lo
ha chiamato alla sequela del suo Figlio Gesù Cristo; la grazia con cui lo ha trasformato in immagine viva di Cristo povero e crocifisso; l’ispirazione con cui lo spinse a vivere nella Chiesa secondo la forma del
santo Vangelo. Non possiamo, inoltre,
smettere di ammirare la fedeltà con cui Frate Francesco rispose alla vocazione ricevu-
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ta. Una fedeltà che desiderano fare propria
quanti si sentono chiamati con una vocazione simile alla sua, o sono attratti dalla sua
persona.
Dobbiamo considerare in primo luogo la
grazia di Dio in Francesco. Può essere che,
accostandoci alla sua vita, si abbia la tentazione di ammirare la grazia di Dio che si
manifesta nelle virtù eroiche, nei segni e nei
prodigi, nel mistero delle stigmate. Frate
Francesco, però, non percorrerebbe con noi
questo cammino.
Egli sapeva che la grazia di Dio lo aveva
portato tra i lebbrosi e che l’amarezza provata nel vederli si era trasformata in dolcezza di anima e di corpo, quando usò loro misericordia. Sapeva che questa era per lui la
vera e salvifica penitenza, che lo allontanò
da un mondo pieno di menzogna e lo avvicinò alla verità dell’uomo, all’uomo vero,
all’uomo che soffre, a quello che, imprigionato dall’emarginazione, rischia di non conoscere la comunione, che è Dio; a quello
che, imprigionato dal disprezzo, rischia di
non conoscere la carità, che è Dio; a quello
che, imprigionato dall’amarezza, rischia di
non conoscere la dolcezza del Signore, la
dolcezza della misericordia.
Frate Francesco sapeva che il Signore gli
diede “fede nelle chiese”. Una fede semplice, limpida, umile e luminosa, che gli permise di effondere la sua anima nell’adorazione davanti all’Eucaristia, sacramento
della presenza di Cristo e memoriale della
sua passione redentrice.
Frate Francesco confessa che il Signore
gli diede una grande fede nei sacerdoti che
vivono secondo la forma della santa Chiesa
di Roma, nei sacerdoti poverelli di questo
mondo, che voleva temerli, amarli e onorarli come suoi signori, perché in loro vedeva
il Figlio di Dio.
Frate Francesco nel suo Testamento ci
dice con grande semplicità che il Dio Altissimo lo portò con la sua grazia ad amare
Gesù Cristo, suo Figlio, lì dov’era più dimenticato e disprezzato: tra i lebbrosi, le
chiese abbandonate e i sacerdoti poverelli.
Colui che nei lebbrosi seppe tanto amare
Cristo, desiderò con tutta la sua anima onorare e venerare il suo Signore nei santissimi
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misteri del suo Corpo e del suo Sangue,
amarlo nei Nomi e le parole scritte, perché
tutto era presenza di Colui che amava.
Frate Francesco sapeva che il Signore gli
aveva dato dei Fratelli e con il dono di Fratelli gli era stata anche data la conoscenza
della forma di vita che dovevano condurre,
secondo l’insegnamento del santo Vangelo.
Amando Cristo nei poveri, nella Chiesa
e nei Fratelli, Francesco si andava trasformando, per grazia di Dio, nell’immagine viva di Cristo umile, povero e crocifisso, fino
a portare nel suo corpo le piaghe di Gesù.
Amando Cristo nei poveri, nella Chiesa
e nei Fratelli, Francesco riparò il tempio e
rinforzò il santuario, protesse il suo popolo
e fortificò la città, per brillare nella casa di
Dio come stella splendente tra le nubi, come una luna piena nel giorno di festa, come
un sole rifulgente sulla vita dei fedeli.
Oggi facciamo nostre le parole di Gesù
nel Vangelo e rendiamo grazie al Padre, al
Signore del cielo e della terra, per aver dato
a Francesco un’anima da povero, innamorata di Cristo, povero e crocifisso, e per
avergli dato un cuore limpido, capace di vedere Cristo, amarlo e abbracciarlo in tutti i
poveri.
Oggi rendiamo grazie a Dio per Frate
Francesco, contemplando le meraviglie
operate dall’Altissimo in lui e per mezzo di
lui; leviamo al cielo gli occhi e le mani supplici, umili e grati, guardando la nostra vita
di credenti in Cristo Gesù, perché anche noi
cerchiamo, desideriamo e vogliamo, anche
se non lo meritiamo, di entrare con Francesco nei segreti del Regno di Dio.
Grati ricordiamo, per tenerla fissa nella
memoria e nel cuore, la beatitudine dei poveri; dobbiamo però umilmente confessare
che non abbiamo ancora imparato ad essere
veramente poveri, così da essere veramente
beati. Padre Francesco, insegnaci ad essere
poveri!
Umili e grati, desideriamo e chiediamo
per noi peccatori, che contempliamo ammirati il serafico padre Francesco di Assisi, di
farci piccoli e servi di tutti; di non pretendere nulla se non di essere piccoli e di servire; di dare la vita per il Regno di Dio; di
non esigere altro che di espropriarci della
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vita, di spenderla, di perderla, perché riconosciamo che il padre Francesco la guadagnò offrendola, mentre rischiamo di perderla per non averla offerta.
Umili e grati, desideriamo e chiediamo
di non incontrare nella nostra esistenza altro motivo di gloria che la croce di nostro
Signore Gesù Cristo, perché da essa viene
per noi la riconciliazione e la grazia, la redenzione e la vita, e in essa si rivela l’amore
assoluto e incondizionato di Dio per noi.
Umili e grati leviamo al cielo i nostri
cuori per trovare misericordia, per ricevere
da Dio Padre la conoscenza del Figlio e dal
Figlio la rivelazione del Padre, perché tutto
il nostro essere è inquieto e non troverà pace, finché non riposerà nell’intimità di Dio.
Desideriamo amarlo, abbracciarlo e seguirlo in Gesù di Nazareth. Vogliamo ascoltarlo
e contemplarlo nelle sante e profumate parole della Sacra Scrittura. Desideriamo
amarlo, abbracciarlo e seguirlo, ascoltarlo e
contemplarlo nella divina Eucaristia, dove
gli occhi limpidi della fede semplice vedono il Corpo e il Sangue del Signore. Desideriamo amarlo, abbracciarlo e seguirlo,
ascoltarlo e contemplarlo in tutti i sacramenti della sua presenza e della sua grazia.
Umili e grati, chiediamo di incontrare
Cristo e di riconoscerlo in tutti i lebbrosi, in
coloro che la nostra ripugnanza desidera
isolare; chiediamo di baciarlo in essi e di
rompere con la forza della carità le barriere
di solitudine che abbiamo innalzato tra noi e
i loro corpi feriti, tra noi e quelli che non
contano niente, tra noi e il corpo di Cristo.
Insegnaci, Frate Francesco, ad ascoltare
Cristo nella santa Chiesa, ad obbedirle nel
signor papa e in tutti i vescovi e i sacerdoti
che sono in comunione con il signor papa.
Insegnaci a vivere nella fede della Chiesa il
santo Vangelo, totalmente dedicati a Dio
Padre, sommamente amato, seguendo da
vicino Gesù Cristo, docili all’azione dello
Spirito di Cristo nelle nostre vite.
Oggi, in questa Eucaristia che stiamo celebrando, nella pasqua di Cristo di cui facciamo memoria, nella comunione sacramentale che stiamo per ricevere, conosciamo, facendone esperienza, la totale
consegna dell’Altissimo Figlio di Dio alla
comunità ecclesiale e a ciascuno di noi. Oggi manifestiamo, con l’umiltà dei nostri
passi verso l’altare di Dio, la volontà di essere totalmente di Colui che in tutto volle
essere nostro.
Che tutti noi si possa, con la grazia del
Signore, per l’intercessione della Vergine
Immacolata e del nostro padre san Francesco, e con l’aiuto di tutti, perfezionare il dono della nostra vita al servizio di Dio e per
il bene degli uomini.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
6. Relazione del Ministro generale all’Assemblea dell’UFME
Sarajevo, Bosnia/Erzegovina,
11.10.2007
EUROPA, SII TE STESSA
La nostra vecchia e cara Europa
L’Europa è una realtà pluriculturale e
multireligiosa. La pluriculturalità è chiara.
Basta guardare i componenti di questa assemblea dell’UFME. D’altra parte, se è certo che l’Europa non è stata mai monolitica
dal punto di vista religioso, oggi lo è anche
meno. Il suo carattere multireligioso cresce
di giorno in giorno. In Europa, oggi come
ieri, convivono cristiani (cattolici, ortodossi e protestanti), ebrei e musulmani, per citare le tre grandi religioni. Però qualcosa sta
cambiando. Da una parte aumentano coloro
che si dichiarano membri di quella che potremmo chiamare religione laicista, professando come credo il relativismo morale e il
laicismo. D’altra parte, l’Islam si presenta
come una forza e una riserva spirituale valida, di fronte alla mentalità meramente politica ed economica della nostra Europa. Anche le grandi tradizioni religiose dell’Asia
s’innalzano come potenze spirituali contro
un’Europa che rinnega le sue fondamenta e
radici religiose e morali. Il dominio di una
cultura europea cimentata solo sulla tecnica, la scienza e il commercio è sfociato su
una cosmovisione tecnico-secolare che ha
dimenticato la sua ricchezza interiore: il
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mondo dei valori (pensiamo a quello della
famiglia o della vita stessa) e della sua fede.
L’Europa è stata definita «non solo come
un concetto geografico, ma anche come una
grandezza storica e morale» (Cardinal J.
Ratzinger), frutto del contributo dei diversi
popoli e culture: Grecia, Roma, i popoli germanici e i popoli slavi. Però, tra tutti, quello
che ha contribuito maggiormente è stato
senza alcun dubbio il cristianesimo: «Non
c’è dubbio che, nella complessa storia dell’Europa, il cristianesimo rappresenta un
elemento centrale e determinante, che si è
consolidato sulla base stabile dell’eredità
classica e dei numerosi contributi che hanno
dato i diversi flussi etnici e culturali che si
sono succeduti lungo i secoli. La fede cristiana che ha plasmato la cultura del Continente si è intrecciata indissolubilmente con
la sua storia» (Ecclesia in Europa, EiE, 24).
L’Europa non sarebbe Europa senza il cristianesimo: «Il cristianesimo è stato nel nostro continente un fattore primario di unità
tra i popoli e le culture, e di promozione integrale dell’uomo e dei suoi diritti. Non si
può dubitare che la fede cristiana è parte, in
maniera radicale e determinante, delle fondamenta della cultura europea… il cristianesimo ha dato forma all’Europa» (EiE,
108).
Però l’Europa vive oggi una profonda
crisi d’identità, «una profonda crisi di valori» (EiE 108). Per un osservatore attento
non mancano segni di speranza, però non
mancano nemmeno ombre che oscurano il
futuro del nostro continente.
In questa situazione, impensabile in alcuni nostri Paesi fino a pochi anni fa, i valori evangelici già non sono un punto di riferimento nel comportamento degli europei, né un punto di riferimento per la
legislazione dei nostri popoli. Con tutti i
mezzi si pretende che la fede si riduca ad
una questione privata, e ogni volta con
maggior frequenza «si nega ai cristiani il diritto stesso ad intervenire come cristiani nel
dibattito pubblico, e comunque si squalifica
il loro contributo con l’accusa che cercano
di difendere privilegi ingiustificati» (BENEDETTO XVI, I cinquant’anni dei trattati di
Roma, 24 marzo 2007). In questa situazio-
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ne, non c’è da stupirsi che molti cristiani e
la stessa Chiesa si sentano ospiti e pellegrini, come stranieri, in questa società in cui si
cerca di sottrarre loro l’autorità e di emarginare tutto ciò che è possibile.
Europa: luogo di missione
L’Europa, ha ripetuto molte volte Benedetto XVI, non può rinnegare le sue radici
cristiane. La “casa Europa”, ha detto recentemente l’attuale Pontefice, «sarà per tutti
un luogo piacevole da abitare solo se si costruisce sopra un solido fondamento culturale e morale di valori comuni precedenti
della nostra storia, delle nostre tradizioni
[…] il cristianesimo ha modellato profondamente questo continente» (BENEDETTO
XVI, Discorso alle Autorità e Corpo Diplomatico in Austria, 7 settembre 2007).
Che fare perché l’Europa sia un luogo
piacevole da abitare e non rinneghi le sue
radici cristiane? La Chiesa, già da tempo, ha
indicato il cammino: l’Europa ha bisogno di
essere evangelizzata. Una evangelizzazione
che in varie parti d’Europa comporterà «un
primo annuncio del Vangelo» (EiE 46); una
evangelizzazione che ovunque comporta
«un nuovo annuncio inclusi i battezzati»
(EiE 47). In ogni caso, l’Europa oggi è un
Paese di missione e, in molti casi, di “missione ad gentes” (EiE 46).
I Frati Minori in missione
In questo compito, in cui tutta la Chiesa
è inviata in missione e che è «un impegno e
una responsabilità di tutti» (EiE 43), i circa
9.000 Frati Minori che vivono e lavorano in
Europa non possono restare al margine o
guardare i problemi con distacco. L’Europa
ci chiama e aspetta da noi che ci sentiamo
protagonisti/fermento nel bel compito della
evangelizzazione della cultura e dell’inculturazione del vangelo nel nostro vecchio
continente (cf EiE 58-65); l’Europa ci chiama e aspetta da noi che rispondiamo annunciando il Vangelo della speranza, il Vangelo
della riconciliazione; l’Europa ci chiama e
aspetta da noi un progetto alternativo a
quello che offre la nostra società.
In questo servizio di evangelizzazione,
non partiamo da zero. In effetti, Francesco
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visse in una società non tanto diversa dalla
nostra. In una società molto religiosa, ma
che era molto lontana dal vivere i valori
evangelici; Francesco fu testimone di un
Dio vicino, di un Dio amore, di un Dio misericordia, perdono e riconciliazione; in una
società profondamente divisa, propose un
progetto di vita in fraternità, dove tutti si
sentivano fratelli e uguali; in una società
violenta, propose un progetto di pace e di riconciliazione; in una società ferita dalle disuguaglianze, propose e visse un progetto
di vita in minorità dove tutti si sentivano
“servi” di tutti, inclusi i nemici di allora, i
saraceni e gli altri infedeli.
Sono passati quasi ottocento anni da
quando il Penitente di Assisi, Francesco di
Bernardone, rispose alla chiamata del Signore e alle sfide che presentava la società
di allora, percorrendo, scalzo e in atteggiamento di radicale povertà e di profonda
umiltà, le strade di quell’Europa divisa e in
processo di profonda trasformazione, portando nel suo corpo e nella sua anima le inquietudini e le speranze degli uomini e delle
donne del suo tempo e portando un progetto
di vangelo, un progetto di fraternità, un progetto di pace, un progetto di uguaglianza a
partire dalla minorità e dal sine proprio.
L’amore che mise in cammino i discepoli di Gesù e li condusse ad annunciare il
Vangelo al mondo intero e ad ogni creatura, ci sta spingendo ad annunciare a tutti
«che non c’è altro onnipotente che lui»
(LOrd 9). L’amore che spinse Francesco
sulle strade d’Europa, questo stesso amore
ci sta chiamando ad uscire dalle nostre paure (motivate spesso dal calo numerico e dall’invecchiamento progressivo), dalle nostre
vigliaccherie (motivate spesso dalla nostra
poca fede), dai nostri chiostri ristretti (il
provincialismo, la comodità del proprio lavoro, l’imborghesimento…) per denunciare che l’amore non è amato e perché con la
parola e l’opera diamo testimonianza di lui
come «Dio unico…, il bene, tutto il bene, il
sommo bene…, la bellezza…, la sicurezza…, nostro gaudio, nostra speranza e letizia…, ogni nostra ricchezza» (LodAl 1ss).
Per rispondere a questa chiamata dell’Europa, è importante che, come France-
sco, ci prendiamo il tempo per chiedere al
Signore: Signore, che vuoi che facciamo
noi, Frati Minori che viviamo e lavoriamo
in questo vecchio Continente? e che, al
tempo stesso, ci chiediamo gli uni gli altri: Fratelli, che dobbiamo fare? Queste
due domande che ci accompagnarono durante l’anno 2006, primo anno di preparazione all’VIII Centenario della fondazione del nostro Ordine, non possono cessare
di accompagnarci in questi momenti critici per l’Europa e per la nostra vita in Europa.
Non misconosco la difficoltà di tale impresa, ma personalmente sono convinto che
il messaggio di Francesco del quale noi
dobbiamo essere i primi portavoce, potrebbe aiutare perché l’Europa non perda la sua
anima cristiana. È il momento non solo di
proclamare che l’Europa ha bisogno di essere evangelizzata, ma anche di sentirci in
permanente stato di missione, o se si preferisce: è il momento di rinnovare l’ardore
missionario che caratterizzò i cristiani e più
concretamente i francescani di questo vecchio continente, fino a poco tempo fa. È
suonata l’ora di uscire dalle nostre sacrestie,
è l’ora della missione.
La missione, come ben sappiamo, è la
nostra ragione d’essere: siamo stati chiamati per essere inviati, per essere missionari
(cf CCGG 1,2; 83). La missione fa parte
della nostra identità (cf. F. URIBE, El
proyecto apostolico de Francisco de Asís en
la Legenda maior de S. Buenaventura, Roma 2003, 139-184). La missione è
l’elemento chiave per comprendere e ridimensionare la vita religiosa nei suoi diversi
aspetti: spiritualità, vita comunitaria, segni
dei tempi, governo e autorità, formazione e
teologia. La missione è la dimensione che
unifica tutti gli altri valori e aspetti della vita francescana: contemplazione, fraternità,
minorità e povertà, formazione e studi,
strutture ed economia. Solo la missione ci
aiuterà a superare le tentazioni e le tendenze egocentriche che si esprimono nel provincialismo, nell’imborghesimento di tanti
Frati, e nella “mondanizzazione” della nostra vita. Il dinamismo missionario è una terapia per i problemi interni che nascono in
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seno alle nostre fraternità. Quando la tensione missionaria s’indebolisce, aumentano
le altre tensioni.
Per questi e molti altri motivi, noi Frati
Minori d’Europa siamo chiamati a metterci
in attitudine di missione. È urgente, non
possiamo lasciarlo per “domani”.
Ciò che lo Spirito dice ai Frati Minori
d’Europa
In atteggiamento di discernimento, noi
francescani d’Europa dobbiamo domandarci: che cosa ci chiede lo Spirito in questa situazione del vecchio continente? Il discernimento è la chiave per il nostro futuro e la
nostra missione in Europa. Così si comprende ciò che ci chiese il Capitolo generale straordinario: una permanente e costante
attitudine di discernimento (cf Il Signore ci
parla lungo il cammino, Spc, 35).
Tenendo conto delle sfide che ci arrivano
dalla situazione dell’Europa, segnalo alcune piste che credo dobbiamo tenere presenti in questi momenti, noi francescani europei, per dare una risposta adeguata a partire
dal Vangelo e dalla nostra forma di vita.
1. Assumere l’Europa come un “segno dei
tempi”
L’Europa, per noi Frati Minori, deve essere considerata un segno dei tempi, un
luogo per la professione di fede. Il Capitolo ci ha invitato a scrutare i segni dei tempi, a riconoscerli, leggerli e interpretarli alla luce del Vangelo (cf Il Signore ti dia pace, Sdp, 6). Questa attitudine, che
certamente esige occhi grandi, come gli occhi del gufo, che gli permettono di vedere
nella notte, ci porta a scoprire che, contro
ogni apparenza, il Padre continua a lavorare e ad operare nell’oggi e nel qui della nostra storia e della storia dei nostri contemporanei europei, e quando più sfigurato appaia il suo volto e meno visibile si faccia la
sua presenza, più noi dobbiamo sentirci interpellati da lui e chiamati a dare una risposta evangelica.
Leggere i segni dei tempi e interpretarli
convenientemente ci permetterà di «essere
noi stessi segni leggibili di vita per un mondo assetato [anche quello europeo] di nuovi
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cieli e nuova terra» (Sdp 7); il contrario, invece, ci farebbe correre il pericolo di installarci, di ripeterci, di annullare i sogni più
profondi, di perdere poco a poco la gioia
contagiosa della nostra fede (cf Sdp 6).
Non è, qualche volta, in questa incapacità di leggere i segni dei tempi, nell’incapacità di ascoltare la voce del Signore negli
avvenimenti della storia e individuare la sua
presenza sempre operante la ragione di tanto pessimismo tra di noi?
2. Essere custodi della speranza
Il Continente Europeo, anche le Chiese
di Europa, si sente colpito spesso da un
oscuramento della speranza. In questa nostra Europa «tanti uomini e donne sembrano disorientati, insicuri, senza speranza, e
molti cristiani [anche non pochi francescani] sono sprofondati in questo stato
d’animo» (EiE 7). In questo contesto, lo
Spirito del Signore ci chiede di essere “custodi della speranza”. Ma come rispondere
a questa vocazione se noi non ci sentiamo
abitati da colui che è nostra speranza? (cf
EiE 19). Come trasmettere ai nostri fratelli
di Europa i valori che hanno perso se noi
non saremmo capaci di «aprire gli occhi
della fede e della speranza per individuare,
in mezzo alla crisi, i sogni emergenti» dei
nostri fratelli in Europa, e «dare loro spazio
nella nostra vita e anticipare così il Regno
di Dio proclamato e vissuto da Gesù Cristo» (Sdp 7).
Desideriamo essere molto realisti, ma
non possiamo consentire di essere vittime di
un realismo che ci impedisca di respirare e
di vedere nuove possibilità; desideriamo tenere ben aperti gli occhi per non cadere nelle false utopie, ma non possiamo rinunciare
a custodire la speranza in noi stessi e a contagiare gli altri di questa stessa speranza; desideriamo calpestare la terra ferma, ma non
possiamo rinunciare ad annunciare un cielo
nuovo e una terra nuova iniziati e consolidati laddove un uomo o una donna, laddove un
frate minore annuncia «con chiarezza la
possibilità di un mondo accogliente, giusto,
tollerante e pacificato» (Sdp 40).
Nell’Europa francescana vi sono molti
problemi; alcuni sono sotto gli occhi di tut-
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ti: diminuzione del numero dei frati, aumento dell’età media, poche vocazioni, poca perseveranza… Questo ci deve sicuramente preoccupare, e molto. Anche a me.
Ma ciò che più ci deve preoccupare è la rinuncia all’utopia, a pensare al futuro e prepararlo con fiducia, a vivere con vera passione il presente.
Certamente, e non c’è bisogno di essere
indovini o profeti, in futuro la nostra presenza in Europa diminuirà di numero. Però
ciò che nulla e nessuno deve togliere è la fiducia assoluta nel Signore, lo stesso «ieri,
oggi e sempre» (Eb 13,8). L’Europa francescana si vedrà ridotta nei prossimi anni in
quanto al numero di frati, ma non possiamo
rinunciare a manifestare «la bellezza della
sequela del Signore» (Vita consecrata, VC,
66). Saremo meno e, con tutta certezza, più
avanzati negli anni, ma non può venir meno
l’impegno a cercare e amare Dio «con tutto
il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,5) e gli altri come noi stessi (cf.
Mt 22, 37-39). Continueremo diminuendo e
invecchiando, però non possiamo rinunciare a iniziare sempre e con rinnovato entusiasmo, in qualsiasi tappa della vita che incontreremo, il cammino della crescita e della fedeltà dinamica e creativa a Cristo, alla
Chiesa, al nostro Ordine e all’uomo del nostro tempo (cf VC 37.71.110).
Per questo non c’è bisogno di essere
molti né di essere giovani. C’è solo bisogno
di desiderarlo e crederlo: desiderarlo, benché ci costa e dobbiamo rinunciare a certe
comodità acquisite; e credere che vale pena,
credere realmente che il Signore non ci ha
ingannato quando ci ha invitato a seguirlo
più da vicino (cf CCGG 5,2). Se iniziassimo a credere! Se osassimo! Quante cose
cambierebbero nella vita di ciascuno di noi
e nella vita delle nostre Province! Quanti
miracoli continuerebbe ad operare il Signore in noi e attraverso di noi!
Cari fratelli, è il momento – e non possiamo lasciarlo per domani, poiché sarebbe
troppo tardi – di gettare le reti (cf Lc 5,4);
non sembra essere il momento più propizio
per la pesca, ma sappiamo che Pietro e i
suoi compagni, essendosi fidati della parola del Signore, «raccolsero una grande
quantità di pesci» (Lc 5,6). Siamo disposti?
Siamo disposti a rinunciare alle nostre sicurezze, e certe evidenze, per fidarci un po’ di
più del Signore?
Essere custodi della speranza: ecco una
missione bella e urgente per tutti noi, Frati
Minori di Europa. Ma per questo la prima
cosa che s’impone è di rinunciare alla logica del fattibile: «Hai ciò che hai e niente altro», si sente dire; oppure: «Siamo tanti e tali», come rispose il portinaio di cattivo
umore a Francesco, secondo il racconto del
frammento sulla Perfetta letizia. Credo,
magari mi sbaglio, che tra di noi sta regnando
l’esaltazione
dell’istituito
e
l’accettazione acritica della pura operatività; tante volte, coscientemente o no, siamo vittime di un radicato scetticismo che ci
impermeabilizza davanti a qualsiasi proposta nuova; spesso siamo vittime di una allergia dichiarata alle grandi parole che ci
impedisce di sognare, e quando un uomo è
incapace di sognare, la cosa è più grave di
quanto appare; non raramente siamo anche
vittime di una risentita delusione per le
grandi promesse che finiscono per discreditare le proposte che possono suonare come
utopiche. Ci manca l’audacia e la capacità
profetica per non lasciarci intrappolare da
programmazioni a corta portata, per non
addomesticare le esigenze della nostra vocazione e missione come se fossero un
qualsiasi ordine del giorno.
È il momento di recuperare una certa auto-stima per saper “vendere” le nostre tele
migliori e non convertirle in semplici ritagli; è il momento di recuperare un ottimismo sano e realista, se non nelle nostre proprie forze, almeno nel Signore e in tanti fratelli che continuano cercando nuove
risposte ai nuovi tempi che stiamo vivendo.
È innegabile che la santità e la miseria si
danno la mano, come è innegabile che a
fianco dei frati che cercano di preparare con
tutte le loro forze un futuro diverso vi sono
frati profondamente toccati dallo scoraggiamento e scavati dalle termiti della mancanza di prospettiva. Chiedo ai primi che non si
scoraggino anche quando sono incompresi
e, a volte, criticati; chiedo ai secondi che
ascoltino l’esortazione di Francesco: «Co-
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minciamo, fratelli»; oppure, ancor meglio,
che ascoltino il Signore che in questa situazione concreta in cui viviamo ci invita a
«andare al largo» e a «gettare di nuovo le
reti».
Avremo un futuro nella misura in cui tutti i frati, ciascuno secondo le sue possibilità,
ci sentiamo in ricerca e in cammino; avremo un futuro nella misura in cui saremo capaci di chiamare le sfide per il loro nome,
affrontarle con profondità e intelligenza e
dare risposte adeguate. Sottolineo il “tutti”,
senza escludere nessuno. Nessuno ha il diritto di restare fuori del recinto per guardare gli altri da una certa distanza, per paura
che risulti ferito dentro il recinto. Meno ancora si giustificherebbe lo stare in agguato
per vedere come gli altri si sbagliano. Tutti
dobbiamo sentirci coinvolti in questo compito e a tutti si deve dare l’opportunità di
cercare nuovi campi di riflessione, nuove
modalità di relazionarsi, nuove occasioni di
vita francescana, nuove sfide alle quali rispondere.
3. “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è
buono (1 Ts 5,21)”
Viviamo in un momento di ricerca e, per
molti, di incertezza e disorientamento (cf
EiE 7). In questa situazione ci sentiamo
«mendicanti di senso» (Spc 6).
Davanti all’instabilità che ciò comporta,
corriamo il rischio di cercare la stabilità,
l’accomodamento. E questo, dobbiamo riconoscerlo, non va con la forma di vita che
abbiamo abbracciato. È nel cammino che
comprenderemo meglio la nostra vocazione
(cf Spc 10), che esige di uscire da noi stessi
per andare incontro all’altro, particolarmente colui che è diverso (cf Spc 22), abbracciare i luoghi di frontiera e abitare la
marginalità (cf Spc 33), «come minori tra i
minori della terra» (Spc 30). Nei luoghi di
“frattura”, per dare una risposta a partire
dalla fede e trasmettere un messaggio che
sia alternativo a qualsiasi tipo di frattura (cf.
Sdp 20). In questo senso, è necessario recuperare la itineranza, soprattutto l’itineranza
interiore, ma non solo essa, come espressione di una disponibilità assoluta a metterci in
cammino (cf Sdp 33).
445
In questo contesto, vedo come una sfida
urgente per la nostra presenza in Europa il
discernimento delle nuove situazioni che si
avvicinano o che già stiamo vivendo. Discernere e cercare sono la nuova forma di
fedeltà che ci chiedono la Chiesa e
l’Ordine, la fedeltà creativa. Dobbiamo optare per Province in cammino, per Entità in
discernimento.
4. Autenticità
Siamo in una società del “cellofan”, dell’immagine, dell’apparenza, della esteriorità. Come si cura l’involucro! La cultura
dell’immagine e dell’apparenza rafforza il
fenomeno dell’immediatezza. Non c’è tempo per scavare, non c’è posto per i grandi
valori. Dall’ingresso, buono è ciò che appare come buono. Ciò provoca con frequenza
una forte crisi di verità: si dice e si predica
una cosa e si pensa e si fa un’altra che non
ha niente o poco a vedere con ciò che si dice o si difende.
La nostra vita francescana, invece, non
appartiene alla cultura dell’apparenza, ma a
quella della profondità. Benché il Frate Minore non debba giudicare né disprezzare
questa cultura del cellofan (cf. Rb 2,17), la
sua vocazione e missione lo situa sempre
molto al di là delle apparenze, nel profondo
della vita, dove sono in gioco i valori. È urgente scommettere per l’autenticità, che
non significa essere perfetti quanto cercare
con tutte le nostre forze di adeguare la nostra vita di ogni giorno alla forma di vita abbracciata con la professione religiosa. E’ urgente «non addomesticare le parole profetiche del Vangelo per adattarle a uno stile di
vita comodo»; al contrario, è imprescindibile «sentire l’urgenza evangelica interiore
di “nascere di nuovo”, tanto a livello personale come istituzionale». È urgente «tornare all’essenziale della nostra esperienza di
fede e della nostra spiritualità per nutrire,
mediante l’offerta liberatrice del vangelo, il
nostro mondo diviso, disuguale e affamato
di senso, così come fecero nel loro tempo
Francesco e Chiara d’Assisi» ( Sdp 2). È necessario, come ci ha ricordato il Capitolo
generale straordinario, lasciare il necessario
per tornare all’essenziale.
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Come fare perché gli uomini ci sentano
vicini e impegnati con la loro causa, ma
senza che questa prossimità e impegno ci
facciano cadere nelle loro contraddizioni?
Come superare la crisi di verità nella quale
tante volte viviamo? Come essere segni
profetici in questa società del cellofan e del
culto dell’esteriorità, senza allontanare gli
uomini e senza sentirsi lontani da essi? Sono le domande che dovremo farci costantemente se non vogliamo finire in un vicolo
cieco.
5. Testimoni di Dio in una società senza
Dio
Viviamo in un mondo che si gloria di
aver “deificato” il presente, i beni, ciò che
si tocca. Come religiosi e come francescani, stiamo offrendo molti e buoni servizi ai
nostri fratelli. Ma non possiamo dimenticare che ciò che di più prezioso possiamo regalare agli uomini e donne del nostro tempo
è un supplemento di spiritualità, di trascendenza. Il resto lo possono comprare: tutto si
vende e tutto si compra; la spiritualità e la
trascendenza, no.
Come Francesco, dobbiamo essere uomini appassionati e catturati da Dio (bene,
bontà, ricchezza, sicurezza…: cf. LodAl).
Godere della visione di Dio: questa è la nostra mèta; far partecipare gli uomini alle
promesse di Dio: questa è la nostra missione; adorare, lodare, pregare, consegnare il
cuore e la mente a Dio: questa è la vocazione e il compito fondamentale del Frate Minore. Niente ci deve distrarre dall’unico necessario; niente, nemmeno il lavoro apostolico più lodevole, può giustificare che Dio
passi in secondo ordine. Solo la sete dissetata può trasformarsi in messaggio, come
nel caso della Samaritana (cf Spc 17). Senza cessare di essere Marta, impegnati a servire a tempo e contro-tempo, dobbiamo
sentirci ugualmente Maria, ai piedi di Gesù,
e questo non per facilità, quanto perché è
ciò di cui hanno più bisogno gli uomini di
oggi e ciò che realmente ci viene richiesto.
Se le nostre fraternità non si trasformano in
“scuole” della ricerca di Dio, in “mense”
dove quotidianamente si condivide il pane
della Parola, in “luoghi privilegiati” di spi-
ritualità, di preghiera e di adorazione, non
saremo dei riferimenti per il mondo.
Cari Ministri provinciali d’Europa, che
cosa ci si chiede di cambiare a livello personale e fraterno, per essere testimoni di
Dio in una società che ha eclissato Dio? Come invocare il nome di Dio se l’uomo postmoderno sa invocare solo la sua immanenza, la terra, ciò che si tocca e si palpa? Noi
Frati minori d’Europa non possiamo misconoscere domande tanto stimolanti.
6. Uomini di dialogo
La situazione in Europa, il suo carattere
pluriculturale e multireligoso, stanno esigendo da noi, Frati Minori, che siamo uomini di dialogo. Il dialogo deve essere considerato come un valore trasversale nella
nostra vita e missione. In quanto tale, il dialogo non è una semplice “attività” o “strategia” per conquistare l’ “altro”, quanto deve
essere un’attitudine costante, un modo di
fare missione, di andare incontro all’ “altro”, missione che parte dal nostro sentirci
“fratelli” di tutti e che comporta: chiarezza
nella propria identità, mansuetudine, capacità di affrontare i conflitti e fiducia, per
esprimerci con libertà e familiarità davanti
agli altri.
Nella nostra missione non si tratta di situarci “a lato” di, “accanto” a, tanto meno
“contro”. Situarci francescanamente richiede realismo, ma al tempo stesso richiede di
“vedere” e “amare” l’altro come fratello e
sorella. Il realismo ci condurrà ad essere coscienti della situazione, molte volte per nulla facile, soprattutto nei Paesi dove i cristiani sono una minoranza. Il realismo ci condurrà a condannare apertamente e senza
palliativi il terrorismo e la violenza, specialmente quando si tratta di giustificarli in
nome di Dio. Realismo sì, però anche vedere l’ “altro” come fratello. Non possiamo
essere dei semplici consumatori di una opinione che generalizza e, spesso giudica e
condanna l’ “altro” come nemico semplicemente. L’episodio del lupo di Gubbio e
quello dei “ladroni” di Montecasale ci mostrano l’attitudine di Francesco e, pertanto,
la nostra attitudine davanti all’ “altro”. Qualunque sia il volto del lupo e dei ladroni, de-
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vono essere sempre visti e amati come fratelli. D’altra parte, questa è la metodologia
da seguire davanti all’“altro” e più particolarmente davanti ai musulmani, che sono
sempre più numerosi tra di noi.
Per arrivare ad essere uomini di dialogo,
abbiamo bisogno di una formazione adeguata, tanto nelle tappe di formazione iniziale che durante tutto il processo di formazione permanente. Questa formazione, tra
gli altri aspetti, dovrà tener presenti i nuclei
seguenti:
• L’antropologia della reciprocità che
ponga chiaramente il significato dell’apertura all’altro, del riconoscimento e
del rispetto dell’altro, del cammino e
dell’incontro con l’altro; che ci interroghi per la presenza di molti “volti nuovi”, che diventano nostri “prossimi” e
che sono “te stesso”, secondo
l’intuizione di Lévinas; che ci interroghi
fino al punto di farci carico dell’altro,
per il quale si esige di uscire da noi stessi, dal nostro egoismo e dal nostro egocentrismo, dalla nostra indifferenza e
dalle eventuali ostilità in relazione con il
diverso, con l’altro.
• La multiculturalità. Una formazione che
tenga presente questo nucleo ci aiuterà a
conoscere, comunicare e convivere con
la diversità, per la interdipendenza reciproca della comune appartenenza; ci aiuterà a valorizzare la persona umana, a
credere nelle persone. Questa è, a mio
modo di vedere, la sfida più grande nel
mondo di oggi, crocifisso dalle guerre
fratricide, etniche e religiose, provocate
dall’egoismo e dalla violenza organizzata. Da qui l’urgenza d’imparare a vivere
insieme: è uno dei quattro pilastri della
educazione indicato dal Rapporto della
Commissione
Internazionale
per
l’educazione nel secolo XXI dell’UNESCO (1996). In questo contesto mi sembrano molto opportune le raccomandazioni del noto ebreo Nazim Hikmet a suo
figlio Mchmet: “Non vivi come ospite in
questo mondo, né come turista della natura; vivi nel mondo come nella tua casa
paterna. Credi nel grano, nella terra, nel
mare, ma soprattutto credi nell’uomo.
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Sii attento che ti dolgano i rami che si
seccano, le stelle che cadono, la tristezza
di un animale ferito che vagabonda, ma
soprattutto che ti dolga la tristezza dell’uomo. Desidero che tu gioisca di ogni
bene della terra: la luce, le ombre, le
quattro stagioni; però desidero soprattutto che sia l’uomo che ti dia la gioia maggiore”. Mi sembra ogni volta più urgente
avere la passione per la causa della persona umana che merita tutto il rispetto,
tutta la nostra attenzione, e, soprattutto,
tutto il nostro amore. A che vale cercare
di salvare la natura minacciata da tutte le
parti se non salviamo l’uomo, ugualmente minacciato? Una formazione in chiave
multiculturale ci aiuterà a passare dall’
“io” al “noi”. In una cultura dominata dal
“soggettivismo” vedo necessario lottare
apertamente contro il soggettivismo esacerbato e tutto ciò che porta con sé: egoismo, etnocentrismo, particolarismi che
fomentano la percezione negativa dell’altro, la quale alla lunga può provocare
attitudini di paura, indifferenza, intolleranza e razzismo nelle sue diverse forme.
L’assolutizzazione della propria identità
e l’attaccamento alle proprie particolarità
portano al disprezzo degli altri e dell’altro. La soluzione? La soluzione sta nel riconoscimento dell’altro, nel riconoscimento della stessa dignità dell’altro.
L’altro esiste con me, vive con me e uniti formiamo la “famiglia umana”, come
appare nella dichiarazione universale dei
diritti umani, e quindi è degno di quel rispetto che io desidero per me.
Un’educazione in chiave di multiculturalità ci aiuterà a camminare verso
l’altro, è come dire lasciarci educare
dall’altro, dal diverso, in un’attitudine
di apertura, umiltà, gratitudine, cooperazione, solidarietà. Camminare verso
l’altro, è come dire che l’altro sia il criterio e la misura delle mie azioni. Ciò
porta all’ascolto, al rispetto, all’amore…
• Formazione nella cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. Con ciò considero necessario superare i modelli formativi basati sul concetto di perfezione
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individuale e di oggettività sacrale, in favore di modelli fondati sul concetto di
incontro e di dialogo. A mio modo di vedere, ciò comporta: uscire dalla propria
cerchia sociale, lasciare le sicurezze dalla propria tradizione culturale, per poter
incontrare il diverso da se stesso e al medesimo tempo mostrare come giustamente in questo abbandono di se stesso,
in questo continuo cammino di kénosis
verso lo “straniero”, la persona si realizza e realizza la sua vocazione. Trovare
parole capaci di creare comunione con
le persone che sono differenti. È indispensabile formarci e formare al rispetto
per il “differente”, con la capacità di
ascoltare e di tener in conto i punti di vista di coloro che sono diversi. È prioritario formarci e formare ad “abbracciare”
e non solo a “sopportare” le differenze
etniche, culturali e teologiche, anche
nelle nostre fraternità.
• Nell’èra della “relazione virtuale” è fondamentale educarci a vivere in una relazione che sia insieme profonda, libera e
liberante. Solo in questo tipo di relazione si potrà ascoltare l’altro nella sua “alterità”, senza cadere nella tentazione di
ridurlo ai nostri schemi, fino ad arrivare
ad eliminarlo. Si tratta, poi, di un cammino di crescita nella libertà, intesa come controllo sopra se stesso che porta alla consegna di sé.
Conclusione
Al termine di queste riflessioni desidero
riaffermare una profonda convinzione: è
vero che stiamo in un momento di crisi, il
momento che ci è toccato di vivere in Europa non è facile, però se desideriamo rispondere ad alcune delle molte sfide che ci presenta l’Europa in questi momenti e se cerchiamo una rivitalizzazione-rifondazione
delle nostre Entità e della nostra vita e missione, non possiamo rinunciare alla missione che, per altro lato, è essenziale alla nostra forma di vita. Noi Frati Minori
d’Europa ci troviamo davanti ad un kairos
che non possiamo non utilizzare. Sono convinto che al francescanesimo europeo restano ancora tempo e forze per lasciarci muo-
vere dalla fantasia missionaria e per introdurre importanti innovazioni nella nostra
vita e missione. Basta che non ci addormentiamo sugli allori. Un carisma, anche il
francescano, senza fantasia missionaria
perde la sua ragione di essere.
Lo Spirito ci sussurra: “non aver paura,
piccolo gregge”. “I vostri anziani avranno
sogni, e i vostri giovani avranno visioni”.
Per questo la speranza abita in noi, nonostante la precarietà.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
7. Discorso ai Frati della Provincia “San
Leopoldo”
Puping, 21 ottobre 2007
Cari Fratelli,
il Signore vi dia pace!
La presenza tra voi di Fr. Jakab, Definitore generale, e la mia vogliono essere oggi
segno della viva partecipazione del Governo generale e di tutto l’Ordine a questo momento, insieme storico e solenne, che vede
la nascita della nuova Provincia “San Leopoldo”.
Desidero, anzitutto, ringraziare ufficialmente FR. CLAUDIO GROß, Visitatore generale, che vi ha accompagnato in questi mesi
ha permesso al Definitorio generale di seguire da vicino il cammino che stavate
compiendo. Ma desidero dire il mio sentito
grazie anche ai Ministri della Provincia
“Beato Engelberto Kolland” e della Provincia “San Bernardino da Siena”, ai rispettivi
Definitori e a tutti i Frati di queste Entità,
perché, ciò di cui oggi siamo testimoni, è
frutto dell’impegno profuso da ciascuno.
In un tempo in cui noi, Frati Minori, siamo chiamati ad un rinnovamento radicale
della nostra vita e missione, e in cui
l’Ordine si è impegnato in un cammino di
profonda conversione, la nascita di una
nuova Provincia costituisce per tutti un forte richiamo alla necessità di non lasciarsi intrappolare dal passato, per poter continuare
ad abbracciare il futuro con speranza. Sappiamo bene quanto tutto questo richieda co-
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raggio, ma sappiamo anche che è questa la
direzione verso cui lo Spirito ci spinge. Si
tratta per voi di un cammino iniziato ormai
diversi anni fa con l’unione della due Province del Tirolo nella Provincia “Beato Engelberto Kolland” e che ora si compie con
la fusione di questa con la Provincia “San
Bernardino da Siena”. Ma quanto stiamo
vivendo non rappresenta solo il felice esito
dei tanti sforzi compiuti in questi anni, ma è
un vero kairós. A voi, cari Fratelli, è stato
donato di vivere questo particolare momento di grazia, perché grazie a questo nuovo
inizio, siate sempre più fedeli alla forma di
vita che avete abbracciato, qualificando la
presenza francescana in questa terra, rispondendo alle sempre nuove attese della
gente tra cui vivete e annunciando a tutti il
Vangelo di Gesù Cristo.
Voglio, quindi, ringraziare i Frati che
hanno accettato di farsi carico in prima persona di questa responsabilità e si sono impegnati ad essere promotori e animatori di
questa missione, il nuovo Governo della
Provincia: il Ministro provinciale, Fr. Rupert Schwarzl, il Vicario provinciale, Fr.
Gottfried Wegleitner, e i Definitori, Fr. Willibald Hopfgartner, Fr. Alexander Puchberger, Fr. Matthias Maier, Fr. Ulrich Zankanella e Fr. Fritz Wenigwieser.
Saranno loro a portare principalmente la
responsabilità di questa nuova casa che andate ad edificare, ma ciascun Frate della
Provincia è tenuto ad offrire la propria totale disponibilità ad una piena collaborazione
con il nuovo Governo. Una collaborazione
che vede coinvolti i Guardiani, i Formatori,
i Frati che saranno nominati responsabili dei
vari settori della vita della Provincia, ma che
si deve estendere a tutti, dal Frate più anziano al più giovane. Nessuno può sentirsi esonerato dall’offrire il proprio contributo. Solo in questo modo gli sforzi fin qui fatti non
saranno resi vani e procederete insieme in
quella comunione che, come voleva il nostro padre san Francesco, è la prima forma
della nostra testimonianza evangelica.
Nella misura in cui vi impegnerete in
questo cammino, crescerete in quel senso di
appartenenza reciproca, in cui ciascuno ritrova se stesso e si sente al proprio posto. La
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Provincia diventerà così lo spazio dell’accoglienza del Fratello, dell’unità, dell’amicizia e della tenerezza. Il luogo in cui si è disposti ad accettare la correzione fraterna e
dove si vive la gioia della riconciliazione.
Ma camminare insieme, per una Fraternità
provinciale, significherà anche, e prima di
tutto, condividere la ricerca di Dio, testimoniandola con un’intensa vita di preghiera
personale e comunitaria, che si trasforma
misteriosamente in luce per la vita di fede
dei Fratelli, rinsalda i vincoli della comunione e diventa motore di ogni attività.
Vi sarà allora posto per i diversi carismi,
per i diversi caratteri e anche per le diverse
storie, perché tutto contribuirà ad arricchire
l’unico corpo, a cui tutti appartenete. Nella
ricerca del progetto che Dio ha per questa
nuova Entità che oggi si costituisce, siete
chiamati a convertirvi e a diventare, con la
parola e la vita, Vangelo vivente per tutti,
ma soprattutto per coloro da cui nessuno
vuole andare, per gli ultimi, gli esclusi, coloro che la nostra società allontana. Minori
tra i minori siete chiamati a «proteggere la
dignità dell’altro a partire da una minorità
assunta personalmente come sentiero di salvezza comunitaria» (Spc 33).
Ma, come fece con i primi discepoli, il
Signore invita anche voi a varcare i confini
della vostra terra e a farvi sedurre dall’annuncio alle genti, soprattutto in quei luoghi
dove già l’Ordine si è impegnato con diversi progetti. Quella missionaria è una dimensione costitutiva della nostra vocazione.
Francesco non è rimasto legato ad Assisi,
ma fin da subito ha voluto portare il Vangelo che aveva ascoltato fuori dalla sua terra.
Le Entità da cui provenite, inoltre, sono
sempre state ricche di Frati che hanno dedicato la loro vita per l’annuncio del Vangelo
ai lontani. La Provincia “San Leopoldo”
non può che nascere nel solco di questa
grande tradizione missionaria, che già vi accomuna.
È la vostra storia che vi ha condotto qui
oggi. La storia dei Frati Minori che in questa terra, lungo i secoli, hanno sempre saputo adattarsi e trasformarsi, per rispondere
nel migliore dei modi ai continui cambiamenti della società. Se nasce questa nuova
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Entità, quindi, è proprio perché il vostro vivere la vocazione francescana ha saputo
evolversi e dare risposte concrete ai segni
dei tempi. Dovete, dunque, oltre che custodire gelosamente la vostra storia, anche narrarla, perché in essa tutti possano leggere le
grandi opere che il Signore ha compiuto in
coloro che vi hanno preceduto. Continuate
ad essere uomini di dialogo, che sanno attraversare le frontiere per costruire comunione; in una Chiesa a volte sofferente e sfigurata, in un mondo che ci appare sempre
più lacerato, come veri francescani siate
nella vostra Chiesa costruttori di unità e per
tutti un dono di pace.
La passione per il Vangelo e per
l’umanità, che vi ha fatto giungere fino ad
oggi, continui ad animarvi anche per il futuro. Per questo è necessario che vi lasciate
continuamente plasmare dalla Parola di vita
e interrogare dal mondo in cui vivete. Ciò significa proseguire sul cammino di conversione che avete intrapreso, per andare incontro all’altro e, con lui, aprirsi alla possibilità
di nuovi inizi. Solo in un contesto di conversione-formazione è possibile accogliere con
gioia e vivere con passione le nuove situazioni che il Signore continuamente pone sulla strada di ciascuno. Credo che ciò sia valido sempre, ma sia vitale per voi che state per
iniziare questa nuova esperienza.
Da ultimo, anche se possono essere molte le difficoltà e i dubbi che si presentano,
tuttavia non dobbiamo avere paura. Il Signore è con noi e tutto è possibile in Colui
che dà la forza. Questa fede è la sola vera
possibilità che abbiamo per continuare a
camminare. Il Signore è fedele e non abbandonerà ora il suo servo, così come non
lo ha mai abbandonato. Non possiamo avere paura di fronte a quanto ci attende. Non
dobbiamo guardare alla fragilità delle forze.
Francesco con pochi compagni e senza
grandi strutture ha saputo diffondere
l’amore per Gesù Cristo per tutta l’Europa
e oltre. Il Celano dice che lo stesso Francesco non si curava minimamente del numero
dei suoi figli, anzi quando vide che erano
aumentati disse: «Oh potesse venire, dico,
venga il giorno in cui il mondo vedendo i
frati minori assai di rado ne abbia stima per
il loro piccolo numero». Chiediamo allora
al nostro serafico Padre, prima ancora del
dono delle vocazioni, che ci ottenga dal Signore il dono di una fede simile alla sua, di
un amore altrettanto ardente, di una speranza che non si estingue.
Cari Fratelli, che Maria, vergine fatta
Chiesa, e san Leopoldo, patrono della nuova Provincia, intercedano per voi presso il
suo Figlio e vi ottengano il dono di una fedeltà creativa alla forma di vita che avete
promesso al Signore di osservare.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
8. Incontro con le Suore francescane
Roma, Aracoeli, 3 novembre 2007
CELEBRANDO IL DONO
DELLA NOSTRA COMUNE VOCAZIONE
Rm 11, 2-2ª. 11-12. 25-29;
Sal 93, 12-13ª. 14-15. 17-18; Lc 14, 1. 7-11
Carissime Sorelle,
carissimi Fratelli,
il Signore vi dia pace!
Alla soglia delle celebrazioni del giubileo della fondazione dell’Ordine dei Frati
Minori con l’approvazione della cosiddetta
proto-Regola da parte del “signor Papa”,
Inocenzo III, il Definitorio generale dell’Ordine dei Frati Minori, insieme al Ministro provinciale della Provincia di Roma,
abbiamo pensato di fare un incontro con
tutte voi, carissime Sorelle, proprio qui a
Aracoeli, culla di tanti Istituti femminili legati al nostro Ordine, particolarmente durante il generalato di Fr. Bernardino da Portogruaro.
In questa circostanza, così bella e particolare, la mia prima parola è di gratitudine
a tutte voi per avere accolto l’invito a partecipare a questo incontro di famiglia. Ma vedendovi così numerose, e pensando a tanti
altri Istituti associati a noi – sono più di 400
questi Istituti –, non posso non ringraziare
ancora di più il “Padre delle misericordie”,
perché ci ha donato Francesco e Chiara, e,
con loro, tanti uomini e donne che, ispiran-
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dosi al loro esempio, in questi otto secoli di
storia francescana, con fede salda e volontà
decisa, hanno seguito e seguono più da vicino il Signore nostro Gesu Cristo.
Apriamo, allora, il nostro cuore alla lode
ed esaltiamo il Signore, nostra forza, nostra
roccia, nostra fortezza, nostro liberatore e
nostro riparo (cf Sal 18,1), confessando con
il salmista che la nostra eredità, il dono della vocazione, è bella e ci piace davvero (cf
Sal 16,6).
Guardiamo in questo momento la nostra
storia personale, la storia del nostro Ordine
e dei vostri Istituti e pieni di stupore, per
quanto il Signore ha fatto in noi e nelle nostre Fraternità, confessiamo ad alta voce: «o
Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo
nome su tutta la terra!» (Sal 8,1). Sì, quanto
grande è il tuo amore e la tua misericordia
per noi, o Signore! Nei momenti difficili ti
abbiamo invocato (cf Sal 18,7) e sei diventato il nostro scudo (cf Sal 3,4). Quando i
nostri piedi hanno vacillato, la tua grazia,
Signore, ci ha sostenuto (cf. Sal 93,18). Anche se l’infedeltà e il peccato si sono fatti
presenti nella nostra vita e nella nostra storia, tu, o Signore, non ci hai respinto né abbandonato (cf. Sal 93,14). Nei momenti
d’angoscia ci hai steso la tua mano e ci hai
preso; ci hai tratto fuori delle acque profonde, ci hai liberato e sei diventato il nostro
sostegno (cf Sal 18,17-19). E oggi, con il
cuore pieno di riconoscenza, vogliamo cantare le tue gesta, rallegrarci, esaltare e cantare il tuo nome (cf Sal 9,2-3).
Sí, cari Sorelle e Fratelli, apriamo il nostro cuore alla lode e alla gratitudine, cantiamo al Signore, celebriamo il suo santo
nome (cf Sal 30,5). In Lui non vacilleremo,
per sua grazia e bontà resteremo sempre fedeli (cf Sal 30,8). Che la nostra celebrazione sia una vera eucaristia perché, anche se
la nostra fedeltà venisse meno, «i doni e la
chiamata di Dio sono irrevocabili» (Rm
11,29). Ed è proprio questo che ci dà speranza, non soltanto per guardare il passato
con gratitudine, la nostra storia non è soltanto nostra, ma è soprattutto storia del Signore, ma anche per abbracciare il futuro
con speranza e vivere il presente con passione (cf NMI 1).
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In questi momenti di calo numerico dei
nostri Istituti a causa della scarsità di vocazioni, è importante leggere la prima lettura
riferendola a noi: Dio non ci ha ripudiato,
come magari si può pensare vedendo le nostra statistiche. È impossibile, dice Paolo riferendosi a Israele (cf Rm 11,1). È impossibile, possiamo dire anche noi se guardiamo
la nostra storia con occhi di fede. Anche
noi, come Israele, siamo stati scelti e la sua
fedeltà non viene meno. Non ci sta indicando il Signore, con queste prove che stanno
attraversando la nostra vita, che dobbiamo
essere meno presuntuosi e vivere un po’ più
da minori? Non dovremmo leggere la nostra storia attuale, come quella del passato,
come una storia d’amore da parte di Dio e
una chiamata ad essere più fiduciosi nella
sua potenza che continua a scegliere la debolezza per confondere i forti?
«Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi
si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). Di fronte alla “struttura del mondo” (cf 1Gv 2,16),
basata sulla ricchezza, vanagloria, e superbia, i tre gradini che conducono alla perdizione, Gesù ci propone la sua struttura basata sull’umiltà, la povertà, l’umiliazione.
All’ultimo posto troviamo il Signore Gesù
Cristo, che sta in mezzo a noi come colui
che serve (cf Lc 22,25-27). Chi desidera seguire Gesù, lo trova lì, all’ultimo posto. È il
capovolgimento della logica dell’uomo già
cantato nel Magnificat. Evangelicamente
parlando, non contano più i nostri numeri –
cavalli e cavalieri –, ma la forza che ci viene dal Signore, che viene in aiuto del povero e dell’umile.
In questo contesto sono convinto che il
Signore ci chiede di tornare all’essenziale,
anche se per questo dovremo, tante volte, rinunciare al necessario. «Tornare all’essenziale della nostra esperienza di fede e della
nostra spiritualità»: per dare autenticità alla
nostra sequela di Cristo, per contribuire a
«far sorgere una nuova epoca» e «suscitare
una nuova visione della vita e delle relazioni» (cf Il Signore ti dia pace, Doc. Capitolo
generale 2003, 2). Questa è la “chiave” per
comprendere e rispondere come membri
della Famiglia francescana alle attese della
Chiesa e del mondo. Ma non basta tornare
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all’essenziale: è indispensabile creare le
possibilità per vivere l’essenziale e per offrire risposte secondo il nostro carisma. Tra
le varie scelte o “strategie” per rendere concrete tali possibilità, vedo necessaria la collaborazione tra noi. Anzi, sono convinto che
da questa dipende in gran parte il futuro della nostra famiglia. È una esigenza che ci
viene dal nostro essere famiglia.
Si tratta, allora, di acquisire una cultura
della solidarietà e della collaborazione al
servizio del futuro comune. È vero che in
questo, come in altri aspetti della nostra vita, abbiamo fatto un lungo cammino, ma è
anche vero che la cultura della collaborazione e della solidarietà deve trovare sempre più spazi, particolarmente in questo momento in cui stiamo per celebrare gli 800
anni della nascita del carisma francescano.
In un mondo diventato un unico “villaggio”, il rischio di pensare, di progettare, di
occuparsi e preoccuparsi dei “propri luoghi” è ancora molto forte, all’interno della
nostra famiglia.
La nostra ragion d’essere francescani e
francescane ha la possibilità di essere vissuta senza acquisire la mentalità dell’andare
all’incontro dell’altro e senza la disponibilità a condividere le nostre ricchezze e le
nostre povertà? Il “modo francescano” di
essere operai nella “Vigna” è possibile senza il concorso di varie esperienze e il “sentire comune” sui valori della spiritualità
francescana?
La cultura della collaborazione, però,
non è importante soltanto per avere la possibilità di realizzare aspetti essenziali del
nostro carisma, ma per essere: signum fraternitatis; per vivere la nostra vocazione
nella Chiesa e nel mondo: «far conoscere la
spiritualità della comunione, prima di tutto
al proprio interno e poi nella stessa comunità ecclesiale ed oltre i suoi confini, aprendo e riaprendo costantemente il dialogo della carità, soprattutto dove il mondo di oggi
è lacerato dall’odio etnico e dalle follie
omicide» (VC 51).
Una collaborazione, pertanto, che coinvolge tutti noi, nessuno escluso, dovuta all’indole pluriculturale e internazionale del
nostro Ordine e dei vostri Istituti, diventa
testimonianza di «comunione tra i popoli, le
razze e le culture», annunzia «la possibilità
di un mondo accogliente, giusto, tollerante
e pacificato» (SdP 40; cf VC 51). Questo è
uno degli aspetti essenziali della nostra missione in un mondo frammentato, diviso e
tante volte in scontro aperto.
Che la celebrazione dell’VIII Centenario
della fondazione dell’OFM, e quindi della
nascita del carisma francescano, ci aiuti a
vivere più da Sorelle e Fratelli, non soltanto in profonda comunione, che già esiste,
ma anche in aperta collaborazione. È un
modo concreto di celebrare il dono della nostra comune vocazione e di testimoniare al
mondo che siamo contenti di essere francescani e francescane, come è previsto della
terza tappa del cammino giubilare che noi
Frati Minori abbiamo appena iniziato per
commemorare gli 800 anni della grazia degli origini. Maria Immacolata e il padre san
Francesco, insieme alle vostre Fondatrici e
ai vostri Fondatori, ci accompagnino in
questo cammino bello e appassionante.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
9. Omelia per la festa del beato Giovanni Duns Scoto
Roma, Curia generale, 8 novembre 2007
GIOVANNI DUNS SCOTO
MAESTRO DI PENSIERO E DI VITA
1Cor 13, 1-10; Mt 25, 31- 46
Carissimi,
il Signore vi dia pace.
Celebriamo oggi la festa del nostro confratello il Beato Giovanni Duns Scoto, nato
in Scozia verso il 1265 e morto a Colonia
l’8 novembre 1308. Il 6 luglio 1991 Giovanni Paolo II confermò solennemente il
culto pubblico e il titolo di Beato, che, a
partire dal giorno della sua morte, gli furono attribuiti, oltre che nell’ambito dell’Ordine francescano, anche a Colonia, a Edimburgo e, particolarmente, a Nola. Lo stesso
Papa il 20 marzo 1993, nella Basilica di S.
Pietro, gli rese solenni onori liturgici, con la
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partecipazione numerosa ed esultante della
Famiglia Francescana.
In Giovanni Duns Scoto, secondo le parole di Giovanni Paolo II, contempliamo un
vero «maestro di pensiero e di vita». In lui
riconosciamo, a dire di Paolo VI, il «rappresentante più qualificato» della Scuola
francescana, la cui dottrina «edifica vigorosamente la Chiesa, sostenendola nella sua
urgente missione di nuova evangelizzazione dei popoli della terra» (Giovanni Paolo
II). Ricercatore instancabile dell’unità della Chiesa, si presenta ancora oggi come modello di dialogo, mosso «non dalla contenziosa singolarità di vincere, ma dall’umiltà
di trovare un accordo» (Giovanni de Gerson, Lections duae Poenitemini, in AAS
58[1966]614).
In questo momento in cui sentiamo
«l’urgenza di tornare all’esenziale della nostra spiritualità per nutrire mediante
l’offerta liberatrice de Vangelo, il nostro
mondo diviso, disuguale e affamato di senso» (Spc 2), per non «essere facile preda del
fondamentalismo e delle tendenze emotive
del presente», e non cadere nella tentazione
«di smarrire il nostro contributo specifico,
con interpretazioni scorrete che lo rendono
funzionale ad altri ‘padroni’ del pensiero e
dell’azione» (Spc 13), è urgente ricuperare
il patrimonio filosofico e teologico del nostro Ordine; è necessaria una conoscenza
più profonda dei nostri maestri, e particolarmente di Giovanni Duns Scoto, di cui oggi iniziamo le celebrazioni del VII Centenario della sua morte.
Scoto, il cantore della Vergine Immacolata, non è soltanto l’ultimo degli oltre cinquanta dottori francescani che formano la
cosiddetta Scuola francescana, ma è «il rappresentante più qualificato» di detta Scuola
(Paolo VI, Alma Parens = AP 8) e il «perfezionatore» di San Bonaventura (AP 6). Nelle sue opere alita «lo spirito serafico del Patriarca Assisiate, subordinando il sapere al
ben vivere», e asserendo «l’eccellenza della carità sopra ogni scienza» (AP 9). In
quanto tale, Scoto fa parte del «patrimonio
perennemente valido» (AP 7) che ci porta a
una «una solida e armonica conoscenza dell’uomo, del mondo e di Dio» (De institutio-
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ne sacerdotali).
Come è attuale la dottrina di Scoto! Se
fosse ben conosciuta, quanto ci aiuterebbe
nell’opera dell’evangelizzazione la sua dottrina sul primato di Cristo, che egli chiama
«l’oceano d’ogni perfezione», «il primo che
è fine d’ogni cosa» (AP 12)! Quanto ci può
aiutare nel campo del dialogo ecumenico la
dottrina del Dottore Sottile, particolarmente
con la Chiesa Anglicana, dal momento che la
sua dottrina per ben tre secoli, prima della separazione, è stata materia di studio nelle
Scuole britanniche (cf. AP 14)! Quanto insegna a tutti, particolarmente agli studiosi!
Egli, infatti, fu uno studioso critico e ricercatore costante della verità, in profonda riverenza e comunione con il magistero della
Chiesa (cf AP 16), un teologo che «assegna
alla carità una funzione egemonica» (AP 15)
e che «costruisce perché ama, ed ama di un
amore concreto che è praxis» (AP 14).
Ma l’amore è un’esigenza di vita: ci definisce e ci rivela come discepoli e missionari di Colui che ci ha amato fino alla fine.
Un amore che ha come note caratteristiche
la magnanimità e la benignità. Un amore
che non è invidioso, geloso, non si vanta,
non si gonfia, non è interessato, non tiene
conto del male ricevuto... Un amore così ci
fa ci fa diventare immagine e somiglianza
di Colui che è l’amore (1Gv 4, 8). Un amore concreto, un amore che, perché è praxis,
diventa vita e si rivela nella vita di ogni
giorno: visitando i malati, dando da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete,
vestendo chi è nudo: «ogni volta cha avete
fatto queste cose a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt
25, 36.40). Che cosa sarebbe la nostra vita
senza amore? Paolo lo ha detto chiaramente: non sarebbe niente, sarebbe “come un
bronzo sonante o un cembalo squillante”
(cf. 1Cor 13,1ss). Dall’altra parte, il Vangelo ci dice che sarebbe una vita, senza senso,
sprecata. Nel confronto “faccia a faccia”
con il Dio amore, noi credenti sentiamo
l’esigenza impellente di trasformare in servizio degli altri tutta la nostra vita.
«Nei santi diventa ovvio: chi va verso
Dio non si allontana dagli uomini, ma si
rende invece ad essi veramente vicino»
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(Deus Caritas est = DC 42). Chi assimila la
dottrina di Scoto non può non essere vicino
a coloro che Dio ama. «I santi sono i veri
portatori di luce all’interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore» (DC 40). Ci illumini Scoto
nella nostra vita, particolarmente in questo
anno in cui celebriamo il VII Centenario
della sua morte.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
10. Saluto all’atto accademico per il 60°
della Pontificia Accademia Mariana
Internazionale
Roma, PUA, 10.11.2007
Eminenza Reverendissima, Cardinale
Zenon Grocholewski, le porgo i miei più
distinti saluti e le esprimo la mia gratitudine per aver accettato di presiedere questo
atto accademico con cui la Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha voluto
onorare la memoria del Servo di Dio Giovanni Paolo II nel 60° anniversario della
sua fondazione. Profitto di questa circostanza per esprimerle il mio grazie anche
per l’attenzione e la stima con cui segue
l’attività della nostra Pontificia Università
Antonianum.
Saluto e ringrazio cordialmente anche
Fr. Vincenzo Battaglia, Presidente della
Pontificia Accademia Mariana Internazionale, e il Segretario della medesima, Fr. Stefano Cecchin, Mons. Sławomir Oder, Postulatore della causa di beatificazione di
Giovanni Paolo II, Mons. Marcello Bordoni, Presidente della Pontificia Accademia di
Teologia. Mons. Teofil Siudy, Presidente
dell’Associazione Mariologica Polacca e
Fr. Manuel Blanco, Vice Rettore della Pontificia Università Antonianum, in rappresentanza del Rettore Magnifico. Un saluto
cordiale a tutti voi qui presenti, studiosi e
cultori di mariologia, soci della PAMI e delle Società Mariologiche Nazionali, professori, studenti e cortesi ospiti.
La Pontificia Academia Mariana Internationalis celebra quest’anno il 60° anni-
versario della sua fondazione, avvenuta nel
1947. Rivisitandone la storia, vanno menzionati innanzitutto due fatti che ne hanno
determinato la nascita.
Innanzitutto, la “caratteristica mariana”
dell’Ordine dei Frati Minori che ha promosso, fin dalle origini, lo sviluppo della
dottrina mariologica e la pratica della pietà
mariana, specialmente attraverso l’insegnamento e l’opera dei grandi maestri della
scuola francescana e dei predicatori.
Si deve ricordare poi il grande “movimento mariano” che, dopo la proclamazione dell’Immacolata Concezione (1854), si
dedicò alla definizione del dogma dell’Assunta.
In secondo luogo, desidero ricordare alcune date tra le più significative.
Il 27 luglio 1946 il Definitorio Generale
dell’Ordine dei Frati Minori (ARCHIVIO PAMI, Lettera prot. 70/46) nominava una
Commissio Marialis Franciscana con sede
all’Antonianum, assegnandole il compito di
organizzare e dirigere le iniziative che
l’Ordine avrebbe intrapreso nell’ambito degli studi mariologici e della pietà mariana.
Con lettera del Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, in data 30 aprile
1947, venivano approvate ufficialmente dal
Definitorio Generale le “Ordinationes peculiares” di questa Commissio Marialis
Franciscana (ARCHIVIO PAMI, Lettera
prot. 13/47). Nell’art. 15 si disponeva che il
Consiglio Centrale della Commissio costituisse quanto prima in Roma una Academia
Mariana, con lo scopo di organizzare conferenze scientifiche e di curare le edizioni
della “Bibliotheca Mariana”.
L’Academia fu presentata ufficialmente
all’Ordine il 29 aprile 1947 dal Ministro
Generale Pacifico Perantoni durante il “Primo Congresso Mariologico dei Frati Minori d’Italia”; al riguardo egli disse: «Mi è
inoltre sommamente gradito annunciare che
nel nostro Collegio di S. Antonio è istituita
l’Accademia Mariana per illustrare con
conferenze scientifiche e discussioni i privilegi mariani» (AAVV., Atti del Congresso
nazionale mariano dei Frati Minori
d’Italia, Commissio Marialis Franciscana,
Roma 1947, p. 16).
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A tale riguardo Fr. Carlo Balić dichiarò:
«la principale benemerenza che si è acquistato l’attuale Ministro Generale (Perantoni) nel campo mariano sta nell’aver legato
indissolubilmente il suo nome all’istituzione della Commissione Mariana Francescana e dell’Accademia Mariana» (C. BALIĆ, Il contributo dei Frati Minori al movimento mariologico moderno, in Marianum
11 (1949) p. 447).
A Fr. Balić – che ricordiamo nel trentesimo anniversario del suo ritorno alla casa del
Padre – va riconosciuto il grande merito di essere stato non solo il primo presidente dell’Accademia, ma anche e soprattutto un continuatore degli studi e delle ricerche in campo
mariologico che l’Ordine francescano ha promosso fin dalle origini. Il Balić è stato uno
studioso di grande valore, apprezzato in campo internazionale. Notevole è stato il contributo scientifico che ha dato sia alla definizione del dogma dell’Assunta, sia alla stesura
del capitolo VIII della Lumen Gentium.
Nell’ambito delle iniziative messe in atto per celebrare il 60° anniversario della
fondazione dell’Accademia Mariana, la
presentazione del libro della Società Mariologica Polacca dedicato al magistero mariano di Giovanni Paolo II assume un rilievo
del tutto particolare, in quanto rappresenta
un segno concreto e un frutto prezioso della fattiva collaborazione tra l’Accademia e
le Società mariologiche nazionali.
Inoltre, va sottolineato che questa pubblicazione, insieme ad altre iniziative scientifiche, come la celebrazione dei Congressi
Mariologico-Mariani Internazionali, la traduzione in varie lingue del testo della PAMI
La Madre del Signore (francese, polacco,
ceco, sloveno, inglese), stanno ad attestare
la feconda opera di coordinamento e di animazione che l’Accademia svolge nell’ambito internazionale.
Il libro che oggi viene presentato è un
omaggio che l’Accademia Mariana ha voluto dedicare al Pontefice Giovanni Paolo II
sia per il notevole contributo da lui dato alla mariologia con il suo magistero e la testimonianza della sua profonda devozione alla Vergine Maria, sia per la speciale attenzione verso la nostra Accademia, mani-
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festata soprattutto in occasione dei Congressi Mariologico Mariani Internazionali
di Czestochowa (nel 1996), e di Roma (nel
2000 e nel 2004).
In questo 60° anniversario della fondazione della PAMI, mentre ringrazio Fr. Vincenzo Battaglia OFM e Fr. Stefano Cecchin
OFM per il lavoro che svolgono come Presidente e Segretario della PAMI, formulo i
migliori auguri alla Pontificia Accademia
Mariana Internazionale per un’attività sempre più proficua nel campo degli studi mariologici e della devozione mariana, svolta
al servizio della Chiesa, delle istituzioni accademiche e dei centri di studio, dell’Ordine dei Frati Minori, per la crescita umana e
spirituale dell’umanità che affidiamo ancora una volta all’amorosa e materna protezione della beata Vergine Maria.
Termino questo mio intervento facendo
mie le parole del Beato Giovanni XXIII, al
quale la nostra Accademia deve il titolo di
Pontificia: «È nostro desiderio che questa
nostra Accademia come ha fatto sino ad oggi, così abbia premura di adoperarsi per
l’avvenire in modo amichevole unendo le
forze e gli intenti con tutte le altre Accademie e Società Mariane che esistono in tutto
il mondo per contribuire a dare lode ed onore alla Vergine Maria» (Motu Proprio Malora in dies, 8 dicembre 1959).
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
11. Omelia in occasione del 60° anniversario della Pontificia Accademia Mariana
Roma, PUA, 10.11.2007
2Mac 7, 1-2, 9-14; Sal 16
2Ts 2, 16-3, 5; Lc 20, 27-38
Carissimi fratelli e carissime sorelle,
le parole di Gesù che chiudono il brano
evangelico appena letto rappresentano per
tutti noi un annuncio apportatore di gioia e
di speranza: «Dio non è dio dei morti, ma
dei vivi; perché tutti vivono per lui». Questo “Vangelo della speranza cristiana” risuona anche nel brano che è stato procla-
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mato come seconda lettura, dove l’apostolo
Paolo ci ricorda che Dio Padre nostro «ci ha
amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza».
La liturgia della parola ci annuncia oggi,
ancora una volta, la nostra speranza, che si
concentra sia nel desiderio di contemplare
un giorno, dopo la morte, il volto di Dio, sia
nell’attesa della Parusia del Signore Gesù.
Questo messaggio, come ben sappiamo, accompagna e caratterizza le ultime domeniche dell’anno liturgico, che si concluderà
fra due settimane con la solennità di Gesù
Cristo Re dell’universo.
«Ci sazieremo, Signore, contemplando il
tuo volto». Il versetto del salmo responsoriale ci insegna a riprendere, in forma di preghiera, la confessione di fede fatta da uno dei
sette fratelli martiri, di cui fa memoria la prima lettura: «È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento
delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati». Dio dona ai giusti che vivono nella
piena fedeltà a Lui di contemplare il suo volto, ma questo dono è e sarà così sovrabbondante, così incessante che davvero «ci sazieremo», anche se, nello stesso tempo, non ci
sazieremo mai di godere, in eterno, la vita ricolma di gioia di cui Dio è la fonte inesauribile. Con il Credo fra poco proclameremo
«Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del
mondo che verrà». In questa affermazione ritroviamo, trasfigurate, le parole dell’ultima
strofa del salmo responsoriale: «Al risveglio
mi sazierò della tua presenza». Contemplare
il volto di Dio Uno e Trino, godere in pienezza la sua presenza nell’intimità della comunione eterna con Lui insieme alla beta Vergine Maria, agli angeli e ai santi…. Essere partecipi, con tutta la nostra persona, del mistero
pasquale del Signore Gesù Cristo, della sua
vittoria sul peccato e sulla morte. Quanto è
meraviglioso dissetarci, quest’oggi, alla fonte della Parola di Dio. «O Dio, è in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce», ci insegna a pregare il libro dei Salmi.
La riflessione sulla speranza si nutre anche della testimonianza che ci viene dalle
opere meravigliose che Dio ha compiuto
nella beata Vergine Maria, glorificata in cielo in corpo e anima, alla quale rivolgiamo
quest’oggi in modo speciale il nostro sguardo. Il prefazio della solennità dell’Assunzione ci fa pregare Dio con queste stupende
frasi: «In lei, primizia e immagine della
Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il
tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno
di consolazione e di sicura speranza».
La memoria della beata Vergine Maria
assume questa sera un rilievo del tutto speciale, perché ci siamo radunati per celebrare l’Eucaristia per una motivazione speciale: la Pontificia Accademia Mariana Internazionale, affidata da Sommi Pontefici
all’Ordine dei Frati Minori, e la cui sede
operativa si trova qui, nel Collegio internazionale di Sant’Antonio, celebra il 60° anniversario
della
sua
fondazione.
L’Accademia ha come compito precipuo
quello di promuovere gli studi e le ricerche
scientifiche nell’ambito della mariologia, e
di favorire l’incremento dell’autentica devozione mariana presso il popolo di Dio.
Coloro che si dedicano agli studi mariologici sono impegnati a trarre sempre «cose
nuove» dalla storia di Maria di Nazaret,
l’Immacolata, la Madre del Figlio di Dio, la
Tutta Santa e la Sempre Vergine. Una storia
– «tesoro» di inestimabile valore – voluta,
creata dalla santa Trinità e consegnata alla
Chiesa come patrimonio da custodire e da
trasmettere. La Vergine Maria è la «Donna»
glorificata da contemplare e accogliere quale figura, immagine e modello della Chiesa.
È una verità luminosa che Giovanni Paolo
II menziona fin dalle prime battute dell’enciclica Redemptoris Mater; dopo aver spiegato come si deve intendere la «pienezza
del tempo» richiamata da Paolo in Gal 4,4,
conclude in questi termini: «Nella liturgia
la Chiesa saluta Maria quale suo esordio,
poiché nell’evento della concezione immacolata vede proiettarsi, anticipata nel suo
membro più nobile, la grazia salvatrice della Pasqua, e soprattutto perché nell’evento
dell’incarnazione incontra indissolubilmente congiunti Cristo e Maria: colui che è suo
Signore e suo capo e colei che, pronunciando il primo fiat della Nuova Alleanza, prefigura la sua condizione di sposa e di madre»
(RM 1).
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«Ti saluto, Signora santa, regina santissima, Madre di Dio» (SalV 1). Questa sera vogliamo rivolgere a Maria il nostro saluto, riprendendo le parole del Serafico Padre San
Francesco. In verità, il movimento francescano ha avuto da sempre un legame del tutto speciale con la Beata Vergine Maria, legame avvalorato dal riferimento alla dimensione mariana dell’esperienza spirituale di
san Francesco. Come riferisce Tommaso da
Celano, il Serafico Padre «circondava di un
amore indicibile la Madre di Gesù, perché
aveva reso nostro fratello il Signore della
maestà. A suo onore cantava lodi particolari,
innalzava preghiere, offriva affetti tanti e tali che lingua umana non potrebbe esprimere. Ma ciò che maggiormente riempie di
gioia, la costituì avvocata dell’Ordine e pose sotto le sue ali i figli, che egli stava per lasciare, perché vi trovassero calore e protezione sino alla fine» (2Cel 198).
Sul fondamento dell’esperienza spirituale e dell’insegnamento di San Francesco - e
sulla scia di Santa Chiara - i francescani
hanno meditato, studiato, contemplato la
persona e il ruolo della Vergine Maria nella
storia della salvezza, alla luce del mistero
del suo Figlio Gesù Cristo, e, più in generale, del mistero della santa Trinità, producendo – nel corso dei secoli – una mariologia di grande spessore dottrinale e spirituale. Ne è prova il fatto che la scuola
francescana ha contribuito in misura rilevante alla definizione degli ultimi due dogmi mariani: quello dell’Immacolata Concezione – oggetto dell’attuale Congresso – e
quello dell’Assunzione.
Ringraziando insieme a voi Dio Uno e
Trino per i tanti doni concessi alla Pontificia Accademia Mariana Internazionale grazie alla materna intercessione della beata
Vergine Maria. L’Accademia, come espressione dell’Ordine dei Fati Minori, è al servizio della Santa Sede e della Chiesa, come
pure opera in collaborazione con le Società
Mariologiche nazionali, con altre istituzioni accademiche e con la nostra Pontificia
Università Antonianum.
Pertanto, desidero incoraggiare i responsabili e quanti vi prestano la loro opera a
proseguire nella ricerca e nella promozione
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degli studi mariologici, mentre raccomando
loro di prestare una particolare attenzione al
dialogo con le culture e all’evangelizzazione, impegni che qualificano il carisma francescano e la presenza dell’Ordine francescano nel mondo di oggi.
In questo momento, mentre celebriamo
la solenne liturgia eucaristia, desidero ricordare Fr. Carlo Balić, al quale va riconosciuto il grande merito di essere stato non
solo il primo presidente dell’Accademia,
ma anche e soprattutto un continuatore degli studi e delle ricerche in campo mariologico che l’Ordine francescano ha promosso
fin dalle origini. Insieme al Balić vogliamo
ricordare nella nostra preghiera anche il suo
successore Fr. Paolo Melada, tornato alla
casa del Padre nel 2003. Melada ha dedicato tutta la sua vita all’Accademia: dopo essere stato collaboratore e segretario di Balić, ha guidato questa benemerita istituzione per circa vent’anni.
Facendo nostre le parole che concludono
la preghiera eucaristia, vogliamo rendere
grazie a Dio, Padre Onnipotente, per Cristo,
con Cristo e in Cristo, nell’unità dello Spirito Santo. A Dio Uno e Trino rendiamo
ogni onore e gloria per tutti i benefici che ci
ha concesso e ci concede ogni giorno, mentre rinnoviamo il nostro impegno per servirlo con fedeltà e con amore per tutti i giorni
della nostra via, mentre aspettiamo di poter
godere in eterno, al termine della nostra vita, la gioia della contemplazione del suo
volto e di essere saziati dalla sua Presenza e
dal suo Amore.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
12. Carta con ocasión de la solemnidad
del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo
LA PALABRA SE HIZO CARNE
A todos los Hermanos:
Paz y Bien!
En la Noche Santa del Nacimiento de Jesús el Cristo, la belleza de Dios se aposentó
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en un establo, la gracia de Dios se llegó hasta la carne y la sangre del hombre, el Hijo de
Dios, para despojarse de sí mismo (Flp
2,7), eligió el corazón de una noche, y la
que era signo de tristeza y de muerte, se
transformó para todos en una luminosa Noche Buena; porque el Verbo se hizo carne y
habitó entre nosotros (Jn 1, 14). El silencio
se rompió para siempre y la Palabra, descendiendo del seno del Padre (cfr. Adm 1,
18), dio comienzo al canto nuevo de la Nueva Humanidad.
Alegraos, hermanos, porque nos ha nacido un niño, que es el Mesías prometido, el
Señor, de quien esperábamos la salvación.
Pero alegraos aún más porque ese Niño que
ha nacido para nosotros es el Hijo de Dios.
Alegraos, los que creéis, porque en esta noche sucedió lo que esperabais, y multiplica
el gozo su llegada inesperada: Dios se hizo
uno de tantos, quiso habitar en medio de su
pueblo, tomó nuestra condición humana
(cfr. Flp 2, 1-7). Esta no es la noche del silencio sino de la Palabra. Tal fue la comunicación de Dios con el hombre, que este
Hombre Nuevo es Dios de Dios y Luz de
Luz, sin dejar de ser verdadero hombre.
En esta noche bendita, unido a todos los
hermanos y a todos los pobres de la tierra,
quiero acercarme con respeto y reverencia
al misterio de Belén, a aquel pobre Pesebre
donde Dios mismo se nos comunica y se hace Buena Noticia para todos; y al Altísimo,
omnipotente y Buen Señor, pido con humildad que nos conceda a todos, junto con la
alegría y el recogimiento interior, la gracia
de contemplar admirados este misterio de
amor, de balbucir asombrados una plegaria
de agradecimiento, y de cantar con los ángeles un pregón de gloria y paz para todos
los hombres que ama el Señor.
1. “Al principio era el Verbo...” (Jn 1, 1)
En la noche santa de Navidad, la Sabiduría de Dios se ha hecho para nosotros Palabra de vida. Desde el principio, ella, como
colaboradora del Padre en la obra de la creación, fue guiando a los hombres, para que
comprendieran el gran misterio de la salvación. Dios fue educando a sus hijos a través
del tiempo, y fue hablándoles desde siem-
pre, como un Amigo a sus amigos (cfr. Dei
Verbum 2), con distintos lenguajes y distintos signos, para que los hombres fueran entendiendo que Dios es el Dios con nosotros... el Emmanuel (Mt 1,23).
Al principio Dios creó todo para que todo
hablase de Él, pues el mundo fue hecho por
la Palabra, todo fue creado por Él y para Él
(Col 1, 16). A la orden de Dios, con la fuerza
de su Palabra, los seres cobraron existencia y
se hicieron realidad; hasta llegar al ser humano, corona de la creación. Terminada la
obra de la creación, el hombre quedaba preparado para leer en las criaturas, como en un
libro, el mensaje dejado por su Criador.
Pero Dios nos habló también en la historia, una historia de salvación hecha de acontecimientos de gracia y experiencias de pecado, para que los creyentes vislumbrasen
que era en la vida de su pueblo donde Dios se
había hecho compañero de camino para todos. Estableció con el hombre una Alianza,
una palabra dada en forma de pacto, en la
que Dios garantizaba su asistencia y compañía. Y cuando el pueblo olvidaba la alianza
con su Dios, la voz de los profetas, eco de la
voz divina, reclamaría fidelidad al Dios creador, al Dios de la historia: Volved a mí de todo corazón... pues de ti sacaré al que ha de
ser soberano de Israel (Jl 2,12 y Miq 5,1).
2. “La Palabra se hizo carne...”(Jn 1, 14)
Al llegar la plenitud de los tiempos, toda
la creación se estremeció como una parturienta, pues el tiempo y las criaturas cobraron su plenitud y madurez. En el seno de la
pobrecilla Virgen María Inmaculada, Dios
hizo su nido, para darnos la Vida que engendra toda vida. La Palabra era la vida y la vida era la luz de los hombres (Jn 1, 4). Y en el
silencio de las cosas, la Palabra vino a su casa; en la oscuridad del universo, brilló la luz
verdadera que ilumina a todo hombre (cfr. Jn
1,9); y en el frío de la noche, Dios caldeó el
corazón de la humanidad toda entera.
A partir de entonces, el lenguaje de Dios
había de ser la debilidad y la pobreza, la pequeñez y la fragilidad. A partir de entonces,
los hombres verían sólo un Niño indefenso
envuelto en pañales, un pesebre, unos pastores que creyeron por encima de las apa-
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EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
riencias, una estrella, verían a María ofreciéndonos al Niño en sus brazos, y a José,
como nuevo Abraham, custodiando al pequeño. Fe humilde que contempla, adora,
reflexiona, vive y celebra. Lo simple, hablaría, lo que no cuenta, sería enaltecido para confundir a los que cuentan; lo cotidiano
tendría fuerza para humanizar el corazón de
piedra, porque la Palabra se hizo carne y
Dios se hizo Evangelio.
En Jesús, Dios ya no habla en figuras, sino por medio del Hijo; ya no salva por intermediarios, sino en persona, pues Jesús es
la única Mediación, presencia personal y
tangible del Dios tres veces santo. Jesús es
alguien con quien podemos relacionarnos,
alguien a quien escuchar, alguien a quien
seguir, alguien a quien amar, pues la Palabra la tocaron nuestras manos y la contemplaron nuestros ojos, la hemos oído,... el
Verbo de la vida (1Jn 1, 1).
En este tiempo de gracia contemplamos
su gloria, y vemos un Dios tan humano que,
en el niño de Belén, nos sentimos invitados
a ser “como Dios”. Y en la contemplación
de la Palabra divina, aprendemos a escuchar las múltiples palabras del hombre (cfr.
El sabor de la Palabra, p.5), pues también
en los hombres Dios nos habla hoy. En efecto, Dios habla sobre todo en los pobres, en
la humanidad debilitada y necesitada, en los
que sufren, en el rostro desfigurado de todos los leprosos, pues el Hijo de Dios, no
sólo quiso hacerse hombre entre los hombres, sino que se ha hecho pobre entre los
pobres, débil y necesitado, siervo sufriente
y desfigurado. La pobreza de Cristo aparece bajo un aspecto maravillosamente humano, ella es signo de su amistad, de su parentela con la humanidad. Y los hermanos somos presencia de este Dios que se ha hecho
uno de tantos entre los pobres del mundo.
Puesto que la Gloria de Dios es el hombre
que vive (cfr. San Ireneo, Contra las herejías, Libro 4, 20,5-7), no descansemos hasta
que el hombre viva para Dios y encuentre
en la Palabra el sentido y la Vida.
3. Dios ha hablado en el Hijo... el “silencio
de Dios” (Heb 1, 1)
En esta noche, clara como el día, Dios
459
Padre nos ha hablado en el “Hijo”. La Palabra de Dios, hecha carne en la plenitud de
los tiempos, es revelación admirable de la
paternidad divina, a la que sólo se puede
responder aceptando en la fe la gracia de la
filiación en Cristo Jesús. El Divino Niño de
Belén no es uno más entre los profetas o los
maestros, es el “Hijo muy amado”, es la Palabra hecha Buena Noticia. Por esto podemos comprender por qué Dios se ha quedado mudo y no tiene más que decirnos, porque todo nos lo ha dicho junto y de una vez
en esta sola Palabra que es el Hijo (cfr. S.
JUAN DE LA CRUZ, Subida al Monte Carmelo, Libro 2, cap. 22).
Dios calla y habla en el recién nacido,
Dios se esconde y se manifiesta en la pequeñez; cuando parece que todo se queda
en silencio, quizás podamos escuchar el
balbuceo de un Niño que nos habla en la intimidad de la vida, en el corazón; cuando
parece que todo pierde sentido, la Palabra
de Vida puede resonar con mayor fuerza,
ayudándonos a encontrar el Camino y la
Verdad; y si buscamos una palabra que decir, primero hemos de escuchar, perseverantes en la oración, a la Palabra hecha carne, al Dios hecho Evangelio. Entonces el silencio se rompe en mil pedazos, y el
sin-sentido también, y vuelven a sonar las
voces del cielo que cantan: “Gloria a Dios”
(cfr. Lc 2, 14), porque ha nacido para nosotros el Salvador, el Mesías, el Señor.
¡Qué importante, hermanos míos, es
acercarse diariamente a la escucha atenta y
orante de la Palabra! ¡Cuánta fuerza se recibe de este Dios que se hace tangible y humano! ¡Qué gran misterio el de la Palabra!
Pongamos los ojos y la vida sólo en el Niño
de Belén, en la Palabra de Dios que nos visita, y hallaremos allí mucho más de lo que
pedimos o deseamos. Combinemos el agradecimiento profundo para con un Dios que
nos ama así, tan humanamente, con la práctica del amor que se acerca y comparte: entonces brillará tu luz como aurora y tus heridas sanarán enseguida (Is 58,8).
4. “De continuo traía en sus labios la conversación sobre Jesús...” (1 Cel 115)
Bien sabemos el cariño particular que
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nuestro Hermano Francisco tenía por esta
fiesta del Nacimiento del Hijo de Dios. Era
para él la Fiesta de las Fiestas, en la que
Dios hecho pequeñuelo se crió a los pechos
de madre humana (2Cel 199). Profesaba a
las letras del Santo Evangelio, que son espíritu y vida, y al nombre del niño de Belén
(cfr. 1Cel 86), un gusto y cariño especial. La
vida de nuestro seráfico Padre fue para los
hombres de su tiempo una epifanía del
Evangelio. Francisco fue un imitador fidelísimo de Cristo, un heraldo animoso del
gran Rey, un enamorado de Jesús, de quien
a todos hablaba y a quien en todo veía.
Francisco se hizo hombre evangélico (cfr.
1Cel 86), y las palabras de la Buena Noticia
fueron por él vividas y practicadas aún en
los detalles más pequeños. ¿Hermanos, qué
decimos nosotros al mundo de la Palabra
que ha nacido en la humildad de nuestra
carne? ¿Qué decimos nosotros de aquel a
quien amamos?
Tú, como Francisco, ¿has contemplado
con tus ojos a Cristo, nacido de la Virgen
María y hecho Evangelio para los pobres?
Entonces para ti ha brillado la luz verdadera que ilumina la vida; entonces has recibido gracia sobre gracia, pues te has acercado
al que es la plenitud de la gracia. Si te has
acercado a Cristo, te has acercado al templo
de la santidad de Dios; y, si le has acogido
por la fe, entonces también tú has nacido esta noche con Cristo, pues no has nacido ni
de carne ni de sangre, sino de Dios (cfr. Jn
1, 13-16). Tú, hermano mío, alaba y bendice conmigo al Señor que ha bajado del cielo, a la Palabra que se hecho carne, pues ha
querido compartir con nosotros nuestra
condición débil y mortal, porque eres de
Cristo y vives en Cristo. Tú alaba al Señor,
porque has conocido su amor. ¿Qué decimos de Dios? ¿Es nuestra vida una bendición, un bien decir de Dios?
Si los hombres quieren silenciar a Dios,
habrá que elevar un canto de alabanza para
romper este silencio. Si algunos desean que
Dios no sea adorado en este niño de Belén,
tendremos que repetir incansables que no
hay Omnipotente sino Dios (cfr. CtaO 6-9).
El Evangelio no se puede callar; Jesús recién nacido en esta noche, hace brotar den-
tro de nosotros los creyentes una fuerza de
fe que nos empuja a vivir el Evangelio, a
guardarlo en el corazón, a anunciarlo también con la palabra.
Conclusión
Queridos hermanos, ha llegado la plenitud del tiempo con el nacimiento de la Palabra encarnada. La creación entera ha entrado en fiesta, pues ha nacido el Primogénito
de toda criatura y ahora todas las cosas se
hacen nuevas en Cristo. Las voces de los
hombres que tenían un mensaje de parte de
Dios han gritado vislumbrando este momento del nacimiento del Dios que se hace
hombre. Y si el silencio se hace arduo, Dios
nacerá cada día para invitarte con su Palabra a seguirle, y para que tu vida encuentre
la lógica del don que se te ha regalado.
Os invito en esta noche santa a no dormir, a romper el silencio sobre Dios, con
gozo y con capacidad de atraer a otros a este Dios que es amor, que tanto nos ha amado, y que nos ha revelado ese amor en el Hijo que nos ha nacido; os invito a romper el
silencio y a dar una respuesta ardiente de
amor a quien así nos ha amado. Os invito a
que nuestra vida bendiga siempre al Señor.
Os invito a clamar con el pueblo los cantos
de nuestra tierra que hablan del nacimiento
de la Palabra; o a rezar con la Iglesia, que no
se cansa de cantar la gloria de esta noche:
¡Oh admirable intercambio! El Creador del
género humano, tomando cuerpo y alma,
nace de una Virgen, y hecho hombre sin
concurso de varón, nos da parte en su divinidad (Liturgia de las Horas, antífona de la
octava de Navidad ) .
Alegrémonos y felicitémonos mutuamente hermanos. Os deseo de corazón una
feliz fiesta de Navidad y que nos acompañe
siempre la bendición del Seráfico Padre.
Roma, 8 de diciembre de 2007,
Solemnidad de la Inmaculada Concepción
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro General
Prot. N. 098445
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E SECRETARIA GENERALI
1. Electio extra Capitulum Prov. ss. Petri et Pauli de Michoacán in Mexico
El Congreso Definitorial de nuestra Provincia San Pedro y San Pablo de Michoacán, en México, convocado y celebrado conforme a Derecho en la Casa Santísima Cruz
de los Milagros, de Santiago de Querétaro,
Qro., y presidido por GÓMEZ MARTÍNEZ FR.
EULALIO, Ministro provincial, el día 15 de
junio de 2007 eligió fuera de Capítulo
para el oficio de Definidor provincial:
RESÉNDIZ REYES FR. ALFONSO
por la renuncia, aceptada, de su predecesor,
Muñoz Gutiérrez Fr. Enrique.
El Definitorio general, en la Sesión del
día 19 de julio de 2007, después de examinar el Acta auténtica, aprobó esta elección.
Prot. 098120/S273-07
2. Capitulum Intermedium Prov. Assumptionis BMV in Polonia
Nel Capitolo intermedio della Provincia
dell’Assunzione della Beata Vergine Maria,
in Polonia, regolarmente celebrato secondo
le disposizioni del Diritto, nella Casa di Katowice-Panewniki, sotto la presidenza di
BIERSOK FR. EZDRASZ, Ministro provinciale, il giorno 20 giugno sono statti eletti i Definitori Provinciali:
BAŁDYGA FR. SERGIUSZ
CZURA FR. JÓSEF
GRUBER FR. MANFRED
KAHLERT FR. FILIP
MAJEWSKI FR. KSAWERY.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 19 luglio 2007.
Prot. 098117/S272-07
3. Electio extra Capitulum Cust. Aut.
Christis Regis in Helvetia
The General Definitory, during its session of the 19th of July 2007, examined and
approved the Acts of the extra-capitular
elections by the Definitory of the Custody
of Christ the King, in the Switzerland, on
the 2st of July 2007, under the presidency of
ZAHNER BR. PAUL, Custos of the said Custody, and ratified, in accordance with the
prescriptions of art. 189 of the General
Statutes of the Order the election of JOSURAN MARIA BR. MICHAEL as Counselor of
the Custody.
Given in Rome, at the General Curia of
the Order of Friars Minor, on the 19th of July 2007.
Prot. 098128/S279-07
4. Capitulum Prov. S. Michaëlis Arcangeli in Ucraina
Nel Capitolo della Provincia di San Michele Arcangelo, in Ucraina, regolarmente
celebrato secondo le disposizioni del Diritto, presso il Centro Diocesano di CaristasSpes, a Zarichany-Zhytomyr, sotto la presidenza di MAZGAJ FR. STANISŁAW, Visitatore
generale, il giorno 23 maggio 2007 sono
statti eletti
per l’ Ufficio di Ministro provinciale:
KOPYSTERYNSKYY FR. DOBROSLAV
per l’ufficio di Vicario Provinciale:
SHYROKORADIUK FR. SYMON
per l’ufficio di Definitori della Provincia:
BAHINSKYI FR. MYKHAILO
GORAI FR. MYLOSLAV
KHODANISTSKYI FR. RADOSLAV
ZAJĄC FR. NATANAEL.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 19 luglio 2007.
Prot. 098139 / S285-07
5. Capitulum Prov. Christis Regins in
Canada
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In the Provincial Chapter of our
Province of Christ the King, in Canada, regularly celebrated according to the norms of
Canon Law, in the House of Mount St.
Francis Retreat Centre, under the presidency of the Visitator General, MCLELLAN BR.
DANIEL, the following were elected on the
30th of May 2007
for the office of Minister Provincial:
VAVREK BR. DENNIS
for the office of Vicar Provincial:
LYNCH BR. KEVIN
and for the office of Provincial Definitors:
BURNS FR. BRIAN
CLYNE BR. GERRY
GONSALVES BR. ANTHONY
SMITH BR. PAUL.
The General Definitorium, during its
session of the 20th of July 2007, carefully
examined and approved the election.
Prot. 098158 / S290-07
6. Fund. Thailandiæ electio
The General Definitorium, during its
session of the 18th. July 2007, carefully
studied the results of the consultative vote
of the Friars concerned as well as the report
of the General Delegate, SYUKUR BR.
PASKALIS BRUNO, OFM, and elected the
government of the Foundation of Thailand.
Those elected are as follows:
President of the Foundation
MANIPADATH V BR. JOHNSON
Vicar and First Counsellor
CWILKA BR. HONORAT PIOTR
Second Counsellor
PONTUS BR. GREGORIUS.
Therefore, in virtue of this Decree, we
declare the above mentioned elections valid
and ratified.
Prot. 098070/070-07M
7. Capitulum intermedium Cust. Terræ
Sanctæ in Israel
Il Capitolo custodiale intermedio della
Custodia di Terra Santa, regolarmente cele-
brato secondo le disposizioni del Diritto,
presieduto da PIZZABALLA FR. PIERBATTISTA, Custode di Terra Santa, nel giorno 9
giugno 2007, ha eletto come Discreti:
GEISER FR. GREGOR
JASZTAL FR. DOBROMIR
MACORA FR. ATHANASIUS
MÁRQUEZ FR. NICOLÁS
MISTRIH FR. RASHID
MUSCAT FR. NOEL.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 4 settembre 2007.
Prot. 098189/081/07M
8. Capitulum Intermedium Prov. Salernitano-Lucanæ Immaculatæ Conceptionis BMV in Italia
Nel Capitolo intermedio della Provincia
Salernitano-Lucana dell’Immacolata Concezione, in Italia, regolarmente celebrato
secondo le disposizioni del Diritto, nel Convento SS. Trinità in Barinissi, sotto la presidenza di DI FRANCO FR. MANLIO, Ministro
Provinciale, il giorno 29 giugno 2007 sono
statti eletti i cinque Definitori Provinciali:
BOCHICCHIO FR. EMANUELE
DEL PEZZO FR. PASQUALE
IANDIORIO FR. GIUSEPPE
MARCIGLIANO FR. DOMENICO
RIDOLFI FR. ANTONIO.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 4 settembre 2007.
Prot. 098222 / S 325-07
9. Capitulum intermedium Prov. Venetæ S. Antonii Patavini in Italia
Nel Capitolo intermedio della Provincia
Veneta di S. Antonio di Padova in Italia, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa di S. Maria di Barbana, in Grado, sotto la presidenza di MIELE FR. BRUNO, Ministro Provinciale, il
giorno 22 giugno 2007 sono statti eletti i
cinque Definitori Provinciali:
CAVALLI FR. GIAMPAOLO
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E SECRETARIA GENERALI
RANIERO FR. LORENZO
SCABIO FR. ANTONIO
VENARUZZO FR. LORIS
VETRALI FR. TECLE.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 4 settembre 2007.
Prot. 098248/S342-07
10. Capitulum Cust. Boni Pastoris in
Zimbabua
During the Custodial Chapter of the
Custody of the Good Shepherd in Zimbabwe, canonically celebrated at the Silviera
House, Tafara, Harare, under the presidency
of Ó LAOIDE BR. CAOIMHÍN, Minister
Provincial of the Province of Ireland, on
which the Custody depends, the following
were elected on the 6th. of August 2007:
for the office of Custos:
MUSARA BR. EMMANUEL
for the office of Councillors:
BANHWA BR. NICHOLAS
JAYA BR. MAXWELL
MAKAMURE BR. TANASIO
O’TOOLE BR. JOSEPH.
The General Definitorium during its session of the 4th. September 2007, carefully
examined the Acts of these elections and
approved them.
Prot. 098260 / 090/07 M
11. Prov. S. Leopoldi in Austria/Italia
electiones
Auctoritate qua ad normam art. 170 §1
Constitutionum Generalium et art. 119 §1
Statutorum Generalium fungitur, relatione
Delegati generalis audita, Definitorium generale in congressu die 11 Septembris c.a.
2007 habito, praesidente RODRÍGUEZ CARBALLO FR. IOSEPHO, Ministro generali, novum regimen ad triennium pro nostra minoritica Provincia Austriae/Italiæ “Sancti
Leopoldi“ noviter erecta in modo sequenti
elegit:
in Ministrum provincialem:
SCHWARZL FR. RUPERT
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in Vicarium provincialem:
WEGLEITNER FR. GOTTFRIED
in Definitores:
HOPFGARTNER FR. WILLIBALD
MAIER FR. MATTHIAS
PUCHBERGER FR. ALEXANDER
WENIGWIESER FR. FRITZ
ZANKANELLA FR. ULRICH.
Hoc Decretum vim suam exserit a die 21
mensis Octobris huius anni 2007, contrariis
quibuslibet non obstantibus.
Datum Romae, ex Aedibus Curiae generalis Ordinis, die 12 Septembris anni 2007.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister Generalis
FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM
Vice Secretarius Generalis
Prot. 098337/S401-07
12. Prov. S. Bernardini Senensis in Austria suppressio
Definitorium Generale, in sessione diei
11 Septembris a. 2007 regulariter congregatum sub praesidentia FR. RODRÍGUEZ CARBALLO IOSEPHI, totius Ordinis Fratrum Minorum Ministri Generalis, ad normam art.
170 §1 CC.GG. decrevit ut nostra minoritica Provincia Sancti Bernardini Senensis in
Austria a die 21 Octobris c.a. 2007 suppressa habeatur.
Et ideo praesentis decreti vigore praefatam minoriticam Provinciam Sancti Bernardini Senensis in Austria suppressam esse
confirmamus ac declaramus.
Datum Romae, ex Aedibus Curiae Generalis, die 12 Septembris anni 2007.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister Generalis
FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM
Vicesecretarius Generalis
Prot. 098334/S398-07
13. Prov. B. Engelberti Kolland in Austria/Italia suppressio
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Definitorium Generale, in sessione diei
11 Septembris a. 2007 regulariter congregatum sub praesidentia Rodríguez Carballo
Fr. Iosephi, totius Ordinis Fratrum Minorum Ministri Generalis, ad normam art. 170
§1 CC.GG. decrevit ut nostra minoritica
Provincia Beati Engelberti Kolland, in Austria et in provincia civili Bulsanensi in Italia
sita, a die 21 Octobris c.a. 2007 suppressa
habeatur. Et ideo praesentis decreti vigore
praefatam minoriticam Provinciam Beati
Engelberti Kolland, in Austria et in provincia civili Bulsanensi in Italia sitam, suppressam esse confirmamus ac declaramus.
Datum Romae, ex Aedibus Curiae Generalis, die 12 Septembris anni 2007.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister Generalis
FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM
Vicesecretarius Generalis
Prot. 098335/S399-07
14. Prov. S. Leopoldi in Austria erectio
S.P.N. Francisco adhuc vivente, Fratres
Minores ascenderunt vallem Athesinam.
Iuxta annales Fratris Iordani a Iano fratres
iter in Germaniam facientes anno 1221 in
civitate Bauzania aliquod temporis spatium
peregerunt. Dein peregrinaverunt per Tyrolium ad civitatem Augustanam Vindelicorum. Ante annum 1225 Fratres Minores
etiam in civitatem Salisburgensem pervenerunt, ubi Archiepiscopum visitaverunt. Ante annum vero 1230 fratres, prout ab antiquo traditur, a Duce Leopoldo VI Vindobonam vocati sunt, qui terram prope moenias
civitatis praebuit ecclesiae conventuique
aedificandis.
Anno 1235 primum Clarissarum monasterium in civitate Brixinensi conditum est,
cuius cura pastoralis fratribus minoribus
collata est, qui ibi conventum exstruxerunt.
Petente Imperatore Friderico III ut conventualium reformarentur conventus, Ioannes a Capistrano anno 1451 ad Vindobonam
pervenit. Ibi maximis cum fructibus ministerium praedicationis Verbi Dei explevit et
nonnulla miracula curationis perfecit. Tamquam primum conventum Fratrum Minorum Observantiae Conventum S. Theobaldo dicatum condidit. Exinde anno 1452 ex
conventibus Observantium in Austria et
Bohemia constituta est Vicaria Austriae, ad
quam pertinebant et domus Observantium
in Polonia. Dissensionibus dein inter nationes ortis, anno 1467 ea Vicaria divisa est in
novas Vicarias Bohemiae, Poloniae et Austriae, quae Vicaria Austriae postea in Provinciam “Sancti Bernardini Senensis” erecta est.
S. Leopoldi Provincia in Tyrolio, anno
1580 ex conventibus antea provinciis Argentinensi et Austriae pertinentibus tamquam provincia Observantium fundata est.
Quam dein, 350 annis elapsis, ob rationes
politicas, die 1 martii 1927, dividere oportuit. Eiusdem enim Provinciae pars meridionalis, ea nempe, quae comprehendit territorium post bellum 1914-1918 ditioni Italicae subiectum, in Commissariatum sui
iuris erecta est. Decreto Ministri Generalis
diei 20 Aprilis 1934 Commissariatus in Provinciam Ordinis sub titulo: «Provinciae
Bulsanensis S. P. N. Francisci» sedem in civitate Bauzania habentem canonice erectus
est, cum Provincia “S. Leopoldi” subsistere
peregerit in Austria, nempe in provinciis civilibus Tyrolii septentrionalis et orientalis,
in Salisburgo, Austria Superiore et Carinthia cum sede in civitate Oenipontana.
Superatis difficultatibus, quae ad divisionem Provinciae conduxerant, rerumque
per totam Europam mutatis ordinis politici,
oeconomici necnon religiosi adiunctis, petentibus Definitoriis et Delegati generalis
relatione accepta, Rev.mus Minister Generalis Iacobus Bini decreto diei 4 Octobris
2001 provincias Bulsanensem et Tyrolii
cum effectu die 23 Novembris 2001 suppressit et novam Provinciam Beato Engelberto Kolland dicatam canonice erexit.
Quattuor tandem annis elapsis, pervenit
ad Nos concors petitio Provinciarum
“Sancti Bernardini Senensis” in Austria et
“Beati Engelberti Kolland” in Austria et Italia, et quidem ad maiorem prosperitatem
utriusque regionis tum Austriae tum provinciae civilis Bulsanensis in Italia sitae, nec-
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E SECRETARIA GENERALI
non bono communi Ecclesiae et Christifidelium utilitati, ut memoratae Provinciae in
unam coniungantur.
Actuali statu duarum Provinciarum in
Austria examinato, audito Definitorio generali eiusque praehabito consensu in congressu diei 10 mensis Ianuarii 2006, unionem intra mensem Decembrem anni 2007
earundem Provinciarum decrevimus.
Definitorium generale, visitatione canonica a Fr. Claudio Gross OFM, Delegato
generali, peracta, hodiernam condicionem
praefatarum Provinciarum noviter recognovit.
Ideo, audito Definitorio generali eiusque
praehabito consensu in congressu diei 11
Septembris c.a. 2007, auctoritate qua fungimur, praesentis Decreti vigore, ad normam
can 581 CIC et art. 170 §1 Constitutionum
Generalium, Provinciam Austriae Sancti
Leopoldi erigimus et erectam declaramus
cum sede in Conventu Salisburgi (5010,
Franziskanergasse 5).
Haec quidem erectio secumfert translationem omnium bonorum temporalium,
mobilium et immobilium itemque iurium et
obligationum duarum Provinciarum suppressarum ad Provinciam noviter erectam.
Praesentis Decreti validitas a die 21
mensis Octobris 2007 decurret, contrariis
quibuslibet non obstantibus.
Datum Romae, ex Aedibus Curiae generalis Ordinis, die 12 Septembris anni 2007.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister Generalis
FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM
Vice Secretarius Generalis
Prot. 098336/S400-07
15. Capitulum Intermedium Prov. S. Familiæ in Aegypto
Il Capitolo provinciale intermedio della
Provincia della Sacra Famiglia in Egitto, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, in Santa Caterina – Alessandria, presieduto da AMIN FR. JOSEPH, Ministro provinciale, nel giorno 7 giugno 2007,
465
ha eletto come Definitori provinciali:
HELMI FR. LUCAS
KAMEL FR. ANTONIO
LABIB FR. KAMAL
ZAKI FR. ADEL.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 13 settembre 2007.
Prot. 098299/091/07M
16. Capitulum intermedium Prov. S. Salvatoris in Slovachia
Nel Capitolo intermedio della Provincia
del Santissimo Salvatore, in Slovacchia, celebrato regolarmente secondo le disposizioni del Diritto, nella Casa di Bratislava sotto
la presidenza di MIHÁLY FR. JURAJ ANDREJ,
Ministro Provinciale, il giorno 24 maggio
2007, sono statti eletti Definitori Provinciali:
BANKOVIČ FR. ŠTEFAN
KVAKA FR. JEREMIÁŠ DANIEL
BALÁZS FR. JÁN KRSTITEL’ MARIÁN
RACEK FR. MATÚŠ PAVOL.
Queste elezioni sono state ratificate dal
Definitorio generale il 13 settembre 2007.
Prot. 098313/S381-07
17. Capitulum Prov. S. Francisci Solano
in Argentina
En el Capítulo de nuestra Provincia de
San Francisco Solano en Argentina, celebrado regularmente según las disposiciones
del Derecho en la Casa de Retiros del Monasterio Santa Clara, en la Ciudad de Puán
y presidido por el Visitador General, ROSATI FR. GIANCARLO, el día 22 de septiembre
de 2007, fueron elegidos:
para el Oficio de Ministro Provincial
GUILLERMO PAZ FR. CARLOS
para el Oficio de Vicario Provincial
FLEITAS FR. DANIEL ALEJANDRO
para el Oficio de Definidores Provinciales
BALLARATI FR. JORGE GABRIEL
EQUIZA FR. CLAUDIO DARIO
LARREGAIN FR.JOSÉ ADOLFO
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
RIOJA FR. CARLOS HÉCTOR
SICA FR. RUBÉN JESÚS.
El Definitorio General, en la Sesión celebrada el 24 de septiembre de 2007, después de examinar las Actas auténticas, aprobó estas elecciones.
Prot. 098351/S405-07
18. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis in Brasilia
El día 27 de septiembre de 2007, en el
Capítulo Provincial de nuestra Provincia de
San Francisco de Asís, en Brasil, celebrado
regularmente según las disposiciones del
Derecho en el Convento San Buenaventura,
en Daltro Filho, Municipio de Imigrante,
RS, bajo la Presidencia del Visitador General, SCHAUERTE FR. ANTONIO, fueron elegidos:
para el Oficio de Ministro Provincial
MÜLLER FR. JOÃO INÁCIO
para el Oficio de Vicario Provincial
GUERRA FR. FLAVIO
para el Oficio de Definidores Provinciales:
FIEL FR. VANDERLEI BATISTA
GUZZON FR. VALDESIR LUÍS
KUMMER FR. BLÁSIO
RHODEN FR. MARINO PEDRO.
El Definitorio General, en la Sesión celebrada el 5 de noviembre de 2007, después
de examinar las Actas auténticas, aprobó estas elecciones.
Prot. 098429/S447-07
19. Capitulum Prov. Sancti Spiritus in
Australia
In the Provincial Chapter of our
Province of the Holy Spirit in Australia &
New Zealand, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, under the
presidency of the Visitator General, NAIRN
BR. THOMAS, the following were elected on
the 26th - 28th of September 2007,
for the office of Minister Provincial:
SMITH BR. PAUL
for the office of Vicar Provincial:
CLIFFORD BR. PETER
for the office of Provincial Definitors:
CANTWELL BR. PETER
GHANEM BR. PAUL
MISCAMBLE BR. PHILLIP
WARBURTON BR. JORDAN.
The General Definitorium, during its
session of the 5th of November 2007, carefully examined and approved the election.
Prot. 098360/S411-07
20. Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli in Indonesia
In the Provincial Chapter of our
Province of St. Michael the Archangel, in
Indonesia, regularly celebrated according
to the norms of Canon Law, in the House of
St. Clare, Cipanas, under the presidency of
the Visitator General, VERGEER BR.
THEODORUS, the following were elected on
the 28th of September 2007,
for the office of Minister Provincial:
SYUKUR BR. PASKALIS BRUNO
for the office of Vicar Provincial:
SUNARKO BR. ADRIANUS
for the office of Provincial Definitors:
AMAN BR. PETRUS KANISIUS
MAING BR. GABRIEL
SUKARTANTO BR. STANISLAUS
TUENG BR. LAURENTIUS.
The General Definitorium, during its
session of the 5th of November 2007, carefully examined and approved the election.
Prot. 098382/S420-07
21. Capitulum Intermedium Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV in USA
In the Provincial Chapter of our
Province of the Immaculate Conception in
USA, regularly celebrated according to the
norms of Canon Law and held on the 2 October 2007, in the Casa Leonori, in Santa
Maria degli Angeli, Italy, under the presidency of the Minister Provincial, Cam-
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E SECRETARIA GENERALI
pagna Fr. Robert M., the following were
elected for the office of Provincial Definitors:
GINGERICH FR. CHARLES
LORENZO FR. JOSEPH
NARDOIANNI FR. ANTONIO
PAONESSA FR. RALPH
WHEATLEY FR. DENNIS.
The General Definitorium, during its
session of the 5th of November 2007, carefully examined and approved the election.
Prot. 098403/S431-07
22. Extra Capitulum electio Prov. Assumptionis BMV in USA
The General Definitory, during its session of the 5th of November 2007, examined and approved the Acts of the extra-capitular elections by the Definitory of the
Province of the Assumption B.V.M. in the
U.S.A, held during an ordinary session in
Marytown Retreat & Conference Center, in
Libertyville, Illinois, on the 28th – 29th of
September 2007, under the presidency of
HOPPE BR. LESLIE J., Minister Provincial,
and ratified, in accordance with the prescriptions of art. 189 of the General
Statutes of the Order, the election of JANIK
BR. ANTHONY, to the office of Definitor
Provincial.
Given in Rome, at the General Curia of
the Order of Friars Minor, on the 9th of November 2007.
Prot. 098422/S445-07
23. Visitatores generales
– PRADELLA FR. FEDELE, Prov. Pedemontanæ S. Bonaventuræ, in Italia, pro Prov.
Sardiniæ S. Mariæ Gratiarum, in Italia:
18.07.2007; prot. 097950/S208-07.
– GÓMEZ JIMÉNEZ FR. JAVIER, Prov. B. Juniperi Serra, in Mexico, pro Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupe, America
Centralis et Panama: 18,07.2007; prot.
097916/191-07.
467
– LA NEVE FR. ALDO, Prov. Romanæ Ss.
Petri et Pauli, in Italia, pro Prov. Seraphica S. Franscisci Assisiensis, in Italia:
21.07.2007; prot. 097795/S117-07.
– MOREIRA PEREIRA FARIA FR. JOSÉ MARIA, Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, in Portugallia, pro Prov. Cust. Aut.
S. Claræ, in Mozambico: 23.07.2007;
prot. 098102/073-07M.
– GIACOMETTI FR. LUIGI, Prov. Seraphicæ
S. Francisci Assisiensi, in Italia, pro
Prov. Sicilia ss. Nominis Iesu, in Italia:
21.07.2007; prot. 097905/S183-07.
– MCGRATH FR. AIDAN, Prov. Hiberniæ, in
Hibernia, pro Prov. Nostræ Dominæ Reginæ Pacis, in Africa Meridionalis:
08.09.2007; prot. 098141/M075-07.
– MISCAMBLE FR. PHILLIP, Prov. Sancti
Spiritus, in Australia, pro Cust, Aut. S.
Francisci Assisiensis, in Papua Nova
Guinea: 13.09.2007; prot. 098312/S38007.
– FOLGADO LÓPEZ FR. CARLOS, Prov. S.
Antonii, in Bolivia, pro Prov. S. Michaëlis, in Argentina: 07.11.2007; prot.
098344/S396-07.
– DELLAZARI FR. INÁCIO, Prov. S. Francsci
Assisiensis, in Brasilia, pro Cust. Aut. Nostræ Dominæ Septem Gaudiorum, in Brasilia: 07.11.2007; prot. 098394/S27-07.
– WILLIAMS FR. PETER, Prov. Immaculatæ
Concepionis BMV, in Britannia Magna,
pro Prov. S. Barbaræ, USA: 09.11.2007;
prot. 098031/S234-07.
– RODRÍGUEZ RICO FR. GUILLERMO, Prov.
S. Evangelii, in Mexico, Visit. Absistens
pro Prov. S. Fidei, in Colombia:
15.11.2007; prot. 097552/S8-07.
– MASCAREHNAS FR. LOUIS, Cust. Aut. S.
Ioannis Baptistæ, in Pakistan, pro Prov.
Ss. Martyrum Coreanorum, in Corea:
18.12.2007; prot. 098331/S392-07.
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24. Domus suppressae
– Casa religiosa di Amberg, Germania:
05.09.2007; prot. 098265/S362-07.
– Casa religiosa di Bad Tölz, Germania:
05.09.2007; prot. 098264/S361-07.
– Casa S. Francesco, Norimberga, Germania: 05.09.2007; prot. 098266/S363-07.
– Casa religiosa, Freystadt, Germania:
05.09.2007; prot. 05.09.2007; prot.
098270/S366-07.
– Religious of Alverna Friary, Knoxville,
Tennessee, USA: 12.11.2007; prot.
098448/S457-07.
– Casa Santa María de lo Ángeles,
Tecaxic, Messico: 16.11.2007; prot.
098485/S474-07.
– Casa de San Pedro Apóstol, Yacuiba, Bolivia: 17.12.2007; prot. 098528/S499-07.
– Casa religiosa San Leopoldo, Cormons
(GO), Italia: 22.12.2007; prot.
098569/S519-07.
25. Notitiae particulares
1. Affiliazione all’Ordine
– L’Istituto religioso delle “Hermanas Misioneras Franciscanas de la Juventud”,
fondato da Mons. Fausto Trávez Trávez,
OFM, dell’Ecuador, è stato affiliato all’Ordine con Decreto del Ministro generale: 22.07.2007; prot. 097915/S190-07.
– “The Private Association of Christian
Faithful” e “The Little Brothers of Saint
Francis of Assisi”, approvati dal Card.
Madeiros Umberto e dal Card. Law Bernard Francis, sono stati affiliati all’Ordine con Decreto del Ministro generale:
13.11.2007; prot. 098211/S317-07.
2. Commissione “Progetto Cina”
– Il Definitorio generale, nella Sessione
del 18 luglio 2007, ha nominato i Membri della Commissione per il “Progetto
Cina”: Ha Fr. Joseph (Presidente), Prov.
S. Mariæ Reginæ Sinarum; Jun Jae Fr.
Raymund Shin, Prov. Ss. Martyrum Coreanorum; Pegoraro Fr. Claudio, Prov.
Venetæ S. Antonii Patavini.
3. DVD per l’VIII centenario dell’Ordine
– Il Definitorio generale, nella Sessione
del 18 luglio 2007, ha nominato Recchia
Fr. Stefano e Perugini Fr. Luigi come referenti della Curia generale per tenere i
contatti con l’Antoniano di Bologna, incaricato di pubblicare un DVD in occasione dell’VIII Centenario dell’Ordine:
18.97.2007; prot. 098061/S253-07.
4. Case dipendenti dal Ministro generale
– Fraternità Missionaria Europea di Palestrina, Italia. Il Definitorio generale, nella Sessione del 24 settembre 2007, ha
nominato: Bini Fr. Giacomo, Guardiano;
Iorio Fr. Paul, Vicario, Bertagni Fr. Carlo, Economo: 25.09.2007; prot. 098355.
– Fraternità dei Penitenzieri di S. Giovanni in Laterano. Il Definitorio generale,
nella Sessione del 5 Novembre, ha nominato: Giacomello Fr. Antonio, Guardiano; Zapanta fr. Gerardo, Vicario;
Corrò Fr. Germano, Economo:
09.11.2007; prot. 098473.
– Collegio S. Isidoro, Roma. Il Definitorio
generale ha nominato Piscitello Fr. Primo, Prov. Immaculatæ Conceptionis
BMV, USA, Guardiano del Collegio di
S. Isidoro, in Roma, a partire dal 1 novembre 2007: 17.09.2007; prot.
098105/S263-07.
– Casa generale dei Frati Minori, Roma.
Villalobos Avendaño Fr. Oscar Guadalupe, Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico,
farà parte della Fraternità di S. Maria Mediatrice come traduttore per la lingua spagnola a partire dal 15 febbraio 2008. Fr.
Oscar sostituirà Orduña Ortiz Fr. César
Javier, che ritornerà in Provinca dopo il 15
febbraio 2008: 20.12.2007; prot. 098571.
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E SECRETARIA GENERALI
5. Segretario del Capitolo generale 2009
– Fr. Francesco Patton, Prov. Tridentina S.
Vigilii, Italia, dal Definitorio generale è
stato nominato, nella Sessione del 9 novembre 2007, Segretario del prossimo
Capitolo generale dell’Ordine, che si
terrà ad Assisi dal 23 maggio al 21 giugno 2009: 16.11.2007; prot. 098506.
6. Fondo Giubileo
– Il Definitorio generale, nella Sessione
del 7 novembre 2007, ha nominato
Membri del Consiglio per l’amministrazione del “Fondo Giubileo”: Copps
Fr. Michael (Inghilterra), Santateresa Fr.
Pedro (Spagna) e O’Connor Fr. John
(USA): 28.11.2007; prot. 098166.
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7. Fondazione San Francesco d’Assisi.
– Il Definitorio generale, nella sessione del
19 luglio 2007, ha eretto la Fondazione
di religione e di culto denominata “Fondazione San Francesco d’Assisi”, con
sede legale in Via S. Maria Mediatrice
25, in Roma. Inoltre ha approvato lo Statuto della Fondazione e nominato i
Membri del Consiglio di Amministrazione: Lati Fr. Giancarlo (Presidente,
Economo generale), Freyer Fr. Johannes
(Vice Presidente), Rettore Magnifico
della PUA; Gutiérrez Rivas Fr. Moisés
(1° Consigliere); Micangeli Fr. Augusto
(2° Consigliere); Muro Aréchiga Fr.
Ignacio
Juan
(3°
Consigliere):
24.12.2007; prot. 098580.
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E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
1. Il 2° Congresso Internazionale dei
Moderatori di Formazione Permanente OFM
S. Maria degli Angeli, Domus Pacis, 1328.10.2007
1. Cronaca
Il 2° Congresso Internazionale dei Moderatori di Formazione Permanente dell’Ordine si è aperto il 13 ottobre a S. Maria
degli Angeli presso la Domus Pacis. Dopo
l’accoglienza e le presentazioni, ha avuto
luogo l’intronizzazione della Parola di Dio.
Il Ministro generale ha salutato l’assemblea
e ha presieduto la Celebrazione eucaristica
d’apertura nella Basilica della Porziuncola,
al termine della quale ha consegnato a ciascuno dei partecipanti il libro del Vangelo.
Evangelium Observare, era, infatti, il motto
del Congresso.
Introdotta la metodologia dei lavori, Fratel John De Cruz dei Fratelli delle Scuole
Cristiane ha iniziato il suo servizio di facilitatore del Congresso, con una riflessione
sull’educazione degli adulti, offrendo diverse chiavi di lettura del fenomeno e mettendo in rilievo le resistenze e le barriere
presenti a questo proposito nella crescita individuale e comunitaria.
Nella prima settimana sono state presentate le chiavi della Formazione Permanente da parte di Fr. Juan M. Ilárduia,
OFM; Fr. Massimo Fusarelli, OFM, ha offerto il suo contributo su alcune «Mediazioni per la Formazione Permanente: vivere il Vangelo ogni giorno e in ogni età della vita»; Fr. Joseph Rozanzsky, Animatore
generale di GPIC ha presentato non solo
l’impegno di questo Ufficio nella Curia generale, ma ha anche riflettuto sulle implicazioni che questo settore ha nella Formazione Permanente; Fr. Nestor Schwerz, Segretario generale per l’Evangelizzazione
ha presentato una relazione sulla «Evange-
lizzazione, ambito proprio della Formazione Permanente a partire dalla persona e dalla Fraternità»; il prof. Sebastiano Dell’Agli
ha illustrato alcuni «Elementi per un discernimento spirituale in chiave francescana». Guidati da queste riflessioni si è, così,
arrivati al cuore del percorso preparatorio
costituito dal tema del Progetto di vita, ampiamente presentato negli ultimi due giorni
da Fr. Juan M. Illarduia. In modo sia teorico che pratico i Moderatori hanno, perciò,
potuto avvicinarsi a questo strumento per
l’animazione di una Formazione Permanente che accompagni processi di trasformazione comunitaria.
La seconda settimana, dopo il pellegrinaggio domenicale ai Santuari di Greccio e
di Fontecolombo nella Valle Reatina, è stata dedicata al lavoro dei Gruppi linguistici e
delle Commissioni, che hanno sintetizzato
il percorso compiuto e lavorato alla rielaborazione del Documento sulla Formazione
Permanente dell’Ordine, per offrire alla Segreteria Generale per la Formazione e gli
Studi gli elementi necessari e autorevoli per
completare il lavoro. Lo studio e lo scambio, l’elaborazione e la consegna di questo
lavoro sono stati contrassegnati da una intensità speciale, che ha manifestato il coinvolgimento di tutti.
I momenti di preghiera nei gruppi linguistici, in assemblea e nei Santuari francescani hanno accompagnato il cammino più
profondo del Congresso e sono stati presieduti, tra gli altri, dal Ministro e dal Vicario
generale, dal Vice Segretario Generale per
la Formazione e gli Studi, dal Moderatore
generale per le Missioni, dal Ministro provinciale di Assisi, dal Ministro provinciale
di Toscana, dall’Assistente generale dell’OFS. Accanto a questi momenti vi sono
stati quelli in cui lo scambio fraterno e lo
stare insieme hanno permesso di unire i partecipanti in un solo grande gruppo, metten-
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do in evidenza la ricchezza delle lingue,
culture e provenienze più diverse.
Al termine del Congresso il 27 ottobre,
l’Assemblea ha discusso la Bozza del nuovo Documento sulla Formazione Permanente, preparato dal gruppo di redazione.
Per novanta minuti si è potuto dialogare e
dare suggerimenti in vista della redazione
del testo. Al termine di questo intenso
scambio, Fr. Massimo ha chiesto un’approvazione generale del testo e di poterne affidare la redazione finale alla Segreteria generale per la Formazione e gli Studi.
L’Assemblea ha dato il suo assenso con un
applauso di conferma e, dopo la pausa, ha
accolto il Ministro generale e il suo Definitorio, giunti per condividere l’ultima tappa
del Congresso. Dopo la lettura e la breve discussione della Bozza del Messaggio finale
del Congresso a tutti i Frati dell’Ordine, il
Ministro generale e i Definitori hanno salutato i Congressisti. Il Ministro ha, quindi,
offerto una breve riflessione sulla Formazione Permanente come un cammino per
giungere ad essere se stessi. Al termine, è
seguito un animato dialogo dei Moderatori
con il Definitorio.
Nel pomeriggio i Definitori hanno incontrato i Moderatori delle rispettive Conferenze.
Dopo la cena, tutti si sono recati al Vescovado di Assisi per la Veglia di preghiera,
presieduta dal Vescovo di Assisi che ha accolto i Congressisti con molta cortesia e ha
rivolto loro parole molto sentite sullo spirito ecclesiale di S. Francesco proprio nel
luogo in cui il santo si spogliò dinanzi al padre e al Vescovo Guido II. Un breve pellegrinaggio alla luce dei flambeaux, accompagnando l’icona dell’Albero della santità
serafica, ha condotto il Definitorio generale, i Congressisti e tutti i Frati convenuti per
l’occasione, alla Basilica di S. Chiara. Qui
il Ministro generale ha rivolto agli astanti
un discorso per l’apertura della terza tappa
di preparazione alla celebrazione della grazia delle Origini nel 2009. La rinnovazione
della Professione da parte di tutti i Frati presenti ha costituito il culmine della Veglia,
dell’intensa giornata e, idealmente, di tutto
il Congresso!
La mattina dell’ultimo giorno del Congresso, il 28 ottobre, ci si è riuniti per la lettura e l’approvazione del Messaggio finale
ai Frati dell’Ordine. Il testo, emendato secondo i suggerimenti del giorno precedente, è stato accolto e approvato all’unanimità. Fr. Massimo Fusarelli ha offerto, poi,
una lettura sintetica del percorso del Congresso, soprattutto in vista del futuro, e ha
indicato alcune “finestre aperte”, perché il
Congresso continui il suo cammino di verifica e di azione rinnovato nel cammino dei
Frati e delle Entità.
Sono seguite la lettura della valutazione
fatta dai Congressisti e, infine, la lista dei
ringraziamenti e dei saluti. La solenne Concelebrazione eucaristica nella Basilica di S.
Maria degli Angeli, presieduta dal Ministro
generale, attorniato dal Ministro provinciale di Assisi, dai membri della Segreteria generale per la Formazione e gli Studi, dal Definitorio e da tutti i Congressisti, ha concluso con un profondo rendimento di grazie al
Signore i lavori. La Fraternità della Porziuncola ha, quindi, invitato tutti i Frati al
pranzo festivo nel grande refettorio, per un
ultimo momento di gioiosa agape.
A laude di Cristo e del suo servo Francesco. Amen!
FR. MASSIMO FUSARELLI
2. Homilía de apertura del Ministro
General
Asís 14 de octubre 2007
EVANGELIUM OBSERVARE!
2Re 5, 14-17; Sal 97
2Tim 2, 8-13; Lc 17, 11-19
Queridos hermanos:
El Señor os dé la paz.
Con esta solemne Eucaristía iniciamos
oficialmente el II Congreso Internacional
de Moderadores de Formación Permanente
OFM. Reitero mi fraterna bienvenida a todos vosotros, mis queridos hermanos, a la
Porciúncula, la casa común de todos los
Hermanos Menores, por ser casa de la Madre, la cuna de la Orden, y el lugar más que-
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E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
rido por nuestro hermano y padre Francisco. Expreso también mi gratitud a la Secretaría general para la Formación y los Estudios por la organización de este encuentro y
por todo lo que hace en favor de la Formación inicial y permanente.
En cuanto lámpara, la Palabra de Dios
está llamada a iluminar nuestro camino de
creyentes y también de Hermanos Menores.
En este contexto, me parece importante señalar que el texto del Evangelio que hemos
proclamado es profundamente dinámico.
Este dinamismo se expresa principalmente
a través de los diez verbos de movimiento
que encontramos en el relato. Un relato que
no habla de posibilidades, sino de la realidad de lo imposible. La salvación, que es
imposible para el hombre, es ofrecida gratuitamente por Jesús a los diez leprosos, a
toda la humanidad pecadora, representada
en ellos. Lo que es imposible para el hombre, no lo es para Dios (cfr. Lc 28, 27). Una
sola cosa es necesaria para obtener que lo
imposible se haga realidad, para obtener la
salvación: encontrar a quien tiene poder para curarnos de la lepra, es decir, de la situación de pecado y de muerte, que nos mantiene lejos de la comunidad de los vivos
(cfr. Lv 13, 45ss).
No basta ser curados, es necesario llegar
a quien es la fuente de tal curación. Sólo la
relación íntima y profunda con la fuente de
agua viva, con el Señor, puede llevarnos a
sentirnos salvados, y a vivir como tales. La
confesión de fe del leproso, que postrado en
tierra da gracias en alta voz a Jesús después
de la curación, así como la de Naamán, que
confiesa haber sido curado por el poder del
Dios de Israel: “Ahora sé –dice Naamán-,
que no hay Dios en toda la tierra sino en Israel”, son claros ejemplos de esta salvación
asumida, gustada y celebrada. La salvación
es ofrecida gratuitamente a todos, pero no
todos la acogen, y, como consecuencia, no
todos la pueden gustar y celebrar.
Pero lo que resulta extraño en el texto es
que al único que vuelve a dar gracias, Jesús
le pide cuenta de los otros nueve: ¿dónde
están los otros nueve que han sido curados?
(cfr. Lc 17, 17). Quien se siente salvado es
llamado a la misión, a comunicar a todos la
473
buena noticia, a fin de que todos vean la salvación de nuestro Dios (Salmo responsorial), abran los ojos y vean, vuelvan, glorifiquen a Dios, adoren al Señor y hagan fiesta con él: “Aclamad al Señor toda la tierra,
gritad, exultad con cantos de gloria” (cfr.
Sal 97). Quien ha sido salvado y gusta la
salvación no puede desentenderse de los
otros nueve que no la han visto. No puede
decir como Caín: “¿Soy yo acaso responsable de mi hermano?” (Gn 4, 9). Como Pablo, el que ha sido salvado ha de hacer todo
lo posible a fin que todos puedan alcanzar
la salvación que está en Cristo Jesús (2Tim
2, 10).
Queridos hermanos y hermanas: La fe se
mide por la capacidad de comprender y reconocer lo que Dios realiza en nosotros, por
nosotros y en torno a nosotros. Por otra parte, la fe comporta asumir como misión el
hacer partícipes a cuantos nos rodean del
don recibido. La experiencia de la vida como don, en relación con Dios y con los demás, y no sólo como un derecho, nos llevará a vivir la vida en constante actitud de gratitud. No somos lo que hoy se llama “self
made man”. Desde una visión de fe no podemos decir que somos “autosuficientes”.
Somos don, llamados a ser don. Es bueno
que tomemos conciencia de lo que se nos
debe, pero es necesario que al mismo tiempo tomemos conciencia de lo que debemos.
En mi tierra se suele decir que con demasiada frecuencia nos olvidamos del paraguas
apenas cesa la lluvia o de la cuchara apenas
termina la comida. No podemos ser ingratos, no podemos acordarnos del Señor sólo
cuando le necesitamos.
Pero esta gratitud comporta una doble
responsabilidad: hacia uno mismo y hacia
los demás. La responsabilidad hacia uno
mismo exige desarrollar los dones que del
Señor hemos recibido, a comenzar por el
don de la fe. No podemos cubrir los dones
del Señor con el polvo de la costumbre o del
aburrimiento. La responsabilidad hacia los
demás nos ha de llevar a sentirnos misioneros, anunciadores, primero con la vida y
luego con las palabras, de las maravillas
que el Señor opera en nosotros. El discípulo se siente llamado a desarrollar los talen-
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
tos recibidos y, al mismo tiempo, se siente
llamado a ser misionero. Y siempre gozosos: “Cantad al Señor un cántico nuevo...”,
nos invitaba el Salmista (Sal 97, 1). El agradecimiento que el Señor espera de nosotros
es el aprecio, nuestro abrirnos a la sorpresa,
a la alegría, a la alabanza, a la celebración
de sus prodigios, contrariamente a la impresión de muchos creyentes que parecen estar
participando en los funerales de los dones
de Dios.
Estamos iniciando la celebración del II
Congreso Internacional de Moderadores de
Formación Permanente de la Orden de los
Hermanos Menores. Un momento fuerte en
el camino de renovación que la Orden ha
iniciado hace ya años con la publicación de
las nuevas Constituciones Generales y con
los diversos encuentros y documentos que
han marcado nuestro itinerario postconciliar; una renovación que encuentra en la
Formación permanente su eje transversal.
Sin ella, en efecto, no se puede hablar de renovación personal ni institucional; sin ella
no se puede hablar de fidelidad creativa a
nuestra vocación y misión. En el contexto
de las lecturas que hemos escuchado bien
podemos decir que la formación permanente, en cuanto proceso de conversión, tal y
como la definen nuestros documentos y los
documentos de la Iglesia, no es sino un proceso que nos lleve a reavivar el don de Dios
en nosotros, como dice el Apóstol; un proceso que nos lleve a hacer fructificar los dones que hemos recibido, desarrollando, “de
un modo armónico”, nuestras “dotes físicas, psíquicas, morales e intelectuales”
(RFF 45), y, de este modo, podamos alcanzar, en fraternidad, la madurez humana,
cristiana y franciscana (cfr. CCGG 39). En
este sentido bien podemos decir que la formación permanente nos ayuda a vivir ya
hoy la gracia del futuro.
Que el Señor, por intercesión de la Virgen hecha iglesia y del padre san Francisco,
nos conceda Evangelium observare, pasión
y compromiso personal y fraterno por la
formación permanente, para que no nos paremos en la nostalgia del pasado y en la parálisis de un presente, que no logramos
comprender plenamente, ni vivir con la pa-
sión que exige el poder abrazar el futuro
con esperanza (cf. NMI 1).
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
3. Omelia del Ministro generale in occasione della veglia di preghiera
Assisi, Basilica di santa Chiara, 27.102007
IN CAMMINO
Carissimi fratelli,
il Signore vi dia pace.
Abbiamo iniziato la nostra Veglia di preghiera con un pellegrinaggio dall’antica
cattedrale di Santa Maria, luogo dello spogliamento di Francesco davanti al Vescovo
di Assisi (cf. 3Comp 20), alla Basilica di
Santa Chiara, davanti al Crocifisso di San
Damiano, il crocifisso che parlò a Francesco nei primi passi della sua conversione alla vita evangelica, invitandolo a riparare la
Chiesa che minacciava rovina (cf. 2Cel 10).
Sono veramente contento di questa iniziativa, poiché questo pellegrinaggio ci offre una bella immagine di ciò che è la formazione permanente, ed è quindi il modo
migliore per concludere il II Congresso Internazionale dei Moderatori di formazione
permanente dell’Ordine dei Frati Minori
che si è svolto a Santa Maria degli Angeli,
presso la Porziuncola, in questi giorni.
La formazione permanente: un cammino
di conversione
La formazione permanente, infatti, si
presenta come un cammino di conversione,
che inizia con lo spogliamento di se stessi, e
che, partendo dalla contemplazione del Cristo povero e crocifisso, ci porta a vivere sine proprio, nell’adesione totale a Cristo e
nell’identificazione piena con Lui. Questo è
il cammino seguito da Francesco e di quanti formano parte del frondoso albero della
santità dell’Ordine. Questo deve essere il
nostro cammino.
Un cammino lento e faticoso. Cammino
lento e faticoso, poiché si concluderà soltanto quando ciascuno di noi sarà tutto di
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Cristo, tutto per Cristo, tutto in Cristo.
Cammino lento e faticoso, poiché dura tutta la vita, dalla prima chiamata alla visita di
sorella morte corporale (cf. RFF 107), con
le inevitabili difficoltà di chi desidera essere fedele al proposito che ha abbracciato il
giorno della sua professione (cf. VC 70).
Cammino lento e faticoso, poiché lenta e faticosa è l’assimilazione dei sentimenti di
Cristo verso il Padre, obbiettivo ultimo della formazione (cf. VC 65). Cammino lento
e faticoso, poiché non risulta semplice né
facile spogliarsi al punto di poter dire con
Francesco: D’ora in poi dirò ‘Padre mio
che sei nei cieli’ (cf. 3Comp 20).
Soltanto dopo la morte si potrà dire anche di noi, per pura misericordia, quanto
Francesco disse dei Protomartiri dell’Ordine: Adesso è un vero frate minore. Fintantoché non giunge questo momento, siamo in
formazione, siamo pellegrini verso
l’identificazione con Cristo povero e crocifisso. È mantenendoci in cammino, nella vicinanza alla realtà storica, ascoltando la Parola e traducendola immediatamente nella
vita di ogni giorno (cf. Il Signore ci parla
lungo il cammino = Spc 11), che avremo
una migliore comprensione della nostra vocazione e missione (cf. Spc 10).
La vita evangelica che abbiamo professato ci spinge a non fermarci mai, a mantenerci sempre in marcia, a sentirci pellegrini
e forestieri (cf. Rb 6, 2; Test 24), in costante
ricerca della nostra identità, e quindi ad essere sempre “mendicanti di senso” (Spc 6)
per progredire dal bene al meglio, e attualizzare il nostro carisma di pari passo con le
sfide del cambiamento d’epoca che stiamo
vivendo (cf. Spc 1). Senza questa attitudine
non c’è formazione permanente e senza formazione permanente non ci sarà mai un vero e profondo rinnovamento della nostra vita e missione, obbiettivo ultimo del progetto La grazia degli origini con il quale ci
prepariamo a celebrare gli 800 anni della
fondazione del nostro Ordine.
In cammino verso il 2009
Mendicanti di senso (cf. Spc 6), dal
2006, noi Frati Minori, ci siamo messi in
cammino verso il 2009, anno giubilare per
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quanti hanno abbracciato la forma di vita rivelata dall’ Altissimo a Francesco 800 anni
fa (cf. Test 14). Nel 2006 anche noi davanti
al Crocifisso di San Damiano, ci siamo domandati come Francesco, “Signore, cosa
vuoi che io faccia?” (TC 6) e, anche: “che
cosa dobbiamo fare, fratelli?” (At 2,37).
Era l’anno in cui facevamo memoria della
conversione di Francesco e che nel nostro
pellegrinaggio giubilare ci chiamava al discernimento, chiave del futuro, per poter vivere in “fedeltà creativa” (cf. VC 13) e rispondere, con lucidità e audacia, alle sfide
del nostro tempo (cf. Signore vi dia pace =
Sdp 6), in modo da essere “noi stessi, segni
leggibili di vita per un mondo assetato di
nuovi cieli e nuova terra (cf Sdp 7), e “segni, umili e semplici, di quella stella che
continua a brillare in mezzo alla notte dei
popoli” (Spc 9).
Nel 2007 ci siamo interrogati sul nostro
progetto di vita, e animati dalla risposta di
Francesco dopo l’ascolto del Vangelo alla
Porziuncola –“questo voglio questo chiedo,
questo bramo di fare con tutto il cuore!”
(1Cel 22) –, abbiamo tentato di ricuperare
la centralità del Vangelo nella nostra vita,
insieme alla Regola, “libro della vita, speranza di salvezza, midollo del Vangelo”
(2Cel 208).
In questo anno, abbiamo preso coscienza
che soltanto mettendo il Vangelo al centro
del nostro progetto di vita, potremmo ricuperare la poesia, la bellezza e l’incanto degli origini (Spc 14). D’altra parte questo anno ci ha aiutato ad essere più coscienti di
prima che la Regola, in quanto libro aperto
e non concluso, deve essere completato nella nostra fedeltà quotidiana a Dio e al mondo (cf. Spc 8). La centralità del Vangelo e
della Regola nella nostra vita, saranno la
prova della nostra volontà decisa di seguire
Cristo più da vicino (cf. CCGG 5, 1).
Con questo proposito arriviamo adesso
alla terza tappa del nostro pellegrinaggio,
che in questi due prossimi anni (20082009) ci porterà a celebrare il dono della
vocazione.
Per noi, celebrare significa, secondo il
programma indicato da Giovanni Paolo II
all’inizio del III millennio: fare memoria
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grata del passato, abbracciare il futuro con
speranza, vivendo il presente con passione
(cf. Novo millennio ineunte =NMI 1)
Ricordare con gratitudine il passato ci
porterà, innanzitutto, a fare memoria e a rivivere il passaggio del Signore nella nostra
vita; ci porterà a riascoltare quel “seguimi!”
che un giorno ci cambiò la vita e ci pose alla sequela di Gesù, e a rivivere il nostro proposito, mantenendolo sempre giovane ed
attuale. Fare memoria del passato deve portarci a conoscere e ammirare la schiera innumerevole di tanti nostri fratelli e sorelle
che, avendo vissuto la stessa forma di vita
che noi abbiamo professato, hanno raggiunto la santità. In questo modo siamo chiamati a vedere la santità come la dinamica determinante e intrinseca della nostra vita e
missione: “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1Ts 4, 3). Se questo è il
progetto di Dio su ciascuno di noi, sarebbe
un controsenso accontentarci di una vita
mediocre, vissuta con etica minimalista e
con religiosità superficiale. In questo anno
siamo chiamati a proporci e proporre con
convinzione “l’alto grado” della “vita cristiana ordinaria”, la santità (cf. NMI 30-31).
Abbracciare il futuro con speranza, per
diventare profezia di futuro ( cf. NMI 3), deve portarci ad essere sentinelle del mattino
(cf. Is 21, 11ss), ad essere vigilanti, con gli
occhi puntati sul futuro (cf. VC 110), ad assumere il futuro come il tempo dello Spirito, e a mantenere vivi i sogni, fondati nella
promessa che il Signore è con noi, a non rinunciare agli ideali, poiché anche se, come
le stelle, mai li raggiungeremo, ci orientano
nel camino. Abbracciare il futuro con speranza è incompatibile con la stanchezza, la
rassegnazione e la nostalgia, come pure è
incompatibile con un realismo che ci paralizza e ci impedisce di camminare. Però
questo sguardo verso il futuro, a cui ci spinge lo Spirito (cf. VC 110), esige da noi di vivere il presente con vera passione, la passione del “primo amore”, la passione che un
giorno, più o meno lontano, ci portò a lasciare tutto per seguire Gesù, come frati minori, la passione che nasce dall’aver incontrato il Signore, il tutto, il bene, il sommo
bene, la bellezza, la ricchezza a sufficienza
(cf. LodAl), e si alimenta costantemente
dell’incontro con lui nella preghiera, nella
fraternità, nella missione.
Per noi, celebrare significa, anche, restituire con la vita e le parole quanto dal Signore e dagli altri abbiamo ricevuto, coscienti
che “nulla ci appartiene, tutto è un dono ricevuto chiamato ad essere condiviso e restituito” (Spc 20). Ci sentiamo chiamati a vivere
la logica del dono che ci porta alla totale adesione a Cristo (cf. Spc 25), e alla consegna
gratuita, a uscire da noi stessi per andare incontro all’ altro, al diverso (cf. Spc 22).
Per noi, celebrare significa essere sempre lieti nel Signore (Fil 4, 4), benedire il
Padre delle misericordie (cf. TestC 5) che ci
ha “predestinato, eletto e benedetto con
ogni benedizione spirituale, nei cieli, in
Cristo”(Ef 1, 3), e, senza merito alcuno, ci
ha rivelato i segreti del Regno (cf. Mt 11,
25). Per noi, celebrare significa essere grati
e cantare il nostro “magnificat”, perché il
Signore, guardando la nostra miseria (cf. Lc
1, 48), non ci abbandona, ma continua a
guardarci con amore (cf. Mc 18, 21), e a rinnovare costantemente la sua chiamata a seguirlo (cf. Gv 21, 19). Per noi, celebrare significa fare della nostra vita quotidiana
un’eucaristia, una festa, e in questo modo
poter dire al mondo che siamo felici
d’essere Frati Minori.
Cari fratelli, in cammino verso il 2009,
celebriamo l’amore di Dio che ci ha chiamato ad essere Frati Minori e comunichiamo a quanti si faranno presenti nel nostro
cammino la bellezza di seguire Cristo. Sia
questo l’impegno che assumiamo oggi, tutti, all’inizio di questa terza tappa giubilare
verso la grazia delle origini.
In questa terza tappa di preparazione alla celebrazione dell’VIII Centenario della
fondazione del nostro Ordine, per poter gustare la grazia degli origini, preghiamo:
Signore Gesù, il solo Santo,
apri il nostro cuore
alla pienezza dell’ amore,
mettici sul cammino delle beatitudini,
donaci la grazia di essere santi.
Signore Gesù, Maestro buono,
insegnaci la via da seguire
in questo cambiamento epocale;
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riempi il nostro cuore di gratitudine
per tutto il bene che hai fatto
nella nostra Fraternità e in noi stessi,
fa che sappiamo fare festa, stupiti
dal tuo amore e delle tue meraviglie.
Signore Gesù, vero Amico,
donaci occhi dallo sguardo penetrante,
per scrutare nella notte,
donaci la sapienza che nasce
dalla tua amicizia, per saper
discernere quanto viene da te,
donaci coraggio per testimoniare
davanti agli uomini, nostri fratelli,
la bellezza di seguirti.
Signore Gesù, unico Salvatore,
viene in aiuto alla nostra fragilità,
perché non ci scoraggiamo
nei momenti difficili,
donaci la semplicità della colomba,
per andare tra la gente,
e l’ astuzia del serpente
per non essere del mondo,
guardaci con amore,
anche quando ti rinneghiamo.
Altissimo, onnipotente e buon Signore,
ti ringraziamo perché ci hai pensato,
creato, e chiamato alla vita francescana,
ti benediciamo perché mantieni vivo
in noi il proposito di seguirti da vicino,
ti lodiamo perché, come per Francesco,
ci hai dato la grazia di scopriti
come il vero tesoro della nostra vita.
A te la lode, la benedizione e ogni onore.
Amen.
FR. JOSÉ RODRIGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
4. Comunicación del Ministro general
S. Maria degli Angeli, Domus Pacis,
27.10.2007
LA FORMACIÓN PERMANENTE
UN CAMINO
PARA LLEGAR A SER YO MISMO
Al final de este II Congreso Internacional para Moderadores de Formación Permanente, que por la metodología elegida
bien se puede llamar “taller”, me alegra po-
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der compartir con vosotros algunas reflexiones sobre el tema que nos ocupa: La Formación Permanente (= FP).
En esta comunicación no pretendo ofrecer nuevas pistas, a las que seguramente ya
habéis pensado en estos días. Tampoco pretendo hacer una síntesis de lo que habéis
tratado durante el Congreso que mañana
concluiremos. Sólo deseo reafirmar algunos aspectos que podrían ayudarnos a asumir con mayor fuerza y entusiasmo el desafío que nos lanza hoy la FP y de los que
ciertamente yo estoy profundamente convencido.
Hacia una definición de FP
Se han dado muchas definiciones de FP.
También en este Congreso. Todas ellas me
parecen acertadas y todas, unas más que
otras, señalan aspectos que hay que tener
presente a la hora de programar y de asumir
un camino de FP. Pero antes de definir la FP
quiero acercarme, desde distintas perspectivas, a la realidad de FP.
FP: Un tema de gran actualidad. De
ella, en efecto, depende no sólo nuestro futuro, lo cual ya justificaría que le dedicásemos gran atención, sino también nuestro
presente como consagrados y Hermanos
Menores. Y no sólo está en juego nuestro
presente y nuestro futuro sino que también
está en juego el presente y el futuro de nuestros candidatos y de los hermanos en formación inicial, pues, como hemos dicho
muchas veces, la formación permanente es
el “humus” de la formación inicial, y sin
aquella no se pueda dar ésta. No podemos
formar sin formarnos. Sin formación permanente, la formación inicial se reduce a
poner un remiendo nuevo en un vestido viejo, con todo lo que ello lleva consigo.
FP: Un camino de toda la vida. La formación es siempre permanente. La formación ha de acompañar al religioso y al franciscano durante toda la existencia si de verdad quiere consagrarse totalmente a Dios.
La formación es camino de toda la vida por
la sencilla razón que en el orden de la fe y
del amor –y la vida consagrada y franciscana es constitutivamente cuestión de fe y de
amor-, nada se adquiere de una vez para
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siempre. Todo depende de la opción que se
atribuye al cotidiano de la vida y de la orientación profunda que se determina más allá de
cualquier preocupación formalista. La vida
consagrada y franciscana conoce también la
insidia de la mediocridad espiritual, del aburguesamiento y de la mentalidad consumística. Es urgente repensar la formación permanente como respuesta a los retos y desafíos
que la misma vida nos pone hoy.
FP: una tarea difícil. La FP es una tarea
difícil porque la tiene muchísimo que ver
con la vida, es más, la FP es la vida misma,
y la vida es muy compleja. La FP, como
bien sabemos, no puede reducirse a cursos,
por el simple hecho de que no es un simple
aggiornamento, y, menos todavía, un adoctrinamiento. Tampoco es una simple capacitación profesional, aunque ésta haga parte de la FP. La FP tiene como objetivo último la conversión –la FP es un camino de
conversión-, transformación de toda la persona, y sabemos, por experiencia propia, lo
difícil que todo ello resulta.
FP: una tarea siempre pendiente. Casi
nadie niega la necesidad de la FP, pero son
muchos lo que se resisten a asumirla como
elemento dinamizador de la propia vida. No
desconozco los esfuerzos que se han hecho
en este campo, pero tampoco hemos de desconocer las grandes resistencias que todavía hoy se dan. Unos porque no han entendido lo que realmente es FP, y la reducen a
una dimensión de la persona. Muchos porque tienen miedo a lo que la FP comporta:
situarse en actitud constante de cambia, y
por ello prefieren quedarse en la tierra de la
esclavitud a asumir el riesgo de la libertad;
prefieren las cebollas de la esclavitud, al
maná de la libertad.
FP: una tarea urgente. Si el discerniendo es necesario en estos momentos más que
en otros, para no dejarnos llevar de la mediocridad y de la rutina, la FP es una mediación insustituible en todo proceso de discernimiento, para captar las nuevas realidades
en un mundo en constante mutación, y proponer, con unos métodos y lenguaje renovados, el Evangelio a los hombres y mujeres de hoy. Sin FP no puede darse la fidelidad creativa. La FP es el reto entre los que
más cualificarán nuestro futuro. Es un frente siempre abierto que solicita caminos nuevos de búsqueda y de realización para favorecer la cualidad de vida. La FP no es un optional: es una exigencia y una urgencia a la
vez.
Hecho estos subrayados, pienso que la
FP bien se puede definir como: la disponibilidad activa e inteligente de quien se deja
formar por la vida y para toda la vida, y de
este modo puede llegar a ser él mismo y seguir a Cristo más de cerca, según la forma
de vida franciscana, anunciado el Evangelio en el mundo de hoy. Su condición es
pues la docilidad, es decir: la actitud interior de quien, libre en el corazón y la mente, aprende a aprender de la vida, y, sin renunciar a lo que él quiere ser y a la propia
realización, se abre al proyecto que el Señor
tiene sobre él. La docilidad es la libertad del
sujeto de dejarse tocar/educar por la vida,
por los otros, por cada situación existencial
y por la experiencia. Pero además esta docilidad no puede ser pasiva, sino activa, que
lleve a asumir la responsabilidad que lleva
consigo el que cada uno es el primer responsable de la propia formación, la mirada
positiva del otro y del mundo que lo rodea,
la libertad interior para asumir los fragmentos de verdad y de belleza en torno a uno, y
la capacidad de relacionarse con la alteridad, en actitud de interacción fecunda. Es lo
que alguno llama docibilitas.
La FP supone asumir muchos de los lugares propios de la FP. Quien se siente en
FP sabe aprender de Dios, el verdadero autor de la formación, de su Palabra y de su
misterio, de la liturgia que celebra y de la riqueza del carisma que abrazó por la profesión. Pero quien se siente en FP sabe aprender, también, de los otros, de cada hermano,
santo o menos santo, de la gente, de los pobres, en cada momento de la vida y en cada
servicio que presta, en el éxito y en el fracaso, de joven, adulto o anciano, cuando está
sano y cuando está enfermo.
Se hace necesario, por tanto, superar la
concepción demasiado intelectualista de
FP, casi como se tratase de refrescar constantemente ideas, prospectivas teológicas,
aggioramentos culturales. Cierto que la FP
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es también eso, pero no es sólo, ni fundamentalmente, eso. En la FP es necesario dar
peso formativo al Esfahrung, a lo cotidiano,
a la experiencia de cada día, rica de historia
y de relaciones, en el ámbito de la trasfiguración. Siento que el valor de la experiencia
es fundamental en todo el proceso de FP,
siempre que esté animada por un inteligente proyecto de experiencia de valores. De
hecho la experiencia acrítica podría ser
fragmentada y despistar en la construcción
lineal de la persona.
Otro elemento esencial en la FP es asumir un itinerario de identificación que lleve
a la persona, en palabras de Heidegger, de
la condición de un ser anónimo, disperso, e
impersonal, a la condición de ser él mismo
abierto a la relación, responsable y proyectual, del paso del se hace, se piensa, se dice,
se cree…, al hago, pienso, digo, creo.. La
FP se convierte, de este modo, en un proceso de autenticación del sujeto que pasa de
ser ninguno, a ser él mismo. La FP es un
proceso a través del cual se va construyendo la propia identidad, lo que significa distanciarse progresivamente del “he sentido
decir”, de la teoría…, para proyectarme hacia adelante, consciente de la propia vocación a la vida y de una respuesta personal,
única e irrepetible. Se trata de asumir la responsabilidad de ser yo mismo, de decir “fiat
mihi”, un fiat itinerante, histórico y nunca
acabado. Sólo entonces aprender de los
otros no se torna despersonalizante o alienante.
Motivaciones para la FP
A este punto hemos de preguntarnos,
¿cuáles son las motivaciones que empujan
a los distintos Institutos para dar prioridad a
la FP? Enumeremos algunas.
Motivaciones psicoanalíticas
El hombre “es una posibilidad, su ser es
un poder ser” decía Victor Emil Frankl. El
hombre no se resuelve jamás en su actualidad. Podríamos decir que ser hombre no
quiere decir “ser-actualmente”, sino “serfacultativamente” (facultas = posibilidad).
El futuro tira del presente y del pasado. La
Formación Permanente es un llegar a ser.
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Actividad permanente de la vida es encontrar una tarea, sentir la concreta responsabilidad de frente a una posibilidad que nos desafía; cuanto más sintamos fuerte el sentido
de realizarnos, más significado adquirirá la
vida y más necesidad sentiremos de la FP.
Motivaciones socio-culturales
A veces tenemos una imagen de la vida
demasiado lineal (nacimiento, juventud,
madurez – tiempo del trabajo y misión,
tiempo de la jubilación, senectud); pero algunas tendencias de nuestra sociedad nos
invitan a repensar este esquema rígido. La
nuestra, es una sociedad que nos impone la
imagen de hombres no acabados, que no
han llegado a su meta; una imagen en la que
la vida no se ve ya como un apagarse gradual, sino como un recurso a valorizar continuamente.
Otro desafío es la post-modernidad como tempestad cultural que alcanza nuestras
certezas y las desbarata, obligándonos a
volver a encontrar sentido a nuestra concepción del mundo y a nuestras opciones
(“mendicantes de sentido”). La postmodernidad nos ha traído una cultura débil (pensamiento, ética, relativismo, individualismo), una “revolución silenciosa”, como la
llama Ronald Inglehart, que en gran parte
sólo se preocupa de “estar bien con uno
mismo”, según la lógica del individualismo.
Existe un individualismo utilitario fundado sobre el trabajo, atento a evaluar riesgos y posibilidades de éxito, que subordina
sentimientos y exigencias a otros intereses
prácticos. Por otra parte existe un individualismo expresivo, que no niega la búsqueda de éxito pero que concede mayor espacio a las varias experiencias que la vida
permite y a los gozos y placeres. Ambas tipologías subrayan el absoluto del individualismo. La vida es como un adaptarse a
las situaciones, con independencia de absoluto (sistemas de sentido fijos, valores,...).
También en la vida religiosa se observa esta tendencia a plantearse individualísticamente la vida, concentrándola en el “estar
bien”, o sea sobre la satisfacción personal,
o a la libertad absoluta de elección y el rechazo de todo tipo de responsabilidad o
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compromiso que no coincida con la realización personal.
Si queremos responder adecuadamente a
estos desafíos no podemos prescindir de la
FP. Sin ella o nos descolgaremos del tren de
la vida o apuntaremos a cualquier “moda”,
aunque no tenga nada que ver con nuestras
opciones más esenciales.
Motivaciones de antropología cristiana
La obediencia vocacional que nos empuja a volver a partir desde Cristo es el “más
allá”, respecto a la autorrealización individualística. La creación de nuestra identidad
es un itinerario hasta tener la estatura de
Cristo. Nosotros estamos siempre en estado
de gestación y sufrimos los dolores del parto, gemimos interiormente hasta la adopción
de hijos. La categoría teológica de la esperanza es aquella que nos legitima el pensar
nuestra vida como un eskaton que tiene que
realizarse. Nosotros somos un ya y un no todavía, una hermosa definición de FP.
Fidelidad creativa al carisma
El carisma es una realidad viva que aún
cuando surge en un tiempo y en unas condiciones determinadas, está llamado a perdurar a lo largo del tiempo y a concretarse en
la vida de cada Hermano Menor. Para ello
necesita una constante actualización en el
ámbito de principios y una constante actualización en el ámbito existencial en la vida
de cuantos profesan este carisma. Todo ello
exige FP.
Hacia un proyecto de FP
La FP no puede improvisarse ni dejarse
a la iniciativa de cada uno, aunque la responsabilidad principal sea de cada uno.
Creo necesario articular bien los proyectos
de FP a distintos niveles: de la Orden, de cada Provincia o Custodia, de cada Casa y cada Hermano.
En el nivel de Fraternidad universal, lo
principal es que los hermanos se den cuenta que la Orden intenta, a través de sus órganos institucionales, colocarse en una lógica de FP, en cuanto a los valores o a los
objetivos de fondo, y en cuanto a la praxis o
los objetivos específicos. La misión de la
Orden en este sentido es ardua, pues no puede ahorrar energía alguna a fin de que todos
se sientan vinculados a dichos objetivos y
no los asuman como un optional, dejado a
la iniciativa de cada uno. Se trata, por tanto,
de promover una mentalidad y pedir una
praxis de formación permanente a través de
los instrumentos de animación que posee:
visitas, cartas, comisiones, propuesta de un
proyecto concreto para toda la Orden para
un determinado momento, visitas fraternas
o canónicas, pedir evaluaciones…
En el nivel provincial o regional es donde se deben concretizar y adaptar a las situaciones concretas las indicaciones de la
Orden, necesariamente generales. Es en la
Provincia o región donde se debe elaborar,
propiamente hablando, un Proyecto de FP,
así como la organización de actividades extraordinarias, las propuestas de iniciativas
periódicas, que estén en línea con el Proyecto general de la Orden, interpretado según las exigencias y posibilidades locales.
Aquí deben involucrarse todos los hermanos de la Provincia o de la región.
El nivel local o fraterno es fundamental,
pues, como ya quedó dicho, es la fraternidad el “locus” originario de la FP y es la vida ordinaria el “modus” principal de la FP.
La FP ha de restituir a la fraternidad su papel natural educativo/formativo, y pide al
primer responsable, el guardián, de poner
toda atención para que la fraternidad interprete este papel, involucrando plenamente a
todos sus miembros. Hay que contar con todos y todos han de sentirse implicados en el
proyecto de FP. Es responsabilidad principal del guardián promover y activar todos
los instrumentos y momentos comunitarios
a través de los cuales una fraternidad vive
de hecho y pone en práctica su ministerialidad formativa. El compartir profundo, tal
como lo indicó el Capítulo general extraordinario con la “Metodología de Emaús”, es
elemento esencial en todo este camino.
Si la formación permanente es derecho y
deber de cada uno, nada ni nadie puede sustituir el compromiso responsable de cada
persona en su propio crecimiento. Ninguno
puede hacer por el otro el camino que supone la FP; camino que parte de una convic-
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ción profunda a nivel personal: sentirse
siempre novicio, por toda la vida, y que supone, también, ir madurando la actitud de
discípulo, siempre en escucha atenta del
Maestro, en libertad interior (docibilitas).
En definitiva: toca a cada uno buscar los
instrumentos que más le ayuden a crecer
como persona, sirviéndose, por supuesto,
de aquellos que la Orden, la Provincia y la
fraternidad local ponen a su disposición.
Además de articular bien todas estas mediaciones, un proyecto de FP ha de tener en
cuenta el ritmo del tiempo y de las distintas
estaciones de la vida. El ritmo del tiempo:
ritmo cotidiano, ritmo mensual y ritmo
anual. El ritmo de las distintas estaciones de
la vida: primeros años de plena inserción en
la actividad apostólica, la estación en que se
suele presentar el riesgo de la rutina y de la
desilusión, la estación de la edad madura, y
la estación de la edad avanzada.
Conclusión
Creo que no es erróneo pensar que la FP
es la gran oportunidad que el Señor pone a
nuestra disposición para crecer y transformarnos. Creo que no es erróneo pensar que
Dios ha puesto en nosotros un incipit para
caminar hacia el perficere. La FP es un camino para llegar a ser hombres auténticos,
siguiendo a Jesús, y dejándonos plasmar
por los acontecimientos de la vida y de los
hermanos que caminan con nosotros. Pongamos manos a la obra. Es maravilloso sentirse copartícipes en la obra de la creación
de nosotros mismos y en la obra de la creación de los demás.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
5. Final Message
EVANGELIUM OBSERVARE
Dear Brothers,
We, the Moderators of Ongoing Formation, have gathered over recent days in Assisi for our II International Congress. We
come from all the Entities of the Order and,
481
from the very beginning, had the joy of
sensing the beauty of a fraternity which embraces every race, language and culture.
These days, passed in a serene and joyful
climate, have been a real process of Ongoing Formation in which we have been
helped to improve the quality of our fraternal relationships, to appreciate the importance of the Community Life Project for our
fraternal life and to focus our attention on
the need for continuous personal growth so
that our life may be always full of significance for us, for the Friars with whom we
live and for all those we meet in the ministry we carry out daily.
It became evident that the identification
of suitable keys and means which would facilitate our progress was an urgent task. We
hope, therefore, that the new Document on
Ongoing Formation, the result of what
emerged, may be a useful instrument and a
valid help so that we all may bring the indications found there down to the practical
levels of our realities.
The rewriting of this Document, the previous edition was that of 1995, was not only motivated by the need to take into account the many things which emerged from
our reflections as an Order during the last
fifteen years, but also from our awareness
of the changes in the historical-cultural situation in which we live and the need for a
corresponding rethink of our style of life.
In drawing up the Document we sought
to propose a vision of non-departmentalised
ongoing formation, but rather one which
would help to bring unity into our life. We,
therefore, held that it was important to integrate some fundamental areas of our
charism, such as the spirit of prayer and devotion, fraternity, evangelisation and mission, the commitment to justice, peace and
the integrity of creation, dialogue, collaboration with the laity, etc., into the Document.
At the beginning of this third stage of
preparation for the celebration of the VIII
Centenary of the foundation of the Order,
we wish to entrust this Message to you,
Brothers, to you older men and to you who
are ill, so that you may face this delicate
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moment of your existence with faith and, in
this way, continue to be our teachers of life;
to you younger Friars and you who have undertaken the way of Francis, so that you
may always keep your enthusiasm alive and
help us to face the future with courage; to
you of a mature age, so that you may know
how to remain always open to the challenges and changes which life calls on us to
face. We also greet the Friars who live in
situations of tension and difficulty in various parts of the planet, thus giving witness
to the Gospel.
We return to our Provinces and Custodies with a desire in our hearts to communicate all that the Lord has given us to live
during these days to you. At the end of this
time, a spontaneous desire is born within us
to give thanks for the gift of our vocation
and for the wonders that the Lord does in
each one of us and in our fraternities.
May the Lord give you peace!
2. Saluto del Ministro generale per
l’apertura dell’Anno Accademico
2007-2008
Roma, PUA, 19.10.2007
Rettore Magnifico,
Autorità accademiche,
Professori e Officiali,
Studenti e Studentesse,
Cortesi ospiti e amici,
il Signore vi dia pace.
L’inaugurazione dell’anno accademico è
un’occasione privilegiata per riflettere insieme sulle finalità e sul ruolo della nostra
Università francescana che si colloca, con
una sua identità ben precisa, nel panorama
sia delle altre Università e istituzioni accademiche presenti in Roma e nel mondo, sia
dei numerosi centri di studio appartenenti a
vario titolo all’Ordine dei Frati Minori e alla grande famiglia francescana.
1. Sono passati quasi tre anni da quando
il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, di
venerata memoria, ha concesso al Pontificio Ateneo Antonianum il titolo di “Università”. Questo fatto ha segnato una svolta
epocale nella storia del nostro centro acca-
demico e ha dato nuovi impulsi all’attività
scientifica, orientandola decisamente verso
la realizzazione di un obiettivo di primaria
importanza qual è quello di aprirsi con sempre maggior convinzione all’universalità
della vita e del mondo in cui viviamo. Questo obiettivo, che rappresenta nello stesso
tempo una sfida di alto profilo culturale,
formativo e apostolico, comporta un confronto rigoroso con una molteplicità di fenomeni che configurano i diversi areopaghi
e ambiti nei quali oggi la nostra Università
è chiamata ad operare. Mi riferisco in modo
particolare alla globalizzazione, al dialogo
ecumenico, con le culture e le religioni, alla nuova evangelizzazione, al compito missionario tipico del carisma francescano, alla promozione della giustizia, della pace e
della dignità della persona umana, alla salvaguardia dell’integrità del creato, all’impegno ininterrotto per collaborare alla crescita del Regno di Dio come servi di Cristo
Gesù e annunciatori del suo Vangelo.
In un mondo sempre più globalizzato, gli
orizzonti sono in continua, rapida espansione; non ci sono più limiti di territorio, di spazio e di tempo. Nello stesso tempo, però, c’è
il rischio, non indifferente, che la visione della vita umana venga mortificata da obiettivi a
senso unico quali, per esempio, l’assolutizzazione della dimensione economica, a scapito di aspetti essenziali della vita, tra cui, in
primo luogo, la dimensione etica e la dimensione spirituale. Insomma, la globalizzazione porta con sé il rischio di una disumanizzazione del nostro pianeta, che influisce negativamente, per forza di cose, anche sulla
solidarietà con il creato. È necessario allora
avere un atteggiamento critico autentico,
pervaso dalla sapienza cristiana, per essere in
grado di elaborare una proposta culturale incisiva, capace di indirizzare l’intelligenza, la
volontà, la sensibilità e l’interesse verso i valori veramente essenziali e duraturi, che appartengono alla vocazione soprannaturale di
ogni essere umano, vocazione inscritta da
Dio nel progetto della creazione affidato alla
mediazione rivelatrice e salvifica del Signore Gesù Cristo.
Questo atteggiamento autenticamente
critico e sapienziale rientra a pieno titolo tra
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i compiti formativi che la nostra Università
è chiamata a perseguire: si tratta quindi di
prendere coscienza, ancora una volta, del
fatto che l’educazione è un elemento essenziale della missione della Chiesa (cfr. Vita
consecrata, n. 96). Per quanto compete alla
nostra Università, tale principio va attuato
attingendo, tra l’altro, al patrimonio della
scuola e della tradizione francescana, che
offre una proposta valida ancora oggi, sia
per il metodo che per i contenuti. Logicamente, questo patrimonio non va solo conservato e trasmesso, ma va anche arricchito
e innovato con il contributo di una riflessione scientifica solida, aperta ad accogliere le
sfide della globalizzazione e sollecita nel
dare risposte adeguate alle molteplici domande di senso che vengono poste da ogni
parte e nelle situazioni più svariate.
Sotto questo profilo, la nostra Università
rappresenta un luogo e un laboratorio privilegiato di incontro, di dialogo e di condivisione, in ragione anche del suo carattere internazionale, che deve essere promosso e
valorizzato come si conviene.
L’internazionalità è rappresentata, in primo luogo, dalla presenza di docenti e studenti provenienti da tutto il mondo. Questo
fatto, però, preso da solo, non crea automaticamente uno spirito aperto all’ universalità, in armonia e in conformità con la migliore tradizione francescana. Ciò che si richiede è l’impegno a dare spazio e voce alle
molteplici diversità culturali nello spirito
dell’ascolto e dell’accoglienza che sanno
creare l’armonia, la comunione e l’unità
proprio attraverso l’incontro tra le diversità
apportatrici di ricchezza umana e spirituale.
È necessario, quindi, incrementare continuamente lo scambio, fatto con rispetto e
cortesia, di esperienze e di sapere, nella
convinzione che non si tratta di un mero
esercizio accademico, ma di un’opzione
formativa indispensabile per elaborare una
rilettura della fede e del Vangelo capace di
diventare messaggio udibile e credibile, attuale e convincente per gli uomini e le donne del nostro tempo.
L’apertura a una universalità dai confini
sempre più ampi è motivata anche dal fatto
che la nostra Università si compone di varie
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entità sparse in tutto il mondo: oltre alla sede principale a Roma, abbiamo la Facoltà di
Scienze bibliche e Archeologia a Gerusalemme, l’Istituto di Studi Ecumenici a Venezia, l’Istituto Teologico aggregato di
Murcia, con la nuova specializzazione in
teologia fondamentale, i numerosi studi affiliati presenti in vari continenti, tra cui
quello di Petropolis, in Brasile, dove si sta
elaborando il progetto di un curricolo per la
teologia dell’evangelizzazione. Al riguardo
dell’universalità vorrei sottolineare, infine,
che, grazie alla Pontificia Università Antonianum, l’Ordine dei Frati Minori mette a
disposizione un centro accademico dove
già da alcuni decenni si fa esperienza di una
feconda collaborazione interfrancescana.
2. I compiti e le finalità sin qui tratteggiati attorno al dato della “universalità”
chiamano in causa, come ho già accennato,
l’impegno a crescere nella sapienza cristiana attraverso un itinerario formativo integrale. A tale riguardo, è il caso di sottolineare due aspetti fondamentali della vita
universitaria. Intendo riferirmi, in primo
luogo, al rapporto fecondo e reciproco tra
vita spirituale e vita intellettuale, tra studio
e contemplazione, tra l’acquisizione della
dottrina e la pratica della santità. In secondo luogo, desidero richiamare la vostra attenzione sull’esperienza che si fa e che si
ha, come docenti o come studenti, della
passione per la Verità che salva. Addentrarsi nella ricerca della Verità, percorrere la
strada che conduce fino alla sua fonte inesauribile, essere attirati e illuminati dal suo
splendore. Percepire lo splendore, e, quindi, l’armonia, il fascino e la bellezza della
Verità! Sono esperienze e traguardi di grande valore.
Ma se si va in cerca della Verità ciò accade perché, in ultima analisi, si è già afferrati, posseduti da essa. Pertanto, studiare significa anche lasciarsi conquistare e possedere ogni giorno dalla Verità che salva. Per
questa ragione, all’attività intellettuale vanno riconosciuti, a pieno titolo, i tratti specifici di una vocazione. Mi riferisco precisamente alla chiamata, all’invito rivolto dal
Signore Gesù, con la cooperazione dello
Spirito Santo. «Se rimanete fedeli alla mia
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parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e a verità vi farà liberi» (Gv
8,31-32). Nelle battute iniziali del sermone
Christus unus magister, San Bonaventura
scrive: «Uno solo è il vostro maestro, il Cristo, dice Matteo al capitolo ventitreesimo.
Queste parole esprimono chiaramente qual
è il principio sorgivo dell’illuminazione conoscitiva, cioè il Cristo che – come è detto
nel primo capitolo della lettera agli Ebrei – è
irradiazione della gloria del Padre e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la
potenza della sua parola; è lui l’origine di
ogni sapienza, come si dice nel primo capitolo dell’Ecclesiastico: la fonte della sapienza è la Parola di Dio nei cieli. Cristo stesso è
allora fonte di ogni giusta conoscenza. Egli
infatti è la via, la verità e la vita, come è
scritto nel capitolo decimoquarto di Giovanni» (Christus unus magister, 1).
Così, stando alla scuola e alla sequela di
Gesù Cristo Via, Verità e Vita, la dedizione
allo studio e alla ricerca diventa un’avventura veramente appassionante e appagante,
perché in lui «sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza» (Col 2,3). Da
lui conosciamo e in lui sperimentiamo la
Verità, la Vita, la Bontà e la Bellezza che
Dio ha donato e dona alle sue creature e all’umanità. Inevitabilmente, nel portare
avanti l’avventura dello studio e della ricerca si incontrano una prova da affrontare,
una porta stretta da attraversare; si scopre
quanto sia importante fare spazio, nello stile di una conversione permanente, al “novum” che viene dall’amore per la scienza e
dal desiderio della sapienza. «Questa ricerca della Vita, della Verità e del Bene – ho
scritto nella lettera sugli studi del 13 giugno
2005: Il sapore della parola. La vocazione
intellettuale dei Frati Minori oggi – è un
movimento permanente che ci rende itineranti, senza nulla di propria. La ricerca
scientifica cerca di stabilire i risultati ottenuti, mentre ne mette in evidenza il carattere relativo e spinge ad andare sempre più
lontano. Non ci si può fermare in ciò che si
conosce già. Colui che cerca non ha dove
posare il capo. Alla fine chi ricerca è preso
per mano dall’oggetto che studia e condotto verso nuovi orizzonti della vita e della
verità. Il Beato Giovanni Duns Scoto ci dice: “Nel cammino del genere umano la conoscenza della verità è sempre in crescita”»
(pag. 26).
L’anelito incessante verso la Vita, la Verità, il Bene e la Bellezza si coniuga, senza
soluzione di continuità, con l’esigenza di andare all’essenziale: nel perseguire questo
obiettivo si rivela di grande utilità
l’attenzione alla metodologia inscritta nella
vicenda dei discepoli di Emmaus. Questa
metodologia è stata raccomandata dal Capitolo generale Straordinario che l’Ordine dei
Frati minori ha celebrato nell’autunno dell’anno scorso in preparazione all’ottavo centenario della sua fondazione che sarà commemorato nel 2009, in coincidenza con
l’approvazione, da parte di Innocenzo III,
della nostra Regola e vita. Nel documento
finale: Il Signore ci parla lungo il cammino,
la metodologia in questione viene descritta
in questi termini: «…i discepoli, che iniziano il cammino come mendicanti di senso,
rompono il silenzio per aprire il dialogo. Imparano a interpretare la propria vita e le proprie esperienze a partire dalle Scritture,
mente il Signore illumina il loro cuore. Fanno una sosta nel cammino per chiedere a Gesù di rimanere con loro. Nella sua misericordia, egli entra nel loro “spazio vitale” e
rimane con loro. Quello che succede dopo è
una comunione fraterna: “Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”. In seguito ritornano dai loro compagni e fanno
esperienza di condivisione, prima attraverso
l’ascolto attento e, poi, narrando la vittoria
della vita sulla morte, manifestatasi definitivamente nella risurrezione di Cristo» (n.44).
Cari fratelli e care sorelle, nel concludere il mio intervento in occasione dell’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico
2007/2008 voglio dire, innanzitutto, che
dovete essere grati a Dio perché vi concede
il dono di “studiare”: lo studio e la ricerca
sono una grazia e sono fonte di grazia, anche perché il sapere che si acquisisce come
frutto del proprio lavoro, fecondato dallo
spirito di orazione e devozione, diventa un
bene prezioso e vitale da condividere con
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gli altri e da donare agli altri. Con questo
sentimento di gratitudine verso Dio, fonte
di ogni bene e di ogni dono perfetto, vi invito a rendergli grazie con tutto il cuore per
il dono che siete voi gli uni per gli altri, professori, officiali e studenti, come singoli e
come comunità accademica. Infine, rivolgo
a voi il mio fraterno grazie per quanto avete fatto finora e per quanto farete nel corso
di quest’anno accademico per il bene e lo
sviluppo della nostra Pontificia Università
Antonianum.
A tutti, e a ciascuno di voi in particolare,
i più fraterni auguri di buon lavoro.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
e Gran Cancelliere
3. Discorso del Ministro generale in occasione dell’Atto Accademico della
PUA
Roma, 8 novembre 2007
ATTUALITÀ
DELLA DOTTRINA SCOTISTICA
Con questo solenne Atto accademico,
nel suo giorno anniversario, iniziamo la celebrazione del VII centenario della morte
del Beato Giovanni Duns Scoto, che sarà
commemorato in tutto il mondo con una
ricca serie di eventi culturali, grazie ai quali sarà possibile approfondirne la conoscenza della figura, della santità e della dottrina.
Tra le diverse iniziative mi auguro che anche la nostra Università romana possa organizzare un “Congresso rassegna”, alla fine
delle celebrazioni centenarie, sul nostro
Dottore Sottile e Mariano o – come amava
chiamarlo Giovanni Paolo II – Dottore dell’Immacolata (Discorso alla Commissione
Scotista, 16 febbr. 2002, AOFM 2002)
Nel 1966, in occasione del VII centenario della nascita del Beato, alla vigilia del
grande Congresso Scotistico che si stava
preparando ad Oxford ed Edinburgo, P. Costantino Koser, allora Vicario Generale dell’Ordine, aveva indirizzato a tutto l’Ordine
Serafico una lettera, in cui sottolineava
485
l’importanza della teologia pratica nel pensiero di Duns Scoto (AOFM 1966). Ritengo
opportuno e giusto che anch’io ne indirizzi
una all’Ordine, per unire la mia voce a quella di tutta la Famiglia francescana e alle altre che si leveranno in questa occasione.
Frattanto, in questo breve intervento, mi
preme notare che spesso studi simili sono
affrontati con un tale razionalismo e una tale sterilità di concetti, da non influire per
nulla e non apportare nessun contributo alla spiritualità dei credenti e all’attività pastorale dei ministri della Chiesa.
Duns Scoto, invece, con tutto il suo acume, si era dedicato allo studio e alla ricerca,
per meglio comprendere ed esporre con la
ragione umana le verità della fede, perché
queste fossero accettabili e praticamente accolte anche da chi era lontano dalla fede. In
tale fatica egli si richiama a S. Agostino e a
S. Anselmo, che all’assioma “crede ut intelligas” (credi per poter comprendere), affiancava «intellige ut credas» (cerca di capire, per poter credere) (August., Sermones,
sermo 43 c. 7 n. 9, PL 38, 258), perché, come diceva lo stesso Anselmo: «Negligentia
mihi videtur, si postquam confirmati sumus
in fide, non studemus quod credimus intelligere» (Mi sembra una negligenza, se dopo
essere stati confermati nella fede, non ci
sforziamo di comprendere con la ragione
quello che crediamo) (Anselmus, Cur Deus
homo I c. 2, PL 158, 362).
Scoto, quindi, pur applicando tutto il suo
fervido ingegno all’approfondimento della
filosofia, tuttavia, la studia e la pone al servizio della teologia, cercando di comprendere, illustrare e difendere le verità della fede con il lume della ragione umana e, persuaso che la nostra fede può essere sorretta
dalla ragione naturale, cerca di dimostrare,
attraverso di essa, gli errori delle sètte, delle eresie e delle false religioni del mondo.
Del resto il chiarimento delle verità rivelate è utile per i credenti e per i non credenti. «Agostino, Anselmo e tanti altri – dice
Scoto – investigavano da credenti, senza
sminuire il merito della fede, allo scopo di
comprendere con la mente umana quelle
verità che essi credevano per fede». Per i
non credenti, invece, osserva Scoto, se non
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si possono trovare argomenti sicuri per provare la verità di un articolo di fede, sarà
sempre utile ricercarne altri, che ne dimostrino razionalmente almeno la possibilità,
così da eliminare la resistenza che spesso
viene opposta a tali verità, come fossero impossibili (Duns Scotus, Ordinatio II d. 1 n.
138-13, VII 69-71).
Guardando attentamente al sistema filosofico-teologico di Scoto, scopriamo che
tutta la sua teologia è contrassegnata da
questa tesi: Dio, ente infinito, «essendo formalmente amore e formalmente carità»
(Ibid., Id. 17 n. 173, V 221-222), comunica
con grande liberalità al di fuori di sé i raggi
della sua bontà e del suo amore (Duns Scotus, De primo Principio c. 4, ed. Müller,
127). È questo amore, questa carità, che
Duns Scoto ha presente quando riconduce
la teologia ad un unico abito, cioè ad essere
teologia pratica. Egli afferma con decisione: «La fede non è abito speculativo, né il
“credere” è atto speculativo, né la visione
susseguente al “credere” è speculativa, ma
pratica; tale visione infatti è per natura sua
conforme alla fruizione, al godimento, e deve per natura sua esistere dapprima nell’intelletto creato, in modo che conformemente
ad esso possa realizzarsi una fruizione giusta» (Duns Scotus, Ordinatio prol. n. 345 (I
225-226). Egli, dunque, proclama che la conoscenza pratica, riguardante il fine, «è più
nobile di ogni conoscenza speculativa»
(Ibid. , n. 353 (I 229).
Scrive ancora: «Dio, che è Bene comune, non vuole essere un Bene privato di
qualcuno, e nessuno – se si segue la retta ragione – può appropriarsi questo Bene comune; perciò un amore che ci spingesse a
questo Bene come ad un Bene proprio, da
non essere co-amato, né posseduto da altri,
sarebbe un amore disordinato» (Ibid., III d.
28 n. 10, X 85).
Inoltre, «ognuno è tenuto a pregare Dio
per sé e per tutta la Chiesa di Dio, e deve
volere che questa preghiera giovi ai buoni e
ai cattivi per il loro bene spirituale; come
infatti sarebbe cattivo lo stomaco, se non
volesse che il suo sostentamento giovasse
anche al sostentamento della mano, alla
stessa maniera non sarebbe buono nella
Chiesa chi non volesse che la sua azione
buona giovasse a tutti i membri della Chiesa, per i quali Dio accetta quell’azione proprio in quanto può giovare non solo a chi la
compie, ma anche agli altri» (Ibid., d. 30 n.
32, X 109).
Nella Chiesa, che è il Corpo mistico di
Cristo, è necessario che con l’amore e con
la carità i fedeli – cercando di essere «un
cuor solo ed un’anima sola» (At 4,32),
«adorni, per quanto è possibile in modo perfettissimo, delle tre virtù teologali» (Ibid.,
d. 34 n. 29 (X 189), vivendo nella persuasione che «le virtù non sono veramente tali
senza la carità, poiché senza di essa non
portano alla beatitudine celeste» (Ibid., d.
36 n. 101, X 261) – tendano tutti a Dio, ultimo nostro fine. E come questo amore,
questa carità, diede inizio a tutte le cose, così pure nella carità, nell’amore (e non già
nella visione intellettuale) consisterà la nostra beatitudine: «La vita eterna, beata e
perfetta, consiste semplicemente nell’atto
di volontà che è amore, carità» (Duns Scotus, Rep. IV d. 49 1. 2 n. 21 (ed. Vivèes
XXIV 630 a).
Mi piace concludere con alcune riflessioni. Di nessun autore francescano esistono
tanti manoscritti, nelle varie biblioteche del
mondo, quanti ce ne sono di Duns Scoto. Il
suo insegnamento, già ripreso dai discepoli
nel corso delle lezioni in aula, era ricercato e
richiesto dappertutto, non solo nell’Ordine,
ma in tutti gli ambienti di studio e di apostolato. Si spiegano così le innumerevoli trascrizioni delle sue Opere (addirittura il completamento di alcune, rimaste incomplete per
la prematura morte del Maestro), conservate
oggi nei manoscritti ed edite non appena fu
inventata la stampa.
Dopo la sua morte, Duns Scoto è presente in ogni autore: non lo si può ignorare!
Per Tommaso ci sono state quasi fin dall’inizio forti e frequenti pressioni, da parte
dei Superiori maggiori dell’Ordine, perché
si seguisse la sua dottrina; per Duns Scoto,
il primo documento in tal senso risale al Capitolo Generale di Villadolid, del 1593, nel
quale si ordina di preferire Scoto agli altri
dottori (cf. Positivo super cultu, Romae
1988, p. 457 s.).
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Per secoli, i Francescani hanno seguito
la dottrina di Scoto, non perché fosse imposta, ma spontaneamente, perché da essa affascinati.
Guglielmo di Vorrilong, così si esprime:
«Mentes suspensas facies prae stupore,
cuius dicta communem transcendunt facultatem, inquisitor maximus veritatis, redargutor
falsitatis,…, cuius poculis suavissimis a iuventute sum nutritus». [Guglielmo di Vorrilong, Sent. I-IV, Lugduni 1489, f. 292 v:
«Rendeva incantate le menti dallo stupore
della sua dottrina, i suoi insegnamenti oltrepassano la capacità comune; fu sommo indagatore della verità, smascheratore della falsità… Fin dalla mia giovinezza mi sono nutrito alla sua mensa soavissima»].
Tanti si pregiano di spiegare ed illustrare
il pensiero del Dottore Sottile e Mariano,
mentre i grandi maestri di vita spirituale,
come S. Bernardino e S. Giacomo della
Marca, trascrivono a profusione pensieri ed
espressioni dalle Opere di Scoto, per comunicarli al popolo nelle loro prediche.
È stato accertato che quando la Scuola
francescana, illuminata dalla dottrina di
Duns Scoto, si è mantenuta fiorente, anche
l’Ordine è stato fiorente, e viceversa.
Nella Causa per la Conferma del Culto
del B. Giovanni Duns Scoto, (Relatio et vota, 11 aprile 1989, p. 19-20. 23), il “Terzo
Consultore” ha scritto parole memorabili,
che mi piace citare in questa sede. La Positio, egli dice, è eccezionale «per la figura
del personaggio…, per l’importanza dei
movimenti teologici e storici che vengono
implicati, quali il dogma dell’Immacolata
Concezione e l’impostazione nuova ed originale del pensiero scolastico, che doveva
avere ampio seguito… Duns Scoto è il principale assertore di un movimento mariano
di portata europea… Sono esposti nella
Causa i risultati di quarant’anni di lavoro,
specialmente del Collegio S. Bonaventura
di Quaracchi e della Commissione Scotista,
che con accuratissime ricerche di archivio
hanno risolto la maggior parte delle difficoltà che oscuravano gli avvenimenti della
vita di Duns Scoto… L’insegnamento di
Duns Scoto ha fortemente contribuito a formare una corrente di spiritualità a lui ispira-
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ta, con le caratteristiche della devozione al
Crocifisso, all’Eucaristia, alla Madonna, attaccamento alle direttive della Chiesa… La
spiritualità del nostro Dottore ha nutrito generazioni di Santi, di dotti e di semplici figli
di San Francesco, nello spirito e nell’intelletto».
In sintesi, Duns Scoto non è un dottore
del passato, non è un “fossile” da ammirare, ma è un Maestro vivo e palpitante, pieno
di ardore e di preziose intuizioni, che man
mano si calano nelle realtà dottrinali e vitali della Chiesa e del mondo.
Approfitto dell’occasione per ringraziare vivamente, anche a nome di tutto
l’Ordine, la Commissione Scotista per il
suo lavoro, fedele e di sacrificio, fatto con
amore, dedizione e sapienza, un lavoro veramente meritevole, che ci permette di gustare le profonde ricchezze della dottrina
del Beato Giovanni Duns Scoto. È grazie ad
essa se, anche in ambienti non francescani,
sono potuti rifiorire gli studi su Scoto ed essere nuovamente apprezzata la forza della
sua speculazione.
Il mio ringraziamento è accompagnato
dalle mie migliori congratulazioni per il volume recentemente pubblicato della edizione critica delle opere di Scoto. Auguri, infine, a Fr. Martín Carbajo Núñez per la cura
dei due volumi su Duns Scoto, di cui oggi
faremo la presentazione e con i quali vogliamo aprire questo VII Centenario della
morte del Dottore Sottile e Mariano, e ricordare Fr. Cesare Saco OFM, che per tanti
anni lavorò con passione nella Commissione Scotista.
Grazie e buon Centenario scotista.
Festa del Beato Giovanni Duns Scoto.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
4. Notitiae particulares
1. Pontificia Università Antonianum
– Prot. 097991 (138/07): con Lettera Prot.
252/68/B del 4 ottobre 2007, il Prefetto
della Congregazione per l’Educazione
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Cattolica ha inoltrato al Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. la
concessione dell’affiliazione ad alterum
quinquennium dello Studio Teologico
Laurentianum, di Venezia (Italia) alla
Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr.
Silvio Merlini OFM, membro della Provincia «S. Bernardino da Siena» in Italia.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr.
Stéphane Milovitch OFM, figlio della
Custodia di Terra Santa.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr.
Bruno Pennacchini, OFM, membro della Provincia Serafica di «S. Francesco
d’Assisi» in Italia.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a
Françoise Breynaert.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinno-
vato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio al Rev.
Don Enzo Cortese.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Suor
Virginie Habib Del Rosario.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Jacob
Naluparayil, MCBS.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio al Rev.
Don Vincenzo Lopasso.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Claudio
Maina.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Alberto
Mello.
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E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Suor
Telesfora Pavlou.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Gabriele
Romanelli.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Invitato nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio al Rev.
Don Saverio Averius Velaso Yeregui
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Assistente
nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Eugenio Alliata, OFM, membro della Provincia
Pedemontana
di
«S.
Bonaventura» in Italia.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Assistente
nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Raúl
Dinamarca Donoso, OFM, figlio della
Custodia di Terra Santa.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinno-
489
vato la nomina a Professore Assistente
nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Gregorio Geiger, OFM, membro della Provincia Bavarese di «S. Antonio di
Padova» in Germania.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Assistente
nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Najjb
Ibrahim, OFM, figlio della Custodia di
Terra Santa.
– Prot. 098454 (269/07): con Decreto del
6 novembre 2007, il Ministro Generale e
Gran Cancelliere della P.U.A. ha rinnovato la nomina a Professore Assistente
nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum per un altro triennio a Fr. Carmelo Pappalardo, OFM, membro della
Provincia Siciliana del «SS. Nome di
Gesù» in Italia.
– Prot. 096912 (169/06): con Lettera Prot.
586/82 del 14 novembre 2007, il Prefetto della Congregazione per l’Educazione
Cattolica ha inoltrato al Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. il
Decreto con il quale la medesima Congregazione ha eretto l’Istituto Superiore
di Scienze Religiose “Redemptor Hominis” attivo nella Pontificia Università
Antonianum, in accordo con la Nota normativa per gli Istituti Superiori di Scienze Religiose, elaborata dalla Conferenza
Episcopale Italiana.
– Prot. 098456 (270/07): modifiche al curriculum del 3° Ciclo della Facoltà di
Scienze Bibliche e d’Archeologia
DECRETO
Ricevuta ed esaminata attentamente la
lettera del 3 dicembre 2007 (Prot. 221/07)
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di Fr. Johannes B. Freyer, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum,
con la quale si presenta l’approvazione del
Senato Accademico, espressa nella seduta
de 1 dicembre 2007, in virtù del presente
Decreto, autorizzo l’applicazione «experimenti gratia ad triennum» delle modifiche
apportate al curriculum del III ciclo della
Facoltà di Scienze Bibliche e d’Archeologia di Gerusalemme. Qualunque cosa ci sia
in contrario.
Dato in Roma, dalla Curia Generale dei
Frati Minori, 8 dicembre 2007,
Solennità dell’Immacolata Concezione
della B.V.M.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro Generale e Gran Cancelliere
della Pontificia Università “Antonianum”
FR. MASSIMO FUSARELLI, OFM
Segretario Generale
per la Formazione e gli Studi
– Prot. 098518: nella sessione del 17 dicembre 2007 il Definitorio generale ha
eletto Fr. Francisco Martínez Fresneda,
ofm, della Nostra Provincia di Cartagena in Spagna, Visitatore generale della
Pontificia Università Antonianum in Urbe, della Facoltà di Scienze Bibliche e
d’Archeologia a Gerusalemme, dell’Istituto di Studi Ecumenici a Venezia, dell’Istituto Teologico di Murcia in Spagna.
– Prot. 098518 (299/07): nella sessione
del 17 dicembre 2007 il Definitorio generale ha eletto Fr. Jean Marie Sevrin,
ofm, della Nostra Provincia dei «Tre
Compagni» in Francia-Belgio, Visitatore generale assistente della Pontificia
Università Antonianum in Urbe.
2. Casa di Noviziato
– Prot. 098525 (285/07): Il Ministro Generale, ascoltato il parere del suo Definitorio, ha concesso alla Provincia “S. Antonio” in Brasile, a norma del can. 647
§1 CIC e dell’art. 85 §2 SS.GG., il trasferimento della Casa di Noviziato dal
prossimo anno 2008.
3. Formazione e Studi
– Prot. 098428 (287/07): Il Ministro Generale ha confermato gli Statuti per la
Formazione e gli Studi presentati dal
Ministro provinciale della Provincia Catalana di “S. Salvatore da Horta” in Spagna.
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E SECRETARIATU PRO
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
1. Primer Congreso de Educadores
Franciscanos de Europa
Córdoba, España, 01-0311.2007
1. Crónica
La Conferencia de España y Portugal
(Confres), en colaboración con el Secretariado general para la Evangelización
(SGEM) y la oficina de animación para la
pastoral educativa de la Orden, llevó a cabo
del 1 al 3 de noviembre en el Palacio de
Congresos y Exposiciones de Córdoba, España, el Primer Congreso de Educadores
Franciscanos de Europa. El Congreso estuvo enmarcado dentro de la celebración del
Octavo Centenario de la aprobación del carisma y tenía como lema: “Con Francisco
Educando la Europa de hoy / 800 años de
Evangelización”.
Los Objetivos del Congreso fueron:
• Conocer y comprender la experiencia
educativa franciscana en Europa.
• Analizar el contexto de la juventud europea hoy y los desafíos para la educación.
• Proponer caminos a partir de la experiencia franciscana.
La Orden en Europa tiene una larga historia de presencia en colegios y universidades. Unos años después de fundada la Orden encontramos a frailes menores en las
Universidades de Oxford y París en la tarea
de enseñar. Entre esos hermanos podemos
citar: a San Buenaventura, el Beato Juan
Duns Escoto, Guillermo de Ockam, Roger
Bacón, pero también en siglos más recientes a Fray Agustín Gemelli y Fray Bernardino Dal Vago da Portogruaro.
Francisco no era un pedagogo en el sentido estricto de la palabra, pero ciertamente
era un formador. Es obvio que él no conoció las ciencias de la educación, pero poseía el arte de educar. En él no encontramos
pensamientos o discursos abstractos e intelectuales; Francisco no diserta ni discute
mediante razonamientos, sino por medio de
imágenes, parábolas, cantos, hechos...y de
esa forma “representaba para conmover,
conmovía para convencer y ganar el corazón de todos”, éstas eran la etapas de su estrategia para llegar al corazón de todos los
hombres. Es la imagen que deseamos como
icono de la relación entre docentes y alumnos en los centros educativos franciscanos.
La Orden cuenta en Europa con 46 Centros Educativos entre Colegios, Universidades, Facultades y Centros de formación noformal en: España, Italia, Irlanda, Gran Bretaña, Croacia, Bosnia, Hungría, Alemania,
Polonia, Portugal, Malta y Rusia.
El Congreso estuvo coordinado por Fray
Joaquín Arturo Echeverry Hincapié a Animador general de la pastoral educativa, y
los directores de los colegios franciscanos
de España siendo el Presidente del Comité
organizador Fray Antonio Herrera Cruz, director del colegio “Santa María de Guadalupe” de la provincia Bética. Participaron
456 personas entre religiosos y docentes, de
ellos 76 frailes menores. Estuvieron presentes representantes de 32 centros franciscanos de Europa de los 46 existentes; y algunos representantes de América Latina. También fueron destinatarios del Congreso
religiosas y docentes de algunas congregaciones franciscanas, teniendo la idea de
compartir juntos el espíritu y misión de
Francisco y Clara de Asís.
Al acto de apertura participaron: el Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo,
OFM, el Cardenal de Sevilla, Fr. Carlos
Amigo Vallejo, OFM, el Obispo de Córdoba, Monseñor Juan José Ajenjo Pelegrina y
una concejala del ayuntamiento de Córdoba; así como los Definidores generales: Fr.
Miguel Vallecillo, Fr. Luis Cabrera y Fr. Jakab Várnai, Fr. Néstor Schwerz, Secretario
General para la Evangelización, Fr. José
María Arregi, Presidente de la Conferencia
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Hispano-Portuguesa y los Provinciales de
las provincias de Sevilla, Granada, Valencia
y Murcia.
Los temas tratados
1. “El legado de Francisco de Asís y los
franciscanos a la Iglesia y a la Sociedad”
conferencia dada por Señor Cardenal Carlos Amigo Vallejo, Arzobispo de Sevilla.
Monseñor Amigo Vallejo centró su intervención en el legado de Francisco de Asís y
de los franciscanos a la Iglesia y a la sociedad: “ El vaciamiento completo de uno mismo para mirar a Dios con libertad y para
servir a los demás de tal manera que se esté
dando la misma vida sin que se enteren”.
Hace parte del carácter franciscano darse a los demás y transmitir el amor de Dios,
“tomar al hombre y hacer que descubra las
huellas de Dios en su vida”. En su discurso
destacó algunos de los valores que forman
parte del carisma franciscano, y que son herencia franciscana a la Iglesia y a la sociedad: la pobreza que lleva a “ser tan pobre
que solamente se tenga a Dios”; la fraternidad, la bondad, la búsqueda del bien como
criterio y meta; la ecología, “entendida como auténtica teología de la creación y la
globalización vista como la fraternidad universal”.
“El educador franciscano actual debe ser
el acompañante y animador de la persona
para hacerle ver que Dios está cerca de él.
Que sepa sacar lo mejor que tiene de Dios.
El debe ser un apasionado por el encuentro
con el bien y la transmisión de valores”.
2. “Pedagogía y los Valores Franciscanos”, por Fray Francisco Martínez Fresneda ofm, Profesor del Instituto Teológico de
Murcia.
Según su propia conclusión en su ponencia, los valores se comprenden como componentes de un sentido de vida, que es un
proyecto. Los valores no reproducen el esquema de la perfección: situar un objetivo y
alcanzarlo; elaborar unas leyes y cumplirlas. Los Franciscanos somos conscientes de
que la salvación ha sido dada por Dios en
esperanza (cf. Rm 8,23). La salvación no es
alcanzable plenamente en nuestra existencia histórica. No vale el perfeccionismo que
frustra tantas veces a las personas y las
aparta del camino de la salvación, precisamente porque no la alcanzan, al utilizar como único medio el esfuerzo personal. La
salvación es, sobre todo, un don de Dios, lo
que supone la experiencia creyente. Nuestras instituciones de enseñanza son, por
consiguiente, escuelas de fe.
Pero, a la vez, son escuelas de humanidad al explayar la fe en un doble sentido. En
primer lugar, desarrollar una formación que
busque la madurez humana. En segundo lugar, capacitar a nuestros educandos en el
trabajo.
Con todo, no debemos olvidar que somos sucedáneos de la familia en la educación y formación de los hijos. De ahí que la
formación debe comprender también a la
familia para que con el colegio formen en
los mismos valores.
3. “El Educador Cristiano”, por el Padre
Javier Cortés Soriano, Director General de
la Editorial SM, Sacerdote Marianista.
Dice que la misión de educar es la Intervención Intencional del Adulto en el seno
de una interacción con el educando, con una
voluntad explícita de transmisión de aquello que ese adulto vive y profesa como verdadero, como bueno y como bello, con la finalidad de desencadenar en ese educando lo
mejor de su desarrollo personal.
Explicita que los tres elementos claves
en la educación son: el proyecto (lo considerando verdadero, bueno y bello); el educador (un adulto que vive y cree en eso); el
acto educativo (las acciones programadas).
En otras palabras, según él, educar es lo que
se profesa (proyecto), quien lo profesa (la
vocación) y cómo se profesa (la profesionalidad).
4. “La Pastoral Educativa desde el Carisma Franciscano”, Dra. Carmen Pellicer
Iborra, Teóloga y Experta en Pastoral Educativa.
Según la teóloga, la lectura hecha desde
el carisma franciscano y las prioridades en
la pastoral educativa a tener en cuenta son:
• La lectura de la propia vida a los ojos de
Dios - La memoria profunda, asociada a
las relaciones primarias de la infancia; la
conversión como marco alternativo de
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identidad; la auto narración personal y el
interlocutor creyente.
• La espiritualidad del corazón - Presencias y encuentros desde la intensidad de
la implicación personal: tomarse tiempos y espacios.
• Iniciar en el silencio y la oración -Desvelar la presencia del Misterio desde la
infancia.
• El camino de sencillez - Integrar las experiencias de fragilidad y de dolor en el
proceso del crecimiento; adquirir un
cierto realismo sobre uno mismo, desde
las renuncias y experiencias de donación... amarse uno mismo.
• El espíritu festivo - Celebrar lo nuevo y
especial de la vida, expresando y compartiendo la alegría y el dolor.
• La intensidad en las relaciones con el
otro - Abrirse a la relación con los otros,
la naturaleza, las voces marginadas.
• Encontrar el rostro de Cristo en el necesitado - De la empatía a la comprensión;
evangelizar desde la precariedad.
• La eclesialidad - Estrechar los lazos que
favorecen la continuidad presentando el
rostro más accesible de la Iglesia.
• La
Intimidad
con
Jesús
Transmitir relatos, modelos.
5. “Los caminos Educativos Franciscanos”, por Fray Johannes B. Freyer ofm,
Rector de la Pontificia Universidad Antonianum de Roma.
Indica cuatro vías de educación y de formación como las más importantes y originales según la visión franciscana:
• La vía del bien: educar quiere decir promover el carácter, el hábito, el comportamiento y el conocimiento del hombre
para cualificar su persona. Esta cualificación de la persona individual sirve para darle la posibilidad de encontrar en su
propia vida el Bien. Justamente hacia
aquel bien que cualifica la vida humana
como digna, válida y preciosa, apunta la
formación franciscana. La vía al bien y a
la educación de los sentidos ofrece la posibilidad de un mundo más humano, más
justo y más equilibrado.
• La vía al conocimiento: Para la tradición
franciscana el saber, conocer y compren-
493
der, fueron siempre una dimensión importante de la existencia humana. Nuestros franciscanos, saben extender el horizonte del conocimiento, porque el conocimiento unido a la sabiduría sabe
emprender un ulterior camino que va
más allá de la realidad técnica y científica perceptible. En la sabiduría del horizonte se abre a la dimensión espiritual y
al entendimiento del mismo Dios. De
esta manera la vía franciscana al conocimiento sapiencial se vuelve también
educación y formación, cultivando también una búsqueda de la dimensión espiritual, y por último, del mismo Dios.
• La vía a la libertad: El hombre nace en
un determinado contexto histórico y ambiental. Para la visión franciscana la realidad de la historia concreta y del ambiente preciso que determina la vida es
muy importante. El hombre se encuentra
unido a un contexto concreto y debe desenvolver su rol. La libertad y el amor
por el camino educativo franciscano tienen su fundamento, para llegar a ser posible, en la libertad de Dios. La vida
franciscana a la libertad propone un Dios
que libremente quiere la existencia del
hombre y de todas sus criaturas. No porque tenga necesidad que el hombre le
sirva con todas sus criaturas, o quiera
imponer su voluntad, sino porque reconoce, quiere libremente y ama sus criaturas por sus propias cualidades, por su
propia belleza y por su propio bien. La
vías educativas a la liberta poseen un rol
importante de la visión que los franciscanos tienen en vista a la formación humana y espiritual. De hecho gran parte
ve en la educación a la liberta el núcleo
de cada formación. Núcleo al cual debe
servir cada uno de los que están educando, aún más, se ve la responsabilidad
particular del estado y de la Iglesia en
promover la educación a la libertad.
• La vía del diálogo: Se educa y se forma
al individuo teniendo en cuenta sus múltiples relaciones con el mundo. En esta
vía del diálogo la tradición franciscana
busca fundamentos en la visión de Dios,
y descubre en la teología trinitaria, un
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Dios íntimamente dialógico y compasivo. Se presenta un Dios que se comunica
a sí mismo, el cual en la compasión de la
miseria humana se ofrece a sí mismo,
quiere libremente crear comunión con
las criaturas a través del Diálogo vivificante. La vía franciscana al Diálogo se
presenta, de este modo en el “Logos” divino que crea fraternidad y comunión.
En el contexto de las anteriores vías se
puede decir, que el Educador franciscano
debe tener ciertas cualidades: cualidades
humanas y espirituales como condiciones
indispensables, y sólo después de estas las
cualidades profesionales.
Como cualidades humanas requeridas;
ser prudente y perspicaz, ser cauto y disponible, afable y diligente. Con respecto al nivel
espiritual se pide que sea un persona fiel y
confiable, con celo y ejemplo de vida. Testimoniando con piedad-amor-sentido de responsabilidad la divina providencia. Y en
cuanto a las cualidades profesionales como:
competencia formativa, ser maduro en el conocimiento de las cosas y capaz de enseñar.
6. “Análisis y desafíos que nos presenta
la juventud”, por el Sacerdote Pedro González Blasco, Profesor de la Universidad
Autónoma de Madrid.
En el contexto general de Europa aparecen algunos aspectos religiosos a tener en
cuenta:
• Una amplia mayoría pertenece a alguna
religión (73%).
• Mayoritariamente se sienten personas
religiosas (63%).
• Dios es moderadamente importante en
sus vidas (aproximadamente 6 sobre 10).
• La mayoría dice creer en Dios (80%).
• La mayoría cree en otra vida tras la
muerte (59%).
• Creen mayoritariamente en la existencia
del pecado (63%).
• La Iglesia (Católica o protestante) responde más a las necesidades espirituales (65%) que a las necesidades morales
(41%) de las personas.
• La tercera parte (31%) de los jóvenes
nunca o casi nunca van a la Iglesia.
• Consideran las ceremonias religiosas
importantes en el matrimonio y muerte.
Ha hecho una comparación entre jóvenes de algunos países de Europa en el
aspecto religioso: parece que se sitúan,
en general, como países más religiosos
según los jóvenes: Polonia, Malta, Croacia, Portugal e Italia, y más secularizados y alejados: España, Francia, Reino
Unido y Hungría
7. “Presente y futuro de la Escuela Católica”, por Manuel de Castro Barco, SDB.
Secretario General de Federación de Educación Católica de España.
En la actualidad hay una riqueza inmensa en la escuela católica en España. En
nuestro país, ha dicho, existe una serie de
instituciones, en su mayoría religiosas, que
desde hace varios siglos vienen ocupándose
de la escolarización de casi 20% de los
alumnos de 0 a 18 años, con unas cuotas de
calidad y satisfacción social muy altas, además a un coste del 50% menos para las Administraciones de lo que supone la escuela
pública. No deja de ser una riqueza para la
Iglesia la presencia educadora y evangelizadora de los más de 92.000 profesores, entre los cuales casi 8.000 son religiosos(as)
que han consagrado su vida a ofrecer los valores de la fe y del Evangelio, en un momento en el que muchos jóvenes se han alejado de las parroquias.
Conclusiones
El Comité ejecutivo del Congreso reunido el día de la clausura ha tomado la siguiente declaración como conclusión del
evento:
1. Guiados por el lema ‘Con Francisco
educando la Europa de hoy: 800 años de
evangelización’, hemos vivido un encuentro histórico en el que las comunidades educativas de espiritualidad franciscana han tomado conciencia de su potencial educativo y pastoral.
2. Como seguidores del ejemplo de Francisco y de los fundadores de las congregaciones de espiritualidad franciscana. Como tales, apostamos en nuestra labor
educativa por la integración y la lucha
contra cualquier clase de exclusión, poniendo especial énfasis en descifrar los
signos de la pobreza y de la marginali-
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E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
dad actual, cuyas principales víctimas
son los niños y los jóvenes.
3. La Escuela Católica Franciscana es una
institución de enseñanza de la Iglesia,
cuya concepción educativa se fundamenta en el Humanismo cristiano explicitado en la vida y mensaje de San Francisco de Asís y de muchos maestros que
han conformado el pensamiento franciscano. En él se basan los objetivos y valores que inspiran nuestra acción docente y evangelizadora.
4. Ofrecemos e impartimos, en los centros
de inspiración franciscana, una enseñanza plural y abierta, que da preferencia a
los más necesitados, y que defiende los
derechos de la familia y de la Iglesia,
dentro del pluralismo escolar que caracteriza a la sociedad democrática actual.
5. Velamos por los valores genuinamente
franciscanos, entre ellos: llevar la Paz y
el Bien del Señor a toda la comunidad
escolar, resolver los conflictos mediante
el diálogo, y velar por el respeto y la salvaguarda de la creación.
6. Trabajamos por una escuela de tiempo
completo, que evangelice y compatibilice el trabajo y el estudio con actividades
artísticas, recreativas, culturales, religiosas y sociales; y que esté disponible para
acompañar a los alumnos en su camino
de realización personal, eclesial y social.
En definitiva, este primer Congreso Europeo de Educadores Franciscanos ha sido
una gran oportunidad para dar a conocer y
relanzar la tarea de los religiosos y laicos
que, en misión compartida, trabajamos en el
campo de la educación desde los valores
evangélicos y franciscanos. Una ocasión
propicia para realizar una seria reflexión sobre el importante y necesario papel que desempeñamos en la enseñanza actual.
Finalmente, queremos reconocer a tantos
hermanos y hermanas, religiosos y laicos,
que en el pasado y en el presente, han dedicado y dedican su vida, a la noble tarea de
educar en Valores Cristianos y Franciscanos.
FR. NÉSTOR I SCHWERZ OFM
FR. JOAQUÍN ARTURO ECHEVERRY H. OFM
2. Informe del Ministro General
495
EDUCAR PARA LA VIDA EN PLENITUD
Soy plenamente consciente de la importancia y a la vez de la dificultad de la labor
educativa, particularmente en un centro
educativo franciscano. Importancia, pues la
educación se presenta, todavía hoy, como
una plataforma privilegiada y fundamental
de evangelización. Un centro educativo
franciscano se integra en el amplio marco
de la educación cristiana, de la que se trata
específicamente en la declaración conciliar
Gravissimum Educationis. Dificultad, pues
sé muy bien que no es nada fácil educar/formar en esta sociedad en cambio y cada vez más pluralista, y en la que los comportamientos de las familias no siempre están en sintonía con la educación que se
imparte en nuestros centros educativos, en
coherencia con un proyecto católico y franciscano, que debe definir, animar y guiar
nuestra labor educativa. En nombre de la
Orden os agradezco vuestra labor sacrificada y tantas veces incomprendida, no sólo
fuera, sino también dentro de nuestras fraternidades y comunidades.
En mi exposición trataré los siguientes
puntos: Principales retos a la acción educativa, la centralidad de la persona: consecuencias pedagógicas, y urgencias a la educación católica y franciscana hoy.
1. Algunos retos a la acción educativa
Nuestros centros educativos se ven afectados por situaciones y problemas de la misma sociedad a la que sirven. A Dios gracias
no son “lugares protegidos”, sino que forman parte de esta sociedad en cambio y plural. Ellos son, por tanto, una de las cajas de
resonancia de los problemas culturales y sociales de la sociedad, que encuentran en
nuestros alumnos un reflejo particular. Por
otra parte, los continuos cambios del sistema
educativo, muchas veces condicionados por
las ideologías en moda, hacen que estos problemas se agudicen dentro de nuestras aulas.
Teniendo en cuenta todo lo dicho, es lógico que nos preguntemos: ¿Cuáles son los
principales retos que se presentan hoy a
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
nuestros centros educativos? Sin pretender
ser exhaustivo, deseo hacer referencia a algunos.
1. Definir con claridad el ideario de
nuestros centros
Nuestras escuelas, colegios y universidades han de tener un claro proyecto educativo que contemple su identidad de institución católica y franciscana. Sé muy bien
que ciertos medios, dentro y fuera de la
Iglesia, inspirados por un sentido de laicidad mal entendida, impugnan la enseñanza
confesional. No aceptan que la Iglesia, y
por tanto Órdenes o Congregaciones religiosas, puedan ofrecer, además de un testimonio individual de sus miembros, el testimonio específico de las propias instituciones. Se objeta que un colegio católico, y por
ello franciscano, pretende instrumentalizar
una institución humana para fines religiosos y confesionales.
Sin justificar ningún tipo de proselitismo
y visiones parciales de la cultura entendida
y actuada erróneamente, que también se
pueden dar entre nosotros, los franciscanos
no podemos olvidar que la educación integral de la persona comprende, imprescindiblemente, la dimensión religiosa, la cual
contribuye eficazmente al desarrollo de
otros aspectos de la personalidad, en la medida en que se la integre en la educación general. En este sentido, la enseñanza católica
no es sólo cuestión de suplencia, es cuestión
de asegurar un sano y necesario pluralismo,
particularmente en el campo de la libertad
de enseñanza, y, por consiguiente, sostener
y garantizar la libertad de conciencia y el
derecho de los padres de familia a escoger
el centro educativo que mejor responda a su
propia concepción educativa.
Esto conlleva una determinada visión de
la vida. Toda visión de la vida se funda, de
hecho, sobre una determinada escala de valores en la que se cree, y que confiere, a profesores y adultos, autoridad para educar. No
se puede olvidar que en las escuelas, colegios y universidades se enseña para educar,
es decir, para formar a la persona desde
dentro, para liberarla de los condicionamientos que pudieran impedirle vivir plena-
mente como hombre o mujer. Por ello un
proyecto educativo franciscano ha de estar
intencionalmente dirigido a la promoción
total de la persona, poniendo de relieve la
dimensión ética y religiosa de la cultura,
precisamente con el fin de activar el dinamismo espiritual del sujeto, y ayudarle a alcanzar la libertad ética que presupone y perfecciona a la psicológica. Pero no se da libertad ética sino en la confrontación con los
valores absolutos de los cuales depende el
sentido y el valor de la vida del hombre. En
este sentido hemos de afirmar con fuerza
que en la educación no basta responder a aspiraciones transitorias y superficiales. Hay
que tener presentes las exigencias más profundas del hombre y de la cultura actual.
Así configurados, nuestros centros educativos suponen no solamente una elección
de valores culturales, sino también una
elección de valores de vida que deben estar
presentes de manera operantes. Estos exige
que el proyecto educativo de nuestros centros sea claro, y que la labor educativa que
en ellos se desarrolla sea coherente con dicho proyecto. Lo contrario sería engañarnos
y engañar a quienes confían en nosotros.
2. Colaboración entre dirección, profesores, padres y alumnos
La labor educativa, particularmente en
clave católica y franciscana, es hoy una tarea difícil y compleja. En ella influyen factores muy diversos. Se hace necesaria, por
tanto, la unión de fuerzas: dirección, profesores, alumnos, padres de familia. Cada una
de estas “fuerzas” ha de asumir su responsabilidad en la educación/formación de
nuestros niños y jóvenes. Nadie puede quedarse al margen, ni nadie puede ser excluido. La unión hace la fuerza, en este caso, la
fuerza de la educación, según el proyecto
educativo católico y franciscano.
Esto comporta asumir como reto, también, la formación de todos los responsables de la educación/formación. Veo muy
urgente involucrar a profesores (incluidos
los religiosos) y a los padres de familia en
la elaboración y puesta en práctica del proyecto educativo de nuestros centros educativos, pero para ello es imprescindible una
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verdadera educación/formación y, por qué
no, una evangelización y “franciscanización”. Sólo la referencia explícita y compartida por todos los miembros de la comunidad educativa a la visión cristiana y franciscana del hombre –aunque sea en grado
diverso-, es lo que hace que un determinado centro educativo pueda definirse católico y franciscano. En este trabajo con los
agentes formativos, no se puede ahorrar
tiempo, medios, o energías. De ello dependerá el éxito del proyecto educativo.
Una particular atención ha de ponerse en
la implicación de los alumnos en su propio
proceso formativo. Nuestros colegios están
llamados a ser “escuelas” de formación integral, mediante la asimilación sistemática y
crítica de la cultura; lugares privilegiados de
promoción integral, mediante un encuentro
vivo y vital con el patrimonio cultural de un
pueblo y de la humanidad misma.
Esto supone que tal encuentro se realice
en forma de elaboración, es decir, confrontando e insertando los valores perennes en
el contexto actual. No hay cultura que pueda definirse educativa y formativa, incluida
la franciscana, sino se inserta en los problemas del tiempo en que se desarrolla la vida
del niño y del joven.
De lo dicho se desprende la necesidad de
que nuestros centros educativos confronten
sus propios programas formativos, sus contenidos y sus métodos, con la visión de la
realidad en la que se inspiran y de la que depende su ejercicio. Esto quiere decir, también, que nuestros centros educativos han
de estimular a los alumnos a que ejerciten la
inteligencia, promoviendo el dinamismo de
la clarificación y explicitando el sentido de
experiencias y de certezas vividas. Una escuela, colegio o universidad que no cumpliera esta función, sino que, por el contrario, ofreciera elaboraciones prefabricadas,
por el mismo hecho se convertiría en obstáculo para el desarrollo de la personalidad de
los alumnos.
3. Síntesis entre fe y cultura
Hemos afirmado que Jesús, el Evangelio
y los valores franciscanos deben definir con
claridad y estar en el centro de un proyecto
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educativo católico y franciscano. Cristo es
el fundamento de toda educación en clave
cristiana y franciscana. Él posibilita la
transformación de la persona y la capacita
para pensar, querer y vivir según el Evangelio. En Cristo todos los valores humanos encuentran su plena realización y, de ahí, su
unidad. Jesucristo eleva y ennoblece al
hombre, da valor a su existencia y constituye el perfecto ejemplo de vida propuesto
por nuestros centros educativos a los niños
y jóvenes. Y junto con la persona de Jesús
ha de aparecer la de Francisco, como su fiel
imitador y seguidor. Francisco tiene mucho
que decir al hombre de hoy, toca a nosotros
proponerlo, como hombre plenamente actual, aunque no siempre se presente como
moderno.
Estas tareas nos permiten indicar como
tarea principal de un centro educativo católico y franciscano la de hacer síntesis entre
cultura y fe, entre fe y vida. Tal síntesis se
realiza mediante la integración de los diversos contenidos del saber humano, especificado en las varias disciplinas, a la luz del
mensaje evangélico y de los valores franciscanos.
En nuestras escuelas y colegios hemos de
cultivar todas las disciplinas con el debido
respeto al método particular de cada una. No
se pueden considerar las disciplinas como
simples auxiliares de la fe o como medios
utilizables para fines apologéticos. Pero
ciertamente los valores evangélicos y franciscanos han de ser valores transversales.
2. La centralidad de la persona: consecuencias pedagógicas
El sujeto primero de la educación es la
persona. Una pedagogía que se quiera llamar franciscana no puede menos de poner
en el centro de su atención a la persona. Pero, ¿qué es la persona? Intentemos responder a esta pregunta desde las claves que nos
ofrece la antropología franciscana.
1. La persona: un ser único
Desde el punto de vista antropológico, la
persona se revela como un misterio único,
tanto en su ser como en su existencia particular. Una realidad original e irrepetible que
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exige un profundo respeto de parte de los
otros. Desde una perspectiva teológica, la
persona es comprendida como una realidad
inédita que sobrepasa toda imaginación y
pensamiento; una nueva criatura que, por lo
mismo, no depende de un molde, como ocurre con las cosas habitualmente fabricadas
en serie por el hombre. Ni antropológicamente, ni teológicamente hablando, existen
dos seres completamente iguales. Esta es la
razón que hizo posible que en la escuela
franciscana, en el campo de la ontología, se
desarrollara no solamente la analogía del
ser (posición clásica), sino su univocidad,
tesis que la sostiene de una manera muy especial Duns Escoto, quien entendió muy
bien este principio y por ello define la persona como “un ser singular e irrepetible”.
Esta concepción de la persona tiene implicaciones pedagógicas importantes: todo
proceso educativo debe estar atento a la unicidad de la persona y al misterio de Dios...,
para favorecer su crecimiento mediante el
conocimiento de sí y la búsqueda de la voluntad de Dios.
Este principio pedagógico, por una parte, se opone radicalmente a todo tipo de formación directiva y unilateral o también masificada y uniforme; y, por otra, sostiene e
impulsa el respeto tanto de la autonomía e
iniciativa de cada persona, como del propio
ritmo de crecimiento de cada persona; aspectos que deben llevar a revisar con más
seriedad los sistemas educativos y formativos que, muchas veces, presionados por la
prisa y la eficiencia, tienden fácilmente a
descuidarlos.
El ser humano, igualmente, debe ser formado para que vaya descubriendo y asumiendo los niveles de soledad que implica
la existencia humana. Se necesita de una
pedagogía que sea capaz de poner al ser humano frente a sí mismo, a sus posibilidades
y limitaciones; y que también le ayude a
abrirse hacia los demás seres que se encuentran en una situación parecida de soledad radical.
2. La persona: un ser libre y un ser en
relación
La escuela franciscana y la antropología
actual justamente insisten en que la persona
es un ser libre, y, al mismo tiempo, un ser en
relación.
Tanto Buenaventura, como Escoto, Ockham, Alejando de Hales y Pedro de Olivi
son apasionados defensores de la libertad
humana, rechazando todo determinismo, de
cualquier tipo que sea. A san Buenaventura,
por ejemplo, la defensa de la libertad humana le llevará a condenar algunas doctrinas
de la época, tales como: el determinismo astrológico, en el campo moral, la única inteligencia, en el campo del conocimiento, y el
naturalismo, en el campo ontológico.
La persona es libre, aunque con una libertad limitada, restringida y amenazada.
Es un ser autónomo, con una determinada
capacidad de autodeterminación, aún cuando no se pueda callar los muchos condicionamientos a los que se ve sometido: condicionamientos sociales y condicionamientos
personales.
En cuanto a la libertad, se suele distinguir
entre libertad de y libertad para. La libertad
de consiste en no estar o dejarse determinar
por elementos externos a uno mismo que
bloquearían o determinarían los movimientos de nuestra libertad. La libertad de consistiría en despejar el camino, a fin que cada
uno pueda escoger lo que desea ser, lo que
desea hacer. La libertad para significa que
la propia vida está orientada por ciertos valores, y que uno es capaz de escoger aquellos que dan sentido a una vida: la verdad, la
justicia, la paz... La libertad de estaría al servicio de la libertad para.
¿Qué está a la base de esta libertad? No
se puede hablar de libertad de ni de libertad
para si uno no se autoposee. A la base de este doble aspecto de la libertad está la libertad como autoposesión, lo que nos lleva a
decir que antes de la libertad para escoger
esto o aquello (libertad de), antes de la libertad para comprometernos ante ciertos
valores (libertad para), somos libertad, somos soberanos, somos absolutos (sueltosde) con capacidad para determinarme por
mi mismo. Somos libertad, nos pertenecemos, y por ello nuestra gran responsabilidad está en escoger aquello a través de lo
cual me puedo realizar a mi mismo.
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Por otra parte, la persona es un ser en relación, un yo inconcebible sin un tú. La persona no es una isla, un ser absoluto (suelto
de) radical, sino un ser social y relacional.
La persona no es una realidad abierta sólo a
sí misma, sino a los otros y, en definitiva, a
Dios. Por eso su libertad de, su libertad para y su autoposeerse no pueden separarse
de este concepto fundamental en la antropología, y no sólo religiosa. El hombre vive
en sociedad y su libertad está positivamente condicionada por el “otro”, que a su vez
forma parte del “yo”. La realidad del hombre es una realidad recibida, nadie se da la
vida a sí mismo. Y por ello la libertad está
también positivamente condicionada por el
“Otro”, por quien me dio la existencia.
Todo esto nos lleva a pensar que si la libertad de y la libertad para están al servicio
de la libertad en autoposesión, ésta no puede
separarse del respeto de la libertad del otro.
Es cierto que la omnipotencia de Dios termina allí donde, para usarla, debería eliminar la
libertad del hombre, pues él mismo nos ha
querido y creado como seres libres. Pero
también es cierto que la libertad del yo termina allí donde, para usarla, tendría que quebrantar la libertad del otro. Si no hay un yo
sin un tú, no puede haber libertad de autoposesión sin libertad que respete la vocación de
toda persona: un ser en relación.
La pedagogía franciscana debe tener
bien presente lo anteriormente dicho para
no crear monstruos que sólo busquen la autorrealización, al margen de los demás, y,
para nosotros creyentes, al margen de Dios
y del designio que él tiene sobre cada persona. El creyente no puede sino reconocerse como un ser vocacionado, un ser llamado
a, un ser vocación. Por eso ya no se trata
simplemente de elegir lo que uno mismo
quiera hacer de sí, lo que uno quiera llegar a
ser (vocación antropológica), sino que desde una antropología creyente, se han de tener presentes otros aspectos que deberán integrar y potenciar lo que uno quiere llegar a
ser, lo que uno quiere hacer de sí, con lo que
uno está llamado a ser (vocación teológica).
Por otra parte la persona no puede renunciar
a su libertad. Nuestros centros educativos
deben, por tanto, preparar a las personas pa-
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ra que asuman su libertad, y con ella la responsabilidad de ser ellas mismas y de asegurar su propio crecimiento.
3. La persona: un ser en constante devenir
Acabamos de decir que la persona es una
realidad abierta. Precisamente por ello, es
una realidad incompleta, un proyecto inacabado, siempre en un proceso dinámico de
llegar a ser. En este sentido la persona no es,
sino que está siendo. El concepto de homo
viator, como lo definían los filósofos y teólogos del medioevo, sigue siendo válido. La
persona se va formando (dando forma) ininterrumpidamente, durante toda la vida. La
persona es siempre ella misma, pero no la
misma. La vida es proceso, proyecto nunca
acabado, un continuo hacerse. Ser persona
consiste, entonces, en estar optando siempre por dar en cada instante una nueva forma a la propia realidad personal; consiste en
sentirse siempre en formación.
Teniendo en cuenta esta realidad profundamente dinámica de la persona, la pedagogía franciscana tiene que ayudarla, en primer lugar, a sacar fuera lo que lleva dentro.
Educar (e-ducere) significa precisamente
eso: sacar fuera. La persona es un ser con
muchas posibilidades y, en gran parte, es
creación de sí mismo. En expresión de Alexis Carrel, “el hombre es mármol y escultor
a la vez” de su propia realidad, por ello él es
el primer responsable de su propio crecimiento, de su propia educación.
La pedagogía franciscana ha de posibilitar a la persona el ser consciente de sus posibilidades más recónditas para hacerlas realidad, y, al mismo tiempo, ha de ayudarle a
tomar conciencia de su propia responsabilidad en todo este “devenir”. La pedagogía
franciscana ha de poner a la persona en situación que se sienta agente de su propia
historia y destino, de su realidad personal.
Llegar a ser lo que uno quiere ser y lo que
uno está llamado a ser por vocación, no se
puede delegar. Por ello una gran labor del
educador franciscano es la de ayudar al educando a apropiarse, es decir, a entregarse a
esta tarea, a dar cabida libremente en su vida a los valores o personas que configuran
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la persona como tal y, en nuestro caso, como creyente, a los valores y a las personas
que nos configuran en cuanto tales.
Pero, al mismo tiempo, la pedagogía
franciscana ha de posibilitar que la persona
se abra al proyecto de Dios: respuesta a la
llamada en libertad responsable. En este
sentido la pedagogía franciscana ha de ser
necesariamente “vocacional”, en cuanto
que intenta formar a la persona como ser
abierto a la trascendencia, a un proyecto
que Dios tiene sobre ella y que le permitirá
ser realmente ella misma en plenitud. Desde esta perspectiva, la persona, a la vez que
asume su responsabilidad en la propia educación, se ha de abrir al Otro, que con su
gracia le va dando forma, la va formando.
Por otra parte, la pedagogía franciscana
ha de ser progresiva y gradual, teniendo en
cuenta el ritmo de crecimiento de cada persona. Esto implica que, al mismo tiempo
que tiene en cuenta todo el proceso de crecimiento de la persona y, por tanto, todo lo
que ha de trasmitirse durante dicho proceso,
la pedagogía franciscana ha de evidenciar
algunos contenidos y valores en cada etapa,
a fin que el crecimiento de la persona no sufra interrupciones, frenazos o saltos bruscos, y asegurar una continuidad entre una
etapa y otra. Cada etapa debe ser continuación de la anterior y preparación para la siguiente. De ahí la importancia de una buena
programación a corto, a medio y a largo plazo, así como la evaluación `parcial y global
del proceso educativo.
4. La persona: un ser integral
La persona no puede ser vista sólo desde
una perspectiva, parcialmente o fragmentariamente. La persona es un ser con distintas
dimensiones, todas ellas parte integral de la
persona: la humana (antropológica, psicológica, moral), la intelectual, la social (relaciones), la creyente (espiritualidad) y la
profesional (misión).
La pedagogía franciscana no puede considerarse tal, sino tiene en cuenta todas estas dimensiones. Si no queremos educar
personalidades fragmentadas, la pedagogía
franciscana ha de tener en cuenta a la persona en su totalidad, a fin que pueda desarro-
llar armónicamente sus dotes físicas, espirituales, morales, humanas e intelectuales.
El desarrollo armónico del que estamos
hablando exige también que la pedagogía
franciscana logre que la educación impartida toque los cuatro centros vitales de la persona: corazón, en cuanto centro de la persona (trasformación), mente (contenidos actualizados), manos (práctica), y pies (una
formación encarnada en la realidad en la
que la persona está llamada a vivir). Este es
un aspecto que me parece muy importante a
tener presente en nuestros centros, si no
queremos formar sólo cerebros sin corazón
y sin herramientas que le posibiliten el caminar por la vida.
5. La persona: un ser que crece acompañado
Hemos dicho que educar, según el significado etimológico, significa sacar fuera todas las posibilidades que la persona lleva
dentro de sí misma. Educar, dentro de un
proyecto educativo creyente, comporta
también, como ya hemos dicho, poner a la
persona en condiciones de poder responder
a la vocación a la que ha sido llamada. Todo
esto exige acompañamiento personalizado,
testigos, y no sólo maestros, personas que
autentifiquen los valores de los que hablan
con su propia vida.
El “maestro franciscano” ha de caracterizarse por mantener una relación peculiar
con los discentes. El profesor no puede relacionarse con el alumno a partir de la función exclusiva de enseñar y aprender, sino
de convivir con un estilo concreto de relación que la colorea el ser franciscano.
En un tiempo en el que la educación deriva hacia la reducción técnica, que la convierte en un instrumento de reproducción
social al servicio de intereses estructurales
y que la entiende como una empresa que
gestiona un producto –educación- para un
tipo de consumidores, el modelo de educación franciscana refleja más bien el ideal
humanista de transmisión del saber, de
acompañamiento pedagógico, siempre dentro del respeto a la persona, y en el marco de
los valores cristianos.
Este nuevo elemento pedagógico y me-
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todológico está hablando de un nuevo desafío a nuestros centros educativos: una cuidada selección de los profesores y una adecuada formación comtinua de los mismos,
así como el buscar todos los caminos posibles para involucrar al máximo a los padres
en la educación de los hijos.
El problema de la educación en centros
como los nuestros, y la crisis por la que tantas veces atraviesan, no está sólo en los contenidos, por los cuales ciertamente hemos de
luchar para que preparen al hombre y al creyente del futuro. La crisis muchas veces está
en quienes trasmiten los contenidos, como
en la falta de coherencia de los padres, primeros responsables de la educación de sus
hijos. La solución a tantos problemas que
hoy tiene la educación (no ciertamente a todos), pasa por una formación al acompañamiento tanto de los padres como de los profesores. Aquí no se pueden ahorrar energías
ni dinero. El compromiso por tener un profesorado según el proyecto educativo de nuestros colegios ha de considerarse prioritario.
3. Urgencias en la educación católica y
franciscana hoy
La educación es un arte complejo y con
muchos desafíos por delante. Sin agotarlos
todos, sólo quiero señalar aquí algunos que
me parecen prioritarios.
1. Educar para ser amante de la vida
Si la educación de la persona ha de ser
integral, como ya se dijo, el elemento humano ha de tenerse muy en cuenta. Esto
comporta, entre otras cosas, una visión positiva del cuerpo y una visión que subraye
lo bello de la vida. El cuerpo no es sólo, ni
fundamentalmente causa del pecado, sino
que es “imagen” y “semejanza” del Creador. La vida no es sólo sufrimiento y dolor,
hemos sido creados para ser felices ya aquí.
Como cristianos y franciscanos, estamos
llamados a trasmitir una visión del cuerpo
que, sin idolatrarlo, lleve a descubrirlo como “sacramento”, y sin formar parte del reino del marketing y del culto al físico, lleve
a contemplarlo como obra de Dios, “templo
del Espíritu Santo” y por ello bello y hermoso. Aquí entra también todo lo relacio-
501
nado con la educación a la libertad afectiva
que lejos de una actitud adolescente o narcisista, rigorista o laxista, lleve a nuestros
niños y jóvenes a vivirla desde una perspectiva cristiana.
2. Educar para ser buenos profesionales
Vivimos en una sociedad altamente
competitiva, con todo lo que de bueno o
malo pueda tener esto. Al mismo tiempo
nuestra sociedad es una sociedad especializada. Esto está pidiendo una educación seria y exigente, de alta calidad, en nuestros
centros para que nuestros niños y jóvenes
puedan mañana optar por una determinada
especialización y contar en este mundo de
especialistas sin complejos alguno.
3. Educar evangelizando
La educación/formación es considerada,
por la Iglesia y por la Orden, como una plataforma fundamental de evangelización, como medio imprescindible para garantizar,
dentro del pluralismo cultural que caracteriza a la sociedad de hoy, la presencia del pensamiento cristiano. Es por ello que las distintas Entidades con instituciones educativas están llamadas a continuar e incrementar
sus esfuerzos en el campo educativo, para
que no venga a menos esta encomiable labor
de la educación/formación integral de los niños y jóvenes, tal y como la concibe el humanismo cristiano y franciscano.
Teniendo en cuenta los condicionamientos culturales de hoy –relativismo, materialismo, pragmatismo y tecnicismo-, un centro educativo franciscano no puede renunciar a una referencia explícita al Evangelio
de Jesucristo, con el intento de arraigarlo en
la conciencia y en la vida de los niños y jóvenes. La referencia al Evangelio y, particularmente a la persona de Jesús, es clave
para un discernimiento de los valores que
hacen al hombre y los contravalores que lo
degradan. Si Jesucristo eleva y ennoblece al
hombre, da valor a su existencia, la referencia al Evangelio, y dentro de él a los valores
franciscanos, ayudarán a formar personalidades fuertes, capaces de resistir al relativismo debilitante y de vivir coherentemente con la vocación cristiana. La referencia al
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Evangelio y a los valores franciscanos ayudarán a formar personalidades que, en espíritu de diálogo, den una contribución original y positiva a la edificación de la ciudad
terrena. De este modo, los franciscanos y
franciscanas de hoy, estaremos participando activamente en el diálogo cultural con
nuestra aportación original y específica, a
favor del verdadero progreso y de la formación integral del hombre.
No podemos renunciar a esta labor, insustituible y urgente, ni podemos defraudar
las muchas esperanzas que la Iglesia y la
misma sociedad deposita en nuestras instituciones educativas. No ser fieles a esta misión significaría una pérdida no insignificante para la civilización, para el hombre y
para la construcción de la sociedad. Para
ello, no podemos dejar de examinarnos a
nosotros mismos, en actitud de profunda
autocrítica, para mejor responder a los nuevos retos planteados a la acción educativa
cristiana y franciscana.
Conclusión
Al evidenciar los presupuestos antropológicos de la unicidad, la unidad, la relación
y el ser histórico, que están a la base de una
pedagogía franciscana que promueve el
acompañamiento personalizado, la formación integral y relacional y que se cristaliza
en un proyecto de vida, tan sólo he pretendido señalar algunas pistas para la reflexión. Es de esperar, por ello, que, a la luz de
la espiritualidad franciscana, se continúen
realizando todos los esfuerzos posibles para recuperar las indicaciones pedagógicas
que nos vienen de nuestro patrimonio cultural, de tal modo que orienten y sostengan la
labor educativa de nuestros centros.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro General
2. Convenzione tra i Vicariati Apostolici
di Tripoli e Benghazi in Libia e
l’Ordine dei Frati Minori
La Chiesa in Libia, oggi espressa nel Vicariato Apostolico di Tripoli nella persona
del suo Vescovo, Mons. Fra Giovanni Martinelli, OFM, e nel Vicariato Apostolico di
Benghazi nella persona del suo Vescovo,
Mons. Fra Silvestro Magro, OFM, e
l’Ordine dei Frati Minori, nella persona del
Rev.mo Fr. José R. Carballo, Ministro generale, in attuazione al prescritto del Diritto
comune e particolare, stabiliscono la seguente Convenzione per regolare i reciproci rapporti per il bene della Chiesa in Libia
e per la presenza della vita francescana.
Quadro generale
1. L’Ordine conferma il sostegno e l’aiuto
per la vita della Chiesa in Libia, nella comunione ecclesiale pastorale e secondo
le direttive della Santa Sede.
2. Il sostegno si esprime con la presenza di
almeno 8 (otto) Frati Minori (sacerdoti e
non). Ad essi verranno affidati compiti
di testimonianza e di ministero pastorale. Per i compiti di governo pastorale nei
Vicariati si richiede l’accordo dei Superiori Maggiori.
3. I Frati Minori che lavorano nei Vicariati
in Libia, durante la loro permanenza in
questa missione, a norma della nostra legislazione vengono considerati ospiti
della Provincia di Malta, la quale stipulerà un accordo con le Province
d’origine dei Frati (Cf. SSGG 66).
4. La Curia generale affida l’attuazione
della presente Convenzione alla Provincia di Malta, la quale nominerà un suo
Delegato per accompagnare la vita e la
missione delle due Fraternità.
Reclutamento e formazione dei missionari
5. Il reclutamento dei missionari per i due
Vicariati è affidato alle Chiese locali, in
collaborazione con il Segretariato generale per l’Evangelizzazione, coinvolgendo le Province dei Frati già presenti o
non in Libia (Malta, Filippine, India,
Egitto, Polonia).
6. La Curia generale, attraverso il Moderatore per le missioni, unitamente ai Vicariati Apostolici s’impegna alla preparazione missionaria dei frati candidati e alla
formazione permanente degli stessi.
Per la prima preparazione dei nuovi mis-
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sionari si chiede che i Frati candidati facciano prima un’esperienza di missione in
uno dei due Vicariati. I loro Ministri Provinciali inviino al Ministro generale una
lettera di presentazione, accompagnata da
una valutazione dei Vicari Apostolici, e
poi i nuovi missionari riceveranno
l’obbedienza del Ministro generale con la
quale seguiranno la formazione a Bruxelles e poi s’impegneranno nella missione
in Libia almeno per sei anni, con un accordo scritto con la Provincia di Malta.
7. La Provincia di Malta assicurerà ai missionari almeno gli esercizi spirituali e
una settimana di formazione permanente
ogni anno.
“Mutuae relationes”
8. La Curia generale, attraverso il Moderatore per le missioni, s’impegna ad incrementare la vita della Chiesa locale, soprattutto riguardo alla testimonianza nel
contesto musulmano nelle forme possibili e richieste.
9. Ai Frati considerati dall’Ordine “missionari” a tutti gli effetti, i Vicari Apostolici
assicurano la possibilità della vita secondo la Regola e le direttive dell’Ordine,
sotto i legittimi superiori, rispettano
l’autonomia dei Guardiani nel servizio
di animazione delle Fraternità, a norma
del diritto e tenendo conto della situazione attuale della Chiesa in Libia, e organizzano la sede del Vicariato e della Fraternità in due case distinte, per quanto è
possibile.
10. Se i Frati vogliono intraprendere nelle
due Chiese locali delle iniziative particolari nel campo sociale o pastorale, dovranno essere concordate con gli Ordinari e il Ministro Provinciale, e saranno a
carico della Curia generale.
11. I Vicari Apostolici procureranno i documenti necessari per la residenza dei Frati, forniranno i mezzi adeguati per
l’espletamento dei compiti richiesti (automezzi, risorse, ecc.) e i viaggi sostenuti per mandato degli Ordinari.
I viaggi dei frati per l’Ordine o per motivi interni approvati dal superiore, sono a
loro carico.
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12. Il sostentamento, la manutenzione ordinaria delle case dipendono dai Vicariati
Apostolici.
13. L’assistenza sanitaria dei frati è a carico
dei Vicariati. Per ogni cura specializzata
e prolungata devono rientrare in Provincia dove possono avvalersi dell’Assicurazione obbligatoria del loro paese
d’origine.
La vita dei Frati
14. I Frati Minori attualmente sono presenti
in Libia in due comunità: una a Tripoli
presso la Chiesa di San Francesco e l’altra
a Benghazi presso la Chiesa dell’Immacolata Concezione di Maria. A esse siano
iscritti tutti i Frati Minori presenti.
Uno dei due Guardiani sia nominato come coordinatore delle attività comuni alle due fraternità (es. esercizi spirituali,
formazione, ecc.) e come rappresentante
dei Frati in Libia nella Conferenza Africana.
15. L’amministrazione interna della comunità è sottoposta al solo controllo dei Superiori Maggiori.
16. La fraternità locale provvede ad un contributo mensile adeguato per ogni missionario per le necessità.
17. Il periodo di riposo da passare nel paese
d’origine o fuori dei Vicariati, è di 45
giorni ogni anno, inclusi il viaggio e gli
esercizi spirituali.
18. La presente Convenzione è per tre anni.
È rinnovata per il medesimo periodo se
nessuna delle parti avanza richieste o
modifiche per scritto, sei mesi prima della scadenza.
Per il Vicariato Apostolico di Tripoli:
† FR. GIOVANNI MARTINELLI, OFM
Per il Vicariato Apostolico di Benghazi:
† FR. SILVESTRO MAGRO, OFM
Per la Provincia di Malta:
FR. PAOLO GALEA, OFM
Per l’Ordine dei Frati Minori:
FR. JOSÉ R. CARBALLO, OFM, MIN. GEN.
Prot: 098465
Data: 6 novembre 2007
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3. Il Ministro generale invia nuovi missionari
Roma, Chiesa S. Maria mediatrice, 08.12.2205
La celebrazione della Immacolata Concezione (8 dicembre) in Curia generale a
Roma è stata segnata dall’invio in missione
da parte del Ministro generale, Fr. José R.
Carballo, di Fr. Paul Nguyen Thanh Hai,
vietnamita per la Fraternità in Myanmar
(Birmania) e Fr. Juro Tokalic, originario
della Bosnia-Erzegovina per la Provincia di
Nairobi in Africa. I due missionari avevano
terminato il corso di formazione interfrancescana il 30 novembre, nella Fraternità
Notre Dame des Nations a Bruxelles. Il
gruppo dei nuovi missionari era formato da
8 Frati cappuccini, da 2 Frati conventuali e
da 2 Frati minori. La sessione di prepara-
zione, in lingua inglese, è durata tre mesi,
da settembre a novembre, e si è conclusa
con un ritiro spirituale con accompagnamento individuale.
I missionari sono stati preparati da un’équipe interfrancescana. I Segretari generali
per le missioni dei tre Ordini hanno partecipato alla valutazione finale che è risultata
molto positiva ed arricchente, anche per chi
era già in missione da qualche anno. Ciò ha
confermato tutti nella convinzione che è
molto importante continuare tale formazione missionaria e interfrancescana.
Al termine, i due missionari Frati minori sono stati accompagnati in Italia per un
pellegrinaggio a Roma e sui luoghi di San
Francesco, ed hanno concluso la loro formazione in Curia generale con il mandato
missionario.
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E POSTULATIONE GENERALI
1. Beatification de Sœur Marie-Céline
de La Présentation
Bordeaux, Cathédrale Saint-André, 16.09.2007
1. Note di Cronaca
Più di duemila fedeli hanno partecipato
domenica 16 settembre 2007, nella cattedrale di Saint-André a Bordeaux, alla solenne
Beatificazione della Venerabile Sr. MarieCéline de la Présentation (Germaine Castang), giovane clarissa del villaggio di
Nojals, morta nel monastero di Talence-Bordeaux nel 1897 a soli 19 anni. Per la prima
volta, la splendida cattedrale gotica, ricca di
storia e di arte, ha visto compiersi un solenne
rito di beatificazione sotto le sue volte.
S. Em.za il Cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e Bazas e
Presidente della Conferenza Episcopale
Francese, ha presieduto la celebrazione eucaristica. Con lui hanno concelebrato Monseigneur Michel Mouïsse, vescovo di Périgueux, nell’ambito della cui diocesi si trova
Nojals, paese natale della Beata, Monseigneur Bernard Housset vescovo di La Rochelle et Saintes, dove sono presenti le clarisse nel monastero di Nieul-sur-Mer, Monseigneur Jacques David vescovo emerito
d’Evreux et Monseigneur Jacques Blaquart
vescovo ausiliare di Bordeaux.
La solenne processione d’ingresso, composta da circa duecento concelebranti, ha
avuto inizio alle ore 16, mentre il coro della cattedrale e l’assemblea eseguivano il significativo inno del maestro J. Berthier
«Tressaillez de joie!».
S.Em.za il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi, in veste di Rappresentante
del Santo Padre, ha presieduto il Rito di
Beatificazione, previsto dalla liturgia dopo
l’atto penitenziale. Facendo seguito alla petizione rivoltagli dal Card. Ricard e alla lettura del profilo biografico della Venerabile
Sr. Marie Céline da parte di Monsieur Max
Gatti, vice-postulatore della Causa, ha reso
pubblica la Lettera Apostolica con la quale
il Santo Padre Benedetto XVI ha elevato all’onore degli altari l’umile figlia di Santa
Chiara, stabilendo nel contempo che la memoria liturgica della nuova Beata si possa
celebrare ogni anno nei luoghi stabiliti, secondo il diritto, il 30 maggio, giorno della
sua nascita al cielo.
Un fragoroso applauso dell’assemblea
ha accompagnato lo svelamento del ritratto
della nuova Beata e l’ostensione della singolare reliquia, parte dei capelli recisi il
giorno della sua vestizione religiosa, il 21
novembre 1896. Sr. Claire Isabelle, ex abbadessa del soppresso monastero delle clarisse di Pessac-Talence, comunità di appartenenza della Beata, e altre due anziane
consorelle, hanno offerto l’omaggio dei ceri mentre tre ragazze di Nojals recavano
bouquet di fiori. Molto opportunamente,
per questo gesto di omaggio alla giovane
Beata, erano stati scelti i fiori che lei stessa
aveva indicato come simbolo delle virtù
preferite: le viole che ne evocavano
l’umiltà, le rose la carità, i gigli la purezza.
Già la sera precedente la Cattedrale di
Saint André aveva visto raccogliersi in preghiera una numerosa assemblea, per la veglia in preparazione alla Beatificazione. In
quella occasione Mons. Bernard Peyrous,
autore del libro “La Sainte de Bordeaux”,
Editions de l’Emmanuel, ha presentato il
profilo biografico e spirituale della nuova
Beata, e ha sottolineato efficacemente
l’importanza pastorale che l’evento della
Beatificazione riveste per la diocesi di Bordeaux. Commovente, nel corso della medesima veglia , la testimonianza vocazionale
di Sr. Marie de la Croix, abbadessa del monastero delle clarisse di La Rochelle, e la
rinnovazione dei voti religiosi delle circa
cinquanta clarisse presenti.
Tra i numerosi pellegrini presenti al sacro rito si distinguevano per l’entusiasmo e
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la comprensibile emozione i circa cento
parrocchiani di Nojals, guidati dal parroco
André Chapuzet. Il piccolo villaggio di origine di Sr. Marie Céline, custodisce pressoché intatti i luoghi che furono teatro dell’infanzia di Germaine Castang e dal 2006 anche le reliquie del suo corpo qui traslate
dall’ex-monastero di Talence-Pessac.
La nostra Postulazione, che ha seguito la
Causa di beatificazione della piccola Clarissa fin dall’inizio, era rappresentata a Bordeaux per la solenne cerimonia del 16 settembre dal Vice-Postulatore Generale, Fr.
Giovan Giuseppe Califano, che all’indomani dell’avvenuta beatificazione ha incontrato a Nojals i familiari della novella Beata ed
ha celebrato l’Eucaristia presso la sua tomba nella chiesa parrocchiale.
FR. GIOVAN GIUSEPPE CALIFANO, OFM
2. Homelie de la Messe de Beatification
Eminence,
Frères et sœurs dans le Christ,
Lorsqu’elle meurt au monastère des Clarisses de Talence, en 1897, l’année même
de la mort de sainte Thérèse de l’Enfant-Jésus, sœur Marie-Céline de la Présentation
n’a que 19 ans. Et on voit alors se produire
à Bordeaux, dans les semaines, les mois et
les années qui suivent, un phénomène inattendu, étonnant et surprenant : des hommes,
des femmes, des prêtres, des religieuses
viennent prier sur sa tombe, des prières lui
sont confiées, des enfants lui sont présentés.
L’abbé Louis Gabard, aumônier du couvent
écrit: «Ce sont des gens de toute condition
et de tout état, prêtres et laïques, habitant
non seulement Bordeaux et les environs,
mais parfois de très loin. Des étrangers venus à Bordeaux demandent à visiter la tombe : le nombre n’a fait que croître. Il ne se
passe pas de jour sans qu’il y ait au moins
quelque visite. Personne n’a rien fait pour
créer, exciter ou ralentir ce mouvement.
Cette dévotion paraît toute spontanée». La
mémoire de Sr Marie-Céline restera très
forte à Bordeaux, surtout entre les deux
guerres mondiales. Beaucoup de Bordelais
de souche m’ont partagé, ces temps der-
niers, des souvenirs familiaux la concernant.
Alors comment comprendre cette réputation de sainteté qui aboutit aujourd’hui à
cette béatification? A vue humaine, très humaine, sans doute trop humaine, rien dans
la vie de notre bienheureuse ne paraît extraordinaire, héroïque. Elle n’a vécu que
quelques mois de vie religieuse, a très peu
écrit et ne laisse pas derrière elle une doctrine spirituelle élaborée. Alors qu’est-ce qui
fait son rayonnement? Disons-le tout de
suite: ce qui fait sa sainteté, c’est sa réponse dans le quotidien des jours à l’amour du
Seigneur.
Sa vie pourtant a été difficile et les
épreuves ne lui ont pas été épargnées.
Epreuves physiques tout d’abord. Germaine
Castang naît à Nojals, en Dordogne, dans le
Périgord, le 23 mai 1878. Mais très vite va
arriver pour elle une épreuve de santé. A
quatre ans et demi, étant restée trop longtemps dans l’eau froide d’une rivière, elle en
aura le pied déformé. Elle sera plus tard opérée mais devra vivre avec ce qui restera pour
elle un handicap. Celui-ci sera longtemps un
obstacle à son accueil dans une congrégation, alors qu’elle aspirait tant à être religieuse. De santé fragile, elle mourra comme
d’autres membres de sa famille, de tuberculose pulmonaire. N’oublions pas qu’à cette
époque, beaucoup mouraient très jeunes, en
particulier dans les monastères. Aux
épreuves physiques s’ajoutent les épreuves
familiales. Son père étant incapable de rembourser ses dettes, la petite épicerie qu’il tenait et la maison familiale seront saisies et
toute la famille devra aller vivre dans une
masure insalubre, au lieu-dit Salabert. Le
froid, la faim, la maladie, la mort de frères et
sœurs plus jeunes seront au rendez-vous. On
peut dire que Germaine a vécu ce qu’on appellerait aujourd’hui une vraie vie du Quart
Monde. A quatorze ans, elle perdra sa mère,
puis son frère Louis, s’occupera de son père
au caractère fantasque et difficile. Elle verra
malheureusement l’éclatement de la famille
et l’impossible réconciliation de ses frères
avec leur père. Son père acceptera qu’elle
rentre en 1892 au Refuge des Sœurs de Nazareth, situé en haut du boulevard Saint-Ge-
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nès à Bordeaux. Pendant quatre ans, elle sera accueillie à l’ouvroir. Elle apprend à y faire mille petits travaux et vit dans un contexte humain où les relations entre les pensionnaires accueillies ne sont pas toujours des
plus faciles. Elle sent en elle un appel très
fort à la vie religieuse. Mais son tourment
est de ne pas voir de congrégation où on
pourrait la recevoir, avec son handicap, son
état de santé et sa pauvreté. Et quelle joie ne
sera pas la sienne quand la mère abbesse du
couvent des Clarisses de Talence lui ouvrira
les portes en 1896 ! Admise à faire son postulat, puis son noviciat, la maladie se rappellera à elle et c’est sur son lit de malade,
qu’avant sa mort, on l’autorisera, dans des
conditions tout à fait exceptionnelles, à faire sa profession solennelle.
Alors, qu’est-ce qui fait le rayonnement
de celle que l’Eglise déclare aujourd’hui
bienheureuse ? Ce sont sa foi et sa confiance en Dieu. Depuis toute petite, elle a eu une
relation forte à Dieu. Elle accueille jour
après jour Son amour et se donne à Lui. La
prière est pour elle son temps d’intimité
avec le Seigneur. Elle y puise sa force, son
endurance dans l’amour et sa persévérance.
Bien sûr, sa première communion, sa prière
à la chapelle du Refuge de Nazareth, son
entrée chez les clarisses, ses quelques mois
de vie religieuse révèleront quelque chose
de l’intensité de sa vie avec le Seigneur.
Mais c’est sa vie quotidienne qui est le lieu
de sa réponse à Dieu, de son union à Celui
qui a dit: «Ma nourriture, c’est de faire la
volonté de celui qui m’a envoyé et
d’accomplir son œuvre» (Jn 4,34). Cette
présence de Dieu en elle adoucit un caractère qu’elle avait impétueux. Toute jeune,
elle fait preuve d’une étonnante maturité.
Elle aide, elle sert, elle prend sur elle, elle
patiente, elle voit surtout le bien des autres.
En un mot, elle aime en actes et en vérité.
La sainteté, c’est l’accueil de cet amour du
Seigneur en soi. Marie-Céline vient nous
dire qu’elle peut être vécue à tous les âges
de la vie. Contrairement à ce que beaucoup
pensent, la sainteté n’est pas réservée aux
adultes, à ceux qui ont toute une vie derrière eux, à ceux qui sont riches de toute une
expérience. Il peut y avoir une sainteté de
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l’enfant et une sainteté de l’adolescent. Marie-Céline nous en dessine le visage.
C’est cet amour qu’elle garde dans son
cœur qui marque ceux qui l’entourent. Déjà
à l’ouvroir, les autres perçoivent cette lumière spirituelle qui rayonne d’elle. Ce sera encore plus évident pour les sœurs clarisses qui vont l’entourer pendant les
quelques mois de sa vie religieuse. Et ce
rayonnement se poursuivra de façon étonnante après sa mort. Marie-Céline vient ainsi nous rappeler que la fécondité évangélique n’est pas du même type que
l’efficacité humaine. Elle surgit d’un cœur
qui s’ouvre totalement à l’action et à
l’amour de Dieu. Elle est le fruit d’une vie
qui se donne, se livre avec le Christ et accepte de passer par la mort comme le grain
tombé en terre (Jn 12, 24). C’est pourquoi
dans l’Evangile, seuls ceux qui ont un cœur
de pauvre, un cœur non encombré, peuvent
recevoir pleinement la parole de grâce de
Jésus. En eux, rien ne fait écran à la gratuité du don de Dieu. Leur faiblesse renvoie
tout spontanément à la force transformante
du Seigneur: «Je te loue, Père, dit Jésus,
Seigneur du ciel et de la terre, d’avoir caché
cela aux sages et aux intelligents et de
l’avoir révélé aux tout petits» (Lc 10,21).
En ce début d’année pastorale, écoutons
cet appel à cette sainteté dans le quotidien
que nous adresse notre nouvelle bienheureuse. N’hésitons pas à nous confier les uns
les autres au Seigneur en invoquant son intercession. N’hésitons pas à lui confier chacun de nos diocèses. En effet, n’a-t-elle pas
dit avant sa mort: «Au ciel je n’oublierai
personne». Amen.
JEAN-PIERRE CARDINAL RICARD
Archevêque de Bordeaux
Evêque de Bazas
3. Saluto del Prefetto della Congregazione
delle Cause dei Santi al termine della celebrazione
“Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo Nome”!
(dal Salmo 33)
È questo l’invito che ci rivolge con gioia
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l’umile clarissa di Nojals, elevata oggi alla
gloria degli altari. E, con il cuore colmo di
letizia, accogliamo volentieri questo invito
e ci uniamo al canto della nuova Beata, magnificando il Signore onnipotente, sempre
mirabile nei suoi Santi.
Profondamente lieto, rendo grazie alla
Provvidenza per avermi condotto a Bordeaux, per presiedere come umile rappresentante del Santo Padre, questa nuova
Beatificazione.
Ringrazio prima di tutto fraternamente
Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo
Jean-Pierre Ricard e il suo presbyterium per
l’accoglienza cordiale che mi hanno riservato.
Ringrazio anche voi tutti, Fratelli e Sorelle, per l’ imponente partecipazione ad
una celebrazione che si iscrive tra le pagine
più belle della storia di Bordeaux.
Oggi una figlia di questa Chiesa, che vivendo nella povertà, ha saputo raggiungere,
in pochissimo tempo, le vette della santità,
ci viene presentata come modello di vita e
di fedeltà incrollabile al Vangelo delle Beatitudini.
Possiamo definire piccola, la nostra beata, non solo perché vissuta appena 19 anni,
ma anche e soprattutto perché ha scelto di
essere “Sorella povera di Santa Chiara”, e
dunque piccola nel senso indicato da Gesù
stesso quando parla del mistero nascosto ai
sapienti, ma rivelato ai piccoli (cf. Lc
10,21). E così nella sua piccolezza la Beata
Maria Celina della Presentazione è divenuta grande agli occhi di Dio e oggi l’esito del
suo totale abbandono all’amore del Padre si
manifesta a tutti.
Se ci domandiamo come la nostra Beata
ha conseguito questa capacità di camminare con il Signore con generosità assoluta,
troveremo senza dubbio la risposta nella
sua totale docilità all’azione dello Spirito
Santo, Lui che, proprio in questa cattedrale,
nel luglio del 1892 la colmò della sua presenza vivificante.
Se me lo permettete, vorrei sottolineare
diversi motivi che giustificano la nostra
gioia e, di conseguenza, la nostra gratitudine al «Padre veramente santo e fonte di ogni
santità» (Preghiera euc. II).
Il primo motivo è che, da oggi, la Chiesa
che è in Bordeaux ha ufficialmente una
nuova amica presso Dio. In effetti, se la
Chiesa, presentando i suoi figli migliori alla nostra venerazione, ce li indica come modelli, ce li propone anche come intercessori
e amici. Come “amica”, la Beata Maria Celina della Presentazione non può dimenticare la Chiesa che l’ha generata alla Grazia, e
di conseguenza, non può dimenticare
l’Arcivescovo, il Clero, le sue Sorelle nella
vita religiosa, i consacrati e il popolo di Dio
che vive ed agisce in seno a questa Chiesa.
Tuttavia, attraverso la beatificazione della piccola figlia di Nojais, la Chiesa ci offre
anche un modello semplice ed imitabile di
vita cristiana, adeguato a ognuno di noi,
chiamati ad esprimere, nel “terribile quotidiano” (per riprendere un’espressione di
Pio XI) la nostra fede nel Vangelo e a divenire testimoni credibili di Gesù Cristo.
La nuova Beata, che ha vissuto un’esistenza povera, priva di eventi esaltanti, ma
completamente pervasa dall’amore per il
Signore e per i fratelli, ci conferma che anche noi possiamo raggiungere, in una gioiosa perseveranza, ciò che il Servo di Dio
Giovanni Paolo II ha felicemente chiamato
“la misura alta” della vita cristiana ordinaria”, ossia la santità.
Esaltiamo dunque il nome del Signore e
rendiamogli gloria, poiché Egli ha esaltato
un’umile figlia del vostro popolo, che l’ha
amato senza riserve, che ha scelto di essere
sua per sempre, e che, come Francesco e
Chiara d’Assisi, è divenuta trasparenza vivente del Vangelo.
All’umile e coraggiosa Beata di Nojals,
alla figlia ora illustre di questa Chiesa che è
in Bordeaux e in Francia, alla gioiosa discepola del Poverello d’Assisi, a questa donna
innamorata della povertà di Chiara, affido
questa sera tutti coloro che sono presenti
qui, in questa celebrazione storica della sua
beatificazione, e chiedo per ognuno di essi
la grazia di percorrere con audacia e fedeltà
le vie del Vangelo.
Che la Beata Maria Celina della Presentazione unisca la sua voce alla nsotra, invocando per la Chiesa e per la Famiglia Francescana vocazioni generose che sappiano
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fare scelte coraggiose per il servizio dei poveri e per testimoniare il Vangelo della misericordia e della pace.
Che la nuova Beata ottenga per noi dal
Signore una nuova era di santità! Che il suo
sorriso consoli i malati, gli afflitti e tutti coloro che invocano oggi con fiducia la sua
intercessione e il suo conforto!
GIUSEPPE CARD. SARAIVA MARTINS
4. Profilo Biografico della Beata M. Celina della Presentazione (1878-1897)
La Beata M. Celina della Presentazione
della Beata Vergine Maria (al secolo: Giovanna Germana Castang) nacque a Nojals,
piccolo villaggio della Dordogna (Francia),
nei pressi di Périgord, il 24 maggio 1878,
quinta dei dodici figli dei coniugi Germano
Castang e Maria Lafage, poveri coltivatori
dei campi ma esemplari testimoni del Vangelo. Fu battezzata nello stesso giorno della
nascita e posta sotto la protezione della Madre del Signore, celebrata in quel giorno
con il titolo di Ausiliatrice.
Nel 1882, a soli quattro anni, per aver
giocato imprudentemente con i suoi fratelli
nell’acqua gelida del ruscello Bournègue,
poco distante dalla casa, fu colpita dalla poliomielite, che la privò dell’uso della gamba
sinistra. Da quel momento, per tutti, Giovanna Germana fu “la boîteuse”.
Nonostante la sua anomalia, la fanciulla
non si chiuse in se stessa, ma si rese disponibile nel disbrigo delle faccende domestiche e nella cura dei fratelli e delle sorelle
minori. Iniziò a frequentare la scuola del
paese, diretta dalle Suore di san Giuseppe
d’Aubenas, mostrando una intelligenza viva e un carattere gioviale e iniziò pure a partecipare alle attività parrocchiali. Purtroppo, a partire dalla primavera del 1887 una
serie di prove e di eventi luttuosi si abbatté
sulla famiglia Castang, tra cui gravi difficoltà economiche, che determinarono
l’abbandono della bella casa e il trasferimento in un alloggio di fortuna, nella località chiamata Salabert, in campagna.
Nell’estrema indigenza in cui venne a
trovarsi la famiglia, Giovanna Germana,
che contava appena dieci anni, seppe dimo-
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strare una generosità e una compassione
straordinaria per la sua età: si rendeva utile
in ogni modo per alleviare il disagio dei
suoi cari, mostrandosi servizievole e gioviale. Un triste giorno poi, quando la dispensa non ebbe più nulla da offrire, seppe
vincere l’amor proprio, e andò a questuare
per il villaggio il vitto necessario alla famiglia. A queste difficoltà materiali si aggiungeva la pena di dover abbandonare la scuola e di non poter più frequentare quotidianamente la chiesa parrocchiale, troppo
lontana da raggiungere. Desiderosa di risparmiare alla famiglia altre sofferenze, determinò infine di offrirsi vittima al Signore:
il cielo sembrò gradire quel giovane olocausto perché di lì a poco il papà riuscì a
trovare un modesto lavoro e a trasferirsi,
nell’autunno 1890, con la famiglia a Bordeaux.
Nella speranza di ovviare alla grave menomazione al piede, il 7 febbraio 1891,
Giovanna Germana fu ricoverata presso
l’ospedale infantile di Bordeaux per essere
sottoposta ad intervento chirurgico. Accolse
la prova con “angelica pazienza”, sopportando le sofferenze dell’operazione. Nei
cinque mesi di degenza, come testimoniarono le Figlie della Carità di San Vincenzo
de’ Paoli, infermiere dell’ospedale, fu un
modello di amabilità e di rassegnazione,
prestando piccoli servizi agli altri ammalati. Nel giugno 1891, mentre lentamente recuperava la salute, Giovanna Germana sperimentò un nuovo dolore, perché due dei
fratelli più piccoli si ammalarono gravemente di febbre infettiva e morirono.
Nel mese di luglio 1891, ancora convalescente, la Beata faceva il suo ingresso nell’Istituto “Nazareth” di Bordeaux, diretto
dalle Suore di Gesù-Maria di Le Dorat, e
che accoglieva ragazze in difficoltà, per ricevere quelle cure che la famiglia non poteva più offrirle. Fu quello un periodo fecondo della sua vita, durante il quale iniziò a discernere con più chiarezza la volontà di Dio
su di lei. Il 12 giugno 1892 si accostò per la
prima volta alla comunione eucaristica con
straordinaria devozione e nel successivo
mese di luglio ricevette la cresima dal Card.
Lecot nella cattedrale di Bordeaux. Già a
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quel tempo Giovanna Germana dava
l’impressione di vivere costantemente alla
presenza di Dio, compiendo con esattezza
quanto le veniva affidato nel lavoro e trasmesso nello studio.
Sul finire di quell’anno altri lutti vennero a provare ulteriormente la famiglia e a
purificare col dolore il cuore dell’adolescente. Il 29 dicembre 1892, la mamma Maria Lafage, per l’improvviso aggravarsi di
un’ernia trascurata, morì. Otto giorni dopo,
anche il fratello maggiore Luigi, tornato
dall’ esercito affetto da tubercolosi, dopo
essere stato amabilmente assistito da Giovanna Germana, venne a mancare. In questa duplice prova fu ammirevole lo spirito
di fede della Beata, vero angelo consolatore del padre e dei suoi cari.
Rimasta ad accudire le due sorelle più
piccole, Lubina e Lucia, che aveva condotto con sé all’istituto Nazareth di Bordeaux,
Giovanna Germana, andava ormai orientandosi verso una completa donazione al Signore. Quando, nel 1893, le suore di San
Giuseppe d’Aubenas, congregazione alla
quale apparteneva la sorella maggiore Lucie, con il nome di Sr. Maria di San Germano, si offrirono per accogliere nel loro educandato le due piccole orfane, la Beata fu libera di pensare a se stessa, perseguendo il
proprio ideale di consacrazione.
Le sue prime richieste si indirizzarono
presso le clarisse di Bordeaux e poi verso le
Suore di Gesù-Maria di Le Dorat, ma entrambe furono respinte, a motivo della sua
claudicazione e della giovane età. Rimase
dunque presso l’educandato “Nazareth” fino al compimento del diciassettesimo anno,
attendendo pazientemente il giorno stabilito da Dio.
Il 6 aprile 1896, lunedì di Pasqua, dopo
aver visitato con grande devozione il Santuario di Notre Dame de Talence, chiese un
colloquio con le clarisse del vicino monastero “Ave Maria”, che conquistate dalla
sua straordinaria umiltà e dall’amabilità del
suo carattere, promisero di accoglierla, nonostante la sua menomazione fisica.
Il 12 giugno 1896, Festa del Sacro Cuore, fece il suo ingresso come postulante. Era
la méta a cui aveva aspirato fin da bambina,
e alla quale il Cristo la aveva condotta per
mano, anche attraverso l’esperienza della
sofferenza.
Dopo cinque mesi di probandato, il 21
novembre 1896, festa della Presentazione al
tempio della Vergine Santissima, a 18 anni,
Giovanna Germana vestiva l’abito francescano e assumeva il nome religioso di Suor
Maria Celina della Presentazione della Beata Vergine Maria. Ancora una volta, come
nel giorno del battesimo, la vita di quest’umile creatura era affidata alla materna custodia della Madre di Dio.
“Lasciando le vesti del mondo, pregherò
Gesù di bandire ogni pensiero inutile dal
mio cuore e di darmi lo spirito religioso; indossando l’abito di clarissa, pregherò lo
Sposo mio di rivestirmi dello spirito della
mortificazione, della rinuncia e della penitenza; cingendomi del cordone. Gli chiederò di liberarmi dalla falsa libertà e di
unirmi a sè con le catene del suo santo amore; mettendomi il santo velo, Lo supplicherò di nascondermi alla vista delle creature. Io voglio vivere nascosta in Dio”.
Questi propositi, che la Beata tracciò nel
piccolo quaderno di note personali, alla vigilia della sua vestizione, furono da lei luminosamente vissuti nei mesi di noviziato.
Nel chiostro Sr. Maria Celina restò fedele
alle sue antiche abitudini di carità, alle quali già si era esercitata nel mondo, moltiplicando i piccoli gesti di servizio e di abnegazione a favore delle sue sorelle, ma soprattutto progredì nella via dell’umiltà, della
mortificazione e del nascondimento.
La salute della giovane novizia cominciò, però, ben presto a declinare.
L’infermità, manifestatasi in una grave forma di tubercolosi, rivelò la grandezza della
sua fede e la ferma volontà di voler completare nel suo fragile corpo quanto ancora
manca alla Passione di Cristo, a vantaggio
del suo Corpo che è la Chiesa (cfr. Col
1,24). Scriveva nel suo diario a pochi giorni dalla preziosa morte: “Non gradisci olocausto né vittima: eccomi! Sono venuta per
prendere la croce. Mi offro vittima come
Gesù…fino a questo momento ho sacrificato tutto: affetti, pensieri.. dovrò ora essere
meno generosa? Oh, no! Eccomi: tagliate
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bruciate amputate fate di me ciò che gradite, purché il mio amore per voi aumenti
sempre più e più! Solo questo chiedo!”.
Il 30 maggio 1897, dopo 190 giorni dal
suo ingresso nel noviziato, emessa la Professione religiosa “in articulo mortis“,
Suor Maria Celina faceva il suo ingresso
trionfale nell’eternità dei Santi. Nell’ ultimo
biglietto scritto alla sorella suora aveva
confidato: “Mia piccola cara sorella, son
ben contenta che presto apprenderete la notizia della mia morte,…state ben tranquilla,…. il giorno della mia morte sarà per me
il più bello…”. Nello stesso anno sarebbe
morta a Liseux la “piccola” Teresa di Gesù
Bambino, sua conterranea, anch’ella fattasi
dono di amore per la vita dei fratelli.
2. La beatificazione di ventinove Martiri Frati Minori
Roma, Piazza S. Pietro, 28.10.2007
1. Homilía del Cardenal José Saraiva Martins en la beatificación de los Mártires
españoles
Eminentísimos señores cardenales;
excelentísimos señores obispos
y hermanos en el sacerdocio;
respetables autoridades;
hermanas y hermanos en Cristo:
1. Por encargo y delegación del Papa Benedicto XVI, he tenido la dicha de hacer público el documento mediante el cual el Santo Padre proclama beatos a 498 mártires
que derramaron su sangre por la fe durante
la persecución religiosa en España, en los
años 1934, 1936 y 1937. Entre ellos hay
obispos, sacerdotes, religiosos, religiosas y
fieles laicos, mujeres y hombres; tres de
ellos tenían dieciséis años y el mayor setenta y ocho.
Este grupo tan numeroso de beatos manifestaron hasta el martirio su amor a Jesucristo, su fidelidad a la Iglesia católica y su
intercesión ante Dios por todo el mundo.
Antes de morir perdonaron a quienes les
perseguían –es más, rezaron por ellos-, como consta en los procesos de beatificación
instruidos en las archidiócesis de Barcelo-
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na, Burgos, Madrid, Mérida-Badajoz, Oviedo, Sevilla y Toledo; y en las diócesis de Albacete, Cartagena, Ciudad Real, Cuenca,
Gerona, Jaén, Málaga y Santander.
El Catecismo de la Iglesia católica afirma: “El martirio es el supremo testimonio
de la verdad de la fe” (n. 2473). En efecto,
seguir a Jesús significa seguirlo también en
el dolor y aceptar las persecuciones por
amor del Evangelio (cf. Mt 24, 9-14; Mc 13,
9-13; Lc 21, 12-19): “Y seréis odiados de
todos por causa de mi nombre” (Mc 13, 13;
cf. Jn 15, 21). Cristo nos había anticipado
que nuestras vidas estarían vinculadas a su
destino.
2. El logotipo de esta beatificación, de
una importancia notable por el gran número
de nuevos beatos, tiene como elemento central una cruz de color rojo, símbolo del
amor llevado hasta derramar la sangre por
Cristo. Acompaña a la cruz una palma estilizada, que intencionalmente se asemeja a
unas lenguas de fuego, en la que vemos representada la victoria alcanzada por los
mártires con su fe que vence al mundo (cf. 1
Jn 1, 4), así como también el fuego del Espíritu Santo que se posa sobre los Apóstoles
el día de Pentecostés, y asimismo la zarza
que arde y no se consuma con una llama, en
la que Dios se presenta a Moisés en el relato del Éxodo y es expresión de su mismo
ser: el Amor que se da y nunca se extingue.
Estos símbolos están enmarcados por
una leyenda circular, que recuerda un mapa
del mundo: “Beatificación mártires de España”. Dice “mártires de España” y no
“mártires españoles”, porque España es el
lugar donde fueron martirizados, y es también la patria de gran parte de ellos, pero
hay también quienes provenían de otras naciones, concretamente de Francia, México
y Cuba. En cualquier caso, los mártires no
son patrimonio exclusivo de una diócesis o
una nación, sino que, por su especial participación en la cruz de Cristo, Redentor del
universo, pertenecen al mundo entero, a la
Iglesia universal.
Se han elegido como lema para esta beatificación unas palabras del Señor recogidas
en el Evangelio de san Mateo: “Vosotros
sois la luz del mundo” (Mt 5, 14). Como de-
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clara el concilio Vaticano II al comienzo de
su constitución sobre la Iglesia, “Jesucristo
es la luz de las gentes” (Lumen gentium, 1);
esa luz se refleja a lo largo de los siglos en
el rostro de la Iglesia y hoy, de manera especial, resplandece en los mártires cuya memoria estamos celebrando. Jesucristo es la
luz del mundo (cf. Jn 1, 5-9), que alumbra
nuestras inteligencias para que, conociendo
la verdad, vivamos de acuerdo con nuestra
dignidad de personas humanas y de hijos de
Dios y seamos también nosotros luz del
mundo que alumbra a todos los hombres
con el testimonio de una vida vivida en plena coherencia con la fe que profesamos.
3. “He combatido bien mi batalla, he corrido hasta la meta, he mantenido la fe” (2
Tm 4, 7). Así escribe san Pablo, ya al final
de su vida, en el texto de la segunda lectura
de este domingo. Con su muerte, estos mártires hicieron realidad las mismas convicciones de san Pablo.
Los mártires no consiguieron la gloria
sólo para sí mismos. Su sangre, que empapó
la tierra, fue riego que produjo fecundidad
y abundancia de frutos. Así lo expresaba,
invitándonos a conservar la memoria de los
mártires, el Santo Padre Juan Pablo II en
uno de sus discursos: “Si se perdiera la memoria de los cristianos que han entregado
su vida por confesar la fe, el tiempo presente, con sus proyectos y sus ideales, perdería
una de sus características más valiosas, ya
que los grandes valores humanos y religiosos dejarían de estar corroborados por un
testimonio concreto inscrito en la historia”
(Discurso a los participantes en la VIII sesión pública de las Academias pontificias, 3
de noviembre de 2003, n. 2: L’Osservatore
Romano, edición en lengua española, 21 de
noviembre de 2003, p. 6).
No podemos contentarnos con celebrar
la memoria de los mártires, admirar su
ejemplo y seguir adelante en nuestra vida
con paso cansino. ¿Qué mensaje transmiten
los mártires a cada uno de nosotros aquí
presentes?
Vivimos en una época en la cual la verdadera identidad de los cristianos está constantemente amenazada y esto significa que
ellos o son mártires, es decir adhieren a su
fe bautismal en modo coherente, o tienen
que adaptarse.
Ya que la vida cristiana es una confesión
personal cotidiana de la fe en el Hijo de
Dios hecho hombre, esta coherencia puede
llegar en algunos casos hasta el derramamiento de la sangre.
Pero como la vida de un solo cristiano
donada en defensa de la fe tiene el efecto de
fortalecer la de toda la Iglesia, el hecho de
proponer el ejemplo de los mártires significa recordar que la santidad no consiste solamente en la reafirmación de valores comunes para todos, sino en la adhesión personal
a Cristo Salvador del cosmos y de la historia. El martirio es un paradigma de esta verdad desde el acontecimiento de Pentecostés.
La confesión personal de la fe nos lleva a
descubrir el fuerte vínculo entre la conciencia y el martirio. “El sentido profundo del
testimonio de los mártires –según escribía
el cardenal Ratzinger-, está en el hecho de
que testimonian la capacidad de la verdad
sobre el hombre como límite de todo poder
y garantía de su semejanza con Dios. En este sentido los mártires son los grandes testigos de la conciencia, de la capacidad otorgada al hombre de percibir, más allá del poder, también el deber, y por lo tanto de abrir
el camino hacia el verdadero progreso, hacia la verdadera elevación humana” (J. RATZINGER, Elogio della coscienza, Roma, Il
Sabato, 16 de marzo de 1991, p. 89).
4. Los mártires se comportaron como
buenos cristianos y, llegado el momento, no
dudaron en ofrendar su vida de una vez con
el grito “¡Viva Cristo Rey!” en los labios. A
los hombres y a las mujeres de hoy nos dicen en voz muy alta que todos estamos llamados a la santidad; todos, sin excepción,
como ha declarado solemnemente el concilio Vaticano II al dedicar un capítulo de su
documento más importante —la constitución dogmática Lumen gentium, sobre la
Iglesia— a la “llamada universal a la santidad” (Lumen gentium, cap. V). Dios nos ha
creado y redimido para que seamos santos.
No podemos contentarnos con un cristianismo vivido tibiamente.
La vida cristiana no se reduce a unos
actos de piedad individuales y aislados, si-
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no que ha de abarcar cada instante de nuestros días sobre la tierra. Jesucristo ha de estar presente en el cumplimiento fiel de los
deberes de nuestra vida ordinaria, entretejida de detalles aparentemente pequeños y
sin importancia, pero que adquieren relieve y grandeza sobrenatural cuando están
realizados con amor a Dios. Los mártires
alcanzaron la cima de su heroísmo en la
batalla en la que dieron su vida por Jesucristo. El heroísmo al que Dios nos llama
se esconde en las mil escaramuzas de
nuestra vida de cada día. Hemos de estar
persuadidos de que nuestra santidad —esa
santidad, no lo dudemos, a la que Dios nos
llama— consiste en alcanzar lo que Juan
Pablo II ha llamado el “alto grado de la vida cristiana ordinaria” (Novo millennio
ineunte, 31).
El mensaje de los mártires es un mensaje de fe y de amor. Debemos examinarnos
con valentía, y hacer propósitos concretos,
para descubrir si esa fe y ese amor se manifiestan heroicamente en nuestra vida.
Heroísmo también de la fe y del amor en
nuestra actuación como personas insertas
en la historia, como levadura que provoca el
fermento justo.
La fe, nos dice Benedicto XVI, contribuye a purificar la razón, para que llegue a
percibir la verdad (cf. Deus caritas est, 2829). Por eso, ser cristianos coherentes nos
impone no inhibirnos ante el deber de contribuir al bien común y moldear la sociedad
siempre según justicia, defendiendo —en
un diálogo informado por la caridad—
nuestras convicciones sobre la dignidad de
la persona, sobre la vida desde la concepción hasta la muerte natural, sobre la familia fundada en la unión matrimonial una e
indisoluble entre un hombre y una mujer,
sobre el derecho y deber primario de los padres en lo que se refiere a la educación de
los hijos y sobre tantas otras cuestiones que
surgen en la experiencia diaria de la sociedad en que vivimos.
Concluimos, unidos al Papa Benedicto
XVI y a la Iglesia universal, que vive en los
cinco continentes, invocando la intercesión
de los mártires beatificados hoy y acudiendo confiadamente a Nuestra Señora, Reina
513
de los mártires, para que, inflamados por un
vivo deseo de santidad, sigamos su ejemplo.
CARDENAL JOSÉ SARAIVA MARTINS
2. Perfil de los Mártires
1. Mártires de Toledo
El P. Víctor Chumillas, guardián del
Convento-seminario Franciscano de Consuegra (Toledo), los PP. Ángel Ranera, Vicario de la comunidad, Domingo Alonso,
Martín Lozano, Julián Navío y Benigno
Prieto, profesores, y los estudiantes de teología Fr. Marcelino Ovejero, Fr. José de Vega, Fr. José Álvarez, Fr. Andrés Majadas,
Fr. Santiago Mate, Fr. Alfonso Sánchez, Fr.
Anastasio González, Fr. Félix Maroto, Fr.
Federico Herrera, Fr. Antonio Rodrigo, Fr.
Saturnino Río, Fr. Ramón Tejado, Fr. Vicente Majadas y Fr. Valentín Diez formaban
parte de la comunidad franciscana de Consuegra, compuesta por nueve sacerdotes, 19
estudiantes clérigos y cuatro hermanos no
clérigos.
La comunidad fue cercada en su convento el 21 de julio de 1936 y expulsada del
mismo por las autoridades locales el 24 de
julio. Desde el 24 hasta su encarcelamiento,
los religiosos estuvieron acogidos en casas
de familiares y bienhechores. Entre el anochecer del 9 de agosto y las primeras horas
de la mañana del día 10, todos los franciscanos fueron encarcelados en la prisión municipal, por orden del alcalde. Todos iban
gozosos de haber sido dignos de padecer
por Cristo -dice en su relato el P. Chumillasy el reencuentro aumentó el gozo fraterno.
El día 11 fueron trasladados, junto con todo
el clero y religiosos del pueblo, a la iglesia
de Santa Maria, convertida en prisión.
Los días de cárcel los pasaron preparándose al martirio con la oración, la confesión
sacramental, el perdón mutuo, las exhortaciones del P. Chumillas y la renovación de
la profesión religiosa.
Poco después de las 12 de la noche del
15 de agosto, los 20 franciscanos nombrados fueron sacados de la prisión y conducidos en un camión al lugar llamado Boca de
Balondillo, del término de Fuente el Fresno
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(Ciudad Real). Allí fueron fusilados en la
madrugada del 16 de agosto de 1936. El alcalde de Consuegra y otros miembros del
Ayuntamiento les dieron el tiro de gracia.
Por el camino hacia el martirio, los franciscanos fueron rezando. Al ser bajados del
camión, entonaron el Libera me, Domine.
El P. Chumillas les exhortó a morir por
Cristo con la certeza de ganar el cielo. Sus
últimas palabras al alcalde fueron: “Estamos dispuestos a morir por Cristo”. Murieron clamando: ¡Viva Cristo Rey! ¡Perdónalos, Señor, que no saben lo que hacen!
El P. Félix Pinto, que había pasado casi
toda su vida de sacerdote en Filipinas, pertenecía a la comunidad de Pastrana en 1936.
A primeros de septiembre fue detenido,
maltratado y conminado a blasfemar. Su negativa a ello y su defensa de la religión ante
los milicianos, la tarde del 6 de septiembre
hizo que esa misma noche, en la madrugada
del 7 de septiembre de 1936, fuese asesinado por el alcalde de Pastrana y por los milicianos en el término de Hueva (Guadalajara). Sus últimas palabras fueron: “¡Yo os
perdono! ¡Viva Cristo Rey!”
El P. Perfecto Carrascosa pertenecía a la
comunidad de Madrid, como secretario provincial desde 1935. Refugiado en casa de
sus padres, en Villacañas, fue sacado de ella
en la madrugada del 14 de septiembre y encarcelado. En la prisión recibió muchas veces fuertes torturas para forzarle a blasfemar, confortó a los compañeros de cárcel y
los exhortó y preparó al martirio. Fue asesinado, junto con cinco seglares, en el cementerio de Tembleque (Toledo), el 17 de
octubre de 1936.
Los cuerpos de estos 22 Siervos de Dios
reposan en la capilla dedicada a ellos en la
iglesia franciscana de San Juan de los Reyes, en Toledo.
P. JOSÉ PRIETO DEL POZO
Vice-Postulador.
• Fr. Víctor Chumillas Fernández. Nació
en Olmeda del Rey (Cuenca), el 28 de julio
de 1902. Desde pequeño manifestó deseo
de ir a las misiones y de ser mártir. Profesó
en la Orden Franciscana en Arenas de San
Pedro (Ávila) en 1918. Fue ordenado sacerdote en 1925. Profesor en los seminarios de
la Provincia Franciscana de Castilla. En todos los lugares dejó una limpia estela de
virtudes, bondad y celo apostólico. Notable
fue su apostolado con la pluma en las revistas “Cruzada Seráfica” y “Hogar Antoniano”, en las que defendió la fe de la Iglesia y
la expuso a pequeños y mayores cuando en
España era tan combatida. Encarcelado,
con toda su comunidad, en agosto de 1936,
supo ser el pastor que preparó, confortó y
animó a todos ante el martirio por Cristo, el
cual padeció, con cinco sacerdotes y 14 estudiantes teólogos de su comunidad, en Boca de Balondillo (Fuente El Fresno, Ciudad
Real), el 16 de agosto de 1936. Está sepultado, con todos ellos, en la iglesia franciscana de San Juan de los Reyes, de Toledo.
• Fr. Ángel Hernández-Ranera de Diego.
Nació en Pastrana (Guadalajara) el 1 de octubre de 1877. De genio vivo, piadoso, acólito-sacristán de las concepcionistas de su
pueblo, en el cual había entonces mas de 15
franciscanos, sintió nacerle la vocación en
el trato con ellos. Vistió el hábito franciscano el 29 de octubre de 1892, y en él profesó
al año siguiente. Emitió su profesión perpetua en 1897 y fue ordenado sacerdote el 9 de
junio de 1900. Misionero en Filipinas. Regresado a España en 1929, residió tres años
en Alcázar de San Juan (Ciudad Real) como
vicario y profesor del seminario, y tres en
Quintanar de la Orden (Toledo) como vicario, discreto y maestro de hermanos no clérigos. Con los mismos cargos fue destinado
a Consuegra en 1935. Fue el confesor de
ese seminario. Sus feligreses filipinos le recuerdan como sacerdote piadoso y diligente en su ministerio, generoso y caritativo,
querido por el pueblo y respetado por las
autoridades. La vida del P. Ángel Ranera,
entregada por entero al Señor, tuvo una digna culminación en el martirio, que repetidas
veces manifestó desear y que tuvo lugar en
Fuente el Fresno, el 16 de agosto de 1936.
• Fr. Domingo Alonso de Frutos. Nacido
en Navares de Ayuso (Segovia) el 12 de mayo de 1900. Al ver su devoción como acólito de la parroquia, el magistral de Segovia
lo invitó a hacerse sacerdote y religioso. Su
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decisión de hacerse fraile se impuso a la disuasión de los mayores. E1 22de julio de
1915 tomaba el hábito en el convento de
Pastrana, donde profesó al año siguiente e
hizo su profesión perpetua en 1921. Licenciado y Doctorado en Teología, fue ordenado sacerdote el 18 de mayo de 1924 fue ordenado sacerdote en Calbayog (Samar, Filipinas). Profesor de teología dogmática y
maestro de disciplina. Era sencillo, prudente, austero, bastante callado. No jactancioso, muy trabajador y cumplidor de sus deberes, sin que por ello se dispensase de la
oración comunitaria. Bien preparado y dotado intelectualmente, desempeñaba con
competencia su tarea de profesor, si bien la
debilidad de su carácter hizo que su labor
como maestro de disciplina no fuese siempre acertada en las situaciones conflictivas
del teologado. En la revista “Cruzada Seráfica” publicó bastantes artículos, la mayoría
de ellos sobre la misericordia de Dios y la
contrición en los sacramentos. Estuvo siempre dispuesto al martirio. Cuando los milicianos le dijeron que se bajase del camión
que los llevaría a la muerte, contestó: «Domingo no se baja, que Domingo irá donde
vayan sus hermanos». Con 19 de ellos fue
inmolado en Fuente el Fresno, el 16 de
agosto de 1936.
• Fr. Martín Lozano Tello. Nació en Corral de Almaguer (Toledo) el 19 de septiembre de 1900. Desde pequeño se sintió atraído por el estado religioso. Vistió el hábito
franciscano en Pastrana en 1916, donde
profesó en 1917. Allí cursó la filosofía y el
primer año de teología, y emitió su profesión perpetua en 1921. Los otros tres años
de teología los cursó en Consuegra (Toledo). Fue ordenado sacerdote en 1925. Licenciado en Sagrada Escritura, empezó su
labor en el teologado franciscano de Consuegra como profesor y maestro de disciplina. De natural era bien dotado intelectualmente, introvertido, emotivo, tímido y débil
de carácter para enfrentarse a las situaciones conflictivas, lo cual le llevó a renunciar
al cargo de maestro de estudiantes de teología. Era amante del estudio, cumplidor de
sus deberes, piadoso, sencillo, no dado a
disputas ni criticas, prudente, indulgente en
515
las calificaciones, y sabia encajar los desaires que recibía. A pesar de su timidez, estaba dispuesto al martirio. Días antes de la
guerra civil, le dijo una persona: «Cómo anda usted por la calle vestido de hábito? Le
van a matar». Y él contestó: «Tengo la mortaja puesta. Cuando gusten, pueden hacer
de nosotros lo que quieran». Fue asesinado
en Fuente el Fresno (Ciudad Real) el 16 de
agosto de 1936.
• Fr. Julián Navío Colado. Nació el 12
de agosto de 1902 en Mazarete (Guadalajara). Tomó el hábito en Arenas de San Pedro
(Ávila) en 1919. Allí hizo su profesión temporal en 1920. Los últimos tres años de teología los cursó en Consuegra, donde hizo
sus votos perpetuos en 1925. Fue ordenado
sacerdote en 1927. Profesor de Historia de
la Iglesia, de Historia de la Orden y de su
Provincia. Éste fue casi el único apostolado
que ejerció. Como profesor y formador era
apreciado por todos y considerado como el
profesor ideal por su preparación de las clases y el desarrollo de las mismas. Fue asesinado con 19 hermanos de hábito el 16 de
agosto de 1936 en Fuente el Fresno (Ciudad
Real).
• Fr. Benigno Prieto del Pozo. Nació el
25 de noviembre de 1906 en Salce (León).
Tomó el hábito franciscano el año 1922 y
emitió su profesión temporal al año. Su profesión perpetua tuvo lugar en Consuegra en
1927. A finales de 1930 fue ordenado sacerdote. Maestro de estudiantes y profesor, colaborador en la revista “Cruzada Seráfica”
y Asistente de la OFS. En los días de prisión
dejó bien impreso en los testigos su espíritu
de prudencia, oración, fortaleza y solicitud
por sus discípulos. Fue asesinado en Fuente
el Fresno (Ciudad Real) con 19 hermanos
de hábito el 16 de agosto de 1936.
• Fr. Marcelino Ovejero Gómez. Nació
en Becedas (Ávila) el 13 de febrero de
1913. Vistió el hábito franciscano en Arenas
de San Pedro (Ávila) en 1928. Hizo su profesión temporal en 1929. No llegó a emitir
la profesión perpetua ni a recibir Ordenes
sagradas por estar sujeto al servicio militar.
Cursó el trienio de filosofía en Pastrana
(Guadalajara), el primer curso de teología
en Alcázar de San Juan y los tres restantes
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de teología en Consuegra (Toledo), entre
1929 y 1936, año en que sufrió el martirio
el 16 de agosto, en Fuente el Fresno (Ciudad Real).
• Fr. Alfonso Sánchez Hernández-Ranera. Nació en Lérida el 26 de enero de 1915.
Ingresó en el seminario menor franciscano
de Alcázar de San Juan (Ciudad Real) en
1926. Allí hizo dos cursos de humanidades.
El tercero, cuarto y quinto los cursó en La
Puebla de Montalbán (Toledo) en dos años.
Vistió el hábito franciscano en Arenas de
San Pedro (Ávila) el 1 de junio de 1930.
Profesó votos temporales el 2 de junio de
1931. El trienio filosófico lo cursó en Pastrana (Guadalajara) de 1931 a 1934. De
1934 a 1936 aprobó los dos primeros años
de teología en Consuegra (Toledo), donde
hizo su profesión perpetua el 17 de mayo de
1936. El 6 y 7 de junio de ese año recibió,
en Ciudad Real, la tonsura y las cuatro Ordenes Menores.
• Fr. Anastasio González Rodríguez. Nació en Villaute (Burgos) el 11 de octubre de
1914. El 1 de junio de 1930 empezó el año
de noviciado en Arenas de San Pedro (Ávila) y emitió su profesión temporal el 2 de junio de 1931. En los cinco años anos restantes de su vida cursó el trienio filosófico en
Pastrana (Guadalajara), de 1931 a 1934, y
los dos primeros años de teología, de 1934
a 1936, en Consuegra (Toledo). No emitió
la profesión perpetua ni recibió Ordenes sagradas por estar sujeto al servicio militar.
• Fr. Félix Maroto Moreno. Nació en Gutierremuñoz (Ávila) el 30 de enero de 1915.
Tomó el hábito franciscano en Arenas de
San Pedro (Ávila) el 1 de junio de 1930. Hizo su profesión temporal el 2 de junio de
1931. Cursó la filosofía en Pastrana (Guadalajara) de 1931 a 1934. En los dos anos
siguientes estudió los dos primeros cursos
de teología en Con-suegra (Toledo). Por estar sujeto al servicio militar no pudo hacer
su profesión perpetua.
• Fr. Antonio Rodrigo Antón. Nació en
Velamazán (Soria) el 8 de julio de 1913. Ingresó en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan en 1928, continuó sus estudios en La Puebla de Montalbán, Pastrana y
Consuegra, hasta concluir el segundo curso
de teología. Profesó de votos temporales el
2 de septiembre de 1931 y no había emitido
la profesión solemne ni recibido Ordenes
Menores por estar sujeto al servicio militar.
• Fr. Federico Herrera Bermejo. Nació
el 21 de febrero de 1915 en Almagro (Ciudad Real). Vistió el hábito franciscano en
Arenas de San Pedro (Ávila) el 1 de junio
de 1930. Hizo su profesión temporal el 2 de
junio de 1931. Siguió su formación sacerdotal en Pastrana (Guadalajara) de 1931 a
1934, y en Consuegra (Toledo) de 1934 a
1936. Los superiores no dudaron en admitirle a la profesión perpetua que hizo el 17
de mayo de 1936, y a la tonsura y Ordenes
Menores. En carta a sus familiares se declaraba gozoso de haber dado ese paso definitivo e ilusionado con el sacerdocio ya cercano. Junto con 19 hermanos sufrió la
muerte por Cristo el 16 de agosto de 1936
en Fuente el Fresno (Ciudad Real), a la misma hora que su hermano José lo hacía en
Quintanar de la Orden (Toledo).
• Fr Ramon Tejado Librado. Nació en
Alcázar de San Juan (Ciudad Real) el 20 de
mayo de 1915. Superando oposiciones a su
vocación ingresó en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan en 1926. Continuó los estudios en La Puebla de Montalbán, Pastrana y Consuegra, hasta finalizar
el segundo curso de teología. Profesó de votos temporales el 2 de septiembre de 1931 y
no había emitido la profesión solemne ni recibido Ordenes Sagradas por estar sujeto al
servicio militar.
• Fr. Santiago Maté Calzada. Nació en
Cañizar de Argaño (Burgos) el 25 de julio
de 1914. Ingresó en el Seminario menor de
Alcázar de San Juan (Ciudad Real) en 1924
y cursó dos anos de humanidades. Dividido
el seminario por decisión de los superiores
en 1926, pasó ese año a La Puebla de Montalbán (Toledo) y allí estudió los otros tres
cursos humanísticos. Vistió el hábito en
Arenas de San Pedro (Ávila) el 6 de septiembre de 1929. Emitió su profesión temporal el 7 de septiembre de 1930. Tres años
pasó en Pastrana (Guadalajara), cursando la
filosofía, y otros tres en Consuegra (Toledo), en donde estudió los tres primeros cursos de teología. En Consuegra hizo su pro-
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fesión perpetua el 17 de agosto de 1935. Ese
año recibió la tonsura y las Ordenes menores. El 6 de junio de 1936 fue ordenado de
Subdiácono en Ciudad Real. Se preparaba
con ardor para ser un buen sacerdote y misionero.
• Fr. Saturnino Río Rojo. Nació en Mansilla de Burgos el 16 de febrero de 1915. Ingresó en el seminario franciscano de Alcázar de San Juan en 1926. Continuó sus estudios en La Puebla de Montalbán, Pastrana y
Consuegra, hasta concluir el segundo de teología. Profesó de votos temporales el 2 de
septiembre de 1931, de solemnes el 17 de
mayo de 1936 y había recibido las cuatro
Ordenes Menores.
• Fr Valentin Díez Serna. Nació en Tablada de Villadiego (Burgos) el 11 de noviembre de 1915. Ingresó en el seminario
franciscano de Alcázar de San Juan en
1926. Continuó los estudios en La Puebla
de Montalbán, Pastrana y Consuegra hasta
acabar el segundo curso de teología. Publicó trabajos de carácter filosófico, ascético y
místico en las revistas “Eco del Coristado”
y “Estudio”. Profesó de votos temporales el
13 de noviembre de 1931. Se afirma que tenía aire de santo por la solidez de sus virtudes, el espíritu sobrenatural que infundía a
todas las obras y la sonrisa de paz, fruto de
su unión con Dios.
• Fr. Vicente Majadas Málaga. Hermano
menor de Andrés, nació en Becedas (Ávila)
el 27 de octubre de 1915. Los estudios de
humanidades los realizó de 1926 a 1930,
dos años en el seminario de Alcázar de San
Juan (Ciudad Real) y dos en el de La Puebla de Montalbán (Toledo). Tomo el hábito
franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila)
el 12 de noviembre de 1930. Hizo su profesión temporal el 13 de noviembre de 1931.
Cursó el trienio de filosofía, mientras completaba las humanidades, en Pastrana (Guadalajara), y los dos primeros años de teología en Consuegra (Toledo), de 1934 a 1936.
Por no tener la edad canónica, no llegó a
emitir su profesión perpetua. Murió por
Cristo a los 20 anos. A pesar de la atonía de
su vida, Dios encontró en él madera digna
de arder por su gloria con el fuego del martirio que, junto con su hermano Andrés y
517
otros 18 franciscanos, recibió por la fe el 16
de agosto de 1936.
• Fr. Andrés Majadas Málaga. Nació en
Becedas (Ávila) el 2 de marzo de 1914. A
diferencia de su hermano Fr. Vicente, Andrés se mostraba enérgico, vivo de genio y
de talento. Ingresó en el seminario de Alcázar de San Juan (Ciudad Real) en 1924. Dos
años después pasaba al de La Puebla de
Montalbán (Toledo), abierto entonces, para
cursar tercero, cuarto y quinto de humanidades. El 20 de mayo de 1929 tomaba el hábito franciscano en Arenas de San Pedro
(Ávila). Profesó el 21 de mayo de 1930. En
Pastrana (Guadalajara) cursó el trienio filosófico y en Consuegra (Toledo) los tres primeros años de teología. Hizo su profesión
perpetua en Consuegra el 17 de agosto de
1935 con sus condiscípulos y, con ellos, recibió la tonsura, las Ordenes menores y, el 6
de junio de 1936, el subdiaconado.
• Fr. José De Vega Pedraza. Nació en
Dosbarrios (Toledo) el 30 de agosto de
1913. Al párroco, que le sorprendió varias
veces orando solo en la iglesia, y a su madre manifestó que pedía para sus familiares
la santidad y para él el martirio. Entró en el
seminario franciscano de Alcázar de San
Juan (Ciudad Real) en 1926. Estudiados en
él dos años de humanidades, y el tercero en
el de La Puebla de Montalbán (Toledo), tomó el hábito franciscano en Arenas de San
Pedro (Ávila) en 1929. Profesó de votos
temporales el 21 de mayo de 1930. En el seminario menor y en el noviciado seguía pidiendo como gracia el martirio. En los cursos 1930-1933 completó los estudios humanísticos y cursó la filosofía en Pastrana
(Guadalajara). De 1933 a 1936, aprobó los
tres primeros años de teología en Consuegra (Toledo). Allí hizo su profesión perpetua el 17 de agosto de 1935. Recibió la tonsura y las Ordenes Menores en octubre y
noviembre de ese año en Ciudad Real, y, en
la misma ciudad, el Subdiaconado el 6 de
junio de 1936, con los demás de su curso.
Obtuvo la gracia que había pedido: con 19
hermanos de hábito fue martirizado el 16 de
agosto de 1936.
• Fr. Marcelino Ovejeros Gómez. Nació
en Becedas (Ávila) el 13 de febrero de
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1913. Ingresó el año 1925 en el seminario
franciscano de Alcázar de San Juan (Ciudad
Real), donde cursó dos años de humanidades. El tercero lo hizo en el de La Puebla de
Montalbán (Toledo). Vistió el hábito franciscano en Arenas de San Pedro (Ávila) en
1928. Hizo su profesión temporal en 1929.
No llegó a emitir la profesión perpetua ni a
recibir Ordenes sagradas por estar sujeto al
servicio militar. Poseía un alma infantil y
conservó hasta el final toda su candidez y se
mantuvo firme en los compromisos de su
profesión, y, a pesar de que, tras la quema
de conventos, sus familiares quisieron llevárselo al pueblo, él se negó a salir del convento, dando pruebas del amor a su vocación y de estar dispuesto al martirio.
• Fr. José Álvarez Rodríguez. Nació en
Sorriba (León) el 14 de octubre de 1913. José y sus cuatro hermanas se hicieron religiosos. Él tomó el hábito franciscano en
Arenas de San Pedro (Ávila) el 20 de mayo
de 1929. El 21 de mayo de 1930 emitió su
profesión temporal. Pasó a Pastrana (Guadalajara) y allí cursó el cuarto de humanidades y la filosofía. De 1933 a 1936 estudió
los tres primeros anos de teología en Consuegra (Toledo), en donde hizo la profesión
perpetua el 17 de agosto de 1935. Poco después recibía la tonsura y las Ordenes Menores en Ciudad Real y, también en esa ciudad, el Subdiaconado el 6 de junio de 1936.
La gracia trabajó en él disponiéndolo al
martirio, que recibió el 16 de agosto de
1936.
• Fr. Felix Gómez-Pinto Piñero (Comunidad de Pastrana). Nació en La Torre de
Esteban Hambrán (Toledo) el 18 de mayo
de 1870. Hacia los trece años ingresó en el
seminario franciscano de La Puebla de
Montalbán y continuó los estudios en Pastrana, Consuegra y Belmonte. Profesó de
votos temporales el 14 de mayo de 1887, de
solemnes el 16 de mayo de 1890 y recibió
la ordenación sacerdotal el 19 de mayo de
1894. Misionero en Filipinas por 33 años.
En octubre de 1913 se incorporó a la Custodia de Tierra Santa, por siete meses. Después volvió a España y fue destinado a la
comunidad de Pastrana. El 5 de septiembre
1919 llegaba de nuevo a Filipinas. Regresó
definitivamente a España en 1933 y residió
en La Puebla y en Pastrana, donde vivió
hasta su muerte. Esos dos últimos años realizó una gran misión entre sus hermanos,
casi todos jóvenes: fue un testigo viviente,
un modelo vivo de lo que es una vida entregada por entero a la gloria de Dios. A medianoche del 6 de septiembre fue conducido a unos tres kilómetros de la prisión, donde el propio el Alcalde de Pastrana lo
disparó por la espalda. El cadáver fue traslado al cementerio de Hueva (Guadalajara)
e inhumado en una sepultura individual.
• Fr. Perfecto Carrascosa Santos (Comunidad de Madrid). Nació en Villacañas
(Toledo) el 18 abril de 1906. Ingresó en el
seminario franciscano en Belmonte en 1916
y cursó los estudios en Alcázar de San Juan,
Pastrana y Consuegra. Profesó de votos
temporales el 4 de agosto de 1922 y de solemnes el 3 de mayo de 1927. Recibió la ordenación sacerdotal el 2 de junio de 1929.
Profesor de Ciencias y Filosofía. Secretario
Provincial y Director de la revista “Cruzada Seráfica”. Se dedicó a la predicación y al
confesionario; fue organista y director de
coro en el seminario. Al declararse el movimiento nacional el P. Perfecto era morador
del convento de San Antonio, en Madrid,
donde continuó hasta el 20 de 7 julio. Viéndose obligado a abandonar la casa, se prepararon espiritualmente para el combate
mediante los sacramentos, conscientes de
que eran perseguidos por su profesión sagrada. Al salir del convento exclamó:
“Ahora sí que me parece que vamos por la
palma del martirio”. Sirviéndose de documentación ajena logró llegar a Villacañas,
permaneciendo oculto en casa de sus padres
casi dos meses, dedicado a una intensa vida
de piedad. Cuando oía el paso del camión
que conducía las víctimas al suplicio se asomaba disimuladamente a la ventana y les
daba la absolución. Sobre las cuatro de la
madrugada del 14 de septiembre de 1936 un
vecino y pariente suyo, destacado marxista,
con otros tres correligionarios, se dirigieron
a la casa, de donde lo levaron a la ermita llamada del Cristo. Permaneció preso treinta y
tres días y torturado cruelmente. Durante la
prisión demostró su celo sacerdotal confe-
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sando disimuladamente a cuantos presos se
lo pidieron, y preparándolos para la muerte
con exhortaciones y la oración. A muy tempranas horas del día 17 de octubre de 1936
un camión condujo a los reclusos hasta el
cementerio de Tembleque, donde les dieron
muerte. El siervo de Dios pidió a los verdugos, que a él lo fusilasen el último, pues
quería hacer el entierro de las demás victimas. Recibió sepultura en el cementerio de
Tembleque.
2. Martires de Fuente Obejuna
Fr. Félix Echevarría y compañeros, de la
Provincia Franciscana de Granada de Nuestra Señora de Regla, fueron inmolados en
aras de confesar la fe el día 21 y la madrugada del 22 de septiembre de 1935, en la
cárcel y en el cementerio de Azuaga (Badajoz).
Estos hermanos formaban la fraternidad
del convento de Fuente Obejuna. Al declararse la Guerra Civil de 1936, las autoridades marxistas de la ciudad realizaron varios
registros en el convento los días 20 y 22 de
julio. El día 27, so pretexto de protección de
sus personas, los sacaron del convento -que
al día siguiente fue saqueado por las turbasy les tuvieron detenidos en las oficinas de
Telégrafos, hasta ser llevados el 14 de agosto al palacio de la marquesa de Valdeloro,
lugar convertido en prisión.
El 20 de septiembre por la noche fueron
trasladados fuera de la ciudad, en 7 camiones, con cincuenta seglares. Cuarenta y tres
de ellos fueron fusilados a pocos kilómetros
de la ciudad, mientras que los siete restantes y nuestros religiosos fueron trasladados
al cercano pueblo de Azuaga (Badajoz) y
dejados en la cárcel.
Fr. José Azurmendí fue el primero en ser
asesinado a tiros en la cárcel, a mediodía del
21 de septiembre, después de negarse a
blasfemar contra el Señor y al grito de ¡Viva Cristo Rey!
Hacia las 9 de la noche cinco de los religiosos -Luis, Francisco, Antonio, Miguel y
Simón- y los siete seglares sufrieron varios
interrogatorios y les obligaron a blasfemar.
Ante su negativa rotunda, los sacaron de la
cárcel en grupos de cuatro -en tres viajes de
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camioneta- atados de dos en dos, y los llevaron al cementerio de la ciudad. Allí, en la
madrugada del día 22, fueron vilmente fusilados, después de negarse repetidamente a
blasfemar.
Quedaba vivo en la cárcel Fr. Félix
Echevarría, según confesión del testigo
Baldomero, un miliciano; intentaron por todos los medios hacerle blasfemar (le dieron
dos palizas y dos tiros en las piernas, le sacaron los dos ojos, le cortaron una oreja y al
final la lengua). Al no conseguirlo, acabaron con él rematándole a culatazos de fusil
en la boca y en la cabeza. Después de cuatro
horas de martirio, murió heroicamente en la
madrugada del 22 de septiembre de 1936.
• Fr. Félix Echevarría Gorostiaga. Guardián del convento. Nació en Ceánuri (Vizcaya) el 15 de julio de 1893. Inició su noviciado el 5 de septiembre de 1908. Emitió la
profesión temporal el 6 de septiembre de
1909, y la solemne el 7 de septiembre de
1912. Ordenado sacerdote el 16 de julio de
1916. Rector y profesor del Colegio Seráfico, organista y maestro de coro del Santuario. Director de la OFS, de las escuelas dominicales, Pía Unión de San Antonio, profesor de teología dogmática y de Sagrada
Escritura. Nunca llegó a ver satisfecho su
ferviente anhelo de ser misionero. En Fuente Obejuna desarrolló una importante actividad pastoral desde el confesionario, y sobre todo desde el anuncio de la palabra, llegando a ser llamado por el obispo de
Córdoba para que misionara por los pueblos
de la diócesis.
• Fr. José María Azurmendí Mugraza
(Larrínaga). Nació en Durango (Vizcaya) el
18 de agosto de 1870. Vistió el hábito franciscano el 31 de enero de 1887. Emitió la
profesión de votos temporales el 23 de febrero de 1888, y la solemne el día 22 de julio de 1891. Ordenado sacerdote el 30 de
mayo de 1896. En febrero de 1900 recibió
de Roma la obediencia para la Misión de
Tierra Santa, donde desempeñó los oficios
de maestro de estudiantes y vicemaestro de
novicios. En enero de 1934 es designado de
nuevo vicario de Coín; apenas unos meses
después de tomar posesión de su cargo, regresa a Lebrija por prescripción médica
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(Fuente Obejuna), ignorando todo lo que el
Señor tenía dispuesto en ese lugar para él.
• Fr. Francisco Carlés González. Nació
en S. Julián de Requejo, Puentecesures,
Pontevedra, diócesis de Santiago de Compostela, el 14 de enero de 1894. Ingresó al
Colegio de Misiones para Tierra Santa y
Marruecos de Chipiona, Cádiz, donde recibió el hábito franciscano el 19 de marzo de
1909, profesando al año siguiente. Emite
los votos solemnes el 12 de abril de 1912 y
es ordenado sacerdote en Córdoba, el 2 de
junio de 1917. Su primer destino fue el convento de Fuente Obejuna, donde permaneció por algunos años. El 26 de julio de 1922
llegó a Tierra Santa, donde vivió doce años.
Regresó a España, al convento de Chipiona,
el 30 enero 1935. En mayo de 1935 es nuevamente destinado a Fuente Obejuna.
• Fr. Luis Echevarría Gorostiaga. Hermano del P. Félix, era nacido también en
Ceánuri, Vizcaya, el 25 de agosto de 1895.
Vistió el hábito franciscano el 7 de septiembre de 1912. Hace la profesión simple al
año siguiente y la solemne el 17 de septiembre de 1916. Ordenado sacerdote el 29
de mayo de 1920. Fue profesor en las escuelas del convento de Puente Genil y misionero en Tierra Santa. Regresó a España
el 10 de octubre de 1929, siendo destinado
como profesor, primero a Puente Genil y
después a Vélez-Málaga. Fue trasladado a
Fuente Obejuna, como Vicario de la comunidad. Su actividad apostólica, especialmente la pastoral con los jóvenes dejó una
profunda huella de su gran talante franciscano.
• Fr. Simón Miguel Rodríguez. Nació en
la localidad de Villalcampo, Zamora, el 23
de noviembre de 1912. Ingresó al Colegio
de Misiones de Chipiona, donde el 3 de diciembre de 1930 viste el hábito franciscano
pidiendo ser hermano laico. Su profesión
religiosa fue postergada al 24 de julio de
1932, siendo posteriormente destinado al
convento de Puente Genil. Poco después será destinado al de Fuente Obejuna, donde
realizará su profesión solemne el 26 de junio de 1935. Amante del trabajo, dócil, humilde y servicial, estaba al cuidado de diversos oficios de la comunidad, cuando es-
talló de nuevo la persecución religiosa que
le costó la vida.
• Fr. Miguel Zarragua Iturriaga. Nació
en Yurreta (Vizcaya) el 11 abril de 1870.
Con diecinueve años ingresó en el Colegio
de Misioneros de Chipiona (Cádiz), donde
recibió el hábito franciscano el 6 de septiembre de 1889. Al año siguiente emitió
sus primeros votos, y profesó solemnemente el 9 de septiembre de 1893. Fue destinado a la Misión de Marruecos en 1895, donde permaneció por casi once años, desarrollando distintas actividades. En 1915 vuelve
a Chipiona para asistir a los muchos enfermos que produjo una gran epidemia de gripe. En 1919 fue destinado al convento de
Fuente Obejuna para encargase de la sacristía, siendo con su vida un hermano ejemplar
para los frailes, y de gran edificación para
los fieles. Un franciscano: humilde, afable,
tenaz, tranquilo y sereno. Marcado por una
gran mansedumbre y dulzura seráfica, con
la cual supo conquistar tanto en Marruecos
como en España una auténtica fama de santidad.
• Fr. Antonio Sáez De Ibarra López. Nació en Hijona, Álava, diócesis de Vitoria, el
25 de marzo de 1914. De niño siente su vocación franciscana e ingresa como postulante en el convento de Estepa, Sevilla, vistiendo el hábito en el noviciado de Lebrija,
Sevilla, el 17 de enero de 1931, y emitiendo
su profesión el 26 de agosto de 1932. Enviado al Colegio de Chipiona, en el convento de Nuestra Señora de Regla, continuó los
estudios filosóficos. Debido a una grave enfermedad a la garganta, fue trasladado al
convento de Fuente Obejuna. Ya recuperado, cuando se disponía a regresar a Chipiona, se precipitaron los acontecimientos que
lo condujeron a la muerte.
3. Note di cronaca
La beatificazione di 498 Martiri, tra i
quali 29 Frati Minori, vittime della persecuzione della Chiesa in Spagna negli anni
1934-1937, celebrata a Roma, in piazza S.
Pietro, alla presenza di una folla di circa
trentamila fedeli, non può non essere definita come un “evento storico” se non addirittura “unico”.
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La “singolarità” dell’evento sta nel fatto
che non solo era presente alla celebrazione
l’intero episcopato spagnolo, accompagnato da oltre mille sacerdoti diocesani e regolari ed affiancato da una Delegazione governativa presieduta dal Ministro per gli Affari esteri della Spagna, ma la singolarità
era data dal fatto che il rito si svolgeva a
Roma e non, come dispongono le recenti
Norme pontificie, nelle rispettive diocesi in
cui si compì il martirio di quei valorosi testimoni, ed è stata, finora, la più numerosa
delle cerimonie di “beatificazione” decretate dai Sommi Pontefici.
La Spagna, che si vanta giustamente di
questi suoi eroici figli giunti oggi alla gloria degli altari e che attende con fiducia il riconoscimento del martirio subito “in odium
Fidei” da altri numerosi suoi figli, ha dato
così una dimostrazione convincente della
sua fede con la partecipazione massiccia ed
entusiasta al solenne rito.
Presiedeva, a nome del Santo Padre Benedetto XVI, il Cardinale José Saraiva
Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Con i Vescovi concelebravano anche diversi Cardinali, tra i quali il nostro Cardinale Carlos Amigo de Vallejo, Arcivescovo di Siviglia, numerosi
Frati Minori giunti dalla Spagna e particolarmente dalle due Province interessate
(Madrid e Granada) guidati dal Vicario
Generale del nostro Ordine, Fr. Francesco
Bravi, che ha rappresentato il Ministro Generale impegnato ad Assisi per la conclusione del Convegno Internazionale dei
Frati Formatori OFM.
Il solenne rito della beatificazione si è
svolto in conformità al suggestivo cerimoniale papale. Compiuti i riti per
l’introduzione della celebrazione eucaristica, il Cardinale Arcivescovo di Madrid, accompagnato dagli altri Vescovi delle diocesi titolari delle 23 Cause di beatificazione (il
cui elenco sarà ricordato in seguito) e dai
dodici Postulatori, si avvicinava al Rappresentante del Papa e gli chiedeva ufficialmente di dare lettura del Breve Apostolico
con cui Benedetto XVI riconosce il martirio
dei 498 candidati ed attribuisce ad ognuno
di essi il titolo e gli onori dei Beati.
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I 498 Martiri, espressione delle varie categorie”del Popolo di Dio (Vescovi, Sacerdoti diocesani e regolari, Religiosi e religiose, Laici tra i quali alcuni papà e mamme), appartengono alle seguenti Diocesi:
1. Barcelona (5 Cause; Martiri, 146).
2. Burgos (1 Causa; Martire, 1).
3. Cartagena (1 Causa; Martiri, 6).
4. Ciudad Real (1 Causa;
Martiri, 11).
5. Cuenca (1 Causa; Martiri, 2).
6. Gerona (1 Causa; Martiri, 3).
7. Jaen e Cuenca (1 Causa; Martiri, 10).
8. Madrid (4 Cause; Martiri, 232: con i
martiri della diocesi di Madrid sono uniti alcuni martiri delle diocesi di Cuenca,
Sevilla,Oviedo, Malaga, ed Albacete)
9. Merida-Badajoz (1 Causa; Martiri, 7).
10. Oviedo ( 2 Cause; Martiri, 11).
11. Santander (1 Causa; Martiri, 14).
12. Toledo (4 Cause; Martiri, 55).
Totale: 23 Cause; Martiri 498.
Nella “turba magna” dei Beati martiri figurano ben 29 Frati Minori figli illustri delle Province di Madrid (che vanta il gruppo
del Beato Victor Chumillas Fernandez e
XXI Soci) e di Granada (che presenta il
gruppo dèi Beato Felix Echevarria Gorostiaga e VI Soci).
Appena il Rappresentante del Papa ebbe
dato solenne lettura del Breve Pontificio,
grande fu la esplosione della gioia della immensa folla che gremiva la piazza di S. Pietro. Una gioia accompagnata dal suono festoso del “campanone” vaticano e dallo
scoprimento dell’arazzo simbolico posto
sulla loggia centrale della facciata della Basilica vaticana.
A nome dei Postulatori e dei Vescovi che
avevano perorato la grazia della Beatificazione, pronunziò brevi parole di ringraziamento al Santo Padre il Cardinale Antonio
Maria Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid.
La celebrazione dell’Eucaristia riprese
con il ritmo consueto, lodando la bontà misericordiosa del nostro Dio che “ha visitato
e consolato il suo popolo”.
Proclamato il Vangelo (Lc 18, 9-14), il
Cardinal Prefetto pronunziò una opportuna
omelia che riportiamo nel testo integrale.
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Nel gruppo dei Ministranti e degli Offerenti si distinsero, per la precisione del loro
servizio, alcuni Frati studenti venuti da Madrid e da Granada, impegnati insieme ad altri Ministranti appartenenti agli Ordini religiosi rappresentati dai diversi Martiri (Domenicani, Frati Minori, Salesiani, Fratelli
delle Scuole Cristiane, Sacramentini, Maristi, Carmelitani, Carmelitani Scalzi, Agostiniani) e ai Seminaristi diocesani nel servizio dell’altare.
All’ora dell’Angelus, con cui si conchiudeva l’intensa celebrazione, il Santo
Padre Benedetto XVI (che tutti speravano
di vedere più da vicino) si affacciò, come
di consueto, alla finestra del Suo studio, e
parlò dei novelli Beati, prima in lingua italiana e poi in quella spagnola, entusiasmando i presenti che, a gran voce, facevano sentire la loro devozione e il loro desiderio di incontrarlo.
La sera del sabato 27 ottobre il gruppo di
tutti i pellegrini giunti dalla Spagna si era ritrovato per una veglia di preghiera, nella
Basilica di S. Paolo fuori le Mura. Animò la
veglia l’Em.mo Sig. Cardinale Carlos Amigo Vallejo, OFM, Arcivescovo Metropolita
di Siviglia. L’Eucaristia di ringraziamento
fu celebrata, invece, nella Basilica vaticana
di S. Pietro la mattina del 29 ottobre e a presiederla fu il Cardinale Tarcisio Bertone,
SDB, Segretario di Stato.
La Conferenza Episcopale spagnola
curò, con la valida collaborazione delle
Postulazioni interessate, la stampa di uno
splendido volume con l’immagine e un
breve profilo dei singoli Martiri e altro
materiale largamente diffuso tra i pellegrini o a mezzo dei principali organi di stampa.
Chiudiamo queste brevi note di cronaca
formulando l’auspicio che arrivino al traguardo della beatificazione anche i presunti “Martiri” delle Province di Murcia (Antonio Faundez e 3 Soci) e di Valencia (Ricardo Pelufo Esteve e 42 Soci); le cui Cause
sono già all’esame della competente Congregazione romana.
LUCA M. DE ROSA, OFM
3. Decretum super miraculo Beatæ Mariæ Bernardæ Bütler
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM
CARTHAGINEN, IN COLUMBIA. Canonizationis Beatæ MARIÆ BERNARDÆ BÜTLER
(in saec.: Verenae) Fundatricis Congregationis Sororum Missionariarum Franciscalium a Maria Auxiliatrice (1848-1924).
Beata Maria Bernarda Bütler (quae, dum
saeculo viveret, Verena) in loco Auw, qui in
Argoviensi pago Helvetiorum, die 28 mensis Maii anno 1848 nata est. Cum se
adiunxisset Monialibus a Maria Auxiliatrice, apud locum Altstätten degentibus, quae
Regulam Tertii Ordinis Sancti Francisci
Statutaque ab Urbano VIII anno 1625 approbata servabant, earum antistita multos
annos facta est. Vocante autem Episcopo
Portus Veteris, sororibusque quibusdam comitantibus, in Aequatoriam evangelizandi
causa migravit. Ibi vero Congregationem
Sororum Missionariarum Franciscalium a
Maria Auxiliatrice fundavit, quam ipsa
summa prudentia et sedulitate direxit. Ut
autem vexationem, quae eo tempore adversus Ecclesiam saeviebat, effugeret anno
1895 Carthagine in Columbia se collocavit,
ibique die 19 mensis Maii anno 1924 sancte requievit.
Lectissimam virginem hanc Ioannes
Paulus II, Summus Pontifex, Beatorum caelitum honoribus insignivit die 29 mensis
Octobris anno 1995.
Eius vero canonizationem prospiciens,
Postulatio Causae sanationem quandam,
quae eadem deprecante a Deo patrata ferebatur, huic Congregationi subiecit expendendam. Quae res pertinet ad D.nam Myrnam Jazime Correa, medicinae peritam mulierem, cui quidem, cum in quoddam
valetudinarium Carthaginense in Columbia
die 26 mensis Iunii anno 2002 deducta esset, diagnosis facta est de liquore, in regione bronchopulmonea permanante, in utramque laterum membranam infuso. Sequentibus autem diebus mulier gravius aegrotavit.
Hinc consilio peritorum medicorum diagnosis prolata est de “pneumonia atypica
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eaque propter liquorem in utramque laterum membranam infusum ingravescente”.
Tum vero aegrotae, quae interea in sedem
curationis valentissimae translata erat, latus
utrumque, nempe ad membranarum liquorem siccandum, excisum est; sed, cum eiusmodi curatio invalida evasisset, altera radiographica laterum imagine die 3 mensis
Iulii anno 2002 facta, confirmatum est agi
de liquore, in regione bronchopulmonea
permanante, in utramque laterum membranam infuso. Interea, morbo in universum ingravescente, prognosis tam quoad vitam quam quoad valetudinem severa erat,
adeo ut die 5 mensis Iulii familiares Myrnae
funeri iam prospicerent. Rebus sic stantibus, parentes aegrotae, Sorores Missionariae Franciscales a Maria Auxiliatrice, curio, necnon ministrae quae curam eius habebant, statuerunt ad opem divinam
confugere per intercessionem Beatae Mariae Bernardae Bütler, cuius reliquiae corpori aegrotantis applicatae sunt. Postridie
vero, die videlicet 6 mensis Iulii mulier plane morbo levata est, quippe in utraque regione pulmonea absente membranarum liquore. Die 13 eiusdem mensis Myrna e nosocomio sana dimissa est, optima exinde
valetudine usa.
Quo de casu, pro miro habito, in Curia
Carthaginensi in Columbia anno 2003 Inquisitio dioecesana instructa est, cuius iuridicam vim Congregatio haec confirmavit
per decretum die 15 mensis Octobris anno
2004 latum. Consilium autem Medicorum,
cum sederet die 23 mensis Martii anno
2006, agnovit huiusmodi sanationem celerem, perfectam, stabilem eamque, quippe
cum pulmones nullum exinde damnum perpessi essent, singularem fuisse, eandem vero “quoad modum” ex arte medica explicari minime posse. Postmodum die 1 mensis
Decembris eodem anno Theologi Consultores in Peculiarem convenere Congressum;
die autem 17 mensis Aprilis vertentis anni
2007 Ordinaria Sessio Cardinalium Patrum
Episcoporumque, Exc.mo D.no Ottorino
Petro Alberti, Archiepiscopo emerito Calaritano, Causae Ponente, gesta est. Et in utroque Coetum sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de
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miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est.
Facta demum de hisce omnibus rebus
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata
relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque
habens, hodierno die declaravit: Constare
de miraculo a Deo patrato per intercessionem Beatae Mariae Bernardae Bütler, Fundatricis Congregationis Sororum Missionariarum Franciscalium a Maria Auxiliatrice, videlicet de celeri, perfecta ac stabili
sanatione dominae Myrnae Jazime Correa
a “polmonite atipica bilaterale complicata
da versamento pleurico ed insufficienza respiratoria a tipo sindrome da distress respiratorio”.
Hoc autem decretum publici iuris fieri et
in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.
Datum Romae, die 6 mensis Iulii A. D. 2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiep. tit. Biccarensis
a Secretis
4. Decretum super miraculo SD Mariæ
Rosæ Flesch
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
TREVIREN. Beatificationis et Canonizationis Ven. Servae Dei MARIÆ ROSÆ (in
saec.: Margaritae Flesch) Fundatricis sororum franciscalium a B.M.V. Angelorum
(1826-1906)
Venerabilis Serva Dei Maria Rosa Flesch (in saeculo Margarita) in loco v.d.
Schönstatt/Vallendar in Rhenania, die 24
mensis Februarii anno 1826 est orta. In infantia atque adulescentia plures pertulit angustias familiaeque paupertatem ob mortem
matris prius, deinde patris. Commodas recusans matrimonii condiciones, navitati pro
bono pauperum, parentibus orbatorum et
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senum relictorum singulari cantate se dicavit. Hac in industria aliae secutae sunt eam
sociae voluntariae, et ita initium dedit Congregationi Sororum Franciscalium a Beata
Maria Virgine Angelorum in Waldbreitbach. Die 25 mensis Martiii anno 1906 pie in
Domino obdormivit.
Summus Pontifex Benedictus XVI, die 28
mensis Aprilis anno 2006, declaravit Servam
Dei heroicum in modum virtutes theologales
et cardinales iisque adnexas exercuisse.
Postulatio Causae, Servae Dei prospiciens beatificationi, examini huius Congregationis de Causis Sanctorum putatam subiecit miram sanationem Dominae Monicae Schneider, quae, primis horis postmeridianis diei 5 mensis Septembris anno
1986, infortunium raedarium subiit, dum
suam raedam gubernaret. Mulier, conscientia destituta, magnam patiens fracturam capitis caeli ad dexteram parietis sedem, in
valetudinarium loci v.d. Wadern est translata, ubi medici grave edixerunt trauma capitis encephalicum apertum. Post intubationem, aegrota helicoptero vecta est in valetudinarium urbis Trevirensis, ad sedem
therapiae intensivae, ubi ex sic dicta analysi TAC celebrali confirmata est fractura capitis caeli dextera in parte, continens fragmentum ossis circa 8-10 centimetra longum.
Medici
arbitrantes
mulieris
condiciones esse gravissimas, sectioni chirurgicae subiecerunt eam ut fracta auferrent
ossis fragmenta. Post operationem in peius
ruit condicio dominae Schneider atque infausta edicta est prognosis quoad vitam et
quoad valetudinem.
Statim ut notum est raedarium infortunium et gravitatis condiciones dominae Monicae Schneider, religiosae diversarum comunitatum Congregationis Sororum Franciscalium a Beata Virgine Maria Angelorum
orare tum coniunctim tum privatim coeperunt pro infirmae sanatione, intercessionem
invocantes Servae Dei Mariae Rosae Flesch, cuius imago cum reliquia sub eius pulvinum est posita. Contra praevisionem medicorum, noctu inter dies 5 et 6 mensis Septembris illius anni, condiciones infirmae
claram ostenderunt inversionem, quae ad
completam sanationem est prosecuta.
De hoc casu, miro considerato, celebrata
est annis 1998-1999 apud Curiam Trevirensem Inquisitio dioecesana, cuius iuridica
validitas ab hac Congregatione per decretum diei 26 mensis Ianuarii anno 2001 est
approbata. Consilium Medicorum huius Dicasterii, in sessione die 8 mensis Iunii anno
2006 habita, declaravit sanationem celerem, perfectam, constantem, omnibus residuis omnino demptis, et ex scientiae legibus inexplicabilem fuisse. Die 26 mensis
Ianuarii anno 2007 Congressus actus est Peculiaris Consultorum Theologorum atque
die 19 sequentis mensis Iunii in Ordinaria
Sessione se congregaverunt Patres Cardinales et Episcopi, Causae Ponente Exc.mo
Domino Petro Georgio Silvano Nesti, C.P.,
Archiepiscopo emerito Camerinensi-Sancti
Severini in Piceno. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret responsum affirmativum prolatum est.
Facta demum de hisce omnibus rebus
Summo Pontifici Benedicto XVI per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata
relatione, Sanctitas Sua vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque
habens, hodiemo die declaravit: Constare
de miraculo. a Deo patrato per intercessionem Ven. Servae Dei Mariae Rosae Flesch
(in saec.: Margaritae, Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium a Beata
Maria Monica Virgine Angelorum, videlicet
de caleri, perfecta ac constanti sanatione
dominae Monicae Schneider a “grave trauma cranio-encefalico aperto con frattura
della calotta, sofferenza del tronco cerebrale con coma e midriasi bilaterale rigida, secondaria all’edema cerebrale diffuso”.
Hoc autem decretum publici iuris fieri et
in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.
Datum Romae, die 6 mensis Iulii A. D. 2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiep. tit. Biccarensis
a Secretis
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E POSTULATIONE GENERALI
5. Nuntium de beatificatione Ven. SD M.
Cælinæ a Secretaria Status datur
SEGRETERIA DI STATO
PRIMA SEZIONE - AFFARI GENERALI
N. 55.135
Dal Vaticano, 9 marzo 2007
Reverendo Padre,
mi do premura di significarLe che il Sommo Pontefice, accogliendo la richiesta avanzata con la devota lettera del 14 febbraio
scorso, ha concesso che la Celebrazione del
Rito di Beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Celina della Presentazione
abbia luogo a Bordeaux (Francia) domenica
16 settembre 2007. Rappresentante del Santo Padre sarà l’Em.mo Card. José Saraiva
Martins, Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi.
La prego di voler comunicare quanto sopra all’Em.mo Card. Jean-Pierre Ricard,
Arcivescovo di Bordeaux, invitandolo a
prendere direttamente contatto con la Congregazione delle Cause dei Santi e con
l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del
Sommo Pontefice per quanto concerne
l’organizzazione della Celebrazione.
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di religiosa stima
Suo dev.mo nel Signore
† LEONARDO SANDRI
Sostituto
_________________________
Reverendo Padre
P. Luca M. De Rosa
Postulatore Generale
dell’Ordine dei Frati Minori
Via S. Maria Mediatrice, 25
00165 ROMA
6. Congregatio de Causis Sanctorum
nuntium papale confirmat
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 42-51/07
Roma, 12 marzo 2007
525
Reverendissimo Postulatore Generale,
sono lieto di informarLa che il Santo Padre ha disposto che domenica 16 settembre
2007 abbia luogo a Bordeaux (Francia) la
cerimonia di beatificazione della Venerabile Serva di Dio Maria Celina della Presentazione, Monaca professa del II Ordine di
San Francesco.
La prego, pertanto, nella Sua qualità di
Postulatore della Causa di detta Venerabile
Serva di Dio, di preparare quanto occorre
per la beatificazione.
Nel comunicarLe quanto sopra, colgo
ben volentieri l’occasione per confermarmi
con religiosa stima dev.mo nel Signore
JOSÉ CARD. SARAIVA MARTINS
Prefetto
† EDWARD NOWAK
Segretario
________________________
Reverendissimo
P. Luca De Rosa
Postulatore Generale
dell’Ordine dei Frati Minori
Via S. Maria Mediatrice, 25
00165 ROMA
7. Facultas conceditur Transumptum
Inq. Dioec. super miro in Causa M. Iosephæ Micarelli aperiendi
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 741-34/07
ASSISIEN. Beatificationis et Canonizationis Servae Dei MARIÆ IOSEPHÆ A IESU
INFANTE (in saeculo: Barbarae Micarelli)
Fundatricis Instituti Sororum Franciscalium Missionariarum a Iesu Infante.
Rev.mus Pater Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Teatinam-Vastensem peractae, super adserta mi-
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
ra sanatione pueri Raimundi Sabellini, per
intercessionem Servae Dei Mariae losephae
a lesu Infante (in saeculo: Barbarae Micarelli), Fundatricis Instituti Sororum Franciscalium Missionariarum a Iesu Infante, obtenta, clausum sigillisque munitum in actis
eiusdem Congregationis asservatum, aperiri possit.
Haec Congregatio, attentis expositis, pro
gratia iuxta preces benigne annuit: servatis
de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 27 mensis Aprilis A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† EDUARDUS NOWAK
Archiepiscopus tit. Lunensis
a Secretis
8. Relator in Causa SD Petri Pavlicek
nominatur
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 2373-4/ 07
Vaticano, 10 maggio 2007
Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 20 aprile 2007 ha affidato al
Rev.mo Relatore Generale, P. Ambrosius
Eszer, O.P., la Causa VIENNEN. del S. di
D. Pietro Pavlicek.
Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore
esterno per lo studio della Causa.
† MICHELE DI RUBERTO
Segretario
____________________
Reverendissimo
P. Luca De Rosa
Postulatore Generale
dell’Ordine dei Frati Minori
Via S. Maria Mediatrice, 25
00165 ROMA
9. Facultas datur exuvias SD Alfredi
Morganti Ostrae transferrendi
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 1636-6/07
FABRIANEN.-MATHELICEN. Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei ALFREDI MORGANTI, dicti Berta, Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut exuviae Servi Dei Alfredi Morganti, dicti Berta, Sacerdotis professi eiusdem
Ordinis, asservatae in Ecclesia Sancto
Francisco dicata urbis Mathelicae intra fines Dioecesis Fabrianensis-Mathelicensis,
recognosci atque, praefata quidem recognitione canonica peracta, in Sacellum
Sanctae Mariae Apparve urbis Ostrae intra
fines Dioecesis Senogalliensis transferri
possint.
Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.morum ac
Rev.morum Dominorum D. Ioannis Caroli
Vecerrica, Episcopi Fabrianensis-Mathelicensis, et D. Iosephi Orlandoni, Episcopi
Senogalliensis, pro gratia iuxta preces benigne annuit, ea tamen lege ut omnia cultus
publici signa praefato Servo Dei vitentur:
servata tamen peculiari huius Congregationis Instructione. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 12 mensis Maii A.D. 2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. electus Biccarensis
a Secretis
10. Facultas datur Transumptum Inq.
Suppl. super virtutibus in Causa SD
M. Franciscæ a I. Infante aperiendi
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CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
E POSTULATIONE GENERALI
Prot. N. 2466-4/07
SALMANTINA. Beatifìcationis et Canonizationis Servae Dei MARIÆ FRANCISCÆ A
IESU INFANTE (in saeculo: Mariæ a Nativitate Sanchez Viloria) Monialis professae
Ordinis Sanctae Clarae.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam Salmantinam peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis
Servae Dei Mariae Franciscae a Iesu Infante (in saeculo: Mariae a Nativitate Sanchez Viloria), Monialis professæ Ordinis
Sanctae Clarae, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 15 mensis Maii A.D.2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. electus Biccarensis
a Secretis
11. Facultas cenceditur Transumptum Inquisitionis super miro in Causa B. Juniperi Serra aperiendi
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 658-42/07
MONTERREYEN. IN CALIFORNIA.
Canonizationis Beati IUNIPERI SERRA Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum.
527
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Denveriensem peractae, super asserta mira sanatione puellae Kaylae Rebeccae Kellog, per
intercessionem Beati Iuniperi Serra, Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, obtenta,
clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro grafia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 25 mensis Maii A.D. 2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. electus Biccarensis
a Secretis
12. Ponens in Causa Ven. SD Mariæ Rosæ Flesch nominatur
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 1207-16/05
TREVIREN. Beatifìcationis et Canonizationis Servae Dei MARIÆ ROSÆ (in saeculo: Margaritæ Flesch) Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium Beatae
Mariae Virginis Angelorum.
Cum Causa Beatifìcationis et Canonizationis Servae Dei Mariae Rosae (in saeculo:
Margaritae Flesch), Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium Beatae Mariae Virginis Angelorum, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut, ex Patribus eidem Congregationi
praepositis, Ponentem praefatae Servae Dei
Causae eligere ac deputare benigne dignetur.
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Haec Congregatio, attentis expositis,
precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum
Dominum D. Petrum Georgium Nesti, Archiepiscopum emeritum CamerinensemSancti Severini in Piceno, Ponentem Causae praefatae Servae Dei Mariae Rosae (in
saeculo:Margaritae Flesch), omnibus cum
iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non
obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem
Congregationis, die 28 mensis Maii A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. electus Biccarensis
a Secretis
13. Postulator generalis gratias Summo
Pontifici pro canonizationæ B. Simonis agit
POSTULAZIONE GENERALE
DEI FRATI MINORI
Roma, 4 giugno 2007
BEATISSIMO PADRE,
con la stessa, intensa gioia provata ieri
nell’ incontrare la Santità Vostra nel corso
della solenne Liturgia per la canonizzazione dei nuovi Santi, Le rinnovo sentimenti di
filiale gratitudine per aver inserito nell’albo
della santità universale il nostro fratello Simone da Lipnica.
Interprete poi della riconoscenza dell’intero Ordine dei Frati Minori e in particolare
della Provincia polacca dell’Immacolata
Concezione, della quale fece parte il novello Santo, ringrazio la Santità Vostra per aver
riproposto all’attenzione della Chiesa e del
mondo, la testimonianza evangelica di questo singolare apostolo di carità, fattosi dono
di amore per i fratelli sofferenti.
Con la nostra devota riconoscenza Le
presentiamo, Beatissimo Padre il nostro rinnovato impegno di voler ispirare la nostra
fedeltà alla specifica vocazione francesca-
na, oltre che all’esempio dei nostri fratelli
santi, al Suo luminoso Magistero e alla Sua
sollecitudine per la vita consacrata.
Le chiedo, Padre Santo, di confortare il
comune impegno con il dono della Sua
Apostolica Benedizione, e di considerarmi
Suo dev.mo ed obb.mo figlio
FR. LUCA M. DE ROSA, OFM
Postulatore generale
14. Facultas Transumptum Inq. dioec. super miro aperiendi in Causa Beatæ
Baptistæ Varano
CONGREGAZIONE
DELLE CAUSE DEI SANTI
Prot. N. 2381-11/07
CAMERINEN.- SANCTI SEVERINI IN
PICENO. Canonizationis Beatæ BAPTISTÆ
VARANO (seu Camillae Baptistae da Varano) Monialis professae Ordinis Clarissarum Fundatricis Monasterii Sanctae Clarae Civitatis Camerini.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Camerinensem-Sancti Severini in Piceno, super asserta mira sanatione puellae Cloeliae Ottaviani, per intercessionem Beatae Baptistae
Varano (seu Camillae Baptistae da Varano),
Monialis professae Ordinis Clarissarum,
Fundatricis Monasterii Sanctae Clarae civitatis Camerini, obtenta, clausum sigillisque
munitum in actis eiusdem Congregationis,
aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro grafia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 14 mensis Iulii A.D. 2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
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E POSTULATIONE GENERALI
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
15. Facultas datur Transumptum Inq.
dioec. Suppletivae aperiendi in Causa
SD A. Lesino
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 1230-6/07
BRIXIEN. Beatifìcationis et Canonizationis Servae Dei ANTONIÆ LESINO ex Instituto Saeculari v.d. Piccola Famiglia Francescana.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam Brixiensem peractae, super vita et
virtutibus necnon fama sanctitatis Servae
Dei Antoniae Lesino, ex Instituto Saeculari
v.d. Piccola Famiglia Francescana, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem
Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 6 mensis Septembris A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
16. Facultas conceditur Transumptum
Inq. dioec. super martyrio aperiendi
in Causa Reginæ M. Vattalil
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 2553-3/07
529
INDOREN. Beatifìcationis seu Declarationis Martyrii Servae Dei REGINÆ MARIÆ
VATTALIL (in saeculo: Mariae) Sororis professae Congregationis Sororum Clarissarum Franciscalium in odium Fidei, uti fertur, interfectae.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator
Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab
hac Congregatione de Causis Sanctorum
petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Indorensem peractae, super vita et martyrio necnon fama martyrii Servae Dei Reginae Mariae Vattalil (in saeculo: Mariae), Sororis
professae Congregationis Sororum Clarissarum Franciscalium, in odium Fidei, uti
fertur, interfectae, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 19 mensis Septembris A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
17. Ponens in Causa SD Francisci Mottola nominatur
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 1274-19/07
MILETEN.-NICOTRIEN.-TROPIEN.
Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei
FRANCISCI MOTTOLA Sacerdotis Fundatoris
Instituti Saecularis Oblatarum Sacri Cordis.
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Cum Causa Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei Francisci Mottola, Sacerdotis, Fundatoris Instituti Saecularis Oblatarum Sacri Cordis, suo indigeat Ponente,
Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in eiusdem Servi
Dei Causa, ab hac Congregatione de Causis
Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefatae
Servi Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur.
Haec Congregatio, attentis expositis,
precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum
Dominum D. Hieronymum Grillo, Episcopum emeritum Centumcellarum-Tarquiniensem, Ponentem Causae Beatifìcationis
et Canonizationis praefati Servi Dei Francisci Mottola, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et
nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 9 mensis Octobris
A.D.2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
18. Facultas datur Transumptum Inq.
dioec. super virtutibus in Causa SD F.
Gei aperiendi
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 2674-3/07
BRIXIEN. Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei FAUSTI GEI Christifìdelis
Laici ex Associatione “Operariorum Silentium a Cruce”.
Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in Causa Beatifìcationis et Canonizationis Servi Dei Fausti Gei, Christifidelis Laici ex Associatione
“Operariorum Silentium a Cruce”, ab hac
Congregatione de Causis Sanctorum petit
ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam Brixiensem
peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis eiusdem Servi Dei, clausum
sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit.
Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit:
servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 8 mensis Novembris A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. electus Biccarensis
a Secretis
19. Validitas iuridica declaratur Processus Ap. super miro in Causa Ven. SD
Mariae Christinae a Sabaudia
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 258-16/07
NEAPOLITANA. Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servae Dei MARIAE CHRISTINAE A SABAUDIA Reginae Regni utriusque Siciliae.
In Ordinario Congressu, die 30 mensis
Novembris huius anni 2007 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctorum sequens
dubium disceptavit, nimirum: “An constet
de validitate Processuum Apostolici et Apostolici Addictionalis, apud Curiam ecclesiasticam Ianuensem instructorum, super
asserta mira sanatione dominae Mariae
Vallarino, per intercessionem Venerabilis
Servae Dei Mariae Christinae a Sabaudia,
Reginae Regni utriusque Siciliae, obtenta.
Testes sint rite recteque examinati et iura
producta legitime compulsata in casu et ad
effectum de quo agitur“.
Haec porro Congregatio, attento voto ex
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E POSTULATIONE GENERALI
offício redacto reque diligenter perpensa,
rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate praefatorum Processuum in casu et
ad efftíctum de quo agitur, sanatis de iure
sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus tíiusdem
Congregationis, die 30 mensis Novembris
A.D. 2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
20. Validitas iuridica declaratur Inquisitionis super miro in Causa B. Ludovici
CONGREGATIO
DE CAUSIS SANCTORUM
Prot. N. 232-37/07
NEAPOLITANA. Canonizationis Beati
LUDOVICI A CASAUREA (In saeculo: Archangeli Palmentieri) Sacerdotis professi Ordinis
Fratrum Minorum Fundatoris Congregationis Fratrum a Caritate v.d. Bigi.
In Ordinario Congressu, die 30 mensis
Novembris huius anni 2007 celebrato, haec
Congregatio de Causis Sanctorum sequens
dubium disceptavit, nimirum: “An constet
de validitate Inquisitionis Dioecesanae,
apud Curiam ecclesiasticam CerretanamThelesinam-Sanctæ Agathæ Gothorum, peractae, super asserta mira sanatione puellae Idae Iadevaia, per intercessionem Beati
Ludovici a Casaurea (in saeculo: Archangeli Palmentieri), Sacerdotis professi Ordinis
Fratrum Minorum et Fundatoris Congregationis Fratrum a Caritate v.d. Bigi, obtenta:
testes sint rite recteque examinati et iura
producta legitime compulsata in casu et ad
effectum de quo agitur“.
Haec porro Congregatio, attento voto ex
officio redacto reque diligenter perpensa,
rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de va-
531
liditate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae
in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis
de iure sanandis. Contrariis non obstantibus
quibuslibet.
Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 30 mensis Novembris A.D.
2007.
IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS
Praefectus
† MICHAËL DI RUBERTO
Archiepiscopus tit. Biccarensis
a Secretis
21. Notitiae particulares
1. Beatificationes et Canonizationes
Nel corso di quest’anno 2007 sono stati
canonizzati i seguenti nostri fratelli: l’11
maggio a São Paulo in Brasile, Antonio di
Sant’Anna Galvâo (1739-1822), sacerdote
professo OFM, e il 3 giugno a Roma SIMONE DA LIPNICA (1440-1482), sacerdote professo OFM.
Sono stati beatificati: il 16 settembre a
Bordeaux in Francia, la Ven. Maria Celina
della Presentazione (1878-1897), monaca
professa del II Ordine di S. Francesco (Clarisse), e il 28 ottobre a Roma-Piazza S. Pietro i Venerabili Martiri Victor Chumillas
Fernandez e XXI Soci, e i Venerabili Martiri Felix Echevarria Gorostiaga e VI Soci
2. Promulgatio Decretorum
Il 1 giugno 2007, nel corso di una Udienza accordata al Cardinale Prefetto della
Congregazione delle Cause dei Santi, il
Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato
la promulgazione dei Decreti concernenti
un miracolo attribuito alla intercessione
della Beata Alfonsa dell’Immacolata Concezione Muttathupadathu (1910-1946),
Suora professa della Congregazione indiana delle Francescane Clarisse, beatificata
da Giovanni Paolo II l’8 febbraio 1986,
nonché le virtù eroiche delle Serve di Dio
Maria Fedele Weiss, religiosa professa del
Terz’Ordine di S. Francesco del Monastero
di Reutberg in Germania (1882-1925), e
Cleonilde Guerra, vergine, dell’OFS di
Faenza in Italia (1922-1949).
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Il successivo 6 luglio 2007 il Santo Padre Benedetto XVI ha poi disposto la promulgazione dei Decreti concernenti due miracoli attribuiti alla intercessione della Beata Maria Bernarda Butler (1848-1924),
Fondatrice delle Suore Francescane di Maria Ausiliatrice, beatificata da Giovanni
Paolo II il 29 ottobre 1995, e della Venerabile Serva di Dio Maria Rosa Flesch (18261906), Fondatrice delle Suore Francescane
di S. Maria degli Angeli, le cui virtù eroiche
furono riconosciute da Benedetto XVI il 28
aprile 2006.
Siamo in attesa che il Santo Padre stabilisca la data per la canonizzazione delle
Beate Alfonsa e M. Bernarda, mentre è stato già stabilito che il rito della Beatificazione della Venerabile M. Rosa Flesch si svolga a Treviri il 4 maggio 2008.
3. Congregationes Ordinariae
Il 19 giugno 2007 i Padri Cardinali e Vescovi membri della Congregazione delle
Cause dei Santi, radunati in Sessione Ordinaria nel Palazzo Apostolico Vaticano, si
espressero con unanime voto favorevole,
dopo di aver ascoltata la Relazione dell’Ecc.mo Ponente, Mons. Piergiorgio Nesti,
CP, Arcivescovo emerito di Camerino -San
Severino Marche, circa un presunto miracolo attribuito alla intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Rosa Flesch
(1826-1906), Fondatrice delle Suore Francescane di S. Maria degli Angeli.
Nella successiva Sessione Ordinaria del
6 novembre 2007 i Padri Cardinali e Vescovi, fungendo da Ponente della Causa
l’Ecc.mo Mons. Girolamo Grillo, Vescovo
emerito di Civitavecchia-Tarquinia, votarono con unanime voto affermativo circa
l’eroicità delle virtù praticate dal Servo di
Dio Francesco Mottola (1901-1969), sacerdote diocesano e Fondatore dell’Istituto Secolare delle Oblate del Sacro Cuore.
4. Congressus Peculiares super virtutibus
vel martirio
Convocati in Congresso Peculiare dal
Promotore Generale della Fede, i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause
dei Santi, il 15 giugno 2007 espressero il lo-
ro “Voto” circa l’eroicità delle virtù della
Serva di Dio Maria Chiara Serafina Farolfi
(1853-191?), Fondatrice delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento.
Il 16 ottobre 2007 i Consultori Teologi
della Congregazione delle Cause dei Santi
si pronunciarono sul presunto martirio del
Servo di Dio Odoardo Focherini (19071944), padre di famiglia e vittima della persecuzione nazista.
Il 23 novembre 2007, i Consultori Teologi, convocati dal Promotore Generale della Fede, si sono pronunciati a favore dell’esercizio delle virtù da parte della Serva di
Dio Carolina Beltrami (1869-1932), Fondatrice dell’Istituto delle “Immacolatine di
Alessandria” in Italia.
Nel corso di una nuova sessione, svoltasi il giorno 11 dicembre 2007, i Consultori
teologi, insieme al Promotore generale della Fede, hanno votato a favore dell’eroicità
delle virtù praticate dal Servo di Dio Giacomo Gaglione (1896-1962), Fedele Laico
nonché professo nell’Ordine Francescano
Secolare e Fondatore dell’Associazione laicale “ Apostolato della Sofferenza” della
diocesi di Caserta in Italia.
5. Sessio historica
Il 23 ottobre 2007, convocati dal Relatore Generale della Congregazione delle Cause dei Santi, i sei Consultori storici, previsti
dal Regolamento, esaminarono il valore
storico della Positio super vita et virtutibus
necnon fama sanctitatis della Serva di Dio
Francesca della Concezione Pascual Domenech (1833-1903), Fondatrice delle Suore Francescane dell’Immacolata di Valencia, approvandola a larga maggioranza.
6. Inquisitionum conclusio
In quest’ultimo periodo sono state dichiarate concluse dai rispettivi Ordinari
diocesani le Inchieste super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis e/o super
martyrio dei seguenti Servi di Dio.
• Il 26 giugno 2007, a Brescia, l’Inchiesta
diocesana sulla vita e le virtù del Servo di
Dio Fausto Gei (1927-1968) religioso professo dei “Silenziosi Operai della Croce”.
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E POSTULATIONE GENERALI
• Il 12 luglio 2007, a Camerino,
l’Inchiesta diocesana su un presunto miracolo attribuito alla intercessione della
Beata Battista Varano (14-58-1524),
monaca professa del II Ordine di S.
Francesco (Clarisse), Beata per “conferma di culto dal 7 aprile 1843.
• Il 13 ottobre 2007, ad Acri (Cosenza),
l’Inchiesta suppletiva sulla fama di santità della Serva di Dio Maria Teresa De
Vincenti (1872-1936), Cofondatrice della Congregazione delle Suore Piccole
Operaie dei SS. Cuori.
• Il 28 dicembre 2007, nella Casa del S.
Cuore di Saccolongo (Padova), dove il
Servo di Dio morì il 6 giugno 1952 in
conseguenza dei maltrattamenti subiti in
Romania durante il regime comunista,
Mons. Antonio Mattiazzo, ArcivescovoVescovo di Padova, ha dichiarato conclusa l’Inchiesta diocesana sul presunto
martirio del Servo di Dio Clemente Gatti
(1880-1952), sacerdote professo OFM
(Provincia Veneta), che era stata avviata
dallo stesso Presule il 25 settembre 2002.
7. Numerus Causarum quae apud Postulationem OFM tractantur
• Causae Fratres Minores respicientes:
n.85
• Causae Sorores II Ordinis (Clarissas)
respicientes: n .15
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• Causae Conceptionistas Franciscanas
respicientes: n. 7
• Causae Sorores Tertii Ordinis Regularis
respicientes: n. 36
• Causae Fratres et Sorores OFS respicientes: n.25
• Causae ad alias Entitates pertinentes:
n.50
Tot.: n. 218
8. Novissimae Positiones
Nel corso di quest’anno 2007 sono state consegnate ufficialmente al Protocollo
della Congregazione le seguenti Positiones in vista del futuro esame delle singole
Cause:
• VALENTINA - Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Franciscae a Coaceptione Pascual Domenech, Fundatricis Coagregationis Sororum Franciscalium ab Immaculata (1835-1903) Positio
super vita, virtutibus et fama sanctitatis,
Roma 2007.
• CRACOVIEN. - Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Aloisii Kosiba (in
saeculo: Petri), Laici Professi Ordinis
Fratrum Minorum (1855-1939), Positio
super vita, virtutibus et fama sanctitatis,
Roma 2007.
FR. LUCA M. DE ROSA, OFM
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EX OFFICIO PRO “IUSTITIA, PACE
ATQUE INTEGRITATE CREATI”
1. 3° Incontro Europeo degli Animatori
OFM di GPIC
PER UN’EUROPA
UNITA E SOLIDALE
1. Cronaca
Dal 15 al 20 ottobre 2007 a Francoforte
(Germania) si è svolto il 3° Incontro europeo degli Animatori di GPIC. Vi hanno partecipato circa 50 Frati dalle Province di
Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Italia, Polonia, Slovacchia, Romania, Slovenia
e Croazia, in rappresentanza delle 5 Conferenze d’Europa. Erano inoltre presenti i responsabili dell’Ufficio GPIC di Roma, Fr.
Joe Rozansky e Fr. Vicente Felipe, e due
Definitori generali, Fr. Mario Favretto e Fr.
Miguel Vallecillo.
L’incontro – dal tema Per un’Europa
unita e solidale – aveva lo scopo di valutare come le Conferenze stanno attuando le
decisioni del Capitolo generale 2003 relative a GPIC, di elaborare proposte per il
Capitolo generale 2009 e di riflettere sui
problemi specifici dell’Europa (con una
speciale attenzione alla realtà dell’Europa
dell’Est).
Dopo gli arrivi nella serata di lunedì 15,
i lavori sono iniziati il giorno successivo,
con la Celebrazione eucaristica, nella quale
è stato letto il Messaggio inviatoci dal Ministro Generale. Nel corso della mattinata,
poi, la Commissione GPIC di ciascuna
Conferenza si è presentata ed ha illustrato il
proprio lavoro nell’ambito di GPIC.
Nel pomeriggio ci ha raggiunti Fr. Hermann Schalück, il quale ha svolto la sua relazione, dal titolo Una proposta di evangelizzazione per l’Europa. Egli è partito da un
interrogativo: «La Chiesa dona ancora agli
uomini l’esperienza di un Dio amorevole,
buono e giusto?». Nel tentativo di suggeri-
re una risposta, Fr. Hermann ha affermato:
«[Francesco] ci dice: “questa è la vostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti” (FF 1469). Sono convinto che questa definizione data da
Francesco possa e debba essere per tutti noi
la chiave di comprensione della vocazione
francescana in quest’oggi, all’interno della
Chiesa e della società civile in Europa. Vogliamo essere una “fraternità in missione”:
ciò significa prima di tutto che, al pari di
Francesco e Chiara, noi dobbiamo rendere
visibile nella Chiesa, nel mondo, e certamente nel contesto europeo, l’amore di Dio
che guarisce e libera».
Dopo aver dialogato con Fr. Hermann, le
varie Conferenze hanno esposto in Assemblea come stanno rispondendo alle decisioni del Capitolo generale 2003.
La mattinata di mercoledì 17 ottobre è
stata dedicata alla riflessione sull’Europa
dell’Est, prendendo l’avvio dalla ricca relazione di Fr. Adrian Manderla – intitolata La
voce dell’Europa dell’Est: problemi, sfide,
richieste – nella quale egli ha delineato la
situazione delle società post-comuniste,
analizzate secondo vari aspetti (famiglia e
matrimonio, condizione giovanile, religiosità…). In seguito abbiamo dialogato con il
Relatore e i nostri Frati di Croazia, Slovenia, Polonia, Romania e Slovacchia. Nel
pomeriggio, divisi in piccoli gruppi, abbiamo vissuto un’esperienza di incontro diretto con alcune realtà di marginalità presenti a
Francoforte (immigrazione, tossicodipendenza, prostituzione, AIDS…).
I lavori del 18 ottobre si sono aperti con
la relazione del Dott. Matteo Mascia, sul tema Europa: emergenza ecologica. Il relatore ha innanzitutto sottolineato come ci si
trovi ormai di fronte ad una nuova percezione dell’ambiente («vi sono strette interconnessioni tra la questione ambientale e
sociale, tra diritti umani, sviluppo, povertà
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e protezione dell’ambiente») ed ha proseguito evidenziando il fatto che «il pianeta
terra è un sistema finito, che presenta dei
vincoli, i quali pongono la necessità di limitare l’uso indiscriminato delle risorse ambientali». Da queste premesse deriva la necessità di uno sviluppo che sia sostenibile, il
quale «richiede la presa di coscienza della
nuova responsabilità ambientale a cui tutti
siamo chiamati».
Nel pomeriggio, i lavori sono proseguiti
per Conferenze. La giornata si è conclusa
con una preghiera nello Spirito di Assisi, alla quale sono intervenuti musulmani, ebrei
e protestanti.
La relazione di apertura di venerdì 19 ottobre è stata affidata al Dott. Maurizio Pallante, che ha esposto il tema Crescita e decrescita: per una nuova qualità della vita.
Egli ha esordito dicendo: «Generalmente si
crede che la crescita economica consista
nella crescita dei beni. In realtà l’indicatore
che si utilizza per misurarla – il prodotto interno lordo – si limita a calcolare il valore
monetario delle merci. Il concetto di bene e
il concetto di merce non sono equivalenti.
Non tutti i beni sono merci e non tutte le
merci sono beni. Se, dunque, il prodotto interno lordo misura il valore monetario delle
merci, la decrescita indica soltanto una diminuzione della produzione di merci. Non
dei beni. Poiché molte merci non sono beni
e molti beni non sono merci, la decrescita
può diventare il fulcro di un nuovo paradigma culturale se si realizza come una diminuzione della produzione di merci che non
sono beni e un incremento della produzione
di beni che non sono merci. Questo processo è in grado di apportare miglioramenti alla qualità della vita e degli ecosistemi».
Nel pomeriggio Fr. Joe Rozansky ha
relazionato su GPIC nella vita dell’Ordine, quindi Fr. Markus Heinze ci ha aggiornati sulla situazione di Franciscans international e Fr. Marco Malagola sulla Terra
Santa.
La mattinata conclusiva (20 ottobre) si è
svolta in Assemblea plenaria. Dapprima le
Conferenze hanno condiviso gli impegni
assunti per il futuro, quindi hanno avanzato
le proposte per il Capitolo generale 2009.
Esse, in conclusione, sono state sintetizzate
in questi termini:
Mentre si ribadisce l’importanza di tutte
e cinque le decisioni del Capitolo generale
2003, in particolare si sottolineano le seguenti priorità:
a. nonviolenza attiva (applicata ad alcuni
ambiti: accoglienza, rispetto, dialogo interreligioso…);
b. giustizia ambientale o ecologia globale,
intesa come stile di vita, come impegno
verso i poveri e verso il Creato;
c. impegno per gli esclusi, specie i migranti.
Si è deciso all’unanimità di consegnare
le proposte così riassunte al Consiglio internazionale di GPIC, il quale le rielaborerà e
le presenterà al Capitolo generale, unitamente a quelle emerse negli altri incontri
continentali.
Il 3° Incontro europeo degli Animatori
GPIC si è concluso rendendo grazie a Dio
con una partecipata Celebrazione eucaristica!
FR. JACOPO POZZERLE
2. Message of the Minister General
Dear Brothers in Christ and Francis,
May the Lord give you peace!
I greet you with great joy on the occasion
of the European Continental JPIC meeting,
being held in Frankfurt, Germany. I would
prefer to be with you personally, but other
commitments do not allow me to be present. Know that I am with you in spirit and
in the Spirit! May your deliberations about
so many important topics bear fruit in the
Lord. Celebrated in the context of preparation for the VIII Centenary, I am sure your
gathering will strengthen our commitment
to live the Gospel after the example of
Frances.
The title chosen for the meeting, “Franciscans for a United Europe in Solidarity”,
underlines the challenges facing all of us.
The great issues of our day like poverty, immigration, environmental crisis, war and
conflict, among others, serve to highlight
our differences, to separate us from one another. But the message of Jesus is one of
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EX OFFICIO PRO ‘JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI”
unity, of calling all peoples to be one in the
Kingdom of Heaven. The General Chapter
of 2003 took up this message, and called on
us not to domesticate the prophetic words
of the Gospel, but to be about the birth of a
new epoch, awakening a new vision of life
and relationships based on justice and love,
the paths of peace (May the Lord Give you
Peace, 2). The title of the study guide to the
priorities of 2003-2009 further emphasizes
our need to make concrete the faith that we
profess: “Followers of Christ for a Fraternal
World”. Reflection on our work for a united
Europe, with special concern for the issues
of East and West, will further strengthen our
commitment to the Franciscan mandate for
dialogue, reconciliation and unity.
A second important task entrusted to you
is a thorough evaluation of the implementation of the Chapter 2003 JPIC decisions. All
Entities of the Order, all Friars, were requested to examine our style of life and its
impact on creation, to promote active nonviolence in our life and work, to pay special
attention to displaced people, to draw up
guidelines for the ethical use of resources,
and to establish JPIC courses in our academic centres (May the Lord Give You Peace,
proposals 39-41). We recognize that such
undertakings are not carried out in a short
period of time; they require reflection, planning and persistent vigilance. However, no
journey can be accomplished without taking the first step. Study what has already
been done in regard to these Chapter decisions, analyze the next steps which will
make implementation even more effective,
and re-commit yourselves to the work necessary to attain these goals. And please be
aware that these proposals do not apply only to our work ad extra, but must be applied
to our fraternal relationships where appropriate. We must give the world the example
of what it means to be brothers, what it
means to be reconciled to one another, what
the Kingdom of Heaven should look like.
During your sessions, you will also dedicate significant time considering the “ecological emergency” that we are facing today. Issues like global warming, use of petroleum, the scarcity of fresh water and
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many others, merit our attention as followers of a man who sang the praises of a world
created by an all-loving God. We are challenged to live the spirit of the Canticle of
the Creatures, where Francis invites everyone of good will to live in harmony with
one another and with all of God’s creatures
and all of us, God’s creation. It has become
increasingly clear that social justice cannot
be achieved without environmental justice.
Many of our brothers and sisters around the
worlds suffer the effects of the degradation
of our environment. They are forced to live
without access to clean air and water, to
face the consequences of pollution on their
land and animals, to live in filth and unhealthy conditions. Our Social Teaching
has consistently upheld the dignity of the
person. The dignity of our brothers and sisters demands that we engage the issues of
environmental crisis; it also demands that
we ask difficult questions about our life
style and its impact on the world. Be courageous in analyzing these problems, and
help discover ways to heal creation and the
brothers and sisters who are part of it.
The second International OFM Congress
for JPIC, held in Brazil in the beginning of
2006, chose as its theme “Embracing the
Excluded of Today”. In my convocation of
that Congress, I reminded all of you that
Francis’ encounter with the leper in the Valley of Spoleto was decisive on his path to
conversion; he affirmed that it was the Lord
Himself who had led him among the lepers
and he had treated them with mercy. Faithful to that intuition, Friars Minor have been
close to the “lepers” of every era and area.
Recent General Chapters have challenged
us to renew our commitment to closeness to
the poor, who continue to be excluded from
the most fundamental rights to a life of the
children of God. You must help us find
ways to foster this commitment.
The VIII Centenary is not a simple reminder of the fact that our form of life is to
live the Gospel. Rather, it is a creative reinterpretation and renewal of that commitment. The project ‘The Grace of Our Origins’ makes it clear and this commitment
must be incarnated in our daily lives. It calls
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for concrete signs of sharing, minority, solidarity and making restitution to “the lepers” of our time through a more sober and
essential life. It encourages us to work for a
new community and public commitment
oriented toward solidarity; to make concrete choices for justice, peace and the integrity of creation; and to foster initiatives
for dialogue. All of us are called to promote
these actions, but we count on you to model for us new and effective ways to lead us
forward.
I pray that the Spirit of the living God
descend on you during your time in Frankfurt, and that the blessing of God be with
you as you seek to make real our stated
commitment to establishment of Gods’
Kingdom in our midst.
Rome, 16th October 2007
BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO
Minister General
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E “SERVITIO PRO DIALOGO”
1. Seminario de Estudio sobre los «Franciscanos entre los Musulmes hoy»
Roma, Curia general, 17-21 septiembre 2007
1. Presentazione del Seminario
FRANCESCANI TRA I MUSULMANI
OGGI: POSSIBILITÀ E SFIDE
«Humiliter et devote vivere»
Dal 17 al 21 settembre si celebra nella
Curia generale dei Frati Minori (Francescani), a Roma, il V Incontro di «Francescani
tra i musulmani oggi: possibilità e sfide».
L’incontro si inserisce negli eventi celebrativi di preparazione alla celebrazione dell’VIII Centenario della Fondazione dell’Ordine (1209-2009), al compiersi dei 25 anni
della “Commissione francescana internazionale per le relazioni con l’Islam” integrata
poi nel “Servizio per il dialogo” dell’Ordine
dei Frati Minori. Il Seminario di riflessione
e studio porta il titolo «Humiliter et devote
vivere», motto preso dalle Costituzioni generali dell’Ordine che riflette il modo di vivere tra i musulmani secondo lo spirito di
San Francesco d’Assisi («Come seguaci di
san Francesco e dei primi missionari dell’Ordine, i frati siano fortemente preoccupati di andare umilmente e di vivere devotamente tra le popolazioni di religione islamica, per le quali parimenti non c’è alcun
onnipotente eccetto Dio»: CCGG 95, §3).
La presenza missionaria dei francescani
in mezzo all’Islam affonda le sue radici
nelle origini della fraternità, ai tempi di San
Francesco, partendo dal suo incontro con il
sultano a Damietta (1222), e dalla testimonianza dei primi martiri dell’Ordine francescano a Marrakech (1221), dei quali
Francesco d’Assisi disse «ora posso dire di
avere cinque veri frati minori», e la cui testimonianza attrasse S. Antonio di Padova.
Addentrandosi in mezzo all’Islam, Francesco inaugura un nuovo modo di relazione e
dialogo, mostrando una porta aperta e innovativa nelle relazioni con i musulmani
per andare loro incontro portando il dialogo, l’ascolto e l’incontro, come le uniche
armi delle quali dispone un figlio del Vangelo. Poco più tardi, scrivendo la sua Regola, Francesco raccoglierà la sua esperienza in mezzo all’Islam come prototipo
della missione francescana: «i frati che
vanno tra gli infedeli, non facciano liti o dispute ma siano soggetti ad ogni creatura
umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani, e quando vedranno che piace
al Signore, annunzino la parola di Dio»
(Rnb 16). La missione originale di questo
gruppo evangelico capeggiato da Francesco d’Assisi è caratterizzato da un camminare per il mondo, tra la gente, mescolandosi con il popolo, senza portare nulla, annunciando la pace, senza litigare per alcun
motivo, sottomettendosi ad ogni creatura,
lavorando di qualche lavoro onesto. Queste
caratteristiche si applicano alla logica di
una missione particolarmente difficile, la
missione tra gli infedeli in guerra con il
mondo cristiano, e ad uno degli uffici più
evangelici della fraternità, la predicazione
nel più puro stile francescano: con la parole e l’esempio.
All’incontro partecipano 50 frati provenienti da diverse entità dell’Ordine che
svolgono il loro lavoro in mezzo all’Islam,
frati che vivono in paese a maggioranza
islamica, impegnati in attività relazionate
con il dialogo interreligioso, o in attività di
accoglienza di immigrati di questi paesi.
Nonostante siano passati quasi otto secoli, continua ancora ad essere in vigore la
preferenza di San Francesco per le missioni
nel mondo musulmano e l’opzione preferenziale dell’Ordine in questo senso si fa
ereditiera di una bella presenza «con umiltà
e grande dedizione» abbracciando diverse
realtà e forme di servizio e presenza in lungo e in largo per i cinque continenti. In que-
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sti luoghi i frati armonizzano le proprie attività pastorali e di servizio alla chiesa locale
con il servizio ai musulmani attraverso diverse opere sociali e culturali in paesi come
Bosnia-Herzegovina, Gibuti, Egitto, Kazakistan, Libano, Libia, Malesia, Marocco,
Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Sudan e
Turchia.
La dimensione missionaria dell’Ordine è
sempre stata una delle sue principali preoccupazioni, fino al punto di aver scritto nell’ambito della sua evangelizzazione missionaria una delle pagine più belle della sua
storia. L’eredità della presenza missionaria
in mezzo all’Islam, costituisce un titolo di
orgoglio, ma è prima di tutto una chiamata
alla responsabilità per i frati di oggi, perché
se è vero che andare tra i musulmani richiede una “vocazione speciale”, è anche certo
che continua ad essere una chiamata alla generosità.
FR. MANUEL CORULLÓN FERNÁNDEZ, OFM
Tangeri (Marocco)
2. Informe del Ministro general
LA MISIÓN ENTRE MUSULMANES
El diálogo de la vida
SITUÁNDONOS HISTÓRICAMENTE
La llamada a la cruzada
Los lugares santos habían caído en manos de los musulmanes. Este hecho era considerado una afrenta ignominiosa para el
mundo cristiano. Los Papas, Urbano II el
primero y Eugenio III después, invitan al
pueblo cristiano a liberarlos, convocando
las primeras cruzadas. Cristianos y musulmanes luchan en “guerra santa”. A la agresión musulmana, los cristianos debían responder con la guerra, decía el Concilio Lateranense IV. Ambos, cristianos y
musulmanes, pensaban defender de este
modo el honor de Dios. Por parte de los
cristianos se trataba de una cuestión de honor y de justicia arrevatar de la posesión de
los musulmanes, considerados “ladrones”
de la tierra de su Señor, los lugares de nues-
tra redención. Para los musulmanes aquella
tierra les pertenecía, pues les había sido dada por Alá desde el inicio del Islám. Además Mahoma había “ascendido” al cielo
desde el monte Moria, situado en Jerusalén.
En este contexto el vocabulario utilizado
por los predicadores de las cruzadas era significativo del clima bélico reinante: “Hijos
de Agar, la esclava de Abraham”, “Pueblo
esclavo de los demonios”, “Vermes de los
que es necesario liberar Tierra Santa”. A
ellos se les aplica la imagen de la bestia,
descrita por Daniel (7, 20-24) y el Apocalipsis (12, 3). Mahoma, escribirá Inocencio
III, es el “hijo de la perdición”, “la Bestia”,
cuya muerte, anuncia el Papa, es inminente.
En este contexto, quien mata a un musulmán, llega a afirmar san Bernardo, no es un
hocida, sino un “malicida” y será considerado como uno que ha vengado el ultrage
hecho al Señor. Por parte de los musulmanes seguramente las cosas no estaban mejor, aun cuando no tenemos literatura sobre
ello. Lo cierto es que unos y otros luchan en
nombre de “su” Dios, por una tierra que, según ellos, les pertenecía en exclusiva.
Callan las armas y se abren los corazones
En este clima nace y crece un hombre cuyo nombre es una bendición: Francisco (LM
1, 1). Llamado por el Señor a reparar su Iglesia, el Poverello, tiene que derribar muchos
muros y saltar muchas barreras, particularmente los muros y barreras que enfrentaban
unos a otros: minores et maiores, letrados e
“idiotas”, cristianos y musulmanes...
Francisco, probablemente en Ancona, se
une a la V Cruzada. Finalmente, después de
fracasar en el 1211, el hijo de Bernardone
verá realizado su sueño de llegar al reino de
los Sarracenos. El 29 de mayo del 1218 había iniciado la batalla de Damieta. En julio
de 1219, Francisco, con el grupo de “peregrinos” de la V Cruzada –era el nombre que
se daba a los combatientes-, llega al campo
de batalla. El 29 de agosto el ejército cristiano sufre una seria derrota (cf 2Cel 30).
Francisco la había predicho y se había declarado contrario a la guerra, pero no fue escuchado. Ante su fracaso en el campo cru-
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E “SERVITIO PRO DIALOGO”
zado, Francisco, sintiéndose enviado por
Dios, como él mismo dirá ante el Sultán, no
duda en presentarse ante Al-Malik al Kamil, quien lo acoge con gran simpatía. No
conocemos el contenido del coloquio entre
los dos protagonistas de tal encuentro. Lo
que sí sabemos es que Francisco se presenta abiertamente como cristiano, va a lo
esencial, y que el Sultán le acoge.
El Sultán descubre en Francisco a un
hombre de fe. Francisco, a su vez, descubre
en el Sultán a un “creyente”, un hombre que
oraba cinco veces al día, y no a un “hijo del
diablo”. Y el milagro del encuentro se realiza. Callan las armas y empiza el díálogo entre dos hombres, separados por la religión y
la cultura, pero unidos por la fe. Es muy significativo que ambos se entiendan y se respeten, aún hablando lenguaje distinto. Y es
que la fe en el “Dios clemente y misericordioso” les une, aún separándoles la religión.
Francisco regresará del campo “enemigo” como llegó: sin riqueza alguna, pues las
rechazó, pero con el corazón más abierto
que nunca hacia el “otro”, frente al cual no
duda en confesar su fe en el Dios uno y trino.
Cruzando barreras, saltando muros
Encontrándose con Melek-el-Kamil,
Francisco destruye el muro de la cristiandad.
Él no razona con los criterios ideológicos de
la cristiandad de entonces, sino que se pone
más allá de la frontera de la cruzada. Su propósito es “ir más allá”, dejar su propia “orilla” para llegar a la “orilla” del otro. Y cuando llega a “casa” del Sultán, Francisco no se
presenta como “enviado” por los cruzados,
sino por Dios, como mensajero del único
Dios en el cual también el Sultán creía. De
este modo Francisco se pone en seguida
dentro de la sensibilidad del otro.
Francisco supera también el muro del
miedo. Francisco no teme ni la fuerza (ejércitos), ni el poder (Sultán o el Cardenal Legado Pelagio), ni el “incognitus” o el diverso que está presente en el otro. Ya en su vida Francisco había superado el miedo al
otro, enfermo y repugnante, abrazando al
leproso. Había superado la división entre
buenos y malos, acogiendo los ladrones y
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ofreciéndoles fraternidad y acogida e invitándoles a cambiar de vida. Había superado
la barrera entre aquellos que tienen el poder
y los que sufren la opresión. El episodio del
lobo de Gubbio es claro exponente de ello.
En Damieta, Francisco supera cualquier
miedo, atraviesa cualquier frontera y llega a
la “orilla” del otro.
En definitiva, Francisco se apunta a la
construcción de un mundo nuevo, basado
en el programa de fraternidad universal. En
Francisco todo partió del descubrimiento
que en su juventud hizo de Cristo. Desde
entonces no duda en “saltar” todas las barreras que encontrará en su camino hacia el
otro: la barrera de su yo, para abrazar al leproso físico; la barrera social, para abrazar a
los ladrones o “leprosos morales”, la barrera eclesiástica, para abrazar al leproso espiritual que era el musulmán.
Francisco es un peregrino, un “mendicante” en busca del hermano desconocido.
Es un mendicante de Dios y del hombre.
Las claves del “diálogo” de Francisco
con el Sultán
El episodio al que acabamos de referirnos nos presenta a Francisco, el hermano
universal, como un hombre profundamente
convencido de la necesidad de atraversar la
puerta que nos supera del otro, sin prejuicio
alguno, ni otras pretensiones que no sean
las del encuentro gratutito y el diálogo respetuoso y franco.
Es significativo que, mientras sus contemporáneos, incluidos los papas, invitaban
a ir contra los musulmanes, y concedían indulgencias a quienes luchasen por liberar
los Santos Lugares de la redención, Francisco pide a sus frailes de ir entre ellos (1R
16, 3; 2R 12, 1). Una gran diferencia. Francisco va contracorriente. El Dios en que
Francisco cree profundamente es el Dios
amor de San Juan (cf. 1Jn 4, 8). Por eso pide a sus hermanos que, por inspiración divina, quisieran ir entre sarracenos y otros
infieles, vayan para testimoniar al Dios
amor, Padre de Jesucristo y de todos nosotros.
En Damieta cada uno afirma su identidad, se respeta la diversidad y se vive la re-
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ciprocidad, claves todas ellas necesarias para el encuentro y el diálogo.
LOS FRANCISCANOS
AL ENCUENTRO DEL OTRO
Los Hermanos Menores hemos recibido
de Francisco una gran herencia: ir entre sarracenos y otros infieles. Nuestra Orden es
misionera, la primera Orden misionera en la
Iglesia. Por primera vez en la historia de la
vida religiosa se establece como normal la
vocación apostólica entre infieles. La misión de la Orden es abierta y universal. La
vocación misionera de los Hermanos Menores viene a ser como la expresión última del
Evangelio católicamente vivido. El que la
Regla bulada concluya con el capítulo dedicado a esta misión entre sarracenos y otros
infieles es altamente significativo, casi para
decirnos: la misión es la cima de la vocación
evangélica del Hermano Menor.
Desde el principio, la fraternidad franciscana se percibe a sí misma en estado de
misión, itinerante, abierta a todos los hombres, lo que hizo que los hermanos “bien
pronto llegaran a esparcirse por toda la redondez de la tierra”, como justamente afirma san Buenaventura, comparando la epopeya de la Orden con la historia primitiva
de la Iglesia (cf. LM 4, 7). Fiel a esta vocación, hoy, a pesar de la escasez de vocaciones en algunas regiones de donde procedía
el mayor número de misioneros, y aún
cuando todo el mundo pueda ser considerado “país de misión”, la Orden, sin embargo,
no puede desentenderse de este legado de ir
entre musulmanes, por difícil que sea o nos
parezca. Habiendo tomado conciencia de
que la misión es la clave para entender y dar
nuevo vigor a nuestra vida; conscientes de
que la misión es la dimensión que unifica
los otros aspectos y valores de la vida franciscana, sentimos la necesidad de superar
las tentaciones y las tendencias egocéntricas y de renovar nuestra presencia entre
musulmanes. Esta presencia forma parte de
nuestro carisma.
En estos momenttos, nuestra Orden está
presente en varios países oficialmente islámicos o donde hay una buena representación musulmana: Marruecos, Libia, Egipto,
Djibuti, Togo, Burkina Faso, Costa de Marfil, Guinea-Bissau (en África), Israel-Palestina, Libano, Jordania, Siria (en Medio
Oriente), Pakistán, Indonesia, Malasia, Singapur, Filipinas (en Asia), Bosnia, Albania,
Kazakistan (en Europa), y en Turquía.
Agradezco de corazón a los hermanos su
trabajo y misión entre musulmanes, en la
mayoría de los casos en situaciones nada fáciles. La Orden aprecia su trabajo, y les
agradece el que sean, también ellos, en medio de los musulmanes “faro de esperanza”
y “oferta generosa de fe y comunión” (cf. El
Señor nos habla en el camino, 37), en la mayoría de los casos con la “simple presencia
y perseverancia en zonas del mundo donde
las dificultades, [en muchos casos] han llegado a niveles verdaderamente extremos”
(cf. El Señor nos habla en el camino, 37).
Perseverad, queridos hermanos, en este camino de diálogo, de encuentro con el “otro”,
con el “diverso”, cruzando fronteras, como
hizo Francisco, desde el anhelo de crear una
verdadera fraternidad que brota del reconocernos hijos de un mismo Padre (cf. El
Señor nos habla en el camino, 36).
¿Cómo realizar esta misión?
La Reglas, la bulada y la no bulada, nos
ofrecen principios importantes a tener en en
cuenta, tanto en la misión en general, como
en la misión específica entre sarracenos y
otros infieles. Veamos los más importantes.
El discernimiento
Según la Regla no todos son llamados a ir
entre musulmanes. Ésta es una vocación
dentro de la vocación franciscana: “Aquellos
hermanos que quieren, por inspiración divina, ir entre sarracenos y otros infieles, pidan
para ello la licencia a sus ministros provinciales. Pero los ministros no otorguen la licencia para ir sino a los que vean que son
idóneos para ser enviados” (2R 12, 1-2).
Es significativo que para ir entre sarracenos y otros infieles se use la misma expresión que para entrar en la Orden: movidos por inspiración divina (1R 2, 1). Y esta
exigencia que desapareció en el texto de la
Regla bulada cuando se habla de abrazar
este género de vida (cf. 2R 2, 1), sin embargo se introduce en dicha Regla cuando se
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habla de ir entre sarracenos y otros infieles
(cf. 2R 12, 1).
Personalmente me llama la atención la
insistencia que tanto en 1R 16, como en la
2R 12, se insista tanto en la necesidad de discernir la voluntad de los que quieren ir entre
sarracenos u otros infieles. “¡Caben tantos
engaños!”, se pregunta un comentarista actual de la Regla, Javier Garrido, quien responde: ”el más peligroso de todos es el que
nace de los mejores deseos, el del heroismo”
(La forma de vida franciscana ayer y hoy,
219). El misionero no es un héroe. Es un
hermano que responde a la llamada del Espíritu, verdadero protagonista de la misión,
tanto en su inicio como en su desarrollo. No
se va en misión ni se escoge la misión en base a un proyecto personal. La misión es una
vocación particular que viene de Dios, inspirado por Dios, y que pide, por parte del
llamado, una respuesta generosa.
Pero, además de esta tentación, que ciertamente es real, Francisco nos pone en
guardia contra otra, no menos real, y que se
refiere a los ministros. Éstos han de discernir sobre la idoneidad del heremano con total libertad y con gran espíritu de generosidad. Es por ello que si bien el discernimiento pasa necesariamente por los ministros,
ellos deberán estar bien atentos a no dar el
permiso a los no idóneos, ni negárselo a
quienes, ante el Señor, consideren idóneos
para ir entre sarracenos y otros infieles,
pues de ello tendrían que dar cuenta al Señor (cf. 1R 16, 4).
Una clara llamada de atención ésta: a
quienes deseen liberarse sin más de algunos
hermanos, o a quienes, considerándose sus
dueños, deseen retenerlos, contra la inspiración divina, para “cubrir otras necesidades”
consideradas “más urgentes”. En este sentido considero importante notar un cambio de
acento entre la primera Regla y la segunda
Regla. Mientras en la primera se insiste mucho en que los ministros no deben negarles el
permiso a los que consideren llamados a este tipo de misión; en la segunda se insiste
más bien en que no den el permiso a la ligera: “Pero los ministros no otorguen la licencia para ir sino a los que vean que son idóneos para ser enviados” (2R 12, 2). ¿Qué está
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insinuando este cambio? A mi modo de ver
algo está pasando en la Fraternidad. Francisco llama a ser muy realistas y serenos en el
discernimiento. En el orden de la vocación
nadie es “señor”: ni de sí mismo, ni del otro.
Unos y otros están al servicio de lo que “inspire” el Espíritu. Obediencia fraterna y primado de la iniciativa de Dios, a un tiempo.
A lo dicho anteriormente, hemos de añadir ahora que a la misión no se va, ni se escoge la misión en función de “necesidades”. No se va porque en una Provincia hay
suficientes hermanos para cubrir necesidades, o se deja de ir porque hay que “cubrir
necesidades más urgentes”, como se oye
decir a veces. Tampoco se escoge la misión
en función de las necesidades de ésta. A la
misión se va porque uno se siente llamado y
esa llamada es confirmada por quien tiene
la responsabilidad –seria responsabilidadde hacer el discernimiento final. No es la
necesidad lo determinante en ir o no a misiones, en la elección de esta o aquella misión, aunque el Señor también hable a través de dichas necesidades. Lo determinante
es siempre la llamada del Señor.
El método misional
El principio general para los Hermanos
en misión es el que Francisco da para todos
los Hermanos que van por el mundo: “Aconsejo, amonesto y exhorto a mis hermanos en
el Señor Jesucristo que, cuando van por el
mundo, no litiguen ni se traben en discusiones, ni juzguen a los demás; sean más bien
mansos, pacíficos y modestos, apacibles y
humildes, hablando con todos dignamente,
como conviene” (2R 3, 10).
El tono solemne y el carácter personal de
esta exhortación, la segunda de la Regla,
nos da a entender que estamos ante uno de
los núcleos de la misma forma de vida franciscana. Los Hermanos, en permanente estado de misión, han de vivir una vida configurada por las bienaventuranzas de Jesús,
desarrollando en todo momento el ministerio de la reconciliación (cf. 2Cor 5; Ef 2),
por medio del amor que soporta y espera
sin límites, es decir, siguiendo las huellas de
Jesús, el que cargó con nuest5ros pecados
(cf. Adm 5, 15). La misión franciscana,
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cualquiera que sea su manifestación concreta, ha de estar inspirada por la dinámica
de las bienaventuranzas.
Para Francisco nuestra misión no es la de
revindicar nada, sino la de “hacer penitencia” y ser los menores (cf. 2R 9; Test 7-8).
Para Francisco, minoridad y ministerio de
la reconcliación son dimensiones de la misma misión. Según los biógrafos, Francisco
es profeta de paz (cf. 1Cel 23; 36; 42; 101),
y hombre de reconcliación ( cf. LP 75; 108).
Entre líneas podemos ver la metodología
usada por Francisco en esta misión: la noviolencia, esperando contra toda esperanza
en la eficacia del amor activo y fuerte, y el
amor indefenso que confía en el corazón
humano, a pesar de las apariencias. Así lo
encomendó a la Orden, como tarea esencial
(cf. LP 84). Todo esto está indicando la minoridad como actitud determinante de nuestro ir por el mundo, también entre sarracenos y otros infieles.
El método misional franciscano es, por
tanto, inseparable de la minoridad, de la actitud de servicio y de diálogo, sujetos a toda
humana criatura por Dios (cf. 1R 16, 7).
Ello hace que se deba dar prioridad a la persona del otro, sin prejuicios, que se busque,
ante todo, al hombre, considerando al otro
hermano, hermana. El misionero franciscano está llamado a ponerse en relación
evangélica con el otro, haciéndose acogida,
escucha, y desarrollando sentimientos de
simpatía y de cortesía. El misionero franciscano está llamado a acoger y respetar al
otro, en todo momento, a vivir la solidaridad
hasta las últimas consecuencias, a caminar
con el otro. Para el misionero franciscano, la
persona ha de contar más que la cultura e incluso que el credo religioso (cf. Vincenzo
Brocanelli, Vivere in missione secondo il carisma francescano, Roma 2006, 66ss).
Las armas propuestas para la misión por
Francisco, en contraposición a las armas de
los cruzados, son la mansedumbre y la simplicidad, sin olvidar, ciertamente, la prudencia (cf. 1R 16, 1). Los hermanos son llamados a partir en misión, particularmente
entre sarracenos y otros infieles, personas
libres de cualquier ideología y sin confiar
en poder humano alguno, sino úncamente
en el Señor que los envía. Su única fuerza es
el poder de la Palabra del Señor y el poder
de Dios, que se manifiesta en la debilidad
de los hombres.
Primero la vida
La vocación del Hermano Menor es la de
seguir y mostrar a los otros a Cristo. Esto
hace que todo Hermanos Menor, y en particular el misionero franciscano, dé el primado a la vida evangélica sobre el ministerio
pastoral. No hace proselitismo, no “conquista”, ante todo testimonia; no demuestra,
ante todo muestra, hace visible al que para
él es todo el bien, el sumo bien, la riqueza a
saciedad (cf. AlD). El misionero franciscano, y no sólo, ha de tener presente que lo
que realmente atraía de Francisco no era su
elocuencia, sino el hecho de ser hombre de
Dios. Al igual que Francisco, el misionero
franciscano es el hombre que sin “nada propio”, radicalmente pobre, se siente rico testimoniando al que lo es todo.
El misionero entre sarracenos y otros infieles no renuncia en ninguna circunstancia
a predicar el Evangelio, pero lo hace primero con su vida y sólo cuando pareciera oportuno (de nuevo el discernimiento), también
predicándolo explícitamente. ¿No resulta
evidente el contraste entre el método misionero franciscano y el de las Cruzadas de
ayer y también de hoy?
Este método es plenamente actual. Lo ha
reafirmado el Capítulo general extraordinario: Nada puede sustituir a la vida ( cf. El
Señor nos habla en el camino, 10). La vida
tiene el primado absoluto en la cotidianidad
del misionero auténtico. De ello se deduce
una prioridad absoluta para todos los anunciadores el Evangelio, particularmente entre musulmanes: dar calidad a la propia vida de Hermanos Menores, teniendo presente las Prioridades de la Orden, en las que se
sintetiza y actualiza la forma de vida franciscana (cf. CCGG 1, 2).
En síntesis, el método misionario franciscano se puede expresar en estas palabras:
inculturación, presencia fraterna, respeto,
diálogo, y solidaridad con todos, especialmente con los desheredados, los últimos,
los excluídos.
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PREPARANDO MISIONEROS
Los misioneros no se improvisan, hay
que prepararlos. ¿Cómo? Propiciando, desde la formación inicial, una educación en la
antropología de la reciprocidad, una educación en la multiculturalidad, una educación
para el diálogo, y una educación de la acogida y de la hospitalidad.
Educación en la antropología de la reciprocidad
Pienso que en este momento es necesaria una “revolución” educativa y formativa,
también en nuestra Orden, no sólo a niveles
metodológicos, sino también antropológicos. Profundizar en la antropología de la reciprocidad pone a la luz el significado de la
apertura al otro, del reconocimiento y del
respeto del otro, del camino y del encuentro
con el otro.
En un mundo herido por los egoísmos,
las guerras y violencias es urgente inculcar
un nuevo humanismo, una nueva paideia
por el hombre planetario. La educación debe sentirse interrogada por la presencia de
muchos “rostros nuevos”, que se vuelven
nuestros “prójimos” y que son “tú mismo”,
según la intuición de Lévinas. La educación
debe dejarse interrogar por esta sociedad,
tan compleja, a hacerse cargo del otro, para
lo cual se exige salir de nosotros mismos, de
nuestro egoísmo y de nuestro egocentrismo,
de nuestra indiferencia y de eventuales hostilidades en relación con el diferente, con el
otro.
Educarse a la multiculturalidad
Necesitamos, lo veo como una tarea urgente, educarnos para conocer, comunicar y
convivir con la diversidad, para la interdependencia recíproca de la común pertenencia. Se trata, en definitiva, de una educación
multicultural ¿Como lograr esto? A mi modo de ver una educación multicultural debe
fundamentarse en algunos principios que
personalmente considero irrenunciables:
• Valorar la persona humana. Creer que la
persona humana, cualquiera que sea, vale más que cualquier proyecto u objeto.
Este es, a mi modo de ver, el desafío más
545
grande en el mundo de hoy, crucificado
por guerras fraticidas, étnicas, y religiosas, causadas por el egoísmo y por la
violencia organizada. De ahí la urgencia
de aprender a vivir juntos: uno de los
cuatro pilares de la educación indicado
por el Informe de la Comisión Internacional para la educación en el siglo XXI
de la UNESCO (1996). En este contexto
me parecen muy oportunas las recomendaciones del conocido hebreo Nazim
Hikmet a Mchmet su hijo: “No vivas como huésped en este mundo, ni como turista de la naturaleza; vive en el mundo
como en tu casa paterna. Cree en el grano, en la tierra, en el mar, pero sobretodo
cree en el hombre. Intenta que te duelan
las ramas que se secan, las estrellas que
caen, la tristeza de un animal herido que
vagabundea, pero sobretodo que te duela la tristeza del hombre. Deseo que te
alegre cualquier bien de la tierra: la luz,
las sombras, las cuatro estaciones; pero
deseo sobretodo que sea el hombre el
que te dé la mayor alegría”.
Me parece cada vez más urgente tener la
pasión por la causa de la persona humana que merece todo respeto, toda nuestra
atención, y, sobre todo, todo nuestro
amor. ¿De qué nos vale querer salvar la
naturaleza amenazada por todas partes si
no salvamos al hombre, igualmente
amenazado?
No puedo menos de confesar mi simpatía
por la propuesta de un conocido estudioso, Ricardo Petrella, quien sugiere que se
ponga como objetivo prioritario del sistema educativo: “aprender a decir buenos
días al otro, que significa “reconocer la
existencia del otro”, “aprender la democracia y aprender a vivirla”, “aprender la
solidaridad”. Es urgente, como señalaba
hace ya bastantes años atrás Paul Ricoeur,
comprender y enseñar a comprender lo
que es diverso. Es urgente asegurar a todos la común identidad humana, respetando su propia identidad.
• Pasar del “yo” al “nosotros”. En una
cultura dominada por el “subjetivismo”
veo necesario luchar abiertamente contra el subjetivismo exacerbado y todo lo
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que lleva consigo: egoísmo, etnocentrismo, particularismos que fomentan la
percepción negativa del otro, la cual a la
larga puede provocar actitudes de miedo,
indiferencia, intolerancia y racismo en
sus diversas formas. La absolutización
de la propia identidad y el apegarse a las
propias particularidades llevan al desprecio de los otros y del otro. ¿La solución? La solución está en el reconocimiento del otro, en el reconocimiento de
la misma dignidad del otro. El otro existe conmigo, vive conmigo y juntos formamos la “familia humana”, como figura en la declaración universal de los derechos humanos, y por lo tanto es digno
de respeto, del mismo modo que yo lo
deseo para mi.
• Caminar desde el otro, es decir, dejarnos
educar por el otro, por el diferente, en
una actitud de apertura, humildad, gratitud, cooperación, solidaridad. Caminar
desde el otro, es decir, hacer que el otro
sea el criterio y la medida de mis acciones. Esto lleva a la escucha, al respeto, al
amor...
Educarse al diálogo
Como bien sabemos etimológicamente
diálogo viene de dia-logos que a la letra significa dejarse atravesar por la palabra del
otro. Este significado etimológico nos puede llevar a pensar el diálogo como una especie de conversión en la que las personas
se ponen en relación. Sólo esta relación hará posible la comprensión y el respeto, metas a las que tiende todo verdadero diálogo.
Veo como indispensables cuatro actitudes para que esta relación sea posible:
• Claridad. Ésta a su vez supone tener un
sentido nítido de la propia identidad personal. Sin tener clara la propia identidad
no puede darse claridad. No puede haber
diálogo auténtico sin saber de donde se
parte, sin saber cada uno quien es y ante
quien está, sin ser fieles a la propia identidad. Esta fidelidad a la propia identidad, lejos de ser vivida en actitud fundamentalista, una actitud que nace del miedo a pensar y de la ilusión de una fe sin
cuestionamientos, ha de ser vivida en
permanente actitud de escucha y de respeto, de cordialidad y de sinceridad. Sólo estas actitudes nos llevarán a crecer en
el diálogo hecho de escucha y de anuncio. Uno no puede construir la propia
identidad encerrándose en sí mismo, sino partiendo del otro, del diverso, de la
alteridad. La formación para el diálogo
debería ser un capítulo del desarrollo integral, que es el objetivo de la formación
en su acompañar a la persona hacia el descubrimiento, la re-apropiación y el crecimiento de la propia identidad.
• Mansedumbre. No es una actitud en circulación frecuente, y sin embargo es
fundamental para el diálogo. El manso
está libre de altivez y de resentimiento,
incluso cuando ha tenido experiencia de
injuria o de reproche. La mansedumbre
es incompatible con los métodos violentos. Por otra parte, el manso aprende a no
tomarse a sí mismo demasiado en serio y
está siempre dispuesto a aprender del
otro.
• Capacidad para afrontar los conflictos y
la confrontación crítica con posiciones
diversas a partir de la pasión por el hombre y su ineludible dignidad. El conflicto, como bien sabemos, no es por si mismo malo. Todo depende como se gestiona. Creo muy importante educar y
educarnos para afrontar adecuadamente
los conflictos.
• Confianza. No se trata sólo de confianza
en las propias palabras, sino que es también un reconocimiento por ambas partes involucradas en el diálogo. La confianza nos habilita a decirnos abiertamente la verdad, pero expresando
siempre esa verdad con amor.
Educarse en la cultura de la acogida y
de la hospitalidad
Esta cultura encuentra sus raíces en la
comprensión del otro como ineludible para
poder decir uno mismo.
La cultura postmoderna, dominada por
la ideología neoliberal y sustentada por la
cultura mediática, propicia la creación de
identidades narcisistas, centradas en el cultivo de sí mismas, de la apariencia... En es-
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E “SERVITIO PRO DIALOGO”
te contexto se hace urgente formarnos y formar en una cultura de acogida y de hospitalidad. Para ello considero necesario superar
modelos formativos basados en el concepto
de perfección individual y de objetividad
sacral, en favor de modelos fundados en
conceptos de encuentro y de diálogo.
A mi modo de ver, esto comprota:
• Salir del propio entorno social, dejar las
seguridades de la propia tradición cultural, para poder encontrar al diverso de
uno mismo y al mismo tiempo mostrar
como justamente en este abandono de
uno mismo, en este continuo camino de
kénosis hacia el “extranjero”, la persona
se realiza y realiza su vocación.
• Encontrar palabras capaces de crear comunión con las personas que son diferentes. Es indispensable formarnos y formar
para el respeto por el “diferente”, en la capacidad de escuchar y de tomar en cuenta
los puntos de vista de los que son distintos. Es prioritario formarnos y formar para “abrazar” y no sólo “soportar” las diferencias étnicas, culturales y teológicas,
también en nuestras fraternidades.
• En la era de la “relación virtual”, es fundamental el educarnos para vivir en una
relación que sea a la vez profunda, libre
y liberadora. Sólo en este tipo de relación se podrá escuchar al otro en su “alteridad”, sin caer en la tentación de reducirlo a nuestros esquemas, hasta llegar
incluso a eliminarlo. Se trata, pues, de un
camino de crecimiento en libertad, entendida como control sobre uno mismo
que lleva a la entrega de sí.
CONCLUSIÓN
El misonero franciscano, particularmente el que vive entre musulmanes, es el que,
desde la adhesión a Cristo, se da totalmente, sin reservas y sin limite de energías ni de
tiempo; el que se entrega gratuitamente; el
que vive la lógica del don hasta el extremo,
sabiendo que nada le pertenece, que todo es
don que se recibe y que por tanto hay que
restituirlo; el que sale constantemente de sí
mismo para ir al encuentro del otro, del distinto (cf. El Señor nos habla en el camino,
547
19 - 25). El misionero franciscano, máxime
el que vive entre musulmanes, es el que,
fundamentando su vida en las bienaventuranzas, opta por el diálogo de la vida, por
una presencia en medios fronterizos, dando
testimonio que “no hay otro omnipotente sino Él” (CtaO 9).
La misión franciscana, como la de Francisco, deriva de su íntima unión con Cristo,
se nutre de la Palabra del Evangelio y del
sacramento de la Eucaristía. El encuentro
con el Señor desemboca, necesariamente,
en la misión (cf. Jn 4, 4ss). El descubrimiento del Amor abre al amor hacia los
otros, por distintos que sean. En la misión,
el Hermano Menor trasmite el Amor que
conquistó su corazón, antes que una doctrina, y comparte lo que constituye la riqueza
y la belleza de su vida, antes de trasmitir lo
que aprendió intelectualmente, y, en todo
momento, “conserva, por el amor de neustro Señor Jesucristo, la paz en el alma y en
el cuerpo” (Adm 15, 2).
Todo lo dicho nos pone en condiciones
excelentes para ir y permanecer entre sarracenos y otros infieles. La metodología
misionera que nos propone nuestra forma
de vida abrirá las puertas del otro, como un
día abrió la puerta del corazón del Sultán, y
la confrontación de unos contra otros dejará paso al diálogo y al respeto de unos con
otros.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro general
3. Omelia conclusiva del Ministro generale
Roma, Curia generale, 21 settembre 2007
SI ALZÒ E LO SEGUÌ
Ef. 4, 1-7. 11-13; Sal 18; Mt 9, 9-13
Giunti al termine del Seminario sui
«Francescani tra i Musulmani oggi», sentiamo il bisogno di ringraziare il Signore
per il dono che ci ha fatto di questo incontro
veramente fraterno. Ma desideriamo, soprattutto, rendergli grazie per averci chiamati ad abbracciare questa forma di vita,
che consiste essenzialmente nel seguire più
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da vicino le orme di Gesù Cristo, nell’essere suoi discepoli, assumendo il Vangelo come Regola e vita e, così, essere suoi testimoni, missionari e annunciatori della Buona Notizia.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato nella
festa di san Matteo (cf Mt 9,9-13) ci racconta la sua vocazione. Gesù, dopo aver curato il paralitico, si allontana e vede «un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo», (Mt 9,9). Nel Vangelo Matteo è
la prima persona che ha la fortuna di essere
guardata da Gesù. Lo sguardo di Gesù non è
uno sguardo qualsiasi, ma è pieno d’amore,
come nel caso del giovane ricco (cf Mt
19,16-22). Non si tratta di uno sguardo inquisitore, ma compassionevole. Gesù, guardato Matteo, lo ama per quello che è: un
esattore delle imposte. Levi è descritto mentre è seduto. Viene così espressa la sua situazione di peccato, la paralisi da cui verrà
salvato dallo sguardo di Gesù. Matteo non
ha solo un nome, ma anche una storia molto
concreta, che Gesù, guardandolo, fa sua per
trasformarla. Per questo lo sguardo di Gesù
è sempre uno sguardo di vita: «Non sono i
sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati» (Mt 9,12). È significativo che, come
la parola di Gesù rimise in piedi il paralitico
(cf Mt 9,7), così il suo sguardo rialza Matteo: «ed egli si alzò e lo seguì» (Mt 9,9).
Da una condizione di peccato, come Pietro (cf Lc 5,8), Matteo è invitato a seguire
Gesù: «seguimi» (Mt 9,9). D’ora in poi la
persona di Gesù sarà il centro della sua vita
ed esistenza. Con la prima parola Dio ha
chiamato tutto all’esistenza (cf Gn 1,1ss),
con l’ultima e definitiva parola, quella pronunciata da Cristo (cf Eb 1,3), Dio chiama
l’uomo ad una vita nuova di piena comunione con Lui. Matteo, e con lui ogni discepolo, è chiamato a stare con Gesù, per essere come lui (cf Mc 3,14). Prima lo sguardo
di Gesù, ora la parola, fanno del pubblicano
Matteo un discepolo.
Lo sguardo e la parola creatrice di Gesù
incontrano in Matteo una risposta immediata: «egli si alzò e lo seguì» (Mt 9,9). Luca
dirà: «egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì» (Lc 5,28). Alzarsi è uno dei termini che
indicano la risurrezione. Matteo, risponden-
do alla chiamata di Gesù, passa dalla morte
alla vita, miracolo definitivo, che restituisce
l’uomo alla sua dignità di figlio. D’altra
parte lasciare tutto è la condizione per essere discepolo (cf Mt 19,21). Matteo ha scoperto il grande tesoro, la perla preziosa. Gesù ha conquistato il suo cuore. La rinuncia a
tutto non è un atto eroico, ma una conseguenza dell’aver scoperto Cristo come il tesoro della propria vita. La prontezza con cui
risponde Matteo ci porta a pensare alla gioia
con cui si spoglia di tutto per seguire Gesù.
La parola che vediamo realizzata in Matteo, si compie ora in noi. Come per Matteo,
anche Gesù passa nella nostra vita e ci
guarda con uno sguardo compassionevole.
Come Matteo anche noi ci sentiamo amati
nella nostra realtà, che non è diversa da
quella di Levi, il pubblicano. Come a Matteo anche a noi Gesù dice: seguimi. Ma Gesù trova in noi la risposta pronta e generosa
che ha trovato in Matteo? Questa dipende
da noi, perché la sua proposta ci rende capaci della risposta. È bene ricordarlo: aver
fede significa avere due piedi che si mettono a camminare dietro a Gesù, due orecchie
per ascoltarlo, due mani per toccarlo e darlo agli altri.
Proprio la celebrazione eucaristica, a cui
stiamo partecipando, ci spinge a rispondere, nella nostra missione, nel chiostro del
mondo e, soprattutto, tra i musulmani, con
la stessa prontezza di Matteo a quanto il Signore ci chiede oggi.
Come Gesù, anche noi, suoi discepoli e
missionari, siamo invitati a renderci presenti, in maniera molto discreta e rispettosa,
nella vita degli uomini e delle donne con cui
condividiamo il cammino. Come Gesù, anche noi, suoi discepoli e missionari, siamo
chiamati ad avere sempre uno sguardo compassionevole, pieno d’amore, verso quanti
incontriamo nei nostri ministeri più diversi.
Come Gesù, anche noi, suoi discepoli e
missionari, dobbiamo saper pronunciare
parole creatrici di comunione che facciano
sentire agli altri l’urgenza di alzarsi, di lasciare la loro condizione di paralisi e di peccato, in qualsiasi modo questa si manifesti,
e di vivere nella libertà propria dei figli del
Padre delle misericordie, del Dio clemente,
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che ha viscere di compassione. Chiamati a
servire tutti, senza distinzione, come Gesù
dobbiamo preferire i poveri e i peccatori,
coloro che vengono esclusi dalla mensa di
quanti si considerano buoni.
Mossi da divina ispirazione, andate, cari Fratelli, tra i Musulmani. Vivete tra loro
come minori, essendo sempre strumenti di
pace e di riconciliazione, senza fare dispute
e confessando in ogni momento che siete
cristiani (cf Rnb 16,6). Andate ed edificate
il corpo di Cristo (cf Ef 4,12) con la vostra
testimonianza di Gesù o, quando vedrete
che piacerà al Signore, con l’annuncio
esplicito del Vangelo (cf Rnb 16,7). Andate
e, grazie alla vostra presenza di testimoni, la
Parola di Cristo possa risuonare, anche silenziosamente, fino ai confini della terra (cf
Sal 18). Siate missionari essendo discepoli,
seguaci di Gesù, secondo la forma che ci ha
lasciato il nostro fratello e padre Francesco
e che abbiamo abbracciato con la professione religiosa. Che la vostra presenza francescana tra i Musulmani costruisca ponti di
comunione tra noi che seguiamo Gesù e
quanti seguono l’Islam, attualizzando, così,
il gesto profetico di Francesco nel suo incontro con il Sultano. Andate cari Fratelli,
con la benedizione del Signore e la mia, con
la gratitudine del Ministro e servo della Fraternità e con quella di tutto l’Ordine. Andate, non abbiate paura! Il Signore vi precede
nel vostro cammino.
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
4. Messaggio finale
Roma, Curia generale, 21 settembre 2007
A tutti i confratelli
dell’Ordine dei Frati Minori
Ai membri della Famiglia francescana
Cari confratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Il Servizio della Curia Generale dell’Ordine per il dialogo ha considerato opportuno promuovere, nel contesto dell’ottavo
centenario della fondazione dell’Ordine e a
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25 anni dalla prima conferenza francescana
sull’Islam (Costituzione della Commissione per il dialogo, Assisi 1982), un Seminario di studio sul tema: «Francescani tra i
musulmani oggi. Possibilità e sfide».
Il Signore ci ha dato così la grazia di ritrovarci, fratelli provenienti da diversi paesi – dall’Europa, dall’Africa, dall’Asia, dall’Oceania e dall’America –, per lodare il
suo Nome, riconoscere il suo Spirito all’opera in ogni cultura e popolo, e per farci
mutuamente partecipi delle diverse forme
in cui viviamo la nostra vocazione come
francescani tra musulmani.
Il Seminario ci ha offerto la possibilità di
riflettere su alcuni aspetti della nostra missione: Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale, ci ha aiutato ad approfondire
il nostro rapporto carismatico col mondo
islamico, nel contesto più ampio del dialogo, nel mondo d’oggi, tra religioni e civiltà;
M. A. Ayuso, Presidente del PISAI ci ha
parlato del dialogo islamo-cristiano; Fr.
Rubén Tierrablanca ha fatto il bilancio di
venticinque anni di animazione del dialogo
interreligioso; Fr. Manuel Corullón ha fatto
il punto sulla situazione attuale del rapporto dei Frati Minori con l’Islam; infine, Fr.
Gwénolé Jeusset ci ha proposto sfide,
orientamenti e piste per il futuro prossimo.
A noi Frati convenuti a Roma per questo
Seminario di Studio è stata offerta inoltre la
possibilità di scambiare le nostre esperienze
di vita e di allargare così le vie per il dialogo con i nostri fratelli e sorelle musulmani
che insieme a noi professano che «non c’è
nessuno Onnipotente fuori di Dio». Abbiamo dunque scelto di metterci all’ascolto gli
uni degli altri per scoprire la varietà e la ricchezza delle nostre esperienze, ma anche
molti punti di convergenza e uno stesso stile di presenza.
Ci riconosciamo destinatari delle parole
che san Francesco rivolge ai «frati che per
divina ispirazione vorranno andare tra i Saraceni» (cf. Rnb XVI; Rb XII), e dimorando
umilmente e devotamente in mezzo a loro,
vogliamo vivere, non solo nell’ascolto delle altre culture, ma anche nella «sottomissione per amore di Dio» ad ogni creatura e
anche a quei nostri fratelli e sorelle che pro-
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fessano l’Islam (cf. Lettera di Assisi 1982).
Arriviamo a questo appuntamento con
un’esperienza di otto secoli di cammino con
altri credenti, una storia ricca di pagine entusiasmanti, un cammino tante volte anche
problematico e conflittuale, specialmente
per i fratelli nati nei paesi islamici; ma questa nostra ricchezza di esperienza è il patrimonio che custodiamo e che possiamo condividere a vantaggio della Chiesa tutta, nella gioia di una missione in cui riluce la
gratuità del nostro andare incontro all’altro.
Ci troviamo uniti nel constatare come la
nostra forma di inserimento sia improntata
in primo luogo al desiderio di incontrare
l’altro come fratello, per amore del Cristo,
e di percorrere insieme il cammino della conoscenza reciproca, una conoscenza personale ed esistenziale. La nostra inculturazione passa attraverso l’esperienza dell’amicizia e della condivisione di ciò che siamo
con i popoli in mezzo ai quali viviamo, secondo la metodologia del “farsi minori” di
Francesco d’Assisi; come lui, ci sentiamo
di indirizzare una parola che apra il dialogo
a partire da una sincera simpatia per la persona che ci sta davanti, accolta nella sua
realtà, con la sua cultura e la sua tradizione
religiosa. Per questo sentiamo l’esigenza
dello studio della lingua e della tradizione
dell’altro, uno studio approfondito, appassionato, che ci metta in consonanza di spirito e in atteggiamento di “mendicanti” di verità; sempre in ascolto dei segni dei tempi,
in ascolto e a servizio delle comunità cristiane viventi nei paesi a maggioranza islamica. Con queste comunità cristiane, gioiose pur nella prova, condividiamo la responsabilità di portare una testimonianza e un
annuncio anche ai fratelli che ancora non
conoscono il vangelo di Cristo.
Abbiamo misurato, grazie alle nostre diverse provenienze geografiche e culturali,
la vastità del fenomeno e l’urgenza della
sfida che l’incontro con i musulmani propone al mondo di oggi; vogliamo dare il nostro contributo a questo dialogo, come servizio alla comunicazione tra le culture e tra
i credenti che, nella luce della loro rispettiva religione, cercano insieme i segni della
misericordia di Dio per l’umanità. Ciascu-
no di noi ha esperienze di collaborazione
con i musulmani, e queste esperienze concrete ci spingono a rinnovare il nostro impegno di promozione dello sviluppo integrale dell’uomo, riconoscendo nei nostri
fratelli musulmani la stessa sete di giustizia
e di pace che ci anima. Non possiamo altresì trascurare l’esigenza di una maggiore
collaborazione all’interno dell’Ordine, della Chiesa Cattolica e con i cristiani di altre
confessioni, perché la testimonianza di
unità è il primo e più importante messaggio
che siamo chiamati a trasmettere al mondo
di oggi.
Dall’estremo al medio Oriente, nell’Africa del nord e nell’Africa sub-sahariana,
con i musulmani che prendono posto nel
continente americano e in Europa, ovunque
le nostre Fraternità francescane sono inserite, noi Frati Minori del III millennio siamo
chiamati a testimoniare con la vita il vangelo dell’amore verso ogni creatura, nel rispetto della fede dell’altro, spendendo ogni
nostra energia finché «Dio sia tutto in tutti».
I FRATI PARTECIPANTI AL SEMINARIO
5. Crónica
El Servicio para el Diálogo de la Orden,
en su labor de animación, propuso al Definitorio general la celebración de un Seminario de Estudio, en el sector del diálogo interreligioso, centrado en la presencia de los
franciscanos en países musulmanes y en las
relaciones con el Islam donde están presentes como minorías. Los objetivos del mismo eran tomar conciencia de nuestra misión
entre los musulmanes en la nueva situación
creada en los últimos años, compartir experiencias en el modo de estar, en la diversidad de servicios y en las diversas formas de
inculturación que los hermanos adoptan, reflexionar juntos sobre nuestra vida y misión
en medio de los musulmanes y hacer propuestas para el inmediato futuro que nos
ayuden a realizar esta vocación, recibida de
San Francisco, en los tiempos actuales.
Se ha querido celebrar este Seminario en
el marco del proyecto “La gracia de los orí-
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genes”, que nos prepara a la celebración del
octavo centenario de la fundación de nuestra Orden, y con motivo de los 25 años del
primer Congreso tenido en Asís, en 1982,
que dio origen a la Comisión para el Islam y
que más tarde se convirtió en el Servicio para el Diálogo de la Orden.
El Seminario, que ha querido afrontar la
situación y problemática actual del diálogo
franciscano con los musulmanes, ha tenido
lugar en la Curia general, del 17 al 22 de
septiembre de 2007. En él han participado
casi medio centenar de frailes menores, entre ellos el arzobispo de Tánger y los obispos de Trípoli, Bengasi y Djibuti, que, fieles al mandato de San Francisco, sintieron
la llamada a vivir “entre sarracenos y otros
infieles” para dar testimonio del Evangelio
del Señor Jesús. Esta presencia de los franciscanos en tierras musulmanas es ininterrumpida desde 1219, año en que San Francisco va a Damieta a encontrar al sultán alMalik al-Kamil, hasta nuestros días.
Los hermanos provenían de Marruecos,
Libia, Egipto, Djibuti, Palestina, Israel, Siria, Turquía, Malasia, Indonesia, Filipinas,
Francia, Alemania, Italia, Estados Unidos y
de la Familia Franciscana. Otros por problemas administrativos, o de otra índole, no
han podido asistir. A ellos se les unieron el
Ministro general con su Definitorio y los
responsables de los Secretariados de la Curia general.
Día 17: A lo largo del día los hermanos
fueron llegando a la Curia general donde se
les dio alojamiento.
Día 18: Comenzamos el día con la celebración de Laudes y la Eucaristía, por la
Evangelización de los Pueblos, presidida
por fr. Miguel Vallecillo, presidente del Servicio para el Diálogo. A las 8’45 de la mañana se procedió a la distribución del material y a las 9 comenzó la sesión, presidida
por el Ministro general con una oración y rito de bendición del icono que ha presidido
todos los actos del encuentro. El icono es
obra original de Fr. Antonio Baú, ofm, y representa el encuentro de San Francisco con
el Sultán. Después de unas palabras de saludo a todos los participantes por parte del
Ministro general, el presidente del Servicio
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para el Diálogo tuvo un breve discurso de
apertura y a continuación se hizo la presentación de los participantes.
La primera ponencia la tuvo el Ministro
general, Fr. José R. Carballo, titulada El carisma franciscano en relación con el Islam,
diálogo entre religiones y civilización en el
mundo de hoy. En ella ha querido evidenciar el sentido, no solo del encuentro sino,
sobre todo, el de la presencia de los hermanos entre musulmanes, recogido del ejemplo y las palabras de S. Francisco, el cual,
en un contexto histórico bélico, tiene un
gesto profético, presentándose ante el sultán no como un enemigo sino como un cristiano que va al encuentro de otro creyente.
Después de esta experiencia, Francisco enviará a sus hermanos no “contra” sino “entre” los musulmanes. Subrayó que la vocación franciscana es misionera. Esta misión
forma parte del carisma franciscano y se vive en la gratuidad. Importante es el aspecto
de la formación, que aunque debe ser técnica, consiste, sobre todo, en la asimilación
de una cultura marcada por una antropología de la reciprocidad, de la multiculturalidad, del diálogo fundado en la sinceridad,
mansedumbre, capacidad de afrontar los
conflictos y la confianza, en una constante
actitud de acogida y hospitalidad.
Después del diálogo sucesivo y la pausa,
el P. Miguel Ángel Ayuso Guixot, mcci,
Presidente del P.I.S.A.I. de Roma, tuvo la
segunda conferencia titulada El diálogo islamo-cristiano y nosotros, en la que recordó
el envío de los doce y como el diálogo forma parte de nuestra misión, tiene la oración
como alma de la misma, presupone una formación para amar, para compartir y para el
respeto. Subrayó la rica tradición franciscana que, incluso, indica la metodología a seguir, es decir, el conocimiento del otro, la
estima y la simpatía, el descubrimiento de
la propia identidad y de la diferencia, y el
testimonio.
Por la tarde tuvo lugar el testimonio de
dos hermanos en representación de las presencias franciscanas en el Medio Oriente (Siria) y África del Norte (Marruecos). En un
segundo momento, los participantes se reunieron en trabajo por grupos con una puesta
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en común caracterizado por un diálogo muy
participativo. La intensa jornada concluyó
con el rezo de Vísperas presididas por Mons.
Giorgio Bertin, obispo de Djibuti.
Día 19: La liturgia de este día estaba encomendada a los hermanos de Marruecos
que escogieron los textos de la Eucaristía
centrados en Abraham, padre de los creyentes. La presidió fr. Manuel Corullón, Presidente de la Federación Franciscana de Marruecos.
La ponencia Comisión OFM para el
Islam. Balance de 25 años de animación estuvo a cargo de Fr. Rubén Tierrablanca,
quien hizo un recorrido en todo este periodo
del trabajo realizado. Después del diálogo y
la pausa se dio un espacio para los testimonios, uno de Malasia y el otro de Libia. Por
la tarde el trabajo en grupos fue orientado a
ir preparando algunas propuestas concretas
que puedan ser presentadas como fruto del
encuentro. La asamblea plenaria tuvo la
modalidad de mesa redonda entre los secretarios de grupos con una animada intervención por parte de los participantes. Con el
rezo de Vísperas, presididas por Mons. Giovanni Martinelli, obispo de Trípoli (Libia),
se concluyó esta segunda jornada.
Día 20: La liturgia de la mañana, Laudes
y Eucaristía, en la memoria de los mártires
de Korea, fue presidida por fr. Robert Menard.
A las 9 comienza la sesión en el aula con
la ponencia de Fr. Manuel Corullón Relación de los Frailes Menores con el Islam.
Situación actual. Nos puso de relieve el estilo franciscano de nuestra relación con el
mundo musulmán, repasando las fuentes
franciscanas y evidenciando cómo se lleva
a la práctica actualmente en diversos países
islámicos. Esto dio pie para entrar en el diálogo posterior en aspectos concretos de esta relación, no siempre satisfactorios desde
el punto de vista jurídico, de los derechos
humanos, etc. aunque sean buenos en el
plano de la amistad y la cooperación.
Por la tarde los testimonios se centraron
en las actividades que llevan a cabo los hermanos en Filipinas, Indonesia y en Estados
Unidos con grupos de inmigrantes musulmanes, presentando un islam bastante in-
culturizado en la sociedad americana. El
resto de la tarde se continuó con el trabajo
por grupos y la formulación de propuestas
para el futuro.
El rezo de las Vísperas, presididas por
Mons. Silvestre Magro, obispo de Bengasi
(Libia) concluyó el día.
Día 21: El primer acto se tiene a la hora
de costumbre en el aula, comenzando con el
rezo de Laudes, en la fiesta del apóstol San
Mateo, presidido por Mons. Santiago Agrelo arzobispo de Tánger (Marruecos). Acto
seguido nos dirige la palabra Fr. Jeusset
Gwenolé con una conferencia que lleva por
título Desafíos, orientaciones y pistas para
el futuro próximo. Inspirándose en el llamado “espíritu de Asís” revaloriza la actitud de
los franciscanos en el encuentro con las religiones, especialmente con el Islam. Resalta las actitudes positivas, evitando condenas
y descalificaciones, para llegar al corazón
del otro, en un diálogo, sobre todo, de la vida. Señala 6 retos: el de la colaboración, la
formación, el conocimiento de nuestra historia y fuentes, el encuentro con los amigos
musulmanes, el reto de Estambul y, por último, el de la oración. Concluye evocando
la estela de Damieta como un proyecto en el
horizonte del 2019 a los ocho siglos del encuentro de S. Francisco con el Sultán.
La asamblea plenaria estuvo llena de reacciones y preguntas a una sugestiva y provocativa conferencia que nos dio pie para ir
perfilando muchos aspectos de esta relación
en nuestro mundo actual.
Por la tarde escuchamos a los representantes de los distintos Secretariados y Oficios de la Curia general, (Secretaría general
para la Evangelización, Moderador de Misiones, Formación y Estudios, Justicia y
Paz, y Servicio para el Diálogo) que nos
fueron describiendo las posibilidades que el
diálogo les presenta desde sus respectivos
puntos de vista. Se pasó, después, a aprobar
las Propuestas y el Mensaje final.
La Eucaristía de conclusión del Seminario de Estudio fue presidida por el Ministro
general. Al finalizar la misma se hizo el rito
del envío y el Ministro entregó a cada hermano una reproducción del icono que presidió nuestros trabajos todos estos días.
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Como bagaje del encuentro nos llevamos la riqueza de la fraternidad compartida,
las diferentes experiencias que viven los
hermanos y que revelan los diversos rostros
que presenta el Islam, la amistad con ellos,
la oportunidad de reflexionar y evaluar sus
vidas como franciscanos en la minoridad y
en la donación gratuita.
Los hermanos vuelven de este encuentro
de Roma reconfortados y reforzados en su
compromiso de ser testigos de Cristo en
medio de un pueblo creyente, decididos a
profundizar en el conocimiento de esta tradición religiosa y en mantener la amistad y
la simpatía por los musulmanes, teniendo
siempre delante el ejemplo de San Francisco que les enseña a superar el miedo del
otro “como enemigo” para considerarlo
hermano.
FR. MIGUEL VALLECILLO, OFM
6. Articolo de «L’Osservatore Romano»
TESTIMONIARE
L’ESPERIENZA FRANCESCANA
Provenienti da vari paesi del mondo un
nutrito gruppo di Frati Minori ha voluto
rendere testimonianza di fedeltà al mandato
di S. Francesco che li ha inviati tra i “saraceni e altri infedeli” a testimoniare il Vangelo di Gesù. Per questo, dal 17 al 22 settembre 2007 si sono riuniti presso la curia
generale dell’Ordine sul colle Gelsomino
frati operanti in paesi musulmani; fra di essi c’erano 4 vescovi. Di fatto, è ininterrotta
la presenza dei francescani in terre musulmane a partire dal celebre incontro di san
Francesco con il sultano d’Egitto al-Mâlik
al-Kâmil a Damietta nel 1219 fino ai nostri
giorni.
Non si è trattato di un normale convegno
di studio, ma piuttosto di un incontro fraterno, originato dal desiderio di conoscersi, di
scambiarsi le proprie esperienze e rafforzarsi reciprocamente nel proprio impegno.
La presenza dei Frati Minori nei paesi
musulmani è molto diffusa, essendo presenti in vari paesi ufficialmente islamici o
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in cui vi è una forte componente musulmana. In Africa essi sono presenti in Marocco,
Libia, Egitto, Somalia, Gibuti, Togo, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea Bissau; in
Medio Oriente: Israele e Palestina, Libano,
Giordania, Siria; in Asia: Pakistan, Indonesia, Malesia, Singapore, Filippine; in Europa: Bosnia, Albania, Kazakistan e in Turchia.
A sottolineare l’importanza dell’incontro sta il fatto che allo svolgimento dei lavori non partecipano solo i frati venuti da
lontano, ma lo stesso Ministro generale con
il suo Consiglio e i rappresentanti dei vari
uffici della Curia, con i segretariati della
formazione e dell’evangelizzazione: segno
evidente del ruolo e del peso che assume
l’esperienza di questi frati per la vita di tutto l’Ordine.
È stato proprio il Ministro generale, Fr.
José Rodríguez Carballo, con la sua relazione introduttiva a mettere in evidenza il
senso non solo dell’incontro, ma soprattutto della presenza dei frati in paesi a istituzione o maggioranza islamica, senso attinto
dall’esempio e dalle parole di san Francesco il quale, in un contesto storico di guerra
santa, compie un gesto profetico, presentandosi al sultano non come a un nemico,
ma come un cristiano che va incontro a un
altro credente, mostrando che, pur divisi
nella religione, essi sono uniti nella fede in
Dio. Fra i due si attua un incontro gratuito e
un dialogo rispettoso e franco. Dopo tale
esperienza Francesco invierà i suoi Frati
non “contro”, ma “tra” i musulmani, perché
vivano in mezzo a loro per testimoniare il
Dio dell’amore. Essi saranno fedeli a tale
missione vivendo e testimoniando lo spirito
delle beatitudini, lontani da dispute e litigi,
senza rivendicazioni, vivendo così il ministero della riconciliazione. Vissuta in questa
maniera la missione del francescano risulta
inseparabile dalla fondamentale scelta di vita che è quella della minorità. Per questo, la
vocazione missionaria è intrinseca alla vocazione francescana che ha come priorità
“avere lo Spirito del Signore e la sua santa
operazione”. Per tale motivo, il francescano
si recherà tra i musulmani non spinto da necessità organizzative o strutturali, ma solo
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“per divina ispirazione” (Regola bollata
12,1): è una chiamata dello Spirito e non
una scelta umana. Questa missione, quindi,
fa parte del carisma e della forma di vita del
frate minore e non va misurata dalla scarsità
di risultati esteriori o apparenti. Importante,
invece, è la formazione del missionario che
non si deve preoccupare tanto di una preparazione tecnica quanto di assimilare una
cultura plasmata da un’antropologia della
reciprocità, della multiculturalità, del dialogo fondato sulla chiarezza, la mansuetudine, la capacità di affrontare i conflitti e la fiducia, in un costante atteggiamento di accoglienza e ospitalità.
A queste riflessioni di marcata impronta
francescana si è aggiunto il contributo di P.
Miguel Ángel Ayuso Guixot, mcci, Preside
del P.I.S.A.I. che, partendo dal brano di Lc
6,12-19, in cui Gesù, dopo avere pregato
sulla montagna, scende in pianura per scegliere e inviare i dodici, ha ricordato come il
dialogo fa parte integrante della nostra missione che, secondo l’insegnamento evangelico, deve avere la preghiera come anima,
presuppone una formazione all’amore, alla
condivisione e al rispetto per giungere alla
cura pastorale del prossimo. La ricca tradizione francescana indica anche la metodologia da seguire, e cioè, la conoscenza dell’altro, la stima e la simpatia, la riscoperta
della propria identità e della differenza e la
testimonianza.
Di notevole portata le testimonianze e le
riflessioni offerte dai partecipanti (tre delle
quali espresse nelle relazioni dei Frati
Rubén Tierrablanca, Manuel Corullón e
Gwenolé Jeusset e numerose altre di carattere testimoniale) dalle quali traspare soprattutto lo spirito che anima i missionari
presenti in queste terre. Essi mostrano in
gran parte di avere ereditato il “nuovo stile
di rapporto” con i musulmani inaugurato da
san Francesco, vivendo tra di loro, con loro,
come loro, in dialogo e in un effettivo atteggiamento di servizio. Con insistenza sono emerse nei loro discorsi le parole di Gesù che invia i suoi discepoli “come pecore…”. Essi hanno testimoniato e continuano a testimoniare che non è necessaria
la spada per difendere il vangelo; si sentono
missionari con l’annuncio della pace e della penitenza, vivendo la fraternità in missione; come strumenti privilegiati per
l’annuncio del Regno considerano la testimonianza, l’annuncio e la sottomissione a
ogni autorità, disposti a donare la vita, fino
al martirio, come afferma san Francesco.
Portando il dono della fraternità essi sono
coscienti di rivelare il mistero dell’incarnazione, che ha portato il figlio di Dio a diventare nostro fratello. Costruendo una pace fra le religioni essi sono consci di contribuire alla pace fra le nazioni.
La diversità delle esperienze ha rivelato
i diversi volti dell’islam che in certi paesi,
come l’Indonesia, ha raggiunto un notevole
livello di inculturazione, anche se adesso
questa è messa in discussione e contestata
da correnti fondamentaliste infiltrate dall’esterno. Nel loro insieme, i rapporti dei francescani con le popolazioni missionarie sono positivi e la loro presenza è spesso siglata da legami di profonda amicizia.
I Frati, da parte loro, considerano la loro esperienza come un’opportunità per riflettere e verificare la loro vita di francescani nella minorità. Nella donazione gratuita senza attese di gratificazioni o di
successi pastorali. Qualcuno si interroga
sulla propria vocazione sacerdotale, chiedendosi se egli è sacerdote solo per i cristiani o per tutti gli uomini. C’è chi trova
un punto di incontro nel fatto che l’islam è
una religione della preghiera. La vicinanza e l’amicizia spinge qualche altro a chiedersi come poter aiutare i musulmani ad
avviare e condurre un dialogo fra di loro.
Una constatazione comune è che lo stato di
minoranza favorisce l’intesa e il dialogo
ecumenico fra le Chiese.
I Frati ripartono dall’incontro di Roma
rincuorati e rafforzati nel loro impegno, decisi ad approfondire la conoscenza dell’islam ma soprattutto l’amicizia e l’amore
per i musulmani, guardando all’esempio di
san Francesco che insegna loro a superare le
paure del “grande nemico”.
TECLE VETRALI
[L’Osservatore Romano, 26 settembre 2007]
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2. Il Cairo: un festival del dialogo
Cairo, Egitto, 21-27.11.2007
Avevamo scelto l’Egitto per un compromesso, dopo che sono falliti i tentativi di
riunire la Commissione del Servizio per il
dialogo dell’Ordine dei Frati Minori in Indonesia o in Corea o nelle Filippine, e alla
fine quello del Cairo è risultato uno degli
incontri più interessanti e significativi. Era
previsto di dedicare gran parte del tempo
alla discussione dei nostri progetti, con
l’inserimento di qualche incontro di carattere ecumenico e interreligioso, e invece il
dialogo diretto, sia ecumenico che interreligioso, ha assorbito gran parte del nostro
tempo, permettendoci, tuttavia, di trattare i
nostri punti di discussione per lo più in
molteplici piccole unità di lavoro. Alla fine, tutto l’arco di tempo trascorso fra il nostro arrivo (21 novembre) e la partenza (27
novembre) è stato da noi unanimemente riconosciuto come una fra le più ricche esperienze di dialogo.
Se avessimo avuto l’intenzione di andare a insegnare il dialogo ai frati e alle persone del posto, il nostro viaggio sarebbe risultato sprecato. Di fatto, abbiamo potuto usufruire di una molteplice scuola di dialogo:
con la cultura, con l’Islam, con le Chiese ortodosse e protestanti, con la Chiesa cattolica locale, con la famiglia francescana, con i
nostri frati.
Con la cultura
Sappiamo che nessun serio itinerario
formativo culturale può prescindere da un
riferimento alla civiltà egiziana. I monumenti e i resti che si possono ancora ammirare stanno a testimoniare una storia e una
civiltà che ha preceduto la nostra e, cosa per
noi di fondamentale importanza, come ci ha
ricordato il Nunzio apostolico Mons. Michael Fitzgerald, un’apertura all’aldilà e
una ricerca della trascendenza che ci indirizzano alla risposta che abbiamo nel messaggio evangelico.
Anche la simbologia dell’antico Egitto è
ricca di spunti significativi per la nostra
esperienza cristiana. Basti pensare al simbolo della vita che anche nella sua forma ci
555
rimanda alla croce e ci ricorda la nostra fede nella morte e risurrezione di Cristo, tanto è vero che esso è diventato il simbolo base per disegnare l’architettura e la decorazione del nuovo monastero delle clarisse
del Cairo.
Ben situate le considerazioni del Nunzio
Mons. Fotzgerald il quale ricordava che in
pochi altri luoghi come in Egitto ci si rende
conto che il dialogo non è una semplice
coesistenza pacifica ma un’esigenza e un
processo di vita che si sviluppa nel vivere
insieme e comunicandosi i propri valori; solo allora si prende coscienza della inadeguatezza di certi nostri linguaggi e di certe
formulazioni che risultano incomprensibili
per molte culture. Le persone possono accettare seriamente e interiormente il vangelo solo attraverso le loro culture. Questo ci
ricorda che nel dialogo dobbiamo accettare
le persone come sono, e non come vorremmo che fossero, e per questo è necessario
avere una grande fiducia in esse.
Ma c’è anche una fetta di Egitto moderno che ci offre un esemplare di cultura
d’avanguardia: è la nuova biblioteca di
Alessandria che, per l’ardito complesso architettonico, per la quantità del materiale librario e documentario reso accessibile, e
per il sistema di consultazione si sente erede delle antiche biblioteche alessandrine e a
giusto titolo può essere collocata fra le meraviglie del mondo.
La classica cultura egiziana è un fattore
prezioso per una integrale formazione umanistica. Il grande Imam dell’Al-Azhar,
Sayyed Tantawi, ci ha ricordato che le civiltà non hanno una patria e non possono diventare motivo di scontro, ma sono luoghi
di incontro; inoltre, il progresso tecnologico ci ha portato nel mondo della comunicazione e noi non possiamo restarne fuori.
Con l’Islam
Alla nostra partenza per il Cairo molti ci
avevano chiesto se non era rischioso in questi tempi recarsi in paesi a maggioranza musulmana. Certamente noi non abbiamo avuto l’occasione di imbatterci con le frange
più estremiste e fondamentaliste dell’Islam,
che si sono fatte sentire anche in Egitto, ma
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abbiamo potuto constatare di persona che
con l’Islam è possibile dialogare e collaborare. Non abbiamo visto solamente moschee o musulmani pregare in luoghi pubblici e privati, non ci siamo sentiti solamente disturbati dalla voce mattutina o quasi
notturna del muezzin che invitava alla preghiera, perché quella voce era invito alla
preghiera anche per noi e ci invitava ad elevare i nostri rapporti con i credenti di altre
religioni sul piano dello spirito. Ma è stata
soprattutto la fortuna di poter incontrare il
grande Imam della principale moschea e
grande scuola Al-Azhar del Cairo, Sayyed
Tantawi, a metterci in contatto diretto con il
cuore dell’Islam egiziano e a farci capire il
nocciolo della dottrina che viene insegnata
in quella scuola. A convincerci che quella
dell’Imam non era una voce isolata fu la
presenza del “vicario” dell’Azhar, contemporaneamente ministro per i problemi islamici e presidente della commissione per il
dialogo interreligioso.
Il dialogo cordiale ci ha permesso di
cambiare proporzioni alla nostra idea della
moschea e della sua funzione in seno alla
comunità musulmana. Prima di tutto ci è
stato ricordato che essa cura la formazione
di tutti gli imam che vengono inviati nel
mondo. Al-Azhar vanta più di mille anni di
storia ed è caratterizzata dall’oggettività
nello studio e dall’equilibrio nelle posizioni, lontana da ogni estremismo. Essa sta al
centro di un insieme di circa 8 mila istituti,
in una sostanziale parità numerica fra i maschili e i femminili, e conta 70 facoltà, abbracciando sia gli ambiti tradizionali che
quelli più moderni.
La formazione religiosa è strutturata in
tre tappe: la prima è quella elementare, che
incomincia a 6 anni; la seconda, quella media, parte dai 12 anni e dura per circa un
triennio; poi ci si inserisce nell’Università
dell’Azhar. Tutto il curriculum è focalizzato sullo studio del Corano, sulle scienze legislative islamiche e su altri campi di studio
dell’Islam; per le altre scienze si adegua alle facoltà statali.
Come a nuovi scolari ci è stata sintetizzata la dottrina islamica in 5 capitoli o fondamenti stabili tratti dal Corano: - tutti gli
esseri umani sono fratelli perché provengono da un solo uomo; - la diversità religiosa
non impedisce la collaborazione; - Dio ha
voluto che gli uomini siano diversi nella fede; - le diverse culture sono chiamate a collaborare; - le religioni che vengono dal cielo invitano alla pace e al bene per il genere
umano.
Nel corso del dialogo l’Imam sottolinea
di credere al dialogo in tutte le sue forme,
ricordando che i sacri libri sono pieni di
esempi di dialogo e devono esserci di guida; con il volto sorridente e lo sguardo convincente afferma che “prima delle nostre
porte sono aperti i nostri cuori” e che “il
dialogo fra due cuori aperti raggiunge il suo
obiettivo se c’è la buona volontà”. Di fronte all’interrogativo sulle cause che rendono
difficile il dialogo e la collaborazione e sulla strada da percorrere per superarle, la risposta è semplice e lineare: l’unica via suggerita dai testi sacri è quella di aumentare i
saggi; da sempre esistono il bene e il male,
i saggi e gli stolti; occorre pregare perché
aumenti il numero dei saggi e diminuisca il
numero degli stolti; i saggi che si incontrano possono costruire la pace.
Come non condividere questi fondamenti?
Ma c’è un altro riferimento che per noi fa
dell’Egitto un luogo unico per il rapporto
con l’Islam: è Damietta, luogo che ha visto
l’incontro di Francesco con il sultano e che
per questo è da annoverare tra i grandi santuari francescani e impareggiabile scuola di
dialogo. Non sembra, però, che quell’incontro abbia lasciato grandi tracce nella tradizione islamica, anche locale, o che almeno ad esso si faccia ricorso nei discorsi sul
dialogo con i cristiani. Fortunatamente è
previsto il ritorno dei frati che fra tre anni
dovrebbero aprire a Damietta una casa di
preghiera.
Al termine del colloquio si rende atto all’Imam che con la sua presenza la minoranza cristiana non si sente danneggiata;
l’espressione provoca l’ultima grande affermazione del leader musulmano: tutti i cittadini egiziani sono uguali; obbligare a una
religione non produce credenti ma partigiani.
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Con la Chiesa copta ortodossa
Anche con la Chiesa copta ortodossa
abbiamo potuto stabilire tre momenti di
contatto molto positivi. La visita alla chiesa nel Vecchio Cairo ci ha introdotto in
un’eroica storia di martiri. L’incontro con
il Vescovo Moussa, già allievo di una
scuola cattolica gestita dai francescani, ci
ha fatto conoscere una Chiesa molto vivace, impegnata nel dialogo ecumenico e attiva soprattutto con iniziative di animazione dei gruppi giovanili.
Già da questo primo incontro si delineano i tratti della presenza cristiana in Egitto.
La Chiesa copta ortodossa, con i suoi circa
8 milioni di fedeli residenti in Egitto e circa
un milione all’estero, costituisce la stragrande maggioranza confessionale all’interno della minoranza cristiana in Egitto.
Dai discorsi e dagli atteggiamenti traspaiono queste due realtà contrastanti: la situazione di minoranza nei confronti dell’Islam
e quella di maggioranza nei confronti delle
altre confessioni cristiane. Queste due
realtà, però, sembra abbiano trovato un loro
equilibrio e una sorta di pratica compensazione
Con la società musulmana si vive una
coesistenza pacifica, con la possibilità di
esercitare una propaganda religiosa e biblica, anche in pubblico e attraverso la televisione. La visione dei rapporti ecumenici è
molto ottimistica: si vede una collaborazione in molti settori pastorali, come nell’adozione di un testo comune per
l’insegnamento della religione nelle scuole
pubbliche, nella pastorale giovanile, delle
famiglie, nei servizi sociali. Dalla Chiesa
cattolica quella copta ortodossa ha attinto
l’ispirazione per istituire delle “religiose”
distinte dalle monache; sono diaconesse
“ordinate” (nel senso di “consacrate”) e si
dedicano soprattutto al servizio della carità.
Anche alcune devozioni, come quella a S.
Teresa del Bambino Gesù, sono attinte dalla Chiesa cattolica.
Il Vescovo Moussa esprime discreta soddisfazione per la situazione delle vocazioni
monastiche, che sono favorite dall’ospitalità presso le case di accoglienza dei monasteri.
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Entusiasmante anche l’incontro al Monastero di San Mena, che raccoglie 101 monaci; l’impressione di trovarci a contatto
con una realtà molto interessante e significativa è confermata dalla protratta conversazione, nella quale si viene a sapere che si
entra in monastero solo dopo aver completato gli studi universitari, e dal fatto che
molti di essi hanno trascorso lunghi periodi
in occidente, spesso ospiti di qualche monastero o convento cattolico. Nel monastero i monaci si dedicano al lavoro nei più
svariati settori: dall’agricoltura, con la coltivazione di 15 ettari di terreno, alla cura dei
manoscritti.
Il santuario all’interno del monastero è
un centro di attrazione per tutta la gente della zona, musulmani compresi. S. Mena, soldato martire del IV secolo, vi compie qualche miracolo ogni giorno. Vista l’affluenza
di cristiani di tutte le confessioni e anche dei
musulmani, noi ci ripromettiamo che il santo compia il miracolo dell’unità non solo dei
cristiani, ma anche delle Chiese, lui testimone di Cristo vissuto in una Chiesa che ancora non conosceva le piaghe della divisione.
Nel santuario emergono tutte le caratteristiche di una pietà popolare che si esprime liberamente, tanto che in alcuni momenti e in
alcuni locali interni, osservando la gente seduta e con le scarpe in mano sorge spontanea la domanda se ci si trovi in una Chiesa
cristiana o in una moschea. Ma che importa?
ci si trova di fronte a gente che prega con la
massima concentrazione.
Nella prolungata e gioiosa conversazione con i monaci è possibile entrare nel loro
mondo spirituale e culturale. Si viene introdotti nella ricca e dettagliata simbologia che
dà senso sia ai loro abiti e paramenti sia ai
vari elementi architettonici del monastero e
della chiesa: il copricapo è il casco della
salvezza perché munito di una grande croce
che è Cristo, 12 piccole croci che sono i 12
apostoli e le 12 virtù del monaco, il laccio
che lo tiene legato al capo ricorda il bavero
del bambino e la cucitura che lo percorre da
capo a fondo ricorda lo strappo provocato
dal diavolo al copricapo di S. Antonio Abate; la cintura ricorda che dobbiamo essere
sempre vigilanti con i lombi cinti e il suo
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materiale di animale morto ci ricorda che
siamo morti in Cristo; dopo 50 anni di vita
religiosa, se il monaco è riconosciuto come
persona molto spirituale, indossa l’eskim, una
corazza interiore, composta da un intreccio
di cinture, da portare sotto il vestito esterno;
chi lo riceve è tenuto ogni giorno al digiuno, a una serie di letture, preghiere e altri
esercizi spirituali.
Il Vescovo-abate si mostra di una cordialità e apertura straordinarie, tanto che è stato possibile ipotizzare periodi di ospitalità e
di condivisione di esperienze spirituali per i
nostri giovani frati in formazione. Come
commiato e segno di amicizia, il vescovo
consegna a ciascuno di noi tre doni: un’icona, un’ampolla di profumo e una medaglia.
Chi può dimenticare un’accoglienza tanto cordiale e fraterna? Che cosa manca a
una vera unità tra frati francescani e monaci ortodossi?
Con il mondo protestante
Anche il mondo protestante è presente
in Egitto e il Presidente delle Chiese evangeliche in Egitto, il pastore presbiteriano
Dr. Safwat N. El-Baiaday, ci ha potuto tracciare l’immagine di una federazione di 17
Chiese, considerate come unica Chiesa
evangelica, che vanno dalle Chiese storiche fino alle carismatiche; la gestione del
suo servizio non è delle più facili, dovendo
tener conto di situazioni come quella della
Chiesa anglicana, con i suoi vescovi, fino a
Chiese che non hanno nessun ministro. La
maggiore prossimità essi la sentono con la
Chiesa cattolica perché con essa condividono una situazione di minoranza all’interno della minoranza cristiana del paese e indebitamente queste Chiese vengono considerate come estranee ed intruse nei
confronti sia della popolazione musulmana
che di quella copta ortodossa. Comunque,
e forse soprattutto per questa situazione, è
notevole il servizio che queste Chiese svolgono nel paese, particolarmente nel campo
della scuola.
L’incontro con il pastore El-Baiaday è
particolarmente cordiale, proprio per una
stretta fratellanza nella situazione minoritaria; è per questo che egli introduce il discor-
so con un sottolineato “cari francescani”.
Bisogna sottolineare che ogni incontro è
stato utile non solo per conoscere la situazione della comunità dell’interlocutore, ma
anche, e forse soprattutto, per bilanciare le
varie versioni parziali in una visione più
globale. L’incontro con il pastore presbiteriano ha dato un grande contributo per una
visione bilanciata della situazione religiosa
in Egitto e ha permesso di capire che la visione tracciata dall’Imam è certamente positiva, ottimista e sincera, ma deve convivere con una realtà che sfugge alle sue competenze e capacità di influenza. È vero che
dal 1856 secondo il diritto ottomano anche
tutte le Chiese godono degli stessi diritti
perché la religione non ha nazionalità, però
di fatto è facile comprendere come
l’informazione contribuisca spesso ad ampliare il pensiero di alcune frange estremiste del paese e a travisare il pensiero cristiano. Nel mondo musulmano esiste una corrente desiderosa di passare da una società
musulmana non credente a una credente, e
ciò porta spesso a manifestazioni di intransigenza e integralismo. Le difficoltà di rapporto provengono soprattutto dalla piazza e
dal linguaggio di leaders religiosi che
diffonde odio e violenza e provoca separazione e ghetto da parte cristiana.
Il dialogo con la religione e con la Chiesa
maggioritaria esiste, le relazioni personali
sono ottime, ma rimangono chiuse ai livelli
delle massime autorità, senza diventare stile
di rapporto fra la gente comune. D’altra parte, ci viene riferito che anche per l’Imam di
Al-Azhar non è possibile un dialogo tra le religioni, bensì solo convivenza e collaborazione. Si deve istituire il dialogo sulla vita,
basato sulla dignità dell’uomo e finalizzato
alla pace. È necessario avviare e sostenere il
dialogo nella più assoluta gratuità, senza
aspettare la risposta dell’altro. Non si può rinunciare ad annunciare Cristo, perché evangelizzare è la missione della Chiesa.
Analoghi, anche se non uguali, sono i
rapporti con la Chiesa cristiana maggioritaria copta ortodossa, nel senso che i rapporti
personali sono buoni, ma quello fra le Chiese è sempre un dialogo in stanze chiuse, che
non esce e non diventa stile di rapporto fra
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le Chiese. Tale atteggiamento è spiegato
dalla sfiducia e dalla paura nella Chiesa di
maggioranza di perdere fedeli di fronte a
una Chiesa cattolica e protestante che sono
più pastorali, con le loro scuole, studi biblici e canti. Alle volte l’estremismo islamico
aiuta la vicinanza tra le Chiese. In ogni caso, si deve andare avanti con fiducia e speranza perché nella vita eterna spariranno
tutti gli aggettivi delle Chiese e resterà solo
Gesù Cristo Salvatore.
È un discorso molto concreto, che verrà
confermato dai successivi incontri e dal dialogo con i frati del posto.
Con la Chiesa cattolica locale
Non si può dialogare con l’esterno se
non si è dialoganti all’interno di casa propria. Per questo non poteva mancare
l’incontro con i rappresentanti della Chiesa
cattolica locale e la fortuna ci ha permesso
di essere accolti personalmente dal Patriarca della Chiesa copta cattolica che ci ha
tracciato un’immagine della presenza cattolica in Egitto: 7 Chiese (copta, latina, e altre
Chiese orientali, come la greco melchita,
l’armena, la maronita, la siriaca …), con un
totale che va dai 220.000 ai 250.000 cristiani, in gran parte copti (l’insieme delle altre
Chiese cattoliche può contare fra i 10.000 e
i 12.000 fedeli). Una cooperazione avviene
all’interno dell’Assemblea generale delle
gerarchie cattoliche d’Egitto, equivalente
alle Conferenze episcopali di altri paesi.
Nonostante il numero ridotto, la presenza dei cattolici nel paese è molto attiva.
Gran parte delle energie va spesa per la gestione delle scuole (170, con più di
1.500.000 alunni): costituiscono l’unica
possibilità per un contatto diretto con la società e l’élite musulmana. Molto sviluppata
è anche l’attività caritativa, estesa in modo
capillare, nel campo sociale, dello sviluppo,
della sanità, degli handicap, della droga;
diffusi sono i centri sociali e le iniziative di
formazione professionale. Di questi servizi
usufruiscono indistintamente cristiani e
musulmani. Sono, quindi, luoghi di autentica testimonianza cristiana
Viene confermato che con le altre Chiese e con l’Islam i rapporti personali sono ot-
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timi, ma restano occasionali e senza riflessi
concreti nella vita delle Chiese, né esistono
strutture di impegno comune. Al di là dei
buoni rapporti personali, le autorità musulmane non danno molta importanza ai rapporti con la minoranza cristiana. Qualche
gruppo di collaborazione si è formato attorno alla biblioteca di studi arabo-islamici dei
domenicani, che raccoglie grandi personalità del mondo della cultura anche islamica.
Più ridotta e limitata al mondo cristiano è la
funzione esercitata dal Centro francescano
di studi orientali del Muski.
La Chiesa cattolica può contare nel suo
insieme su circa 200 sacerdoti; sono presenti circa 50 congregazioni religiose femminili e poco meno di una ventina di congregazioni maschili. Le congregazioni femminili
di origine egiziana sono 2, mentre non si può
ancora contare una vera congregazione maschile egiziana. L’ideale monastico ispirato a
S. Pacomio non sembra avere molto successo all’interno del cattolicesimo egiziano: la
situazione locale spinge più alla vita apostolica che a quella contemplativa.
Interessante anche l’incontro con la
Commissione ecumenica cattolica presieduta dal Vescovo Mons. Hanna che ci ricorda che nell’ecumenismo è fondamentale riscoprire la persona di Cristo; il vero pericolo della Chiesa non è l’Islam, ma i cristiani
che non hanno scoperto Cristo e quindi non
lo possono rivelare. L’esperienza di S. Francesco conferma questa verità. Venendo al
concreto, emergono 3 difficoltà nei rapporti ecumenici e interreligiosi:
• le Chiese africane recenti sono latine, e
ciò le rende estranee al loro ambiente naturale; si deve tener presente l’orgoglio
storico della Chiesa ortodossa locale; si
deve tener presente che nel Medio
Oriente la Chiesa cattolica è legata all’idea di occupazione dall’esterno e alla
memoria della colonizzazione;
• spesso si dialoga per cambiare l’altro,
ma il dialogo è preghiera, non commercio o concorrenza;
• si deve tener presente che l’Islam (e anche le Chiese orientali) hanno due facce:
esternamente si dialoga e si è gentili, ma
internamente non si cambia.
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Comunque, la gratuità invita a non scoraggiarsi per la mancanza di risposta.
Con la famiglia francescana
Interessante anche l’incontro con la famiglia francescana del Cairo, riunitasi presso il teatro del convento di S. Giuseppe per
intervenire in uno scambio di idee introdotto dal Nunzio Apostolico Mons. Michele
Fitzgerald e da Fr. Tecle Vetrali. Il Nunzio
ha illustrato le caratteristiche del dialogo,
che deve essere strettamente legato alla vita e veicolato attraverso il linguaggio e la
cultura della gente. Fra Tecle ha mostrato
come un animo francescano è ecumenico e
dialogante per natura. La vivacità degli interventi di gran numero dei presenti ha testimoniato l’interesse e la soddisfazione dei
partecipanti, che si augurano di poter usufruire di ulteriori esperienze del genere.
La presenza francescana in Egitto è
un’ulteriore conferma del valore della minorità come esperienza e testimonianza di
vita evangelica. La situazione minoritaria
all’interno di una minoranza cristiana rivela la forza della scelta di minorità voluta da
Francesco per i suoi figli, che non si sentono per nulla penalizzati dalla debolezza e
fragilità della loro situazione. La situazione
minoritaria rafforza il carisma dei francescani e la minorità diventa annuncio credibile del vangelo.
Con i confratelli del posto
Naturalmente i rapporti più stretti e
l’esperienza più diretta si è avuta con i frati
del posto che con il loro servizio organizzativo, ma soprattutto con la loro accoglienza,
disponibilità e con la loro persona hanno
dato il vero senso all’incontro del Cairo.
Uno dei fattori che più hanno meravigliato è l’età media dei frati locali, che si aggira sui 34 anni, con una crescente presenza
di postulanti, novizi e professi temporanei.
Ma più che l’età, è lo spirito che generalmente anima i frati che è rimasto inciso nel
nostro intimo.
Ricordo ancora la domanda ingenua di
fr. Giuseppe el-Masri, guardiano della fraternità di S. Caterina ad Alessandria, il quale ci chiedeva di insegnare ai frati della Pro-
vincia i principi e le regole del dialogo, convinto, però, che lo spirito di amicizia, di
cordialità e di accoglienza verso tutti, che
essi esercitano, è già una forma, forse primordiale, di dialogo. Non si accorgeva, così, che era lui il maestro che ci insegnava
come si vive il dialogo. Leggendo, poi,
l’agile libro di cui ci ha fatto omaggio, ci si
è resi conto da dove deriva la forza della sua
testimonianza: dalla gioia di vivere che egli
desidera comunicare a tutti indistintamente,
pur sottomesso alle notevoli limitazioni fisiche che lo toccano.
In ogni caso, la proposta di Fr. Giuseppe
el-Masri è fatta propria dal Ministro Provinciale il quale invita qualcuno di noi a presentare i sussidi di formazione al dialogo in uno
dei momenti di formazione permanente che
si tengono nelle varie zone della Provincia.
Una presenza francescana qualificata al
Cairo è quella del Centro di studi orientali
del Muski, con una lunga storia di studi, ricerche e pubblicazioni di indiscusso valore;
fra esse spicca la la serie “Studia Orientalia
Christiana Collectanea”. Al Cairo mancava
una biblioteca cristiana, che ora trova in
questo Centro un suo punto di orientamento, specialmente per quanto riguarda la patrologia e il Medio Evo. Il settore che cura i
rapporti con l’Islam è più recente. Fra i suoi
tesori spicca il manoscritto copto-arabo dell’Apocalisse del 1397.
Motivi di speranza
Dopo il cumulo di emozioni che si sono
susseguite durante quei giorni così intensi
di incontri, dobbiamo attestare che la Commissione è rientrata alle proprie occupazioni irrobustita da forti motivazioni e da motivate e concrete speranze.
Motivo di speranza e fondamento per un
vero dialogo è il desiderio dei due giovani
formatori che hanno già lanciato il primo
contatto con il monastero copto di S. Mena
per avviare una serie di esperienze spirituali da condividere con i monaci.
Motivo di speranza è il progetto di riaprire una presenza francescana a Damietta,
destinata a divenire un punto di orientamento per tutti i francescani del mondo e
per coloro che ricercano il dialogo e la pace.
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Motivo di speranza è che la presenza
francescana al Centro di studi cristiani
orientali del Muski venga riconosciuta e valorizzata come centro di formazione per la
Chiesa locale ma anche per tutti i frati dei
vari continenti.
Damietta e il Muski sono fin d’ora i presupposti per fare della presenza francesca-
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na in Egitto un’impareggiabile scuola di
dialogo interreligioso ed ecumenico.
Che cosa potevamo aspettarci di più?
Siamo arrivati al Cairo con qualche timore e
siamo ripartiti con le valigie piene di speranze.
TECLE VETRALI
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1. Madagascar – Capitolo nazionale
elettivo e Congresso
Dal 30 luglio al 3 agosto si è celebrato il
Capitolo nazionale elettivo dell’OFS in
Madagascar, presso la Parrocchia di san
Francesco e di santa Chiara in Finarantsoa.
Il Capitolo è stato presieduto da Hervé Sylva, Consigliere della Presidenza CIOFS e
Delegato della Ministra generale dell’OFS,
con la partecipazione di Fr. Samy Irudaya
OFMCap, rappresentante della Conferenza
degli Assistenti generali. Il 1° Agosto sono
avvenute le elezioni del Ministro nazionale,
Jean Hambabe; della Consigliera Internazionale, Hortense Ranaivojaona (rieletta) e
del nuovo Consiglio nazionale.
Durante il Capitolo si è tenuto anche il
Congresso della Famiglia francescana in
Madagascar. Vi hanno preso parte circa 500
persone: OFS, GiFra, Araldini, Sacerdoti
diocesani, Frati, Suore di diversi Istituti
francescani, Assistenti spirituali delle Fraternità OSF disseminate nella Nazione. È
stata una grande occasione per vivere in fraternità, per condividere esperienze e tradizioni. Non è mancato il momento formativo,
animato da Hervé e Fr. Samy, sul tema:
«Complementarietà e collaborazione tra i
vari settori della Famiglia francescana secolare: OFS, GiFra ed Araldini». Alle relazioni sono seguite richieste di chiarificazioni e
domande poste ai Relatori. La traduzione simultanea è stata assicurata da un Sacerdote
diocesano e da una ragazza della Gifra.
Nel corso dello svolgimento del Capitolo e del Congresso, che si sono conclusi il 3
agosto con una solenne celebrazione eucaristica, ci sono state alcune iniziative che
meritano di essere segnalate: l’Eucaristia di
apertura (30 luglio), celebrata da P. Gervais
Razafitoazaza, Vicario Generale e Delegato vescovile; la celebrazione del “Perdono
d’Assisi” il 2 agosto, in occasione della festa di S. Maria degli Angeli; il pellegrinag-
gio, a piedi, dalla Cattedrale di Ambozontany al lebbrosario di Marana, che si è concluso nel pomeriggio con la celebrazione
del Sacramento della Penitenza e dell’Eucaristia nella chiesa di san Francesco e santa Chiara d’Assisi.
2. Paraguay
Capitolo nazionale elettivo
Durante i giorni 4 e 5 di agosto, nella
città di Caaguazú, si è svolto il Capitolo nazionale elettivo dell’OFS del Paraguay.
Hanno partecipato circa 30 persone. I capitolari erano 18. Gli Assistenti spirituali presenti erano tre: Fr. Luis Otazua e un altro
frate OFM insieme alla Presidente della Famiglia Francescana e alla Provinciale delle
Suore Francescane Educatrici.
Il Capitolo è stato presieduto da Silvia
Diana, Consigliere internazionale e Ministra nazionale dell’OFS dell’Argentina, e
da Fr. Gerónimo Martina, OFM, Assistente
nazionale dell’OFS della stessa Nazione,
ambedue delegati, rispettivamente, dalla
Ministra generale e dalla CAS.
Il nuovo Ministro nazionale dell’OFS
del Paraguay è Alcides Martínez Amarilla e
il Consigliere internazionale è Higinio
Díaz.
3. Ecuador
Capitolo nazionale elettivo
Presieduto da María Consuelo Núñez
(Chelito), membro della Presidenza CIOFS,
e da Fr. Luis Gerardo Cabrera, OFM, membro della Curia generale OFM, dal 9 al 12
agosto, si è svolto il Capitolo nazionale
elettivo dell’OFS dell’Ecuador. Il nuovo
Consiglio, tra cui due ex Gifrini, è composto da gente più giovane del precedente
Consiglio. È stato rieletto Nelson Garcia
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Tapia come Ministro nazionale. Sono stati
presenti anche Fr. Ernesto Echeverría,
OFM, e Fr. Walter Eras, Ministro provinciale OFM. Il tema che ha guidato la riflessione dei Capitolari è stato: «Il compito e
l’impegno del Francescano secolare».
4. Ungheria - Capitolo nazionale elettivo
Il Capitolo nazionale elettivo di Ungheria
si è svolto dal 10 al 12 Agosto 2007, presso la
Scuola secondaria dei Frati Minori a Esztergom. Vi hanno partecipato circa 60 Capitolari, la Ministra generale dell’OFS, Encarnación del Pozo, e il Rappresentante della Conferenza degli Assistenti generali, Fr. Samy
Irudaya, OFMCap. Alcuni momenti sono
stati dedicati alla riflessione sulle seguenti
tematiche: Regola dell’OFS, celebrazione
della carisma francescano e 8° centenario
della nascita di santa Elisabetta.
L’11 agosto, festa di S. Chiara, è stato il
giorno delle elezioni. Sono stati eletti Nèmeth Bèla, Ministro nazionale; Tibor Kausercome, Consigliere internazionale. Le
elezioni sono state ratificate dalla Ministra
generale dell’OFS durate l’Eucaristia conclusiva, presieduta da Fr. Samy Irudaya,
OFMCap, Assistente generale.
5. Zambia – Celebrazioni varie in occasione del giubileo di santa Elisabetta
Organizzato dal Consiglio nazionale dell’OFS di Zambia e dai Frati Minori Conventuali, dal 23 al 26 agosto hanno avuto
luogo nel “Franciscan Centre” di Ndola, le
celebrazioni dell’ottavo centenario della
nascita di Santa Elisabetta d’Ungheria.
Hanno partecipato più di mille persone tra i
membri dell’OFS (circa 700) e i membri del
movimento cattolico “Ba Nazaret”.
Il programma previsto comprendeva tre
giornate di fraternità con diverse celebrazioni liturgiche, specialmente la Messa del
Giubileo, presieduta da Fr. Martín Bitzer,
OFMConv, Assistente generale OFS, e momenti di formazione sulla novità introdotta
da san Francesco d’Assisi nella Chiesa Cat-
tolica e sulla testimonianza di vita che ci ha
lasciato santa Elisabetta.
Honorius Chilufya, Ministro nazionale
dell’OFS dello Zambia, ha aperto e chiuso
ufficialmente quei giorni, in cui è stata anche
inaugurata, con una particolare benedizione,
la nuova sede dell’OFS.
6. Tanzania - Capitolo nazionale elettivo
dell’OFS
La Fraternità nazionale dell’OFS di Tanzania ha celebrato il Capitolo nazionale
elettivo nei giorni 16-19 settembre 2007,
presso “Mbagala Spiritual Centre” a Dar es
Salama. Per la Presidenza del Consiglio Internazionale dell’OFS erano presenti Jenny
Harrington, Consigliera Internazionale del
Sud Africa, e Fr. Ivan Matic, OFM, Assistente generale dell’OFS.
Hanno partecipato i due Assistenti nazionali dell’OFS: Fr. Eleuter Mrema, OFMCap,
e Fr. Festus Mganga, OFM; l’Assistente nazionale della GiFra, Fr. William Muchunguzi, OFMCap, e alcuni Assistenti Regionali
dell’OFS. È stata molto gradita la presenza
del Cardinale Polycarp Pengo, Arcivescovo
di Dar es Salaamla, cha ha presieduto la celebrazione eucaristica e si è, poi, intrattenuto
fraternamente con i Capitolari.
Il primo giorno del Capitolo è stato riservato ad un momento formativo con le relazioni di Jenny e Fr. Ivan sulla vita di Santa Elisabetta. Nel secondo giorno, invece, ci
sono state le relazioni delle 19 Fraternità regionali e del Consiglio nazionale uscente,
seguite da un vivo dialogo e dalla riflessione sulla situazione della Fraternità. Si è sottolineato l’importanza di avere una più
profonda conoscenza della propria identità
e del senso di appartenenza all’Ordine. È
stata molto apprezzata anche la relazione
della Gioventù francescana di Benjamin
Gasper Malaga, Presidente nazionale.
Il 19 settembre è stato il girono delle elezioni. Sono stati eletti il Ministro nazionale,
Laurent Mutalemwa, eletto anche come
Consigliere internazionale, e i nuovi membri del Consiglio nazionale. L’OFS della
Tanzania nel 2008 celebrerà 75 anni di pre-
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EX OFFICIO OFS
senza nel Paese. Oggi conta circa 170 Fraternità locali con circa 3000 membri. Va
sottolineata anche la numerosa presenza
della GiFra in Tanzania, organizzata in 22
Regioni, con circa 2000 membri e 1126
Fraternità locali.
7. Messico - Capitolo Nazionale elettivo
dell’OFS e della GiFra
Nei giorni 14-16 settembre 2007, presso
la casa pastorale diocesana “Juan Pablo II”,
si è celebrato il IX Capitolo elettivo dell’OFS del Messico, in cui è stata eletta la
Ministra nazionale e Consigliera internazionale. A nome della Presidenza CIOFS ha
presieduto i lavori capitolari Rosalvo Mota,
Vice Ministro generale dell’OFS. Era presente anche il nuovo Assistente generale Fr.
Amando Trujillo Cano, TOR. La riflessione
ha avuto come tema centrale: «Santa Elisabetta d’Ungheria, modello per i francescani
secolari nel XXI secolo».
Nello stesso luogo si è celebrato anche
l’VIII Capitolo nazionale elettivo della GiFra messicana. Presieduto da Maria Esther
Pérez Grimaldi, il Capitolo ha eletto Elizabeth Castro Chávez come Presidente nazionale della GiFra.
8. Croazia - Visita fraterna e Capitolo
nazionale elettivo
La Ministra generale dell’OFS, Encarnación del Pozo, e Fr. Ivan Matić, OFM, Assistente generale dell’OFS, nei giorni 5-8 ottobre 2007, hanno visitato la Fraternità nazionale dell’OFS della Croazia. Si sono
incontrati, a Zagabria, con i Ministri provinciali francescani e con i rappresentanti
degli Assistenti nazionali dell’OFS e della
Gifra. Nell’incontro si è riflettuto sul dopo
la costituzione della Fraternità nazionale e
della regionalizzazione dell’OFS e della
Gifra; sull’importanza della formazione dei
Frati e dei Francescani Secolari. Dopo
l’incontro, la Ministra e Fr. Ivan sono stati
ricevuti dal Vescovo ausiliare di Zagabria,
Mons. Valentin Pozaić. Hanno avuto anche
565
l’opportunità di incontrarsi con i partecipanti all’Assemblea nazionale della GiFra.
Hanno partecipato anche al Capitolo nazionale elettivo, che si è celebrato dal 5 al 7
ottobre presso “La Casa dell’Incontro”, nella città di Samobor. Il 6 ottobre pomeriggio
è stato eletto il Ministro nazionale, Mato
Batorović, e il suo Consiglio. Come Consigliera internazionale è stata rieletta AnticaNada Ćepulić.
La Fraternità nazionale dell’OFS della
Croazia è costituita da 5 Fraternità regionali, con circa 4200 membri professi e 106
Fraternità locali. Anche la Fraternità nazionale della GiFra è costituita da 5 Fraternità
regionali con circa 2000 membri.
9. Spagna - Assemblea del Consiglio nazionale OFS
Benedetto Lino, Consigliere della Presidenza CIOFS, e Fr. Ivan Matić OFM, Assistente generale dell’OFS, hanno partecipato
all’Assemblea del Consiglio nazionale dell’OFS spagnolo, che si è svolto a Madrid
dal 25 al 29 ottobre 2007.
L’Assemblea ha avuto un momento formativo con le riflessioni sulla natura, identità dell’OFS, professione dei Francescani
Secolari (Benedetto) e sulla presenza attiva
dell’OFS nella Chiesa e nella società (Fr.
Ivan). Dopo un dialogo fraterno si è proseguito con le relazioni delle Fraternità regionali e del Consiglio nazionale esecutivo. Infine, mentre l’Assemblea continuava nei
suoi lavori, Benedetto e Fr. Ivan si sono
messi a disposizione dei fratelli e delle sorelle che avevano manifestato il desiderio di
avere con loro un colloquio personale. La
Fraternità nazionale dell’OFS della Spagna
ha circa 4150 membri professi, diffusi in
243 Fraterni locali e 17 Fraternità regionali.
10. Benvenuto a Fr. Amando Trujillo Cano, TOR, nuovo Assistente generale
Fr. Amando Trujillo Cano, TOR, è nato
il 22 maggio 1962 nella Città del Messico.
Entrato nel Terz’Ordine Regolare di San
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Francesco nel 1981, ha emesso la professione temporanea il 4 ottobre 1982, nella
Città del Messico e quella solenne il 24
maggio 1987 a Atizapán de Zaragoza, nello
Stato di Messico. Il 20 Agosto 1988 è stato
ordinate sacerdote nella Città del Messico.
Ha studiato Filosofia e Teologia e ha preso la Licenza in Educazione musicale presso U.N.A.M. nella Città del Messico.
È stato Vice Parroco, Maestro dei Postulanti per 4 anni nella Città del Messico,
Membro della Commissione di Giustizia e
Pace della Conferenza francescana del Messico e degli Istituti religiosi del Messico.
Dal 1993 al 2005 ha lavorato in 4 città
del Texas (USA) in vari ministeri parrocchiali. È stato anche Animatore vocazionale (1995-1997) e Responsabile per la formazione iniziale (1997-2000). In questo periodo ha avuto contatti con le Fraternità
dell’OFS.
Nel 2005 è stato eletto Ministro Provinciale della Vice-Provincia di Santa Maria di
Guadalupe, continuando anche il servizio e
l’assistenza ad una Fraternità locale dell’OFS. Durante l’ultimo Capitolo generale
del TOR è stato eletto Consigliere generale
e, successivamente, è stato nominato Assistente generale dell’OFS dal nuovo Ministro generale del TOR, Fr. Michael Higgins.
11. Grazie ed auguri a Michael!
A Fr. Michael Higgins, TOR, eletto Ministro generale del TOR, vanno i nostri più
calorosi auguri per il suo nuovo ed impegnativo ministero. Soprattutto, gli esprimiamo la nostra più profonda gratitudine per il
suo prezioso servizio, svolto dal 2001, come Assistente generale dell’OFS.
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EX OFFICIO IURIDICO
Activitas Officii Iuridici una cum Commissione Iuridica (Ian.-Dec. 2007)
I. Emendatio Statutorum Particularium
(Prov. vel Cust. Aut. et aliarum Entitatum)
8 Januarii 2007
1. Statuti Visita Canonica: Testo italiano e
Testo latino (Prot. 096367).
11 Januarii 2007
2. Statuta Consociationis “Tempio del Signore” (Prot. 097465).
3. Statuta Foederationis Marrochii (Prot.
097492).
4. Aprutiorum S. Bernardini Sen. Prov.,
Italia (Prot. 097494).
15 Februarii 2007
5. S. Francisci Assisiensis Prov., Italia
(Prot.097643).
6. S. Casimiri Prov., Lithuania (Prot.
097635).
7. Conventiones Vicariatuum Apost. Ordinis (Prot. 097611)
8. Apuliae S. Michaelis Arch. Prov., Italia
(Prot. 097553).
9. Brasiliae Immaculatae Conceptionis
Prov. (Prot. 097602).
29 Martii 2007
10. Aequatoris - S. Francisci de Quito Prov.
(Prot. 097656).
11.Vietnamiensis S. Francisci Prov. (Prot.
097726).
12. Brasiliae SS. Nominis Jesu Prov. (Prot.
097655).
7 Junii 2007
13 Mediolanensis S. Caroli Prov., Italia
(Prot. 097933).
14. Aprutiorum S. Bernardini Sen. Prov.,
Italia (Prot. 097959).
15. Dalmatiae S. Hieronymi Prov., Croatia
(Prot. 097880).
16. Africanae Conferentiae Statuta (Prot.
097818).
1 Octobris 2007
17. Samnito-Hirpinae S. Mariae Gratiarum
Prov., Italia (Prot. 098259).
18. Asiae Orientalis Conferentiae Statuta
(Prot. 098330).
19. Ucrainae, S. Michaelis Arcangeli Prov.
(Prot. 098236).
20. Salernitano - Lucanae Imm. Conc.
Prov., Italia (Prot. 098226).
21. Romae, S. Mariae Mediatricis Domus
(Prot. 098208).
22. Neerlandiae SS. Martytum Gorgom.
Prov. (Prot. 098095).
23. Portugalliae, SS. Martyrum Marrochii
Prov. (Prot. 098056).
24. Columbiae S. Pauli Apostoli Prov.
(Prot.098011).
25. Asiae Merid., Australiae et Oceaniae
Confer. (Prot. 098249).
13 Novembris 2007
26. Aegypti, S. Familiae Provincia (Prot.
098301).
27. Australiae et Novae Zelandiae
S.Spiritus Prov. (Prot. 098393).
28. Baeticae Prov., Hispania (Prot.
098347).
17 Decembris 2007
29. Catalauniae S.Salvatoris ab Horta Prov.,
Hispania (Prot. 098427).
30. Austria et Italia, S. Leopoldi Provincia
(Prot. 098491).
31. Bosniae Arg. S. Crucis Prov., Bosnia
(Prot. 098511).
32. Assumptionis Prov., in Polonia (Prot.
098512).
33. Assumpt. Prov., Bielorussiae Fundationis (Prot. 098513).
34 Assumptionis Prov., Ritus Bizantini
Fund. In Ucraina (Prot. 098514).
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2. Responsiones ad dubia , etc.
More solito, ad perplurima dubia undique pervenientia responsum interim dedimus et particularium quaestionum saepe
sub secreto solutionem porrigimus.
De activitate Officii Juridici necnon
Commissionis Juridicae sept. 2003 - oct.
2004, cf. AOFM, CXXIII, Fasc. III, p.361 ;
nov. 2004 - dec. 2005, AOFM, CXXV, Fasc.
I, pp. 147-148; nov. 2005 - dec. 2006,
AOFM, CXXV, Fasc. III, pp. 555-556.
Romae, 30 Dec. 2007
FR. FRANCESCO ANTONELLI
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AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis
1. Il Ministro generale partecipa all’incontro dei Ministri provinciali del Nord
Italia
Arco/Baccanello, 31.08-01.09.2007
Dal 31 agosto al 1 settembre i Ministri
provinciali del Nord Italia si riuniscono nel
Convento “Madonna delle Grazie” di Arco
(Trento), Casa di Postulandato, e nel Convento di Baccanello (Lombardia), Casa di
Noviziato.
Il Ministro generale, nel suo intervento,
ringrazia per l’invito a questo incontro, importante segno e strumento di comunione
con l’Ordine. Ringrazia anche per il cammino fatto, perché tale lavoro sta diventando un po’ il modello, soprattutto nella
COMPI, ma anche altrove. Si congratula
per il lavoro svolto con lo sguardo verso il
futuro: non deve essere la storia a condurre
noi, ma noi dobbiamo guidare la storia. Come ricordato nella relazione al Capitolo generale straordinario, è tempo di ridimensionamento. L’interprovincialità è un’esigenza
della forma di vita: non possiamo essere un
Ordine centrato nelle Province, dobbiamo
aprirci. Bisognerebbe a questo proposito rivedere anche la Formula di Professione,
che riflette una mentalità e realtà provincialista (“mi affido a questa Fraternità”, mentre si dovrebbe dire: “mi affido alla Fraternità universale”). E anche una necessità di
fatto: già alcune Province non riescono più
a rispondere alle esigenze minime dei nostri
Statuti (non trovare i Guardiani da sostituire alla scadenza). A volte tutto cade sui Definitori, che sono Guardiani, Formatori ecc.
L’interprovincialità esige il ridimensionamento in vista della rivitalizzazione del nostro carisma. Non è facile chiudere conventi perché in Province storiche significa tagliare molte radici e sorgono proteste della
gente, dei politici e dei Frati.
Come procedere?, si domanda il Ministro e risponde: il primo passo è fare una
carta geografica di presenze che si considerano fondamentali, carta geografica condivisa dai Definitori provinciali e dai Ministri. Bisogna, inoltre, sensibilizzare la base.
Questa è la difficoltà più grande: il cammino è stato fatto nella Formazione iniziale; si
sta facendo nella Formazione permanente
(Guardiani, Economi). Ma bisogna coinvolgere tutti nella riflessione. Allora programmare tre Capitoli delle stuoie, ben preparati
nelle singole Entità, e poi celebrati in comune: uno per gli “under 10”, coloro che
porteranno le conseguenze del cammino
che si inizia; un secondo per i Guardiani:
sono molti e sono coloro che oggi possono
e devono sostenere il processo; un terzo, infine, per tutti i Frati. Anche questi hanno
una parola da dire e non si possono far passare sopra le loro teste processi così importanti e che agiscono in profondità.
La Commissione interprovinciale dovrà
avere compiti molto precisi. Stabilire un calendario: non avere fretta, perché il processo è complesso e deve essere metabolizzato, ma non lasciare semplicemente passare
il tempo. Senza fretta e senza pause. Fatta la
carta geografica, ascoltati i giovani Frati, i
Guardiani e tutti i Frati, si può decidere come cominciare a strutturare la nuova Entità.
Come calendario: arrivare al 2009 (Capitolo generale) con proposte concrete.
Fr. Mario Favretto, Definitore generale,
interviene per ricordare la proposta di cominciare a far coincidere i Capitoli provinciali. Il Ministro generale rileva l’importanza di questa idea che favorisce le decisioni comuni, perché tutti si è in un
momento forte della vita di una Provincia.
In particolare quando si stabilirà di dar vita strutturale e giuridica a questa nuova
Entità, con l’intervento di un Delegato Generale, i Capitoli in tutte le Province sono
già in fase decisionale.
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L’incontro prosegue, poi, con un dialogo
serrato e fraterno tra i Ministri provinciali e
il Ministro generale sulle modalità da seguire, sulle varie problematiche connesse
con l’unificazione delle Province in una o
due Entità e sulle motivazioni da offrire ai
Frati, cosicché il percorso, frutto di discernimento, il migliore possibile, conduca a vivere e testimoniare le note essenziali della
nostra forma vitæ, rendendo così vivo ed affascinante, anche nei nostri giorni, il carisma francescano.
2. Visita ai Vicariati apostolici in Libia
Tripoli/Benghazi, 22-23.09.2007
I due Vicariati Apostolici di Tripoli e di
Benghazi hanno avuto la visita del Ministro
generale, fra José R. Carballo, accompagnato dal Moderatore generale per le missioni fra Vincenzo Brocanelli, nei giorni 2223 settembre 2007. È stato un avvenimento
di portata “storica” poiché a Tripoli l’ultimo
Ministro generale che aveva fatto visita era
stato Fr. Leonardo M. Bello nel lontano
1936, mentre fino ad ora nessun Ministro
generale era mai stato a Benghazi.
Fra José Carballo ha visitato nel primo
giorno il Vicariato di Benghazi che nel febbraio 2006 era stato attaccato e saccheggiato da un gruppo di un movimento di contestazione violenta. Grazie ad aiuti esterni, il
Vescovo francescano Mons. Silvestro Magro ha potuto mostrare al Ministro generale
il restauro della Chiesa e della casa del Vicariato che era stata completamente bruciata. Fra José Carballo ha incontrato i quattro
Frati che lavorano nel Vicariato e che provengono dalle Province delle Filippine, dell’Egitto e della Polonia. Nella serata c’è stato anche l’incontro con le comunità di suore che lavorano negli Ospedali, a cui ha
fatto seguito la concelebrazione eucaristica
e una festa fraterna, che ha rinnovato in tutti il senso di appartenenza alla Chiesa di
Benghazi.
Il giorno seguente vi è stata la visita al
Vicariato Apostolico di Tripoli. Qui il vescovo Mons. Giovanni Martinelli, OFM, e
il suo Vicario generale, vivono nella medesima casa con la Fraternità dei Frati, an-
ch’essi provenienti dalle Province delle Filippine, dell’Egitto e dell’India.
Anzitutto il Ministro generale si è incontrato con i Frati, per ascoltarli e conoscere la loro vita fraterna e missionaria, e
riflettere insieme sul loro futuro. Nel pomeriggio c’è stato l’incontro con tutto il
personale ecclesiastico del Vicariato, anche per migliorare i rapporti di collaborazione reciproca, in vista del rinnovo della
Convenzione tra i Vicariati e la Curia generale. In serata vi è stata una solenne concelebrazione eucaristica con un’importante partecipazione di fedeli, tra i quali gli
Ambasciatori di Spagna, Italia e Argentina, il gruppo dei Focolarini e molte religiose. Dopo i saluti personali ai partecipanti, il Ministro generale ha avuto anche
un incontro particolare con le suore delle
varie Congregazioni che operano a Tripoli. Una festa fraterna e ben animata con
canti e danze ha concluso la giornata.
La visita del Ministro generale ha rafforzato i legami con i due Vicariati Apostolici,
che sono stati affidati dalla S. Sede alle cure dell’Ordine dei Frati Minori. Concretamente, la Chiesa in Libia è costituita esclusivamente di fedeli stranieri presenti nel
Paese per motivi di lavoro o di studio, ed è
animata interamente dai Frati Minori nelle
persone dei Vescovi e dei sacerdoti che vi
operano.
Nei suoi incontri con le diverse realtà ecclesiali, fra José R. Carballo ha insistito sulla caratteristica francescana della nostra
presenza e del nostro servizio. I Frati sono
al servizio dei due Vicariati come francescani, vivendo la “fraternità in missione”,
come discepoli di Gesù e perciò suoi fedeli
testimoni in mezzo al popolo musulmano.
FR. VINCENZO BROCANELLI
3. Visita fraterna alla Provincia S. Carlo Borromeo di Lombardia in Italia
Milano, 27-30.09.2007
27 Settembre
Il Ministro generale, Fr. José R. Carballo, accompagnato dal Vicario generale, Fr.
Francesco Bravi, dal Definitore generale
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per l’Italia, Fr. Mario Favretto, e dal Segretario particolare, Fr. Stefano Recchia, è
giunto all’aeroporto di Milano Linate alle
ore 17 di giovedì 27 Settembre per la sua visita fraterna alla Provincia S. Carlo Borromeo dei Frati Minori di Lombardia (Italia).
L’onore della prima accoglienza è toccato alla fraternità di Milano S. Antonio. Alle
ore 18, sul presbiterio della Basilica Santuario dedicata al Santo dei miracoli, la fraternità locale, con il Definitorio provinciale
e i fedeli riuniti in chiesa, ha dato il benvenuto al Ministro generale con un breve incontro di preghiera. In seguito Fr. José R.
Carballo con il Vicario e il Definitore generale hanno incontrato il Definitorio della
Provincia presso la Curia provinciale. Dopo
le presentazioni di rito, il Ministro provinciale ha ripercorso il cammino della Provincia negli ultimi mesi, dal Documento finale
del Capitolo 2007 alle scelte recenti di interprovincialità, comunicando anche
l’avvenuta approvazione della Ratio studiorum interprovincialis.
Il Ministro generale ha espresso la gioia
di essere presente per la prima volta in veste
ufficiale, dopo la visita al Capitolo provinciale del 2003 in occasione dell’elezione
dell’attuale Ministro provinciale. Fr. José
ha ringraziato anche per la collaborazione
fattiva e molteplice che la Provincia di
Lombardia offre all’Ordine, soprattutto attraverso il dono di preziosi collaboratori.
Quindi ha offerto al Definitorio alcune
riflessioni sul ruolo di servizio di animazione alla fraternità provinciale nel duplice
aspetto dell’amministrazione e dell’animazione, a partire dalle quali si è instaurato un
dialogo proficuo con la fraternità definitoriale.
La cena festosa con i frati del Convento
di S. Antonio ha concluso la prima giornata
della visita.
28 Settembre
La mattina presto, lasciata Milano, il Ministro generale, con il Vicario e il Definitore
generale, accompagnati dal Ministro e dal
Segretario provinciale, hanno fatto visita alla fraternità di accoglienza dei frati anziani e
infermi a Sabbioncello di Merate (LC), cele-
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brando alle 7.30 l’Eucaristia nel locale Santuario dedicato a S. Maria Nascente. In seguito il Ministro ha visitato di persona i locali dell’Infermeria, sostando un poco con i frati ospitati e con il personale.
Attraversato l’Adda, il Ministro ha incontrato a Baccanello di Calusco d’Adda (BG),
casa di noviziato interprovinciale, i frati in
formazione iniziale con i loro formatori. Li
ha invitati a non fermarsi mai nel cammino
di formazione e a studiare il modo per conoscere la via che conduce all’incontro con
Dio. Mediante opportuni riferimenti alla Ratio formationis, fr. José ha ricordato che la
formazione deve essere un processo integrale e personalizzato, esperienziale, graduale,
ben preparato e sempre verificato.
Ne è seguita una conversazione schietta
e cordiale tra postulanti, novizi, frati di professione temporanea e Ministro generale,
conclusa con la celebrazione dell’Ora Sesta
in chiesa e col pranzo in fraternità.
Nel primo pomeriggio il Ministro ha fatto visita alla Comunità di Mondo X che si
trova nella residenza “Cielo 91” di Alzate
Brianza (CO), dove, assieme ai giovani della comunità di recupero, fondata da Fr. Eligio Gelmini, si trovano ospitati anche Fr.
Onorio Pontoglio e due frati del Congo bisognosi di cure mediche assidue.
Alle ore 17 il Ministro generale ha incontrato i frati con meno di dieci anni di
professione solenne (Under ten) presso il
Santuario S. Maria delle Grazie a Monza.
Li ha invitati a rileggere la Lettera a loro inviata in occasione del III Capitolo internazionale delle Stuoie, poi, a partire dal Documento finale del Capitolo generale 2006,
ha offerto spunti di riflessione sull’accompagnamento personalizzato e fraterno, sulla Formazione permanente e sul progetto
personale di vita. Quindi è seguita una fraterna discussione, conclusa dalla celebrazione dei Vespri in Santuario.
La gustosa cena e la gioiosa fraternità
dopo cena hanno posto termine alla seconda
giornata.
29 Settembre
La mattina di sabato il Ministro generale
con il Vicario e il Definitore generale si so-
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no recati presso il Convento di Milano S.
Angelo per l’incontro con tutti i frati della
Provincia.
La mattina, radunati nel salone-teatro
dell’Angelicum, i frati hanno ascoltato
l’intervento del Ministro generale, che ha
analizzato in particolare alcuni temi desunti dal Progetto provinciale di vita fraterna
emerso dal Capitolo provinciale del 2007 e
posti nell’alveo del cammino dell’Ordine in
preparazione all’ottavo centenario della sua
fondazione. Si è parlato di interprovincialità, sostenuta dalla Provincia di Lombardia
attraverso alcune scelte coraggiose, accogliendo le diversità e imparando a comunicare sempre meglio; di Formazione permanente, sottolineando l’importanza di trovare tempi in fraternità per condividere il
proprio cammino di fede e la necessità del
continuo aggiornamento con fedeltà creativa; di evangelizzazione, che è la ragion
d’essere della nostra forma vitae, per qualificare con una chiara identità carismatica la
nostra azione evangelizzatrice. Una menzione particolare il Ministro l’ha riservata
per la Missione ad gentes, ringraziando la
fraternità provinciale per il sostegno che dà
ai progetti dell’Ordine e per la testimonianza di alcuni fratelli donata attraverso
l’effusione del sangue (Mons. Salvatore
Colombo e Fr. Pietro Turati in Somalia, Fr.
Angelo Redaelli in Congo Brazzaville).
Dopo brevi interventi del Vicario generale e del Definitore generale, il Ministro si
è intrattenuto in un dialogo franco e fraterno con i frati, concludendo la mattinata con
il pranzo.
Nel pomeriggio la fraternità provinciale
si è stretta attorno a Fr. Ambrogio Pessina e
Fr. Simone Menoni per la loro professione
solenne, celebrata con grande festa e concorso di popolo nella stupenda chiesa di S.
Angelo.
Alle 18 il Ministro generale ha incontrato
le Suore Francescane presenti in Milano
(Missionarie di Gesù Bambino, Missionarie
del Cuore Immacolato di Maria e Missionarie di Maria) incoraggiandole a proseguire
con gioia la loro attività pastorale e caritativa
a servizio della Chiesa e della società milanese in collaborazione con i frati francescani.
30 Settembre
La domenica mattina, il Ministro generale ha incontrato le Clarisse dei Monasteri
della Lombardia (Milano, Bergamo, Lovere e Bienno) e di Cademario (Svizzera)
presso il Monastero di Bergamo. Alle ore 8,
nel locale refettorio adibito a salone, si è tenuto l’incontro di dialogo tra Ministro e
Clarisse. Dopo la presentazione del Ministro provinciale, la Presidente della Federazione Lombardia-Liguria-Piemonte, sr.
Chiara Benedetta Conte, ha esposto la sua
relazione presentando le comunità e la situazione attuale della Federazione. Quindi
è seguito l’intervento dell’Assistente spirituale, Fr. Stefano Dallarda e la relazione del
Ministro generale, che ha ribadito anche per
le Sorelle Povere di S. Chiara la necessità di
“tornare alle origini” per mantenere la consapevolezza della propria identità. Fr. José
ha esortato le Clarisse a coltivare con cura
la dimensione, loro propria, della contemplazione e a vivere sempre con fortezza la
povertà evangelica. In seguito si è instaurato un fraterno dialogo con le Sorelle, e
l’incontro si è concluso con la celebrazione
dell’Eucaristia domenicale nella chiesa del
Monastero.
Lasciata Bergamo, il Ministro generale,
sempre accompagnato dal Vicario e dal Definitore generale, è tornato a Milano per
l’incontro con i Francescani secolari, OFS e
Gifra, presso la Casa di accoglienza “Qjqaion”, antistante il Convento di S. Antonio.
Qui, nella palestra della casa-famiglia, i numerosi laici francescani, giovani e meno
giovani, accompagnati dagli Assistenti regionali e da alcuni Assistenti locali, hanno
calorosamente accolto il Ministro e si sono
intrattenuti con lui subito in un dialogo aperto e costruttivo. Il Ministro regionale OFS,
Gigi Bozzi, e la Presidente regionale Gifra,
Anna Milo, hanno offerto a Fr. José la presentazione delle realtà laicali francescane
presenti in Lombardia e gli hanno posto delle domande a cui il Ministro ha puntualmente risposto. Quindi si è continuata la conversazione con i presenti fino alle ore 13.
Con il pranzo di festa presso la fraternità
di S. Antonio si è conclusa la Visita del Ministro generale alla Provincia S. Carlo Bor-
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AD CHRONICAM ORDINIS
romeo di Lombardia, a laude di Cristo e del
poverello Francesco.
FR. ERNESTO DEZZA
4. Festa giubilare con le Francescane
Missionarie di Maria
Roma, Basilica dell’Ara Coeli, 01.10.2007
Lunedì 1 ottobre, di mattina, è stata festa
grande nella basilica romana dell’Ara Coeli. Il motivo era dato dalla ricorrenza del
125° anniversario dell’incontro tra Maria
della Passione e il Ministro Generale dei
Frati Minori, Padre Bernardino da Portogruaro, e dell’accoglienza da parte di quest’ultimo della fondatrice nel Terz’Ordine
Francescano. Quel momento e quel gesto
singolare stavano a significare l’accoglienza di tutte le Suore dell’Istituto che andava
nascendo. Maria della Passione ha trasmesso quell’evento alle sorelle spiegandolo come un segno consolante della Provvidenza.
“Senza volerlo, la Divina Provvidenza ci ha
spinto verso l’Ara Coeli, nel settimo centenario della nascita di S. Francesco, e ci ha
fatto adottare dal Ministro generale dei
Frati Minori. Questo favore è l’eredità più
preziosa che io trasmetto all’Istituto”. Era
il 4 ottobre 1882.
La festa all’Ara Coeli ha avuto come
momento culminante la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Ministro Generale, Fr. José R. Carballo. Erano presenti
oltre 200 sorelle dell’Istituto FMM, con la
loro Madre Generale, Christianne Mégarbané, le sorelle del Consiglio Generale, Le
Provinciali e le sorelle che si stanno preparando al Capitolo generale del prossimo anno. Da parte dei Frati Minori hanno concelebrato i fratelli del Definitorio generale, il
Ministro provinciale di Roma, Frati rappresentanti della Curia generale e della Provincia Romana.
L’assemblea che si è formata per la circostanza era davvero internazionale: sorelle e fratelli provenienti da ogni parte, praticamente da tutti i continenti, tutti a formare
una grande famiglia nel nome di Francesco
d’Assisi e del carisma francescano che ci
573
identifica e ci accomuna. Assieme si è voluto fare memoria di un avvenimento che ha
inaugurato per la famiglia francescana una
realtà sorprendente e un tempo di grazia:
125 anni. Assieme si è voluto ringraziare il
Signore per tutto il bene compiuto. Assieme
si è voluto celebrare la bontà del Signore e
invocarlo per il futuro.
La celebrazione tutta è stata molto sentita e, a tratti, commovente. I canti, magistralmente eseguiti dalle sorelle, e tutta
l’animazione della liturgia con espressioni
anche di altre culture, hanno creato il clima
adatto per un intenso e partecipato momento celebrativo e di preghiera.
All’omelia Fr. Josè, Ministro generale,
ha rievocato gli inizi dell’Istituto delle
Francescane di Maria, ha ricordato la tenerezza paterna con cui P. Bernardino ha accompagnato il nuovo Istituto, ha messo in
evidenza le caratteristiche francescane che
dagli inizi ha caratterizzato la vita e la missione delle Francescane di Maria. “Care sorelle, il vostro carisma è missionario, mariano e francescano. In quanto missionario,
la vostra forma di vita è comprensibile soltanto a partire da questa logica del dono
che vi porta ad uscire da voi stesse per andare incontro agli altri, particolarmente
agli ultimi e agli esclusi…”. In quanto francescano, il vostro carisma esige che viviate
sine proprio, un’espressione molto familiare a Francesco, spogliate di tutto per possedere colui che è tutto: tutto il bene, il sommo bene e, in questo modo possiate arricchire con la vostra povertà gli altri”.
Ovviamente il Ministro ha raccomandato
fervidamente alle sorelle di continuare ad
essere “francescane” e di coltivare questo
tratto della spiritualità come speciale carisma, insieme.
I primi passi del nuovo Istituto e il suo
profondo legame con l’Ordine dei Frati Minori, fin dalle origini, sono stati ricordati e
riaffermati in vari momenti e in vari modi.
E’ stato portato all’altare il mantello di Padre Bernardino da Portogruaro, mantello
che egli stesso da Ministro generale donò a
Maria della Passione come segno e garanzia
che da quel momento l’accoglieva sotto la
sua protezione. Significativa è stata la pre-
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sentazione del tema del prossimo Capitolo
Generale: “Francescane, chiamate a vivere
la kenosi di Cristo, in fedeltà creativa e in
solidarietà con questo mondo che soffre”.
Le sorelle hanno portato, tra l’altro, il quadro raffigurante la Vergine Maria con il
Bambino che P. Bernardino ha donato alla
fondatrice e che ella ha sempre custodito
con affetto e devozione.
Nel momento della rievocazione dell’accoglienza di Maria della Passione da parte
di Padre Bernardino, la Madre generale Sr.
Christianne ha chiesto nuovamente al Ministro generale: accoglienza, accompagnamento e adozione da parte dell’Ordine. Il
Ministro generale, ripetendo le espressioni
usate dal suo predecessore, in nome di S.
Francesco ha confermato l’accoglienza della Madre e di tutte le Francescane Missionarie di Maria, quelle presenti e quelle che
verranno. Indubbiamente questo è stato uno
dei momenti più toccanti della celebrazione
poiché, al di là della ricorrenza e del fatto
celebrativo, questo legame desiderato, richiesto e offerto, è una bella realtà che, dopo oltre un secolo, continua ad essere vivo e
sentito da parte dell’Ordine e delle FMM.
Dopo la Liturgia, la festa è proseguita
come momento fraterno di incontro e di
scambio di auguri nei locali del convento
dell’Ara Coeli. Per l’Istituto FMM, da questo in giorno in avanti, si penserà e si progetterà il prossimo Capitolo generale.
FR. MARIO FAVRETTO
5. Visita alla Provincia dell’Assunzione
della BVM in Erzegovina
Mostar, 7-9.10.2007
Il Ministro generale, Fr. José Rodríguez
Carballo, accompagnato dal Definitore di
zona, Fr. Šime Samac, ha compiuto una visita fraterna ai Frati della Provincia dell’Assunzione della BVM di Mostar.
Tomislavgrad: Domenica, 7 ottobre
Provenienti dalla Croazia, dove si era
svolto l’incontro dei Frati in formazione
iniziale della Conferenza Sud-Slavica, il
Ministro e il Definitore generale, accompa-
gnati da Fr. Ivan Sesar, Ministro provinciale, hanno fatto la prima sosta nel Convento
di Tomislavgrad, nel nord-ovest della Provincia, accolti dal Guardiano, Fr. Mladen
Rozić, dalla Fraternità locale e da diversi
Frati della Provincia, dai membri della GiFra e dell’OFS. Dopo una breve visita al
Convento, alle ore 18 c’è stata la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa, dedicata
a san Nikola Tavelić, che non è riuscita a
contenere tutti i membri della Famiglia
francescana: erano presenti, infatti, oltre
1000 giovani della GiFra e diverse centinaia dell’OFS. Nell’omelia, prendendo lo
spunto dal Vangelo, il Ministro generale ha
invitato i giovani ad aprire il cuore a Gesù
Cristo, poiché solo l’infinito può riempire il
cuore umano, presupposto imprescindibile
affinché si possa incidere nella vita personale e sociale. Inoltre ha invitato tutti a non
vergognarsi delle proprie radici cristiane e
ad accettare la fede come un dono prezioso.
Dopo la messa il Ministro si è trattenuto ancora con i giovani, che hanno espresso tutta
la loro gioia per l’incontro con il canto. Dopo la cena nel convento gli “Ospiti romani”
sono stati condotti dal Ministro provinciale a Mostar nella Curia provinciale.
Mostar: Lunedì, 8 ottobre
Nella prima mattina il Ministro generale
si è incontrato con i Guardiani. Nel suo intervento Fr. José si è soffermato sul ruolo e
sull’importanza del Guardiano nell’animazione della vita fraterna. Dopo aver accennato ai possibili modelli per esercitare il ministero dell’autorità, il Ministro ha affrontato alcune problematiche concrete: la
collaborazione fra il Governo provinciale e
quello locale; l’attenzione e la cura premurosa verso tutti i Frati, in particolare verso i
Frati “feriti” o che si sentono abbandonati,
ecc. Alla riflessione del Ministro è seguito
un fraterno dialogo su alcune problematiche inerenti alla vita della Provincia.
La mattinata è proseguita con l’incontro
con i Frati che vivono e lavorano a Medjugorje. Dopo il saluto di benvenuto del Parroco, Fr. Petar Vlašić, il Ministro ha ringraziato i Frati per quello che fanno in questo
luogo di preghiera, li ha invitati a dare alla
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spiritualità mariana un forte spessore teologico e a coltivare la propria vita spirituale.
Dopo l’incontro fraterno è seguito il pranzo, a cui hanno partecipato anche altri quattro Definitori generali, che, nel loro viaggio
verso Sarajevo per l’incontro dell’UFME,
hanno fatto sosta a Medjugorje. Al termine
il Parroco ha donato al Ministro una copia
della statua del Cristo risorto, uno dei simboli di Medjugorje, e Fr. Svetozar Kraljević, a nome dell’Orfanotrofio “Villaggio
della Madre” gli ha donato un quadro.
Nel primo pomeriggio Fr. José si è recato nel convento di Humac, dove si trova il
santuario di sant’Antonio e la Casa di noviziato. Nel suo intervento, prima con i Formandi e poi con i Formatori, il Ministro generale ha insistito sulla necessità dell’accompagnamento, che consiste nel lasciarsi
guidare e nel confrontarsi con un’altra persona (maestro, confessore, guida spirituale)
e con la Fraternità. Inoltre, ha esortato i Formandi a non aver paura di aprirsi ai maestri,
mentre ai Formatori ha chiesto di mettere a
disposizione dei giovani le loro energie e il
loro tempo.
Alle 18.00 è iniziata la S. Messa nella
nuova Chiesa, stracolma di gente. Durante
la celebrazione, presieduta dal Ministro
provinciale, Fr. José nell’omelia ha ribadito
la necessità della continua conversione e
della sequela radicale di Cristo nella nostra
vita di cristiani. Alla fine della celebrazione
il Guardiano, Fr. Miro Šego, ha donato al
Ministro un medaglione che rappresenta da
una parte il più antico museo in Bosnia ed
Erzegovina situato nel convento e dall’altra
la pinacoteca dedicata alla Madre di Dio. Il
Sindaco di Ljubuški, Ilko Barbarić, a nome
della Città, ha salutato il Ministro e gli ha
fatto dono di un quadro che rappresenta uno
dei simboli della regione: le cascate del fiume Kravica! Dopo la cena il Ministro ha visitato suddetto museo e la pinacoteca.
Široki Brijeg: Martedì, 9 ottobre
Alle ore 9 il Ministro generale è stato accolto solennemente nella Basilica di Široki
Brijeg. Subito dopo si è passati nella grande
aula dove si è tenuta una presentazione multimediale della Provincia. È seguito l’in-
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contro con tutti i Frati della Provincia. Nel
suo intervento Fr. José ha esposto la situazione attuale della vita consacrata ed ha
esortato i Frati ad accogliere gli appelli che
provengono dal Vangelo, che ci chiama a
mettere vino nuovo in otri nuovi; dalla Chiesa, che ci sollecita alla fedeltà creativa; dall’Ordine, che ci invita all’essenziale. Il Ministro ha, poi, raccomandato di superare la
tentazione di rispondere con paura, stanchezza o nostalgia, ma di accogliere
l’appello ad impegnarsi decisamente per la
rifondazione, cioè per “riprodurre con audacia la creatività di Francesco”. Come esigenze della rifondazione sono menzionate:
la qualità della vita, l’autenticità, il discernimento. In riferimento alla situazione nella
Provincia, il Ministro ha invitato i Frati a
non avere paura di riflettere sul ridimensionamento delle presenze, affinché non succeda che nella ricerca del necessario si perda
l’essenziale. Il breve tempo a disposizione
non ha permesso di sviluppare un ampio
dialogo fraterno. Alle ore 11, infatti, era previsto l’arrivo dei resti di tre Frati, uccisi dai
partigiani dopo la Seconda Guerra Mondiale, ritrovati recentemente in una fossa comune in Croazia ed identificati con metodi
moderni. I tre fanno parte del gruppo di 66
Frati della Provincia che hanno avuto la
stessa sorte e per i quali è stato aperto il processo di beatificazione. Dopo la sepoltura
dei resti si è usciti sul sagrato del convento,
dove si era radunata una grande folla e 66
giovani parrocchiani, vestiti con il saio francescano, hanno rappresentato, con una suggestiva coreografia, l’uccisione dei Frati.
Con la partecipazione di cinque Definitori generali, dei Ministri provinciali della
Croazia e di 150 sacerdoti c’è stata la celebrazione dell’Eucaristia, presieduta dal Ministro generale. Nell’omelia Fr. José ha sottolineato il valore della testimonianza cristiana, che a volte richiede il martirio come
è successo ai Frati uccisi in Erzegovina; ha
invitato a non avere paura di consegnarsi a
Cristo, poiché Lui “dà tutto e non toglie
niente”; ha esortato a non dimenticare le
proprie radici cristiane e a coltivare sentimenti di pace. Dopo la comunione il Ministro ha consegnato ad ogni frate la Regola
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di san Francesco in croato; la Provincia ha
voluto ricambiare, tramite il Ministro provinciale, con un quadro che rappresenta la
figura stilizzata del nostro Fondatore e un
altro che illustra la cittadina di Široki
Brijeg. Inoltre gli è stato consegnato un albo di fotografie dei 66 Frati uccisi come ricordo di questa celebrazione, ma anche come promessa del reciproco ricordo nella
preghiera.
Dopo tale densa mattinata il Ministro generale è stato condotto a Mostar, dove ha incontrato il Vescovo locale, Mons. Ratko Perić. Alla presenza del Definitore generale,
del Ministro provinciale e del Segretario,
c’è stato un confronto aperto e franco su alcuni punti di comune interesse.
Al ritorno nel convento di Mostar si è
avuto l’incontro con i membri del Governo
provinciale. In esso Fr. José ha richiamato i
compiti del Definitorio provinciale nei riguardi della Fraternità provinciale e delle
Fraternità locali: curare l’animazione, fare
attenzione all’amministrazione e all’economia, impegnarsi in modo particolare nel
campo della formazione iniziale e permanente. Inoltre, ha invitato i membri del Definitorio ad essere una vera Fraternità e ad
agire in modo unitario nel prendere e nel
portare avanti le decisioni; ha chiesto di elaborare un progetto per la Provincia da verificare nel prossimo Capitolo spirituale della Provincia. Alla riflessione sono seguiti il
dialogo e il saluto del Guardiano, Fr. Mate
Dragićević, il quale ha donato al Ministro
una monografia delle opere artistiche, presenti nella nuova chiesa.
Con questo incontro si è conclusa ufficialmente la Visita fraterna alla Provincia di
Mostar, anche se il giorno dopo, andando
verso Sarajevo per il Convegno dell’UFME,
il Ministro generale, accompagnato dal Definitore generale e del Ministro provinciale,
ha visitato ancora due Frati: Fr. Anthony
Burnside, Guardiano, e Fr. Petar Drmić, Parocco, del Convento di Konjic dove durante
l’ultima guerra i cristiani sono stati cacciati
dai musulmani. Dopo un incontro fraterno
con i Frati e lo scambio dei doni, il Ministro
generale è stato saluto dal Rappresentante
degli ortodossi e dall’Imam musulmano.
La visita del Ministro generale ha provocato grande eco nei media locali e nazionali. Soprattutto ha suscitato grande soddisfazione tra i Frati, poiché l’hanno vissuta come un avvenimento significativo per la loro
Provincia.
FR. DRAGAN RUZIĆ
6. A visit to the Province of St. John the
Baptist, USA
Cincinnati, 15-17.10.2007
Fred Link, OFM, Minister Provincial,
Jeffrey Scheeler, OFM, Vicar Provincial,
Andrew Brophy, OFM, Visitor General,
Finian McGinn, OFM, Definitor General
and Timothy Sucher, OFM, Guardian of the
Curia Friary met the Minister General at the
airport and took him to the Pleasant Street
friary for supper with the friars there. We
were greeted by the guardian, Jim Bok,
OFM. Dan Anderson, OFM, the secretary
to the Provincial, prepared a delicious meal
for us. After the meal and fine conversation,
the Minister went to St Francis Seraph friary to prepare for the next day and to sleep.
The Minister General began Tuesday,
the 16th of October, by meeting the young
men in initial formation at the National
Shrine of St. Anthony. The Minister enjoyed the dialogue with the postulants,
novices and men in post-novitiate formation and their formators. He, then, traveled
to the Chancery office for a visit with Archbishop Daniel Pilarczyk of Cincinnati. The
archbishop spoke highly of the fine work
the friars accomplish in the archdiocese and
of the success of the St. Anthony Messenger
throughout the United States. After the visit with the archbishop, the Minister had a
meeting scheduled at the offices of the St
Anthony Messenger Press where Pat McCloskey, OFM, and Jack Wintz, OFM, interviewed him for an article in the Messenger and for a radio program and gave him a
tour of the building. During lunch at the
Seraph friary, he met the friars and the lay
staff of the parish and provincial curia. At
four in the afternoon, the Minister addressed the friars of the province and sisters
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from two convents of Poor Clares. This was
a key address to the province and the topic
was the “Grace of Our Origins”. At six in
the afternoon, he concelebrated the Eucharist and preached to about one hundred
assembled friars together with the Poor
Clares, the affiliates to the province and order and the Secular Franciscans. The sermon was based on the formula of our religious profession.
After Mass, during the period before the
festive meal, the Minister General visited
with the many guests. The Minister was
quite impressed by the fact that Fred Link,
OFM, the Provincial, knew each individual
by name and was able to say something
positive about each one. We filled the refectory for a fine, festive meal – with plenty of
food and good conversation. The day was
very tightly scheduled, but extremely well
organized – and the Minister enjoyed it very
much. I am sure he was quite tired when he
went to bed that evening.
Wednesday, as we had a plane to catch at
one o’clock, we began early with Mass. The
Minister, then, blessed a statue of St. Francis outside the St. Anthony Messenger office building; Greg Friedman, OFM, the
pastor and Tim Sucher, OFM, the director
of ministries, gave us a tour of the excellent
parochial elementary school and of the various ministries of “Over the Rhine”. The
Minister ended his visit with an interesting
and exciting dialogue with the Provincial,
the vicar and definitors of the Province of
St. John the Baptist – and we left for the airport. This was a very good visit!
FR. FINIAN MCGINN, OFM
7. È sorta una nuova Provincia in Austria
Pupping, Austria, 21.10.2007
La decisione della fusione delle due Province in Austria, la Provincia di San Bernardino (Vienna) e quella del B. Engelbert
Kolland (Innsbruck), in vista della creazione di una nuova Entità, è stata presa dal Definitorio generale il 10 gennaio 2006 e comunicata alle Province il 17 gennaio duran-
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te una visita del Definitore generale, Fr.
Jakab Várnai. Il decreto stabiliva la scadenza «entro la fine dell’anno 2007». Per seguirne il cammino è stato nominato un Delegato generale, Fr. Claudius Groß, della
Provincia di S. Elisabetta in Germania (Fulda). Il Delegato ha iniziato la preparazione
con la convocazione di una Commissione
preparatoria, composta dai due Definitori
provinciali, che ha poi istituito vari gruppi
di studio. Nel corso dei lavori è emersa la
proposta del 21 ottobre 2007 come possibile data per la fusione, proposta accolta dal
Definitorio generale.
Il 21 ottobre 2007, pertanto, a Pupping,
in prossimità di Linz, il Ministro generale,
Fr. José R. Carballo, accompagnato dal Definitore generale di zona, Fr. Jakab Várnai,
ha eretto la nuova Provincia in Austria. La
giornata è iniziata con la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa del “Shalom-Kloster” di Pupping, presieduta dal Ministro.
Erano presenti anche Frati delle Province limitrofe: Germania, Svizzera, Trento, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Rep. Ceca, e
Frati delle Province di Polonia. L’Eucaristia
si è svolta con una buona partecipazione delle Clarisse, di Suore Francescane, dei Fratelli e delle Sorelle dell’OFS, di altri Religiosi, di Rappresentanti di alto livello della
vita pubblica, e di molte persone legate all’Ordine in Austria. Alla fine della celebrazione è arrivato anche il Vescovo membro
della Provincia: Mons. Franz Lackner, ausiliare di Graz, il quale ha portato il saluto della Conferenza Episcopale dell’Austria.
Durante l’atto penitenziale i due Ministri
provinciali uscenti – Fr. Anton Bruck (Vienna) e Fr. Rupert Schwarzl (Innsbruck) – hanno posto i sigilli sull’altare e il Ministro generale li ha ringraziati per il servizio svolto.
Dopo l’eucaristia i concelebranti, tolti i
paramenti liturgici, si sono riuniti nella
chiesa. Il Definitore generale ha letto i due
Decreti di soppressione delle Province attuali, poi il Ministro generale ha letto i Decreti di erezione della nuova Provincia con
il titolo di “San Leopoldo” e di nomina del
nuovo Governo. Il Ministro ha chiesto ad
ogni Frate del nuovo Governo se accettava
l’incarico, poi il nuovo Ministro e il Vicario
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hanno emesso la professione di fede e fatto
il giuramento.
Il nuovo Governo della Provincia “S.
Leopoldo” è così composto: Ministro provinciale, Fr. Rupert Schwarzl; Vicario provinciale, Fr. Gottfried Wegleitner; Definitori: Fr. Willibald Hopfgartner, Fr. Alexander
Puchberger, Fr. Matthias Maier, Fr. Ulrich
Zankanella e Fr. Fritz Wenigwieser. Fr.
Gottfried, Fr. Matthias e Fr. Ulrich erano
membri della Provincia “S. Bernardino da
Siena” (Vienna), gli altri della Prov. “B. Engelbert Kolland” (Innsbruck).
Il Ministro generale ha rivolto un’esortazione a tutti i Frati, con sottolineature importanti per il cammino che li attende nella
costruzione della nuova Entità e per il lavoro del primo Capitolo provinciale che stava
per iniziare lo stesso giorno a Pupping.
Nel pomeriggio il Ministro generale e il
Definitore generale sono tornati a Vienna,
dove la mattina dopo si è svolta una conferenza stampa con i più importanti Giornali e
Radio dell’Austria.
FR. JAKAB VÁRNAI
8. Visita a la Provincia franciscana de
Cartagena
22-24.10.2007
En esta ocasión, la visita fraterna del Ministro General a la Provincia franciscana de
Cartagena (España), se ha hecho coincidir
con un acontecimiento de carácter académico que reviste mucha importancia, tanto para dicha Provincia como para la Conferencia
hispano-portuguesa. En el transcurso de la
visita se ha inaugurado el curso académico
2007-08 y se ha celebrado la agregación del
Instituto Teológico de Murcia a la Pontificia
Universidad Antonianum de Roma, adquiriendo el rango de Facultad de Teología.
Día 22 de octubre
El Ministro general, llegaba a las 9 de la
noche al aeropuerto de Alicante, procedente de Viena. Fueron a recibirle al aeropuerto el Definidor general de zona, fr. Miguel
Vallecillo, el Ministro provincial, fr. Saturnino Vidal, y el Director del Instituto Teoló-
gico, fr. Pedro Riquelme. Acto seguido nos
trasladamos al convento de la Merced de
Murcia, sede de la Curia provincial. Después de saludar a la fraternidad y a otros
hermanos que habían venido para la ocasión, como el Cardenal Prefecto de la Congregación del Clero, Mons. Fr. Claudio
Hummes, o el Arzobispo de Tánger, Mons.
Santiago Agrelo, nos retiramos a descansar.
El primer acto de la visita era el encuentro con las hermanas contemplativas, clarisas y concepcionistas. El encuentro se tuvo
en Los Algezares, una zona a las afueras de
Murcia, casi una pequeña Tebaida, pues están juntos los monasterios de clarisas, carmelitas y concepcionistas, el santuario de la
Patrona de Murcia, la Virgen de la Fuensanta, y la Casa de los canónigos. Las hermanas fueron llegando de los diversos monasterios de la Federación hasta alcanzar un
número de 110. Después de los saludos, se
celebró la Eucaristía en la iglesia de las clarisas. El Ministro general centró su reflexión en lo que la Novo Millennio Ineunte
dice para la Iglesia pero aplicado a la vida
consagrada y animando a las hermanas a
mirar al futuro con esperanza, sin complejos, sino viviendo este presente con una entera dedicación al Señor.
Terminada la Eucaristía y, hecha la foto
de grupo, nos trasladamos al cercano monasterio de las concepcionistas, donde se tuvo el encuentro propiamente dicho con el
Ministro.
La Presidenta de la Federación de Clarisas del Inmaculado Corazón de María tomó
la palabra para dar la bienvenida y presentar
su Federación, los monasterios, el estado de
las vocaciones y de la formación permanente. Agradeció al Ministro sus cartas y documentos de la Orden, el próximo encuentro
en Asís, y subrayó la unión en el mismo carisma, la cercanía a las vicisitudes de nuestra Orden y de la Provincia, terminando su
intervención destacando que tenemos el reto de una fidelidad creativa para nuestros
tiempos.
También la Presidente de la Federación
de Concepcionistas de la Inmaculada Concepción tomó la palabra para dar la bienvenida y expresar sus sentimientos de gozo y
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fraternidad por este acontecimiento y encuentro que permite unirnos en familia
franciscana. Presentó a su Federación, los
monasterios y las circunstancias que conforman su vida, pero que, a pesar de ser pocas se sienten muy vivas. En la Inmaculada
Concepción coincidimos todos y se complementan nuestros carismas.
A continuación el Ministro les dirigió la
palabra, reflexionando sobre el carácter de
cambio acelerado del tiempo actual y las
llamadas que nos vienen de las diversas instancias del mundo, del Evangelio, de la
Iglesia y la Orden. Se pueden dar diversas
posturas, pero la positiva es la de la refundación en su sentido concreto. Entre otros
aspectos de la vida consagrada, se detuvo
especialmente en la contemplación y la vida
fraterna. Al terminar su conferencia se entabló un diálogo.Al término de la sesión le regalaron al Ministro, como recuerdo de su
visita, una bella y original vidriera con tres
manos que sostienen los simbolos de las
tres Ordenes.
En el mismo monasterio de concepcionistas tuvimos la comida que compartimos
todos, franciscanos, clarisas y concepcionistas, en fraternidad y alegría.
A las 5 de la tarde, el Ministro general recibió a la prensa y medios de comunicación
social, como preparación al acto académico
que se iba a celebrar más tarde.
Apertura del curso y Acto académico: A
las 18’30 dio comienzo el primero de los
actos de la tarde con la celebración de la
Misa del Espíritu Santo en la iglesia franciscana de La Merced. La Eucaristía fue
presidida por el Sr. Cardenal Arzobispo de
Sevilla, Fr. Carlos Amigo Vallejo, ofm, y
concelebrada por el Sr. Cardenal Prefecto
de la Congregación del Clero, Fr. Claudio
Hummes, ofm, el arzobispo de Tánger,
Mons. Fr. Santiago Agrelo, ofm, el obispo
de la diócesis de Cartagena en Murcia,
Mons. Juan Antonio Reig Pla, los señores
obispos de Almería, Mons. Adolfo González Montes, de Albacete, Mons. Ciriaco Benavente, el Ministro general ofm, el Definidor general, los Ministros provinciales de la
Confres y muchos sacerdotes y religiosos
vinculados al Instituto Teológico y miem-
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bros de la Provincia de Cartagena. En la celebración intervino el Coro Iubilate dirigido por D. Agustín Sánchez.
Finalizada la Eucaristía, y tras una pausa
de descanso, se volvió a la iglesia a las
20’00 horas para tener el acto académico
propiamente dicho. Se comenzó con el canto del Veni Creator Spiritus y seguidamente
se procedió a la lectura del decreto por el
que el Excmo. Ayuntamiento concede la
Medalla de Oro de la Ciudad de Murcia a la
Orden Franciscana por los 750 años de la
presencia franciscana en la ciudad. A continuación, el alcalde, D. Miguel Ángel Cámara Botía, procedió a la entrega de la distinción al Ministro provincial y agradeció a
la Orden Franciscana su labor realizada durante todos estos siglos en la ciudad. Le correspondió el Ministro provincial, fr. Saturnino Vidal, dándole las gracias y manifestando la actitud de los franciscanos de
seguir contribuyendo al servicio de los ciudadanos.
Seguidamente se procedió al acto académico, con la lectura de los diversos Decretos Oficiales de la Congregación de la Educación Católica por el Secretario general
del Instituto Teológico de Murcia, fr. Miguel Ángel Escribano Arráez, dándose así
cumplimiento a la Agregación a la Pontificia Universidad Antonianum, como Facultad de Teología Fundamental.
La lección inaugural del Curso Académico 2007-2008 la impartió el Rvmo. P. Fr.
José Rodríguez Carballo, Ministro general
de la Orden Franciscana y Gran Canciller
de la PUA de Roma.
Al terminar su disertación, la Schola
Gregoriana de Murcia interpretó algunas
antífonas como tránsito para dar paso a las
intervenciones de las diversas personalidades que asistían al mismo. La primera intervención fue la del Rector Magnífico de la
PUA, fr. Johannes B. Freyer, con un fuerte
contenido académico sobre el saber en un
mundo globalizado al servicio de los más
necesitados de la sociedad. Le sucedieron
en el uso de la palabra D. Manuel Vidal, Vicerrector de Relaciones Institucionales de la
Universidad de Murcia, D. José Ballesta
Germán, Consejero de Obras Públicas de la
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Comunidad Autónoma de Murcia, D. Juan
Ramón Medina, Consejero de Educación
de la Comunidad Autónoma de Murcia,
Mons. D. Juan Antonio Reig Pla, Obispo de
la Diócesis de Cartagena-Murcia, el Sr.
Cardenal Fr. Claudio Hummes, Prefecto de
la Congregación para el Clero, y Fr. Pedro
Riquelme, Director del Instituto Teológico
de Murcia.
Al finalizar estas intervenciones, el Ministro general declaró oficialmente la apertura del Curso. El día terminó con la cena
festiva en el convento de Santa Catalina del
Monte.
Día 24 de octubre
Es el día dedicado más específicamente
a los hermanos de la Provincia. Para ello, se
escogió el convento de Orihuela (Alicante),
tradicional casa de estudios, amplia y acogedora, a donde llegamos sobre las 11’00 de
la mañana. Después del recibimiento y los
saludos, se celebró la Eucaristía en la que
participaron unos 40 hermanos. El Ministro
general la centró en la vivencia de la Regla
en fidelidad, el agradecimiento de la vocación, y comentó las exigencias contenidas
en la fórmula de la Profesión franciscana.
Terminada la Eucaristía se tuvo un encuentro con los hermanos. El Ministro provincial, fr. Saturnino Vidal, dio la bienvenida oficial y comentó el estado actual de la
Provincia, concluyendo que su futuro pertenece a Dios.
Seguidamente, el Ministro general tomó
la palabra para comentar el sentido de lo
que se pretende en la celebración del octavo
Centenario según el Proyecto elaborado.
Todo se ha de basar en tres pilares, la santidad, la preparación intelectual y la cercanía
al pueblo, y con la actitud de asumir con gozo nuestra condición de menores, apostando por la calidad de vida, y privilegiando lo
simbólico sobre lo eficaz. Al concluir su reflexión le siguió un ponderado coloquio sobre diversas cuestiones hasta la hora de la
comida, que tuvimos en alegría fraterna.
A media tarde, ya en Murcia, hubo una
sesión con el Definitorio de la Provincia,
con la exposición del Ministro provincial de
aquellos puntos que en estos momentos son
de más interés para la vida provincial, a los
que el Ministro general respondió e iluminó
con su alto magisterio y palabras fraternas
de cercanía y acompañamiento.
Seguidamente se reunió con un numeroso grupo de hermanos de la Orden Franciscana Seglar. Fue un encuentro estimulante,
en el que se comentó el sentido de la vocación seglar franciscana, la formación y la
misión en la Iglesia y la sociedad. Después
de un animado coloquio con el Ministro, el
Definidor general les dirigió unas palabras
de saludo y aliento en base a las cuestiones
que habían salido en el diálogo que se había
tenido.
El día concluyó con la visita a la Casa
General de las Terciarias Franciscanas de la
Inmaculada, donde cenamos.
Día 25 de octubre
Muy temprano, el Ministro provincial,
llevó al aeropuerto de Alicante al Ministro
general y al Definidor de zona, donde nos
despidió, emprendiendo el regreso a Roma.
FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, OFM
9. Visita alla Provincia di santa Elisabetta a Fulda in Germania
Fulda, 17-20.11.2007
Il Ministro generale, Fr. José R. Carballo,
e il Definitore, Fr. Jakab Várnai, hanno visitato la Provincia di santa Elisabetta a Fulda
in Germania, dal 17 al 20 novembre 2007, in
occasione della conclusione dell’anno giubilare della Patrona dell’OFS per l’VIII Centenario dalla sua nascita. Sull’odierno territorio di questa Provincia, infatti, ha vissuto Elisabetta, figlia del Re di Ungheria e langravia
di Turingia. Ai festeggiamenti hanno partecipato anche tre Frati del Giappone, dove la
Provincia aveva un territorio missionario, il
Ministro provinciale della Rep. Ceca e i Frati della Provincia di Hannover, che, insieme
ai Frati della Provincia di Fulda e a quelli
delle altre due Province tedesche, hanno deciso di intraprendere il cammino verso un’unica Entità entro il 2010.
Dopo l’arrivo all’aeroporto di Frankfurt
e una sosta nella Fraternità inserita nella
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città, si è giunti a Fulda nella sera del 17 novembre. La visita è iniziata con la celebrazione solenne dei Vespri nella chiesa dei
Frati di Fulda, sulla collina di Frauenberg,
con una nutrita partecipazione di laici, vicini al convento e alla Provincia. Dopo il saluto del Ministro provinciale, Hadrian Koch, il Ministro ha evocato la memoria di
santa Elisabetta come penitente francescana. Il Ministro ha poi visitato la tomba di un
suo predecessore, Aloisius Lauer (Ministro
generale 1897-1903).
Il 18 novembre ci si è trasferiti a Eisenach per la conclusione delle celebrazioni in
onore di santa Elisabetta, con un programma ben nutrito: alle 9, nella Chiesa di santa
Elisabetta, Celebrazione eucaristica, presieduta dal Dr. Joachim Wanke, Vescovo di Erfurt; alle 11, preghiera ecumenica nella
Chiesa di san Giorgio, dove santa Elisabetta aveva celebrato le sue nozze. In quest’ultima circostanza hanno parlato, tra gli altri,
il Vescovo Wanke, il Vescovo Luterano Christoph Kähler e il Ministro generale.
L’ecumene è una realtà quotidiana: sul territorio della Diocesi di Erfurt ci sono circa 6
milioni di abitanti, di cui circa 550.000 luterani e solo 170.000 cattolici. Dopo il pranzo gli ospiti hanno visitato l’esposizione ufficiale su santa Elisabetta nel Castello di
Wartburg, visita guidata dall’ideatore dell’esposizione, il Prof. Dr. Matthias Werner.
Alla fine della giornata si è tornati di nuovo
a Fulda.
Il 19 novembre è iniziato con una visita
al Vescovo di Fulda, Mons. Heinz Josef Algermissen, che ha manifestato il suo apprezzamento per il servizio dei Frati a Fulda. Ci
si è, poi, recati ad Hofheim, dove la Provincia gestisce un Centro di Spiritualità e di Accoglienza (Bildungshaus). Il Ministro ha incontrato i giovani Frati delle quattro Province OFM della Germania: tre postulanti,
cinque novizi, sei degli undici Frati professi
temporanei e tre frati “under 10”. Nel dialogo sono emerse alcune tematiche come
l’accompagnamento, vivere il Vangelo in
Fraternità e il cammino formativo. Nella serata si è svolto un incontro con il Definitorio
della Provincia, in cui i partecipanti hanno
illustrato il progetto dell’unificazione delle
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Province in Germania come un intenso cammino spirituale. Il Ministro generale ha incoraggiato tale proposito ed ha invitato il
Governo provinciale a promuovere, in tal
senso, un comune sentire fraterno. La situazione demografica non buona della Provincia ha anche suscitato ulteriori riflessioni.
La giornta si è conclusa con la Celebrazione
eucaristica con i Frati presenti e con i laici
che sostengono il Centro.
Il 20 novembre ci si è recati a Grosskrotzenburg, nella scuola gestita dalla Provincia. Qui il Ministro ha incontrato la Fraternità locale, la Direzione e i Professori della
scuola; poi ha partecipato ad alcuni momenti della vita della scuola: una lezione di
fisica, un breve spettacolo in latino, ha conversato con gli studenti della lingua spagnola, ha ascoltato il coro della scuola. Particolarmente interessante è stato conoscere
l’attività del Centro Pedagogico (franziskanisches Bildungswerk), un servizio della
Provincia per l’aiuto educativo delle famiglie e dei professori in prospettiva francescana. Nel pomeriggio si è tenuto un incontro con tutti i Frati della Provincia. Fr. Benedikt Mertens ha presentato il passato e
presente dell’impegno di evangelizzazione
della Provincia, poi è intervenuto il Ministro generale, soffermandosi, in modo particolare, sull’evangelizzazione francescana e
sulle sfide del mondo di oggi. Una Celebrazione eucaristica, con la partecipazione di
Frati, Professori e genitori degli studenti, ha
concluso la visita.
FR. JAKAB VÁRNAI
10. Partecipazione alla conclusione delle celebrazioni dei 50 anni della presenza francescana nell’Africa occidentale
Abidjan (Costa d’Avorio), 02.12.2007
La Provincia del Verbo Incarnato ha celebrato il giubileo della presenza francescana nell’Africa Occidentale. Nel 1956 i Frati
della Provincia di Parigi arrivarono in Togo,
dove nel 2006 sono iniziate le celebrazioni
giubilari. Nel 1957 i Frati della Provincia di
Rennes s’installarono al sud della Costa
d’Avorio. Le due missioni si riunirono in se-
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guito in Federazione ed oggi costituiscono
una Provincia, insieme con altre Fraternità
nel Benin e in Bourkina Faso.
La domenica 2 dicembre 2007 si sono
concluse le celebrazioni giubilari ad
Abidjan, capitale della Costa d’Avorio, con
la partecipazione del Ministro generale, Fr.
José R. Carballo, che ha presieduto la Messa solenne; del Vescovo del luogo, Mons.
Paul Dacoury; e dell’Arcivescovo francescano, Mons. Paul-Siméon Ahouanan Djro;
del Definitore generale, Fr. Amaral Bernardo Amaral; del Moderatore per le missioni,
Fr. Vincenzo Brocanelli.
A conclusione della celebrazione, il Ministro generale ha rivolto alla Famiglia
francescana, ai cristiani e ai responsabili
pubblici un appello alla riconciliazione e alla costruzione di una pace stabile.
Per l’occasione del giubileo, il Vescovo
locale ha benedetto e posto la prima pietra
per la costruzione di un nuovo campanile, e
anche la stampa locale ha mostrato interesse per l’avvenimento.
Il 1 dicembre il Ministro generale ha incontrato i Frati della Provincia, ai quali ha
lasciato un messaggio di grande apprezzamento per il lavoro dei missionari e alcune
sfide importanti perché la Provincia del
Verbo Incarnato possa crescere e consolidarsi. Ha, inoltre, incontrato la Famiglia
francescana e le Sorelle Clarisse.
Nei giorni precedenti alla chiusura del
giubileo, il Ministro generale, con una nutrita delegazione di Frati, ha visitato i luoghi
delle origini della presenza francescana in
Costa d’Avorio, in particolare la tomba del
primo Frate autoctono, Fr. Venance Ahouman, il luogo dove venne assassinato Fr.
Jean-Paul Moisdon, e la tomba di Fr. Luis
Djama. Nel ricostruire la memoria delle origini missionarie sono state visitate anche le
prime parrocchie francescane: S. Anna a
Port-Bouet, e Giovanna d’Arco a Treichville.
I Frati della Provincia hanno vissuto
questo giubileo come un tempo di grande
fecondità spirituale e di fedeltà, e come
l’inizio di un cammino ancora più motivato
e missionario.
FR. VINCENZO BROCANELLI
11. Visit to the Province of “Our Lady
Queen of Peace” in South Africa
Johannesburg, South Africa, 04-07.12.2007
The Minister General, Br. José R. Carballo, accompanied by the General Definitor for Africa, Br. Amaral Bernardo Amaral, arrived in Johannesburg at 10.30 am on
the 4th December to carry out a fraternal
visit to the Province of South Africa. The
guests from Rome were met at the airport
by the Minister Provincial, Br. Vumile Nogemane, who immediately brought them to
La Verna (Vanderbijlpark), the provincial
centre for spiritual gatherings.
The Friars of the Province were assembled there to celebrate, in a Chapter of
Mats, the 75th Anniversary of the arrival of
the first Friars to South Africa.
* The Province of “Our Lady Queen of
Peace” is the result of the arrival of three
groups of Friars: the first group arrived in
Kwazulu from Bavaria, Germany, in 1932;
the second arrived in Kokstad from Ireland
in 1946; the third arrived in Queenstown
from England in 1948.
The three groups operated separately in
the “implantatio ecclesiae” at the beginning. However, the first local vocation, Br.
Bonaventura Hinwood, came in 1955, and
Br. Wilfrid Napier, the present Card. Archbishop of Durban was professed in 1961.
Both entered the Province of Ireland. Some
Irish Friars left Kokstad to found a new
presence in Vanderbijlpark in 1956.
* The formation of candidates to the Order in South Africa, from whichever group,
was organised at the suggestion of the English Friars in 1967. The three groups of Friars gave life to a Federation, with 86 Friars,
of whom 4 were local, in 1977. The Federation was raised to the status of a ViceProvince, with 100 Friars, of whom 25 were
local, in 1985. It became the first Franciscan Province of Sub-Saharan Africa, with
96 Friars, of whom 30 were local, in 1997.
The Province opened a missionary presence
in Namibia, with 4 Friars, as a sign of
growth and maturity, in 2005. At the time of
the Celebrative Chapter of Mats in 2007, in
the presence of the Minister General, the
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Province had: 80 professed Friars, of whom
40 are local; 14 temporarily professed; 5
Novices; and 2 Postulants.
* From memory to the challenges of the
present. The Province still depends on a
considerable group of Friars of advanced
age. The more urgent challenges, then, are:
the promotion of vocations, a serious initial
formation and a constant ongoing formation in order to give testimony to the franciscan charism with freshness today. The
Province, however, still has to learn to walk
on its “own legs” (= financial autonomy).
BR. AMARAL BERNARDO AMARAL
12. Visita a la Federación Franciscana
de Marruecos
Tánger, 12-15.12.2007
Del 12 al 15 de diciembre de 2007, el Ministro general ha visitado la Federación
Franciscana de Marruecos, acompañado por
Fr. Miguel Vallecillo, Definidor general.
Avanzada la noche del día 12, llegaba el
Ministro general, procedente de Roma, al
aeropuerto de Tánger. Fue recibido por el
presidente de la Federación, Fr. Manuel Corullón, que nos acompañó hasta el convento del Espíritu Santo, sede de la fraternidad
franciscana y de la catedral de la archidiócesis. Después de los saludos de bienvenida
por parte de los hermanos, a pesar de la hora tardía, se tuvo una amena conversación
con los mismos, a la que se unió, un poco
más tarde, el Sr. Arzobispo, Fr. Santiago
Agrelo, ofm, que llegaba de una visita pastoral.
Día 13
La visita dio comienzo oficialmente por
la mañana con la bienvenida oficial del Presidente en la capilla del convento, según el
ritual. A continuación se tuvo la oración de
Laudes en la que el Ministro agradeció el
gesto de acogida y expresó su satisfacción
por regresar a esta comunidad, después de
11 años, pero en esta ocasión como sucesor
de San Francisco.
Mientras llegaban los hermanos, se hizo
una visita a las dependencias del arzobispa-
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do, donde saludamos de nuevo al Señor Arzobispo, que nos recibió con mucha sencillez y fraternidad en su despacho y nos mostró el resto de la casa.
A las 10 de la mañana ya habían llegado
los hermanos de las fraternidades cercanas,
que coinciden con la zona norte y con el arzobispado de Tánger: Tetuán, Larache, Alhucemas y un hermano de la fraternidad de
Meknes. Después del saludo y presentación
del Presidente de la Federación, el Ministro
dirigió la palabra a los hermanos, resaltando
el sentido de la presencia franciscana en
Marruecos y la necesidad del servicio a este pequeño cuerpo vivo de Cristo, que es la
Iglesia en este país musulmán. Después de
subrayar que esta Misión refleja una opción
de minoridad, en favor de una Iglesia pobre,
y del nuevo rostro que va adquiriendo la Federación a partir de estos últimos años, con
el agradecimiento a los hermanos, pasó a
exponer el camino que está siguiendo la Orden en la preparación para celebrar el octavo centenario de su fundación, según el
Proyecto “La gracia de los orígenes”, con
las implicaciones que conlleva el mismo en
nuestra vida personal y fraterna.
Al terminar su intervención, el Definidor
general, que en esta ocasión le acompañaba,
dirigió unas palabras de saludo a los hermanos, manifestando su satisfacción por encontrarse en este país y ciudad, a la que se
siente muy vinculado desde su infancia, y
resaltó la necesidad de hacer camino juntos,
siguiendo la temática expuesta, con la metodología que nos ha sugerido el Capítulo
General extraordinario del 2006.
Acto seguido, se tuvo una pausa, para
pasar después a un interesante diálogo de
los hermanos con el Ministro general, donde se tocaron diversos aspectos de la vida
de los hermanos, y del estado de la Federación.
A las 12’30 se celebró la Eucaristía en la
catedral, presidida por el Ministro general,
y a la que asistieron también los miembros
de la Familia Franciscana, religiosas Franciscanas Misioneras de Maria, Franciscanas
de la Inmaculada, Franciscanas del Corazón
Inmaculao de María, Franciscanos de Cruz
Blanca y también las hermanas Eclesianas
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que atienden el obispado. Los textos de la
fiesta de San Francisco facilitaron la reflexión y la oración en común de sentirnos
unidos en el mismo carisma de unión y servicio. A la misma siguió una comida fraterna de todos.
Por la tarde, el Ministro tuvo un encuentro con el Arzobispo y, a continuación, visitamos el Archivo de la Misión Franciscana
en Marruecos, que custodia valiosos documentos para la historia de la Orden Franciscana en este país, así como la biblioteca, sobre la que nos comentaron los nuevos proyectos para hacerla más accesible a
investigadores y estudiantes interesados.
En un paseo vespertino por la ciudad, visitamos la iglesia franciscana del Sagrado
Corazón, en estos momentos entregada al
cuidado de las Hijas de la Caridad, donde
ejercen una labor de asistencia social. El rezo de Vísperas con la fraternidad dio paso a
la cena, y después a una larga y amena conversación, a la que asistieron el Sr. Arzobispo y el Vicario general, Fr. José Seijas.
Día 14
Muy temprano, nos trasladamos por carretera hacia la zona Sur, cuyo centro administrativo y comercial es la ciudad de Casablanca. Llegados al convento, el Ministro
general y acompañantes fueron recibidos
por la fraternidad y los hermanos que ya habían llegado de las diversas fraternidades:
Rabat, Meknes y Marrakesh. Echamos de
menos la presencia de Fr. André, internado
en el hospital de Marrakesh, y por cuya salud pedimos en la oración y en la Eucaristía.
El encuentro con el Ministro siguió las
mismas pautas del día anterior con los hermanos de la zona norte, e insistió en el sentido de nuestra presencia en esta Misión, la
manera de prepararnos a la celebración del
nacimiento del carisma franciscano tan unido a esta tierra, concretamente a Marrakesh,
donde los protomártires de la Orden, todavía en vida de San Francisco, dieron testimonio del Señor. Después de la pausa correspondiente, se pasó a un vivo coloquio
con el Ministro en el que se aclararon diversos aspectos de nuestra misión en el país, la
forma diversificada de servir tanto a la comunidad cristiana como a los marroquíes
pero en el mismo espíritu de servicio y minoridad, el sentido de unidad cada vez más
necesario y fuerte entre todos, etc.
Al finalizar el encuentro con los hermanos, se celebró la Eucaristía a la que fue invitada la Familia Franciscana, dando testimonio de unidad en un mismo carisma y en
una misma misión, compuesta por las Clarisas, las Franciscanas Misioneras de Maria
y las Hermanas de San Francisco. En la Eucaristía, presidida por el Ministro, concelebró el Sr. Arzobispo de Rabat, Vincent Landel, que después nos acompañó en la comida y así pudo hablar también con el
Ministro y tener un cambio de impresiones.
Los textos litúrgicos fueron los de la fiesta
de San Francisco, para manifestar esta
unión carismática, y en su homilía resaltó
tres ideas principales: celebrar para restituir, colaboración y comunión.
La intensa mañana se concluyó con una
festiva comida fraterna aderezada con algunos platos típicamente marroquíes. Con la
consiguiente foto de familia nos despedimos.
Después de un tiempo para el descanso,
por la tarde se tuvo una reunión con el Consejo de la Federación. Con este último acto
se terminaba la visita del Ministro a la Federación Franciscana de Marruecos, una realidad misionera de la Orden, que mantiene
la presencia histórica y cuyos hermanos dan
un testimonio de presencia de Iglesia en minoridad y servicio “confesando que son
cristianos” y que “no hay Omnipotente sino
Él” en medio de una sociedad musulmana.
La cena con la fraternidad local y la interesante sobremesa, en la que el diálogo distendido, la pregunta ocurrente y el comentario, a veces, cargado de contenido y sabiduría experiencial, nos proporcionaron un
agradable ejercicio de compartir la vida contextualizada en esa circustancia concreta.
Día 15
Por la mañana, después de la oración y el
desayuno, nos despedimos de la fraternidad
y, con el Presidente de la Federación y el
hermano Jorge Lazaro, visitamos la gran
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mezquita de Casablanca, y nos acompañaron al aeropuerto donde emprendimos vuelo hacia Roma.
FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, OFM
2. Provincial Retreat and Intermediate
Chapter of the Prov. of the Immaculate Conception, USA
Assisi, Casa Leonori, 27.09-03.10.2007
THE SPIRIT OF ASSISI
The 65 friars of the Province of the Immaculate Conception, USA, who gathered
in Assisi for Retreat and Chapter had an experience together that was exhilarating and,
for many, life changing. It took a while for
the magnitude of what was happening to
sink in. And when it did sink in, it was marvelous! The very fact that 65 of our brothers were together in Assisi to share a common experience was in itself the cause of
both wonder and joy. Many of the friars had
visited Assisi in the past but never with so
many brothers of the Province. And that is
what made the experience so special! From
the most junior friar, novice Joseph Powell
(22) to the most senior friar, Fabian Grifone
(82), and all the rest of us with varying
years of Franciscan life, the mix made the
experience all the more meaningful. It was
truly an inter-generational gathering that
has the potential of renewing our life and
ministry as a Province.
Our Minister Provincial, Robert Campagna, received the inspiration to hold our
Provincial Chapter in Assisi while there for
the extraordinary Chapter of the Order to
begin the celebration of the 800th anniversary of the Rule of the Friars Minor, in
April, 2009. The Order celebrates the 800th
anniversary of the conversion of St. Francis during the year 2007 and invites the friars to reflect on the “grace of our origins”
in preparation for the 2009 anniversary.
Robert also recommended that we use the
occasion of our time in Assisi to prepare for
the 100th anniversary of our Province in
2010.
585
We were blessed to have Fr. Giacomo Bini, former Minister General of the Order,
lead us in retreat from September 26th to
September 29th.. During those days we were
able to travel together to Greccio, Fontecolombo, S. Maria degli Angeli and La Verna. Giacomo led us through a series of reflections on the priorities of our fraternal life
together. He reminded us that prayer and life
together must be at the very core of our identity as friars and everything else had to serve
those basic values of Franciscan life. Ministries that do not support those values are
best left to others. Giacomo’s freedom of
spirit was contagious and his challenging reflections prepared us well for the primary
work of the Chapter that was the restructuring the ministries of the Province in the light
of our aging and dwindling numbers.
One of the many highlights of our time
in Assisi was the visit by Fr. José Carballo,
our Minister General, on October 3rd.. Fr.
Jose addressed the assembly and encouraged us to go forward in our efforts to renew the life of our Province.
He led us in a powerful and moving renewal of our vows and our commitment to
the Franciscan life. It was so obvious that he
was happy to be among us. He took the occasion to publicly thank our Minister
Provincial and our Province for assisting
the Order by sharing personnel and financial help in the houses dependent on the
Minister General. In a light moment, Fr.
José reminded Primo Piscitello that as of
November 1st he will begin his service to
the Order as Guardian of St. Isidore’s and,
thereby, be directly under the obedience of
the Minister General.
The fraternal hospitality extended to us at
the Casa Leonori that is part of the Cenacolo
Franciscano was exceptional. The Cenacolo
and our Province of the Immaculate Conception have a relationship that goes back to the
1940’s when funds were collected in our
Province for its construction. There is a
beautiful marble commemorative inscription
recognizing the generosity of the Province in
a very visible location on the first floor of the
Cenacolo. The Guardian of Casa Leonori, Fr.
Adriano Busatto, could not have been more
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gracious to us. His cheerful presence made
us feel at home.
We were also fortunate and grateful to
experience the warmth and generous hospitality of the friars at Greccio, La Verna, and
the Protoconvento of S. Maria degli Angeli.
We were warmly welcomed and invited to
share a meal in each of these convents.
The celebration of the Transitus at the
very place where Francis died was an unforgettable experience. We will never forget
the ceremonial procession into the Basilica
of St. Mary of the Angels with the silver
trumpets joyfully leading the scores of civil and ecclesiastical dignitaries and the hundreds of friars present to celebrate the feast
of their brother and father Francis. The applause and cheering of the people when the
friars entered the Basilica, brought tears to
our eyes and joy to our hearts. It made us
feel that we were at home in this holy city
and that we were there as a Province with a
mission to renew our life and work.
As we look back on those eleven days
together we marvel at how smoothly everything went. It was obvious that a great deal
of work preceded the retreat and Chapter.
We are all so grateful to Fr. Robert, our
Minister Provincial, for his careful and fraternal attention to all the details, especially
his solicitude for the elder and infirm friars
among us. Our thanks also go Fr. Patrick
Boyle, our Vicar Provincial, and Fr. Ronald
Bolfeta, secretary of the Chapter, for their
planning. Our Province musicians and liturgists made each celebration of the Eucharist
at the different sanctuaries experiences to
treasure for a lifetime. The presence of our
novices and simply professed made us all
feel young again. They also made us feel
more hopeful for the future.
We were able to enter into the work of
the Chapter with a tranquil attitude and the
determination that our life together as friars
of the Province is worth all the effort needed to improve the quality of our life and
ministry. We enjoyed being together during
those blessed days and we look forward to,
as Fr. Giacomo Bini said, “taste the future.”
FR. JOHN D. BAVARO, OFM
3. VIII Assemblea dell’UFME
Sarajevo, Bosnia/Erzegovina, 08-14.10.2007
Si è svolta nei giorni 8-14 ottobre 2007,
a Sarajevo in Bosnia, l’ottava Assemblea
dei Ministri provinciali d’Europa. Il luogo
prescelto rispondeva alle intenzioni di creare un’occasione di incontro, per i Ministri
provinciali e per il Definitorio generale, con
la nostra realtà nei Balcani. Tale contatto
ravvicinato comportava inevitabilmente la
conoscenza di questa Nazione che si sta risollevando dopo la tragica recente esperienza della guerra; a tutti inoltre interessava
conoscere la relazione dei nostri Frati con i
musulmani, una relazione che già da secoli
caratterizza la nostra presenza in questo territorio.
Vi hanno partecipato i Ministri provinciali d’Europa, il Definitorio generale e, per
qualche giorno, lo stesso Ministro generale.
In totale circa 60 componenti, considerando
anche i Frati che hanno svolto il servizio
della segreteria, delle traduzioni, della liturgia e dell’organizzazione logistica.
Il luogo scelto per l’Assemblea era il
nuovo centro Franjevački Medunarodni
Studenski Centar, situato nella città di Sarajevo. Si tratta di una nostra Casa appena
ristrutturata dopo la distruzione avvenuta
durante l’ultimo conflitto. Questo grande
complesso, rimesso a nuovo, accoglie ora
varie attività: la Curia provinciale, la Casa
dei professi temporanei e un’ampia sala
congressi ben attrezzata che è servita all’Assemblea come sede delle riunioni.
Tema scelto per questo incontro UFME
è stato: «Il dialogo interreligioso in Europa,
in modo particolare con l’Islam». Speciale
attenzione, ovviamente, è stata data alla
realtà locale, il territorio della Bosnia, dove
il nostro Ordine da lungo tempo sta operando in stretta unione con la gente e in costante relazione di rispetto e collaborazione con
la componente islamica.
I partecipanti sono stati onorati dalla
presenza in Assemblea delle personalità religiose autorevoli di Sarajevo: il Cardinale
Vinko Pulic, i Rappresentanti delle altre
confessioni religiose e della religione
ebraica.
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Ci sono state alcune relazioni da parte di
esperti per introdurre i partecipanti al tema
del dialogo tra cristiani e musulmani. Non è
mancata una presentazione storica della nascita e sviluppo della Bosnia, da quando era
regno, alla conquista ottomana, fino ai nostri giorni. Una relazione di un professore
della Facoltà islamica di Sarajevo ha proposto all’Assemblea la visione islamica del
rapporto tra le due religioni: «Cristianesimo
ed Islam: visione islamica». Altri esperti
hanno condotto i Ministri provinciali dentro
una analisi del rapporto Europa e islam oggi e poi verso soluzioni possibili, a livello
teologico, del rapporto tra cristiani e musulmani in Europa. Il Ministro generale ha poi
dato il suo contributo all’Assemblea UFME
offrendo la relazione sul tema: «Cristianesimo ed Islam oggi, la visione francescana».
Si è voluto offrire ai Ministri provinciali
anche una serie di testimonianze da parte di
Frati che hanno realizzato esperienze significative di collaborazione interreligiosa e a
carattere sociale.
Non poteva mancare la visita ai luoghi
più significativi della città di Sarajevo: la
storica moschea di Gazi Husrev-Bey,
l’antica sinagoga, pure situata nel cuore del
centro storico; la cattedrale cattolica; la
chiesa cattedrale serbo-ortodossa; il nostro
convento e chiesa di S. Antonio di Bistrik,
santuario quest’ultimo che raccoglie abitualmente la devozione a S. Antonio di fedeli anche di altre confessioni e di musulmani.
Interessante e notevole l’accoglienza ricevuta nei luoghi delle varie visite effettuate.
Nella moschea i Ministri provinciali sono
stati accolti dall’Imam, proprio nel giorno di
festa per la fine del Ramadan; nella Sinagoga è stato il Rabbino capo a salutare i Francescani e a spiegare l’importanza dello storico edificio. A conclusione della visita alla
città, era stato programmato il ricevimento
nella sede presidenziale da parte del Presidente in carica di Bosnia Erzegovina.
L’incontro è stato molto cordiale con rispettivo indirizzo di saluto da parte del Presidente della nazione e del Ministro generale.
Un’altra visita, che ha ulteriormente
messo in contato i Ministri provinciali con
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la singolarità della nostra situazione in Bosnia, è avvenuta in un pomeriggio dedicato
a raggiungere varie nostre presenze fuori
Sarajevo. Un gruppo di Ministri è stato condotto a visitare il convento-parrocchia di
Foinica: grande e storico complesso situato
in un territorio di fedeli cristiani cattolici,
che attualmente vive il dramma della diaspora a causa della recente guerra che ha distrutto interi villaggi. Ivi uno splendido museo raccoglie l’eredità di secoli. Un altro
gruppo ha visitato la nostra parrocchia di
Kraljevska Sutjeska; oltre alla visita qui c’è
stato l’incontro con il vivace centro di animazione, messo in piedi dai Frati, dove giovani di diversa appartenenza religiosa collaborano e diffondono l’invito alla convivenza e alla pace, attraverso la musica e la
danza. Queste visite nel territorio si sono
concluse con l’incontro fraterno e di preghiera con la Fraternità e con i circa settanta ragazzi del nostro seminario di Visoko.
Anche a questo momento di visita e di preghiera ha preso parte il Ministro generale
che, tra l’altro, ha presieduto la celebrazione. Non è mancato infine il momento conviviale e fraterno con la cena offerta sempre
dalla locale comunità.
L’accoglienza riservata ai Ministri provinciali e al Definitorio generale è stata
ovunque straordinaria. Caratteristica ricorrente delle nostre presenze in questo territorio è il particolare legame della gente verso
i Frati Minori. Qui davvero si percepisce
che i nostri Frati hanno parte viva tra la popolazione, si coglie con immediatezza che
la gente li sente e li ama come componenti
di famiglia. Per lungo tempo, infatti, nelle
famiglie essi venivano chiamati “zio”, allo
scopo di mantenere incognita la loro presenza; così questo termine familiare e confidente ha, da sempre, manifestato anche il
particolare legame affettuoso che univa la
gente ai Frati.
La serata conclusiva di sabato 13 si è caratterizzata come “serata culturale”. Il programma prevedeva, in onore dei partecipanti, un ricevimento con tutte le rappresentanze diplomatiche presenti in Sarajevo
e che riguardavano le Nazioni di provenienza dei Ministri provinciali presenti. Dopo
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l’accoglienza, presso la sede dell’Assemblea, di ambasciatori e consoli dei vari paesi, si sono esibiti alcuni gruppi folkloristici
locali. Ha fatto seguito uno straordinario
party con buffet durante il quale si è data la
possibilità di far conoscenza personale e di
intrattenersi con i rispettivi diplomatici dei
vari paesi.
Sabato 13, ultimo giorno dell’Assemblea, sono stati eletti il nuovo Presidente e il
nuovo Consiglio dell’UFME. Fr. Vítor José
Melícias Lopes, Ministro provinciale del
Portogallo, è il nuovo presidente; Fr.
Wacław Chomik, Provinciale di Wroclaw
in Polonia, è stato eletto Vice Presidente.
Per il Consiglio Permanente UFME sono
stati eletti: Fr. Gabriele Trivellin, Provinciale del Piemonte (Italia); Fr. Ivan Sesar,
Provinciale di Mostar (Erzegovina).
Tra gli argomenti trattati in Assemblea,
è stata data una ampia informazione sul primo Meeting Europeo dei Giovani, tenutosi
nell’agosto scorso ad Assisi. La valutazione è stata positiva e i Ministri provinciali
europei hanno deciso di proseguire tale iniziativa, col proposito di coinvolgere negli
anni futuri le nostre varie Entità europee.
Luogo scelto per il prossimo Meeting sarà
Santiago de Compostela e la locale Provincia si farà carico dell’organizzazione. Per
preparare l’evento e coordinare lo svolgimento, ci sarà una équipe o Fraternità ”virtuale”, come veniva definita in Assemblea,
composta da Frati scelti tra le varie Province d’Europa.
L’accoglienza fraterna e calorosa dei
fratelli della Bosnia, il coinvolgimento diretto dei Ministri provinciali nella locale e
difficile realtà, le sfide che investono la
presenza dell’Ordine e della Chiesa in questo territorio, tutto ha contribuito a rendere
questa Assemblea dei Provinciali europei,
un tempo forte di condivisione, di riflessione, e di autentica formazione. La soddisfazione e la riconoscenza nei riguardi dei
Frati che hanno ospitato un appuntamento
importante dell’Ordine in Europa, sono
state unanimi ed espresse ripetutamente in
ogni modo.
FR. MARIO FAVRETTO, OFM
4. La nuova Fraternità san Francesco
d’Assisi a Khartoum (Sudan)
Il 10 ottobre 2007 la nuova Fraternità
OFM è stata presentata ufficialmente alla
Diocesi di Khartoum, dal Card. Gabriel Zubeir Wako, nell’Eucaristia conclusiva del
secondo Sinodo diocesano.
I membri della Fraternità “S. Francesco
d’Assisi” – Fr. John Lemi e Fr. Peter Tindo
(Sudan); Fr. Leopoldo Micic, Croazia; Fr.
Melito Pinili, Filippine – erano giunti in Sudan nel mese di luglio, ospitati prima nel
Seminario Maggiore “S. Paolo” di Khartoum e dal 1 agosto presso il Centro Diocesano di Catechesi di Kobar.
Gli inizi della nuova Fraternità sono stati
contrassegnati da due importanti avvenimenti: l’incontro con l’Arcivescovo di Khartoum e il “Progetto di vita della Fraternità”.
Oltre ad essere stato molto accogliente e generoso con i Frati giunti in Sudan, il Card.
Wako ha illustrato loro le priorità della sua
Diocesi, invitandoli a viverle e seguirle. Con
l’aiuto del Definitore generale, Fr. Amaral, la
Fraternità, che si è descritta come “Fraternità-contemplativa-in-missione”, ha stilato
un programma essenziale per vivere da Frati
Minori ed agire come tali nel nuovo contesto
in cui l’obbedienza li ha posti.
5. Incontro del Definitorio con i Visitatori generali
Roma, Curia generale, 12-16.11.2007
Dal 12 al 16 novembre 2007 si è tenuto,
presso la Curia generale, l’incontro dei Visitatori eletti nel 2007 con il Ministro e il
Definitorio generale.
Partecipanti
Definitorio generale
Fr. José Rodríguez Carballo (Min.
Gen.); Fr. Francesco Bravi (Vic. Gen. et
Proc. Gen.); Fr. Finian McGinn (Def.
Gen.); Fr. Šime Samac (Def. Gen.); Fr. Miguel J. Vallecillo Martín (Def. Gen); Fr.
Ambrogio Van Si Nguyen (Def. Gen.); Fr.
Amaral Bernardo Amaral (Def. Gen.); Fr.
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Mario Favretto, (Def. Gen); Fr. Luis Gerardo Cabrera Herrera, (Def. Gen.); Fr. Juan
Ignacio Muro Aréchiga, (Def. Gen.); Fr. Jakab Várnai, (Def. Gen.)
Visitatori generali
Fr. Paskalis Bruno Syukur, Prov. S. Michaëlis Archangeli (Indonesia), Cust. Aut.
S. Ioannis Baptistæ (Pakistania); Fr. Dominique Joly, Prov. Trium Sociorum (Gallia,
Belgium), Prov. S. Joseph Sponsi BMV
(Canada); Fr. Andrew Brophy, Prov. Assumptionis BMV (USA), Prov. S. Ioannis
Baptistæ (USA); Fr. Frank Jasper, Prov. S.
Ioannis Baptistæ (USA), Prov. SS. Cordis
Iesu (USA); Fr. Damiano Di Stefano, Prov.
Aprutiorum S. Bernardini Sen. (Italia),
Prov. Lyciensis Assumptionis BMV (Italia); Fr. Austin McCormack, Prov. Immac.
Conc. BMV (Britannia Magna), Prov. S.
Pauli Apostoli (Melita); Fr. Peter Záň,
Prov. S. Salvatoris (Slovakia), Fund. S.
Francisci Ass. dep. a Min. Gen. (Russia et
Kazakistania); Fr. Márcio Luís Costa, Cust. Aut. ND Septem Gaudiorum (Brasilia),
Prov. S. Fidei (Columbia); Fr. Giacinto
D’Angelo, Prov. Salernitano-Lucana Immaculatae Conceptionis BVM (Italia),
Prov. Picena S. Iacobi de Marchia (Italia);
Fr. Gloriano Pazzini, Prov. Bononiensis
Christi Regis (Italia), Prov. Tridentina S.
Vigilii (Italia); Fr. Javier Gómez Jiménez,
Prov. B. Juniperi Serra (Mexicum), Prov.
ND de Guadalupe (America Centralis); Fr.
Fedele Pradella, Prov. Pedemontana S. Bonaventurae (Italia), Prov. Sardiniaæ S. Mariae Gratiarum (Italia); Fr. Aldo La Neve,
Prov. Romana SS. Apostolorum Petri et
Pauli (Italia), Prov. Seraphica S. Francisci
Assisiensis (Italia); Fr. Luigi Giacometti,
Prov. Seraphica S. Francisci Assisiensis
(Italia), Prov. Siciliæ SS. Nominis Iesu
(Italia); Fr. José M. Moreira Pereira de Faria, Prov. SS. Martyrum Marochiensium
(Lusitania), Cust. Aut. S. Clarae Assis.
(Mozambicum); Fr. Aidan Mc Grath, Prov.
Hiberniæ (Hibernia), Prov. ND Reginae
Pacis (Africae Australis); Fr. Inácio Dellazari, Prov. S. Francisci Assisiensis (Brasilia), Cust. Aut. ND Septem Gaudiorum
(Brasilia).
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Segreteria generale
Fr. Ernest Karol Siekierka (Vice Segr.
gen.); Fr. Francisco Manuel Romero García
(Vice Segr. gen.).
Interpreti
Fr. Patrick Hudson (inglese-italiano) Fr.
César Javier Orduña (spagnolo); Fr. Stefano Lovato (italiano); Fr. Giovanni Rinaldi
(italiano-inglese).
Assistenti
Fr. Philippe Schillings (Verbalista); Fr.
Simone Lopata (Assistente computer); Fr.
Samuele Portka (Assistente in Aula).
Agenda
L’incontro è iniziato il 12 novembre, alle ore 9, nell’Aula “Giovanni Duns Scoto”.
Salutati i partecipanti, il Ministro generale,
Fr. José R. Carballo, ha ricordato le motivazioni e lo scopo di questa assemblea ed ha
sottolineato, a motivo della varietà dei luoghi di provenienza dei Visitatori, il carattere internazionale e multi-culturale del nostro Ordine. La prima parte della mattinata
si è conclusa con l’auto-presentazione dei
congressisti e con la presentazione da parte
del Moderatore di turno, Fr. Mario Favretto, di tutti coloro che collaboreranno alla
buona riuscita dell’incontro: Interpreti, Verbalista ed Assistenti. La seconda parte della
mattinata è stata utilizzata per l’ascolto della Relazione del Ministro generale («La visita canonica al servizio della persona e delle Entità»), che con il supporto tecnico (immagini e didascalie), allestito da Fr. John
Abela, si è soffermato su vari aspetti della
visita, soprattutto sul significato della vita
canonica: momento di grazia per la conversione, la costruzione della Fraternità locale,
provinciale ed universale. Nel pomeriggio
c’è stato il lavoro in gruppi linguistici sulla
Relazione di Fr. José, conclusosi in Assemblea con la condivisione di quanto emerso
nei gruppi ed un dialogo – con domande, richieste di delucidazioni e di ulteriori informazioni – dei Visitatori con il Ministro.
Il secondo giorno, 13 novembre, si è caratterizzato dall’alternarsi di Relazioni
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(«Visita, designazione dei candidati, relazione intermedia», Fr. Šime Samac; «Capitolo, elezioni, relazione al capitolo», Fr.
Luis Cabrera; «Congresso capitolare, relazione finale», Fr. Jakab Várnai), lavori in
gruppi e condivisione in assemblea.
La mattinata del terzo giorno, 14 novembre, è stata dedicata all’incontro personale
con il Ministro generale e alla visita dei Segretariati ed Uffici della Curia. Nel pomeriggio Fr. Francesco Bravi, Vicario e Procuratore generale, ha presentato «Il progetto
provinciale e la terza tappa dell’itinerario
“la grazia delle origini”» e Fr. Giancarlo
Lati, Economo generale, si è soffermato sul
senso dell’economia in una Fraternità francescana ed ha illustrato i nuovi moduli contenuti negli «Statuti per la Visita canonica e
la Presidenza del Capitolo provinciale».
Il quarto giorno, 15 novembre, è stato un
alternarsi di relazioni da parte dei segretariati ed Uffici della Curia (Formazione e
Studi, Fr. Massimo Fusarelli; Evangelizzazione e Missioni, Fr. Nestor Schwarz e Fr.
Vincenzo Brocanelli; Giustizia, Pace ed Integrità del Creato, Fr. Vicente Felipe; Pro
Monialibus, Fr. Rafael Blanco Pérez e Fr.
Joy Prakash; OFS, Fr. Ivan Matić) e lavori in
gruppi linguistici ed in assemblea.
I lavori del 16 novembre, ultimo giorno
dell’incontro, si sono aperti con le risposte
dell’Ufficio giuridico (Fr. Francesco Antonelli) ad alcune domande presentate per
scritto dai Visitatori generali. Sono proseguiti con la presentazione del lavoro della
Segreteria generale (Fr. Ernest Siekierka) e
della Procura generale (Fr. Valentino Menegatti). Nel pomeriggio, in assemblea, si è
svolta la valutazione dell’incontro, sfociata
in un interessante dialogo dei partecipanti
con il Ministro generale, che, poi, ha rivolto
loro parole di ringraziamento per la partecipazione attiva e, soprattutto, per avere accettato questo servizio di animazione dei
Frati e delle Entità. L’incontro si è concluso
con la Concelebrazione eucaristica delle ore
18, presieduta dal Ministro generale, che, al
termine, ha dato a ciascuno ufficialmente “il
mandato” di visitare i Frati e le Fraternità a
suo nome e a nome di tutto l’Ordine.
FR. LUIGI PERUGINI, OFM
6. Incontro del Custode di Terra Santa
con la Conferenza Transalpina
Szécsény, Ungheria, 27.11.2007
La Conferenza Transalpina (COTAF) ha
invitato il Custode di Terra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa, a partecipare ad una
giornata di studio sulla situazione della
Terra Santa e sulla collaborazione di questa con le Province della Conferenza. Poiché la sessione della Conferenza era prevista in Ungheria, la Provincia “Nostra Signora degli Ungheresi” ha chiesto al
Custode di anticipare di tre giorni la sua
venuta in Ungheria per incontrarsi con le
realtà locali. La disponibilità fraterna del
Custode ha offerto l’occasione per un’assemblea dei Frati della Provincia il 24 novembre a Buda. Nell’incontro il Custode
ha informato sulle difficoltà ed unicità di
questa missione. Dopo l’incontro il Custode ha celebrato l’Eucaristia nella cappella
ristrutturata del convento. All’indomani si
è celebrata l’Eucaristia nella chiesa dei
Frati, situata al centro di Pest, seguita da
un incontro con i fedeli che si sono riuniti
in grande numero. I tempi tra i vari momenti venivano quasi sempre impiegati
per varie interviste. Il Primate e Arcivescovo di Esztergom, Péter Card. Erdő, ha
ricevuto il Custode nel suo ufficio a Budapest il 26 novembre, mentre i Ministri provinciali della Conferenza arrivavano per la
sessione che stava per iniziare nella casa
del Noviziato comune delle Province di
Ungheria e di Transilvania (Romania) a
Szécsény. Il Custode ha trascorso il giorno
27 novembre con la Conferenza, che ha
apprezzato molto l’informazione dettagliata da lui offerta. Un punto che ha suscitato un particolare interesse è stato
quello del ruolo dei Commissari nel contesto della diminuzione numerica dei Frati
nella regione transalpina. In Francia e in
Germania questo ufficio è svolto in collaborazione. In Ungheria e Transilvania
(Romania) la difficoltà consiste nel ristabilire i contatti con la Terra Santa dopo
un’interruzione forzata durante il comunismo. È stata anche trattata la questione
della colletta del Venerdì Santo. Il Custode
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ha sottolineato l’importanza di questa colletta per il sostentamento della Custodia e
la delicatezza della sua organizzazione in
comunione con i Vescovi diocesani.
L’incontro ha permesso una migliore comprensione della realtà della Terra Santa e,
nel contempo, di quella della Conferenza
Transalpina.
FR. JAKAB VÁRNAI
7. Notitiæ particulares
– MONS. MARCO DINO BROGI, OFM, Arcivescovo titolare di Città Ducale, è stato
nominato da Benedetto XVI Consultore
della Congregazione per le Chiese
Orientali.
(L’Osservatore Romano, 16 settembre 2007)
– FR. UMBERTO BETTI OFM, della Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati, Italia, è
stato nominato Cardinale da Benedetto
XVI nel Concistoro Ordinario Pubblico,
tenuto nella Basilica Vaticana il 24 novembre 2007.
1. Breve nota biografica
Il cardinale Umberto Betti, dell’Ordine
dei Frati Minori, già rettore della Pontificia
Università Lateranense, è nato a Pieve S.
Stefano (Arezzo) il 7 marzo 1922. Entrato
in Noviziato il 23 luglio 1937, ha emesso la
Professione temporanea il 2 agosto 1938 e
quella solenne il 31 dicembre 1943. È stato
ordinato sacerdote il 6 aprile 1946.
Conseguito il Dottorato in teologia presso il Pontificio Ateneo Antonianum (oggi
Pontificia Università Antonianum), è stato
Professore di teologia Dogmatica ed Educatore negli Studentati teologici di Siena e
Fiesole. Compiuto un anno di specializzazione nell’Università Cattolica di Lovanio,
nel luglio del 1964 è stato nominato dal Ministro generale dell’Ordine Professore nel
Pontificio Ateneo Antonianum. Da quella
data ha fatto parte della Fraternità del Collegio Internazionale S. Antonio, fino al 27
settembre 1995, quando, con l’obbedienza
del Ministro generale, è rientrato in Provin-
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cia, sotto l’obbedienza del Ministro provinciale, che lo ha assegnato alla Fraternità
della Verna.
Nel 1961 è stato nominato consultore
della Commissione teologica preparatoria
del Concilio Vaticano II. Nel 1963 è arrivata la nomina a perito conciliare. Ha collaborato alla elaborazione delle costituzioni
dogmatiche Lumen Gentium e Dei Verbum.
Nel 1964 è stato nominato qualificatore
dell’allora Suprema Sacra Congregazione
del Sant’Offizio, nel 1968 consultore della
Congregazione per la Dottrina della Fede e
nel 1984 consultore della segreteria di Stato. Nel 1968 è stato nominato consultore
della Congregazione per i Vescovi.
Dal 1991 al 1995 ha ricoperto l’incarico
di rettore della Pontificia Università Lateranense. All’interno dell’Ordine, Betti è stato
professore di teologia del Pontificio Ateneo
Antonianum (1954-1991), decano della facoltà di teologia (1966-1969) e rettore
(1975-1978). Dal 1991 è professore emerito al Pontificio Ateneo Antonianum.
Accademico ordinario della Pontificia
Accademia Teologica, è membro della
Commissione Fede e Costituzione del Consiglio mondiale delle Chiese. Nel 1995 Giovanni Paolo II gli ha conferito la Croce pro
Ecclesia et Pontifice.
È autore di numerose pubblicazioni, tra
cui: Summa de sacramentis Totus homo
(1955), La costituzione dommatica “Pastor
æternus” del Concilio Vaticano II (1961),
La dottrina sull’episcopato del Concilio
Vaticano II (1984), La dottrina del Concilio
Vaticano II sulla trasmissione della rivelazione.
La sua attività di ricerca e di studio, la
sua profondità di pensiero, la sua dedizione
alla Chiesa, in particolare attraverso il contributo offerto alla riflessione conciliare, gli
hanno valso la stima e il riconoscimento
unanime del mondo ecclesiale, accademico
e culturale. Da ricordare, di recente, il suo
toccante incontro con Benedetto XVI durante la visita alla Pontificia Università Lateranense (21 ottobre 2006).
Attualmente egli vive nel convento di
San Francesco a Fiesole.
(L’Osservatore Romano, 25 novembre 2007)
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2. Lettera di ringraziamento del Ministro
generale al Papa per la nomina di Fr.
Umberto Betti
Roma, 19 ottobre 2007
Beatissimo Padre,
la Sua sovrana decisione di chiamare a
far parte del sacro Collegio Cardinalizio il
nostro caro fratello Umberto Betti OFM ci
colma di intensa gioia.
Ancora una volta, Lei volge il Suo sguardo paterno verso i figli del Serafico Poverello, colmandoli dei Suoi doni. Il Cardinalato
conferito a Fr. Umberto Betti OFM, infatti,
non onora soltanto il servo fedele della
Chiesa e il teologo saggio, ma è un dono di
grazia per l’intero Ordine dei Frati Minori e
l’intera Famiglia Francescana.
A nome, pertanto, di tutti i Frati, e in particolare della Pontificia Università “Antonianum“, ho l’onore di manifestarLe la nostra filiale riconoscenza per questo nuovo,
eccezionale segno di paterna benevolenza,
e prometterLe di volerci maggiormente impegnare nel servizio alla nostra Santa Madre Chiesa e al suo amatissimo Pastore universale.
La prego, Padre Santo, di accompagnare
con la Sua Apostolica Benedizione e la Sua
preghiera il cammino che l’Ordine dei Frati Minori sta percorrendo con entusiasmo
verso il traguardo dell’VIII Centenario della sua fondazione, e di credere alla devozione filiale che ognuno dei Frati Minori, con a
capo l’umile sottoscritto, Le professano con
pronta e rinnovata adesione al Suo pontificale Magistero. Ho la gioia di confermarmi
della Santità Vostra
dev.mo ed obb.mo figlio in Domino
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
3. Saluto del Ministro generale in occasione della festa in onore del Cardinale U.
Betti
Roma, Curia generale, 24.11.2007
Eminenza Reverendissima,
la Fraternità della Curia generalizia La
accoglie oggi in festa e dà a Lei, agli Eminentissimi Signori Cardinali Giovanni Battista Re, Cláudio Hummes, Alessandro Do
Nascimiento, Carlos Amigo De Vallejo, agli
Eccellentissimi Vescovi, Nikola Eterovic e
Marco Dino Brogi OFM, al Ministro provinciale ed ai Confratelli della Toscana e a
tutti gli illustri e graditi Ospiti, il più cordiale “benvenuto”!
Ancora una volta la Chiesa, attraverso la
sovrana decisione del Papa, onora con la
Porpora cardinalizia un Frate Minore.
Siamo perciò riconoscenti al Santo Padre Benedetto XVI per averLa chiamata a
far parte del Sacro Collegio cardinalizio,
premiando il lungo, impegnativo e intelligente servizio da Lei reso alla Chiesa, particolarmente nel campo teologico, con il
Suo illuminato ed apprezzato insegnamento, con la direzione dell’allora Pontificio
Ateneo Antonianum oggi Pontificia Università, e successivamente della Pontificia
Università Lateranense.
La Sua saggezza e la Sua competenza
teologica sono consegnate in modo speciale alla storia del Concilio Ecumenico Vaticano II, che si avvalse della Sua preparazione culturale, insieme a quella di altri giovani teologi, tra i quali mi è doveroso
ricordare il Sommo Pontefice Benedetto
XVI che oggi Le ha conferito l’altissimo segno di distinzione quale è appunto la dignità
cardinalizia.
Ma anche a Lei, Eminenza carissima,
l’Ordine nostro, tramite il suo Ministro generale, oggi dice la sua ammirazione e il suo
plauso, perché ha saputo esprimere appieno, pur nel disbrigo di prestigiosi compiti, il
vero volto del Francescano che in sapientia
et doctrina loda l’Altissimo Signore, fonte
di ogni sapienza, e restituisce a Lui, per la
sola sua gloria, i doni ricevuti e impiegati
per il bene dei fratelli.
A nome dell’intero Ordine, a nome dei
suoi moltissimi alunni, a nome di quanti
hanno attinto dalle sue labbra la ricchezza
della divina Sapienza, io Le presento le nostre felicitazioni, il nostro augurio.
Le assicuro la nostra preghiera, e formulo l’auspicio che la Porpora con cui oggi
l’onora il Santo Padre, sia segno di nuova
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speranza per l’intero Ordine dei Frati Minori che si appresta a celebrare l’VIII Centenario della sua Fondazione, nel vivo desiderio che i Frati Minori siano dovunque e
sempre esempio di luce e di fraterna solidarietà.
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A tutti rinnovo il cordiale benvenuto e
auguro una buona continuazione della festa
fraterna!
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro generale
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Opera Omnia - n. 16, Editrice Miscellanea Francescana, Roma 2007, pp. 113.
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2007, pp. 432.
2. Extracta
– PAOLAZZI CARLO, La Regula non Bullata
dei Frati Minori (1221). Dallo “Stemma
Codicum” al testo critico, Extractum ex
“Archivum Franciscanum Historicum”
(100, 2007), Ed. Archivum Franciscanum Historicum, Grottaferrata (Roma)
2007, 5-148.
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NECROLOGIA
1. Fr. Hermann-Josef (Ewald-Hans)
Lauter
Köln, 16.02.1926
Euskirchen, 12.08.2007
P. Hermann-Josef stammte aus Köln als
Sohn der Eheleute Dr. Franz Lauter und
Ehefrau Gertrud, geb. Dreschmann. Er besuchte in Köln das Gymnasium Kreuzgasse. Nach dem 2. Weltkrieg zog seine Familie nach Troisdorf um. Dort machte er die
Bekanntschaft mit unserem P. Suitbert
Gammersbach. Beide traten 1947 zusammen in unseren Orden ein.
Bis 1954 durchlief er die Ordensausbildung in Rietberg und Mönchengladbach. In
den Jahren 1953-1954 befindet er sich im
Studienhaus der Franziskaner in Paderborn,
wo er auch von Erzbischof Lorenz Jäger am
3. April 1954 die Priesterweihe erhielt.
Nach der Priesterweihe war er zunächst von
1954 bis 1956 in Düsseldorf, dann von
1956 bis 1962 in Bonn tätig, bis er im gleichen Jahr nach Hermeskeil umzog. In diesen acht Jahren nach seiner Priesterweihe
zeigte sich in seinen Veröffentlichungen,
seinen Predigten und seiner persönlichen
Seelsorge immer stärker seine geistige
Fähigkeit und spirituelle Begabung, so dass
sein Wirken über Hermeskeil stetig hinauswuchs. Konsequenterweise wurde er im
Jahre 1966 als Leiter des gemeinsamen Pastoraljahres der Kölnischen und der Sächsischen Provinz der Franziskaner nach Köln
berufen. Vom Jahre 1969 an war er dann
auch Leiter des in Köln neu errichteten Noviziates unserer Kölnischen Ordensprovinz.
Hier hat er den Novizen und den jungen Ordenspriestern des Erzieherteams viel von
seiner reichen geistlichen Erfahrung und
Einsicht für ihr eigenes Leben mitgeben
können.
Köln sollte fortan vom Kloster in der Ulrichgasse aus sein Wirkungsbereich bleiben, auch als das Kloster aufgegeben und
die Gemeinschaft Ende der siebziger Jahre
in die Berrenrather Straße beim kath. Studentenwerk in Köln verlegt wurde. Im Jahre 1981 übernahm er die Schriftleitung des
„Pastoralblattes“ für die Diözesen Köln,
Aachen, Berlin, Essen, Hildesheim und
Osnabrück, womit sich ihm ein weites Feld
auftat. Durch die Gestaltung der Zeitschrift
und durch seine eigenen Beiträge konnte er
den in der Seelsorge tätigen Priestern, Diakonen und Laien Anregung und Hilfe geben. Der Erzbischof von Köln hatte ihn bereits im Jahre 1974 zum Dozenten für Homiletik am Erzbischöflichen Priesterseminar in Köln berufen. Zusätzlich zu dieser Aufgabe wurde er im November 1978
dort zum Subregens dieses Priesterseminars
ernannt. Im Jahre 1982 wurde er zusätzlich
Dozent für Homiletik am Erzbischöflichen
Diakoneninstitut, das in das aufgegebene
Franziskanerkloster in der Ulrichgasse eingezogen war. Am 1. Juli 1996 entpflichtete
ihn der Erzbischof von seinen Aufgaben.
Fortan lebte er in unserem Kloster in Euskirchen, weiterhin geistig sehr rege und kreativ an den kirchlichen Fragen unserer Zeit
beteiligt. Durch seinen klaren Geist, verbunden mit kirchlicher Gläubigkeit, bewahrend
und fortschrittlich zugleich, war er ein Wegweiser im Auf und Ab der Lebensfragen geworden. Viele schätzten seine Beiträge,
durch die sie Anregungen und Hilfen für die
geistliche und gläubige Gestaltung der Seelsorge erhielten. Stets behielt Pater Hermann
Josef vor Augen, dass Theologie ihren tiefsten Sinn in der Mystik findet.
Pater Hermann-Josef war daher konkret
selbst Seelsorger für viele Schwesterngemeinschaften und Einzelpersonen, dann vor
allem durch Priesterkonferenzen. Stets war
er ein wacher und solidarischer Mitbruder
in seiner Provinz, in welcher er durch seine
humorvolle Art viel zur Freude und Gelöstheit im Zusammenleben der Brüder beitrug;
er lebte gerne und mit Wohlwollen in der
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Gemeinschaft seiner Mitbrüder. Durch
Schlaganfälle jahrelang behindert, verstarb
er schließlich im Altenheim zu Euskirchen,
umgeben von seinen Mitbrüdern. Er hatte
seinen Tod herbeigesehnt, wie es von ihm
auch schriftlich hinterlegt ist. Er wollte
schauen, was er bisher geglaubt hatte: Gottes Herrlichkeit. P. Hermann-Josef starb am
12. August 2007 in Euskirchen. Am Fest
Mariä Himmelfahrt, dem 15. August 2007,
wurde er auf der Grabstätte der Franziskaner auf dem Städtischen Friedhof zu Euskirchen begraben.
FR. HERBERT SCHNEIDER
2. Fr. Christopher Coelho
Kochi, India, 14.05.1932
Hyderabad, India, 31.08.2007
Friar Christopher Coelho was born on
14th May, 1932 at Kochi, Kerala, India. In
1952 he joined the Franciscans, solemnly
professed in 1956, ordained in 1958, and
died on the 31st of August, 2007. He was
buried at St. Louis Friary, Palmaner, Chittoor District, and Andhra Pradesh, India.
He was a multi-talented person as an
artist, Sculptor, Poet, Musician and Writer.
He was a Formator for Franciscan Life for
13 years. He shot into fame in 1960s as a
Music Composer, especially for rendering
the poems of Rabidranath Tagore (Nobel
Prize winning Hindu Poet) into music
which are sung widely in the Catholic
Churches of India. As a composer he had
contributed to the official Hymn Books of
World Council of Churches and to St.
John’s Abbey publication: Our Church
Sings and Prays.
After his specialization in Radio and Television Production and Direction, Christopher wrote and directed a full length theatre
movie on Jesus which was the first introduction of the person of Jesus for millions of
filmgoers in India. Christopher’s artistic
work in the form of churches, chapels,
shrines, monuments, paintings and stained
glass windows can be seen all over India.
He published his personal reflections as
a book “Francis – A New Kind of Fool”
which was translated into Italian “La Sfida
di San Francesco: “Novello Pazzo in
Questo Mondo”. His latest works were
“And Now I Can See” and a collection of
his Franciscan songs “Sing with Francis”.
At the time of his death he was working on
The New Community Bible for India.
3. Fr. Joseph Benedictus Xuereb
Gharghur, Malta, 01.07.1935
Birkirkara, Malta, 11.10.2007
Morte fratris Joseph Benedicti, quae die
11 octobris 2007 in “Christus Sacerdos
Home” Fleur-de-Lys, Birkirkara in Insula
Melita, occurrit, non solum provincia religiosa Fratrum Minorum, verum etiam ecclesia localis fratre authentice franciscano, sacerdote exemplari ac viro integro orbatae sunt.
Neminem confratrum latet ipsum fuisse
nomine ac re religiosum, qui Seraphici Patris vestigia, tota perdurante vita consecrata, secutus, Christum cognoscere, diligere
atque imitari totis viribus conatus sit.
Frater Joseph Benedictus natus est
Gharghur, Melitae, die 1 mensis iulii 1935,
filius Augustini et Carmelae Azzopardi. Ordinem Fratrum Minorum in provincia
melitensi S. Pauli Apostoli ingressus est die
30 mensis septembris 1951; professionem
temporariam die 2 mensis octobris 1952,
professionem autem sollemnem die 12
mensis augusti 1956 emisit. Sacerdos ordinatus est in Anglia (East Bergholt, Essex)
die 12 mensis martii 1960. Studia philosophica apud seminarium franciscanum
Vallettae (Melitae), studia autem theologica
in centro studiorum provinciae Angliae peregit. Gradum academicum Doctoratus in
Theologia (Sectio Moralis) apud Pontificium Athenaeum “Antonianum” consecutus est anno 1964. Munere provincialatus
expleto, maturiori aetate, diploma in studiis
franciscanis apud Centrum Franciscanum
Internationale in Canterbury (Anglia) obtinuit. Per multos annos theologiam moralem
in nostro seminario Vallettae et apud Institutum Nationale Studiorum Ecclesiasticorum Religiosorum Melitensium (INSERM)
docuit. Operi libros edendi incessanter ma-
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gnoque cum fructu se totum dedit. Opusculum cui titulus “Regula et Vita” primum fuit
eius opus publici iuris factum (1983). Una
cum aliis fratribus sequentia opera in linguam patriam vertit: “Scripta S. Francisci”
(1975, editio prior) necnon “Scripta S. Clarae” (1986); aliae translationes se referunt
ad “Fontes mediaevales de vita S. Clarae”
(Legenda et processus canonizationis)
1993; “I Fioretti di S. Francesco d’Assisi”
1990; “Legenda Maior”, “Lignum Vitae” et
“Itinerarium mentis in Deum” S. Bonaventurae, 1998; “Legenda mediaevalia de vita
S. Antonii” 1995; Constitutiones et Statuta
generalia Ordinis Fratrum Minorum, 1998;
tandem, una cum aliis fratribus “Fontes de
vita S. Francisci”, 2005 et “Fontes de vita
Antonii”. Hoc ultimum opus mox publici
iuris fíet.
In provincia optimun servitium praestitit
in campo sive formationis sive regiminis.
Munus magistri clericomm pluries explevit, totis viribus nitens ut fratres iuvenes
maturam formationem humanam, christianam, religiosam ac franciscanam adipiscerentur. Minister provincialis electus est
1985, quo in munere usque ad annum 1990
permansit. Hoc in explendo officio humiliter, caritative atque iuste erga singulos fratres se gessit. Guardianatus munere in conventibus Vallettae et Rabati functus est.
Definitor provincialis pluribus vicibus nominatus est. Paroeciam in oppido Sliemae,
Dominae Nostrae Sacri Cordis Jesu dicatam, magno cum zelo et fructu in bonum fidelium administravit. Qua pastor animarum, per multos annos ministerio sacramenti reconciliationis, praedicationis atque
directionis spiritualium recessuum toto
animo se dedit.
Minime praetermittenda sunt munera in
servitium Ordinis a nostro confratre extra
provinciam in domibus a Ministro generali
dependentibus expleta. Guardianus Collegii
Internationalis S. Bonaventurae (Grottaferrata) fuit annis 1992-1993. Postea, Secretarius generalis Pontificii Athenaei “Antonianum” nominatus est anno 1993 et permansit
hoc in officio usque ad annum 1999.
Fr. Joseph Benedictus fecunde in vinea
Domini adlaboravit fructumque abundan-
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tem in animarum salutem produxit. Religiosus authentice franciscanus a confratribus ac christifidelibus merito agnoscitur, utpote exemplaris vitae religiosae optimum
testimonium praebuit. Sensu gratitudinis
erga maternam provinciam religiosam eminenter excelluit. Toto affectu eam diligere
numquam desinebat immo confratres verbo
et exemplo ipsam amare docebat. Charisma
franciscanum ei cordi fuit idque usque ad finem suae vitae totis viribus promovere conatus est.
Provincia melitensis grates quam maximas Deo agit de inaestimabili dono ei concesso in persona ac multiformi apostolica
activitate dilecti tanti filii.
Dominus Deus, cui fideliter servivit,
Fratri Joseph Benedicto aeternam requiem
misericorditer donet!
FR. IVO TONNA
4. Fr. Simpliciano (Mario Virginio) Olgiati
Dairago (MI), 02.12.1929
Brescia, 30.11.2007
Fr. Simpliciano nasce a Dairago (MI) il
2 Dicembre 1929 e viene battezzato nella
Parrocchia di S. Genesio con il nome di
Mario Virginio. Entra nel Collegio Serafico
di Saiano (BS) nel 1940 e compie gli studi
medi e ginnasiali a Saiano e a Cividino
(BG). Il 16 Agosto 1945 a Rezzato (BS) riceve il saio della prova da fr. Giovanni
Chiodini, Ministro provinciale, e trascorre
l’anno di noviziato, al termine del quale, il
27 Agosto 1946, emette la Professione temporanea nelle mani di fr. Camillo Merazzi,
Ministro provinciale. Prosegue la formazione iniziale a Sabbioncello (LC) (1946-49),
a Busto Arsizio (VA) (1949-50) e a Milano
S. Antonio (1950-53) completando gli studi
di Teologia. Il 15 Aprile 1951 emette la Professione solenne a Milano S. Antonio nelle
mani di fr. Feliciano Olgiati, suo fratello,
Delegato dal Ministro provinciale. Il 21
Marzo 1953 viene ordinato Diacono a S.
Bernardino alle Ossa in Milano dal beato
Card. Ildefonso Schuster, Arcivescovo di
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Milano; il 15 Agosto dello stesso anno viene ordinato Presbitero a Milano S. Antonio
da S. Ecc.za Mons. Bonifacio Bertoli ofm,
Vicario apostolico di Tripoli.
Dal 1953 al 1958 frequenta la Facoltà di
Lettere Moderne presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, risiedendo a Milano S.
Angelo (1953-54) e Milano S. Antonio
(1954-58). Una volta conseguita la Laurea
in Lettere moderne gli viene affidata
l’obbedienza di svolgere l’attività di docente presso il Liceo Luzzago a Brescia S. Gaetano. Così dal 1958 ininterrottamente, finché la malattia glielo ha permesso, Fr. Simpliciano, Simplicio per gli amici, è stato il
punto di riferimento costante per intere generazioni di studenti, che in lui hanno trovato non solo l’insegnante colto e appassionato, ma anche il fratello e il padre a cui
confidare le gioie e le sofferenze dell’adolescenza.
Del Franciscanum-Luzzago è stato anche Rettore dal 1976 al 1992, mentre nella
locale fraternità è stato Vicario dal 1994 al
2000 e Guardiano dal 2000.
Fr. Simpliciano ha posto a servizio della
Provincia la sua vivace intelligenza e la
francescana schiettezza nei molteplici incarichi che i confratelli gli hanno affidato e
che egli ha sempre affrontato con tenace volontà, nonostante la sua cagionevole salute.
Prefetto per gli Studi (1964-67); Censore
della stampa (1991-1993); Moderatore per
la Formazione Permanente (1991-2003);
membro del Segretariato Formazione e Studi (1970-76; 1988-2003) e del Consiglio
della Formazione Permanente (dal 2003).
Per cinque mandati Definitore provinciale
(1964-67; 1985-88; 1991-94; 1994-96;
2000-2001). Infine, Vicario provinciale dal
1973 al 1988 e dal 9 Maggio 2001 al Capitolo del 2003. In quest’ultimo mandato, iniziato a causa delle dimissioni del precedente Vicario, ha anche retto la Provincia con
potestà ordinaria dal 7 Giugno al 6 Luglio
2003, durante la vacanza dell’ufficio di Ministro provinciale, venutasi a creare per
l’elezione di Fr. Francesco Bravi come Definitore generale.
A testimonianza della vastità della sua
cultura e della ricchezza del suo intelletto
d’amore, lascia numerose opere di poesia,
fra le quali la composizione “Le Stigmate –
Sacro Mistero”, la traduzione dal latino di
alcuni testi fondamentali della spiritualità
francescana e una vasta produzione di musica sacra, sia per il canto del salterio che
per le celebrazioni liturgiche, assiduamente
eseguita con il coro da lui diretto a Brescia
S. Gaetano.
È stato promotore e organizzatore della
Scuola di Spiritualità, oltre che di molte altre iniziative culturali e spirituali con le
quali ha contribuito a far amare il poverello
d’Assisi a molta gente di Brescia e della
provincia. Lo ricordiamo anche per la fraterna vicinanza data alle Clarisse e all’Ordine Francescano Secolare, di cui è stato per
lunghi anni Assistente della fraternità di
Brescia.
Ormai provato dalla malattia che lo aveva costretto a ridurre al minimo le sue attività, Fr. Simplicio, semplice di nome e per
virtù, ha accolto sorella morte con animo lieto il 30 Novembre 2007, all’appressarsi dell’Avvento, inizio del nuovo anno liturgico.
Era lui a comporre i versi con i quali desideriamo ricordare i nostri confratelli defunti nelle immaginette-ricordo. Il Signore,
Verità e Bellezza, gli doni di comporre per
se stesso la poesia dell’amore senza fine,
nella gioia intramontabile dei cori celesti.
A Laude di Cristo e del poverello Francesco.
FR. ERNESTO DEZZA
5. Fr. Aloísio Card. Lorscheider, OFM,
1. Biografia
Linha Geraldo, Brasile, 08.10.1924
Porto Alegre, Brasile, 23.12.2007
Con la morte del cardinale Aloísio Lorscheider scompare una delle più significative figure dell’episcopato latinoamericano
dell’ultimo secolo. Figlio di san Francesco
sempre manifestò fortezza nella fede, solidarietà fraterna, carità sacerdotale vissuta
interamente al servizio degli ultimi con i
quali il Signore gli aveva dato «l’opportunità» – come diceva egli stesso – di condi-
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videre timori e sofferenze; così apparve negli anni ottanta quando da arcivescovo di
Fortaleza, nel nord-est del Paese fu minacciato di morte da un gruppo di carcerati ammutinati durante una visita che egli stesso
stava compiendo nel carcere di Paulo Sarasate, a pochi chilometri da Fortaleza. Un
manipolo di carcerati si era fatto scudo del
cardinale per tentare una fuga clamorosa.
Un blitz della polizia brasiliana riuscì a liberare Lorscheider e gli altri ostaggi senza
gravi conseguenze. «Don Aloísio – ricordarono i suoi compagni di disavventura – non
mancò di cogliere anche quella occasione
che il Signore gli aveva dato per testimoniare la sua fede, il suo coraggio, ma soprattutto la sua predilezione per gli emarginati e riuscì anche a comprendere le ragioni
di quella rivolta».
Quando lo ricondussero a casa, stremato
per la fatica, trovò una folla enorme e commossa ad attenderlo. «Abbiamo sofferto
tutti – furono le sue prime parole – molto,
noi e loro. Perdono e prego per i miei sequestratori». L’episodio non lo distolse dalla sua missione con lo stile di sempre, recandosi dovunque c’era uno dei suoi figli
che soffriva.
Questo era il suo modo di vivere il Vangelo, e di testimoniare Cristo accanto ai poveri.
Aloísio Lorscheider era nato a Linha Geraldo, frazione del comune di Estrela, nello
Stato brasiliano di Rio Grande do Sur, l’8
ottobre del 1924, da una famiglia d’origine
tedesca: Giuseppe Lorscheider si chiamava
il padre e Veronica Gerhardt la madre. Era
ancora un bambino – aveva nove anni –
quando i genitori, per assecondare la precoce vocazione religiosa, accondiscesero a
fargli proseguire gli studi nel seminario minore dei padri francescani di Taiquari.
Compiuta con profitto la prima fase degli
studi, proseguì i corsi superiori a Divinopolis, nello stato di Minas Gerais, manifestando una spiccata propensione per le materie
teologiche e filosofiche. Eccelleva, peraltro, anche nelle materie scientifiche, soprattutto in matematica.
Non aveva ancora 18 anni quando, il 1°
febbraio del 1942, indossò per la prima vol-
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ta l’abito francescano. Esattamente un anno
dopo, il 2 febbraio, emise la professione
semplice e, il 13 marzo del 1946, quella solenne. Il 22 agosto del 1948 fu ordinato sacerdote. Nel frattempo aveva continuato a
studiare e nel seminario di Taiquari, che lo
aveva visto bambino e dove era ritornato, fu
incaricato di insegnare latino e matematica.
Inoltre egli impartiva lezioni di tedesco, lingua che aveva appreso dai suoi genitori. Le
superiori doti intellettuali, di cui il giovane
francescano diede ben presto prova, convinsero i superiori ad inviarlo a Roma per
proseguire gli studi di teologia nell’Ateneo
Antonianum. Qui si dedicò con particolare
impegno ad approfondire la conoscenza
della teologia dogmatica e nel 1952 conseguì la laurea.
Rientrato in Brasile fu incaricato di insegnare teologia dogmatica nel seminario
francescano di Divinopolis dove aveva studiato da ragazzo. Poco dopo veniva nominato commissario definitore del Terz’ordine francescano, continuando i propri studi.
Scrisse infatti numerosi saggi su riviste specializzate del suo paese, offrendo preziosi
contributi all’approfondimento di controverse questioni teologiche. I suoi studi convinsero, nel 1958, i superiori dell’ordine ad
affidargli l’incarico di professore al pontificio Ateneo Antonianum. A Roma la sua cultura e le non comuni doti di spiritualità e di
umanità gli meritarono ben presto la stima
e l’affetto di superiori ed allievi. Fuori dell’ateneo svolse anche numerose attività pastorali soprattutto accanto ai giovani delle
associazioni cattoliche e nella Federazione
universitaria cattolica italiana (FUCI).
All’Ateneo rimase per quattro anni. In
questo periodo fu anche visitatore generale
nella provincia francescana del Portogallo.
Dopo aver ottenuto la pienezza del sacerdozio il padre Lorscheider poté manifestare tutto il suo zelo pastorale; nel 1962, il
3 febbraio, Papa Giovanni XXIII lo nominò vescovo, affidandogli la cura della
diocesi di Santo Ângelo in Brasile. Ricevette l’ordinazione episcopale il 20 maggio
dello stesso anno e resse la diocesi sino al
marzo del 1973. I fedeli non lo hanno mai
dimenticato. Si era dimostrato subito un
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vescovo diverso dagli altri. Era sempre in
movimento, instancabile, per visitare periodicamente le parrocchie della sua diocesi, anche le più isolate ed era accolto sempre da grandi manifestazioni di affetto.
Amministrava personalmente i sacramenti.
Per sua iniziativa il seminario diocesano
ebbe un grande impulso, ma fu soprattutto
nel contatto umano con il clero e con i fedeli che rifulse la sua straordinaria personalità di pastore.
Alle qualità umane univa una non comune capacità organizzativa e la diocesi ne
trasse grandi benefici. In seguito gli vennero affidati incarichi sempre di maggior prestigio e di maggiore responsabilità. Membro della commissione teologica della Conferenza episcopale brasiliana, fu successivamente nominato primo segretario e
quindi presidente.
Il 26 marzo 1973 Papa Paolo VI lo promosse alla sede arcivescovile di Fortaleza.
dove rimase sino al 12 luglio 1995 allorché
Giovanni Paolo II lo trasferì nell’arcidiocesi di Aparecida, alla quale rinunciò il 28
gennaio 2004.
A Fortaleza, una delle diocesi più importanti ma anche una delle più difficili di
tutto il Brasile, il presule confermò tutte le
sue innate doti di pastore. I suoi fedeli, soprattutto quelli più poveri e più emarginati, lo hanno amato come un padre che, del
resto, si era sempre mostrato preoccupato
delle loro condizioni di vita ed aveva cercato in tutti i modi di alleviare le loro sofferenze.
Fu creato cardinale da Papa Paolo VI nel
concistoro del 24 maggio 1976. La nuova
dignità cardinalizia contribuì a dare maggior vigore alla sua azione pastorale che è
proseguita sino alla fine di una vita concretamente votata al servizio di Cristo, della
sua Chiesa e dei suoi poveri. Era considerato un uomo di primo piano non solo nella
sua diocesi ma anche in tutto il Brasile e nel
resto del mondo.
Tra i vari incarichi da lui ricoperti, fu anche vicepresidente della Conferenza episcopale latino americana.
(L’Osservatore Romano, 24-25 dicembre 2007, p. 8)
2. Le esequie
Un padre, un fratello, un amico autenticamente francescano. Così il Brasile ricorda il cardinale Aloísio Lorscheider, arcivescovo emerito di Aparecida, morto il 23 dicembre all’età di 83 anni. Le esequie sono
state celebrate nella cattedrale di Porto Alegre il 26 dicembre. A nome del Papa le ha
presiedute il cardinale Odilo Pedro Scherer,
arcivescovo di São Paulo. Tantissime persone hanno voluto testimoniare affetto e
gratitudine per questo amato pastore, una
delle figure più significative e conosciute
dell’episcopato latinoamericano.
«Il cardinale Lorscheider – ha affermato
nell’omelia – ci ha lasciati dopo una vita
lunga e piena di opere. Nella sua esistenza
ha cercato di rendersi gradito a Dio e alla
sua Chiesa nel sacerdozio e nell’episcopato. Ha cercato di vivere le beatitudini attraverso la sua consacrazione a Dio nei consigli evangelici e nel servizio alla Chiesa e all’umanità. Durante la sua lunga malattia, a
mano a mano che perdeva il vigore della salute, si è preparato serenamente all’incontro
con il Signore, passando per la morte. Ora
ha lasciato la fragile tenda del suo corpo
mortale. E noi uniamo le nostre preghiere
affinché, come il servo buono e fedele della
parabola, il Signore lo inviti a sedersi alla
mensa, sia ricevuto nella dimora eterna e
abbia un buon posto nel banchetto della vita eterna».
Il cardinale Scherer ha affermato che «la
scomparsa di una persona è sempre motivo
di afflizione e di dolore. Allo stesso tempo,
come cristiani, eleviamo a Dio l’azione di
rendimento di grazie per il dono che questa
persona ha rappresentato mentre è stata in
mezzo a noi. Ciò vale ancora di più per un
ministro di Dio e un pastore generoso qual è
stato il cardinale Aloísio. La sua vita è stata
un vero dono di Dio alla Chiesa e, in particolare, al Brasile e alle diocesi dove ha esercitato il suo episcopato. Perciò, in questa
celebrazione dell’eucaristia in suo suffragio, mentre lo affidiamo alla misericordia
divina, al Signore della vita, rendiamo grazie a Dio per il dono del cardinale Aloísio e
per tutto il bene che egli ha compiuto».
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I suoi dati biografici, ha concluso il cardinale Scherer, rivelano una grande ricchezza di qualità umane e di virtù cristiane
«e lui, con grande generosità ha posto questi talenti al servizio del prossimo e del Regno di Dio».
[...]
Il giorno successivo, giovedì 27, il cardinale è stato tumulato nel convento di Daltro
Filho (a 130 chilometri da Porto Alegre). La
messa è stata presieduta da monsignor Irineu
Sílvio Wilges, vescovo di Cachoeira do Sur,
anch’egli dell’ordine dei frati minori. «Il cardinale Aloísio era un vero francescano – ha
subito detto nell’omelia –. E ha vissuto fino
in fondo la regola di san Francesco: osservare il Vangelo del Signore nostro Gesú Cristo,
vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Sì, il Vangelo ha orientato
tutta la vita del cardinale Aloísio».
Riferendosi al passo evangelico delle
beatitudini, narrato da Matteo, il vescovo
Wilges ha affermato che «il cardinale Aloísio ha letto, meditato, predicato e vissuto
profondamente queste parole di Gesù. Si è
lasciato pervadere dallo spirito della magna
charta del cristianesimo: il discorso della
montagna. È stato povero come Cristo. È
stato povero come san Francesco di Assisi,
distaccato dai beni, senza possedere nulla.
Ha amato i poveri perché ha visto in essi
Gesù Cristo sofferente. Ha confortato e
consolato gli afflitti. È stato mite, un uomo
senza odio e senza vendetta, ma con tanta
fame e sete di giustizia. Ha difeso le persone perseguitate, coloro che, non avevano un
tetto, il pane, la terra. È stato un uomo misericordioso, sempre pronto a perdonare. È
stato un uomo buono, un uomo di pace e riconciliazione. Per lui essere strumento di
pace non è stata solo la preghiera francescana, ma lo stile della vita».
«Il cardinale Aloísio – ha proseguito
monsignor Wilges – é stato un uomo che ha
vissuto lo spirito delle beatitudini, e per
questo ha collaborato generosamente con
Dio nella costruzione di un nuovo cielo e di
una nuova terra. Una terra dove Dio dimora, dove Dio regna. Una terra con meno dolore e sofferenza, con meno lacrime, con
meno morti. Ha contribuito a costruire un
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mondo con più amore, più pace, più giustizia, più gioia e solidarietà. Per questo diciamo, parafrasando san Francesco, laudato sii
mio Signore, per averci dato quella persona
meravigliosa che è stata il cardinale Aloísio.
Un francescano, un francescano presbitero,
un francescano vescovo, un francescano
cardinale. Soprattutto un fratello di tutti».
Il vescovo ha voluto rispondere alla domanda che tanti in Brasile si sono posti: chi
è stato il cardinale Aloísio? «Ecco – ha detto – alcune espressioni significative pubblicate dai mass media: il cardinale Aloísio è
stato un uomo di Dio, un uomo di preghiera, un uomo di Chiesa, un grande teologo,
un uomo che è passato per questo mondo
facendo il bene, un uomo di gioia. E ancora
i mass media hanno rilevato come Aparecida ricorderà sempre il suo sorriso; come
egli abbia insegnato che accogliere è evangelizzare; come abbia servito i poveri, difeso i perseguitati, sostenuto i detenuti. Come
sia stato anche un pastore che ha partecipato a due conclavi. È molto raro, si è letto sui
giornali, incontrare persone della statura del
cardinale Aloísio. È stato un uomo umile,
capace persino di pulire le stanze da bagno.
È per tutto questo che rendiamo grazie a
Dio di averci donato il cardinale Aloísio
Lorscheider».
(L’Osservatore Romano, 30 dicembre 2007)
3. Il cordoglio del Papa
– Telagramma all’arcivescovo di Porto
Alegre, Mons. Dadeus Grings
Recebi com grande pesar a notícia do falecimento do Senhor Cardeal Dom Aloísio
Lorscheider, OFM, e, ao recordar a sua
constante e generosa dedicação inicialmente à diocese de Santo Ângelo e, posteriormente, às arquidioceses de Fortaleza e de
Aparecida, bem como à Santa Sé, como
membro de diversas Congregações, à
CNBB e ao CELAM, elevo fervorosas preces de sufrágio para que Deus Ihe conceda
eterno descanso na luz do nosso Salvador
Jesus Cristo. Ao participar no luto exprimo
também minhas sinceras condolências a to-
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dos enlutados, em especial comunidade
diocesana e familiares do extinto, ao enviarlhes, como penhor de conforto na esperança
em Cristo Ressuscitado, a Benção Apostólica, extensiva à ordem dos Frades Menores.
BENEDICTUS PP. XVI
– Telegramma a Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale
Appresa con tristezza la notizia della
morte del Signor Cardinale Aloísio Lorscheider OFM Arcivescovo emerito di Aparecida desidero esprimere a lei e all’intero
Ordine dei Frati Minori le mie sincere condoglianze mentre innalzo fervide preghiere
di suffragio perché il Signore lo accolga nel
gaudio e nella pace eterna.
BENEDICTUS PP. XVI
(L’Osservatore Romano, 24-25 dicembre 2007)
4. Lettera del Ministro generale al Ministro provinciale Fr. João Inácio Müller
Ao Ministro provincial
Província S. Francisco De Assis
Porto Alegre – Rs – Brasil
Roma, 23 de dezembro de 2007.
Prot. MG 289/07
Querido Ministro provincial
Frei João Inácio Müller
e confrades da
Província S. Francisco de Assis,
O Senhor vos dê a paz!
Venho, em nome da Ordem dos Frades
Menores, expressar meu pesar e solidarizarme convosco pelo falecimento do querido
Eminentíssimo Cardeal D. Frei Aloísio
Lorscheider, ocorrido neste quarto domingo
do Advento, 23 de dezembro de 2007.
Quero registrar minha particular admiração pelo testemunho de Frade Menor deixado por este nosso irmão, que sempre demonstrou um extraordinário amor pela
Igreja à qual serviu como Bispo e Cardeal
com incansável dedicação e doação, com
particular competência e sabedoria, com fidelidade e coerência, sem nunca perder sua
identidade tipicamente franciscana.
Cardeal D. Frei Aloísio, em seu ministério na Igreja, como Bispo e Cardeal, permaneceu sempre um autêntico Frade Menor no
seu jeito simples e alegre de ser, no seu
exemplar cultivo de profunda espiritualidade, na sua cordialidade para com todas as
pessoas sem discriminação e sem exclusão,
no seu amor de predileção pelos pobres e
excluídos, na sua obediência ao Papa e ao
Evangelho, no seu espírito de colegialidade
com os irmãos no episcopado, na sua coragem profética diante de injustiças e violações dos direitos humanos, no seu senso de
pertença à Ordem Franciscana.
Na recente visita que vos fiz como Ministro geral à vossa amada Província fiquei
particularmente impressionado no contato
pessoal com este nosso irmão no Convento
da Cúria provincial. Soube e testemunhei
que Cardeal D. Frei Aloísio, após deixar o
exercício ativo do seu ministério episcopal,
se integrou na vossa Fraternidade como um
irmão a mais, sem exigir algum privilégio,
querendo um quarto simples, sendo obediente ao guardião da casa e ao Ministro
provincial. O único espaço maior que aceitou no Convento foi para conservar sua biblioteca particular. Não quis nada para si,
nem mesmo o carro recebido de presente da
Diocese de Aparecida, como gesto de gratidão, entregando-o ao guardião do Convento e dizendo que pertencia à Fraternidade.
Sua palavra entre os Confrades era escutada
com respeito, não por ele ser Bispo e Cardeal, mas porque vinha carregada de sabedoria e de uma autoridade decorrente do
testemunho de vida. Sua presença irradiava
calor humano, força espiritual, alegria, simplicidade e cordialidade na convivência fraterna. Mostrou especial interesse pela Ordem.
Junto convosco peço a Deus, nosso Pai,
o sumo Bem, junto com seu dileto Filho e o
Santo Espírito, para que o acolha no seu
Reino e lhe dê a plenitude de vida. Tenho
certeza que nosso pai S. Francisco de Assis
o receberá na comunhão dos santos com
profunda alegria por reconhecer nele um
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autêntico Frade Menor. E nós, como Igreja
e como Família Franciscana, sentimos a
tristeza pela partida deste nosso ilustre irmão, mas nos alegramos com seu testemunho de vida que queremos conservar em
nossa memória e em nosso coração.
Fraternalmente
FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO OFM
Ministro geral
6. Br. Seán Collins
Ennis, Ireland, 20.10.1945
Dublin, Ireland, 24.12.2007
1. Biography
Seán was born on 20 October 1945 in
Ennis and was educated at the local Christian Brothers School. He entered the novitiate in October 1962 and was professed a
year later. He was gifted musically and intellectually and pursued a brilliant course of
studies at University College Galway
(B.A.,1966), Catholic University of Louvain (B.Ph, 1968) and the PAA (STL,
1972). Following priestly ordination in
1972, he remained in Rome to begin studies
at San Anselmo in Sacramental Theology
and Liturgy and received the doctorate for
his work on the Anglican liturgy. During
this time he was involved in ecumenical
work and was closely associated with the
Anglican Centre in Rome. In 1978 he returned to Ireland and was appointed Assistant Director of Formation in the Novitiate
house in Killarney and subsequently served
in various houses of the Province including
Dublin, Clonmel and his beloved Multyfarnham where he was most happy in being
able to live the Franciscan life combining
contemplative prayer and the pastoral service of the people. He also served on a number of Provincial Committees, most notably
the Liturgy Committee, and was Guardian,
Definitor (1987-93), Vicar Provincial
(2005-06) and Religious Assistant to the
Federation of Poor Clares (1985-90). His
talents were recognised both nationally and
internationally. He taught at the Irish Institute of Pastoral Liturgy from 1984 and be-
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came the Institute’s Director in 1986, serving as National Secretary to the Irish Bishops’ Commission on the Liturgy and an adviser to the International Committee for
English in the Liturgy (ICEL) until 1992.
Within the Order, Seán was best known
for his work at the international meetings of
the Order where his linguistic gifts were
utilised as a translator and interpreter. He
was elected a General Definitor in 1997 and
Secretary General of the Order in November 2006. He also served as Visitator General to the Lateran Penitentiary and Delegate General to the Province of India.
Seán was gifted intellectually and was
widely read on many subjects. He had a gift
for writing and contributed articles to various journals on theological and Franciscan
topics. It is regrettable however that he did
not have the opportunity to publish more
for he had a keen mind and a pleasing and
elegant way of presenting ideas.
Most of all, it is as a friar that he will be
best remembered. Seán was a true and faithful friar minor, dedicated to the living of his
vocation. He was passionate about things
Franciscan and had a great love for the Order and the Church. We shall miss his wisdom and knowledge but even more his
presence and humour. Ar dheis Dé go raibh
a anam dhílis (May his faithful soul rest at
God’s right hand).
JOSEPH MACMAHON, OFM
2. A letter to the Order from the Minister
General
Prot. 098579
Rome, 24th December 2007
Dear Brothers: May the Lord give you
Peace!
It is with profound sadness that I inform
you of the death of Br. Seán Collins, Secretary General of the Order, which occurred
this morning in Dublin, where he has been
undergoing threatment since the end of July last for lymph cancer, which had then
passed to the marrow.
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Br. Seán was born in Ireland on 20th October 1945, made his simple profession in
our Order on 4th October 1963, his solemn
profession on 21st October 1966 and was
ordained priest on 15th July 1972. Br. Seán
Collins served his Province in Ireland in
various ministries, among which the following stand out: Guardian, Definitor
Provincial, Moderator of Ongoing Formation and Vicar Provincial. In addition to being a translator for the Order during various
International meetings, he was a General
Definitor from 1997 to 2003, Visitator
General, Delegate General of the Minister
General, and Secretary General from 9th of
November 2006 until the moment of his
death.
I personally knew Br. Seán very closely,
as I had the pleasure of working with him
during our common service as General
Definitors. I can say that Seán was a man of
profound convictions and of great personal
coherence. Very well prepared intellectually, not only in the field of liturgy, in which
he had received a doctorate, but also in the
field of theology in general and of the humanities. He was a wise man in counsel and
prudent in judgement; faithful in friendship
and scrupulous in fulfilling his duties. A
humble man who knew his weaknesses, he
did not hesitate to ask pardon when he
thought he might have offended He was a
lover of fraternal life, a Friar of good heart.
I think that I can state that, in regard to his
spiritual life, he was a man of “right faith,
certain hope” and great charity. That day at
the end of July when he received, at his own
request, the Anointing of the Sick before all
the Friars of the General Curia will always
remain as an indelible memory for me, and
for all the members of the Fraternity of the
General Curia. On that occasion, before all
the Friars, he gave a public testimony of
faith and of love for his franciscan vocation,
wishing to fulfil all that our General Constitutions ordain. On that occasion, among
other things, he said: “I was a teacher of the
sacraments for many years. I used to teach
my students that the sacrament contains and
offers the grace it signifies. This sacrament
is medicine for the body and the soul. I am
confident that the Lord, through it, will help
me in those times of physical weakness and
trial […] I am serene and confident in the
Lord…”.
I, through this letter, would like to thank
the Minister Provincial and Friars of the
Province of Ireland, in my own name and in
that of the General Definitory and Fraternity of the General Curia, for their closeness
to Seán and for their very fraternal and loving care of him during his long illness.
Rest in the peace of your Lord, dear Br.
Seán. Thank you for what you have been
and for what you have done. Your birth in
the Lord is a sign of blessing to all of us,
your brothers, who will remember you as a
good and industrious Friar, sensitive and attentive towards your brothers. Surely our
Father Francis will have greeted you as “a
true Friar Minor”. Intercede before the
Child of Bethlehem for this your family
which, while it cries at your departure for
the House of the Father, it thanks the Lord
for having given you as a brother. A strong,
sincere embrace, dear Br. Seán
Fraternally,
BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Minister General
3. Words of farewell by Minister General
on the day of his funeral
Dear Brother Seán: It is with profound
emotion that I bid you farewell with the
words of greeting which the Most High revealed to our father St. Francis: May the
Lord give you peace. I always thought I
could bid you farewell personally, and embrace you, as we did every time we met after a few days without seeing each other. I
had already arranged my journey to Ireland
for the 12th of January, but I had to bring it
forward. I will hear your response, made of
silence and peace, to my farewell. It does
not matter, because I know you hear it and
understand it better than ever.
Today, on the day of your birth in the
Lord, dear Brother Sean, I simply want to
give thanks: Thanks, first of all, to the Most
High, Almighty, Omnipotent and Good
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Lord God for having blessed us through
your person and, more particularly, for having placed you on my path: first as a General Definitor and, more recently, as Secretary
General of the Order; Thanks to your
Province of Ireland for allowing you to
serve the Order and for the fraternal care
with which they surrounded you during
your illness; Thanks also to you, dear
Brother Seán; Thanks for your diligence
and the responsibility with which you carried out whatever work was entrusted to
you; Thanks for your wisdom, which you
placed at the service of the Province and of
the Order; Thanks for your great heart,
which knew how to give thanks and to ask
pardon; Thanks for your discretion and fidelity to friendship; Thanks for your witness to faith and hope, particularly during
the days of your illness; Thanks for the profound love you had for the Franciscan Order, which you considered, with every right,
to be your family.
May our father St. Francis, whom
you loved as a son, receive you among the
“true Friars Minor”, and may the Lord of
life make you a full participant in His life.
Dear Brother Seán: You asked my blessing every time you went on a journey. Today it I who ask it of you, beloved of the
Lord. I ask it of you for your Province and
for the entire Order. Intercede for us, o
faithful labourer in the vineyard of the
Lord. Until we see each other in heaven!
In the name of all the Friars, of those you
loved and who loved you,
BR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM,
Minister General
7. Anno 2006 mortui sunt
* 2 giugno 2006: FORMENT FR. CHARLESANDRÉ, nato a Wattrelos (Lille), della
Prov. Verbi Incarnati, Togo. È morto a
Paris, Francia, all’età di anni 74, di vita
francescana 48 e di sacerdozio 41.
* 13 settembre 2006: ASSOGBA FR. KOSSI
YEMA, EMMANUEL, nato a Yoro Kpodji,
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Attakpamé, della Prov. Verbi Incarnati,
Togo. È morto a Lomé all’età di anni 64,
di vita francescana 43 e di sacerdozio 28.
8. Anno 2007 mortui sunt
* 18 gennaio 2007: GALLATO FR. SERGIO,
OTTORINO, nato a S. Giorgio delle Pertiche (PD), della Prov. Venetae S. Antonii
Patavini, Italia. Per 48 anni ha svolto il
suo ministero nel Santuario delle Grazie
in Rocca Pietore (BL), che la Provincia
nel 1945 aveva accettato con lo scopo di
farne un centro di devozione mariana. Si
impegnò per la costruzione del Santuario
e, completata l’opera, svolse con passione e amore il servizio di assistenza ai numerosi pellegrinaggi, alle persone singole e ai gruppi familiari. È morto nel convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età
di anni 91, di vita francescana 74 e di sacerdozio 66.
* 3 marzo 2007: MUSSER FR. FREDERIC,
FREDERIC ANTHONY, nato a Atlantic City,
NJ, Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Ha fatto i sandali per i Frati dal 1945 al 1950.
Poi andò come volontario nella Misssione in Brasile fino al 1973. Tornato in
Provincia, fu sagrestano alla St. Francis
of Assisi Church, New York. Dal 1975 al
1976 è stato a servizio presso Our Lady’s
Chapel in New Bedford, Mass. Dal 1977
al 2002 fu sagrestano del St. Anthony
Shrine, Boston. È morto a St. Anthony
Residence, Boston, MA, all’età di anni
82 e di vita francescana 61.
* 25 marzo 2007: VILLARRUEL CERVANTES
FR. PABLO, JUAN MANUEL, nato in Acotlán, della Prov. S. Francisci et Iacobi,
Messico. È stato Maestro dei Postulanti
e di Noviziato, Parroco. È morto a San
Pedro Garza García all’età di anni 84, di
vita francescana 55 e di sacerdozio 49.
* 12 maggio 2007: MONS. TONG KAWANGCHING FR. BERNARDINO, Vescovo, Giuseppe, nato a Hankow, Cina, della Prov.
Venetae S. Antonii Patavini, Italia. Incorporato nella Provincia Veneta nel
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1951 assieme agli altri i religiosi francescani indigeni di Hankow, fu uno dei primi Vescovi della cosiddetta “Associazione patriottica cattolica cinese”, nota anche come “Chiesa ufficiale”. Guidò
l’Arcidiocesi di Hankow con coraggio e
lungimiranza, curando in modo particolare la formazione del clero e dei religiosi. Contribuì alla crescita della Chiesa e
delle sue opere in un contesto ancora travagliato di non libertà e di non poca
pressione da parte delle autorità governative. È morto in Hankow all’età di anni 90, di vita francescana 72, di sacerdozio 65 e di episcopato 49.
* 16 maggio 2007: NADALI FR. PIERLUIGI,
GABRIELE, nato ad Isola della Scala
(VR), Prov. Venetae S. Antonii Patavini,
Italia. Si dedicò in modo particolare alla
predicazione. Negli anni trascorsi nell’infermeria provinciale di Saccolongo,
pur condizionato dall’avanzare dell’età e
da problemi di salute, proseguì con entusiasmo e disponibilità il ministero della
confessione e della direzione spirituale,
avvicinando e sostenendo molte persone, che si sentivano legate a lui da amicizia e devozione. È morto a Palermo all’età di anni 93, di vita francescana 67
anni e di sacerdozio 61.
* 12 giugno 2007: MENECHELLI FR. FAUSTO, nato a Riva del Garda, della Prov.
Tridentinae S. Vigilii, Italia. Ha
ricoperto vari incarichi in quasi tutti i
conventi della Provincia, ma il suo
ministero sacerdotale si è svolto
soprattutto verso gli ammalati, i
carcerati e i poveri. La sua vita
francescana è caratterizzata da una
spiritualità coltivata fedelmente e dalla
devozione a Maria soprattutto come
Madre delle grazie e consolatrice degli
ammalati. Alla fine l’abbiamo visto
avviarsi con serena consapevolezza
verso la casa del Padre a cui si è affidato
con piena fiducia e abbandono. È morto
nell’Infermeria provinciale di Trento all’età di anni 64, di vita francescana 45 e
di sacerdozio 37.
* 21 giugno 2007: ZBIERANSKI FR. ROMAN, PAUL, nato a South Bend, Indiana,
Prov. Assumptionis BMV, USA. Ha servito varie Fraternità come insegnante,
economo, guardiano, cappellano ospedaliero, parroco. Inoltre è stato Vicario
provinciale e Definitore. Fu Visitatore
generale per il Vicariato di S. Casimiro
in Lituania nel 1982. È morto a Niles, Illinois, all’età di anni 73, di vita francescana 54 e di sacerdozio 46.
* 28 luglio 2007: LÓPEZ MARTÍNEZ FR.
RAMÍRO, nato ad Aguascalientes, della
Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico.
Ha dedicato gran parte della sia vita religiosa alla formazione e all’insegnamento. È morto ad Aguascalientes all’età di
anni 65, di vita francescana 39 e di sacerdozio 32.
* 12 agosto 2007: BLUMA FR. DACIAN,
FRANCIS, nato a Green Bay, Wisconsin,
della Prov. Assumptionis BMV, USA.
Dopo aver compiuto gli studi all’Antonianum, in Roma, fu nominato cronologo della Provincia e Direttore del Sacer
Recessus (1959-63). Fu, quindi, Definitore e Maestro dei Chierici al Christ the
King Seminary, West Chicago, 1963-66,
prima di essere eletto Ministro provinciale (1966-72). In seguito fu Direttore
della House of Prayer in Cedar Lake
(1972-79) e Maestro dei Novizi alla St.
Mary of the Angels Friary in Green Bay
(1979-86). All’età di 64 anni partì come
missionario nel Progetto Africa, dove
divenne Moderatore della Formazione
permanente in Kenya (1986-93). Al suo
ritorno si unì alla Fraternità di preghiera
in Burlington (1994-99). Il suo ultimo
incarico fu come Cappellano delle Sisters of St. Francis of Perpetual Adoration in Mishawaka (1999-2007). È morto a Mishawaka, Indiana, all’età di anni
84, di vita francescana 64 e di sacerdozio 57.
* 14 agosto 2007: NICHOLSON FR. XAVIER,
CYRIL, nato a Auckland, New Zealand,
della Prov. Sancti Spiritus. Australia. È
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morto a Melbourne, Australia, all’età di
anni 88 e di vita francescana 54.
* 17 agosto 2007: BRENNAN FR. J. GREGORY, nato a Troy, NY, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Fu Vicario parrocchiale della St. Mary’s Church in Allegany, N.Y. Poi Vicario parrocchiale della
St. Stephen of Hungary Church in New
York City (1985-1987). Nel 1987 divenne membro della Division of Business and Finance della St. Bonaventure
University, St. Bonaventure, NY. Inoltre,
dal 1989, fu Parroco presso la parrocchia
di St. Pacificus in Humphrey, N.Y. In seguito fu Cappellano del St. Francis Hospital in Olean, dei Vigili del Fuoco e del
Ancient Order of Hibernians. È morto a
Kinzua Dam Reservoir, Warren County,
PA, all’età di anni 56, di vita francescana
32 e di sacerdozio 28.
* 29 agosto: POLIGNONE FR. TONINO, ANTONIO, nato a Cagnano Varano (FG), della Prov. Apuliæ S. Michaëlis Archangeli,
Italia. È morto all’età di anni 57, di vita
francescana 18 e di sacerdozio 11.
* 30 agosto 2007: GARCÍA HERNÁNDEZ FR.
BERNARDO, nato a Gema del Vino, della
Prov. Carthaginensis, Spagna. È morto a
Murcia all’età di anni 96, di vita francescana 79 e di sacerdozio 72.
* 31 agosto 2007: COELHO FR. CHRISTOPHER, nato a Kochi, della Prov. S.
Thomae Apostoli, India. È morto a Hyderabad all’età di anni 75, di vita francescana 54 e di sacerdozio 49.
* 2 settembre 2007: MORALES RODRÍGUEZ
FR. JOSÉ SANTOS, nato a Bogotá, della
Prov. S. Fidei, Colombia. È morto a Bogotá all’età di anni 79, di vita francescana 59 e di sacerdozio 51.
* 7 settembre 2007: TRAVIZZA FR. MODESTO, NICOLÒ, nato a Zara, Croazia, della
Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. Frate umile e discreto, modesto di nome e di fatto, ha svolto nei di-
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versi conventi dove l’obbedienza l’ha
destinato, le mansioni di cuoco, portinaio e quant’altro ci fosse di bisogno per
il buon andamento della casa dimostrando sempre, nonostante la sua cagionevole salute, grande laboriosità e fede illuminata. È morto a Seriate all’età di anni
82 e di vita francescana 46.
* 7 settembre 2007: MORALES MORALES
FR. ALBERTO DE JESÚS, nato a Medellín,
della Prov. S. Fidei, Colombia. È morto
ad Envigado all’età di anni 97, di vita
francescana 77 e di sacerdozio 71.
* 10 settembre 2007: STENZEL FR. TACIANO, THEODOR, nato a Otto-Langendorf,
Germania, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Fu missionario
esemplare, dedicando la sua gioventù e
gran parte del suo ministero sacerdotale
nei luoghi più lontani e impervi, raggiungibili a dorso di muli. Da qui nacque
il suo amore ed interesse per la natura.
Studioso attento, riservava grande attenzione alla storia locale, dove viveva, diventando un’autentico storico autodidatta. È morto a Rio de Janeiro all’età di anni 96, di vita francescana 77 e di
sacerdozio 72.
* 12 settembre 2007: DURKACZ FR. TYMOTEUSZ PIOTR, nato a Žagań, della Prov. S.
Mariæ Angelorum, Polonia. È morto
nella Casa di Konin all’età di anni 35 e di
vita francescana 12.
* 13 settembre 2007: ABAD PÉREZ FR. ANTOLÍN, nato a Villegas, della Prov. Castellaæ S. Gregorii Magni, Spagna. Ottenuto il diploma in Archivistica in Vaticano, si è dedicato agli Archivi, alle
Biblioteche, alla ricerca, allo scrivere,
svolgendo nello stesso tempo attività pastorali e di docenza. È stato Penitenziere
in S. Giovanni in Laterano (1964-1967),
Presidente del Convento Card. Cisneros
di Madrid, Direttore della rivista “Archivio Iberico Americano”, Visitatore generale della Prov. Santiago de Compostela.
Il suo amore all’Ordine e alla Provincia
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l’ha tradotto in collaborazione, conferenze, organizzazione di Congressi, articoli in Riviste specializzate o scrivendo.
Il suo ultimo servizio all’Ordine è stato
la preparazione degli ultimi Volumi della Sinica Francescana. È morto a Toledo
all’età di anni 89, di vita francescana 65
e di sacerdozio 57.
* 13 settembre 2007: MANDUCHI FR. BONIFACIO, EGIDIO, nato a Verucchio, della
Prov. Bononiensis Christi Regis, Italia.
Nel 1957 risiede a Parma e studia musica presso il Conservatorio “Boito” conseguendo il Diploma in Organo e composizione organistica nel 1965. Per 45
anni risiede presso il Convento di S. Antonio in Bologna dove ricopre diversi incarichi: Insegnante presso lo Studio Teologico S. Antonio, Cappellano, Economo conventuale, Insegnate di Musica
anche presso le Scuole Medie inferiori,
Organista della Basilica. Nel 1978 fonda
il Coro polifonico “Fabio da Bologna”.
Negli anni settanta e ottanta svolge innumerevoli Concerti in Italia e all’Estero e
intraprende diverse attività musicali come “L’ottobre Organistico francescano”
iniziato nel 1977. È stato Economo provinciale, Definitore, Vicario provinciale
e Legale Rappresentante della Provincia.
È morto a Bologna all’età di anni 75, di
vita francescana 59 e di sacerdozio 51.
* 16 settembre 2007: VASILJ FR. JOZO, nato a Međugorje, della Prov. Assumptionis BMV, Bosnia/Erzegovina. Conclusi
gli studi teologici a Schwaz, Austria, ha
conseguito il magistero in Scienze Sociali nel 1976 e il Dottorato nel 1980
presso L’Università gregoriana, in Roma. Ha insegnato presso l’Istituto di Catechesi della Facoltà teologica e presso
L’Istituto Filosofico-Teologico dei Gesuiti di Zagabria. È stato Segretario generale della Conferenza dei superiori
Religiosi dell’ex Jugoslavia dal 1981 al
1984 e Membro della stessa Segreteria
dal 1984 al 1989. Dal 1988 al 1989 è stato Ministro provinciale di Mostar. Dimessosi, si è recato nella Rep. Dem. del
Congo (ex Zaire), dove ha insegnato
presso l’Istituto Filosofico-Teologico di
Kolwezi, è stato Ministro provinciale
(1998-2000) della Prov. S. Benedecti
Africani in Congo. Ha partecipato a numerosi Seminari o Simposi. Dal 2002 ha
insegnato presso la Facoltà di Pedagogia
dell’Università statale e presso l’Istituto
Teologico di Mostar. Dal 2005 era Maestro dei Novizi ad Humac, dove è stato
stroncato da un infarto. La sua vita può
essere così sintetizzata: ha vissuto intensamente per il Signore e per l’uomo. Vera figura di francescano, conquistava
con la sua bontà, semplicità, zelo e capacità di stupore. È morto ad Humac all’età
di anni 64, di vita francescana 46 e di sacerdozio 39.
* 17 settembre 2007: NAVARRO AGUADO
FR. ANASTASIO, nato a Corral de Almaguer, della Prov. Castellanæ S. Gregorii
Magni, Spagna. La difficile situazione
della Provincia (guerra civile) fa sì che
da giovane Frate deve assumere varie responsabilità (Guardiano, Economo, Segretario provinciale), mentre compie gli
studi teologici e svolge attività pastorali.
Successivamente ha lavorato nei nostri
Seminari, nel Noviziato, e a Roma, dove
è stato confessore e guida in Vaticano. È
morto a Madrid all’età di anni 89, di vita
francescana 74 e di sacerdozio 64.
* 18 settembre 2007: KORTEVOß FR. VINZEZ, nato a Hörstel, della Prov. Saxoniæ
S. Crucis, Germania. Umile Fratello laico, ha lavorato come sarto in diverse Case della Provincia, cucendo gli abiti per i
Frati e provvedendo alla lavanderia. È
morto a Warendorf all’età di anni 72 e di
vita francescana 43.
* 18 settembre 2007: FASSINA FR. GIANCARLO, FAUSTO, nato a Castelfranco Veneto (TV), della Prov. Venetæ S. Antonii
Patavini, Italia. Il suo apostolato fu diretto al mondo degli operai. Svolse il suo
servizio pastorale in modo particolare
nell’ONARMO (opera nazionale di assistenza religiosa morale agli operai). A
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Monfalcone e a Treviso seppe farsi apprezzare in questa attività nella quale investì energie e volontà. È morto nl Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età
di anni 80, di vita francescana 62 e di sacerdozio 56.
* 19 settembre 2007: MOSER FR. GIOACCHINO, ERNESTO, nato a Madrano, della
Prov. Tridentiæ S. Vigilii, Italia. Nei
primi anni ha svolto la funzione di
promotore delle vocazioni, ma poi
desideroso di recarsi in missione viene
mandato in Bolivia dove si dedica ai più
poveri con spirito di totale donazione.
Nel desiderio di servire gli ultimi, chiede
di recarsi tra i lebbrosi in Corea, dove
però, dopo poco tempo, la salute lo
costringe al rientro. Ancora in Bolivia e
infine il ritorno definitivo in Provincia
perché la salute non regge. Anche in
Provincia il suo lavoro apostolico si
svolge con spirito lieto tra gli ammalati e
gli anziani, nonostante le difficoltà della
salute che l’accompagneranno fino alla
morte avvenuta il giorno in cui in
Diocesi si ricordano i Martiri Coreani. È
morto nell’Infermeria provinciale di
Trento all’età di anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio 56.
* 21 settembre 2007: PEREIRA MENDES
TEIXEIRA FR. VICTOR, nato a Susana,
Reg. Cacheu-Guinea Bissau, della Cust.
“S. Francisci Assissiensis”, Guinea Bissau, dipendente dalla Prov. Veneta S.
Antonii Patavini, Italia. Dotato di qualità
umane e cristiane altamente positive come la gioia di vivere, eccellenti relazioni
sociali, forte impegno nell’attività pastorale, soprattutto nel campo della gioventù, gusto per la musica e per la liturgia, interesse vivo per la vita sociale e
politica della propria nazione, è stato un
confratello molto apprezzato da quanti
lo hanno conosciuto. È morto a causa di
un tragico incidente stradale avvenuto a
16 km Canchungo, missione dove risiedeva e lavorava. È morto a Canchungo
all’età di anni 35 anni, di vita francescana 10 e di sacerdozio 1.
611
* 26 settembre 2007: BEGIN FR. BENEDICT,
nato a Detroit, della Prov. Nostræ Dominæ de Guadalupe, USA. È morto nella Casa St. Michaels Mission in Arizona
all’età di anni 74, di vita francescana 54
e di sacerdozio 46.
* 26 settembre 2007: RIMAC FR. LOVRO,
DRAGO, nato a Livno, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Parroco
a Grevenbroich, Germania, dove ha
svolto anche attività pastorale tra i Croati; è stato collaboratore parrocchiale a
Podhum (Livno). È morto a Livno all’età
di anni 69, di vita francescana 50 e di sacerdozio 43.
* 28 settembre 2007: PÉREZ ALVAREZ FR.
ALFREDO, nato a Bucaramanga, della
Prov. S. Fidei, Colombia. È morto a Medellín all’età di anni 57 e di vita francescana 26.
* 29 settembre 2007: SCHWIETZ FR. ŁUKASZ, JAN, nato a Dobrzeń, della Prov. S.
Hedvigis, Polonia. È morto a Wroclaw
all’età di anni 72, di vita francescana 55
e di sacerdozio 48.
* 5 ottobre 2007: MACIOR FR. LAZARUS,
WALTER, nato a Yonkers, NY, della Prov.
Assumptionis BMV, USA. Dopo
l’ordinazione sacerdotale, nel 1956,
spese la sua vita a servizio dell’educazione. Insegnò al St. Francis College,
in Burlington, Wisconsin; al Marquette
University, Milwaukee, Wisconsin; al
Loras College , Dubuque, Iowa, e infine
all’Università di Akron, Ohio. Ricevette
un PhD dall’Università del Wisconsin
nel 1959. Scrisse più di 50 articoli su Riviste scientifiche, molti dei quali di argomento ecologico. È morto ad Akron,
Ohio, all’età di anni 81, di vita francescana 56 e di sacerdozio 51.
* 5 ottobre 2007: NEWINGTON FR. LUKE,
MARTIN, nato a Merlbourne, della Prov.
Sancti Spiritus, Australia. È morto a
Sydney all’età di anni 85, di vita francescana 65 e di sacerdozio 59.
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* 6 ottobre 2007: BAÙ FR. DIEGO, ICARO,
nato a Albettone (VI), della Prov. Venetæ
S. Antonii Patavini, Italia. Da subito fu
chiamato a prestare il suo servizio all’Orfanotrofio di Cittadella, dove dimorò dal 1951 al 1971. In questi anni
cercò di vivere lo spirito delle beatitudini, prendendosi cura degli orfani, cioè di
chi soffre e vive di dono. Oltre al convento di Cittadella due Fraternità in modo particolare hanno avuto al gioia e la
grazia di beneficiare della sua presenza:
Mantova e Peschiera. In queste case prestò il suo instancabile servizio donando
conforto e pace e illuminando con la sua
paterna bontà quanti si accostavano al
suo ministero sacerdotale. È morto nel
Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 81, di vita francescana 66 e
di sacerdozio 57.
* 7 ottobre 2007: GIORGINI FR. GIORGIO,
CARLO, nato a Firenze, della Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati, Italia. Ottenuta la licenza in Storia della Chiesa
presso l’Ateneo Antonianum di Roma,
esercitò molti uffici sia nel campo della
formazione (Lettore a Fiesole, Maestro
dei chierici e insegnante di religione a
Colleviti) sia nel servizio alla Fraternità
(Presidente a Marina di Pietrasanta, discreto, economo ed infine Guardiano per
un sessennio a Colleviti e a Bosco ai Frati) e alla Chiesa locale (dal 1982 al 2005
fu Parroco di San Giusto a Fortuna). Riservato e modesto, lavoratore infaticabile e amante della povertà fu totalmente
impegnato nei doveri di vita francescana
per tutta quanta la sua vita. Tenace e intraprendente, pur rimasto solo, seppe
reggere con amore e dedizione il Convento di San Bonaventura al Bosco ai
Frati fino alla chiusura, avvenuta nell’ottobre del 2005. È morto nell’Infermeria
provinciale di Fiesole all’età di anni 88,
di vita francescana 71 r di sacerdozio 64.
* 7 ottobre 2007: MUŠURA FR. FRANJO,
IVO, nato a Bugojno, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. È stato Vice
Parroco e Parroco in varie Parrocchie e
Guardiano a Belgrado e Fojica. È morto
a Fojnica all’età di anni 89, di vita francescana 68 e di sacerdozio 65.
* 7 ottobre 2007: SEPP FR. WILLIBROD,
FRANZ, nato a Tramin, della Prov. B. Engelberti Kolland, Austria/Italia. Durante
la Seconda Guerra Mondiale ha fatto il
cuoco per 2000 soldati. Per 70 anni ha
servito i Frati, in varie Case della Provincia, come cuoco, giardiniere, portinaio e refettoriere con spirito di francescana letizia. È morto a Kaltern all’età di
anni 91 e di vita francescana 73.
* 11 ottobre 2007: XUEREB FR. JOSEPH BENEDICT, PETER PAUL, nato a Gharghur,
della Prov. S. Pauli Apostoli, Malta. È
morto presso il Christus Rex in B’Kara
all’età di anni 72, di vita francescana 55
e di sacerdozio 47.
* 11 ottobre 2007: LHABITANT FR.
JACQUES, nato a Montigny lès Metz, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. È stato a servizio dei “più
piccoli”, prima nella pastorale diocesana
(JOC, ecc.), poi, conosciute le condizioni di lavoro dei proletari, ha vissuto per
una decina di anni, con due o tre altri
Frati, in un quartiere popolare. Si è fatto
prossimo, soprattutto, dei magrebini, di
cui conosceva la lingua. Si è sempre impegnato per la pace. È morto a Metz all’età di anni 86, di vita francescana 60 e
di sacerdozio 55.
* 12 ottobre 2007: BAVERO FR. BENVENUTE, MICHAEL, nato a Los Angeles, California, della Prov. S. Barbaræ, USA. È
morto a Okland, California, all’età di anni 88, di vita francescana 69 e di sacerdozio 63.
* 14 ottobre 2007: MARCELLAN FR. GIOVANNI, nato a Tavo di Vigodarzere (PD),
della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini,
Italia. La sua vita di frate minore e di sacerdote fu caratterizzata dall’apostolato
nel mondo del lavoro. Operò nell’ONARMO (opera nazionale di assistenza
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NECROLOGIA
religiosa morale agli operai) a Monfalcone per 14 anni (1966-1980) e per altri
8 a Cittadella (1984-92). All’attenzione
al mondo del lavoro affiancò poi
l’interesse e la vicinanza agli ammalati:
dal 1982 al 1984 fu cappellano all’Ospedale al Mare di Venezia Lido e per 9 anni (1992-2001) presso gli Istituti Codivilla Putti a Cortina d’Ampezzo. Dal
2001 lavorò per 4 anni nell’infermeria
provinciale, svolgendo l’impegnativo
servizio di economo della casa. È morto
nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età di anni 71, di vita francescana 52 e
di sacerdozio 43.
* 19 ottobre 2007: PICERNO FR. LUIGI, nato a Pagani (SA), della Prov. Salernitano-Lucanæ Immaculatæ Conceptionis
BMV, Italia. È morto nell’Infermeria
provinciale in Nocera Inferiore all’età di
anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio 52.
* 22 ottobre 2007: JANSSEN FR. ATHANASIUS, Alfonsus, nato ad Haarlen, della
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,
Olanda. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a Nijmegen all’età di
anni 90, di vita francescana 70 e di sacerdozio 62.
* 23 ottobre 2007: FITZGERALD FR. PAUL,
nato a Brisbane, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto a Brisbane all’età
di anni 77, di vita francescana 50 e di sacerdozio 44.
* 24 ottobre 2007: PLENT FR. EDMOND,
NOËL, nato a Venanson, della Prov.
Trium Sociorum, Francia/Belgio. Frate
dolce, umile e pronto all’ascolto: queste
qualità gli hanno permesso di essere, in
tutte le Fraternità dove ha vissuto, molto
apprezzato dalla gente. Come collaboratore di Mons. Collin (OFM), ha lavorato
nella suo Diocesi di Digne come Cappellano dell’Ospedale e della Casa della
Diocesi. Nel convento di Avignon ha
esercitato, soprattutto, il ministero dell’accoglienza e della Riconciliazione. In
613
Corsica (Marcasso) ha prestato il suo
prezioso servizio nelle parrocchie vicine
alla Fraternità. È morto ad Avignon all’età di anni 86, di vita francescana 70 e
di sacerdozio 65.
* 29 ottobre 2007: PRANGENBERG FR. VALERIANO, HEINRICH, nato a Oberhausen.
Germania, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Ha dovuto interrompere per due volte gli studi, 1941 e
1945, poiché richiamato dall’esercito
durante la seconda Guerra Mondiale. È
stato in campo di concentramento, prima
di tornare in Germania attraverso il Belgio. Ha lavorato per 30 anni come Commissario di Terra Santa nella Parrocchia
di S. Antônio do Pari. È morto a São
Paulo all’età di anni 93, di vita francescana 60 e di sacerdozio 54.
* 29 ottobre 2007: KRENZER FR. STEFAN,
ALFONS, nato a Wüstensachsen, della
Prov. Thuringiæ S. Elisabeth. È morto a
Fulda all’età di anni 72, di vita francescana 49 e di sacerdozio 44.
* 30 ottobre 2007: ZERLA FR. GUIDO, GIACOMO OSVALDO, nato ad Ossimo Superiore (BS), della Prov. Mediolanensis
Caroli Borromæi, Italia. Per vent’anni
lettore di matematica nel Collegio serafico di Saiano (1947-67), quindi Guardiano nel Santuario della Madonna delle
Lacrime a Dongo (1967-73) e per
vent’anni Cappellano all’Ospedale “Moriggia Pelascini” di Gravedona (CO)
(1983-2003), sacerdote premuroso e attento alle necessità della gente, in particolare degli ammalati e dei sofferenti. È
morto a Sabbioncello (LC) all’età di anni 90, di vita francescana 69 e di sacerdozio 61.
* 31 ottobre 2007: VICEDO VICEDO FR. SALUSTIANO, nato ad Alfafara, della Prov.
Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph, Spagna.
Dopo l’ordinazione fu inviato in Argentina, dove fondò il Collegio San Francisco de Asís nella città di San Juan. Tornato in Spagna, nel 1969, fu destinato a
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fondare una casa nel paese natale di Fr.
Junípero Serra, Petra, dove si dedicò a
far conoscere la vita e l’opera del Beato
con la Rivista “Apóstol y Civilizador”.
Ha scritto vari libri sul Beato e il paese
natale, sul Convento di Petra. È morto a
Burbáguena all’età di anni 83, di vita
francescana 54 e di sacerdozio 49.
* 3 novembre 2007: SANDLIN FR. JOSEPH,
nato Fort Knox, KY, della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. Fu a servizio delle Fraternità come calzolaio, sarto, portinaio, responsabile dell’accoglienza e prendendosi cura dei Frati anziani. Fu amante
della musica. È morto nella Casa di Villa East in Sherman, Illinois, all’età di anni 70 e di vita francescana 51.
* 7 novembre 2007: RÖTTGEN FR. LUKAS,
EUGEN, nato a Wingartshardt, della Prov.
Coloniæ Ss. Trium Regum, Germania.
Ha lavorato in Provincia come sagrista e
portinaio, nella missione di Taiwan nella
costruzione e nella manutenzione di alcune chiese. È morto a Hisien-Tsao-Pu,
Taiwan, all’età di anni 80 e di vita francescana 57.
* 10 novembre 2007: PICCIAFUOCO FR.
UMBERTO, nato ad Ala di Trento, della
Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto a Falconara all’età di anni
83, di vita francescana 67 e di sacerdozio
59.
* 15 novembre 2007: POSTMA FR. RUPERT,
JOANNES, nato ad Helmond, della Prov.
Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. È
sttao missionario in Pakistan dal 1952 al
2000. È morto a Leiden all’età di anni 79,
di vita francescana 58 e di sacerdozio 53.
* 22 novembre 2007: CHYSKA FR. ANTONIUS, JAROSLAV, nato a Tabor, Rep. Ceca,
della Prov. S. Leopoldi, Austria/Italia.
Ha lavorato come sagrista, refettoriere.
Come diacono permanente ha coltivato
la liturgia nel santuario mariano della
Provincia. Si è dedicato anche al restauro di reliquiari e piccoli oggetti d‘arte. È
morto in Maria Enzersdorf, Wien, all’età
di anni 66, di vita francescana 27 e di
diaconato permanente 23.
* 26 novembre 2007: BUSCHHOFF FR.
MATTHÄUS, BERNHARD, nato a Handorf,
della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha insegnato in diverse Scuole della Provincia matematica, fisica e chimica. Apprezzato da tutti i Confratelli per il
suo carattere gradevole e la sua attenzione alla vita della Chiesa e del mondo. È
morto a Warendorf all’età di anni 91, di
vita francescana 55 e di sacerdozio 51.
* 27 novembre 2007: LALLY FR. CAMPION,
THOMAS FRANCIS, nato a South Orange,
NJ, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA.
Nel 1955 partì come missionario in
Giappone. Nel 1961 tornò in Provincia,
dove conseguì la Licenza in Teologia
Morale. Nel 1963 tornò in Giappone dove insegnò Teologia Morale al St.
Anthony Seminary e tenne dei corsi alla
Sophia University. Prestò servizio presso le chiese di Fujioka e Omana. Dal
1970 al 1988 servì la Franciscan Chapel
Center in Tokyo, dove fu Vicario e Superiore. Dal 1988 al 2005 fece parte della
Fraternità di Kiryu-Shi e fu Professore di
Teologia Morale al St. Anthony Seminary. È morto presso Holy Name Friary,
Ringwood, NJ, all’età di anni 81, di vita
francescana 59 e di sacerdozio 54.
* 30 novembre 2007: OLGIATI FR. SIMPLICIANO, MARIO VIRGINIO, nato a Dairago
(MI), della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. È morto a Brescia all’età di anni 77, di vita francescana 61 e
di sacerdozio 54.
* 30 novembre 2007: KARUYAMA FR. ANGELO, Katsumi, della Prov. Ss. Martyrum
Iaponiensum, Giappone. Ha servito per
10 anni la Custodia della Terra Santa. È
morto a Tokyo all’età di anni 71, di vita
francescana 46 e di sacerdozio 39.
* 5 dicembre 2007: MAARSCHALKERWEERD FR. ROLAND, THEODORUS, nato a
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NECROLOGIA
Rotterdam, della Prov. Ss. Martyrum
Gorcomiensium, Olanda. Ha lavorato
nella pastorale parrocchiale. È morto a
Leidschendam all’età di anni 93, di vita
francescana 75 e di sacerdozio 66.
* 5 dicembre 2007: KEULAERDS FR. LAETUS, WILHELM, nato a Heerlen, della
Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium,
Olanda. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a Maastricht all’età di
anni 86, di vita francescana 68 e di sacerdozio 61.
* 5 dicembre 2007: QUERO FR. FRANCESCO, DOMENICO, nato a Mottola (Taranto), della Prov. Seraphicæ S. Francesci
Assisiensis, Italia. Fratello religioso gioviale ed affabile, ha vissuto con generosità e sollecitudine i compiti che la Fraternità gli ha affidato. Per 14 anni prestò
il proprio servizio nella Missione dell’Isola di Rodi, nel Mar Egeo. Rientrato in
Italia nel 1954, svolse ininterrottamente
fino a pochi mesi dalla morte l’ufficio di
portinaio del Convento Porziuncola, di
cui è stato “il volto” per i tanti fratelli
dell’Ordine che per più di 50 anni sono
stati da lui accolti e ricevuti. È morto ad
Assisi all’età di anni 89 e di vita francescana 67.
* 7 dicembre 2007: NOWAK FR. BERNARD,
JOSEPH, nato a South Bend, Indiana, della Prov. Assumptionis BMV, USA. Spese tutta la vita a servizio della Fraternità,
soprattutto nel lavoro di lavanderia, per
più di 60 anni nella Our Lady of Lourdes
Retreat House in Cedar Lake, Indiana.
Condusse una vita tranquilla, umile,
svolgendo con dedizione ed amore il suo
lavoro. È morto a Crown Point, Indiana,
all’età di anni 82 e di vita francescana 61.
* 08 dicembre 2007: BELLOTTO FR. SILVIO,
nato a Valnogaredo di Cinto Euganeo,
della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini,
Italia. Diplomato in musica corale e direzione di coro, si dedicò con passione e
competenza all’insegnamento della musica e svolse il suo ministero specialmen-
615
te tra i giovani, procurandosi la loro stima e fiducia. Concluso l’insegnamento
scolastico chiese e ottenne di inserirsi a
tempo pieno nella Provincia francescana
di Albania. In quella terra e in modo particolare a Tirana, dove dimorò per 10 anni, portò la lieta notizia del Vangelo,
coinvolgendo molte persone grazie al
suo stile amabile, pronto al dialogo, cordiale e piacevole. È morto presso
l’Ospedale di Tirana all’età di anni 65, di
vita francescana 48 e di sacerdozio 39.
* 15 dicembre 2007: WÖRDEHOFF FR.
BURKHARD, nato a Gelsenkirchen, della
Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha
lavorato nella pastorale, soprattutto come direttore di Convitti per studenti e
Cappellano ospedaliero. In questi ministeri è sempre stato molto vicino alle necessità e alle sofferenze delle persone,
portando l’annuncio del Vangelo. È morto a Dortmund all’età di anni 86, di vita
francescana 59 e di sacerdozio 53.
* 20 dicembre 2007: MONS. DE FIGUEIREDO SEBASTIÃO ASSIS, OFM, Vescovo di
Guiratinga (Brasile). Nato il 16 maggio
1949 in Lages, entrò nell’Ordine dei Frati Minori il 20 gennaio 1971, emettendo
la professione temporanea nella Provincia “Immaculatæ Conceptionis BMV“,
Brasile. Il 4 ottobre 1975 ha emesso la
professione solenne e il 18 di dicembre
1976 è stato ordinato sacerdote. Dopo
aver lavorato nella formazione, andò
missionario nello Stato del Mato Grosso,
nel territorio della Cust. Aut. delle Sette
Allegrezze. È stato professore di filosofia a Dourados, rettore e professore nel
seminario minore di Ituporanga e di Rio
Brilhante, Vice Maestro in Campo Grande, Parroco in Dourados e Definitore
provinciale. Nel 2000 è stato eletto Vicario della Custodia e nominato Parroco
nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù in
Rondonópolis. Eletto alla Sede residenziale vescovile di Guiratinga, nello Stato
del Mato Grosso, il 29 agosto 2001, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il
successivo 15 novembre a Rondonópo-
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lis. Nel corso dell’ultima assemblea della Conferenza nazionale dei Vescovi del
Brasile era stato eletto presidente della
Regione «Oeste 2», per il quinquennio
2007-2011. È morto in un incidente stradale, sulla strada per Cuibá, all’età di anni 58, di sacerdozio 31 e di episcopato 6.
* 21 dicembre 2007: RIGALL PUJOL FR.
JAUME, nato a Ventalló, della Prov. Cataluniæ S. Salvatoris ab Horta, Spagna.
Ordinato sacerdote di dedicò all’insegnamento e alla formazione nel Collegio
Serafico di Balaguer; all’apostolato della Parola, al servizio delle Case come
Guardiano o Vicario. Nello stesso tempo
prestava aiuto alle Parrocchie e ai centri
di culto, predicava Esercizi Spirituali e
Ritiri alle religiose, specialmente alle
Clarisse. È morto nel Convento di Berga
all’età di anni 79, di vita francescana 63
e di sacerdozio 57.
* 21 dicembre 2007: CUCCARI FR. MATTEO, ANGELO, nato a Gimino d’Istria
(Pola), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. La sua figura è legata in
modo particolare al santuario dell’isola
di Barbana, dove giunse nel 1978. Di
animo lieto e sereno profuse le sue energie nel sacramento della riconciliazione
e nella direzione spirituale. L’esempio
della vita, l’esperienza e il tratto sereno
gli conquistarono la stima e la confidenza di numerose persone che lo richiedevano. Frate arguto, era pronto a offrire
battute soprattutto in occasione dei pellegrinaggi votivi. Salutava sempre i pellegrini affidando loro i due “comandamenti di Barbana”: non stancarsi mai di
stare bene e non stancarsi mai di far bene! Si dedicò con passione al servizio
del Santuario e alla pubblicazione di alcuni testi, soprattutto sulla Madonna,
sul Santuario di Barbana e sul venerabi-
le Egidio Bullesi. È morto nel Convento
Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 87, di vita francescana 68 e di sacerdozio 61.
* 23 dicembre 2007: KACZMARCZYK FR.
MARIUS, HENRY, nato a Meriden, Connecticut, della Prov. Assumptionis BMV,
USA. Lavorò presso le Scuole in Sturtevant, Wisconsin, 1955-8, e in Watkins
Glen, New York, 1958-67. Dal 1967 al
1985 si occupò della manutenzione dell’Academy of American Franciscan History in Potomac, Maryland. A 71 anni
andò in Terra Santa, dove aiutò nei conventi di Betania, Tabga, Gerusalemme e
Betlemme. Ritornato in Provincia, dopo
un anno, fu assegnato alla St. Pius X
Friary in Philadelphia, dove dedicò 20
anni della sua vita come portinaio della
comunità scolastica. È morto a Philadelphia, Pennsylania, all’età di anni 93 e
di vita francescana 52.
* 23 dicembre 2007: CARD. LORSCHEIDER
ALOÍSIO, OFM, nato a Lihna Geraldo,
della Prov. S. Francisci Assisiensis,
Brasile. È morto a presso l’Ospedale São
Francisco di Porto Alegre all’età di anni
83, di vita francescana 64, di sacerdozio
59, di episcopato 45 e di cardinalato 31.
* 24 dicembre 2007: COLLINS FR. SEÁN,
nato a Ennis, della Prov. Hiberniæ, Irlanda. È morto a Dublin all’età di anni 62,
di vita francescana 45 e di sacerdozio 35.
* 31 dicembre 2007: OSSA VALENCIA FR.
GABRIEL, nato a Caramanta, della Prov.
S. Pauli Apostoli, Colombia. Si distinse
per la sua instancabile attività pastorale
nelle Parrocchie e nelle Congregazioni
religiose. È morto a Popayán all’età di
anni 80, di vita francescana 50 e do sacerdozio 45.
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INDEX NOMINUM
PRO ANNO 2007 (CXXVI)
A
Abad Antolín 193, 195
Abad Pérez Antolín 609
Abada Robert John 375
Abas Rolando 376
Abela John 119, 184, 255
Acebal Mariano 193
Acebo Rodríguez Conrado 193
Acevedo Quiroz Luis Hernando 411
Agostino (San) 12
Agrelo Martínez Santiago 90, 195, 254, 552,
578-579, 583
Ainsworth Godfrey 205
Ajenjo Pelegrina Juan José 491
Alarcon Guillermo José 419
Alberdi Maria Anna 118
Albers Klaus 338
Albini Graziano Severino 210
Alcalde Contreras Antonio 338
Alfonsa dell’Immacolata (Beata) 111, 117
Algersissn Henze Joseph 581
Alliata Eugenio 489, 595
Almazan Cielito 86
Almirañes Lucy 150
Alonso de Frutos Domingo 514
Altamirano Carlos 175
Álvarez Carbonell Carlos Eduardo 85
Álvarez Rodríguez José 518
Amadeo Emilio 341
Aman Petrus Kanisius 466
Amaral Bernardo Amaral 164, 167, 171, 182, 255,
384, 397, 486, 582, 583, 588, 589, 595
Ambrosi Leonzio 211
Amendt Peter 337
Amigo Valle Francisco 339
Amigo Vallejo Carlos 253, 277, 281, 491-492, 521,
579, 592
Amin Joseph 384, 465
Anaut Manuel 63, 171, 191
Anđelović Petar 149
Anderson Dan 576
Andreazza Luis Morao 254
Angelini Giuseppe 411
Angkur Cosmas Miachael 254
Antal Reginald 216
Antic Antonio 114
Antonelli Francesco 184, 568
Antônio di Sant’Anna Galvão (San) 226, 228,
353-358 passim
Apovo Marcellin 342
Aquilina Giorgio 411
Arias Alex 171
Arregui Guridi José Maria 384, 491
Arteaga Lucía Antonia 172
Arturo Daquilanea 340
Assis Raymundo Damasceno 386
Assogba Kossi Yema 607
Avendaño Carlos 176
Ayuso Guixot Miguel A. 549, 551, 554
Azurmendí Mugraza José María 519
B
Baciocchi Francesco 425
Badillo Carlos 190
Badillo Neil 377
Bahčič Roberto 233, 595
Bahinskyi Mykhailo 461
Baisas Bienvenido 89
Bakoma Marcel Baguêta 342
Balázs Ján Krstitel’ Marián 465
Bałdyga Sergiusz 461
Ballarati Jorge Gabriel 465
Ballesta Germán José 579
Balzarano Vittorio 341
Banhwa Nicholas 463
Bankovič Štefan 465
Barbarić Ilko 612
Barbosa de Sousa João Bosco 195, 254
Barden Franz-Leo 337
Bartolini Bruno 182
Bašnec Nikola 149
Bassotti Antonio 208
Batiobo Jean-Baptiste 342
Batorović Mato 149
Baù Antonio 551
Baù Diego 612
Bavaro John 586
Bavero Benvenute 612
Beam Ambrose 217
Beatriz de Silva (Santa) 325
Bedoya Pérez Luis Emilio 85
Begin Benedict 611
Belderraín Pedro 178
Belić Predrag 197
Bellin Giuseppe 212
Bellotto Silvio 615
Bellucci Leonardo 197
Belokon Neonila 371
C07nterno:ACTAORDINIS
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Benavente Ciriaco 579
Benedetti Teja Raúl 421
Benedetto il Moro (San) 324
Benedetto XVI 3-18 passim, 47, 182, 195, 223252 passim, 320, 354, 385, 392, 411, 441, 505,
521, 522, 531, 532, 591, 592
Beneforti Vittorino 211
Benítez Marcelo 164, 183
Bentivenga Maria Rosaria 595
Bergmans Benjamin 210
Berlec Simon Peter 341
Bermejo Enrique C. 345
Berta Alberto 595
Bertagni Carlo 468
Bertin Giorgio 254, 552
Bertoldo Zaccaria 210
Betti Umberto 591-592
Beunen Emmanuel 207
Biersok Ezdrasz 461
Bini Giacomo 59, 62, 189, 382, 412, 464, 468, 586
Bitzer Martín 147, 149, 150, 371
Blanco Manuel 454
Blanco Pérez Rafael 84, 590
Blaquart Jacques 505
Blasek Michael 338
Bliss Stephen 384
Bluma Dacian 608
Boadas Llavat Agustí 342
Bochicchio Emanuele 462
Boef Damascenus 423
Bogović Mile 197
Bohl Cornelius 340
Bok Jim 576
Bolfeta Ronald 586
Bolmer Ben 340
Bonaventura (San) 12, 66, 92, 185
Bonetti Atanasio 420
Bonforte Marcello 337
Bonifacio Giulia 111, 115
Bonilla Patricio 176
Bonuso Alessandro 32, 185
Borchio Giovanni Battista 211
Borges Filho Waldemar 87
Borràs Goixart Lluís 342
Bosco Teresio 411
Boscolo Marcello 422
Boulos Marcuzzo Giacinto 394
Bove Cristoforo 114
Boyle Patrick 586
Bozzi Gigi 572
Bozzola Rinaldo 424
Brandão Neto Bernardo de Sousa 87
Brandão Paulo 338
Brands Andreas 338
Bratti Cluadio 411
Bravi Francesco 88, 148, 182-184, 189-190, 253,
255, 270, 343, 363, 384-385, 394-395, 436,
521, 570, 588, 590, 600
Bravo Aguagallo Juan Sebastián 207
Bravo María del Socorro 172
Brennan J. Gregory 609
Breynaert Françoise 488
Britton Helen 369
Brocanelli Vicenzo 183, 253, 255-256, 270, 349,
351-352, 544, 570, 582, 590
Brogi Marco Dino 253, 591-592
Brophy Andrew 88, 576, 589
Broudin Gialbert 410
Bruck Antonio 577
Brunette Pierre 62
Brunori Pacifico 212
Brusač Zvonimir 149
Buchcik Adrian 384
Buffon Giuseppe 345
Bugho Calvin 375
Bunader Júlio César 184
Buonanno Berardo 411
Burke Edward 212
Burns Brian 421, 462
Burnside Anthony 576
Busatto Adriano 255, 585
Buschhoff Matthäus 614
Bütler Maria Bernarda 532
Buzy Dominique 418
C
Cabanas Traserra Antonino 212
Cabanillas Maria a Transitu 113, 117
Cabot Rosseló Savador 186
Cabrejos Vidarte Héctor Miguel 253
Cabrera Herrera Luis Gerardo 158, 164, 170-171,
174, 177, 182, 190-192, 255, 377, 384-385,
436, 491, 563, 589, 590
Cabrera Rogelio 158
Čaja Joško 206
Cajes Prisco 375
Califano Gianni 342, 411, 506
Calvin Bugho José 340
Calzavarini Lorenzo 411
Cámara Botía Miguel Ángel 579
Camilleri Azzopardi Roberto 254
Campagna Robert 585
Campbell Joel 208
Campos Dario 254
Campos Hernández Alberto 415
Cantwell Peter 466
Capellari Egon 160
Capoccia Leopoldo 208
Capone Gregorio 419
Carbajo Nuñez Martín 102, 595
Carballo Brianes Manuel 419
Cardona Hernan 351
Cardona Muñoz Jorge Tulio 85
Carfagna Pietro 182, 379
C07nterno:ACTAORDINIS
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INDEX NOMINUM
Carlés González Francisco 520
Carnicelli Xavier 216
Carolino Luiz 424
Caron Gaston 426
Carosa Pasquale 420
Carpio Emilio 171
Carpio Ponce Emilio Erasmo 183
Carrascosa Santos Perfecto 514, 518
Carrero Morales Angel Dario 171, 182
Carroll Philip 205
Cartagena Serafín 175
Carvalho Armindo 178
Carvalho do Couto Wanderley 164
Carvalho Neto Francisco 164
Cassar Henry 215
Castiñeira Chouza José A. 339
Catanese Roberto 418
Cavalli Giampaolo 162, 462
Cavalluzzo Cesare 418
Ćavar Franjo 420
Cenci Cesare 92-93, 102, 184, 197
Centi Raffaele 215
Centola Michele 382
Cerasuolo Hugolino 175
Cerles Bernard 411
Cerrato Chamizo Guillermo 341
Cetoloni Rodolfo 254
Chacón Solano Víctor Hugo 148
Cheong Paul 150
Chiazzo Girolamo 205
Chili Alessandro 197
Chiodi Eusebio 209
Chomik Wacław 588
Chumillas Fernández Víctor 521, 531
Chyska Antonius 614
Cignelli Lino 197, 395
Clalente Ignazio 212
Clancy Bede 422
Clasen Severino 254
Claure Saavedra Leonardo 427
Clifford Peter 466
Clyne Gerry 462
Coba René 176
Coelho Christopher 598, 609, 618
Collins Seán 69, 87-88, 164, 171, 182-183, 255,
342, 384, 436, 605-606, 616, 618
Colombo Salvatore 572
Colomer Barber Rafael 340
Concetti Giuseppe 197
Copps Michael 469
Corona Raimondo Domenico 197-198
Coronado Ibarra Vicente 205
Correa Castelblanco Jaime 595
Correa Rafael 176
Corrò Germano 468
Corsaro Ilia 118
Cortés Soriano Javier 492
619
Cortese Domenico Tarcisio 254
Cortese Enzo 488
Corullón Fernández Manuel 338, 540, 549, 552,
554
Costa Márcio Luís 87, 595
Coutagne René 369
Covero Rogelio 375
Crepaldi María Aparecida 147
Crinella Galliano 595
Cuccari Matteo 616
Cui Pablo 86
Čuk Marjan 341
Ćurčić Sretan 149
Cwilka Honorat Piotr 609
Czura Jósef 461
D
D’Amico Silvestro 214
D’Andrea Giocchino 422
D’Angelo Giacinto 595
Da Casoria Ludovico (Beato) 117
Da Cruz Massinga Hilario 254
Da Lipnica Simone 47, 56, 117, 182,
363-368 passim, 528, 531
Da Montefeltro Agostino 118
Da Portogruaro Bernardino 436, 437, 573
Da Silva Duarte Augusto 420
Da Silva José Belisário 253
Da Silva Messias Eriván 163
Dallarda Stefano 572, 595
D’Angelo Giacinto 342
Daoud Ignace Moussa 19
Daquilanea Arturo 375
De Amicis Onorato 423
De Bonte Fredegand 426
De Bruycker Geroen 426
De Castro Barco Manuel 494
De Corpa Pedro 115, 117
De Cruz John 471
De Feo Francesco 339
De Figueiredo Sebastião Assis 254, 615
De la Présentation Marie-Céline 505-506
De la Serna Ramiro 91, 164
De Luca Stefano 396
De Oliveira Goulart Celio 254
De Rosa Luca 112-118 passim, 354, 364,
522-533 passim
De Rosa Michele 117
De Vega Pedraza José 517
De Vincenti Maria Teresa 533
Dec Ignacy 381
Deegan Columbanus 423
Del Mundo Edward 375
Del Pezzo Pasquale 462
Del Pozo Encarnación 148, 150, 370-371
Delbono Renato 380
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Dell’Annunciazione Maristella 412
Dell’Agli Sebastiano 471
Dellazari Inácio 467
Demmers Allowin 209
Devčić Ivan 370
Dezza Ernesto 400, 573, 600
Dezzuto Carlo 412
Di Fatta Giuseppe 370
Di Franco Manlio 462
Di Ruberto Michele 114-115, 359-363 passim,
523-531 passim
Di Stefano Damiano 88, 337, 689
Di Vagno Giuseppe 419
Di Virgilio Virgilio 411
Diana Silvia Noemí 147
Díaz Buiza Manuel 341
Díaz Hernández Narciso 422
Diaz Pinto Amanda 595
Díez Serna Valentin 517
Dilli Aloísio Alberto 410
Dilweg Guy 340
Dimon Evaldo 87
Dinamarca Donoso Raúl 489
Djama Louis 210, 582
Djédji Jovite 342
Do Nascimiento Alessandro 592
Dobromir Jasztal 345
Dobrovolskas Andrius 86
Doctor John 340
Dodaro Maurizio 339
Dohnal Jan Maria Vianney 182
Domenech Pascual 533
Domíngez Ochoa Carlos Heriberto 421
Domínguez Ferrer Raimundo 340
Domínguez Serna Joaquín 341
Dorfner Dominik 190
Dos Santos Alexandre José M. 253
Dragićević Mate 337, 576
Drmić Petar 576
Dubravski Maksymilian Leonid 254
Duhart Carmen Gloria 595
Dunham Larry 183
Duns Scoto Giovanni (Beato) 452, 484-487, 491,
498, 589, 595, 617
Dureau Buenaventura 171
Durkacz Tymoteusz Piotr 607
Dussan Ligorio Antonio 148
Dziwisz Stanisław 381
E
Echevarría Ernesto 564
Echevarria Gorostiaga Felice 112, 519, 521, 531
Echevarría Gorostiaga Luis 520
Echeverría Danilo 175
Echeverry Akjmed 172
Echeverry Hincapié Joaquín Arturo 491, 496
Eguiguren Galarraga Manuel 235
El-Masri Giuseppe 560
Equiza Claudio Dario 465
Ercoli Carmine 421
Erdő Péter 230, 590
Ersilio Stanislao 213
Esarza Peter 376
Escribano Arráez Miguel Ángel 579
Escrivá Domínguez Joan Jordi 340
Esposito Agostino 339
Eterovic Nikola 592
F
Fabrizio Daniela 33, 186
Faggioni Maurizio 409
Falbo Francesco 339
Falzarano Giuseppe 341
Farland Roch 211
Farolfi Serafina 532
Fassina Giancarlo 610
Favretto Mario 88, 158, 161-164, 171, 182, 185,
255, 342, 379, 385, 396, 436, 535, 659, 571,
574, 588, 589
Felipe Vicente 183, 535, 59
Felix Jungco 340
Fernández-Gallardo Jiménez Gonzalo 411
Ferrai Cherubino 214
Ferrante Alessandro 427
Ferrari Caetano 254
Ferrari Giuseppe 339
Ferrari Roberto 341
Ferreira Carvalho Armindo de Jesús 338
Ferreira Marques Martinho 419
Fiel Vanderlei Batista 466
Fitzgerald Michele 555, 56
Fitzgerald Paul 613
Fleitas Daniel Alejandro 465
Flesch Margherita 523-524, 527-528, 602, 617
Flesch Maria Rosa 117
Focardi Mazzocchi Francisco 409-410
Focherini Odoardo 532
Folgado López Carlos 467
Forget Roger 418
Forment Charles-André 607
Forte Antonio 595
Fox Thomas J. 420-421
Fraccaro Antonella 411
Francisci de Marchia 411
Freire Hernando Roberto 339
Freyer Johannes 103, 186, 469, 490, 493, 579
Frontini Vincenzo 197
Fusarelli Massimo 88, 91, 100-103, 183, 189, 343346 passim, 398, 471-472, 490, 590
Galea Paolo 503
Gallardo Luis 375
Gallato Sergio 607
G
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INDEX NOMINUM
García Araya Alfonso 341
García Chaves Luis Vicente 178
García Domingo 191
García Francisco 178
García González Gabriel Eduardo 351
García Guijarro Francisco 214
García Hernández Bernardo 609
García Manuel 175, 191
Gardin Gianfranco 148
Garuti Adriano 411
Gassen Irineu 164, 384
Gatto Ludovico 411
Gei Fausto 530, 618
Geiger Gregorio 489
Geiser Gregor 472, 489
Gelimin Eligio 397, 571
Gerritsma Frans 338, 340
Gertrude di Helfta 412
Gevers Avellinus 215
Ghanem Paul 466
Giacomello Antonio 468
Giacometti Luigi 467, 584
Gil Pedro 193
Gingerich Charles 467
Giorgini Giorgio 612
Giovannelli Nelson 386
Giovanni Paolo II 10, 56, 98, 182, 197, 228, 250,
434-435, 453-455, 475, 482, 485, 508, 531, 602
Gironi Emanuele 213
Girotti Gianfranco 13
Glemp Józef 381
Glendon Mary Ann 383
Gniecki Czeslaw 363, 381
Goddijn Walter 207
Gómez Eulalio 171
Gómez Francisco 171
Gómez Francisco Leonardo 171
Gómez Jesús 191
Gómez Jiménez Javier 467
Gómez Martínez Eulalio 86, 384-385, 461
Gómez Vergez Francisco L. 384
Gómez-Pinto Piñero Felix 518
Gonçalvez Sergio 255
Gonsalves Anthony 462
González Antonio 171
González Arango Enrique 90
González Artemio 345
González Blasco Pedro 494
González González Amado 339
González Jorge 174
González José Antonio 172
González Montes Adolfo 579
González Nieves Roberto Octavio 253
González Rodríguez Anastasio 513, 516
González Romo Toribio 212
González Tomás 160
González Vázquez Alfonso 191
Gorai Myloslav 461
Goretti Sergio 239
Gosselin Jacques 208
Grallet Jean-Pierre 196, 253
Graziani Michele 418
Gréal Jacqueline 412
Gregoris Serafina 116
Griesenbrok Heribert 208
Grifi Cammilleri Viviana 412
Groß Claudio 338, 448, 465, 577
Grosso Lucius 422
Gruber Manfred 461
Guasti Cesare 117
Guerra Cleonilde 359
Guerra Flavio 466
Guerra Nilde 112, 117
Guibord Laurent R. 413, 419
Guido Mayorga Héctor Octavio 420
Guillermo Paz Carlos 465
Gumieniak Kasjan 205
Gutay José Femilou 86
Gutierrez José Luis 115
Gutiérrez Rivas Moisés 469
Guzmán Francisco 190
Guzzon Valdesir Luís 466
Gwenolé Jeusset 552, 554
H
Ha Joseph 468
Haas Konrad 339
Habib Del Rosario Virginie 488
Hansen Luitfried 421
Harosolondrabe Jacques Étienne 87
Harsány Pál Ottó 346
Heinze Markus 338, 536
Helmi Lucas 465
Heras Walter 171, 173-174, 177
Hernández-Ranera de Diego Ángel 513-514
Herrera Bermejo Federico 513, 517
Herrera Cruz Antonio 491
Higgins Michael 148-150
Hillesheim Pacifíco 205
Hinwood Bonaventura 582
Hoehn Rodolfo 217
Hontić Miljenko 149
Hootka Augustine 207
Hopfgartner Willibald 578
Hoppe Leslie J. 467
Hottle Max 375
Hounkarin Jean-Luc 342
Housset Bernard 505
Howaniec Hery Theophilus 254
Huang John Baptist 86
Hudson Patrick 183, 255, 384, 589
Huerta Muro Juan María 171
Hueso Iranzo Fernando 340
Huigens Raphaël 208
621
C07nterno:ACTAORDINIS
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Hummes Cláudio 353, 578-580, 592
Huynh Thuy Maria 150
Huysentruyt Marcel 337
I
Iandiorio Giuseppe 462
Iannuzzi Sabino 341
Ibrahim Najjb 489
Icalina Somerset 376
Idoiaga José Luis 180
Ielpo Francesco341
Iglesias Francisco 183
Ilarduia Juan María 100, 184, 471
Ilunga Mikombe Alex 183
Inchaurbe Bengoechea Andres 206
Iorio Paul 468
Irudaya Samy 147, 149-150, 371
J
Janicki Nevin 207
Janik Anthony 467
Jansen André 337
Janssen Athanasius 613
Jasper Frank 89, 589
Jasztal Dobromir 462
Jaworowski Franciszek 205
Jaworski Marian 381
Jaya Maxwell 463
Jiménez Muñoz Javier Alejandro 216
Johannpötter Henrique 254
Jöhri Mauro 371
Joly Dominique 589
Jordá Tomás José Antonio 340
Joriatti Giulio 418
Josip Mrzljak 369
Josuran Maria Michael 369, 461
Jun Jae Raymund Shin 468
Jungco Felix 375
Jurado Basante Fèlix Agobardo 85
Jurišić Hrvatin Gabriel 197
Jurisich Melvin 384-385
K
Kaczmarczyk Marius 616
Kähler Christoph 582
Kahlert Filip 461
Kallen Berhnard 215
Kamel Antonio 465
Kao Thaddeus 86
Kapitanović Vicko 197
Karcz Lawrence 213
Karuyama Angelo 614
Kellet Miguel 216
Kemner Gregory 215
Kessedjia Bernard 410
Keulaerds Laetus 615
Khodanistskyi Radoslav 461
Kieffer Kenneth 208
Koch Hadrian W. 338, 581
Koenig Augusto 164, 353
Kohler José 342
Konrad Raphael 339
Kopysterynskyy Dobroslav 461
Koren Matija 149
Korošak Bruno J. 412
Korstjens Oscar 214
Kortevoß Vinzez 610
Kosiba Alojzy 181
Kosiba Luigi 533
Kosla Romuald 363
Kowalczyk Józef 381
Kraj Giorgio 344
Kraljević Svetozar 575
Krenzer Stefan 613
Krišto Milan 149
Kröger Franz Josef 338
Kühn Aurelio José 254
Kummer Blásio 466
Kungys Astijus 85
Kurtović Ljubo 337
Kutzner Engelhard 216
Kvaka Jeremiáš Daniel 465
Kvesić Atonija 149
L
La Neve Aldo 467, 589
Labib Kamal 465
Lackner Franz 161, 254, 577
Ladjar Leo Laba 254
Laibach Markus 338
Lally Campion 614
Lamela Fiuza José Alonso 422
Lancaster Campero Guillermo 190
Landel Vincent 584
Langa Adriano 254
Lanzillotta Francesco 339
Larregain José Adolfo 465
Lati Giancarlo 184, 255, 385, 469
Lauriola Giovanni 595
Lauter Hermann-Josef 426
Lázaro de Souza Jorge 338
Lehmann Leonard 103
Leide Iraci 386
Lemi John 468
Leoni Luigi 417
Lesino Antonia 529, 618
Lhabitant Jacques 612
Lice Stjepan 370
Limeira Alves José Maria 421
Lin Bonaventure 86
Linares Cerezuela Francesc 342
Lindmann Armindo 418
Lins de Araujo Marconi 164, 182
Lionetti Bonaventura 199, 208
C07nterno:ACTAORDINIS
24-01-2008
16:37
Page 623
Lluria Carmel 211
Locatelli Fiorenzo 162, 182, 200, 210
Loche Giovanni 345
Löffler Hans-Georg 338
Lombardi Marino 422
Lončar Milan 337
Lopasso Vincenzo 488
Lopata Simone 183, 384, 589
Lopes Semedo Moisés 338
López Martínez Ramíro 608
Lorenzo Joseph 467
Lorscheider Aloísio 600-604, 616, 618
Lovato Stefano 183, 255, 589
Lozano Tello Martín 513, 515
Lubecki Seweryn 345
Lucantonio Bernardino 207
Lütticke Martin 338
Lynch Kevin 462
INDEX NOMINUM
M
Maarschalkerweerd Roland 614
Macharski Franciszek 381
Macior Lazarus 611
Macora Athanasius 462
Madeiros Umberto 468
Madersbacher Bonifaz 217
Maggioni Enzo 341
Magro Pasquale 186, 406
Magro Sylvester Carmel 254, 502-503, 552
Magyar Gergely 183
Maiani Marcello 425
Maiella Agnelo Gerardo 353
Maier Matthias 449, 578
Mailleux Romain 185, 197
Maina Claudio 488
Maing Gabriel 466
Maiolo Giuseppe 339
Majadas Málaga Andrés 513, 517
Majadas Málaga Vicente 513, 517
Majewski Ksawery 461
Majnek Antal 254
Makamure Tanasio 463
Malagola Marco 536
Maldonado Barrero Víctor Manuel 255
Maldonado Víctor 175
Manderla Adrian 535
Mandic Leopoldo (San) 14
Mandolini Giancarlo 412
Manduchi Bonifacio 610
Manipadath V Johnson 462
Manns Frédéric 396
Maquinad Mar 376
Maračić Ljudevit 149
Marcellan Giovanni 612
Marchal Roger 60
Marcigliano Domenico 462
Marfil Albert 376
623
Mariani Nazareno 411
Marić Ante 337
Maroto Moreno Félix 513, 516
Marques Jorge 338
Márquez Nicolás 462
Martín Carbajo N. 346
Martina Gerónimo 147
Martinelli Giovanni 254, 503, 552, 570
Martínez Fresneda Francisco 490
Martínez Mora Jesús 420
Martini Carlo Maria 396
Martorelli Giulio 337
Mascarenhas Louis 86, 340, 375, 467
Mascia Matteo 538
Massafra Angelo 253
Massana Mola Josep-Maria 342
Mastropierro Antonio 422
Masucci Alfredo 213
Maté Calzada Santiago 516
Matić Ivan 150, 369, 370-371, 504-505, 590
Matić Renato 370
Mattei Giampaolo 391, 393
Mauritz Wolfgang 337
Mazgaj Stanisław 461
McCormack Austin 88, 589
McDonald Gerard 209
McGinn Finian 88, 182-183, 255, 384, 385, 436,
576-577, 588
McGrath Aidan 467
McLellan Daniel 462
Meesters Piet 337
Mégarbané Christianne 573
Melícias Lopes Vítor José 588
Melicias Vitor 178
Mello Alberto 488
Melone Mary 346
Menechelli Fausto 608
Menegatti Valentino 184, 590
Menoni Simone 572
Mercogliano Vito 341
Mercuri Chiara 186
Merlini Silvio 488
Merlino James 419
Mertens Benedikt 581
Mertens Olaf 425
Meseguer Meseguer Domingo 424
Messa Pietro 411
Messerich Valerius 419
Messina Joseph 213
Metz Eduardo 340
Micangeli Augusto 469
Micarelli Barbara 525, 617
Michael Peter 255
Micic Leopoldo 588
Middendorf Eugene 212
Miele Bruno 162, 462
Mignoli Bartolomeo 425
C07nterno:ACTAORDINIS
624
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16:37
Page 624
AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Mihály Juraj Andrej 465
Milavec Primoz 207
Mili Jude J. 213
Milo Anna 572
Milovitch Stéphane 488
Mirri Franco 382
Miscamble Phillip 466-467
Mistrih Rashid 462
Mizgiris Ramunas 86
Modonesi Almiro 341
Molina Víctor 175
Montanari Antonio 412
Montes Moreira Antonio 254
Montoya Julio María Elías 254
Moore Gerardo 89
Morales Morales Alberto de Jesús 609
Morales Rodríguez José Santos 609
Morao Andreazza Luis 196
Moreira Pereira de Faria José M. 467, 589
Morganti Alfredo 526, 617
Mosconi Anacleto 197
Moser Gioacchino 611
Mota Fernando 338
Mota Rosalvo 150
Mottola Francesco 529, 530, 532, 618
Moya Ovejero Juan Carlos 340
Mrzljak Josip 149
Müller João Inácio 466, 604
Muniz Alves João 87
Muñoz Gutiérrez Enrique 461
Murawiec Wieslaw 363
Muro Aréchiga Juan Ignacio 158, 163-164, 166,
171, 182, 255, 384-385, 396, 436, 469, 589
Murwito Aloysius 254
Musara Emmanuel 463
Muscat Noel 462
Musser Frederic 607
Mušura Franjo 612
Muttathupadathu Alfonsa 111, 358, 531-532
Muzzi Sara 412
N
Nadali Pierluigi 608
Nagy Stanisław 381
Nairn Thomas 466
Naluparayil Jacob 488
Nardoianni Antonio 467
Navarro Aguado Anastasio 610
Navío Colado Julián 515
Nazzaro Giuseppe 254
Ndingi Raphael 101
Negro Marcello 423
Neri Francesco 197
Newington Luke 611
Neyland Quintin 420
Nguyen Duy Hung Francis Xavier 150
Nguyen Thanh Hai Paul 504
Nguyen Thyet Maria 150
Nguyen Van Si Ambrogio 158, 182, 255, 349, 375,
384, 397, 436, 588
Nicholson Xavier 608
Nickels Lawrence 340
Nimac Zvonimir 207
Nogemane Vumile 582
Norcini Pierantonio 341
Nowak Bernard 615
Nowak Edoardo 111-116 passim, 525-526
Numgaudis Gediminas 86
Nunes Lopez Zacarias 87
O
Ó Ceallaigh Fiachra 254
Ó Laoide Caoimhín 463
O’ Boyle Joseph 255
O’Toole Joseph 463
Obico Baltazar 183, 375
Occhiuto Fabio 339
Ochoa Chapula Ernesto 206
O’Connor John 469
Ojeda Pascual Julio 254
Olgiai Feliciano 599
Olgiati Simpliciano 599, 614, 618
Oliver Climent Juan Tomás 254
Onorio di Autun 412
Orduña Ortiz César Javier 183, 255, 384, 468, 589
Ortaglio Luigi 339
Ortega Mario 177
Orth Francisco 209
Ossa Valencia Gabriel 616
Ovejero Gómez Marcelino 513, 515, 516
Overend Rigillo Sandro 83, 183
Oviedo Lluis 189
P
Pabin Andrej 363
Pachêco Ramos Antônio 87
Pagliarini Pietro 338
Pagnozzi Tarcisio 339
Paixão Francisco 164
Pajkos James 216
Páll Leó 183
Pallante Maurizio 536
Palma Ernesto 171
Palmarozza Giulio 341
Palmieri Thaddeus 209
Panella Davide 341
Pantusa Maria Concetta 118
Paolazzi Carlo 197, 412, 596
Paolo VI 5, 228
Paonessa Ralph 467
Papa Diana 412
Papaleo Umberto 339
Papež Viktor 341
Pappalardo Carmelo 489
C07nterno:ACTAORDINIS
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16:37
Page 625
INDEX NOMINUM
Pardilla Ángel 197
Parlato Eduardo 339
Parra Mora Alberto 351
Paskai László 253
Pastidio Generoso 376
Pastro Cláudio 386
Patton Francesco 469
Paul Bonaventure 157
Paul Que Vu Xuan 150
Pavlicek Pietro 209, 526, 617
Pavlik Jerome 209
Pavlou Telesfora 489
Pavlovic Ivica 338
Pazzini Gloriano 342, 589
Pegoraro Claudio 468
Pelayo Orozco Joaquín 341
Pellachin Renato 424
Pellicer Iborra Carmen 492
Pennacchini Bruno 488
Pepe Franco 341
Perantoni Pacifico 33, 210
Pereira das Neves José 341
Pereira Mendes Teixeira Victor 611
Pérez Alvarez Alfredo 611
Pérez Simón Luis 338
Perić Ratko 576
Perlingieri Biagio 423
Perugini Luigi 113, 117, 150, 385, 430, 468, 590
Peskaitis Arunas 149
Petanjak Ivica 140
Petrella Mario 423
Phi Khanh Vuong Dinh Khoi 150
Piacitelli Cristoforo 216
Piasentin Fabio 381
Picciafuoco Umberto 197, 614
Picerno Luigi 613
Piek Herman 340
Pieper Lori 148, 186
Pieronek Tadeusz 381
Pierri Rosario 197, 345
Pimentero Rolie 376
Pine Cristino 376
Pinili Melito 588
Pinto José 338
Pinzón de León Juan Manuel 148
Pio da Pietrelcina (San) 14
Piscitello Primo 468, 585
Pizzaballa Pierbattista 33, 161, 186, 202, 344, 394,
462, 590
Plent Edmond 613
Plogmann Norbert 338
Polignone Tonino 609
Pontoglio Onorio 571
Pontus Gregorius 462
Póppiti Filomeno 164
Porcelli Marino 158, 384
Portka Samuele 183, 363, 384, 589
Postma Rupert 614
Pozzerle Jacopo 536
Pradella Fedele 467, 589
Prakash Joy 89, 590
Prangenberg Valeriano 613
Prata de Carvalho Diamantino 254
Prieto del Pozo Benigno 513-515
Pring-Mill Robert D. F. 412
Prisco Cajes 340
Puchberger Alexander 449, 463, 578
Puodziunas John 85
Pusma Salomón 171
Quero Francesco 615
Quinn Aloysius 212
Q
R
Rabemahafaly Roger Aimé 369
Racek Matúš Pavol 465
Radman Ivo 207
Rakoczy Tadeusz 381
Rakotoarison Robert Alain 87
Ramírez Ramírez Juan 86
Ramón Medina Juan 580
Ramos Valmir 164
Ramos Xavi 150, 370
Ramsamy Krisnah 369
Rangel Mendoza Salvador 86
Raniero Lorenzo 463
Rañoa Anfres 377
Raonizampenoarivo Pascal 87
Rasera Therezinha 223
Rasolonjanahary Jean Pierre 87
Ratzinger Joseph 329
Rayes Joseph 208
Re Giovanni Battista 195
Recasens Murillo Joaquín 342
Recchia Stefano 571
Redaelli Angelo 572, 595
Redoblado Lino Gregorio 86, 376
Reesink Diogo 254
Reig Pla Juan Antonio 579-580
Rendora Randy 375
Reschiglian Massimo 407
Reséndiz Reyes Alfonso 461
Rhoden Marino Pedro 466
Ricard Jean-Pierre 505, 507-508, 525
Riccio Antonio 89, 337
Richardt Franz 338
Ridolfi Antonio 462
Rieger Rafael 339
Rigall Pujol Jaume 616
Rimac Lovro 611
Rinaldi Giovanni 589
Rincón Cruz Marcos 595
Río Rojo Saturnino 513, 517
625
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Rioja Carlos Héctor 466
Riquelme Pedro 578, 58
Robelt Thomas 338
Roche Finian 215
Rodé Franc 10, 223
Rodendo Lucilene 386
Rodrigo Antonio 513, 516
Rodríguez Carballo José 21-57 passim, 69, 8283, 87-88, 93, 95, 154-155, 157-193 passim,
195, 204, 285-335 passim, 344, 346, 350, 353,
373, 375-381 passim, 384, 393, 402, 405, 409,
412, 431-460 passim, 463, 490-491, 502504, 538, 547-553 passim, 570-593 passim,
605-607
Rodríguez Elvira Mercedes 181
Rodríguez Fernández Tarsicio 427
Rodríguez Guillermo 192
Rodríguez Lopez Vidal 190
Rodríguez Madariaga Oscar Andrés 253, 255
Rodríguez Rico Guillermo 467
Rodríguez Simón Miguel 519-520
Rogelio Covero 340
Romanelli Gabriele 489
Romero García Francisco Manuel 183, 342, 384,
589
Romero Remigio 175
Ronzano Gabriele 214
Rosaia Marino 209
Rosales Gaudencio 376
Rosati Giancarlo 89, 465
Rosini Fabio 380
Rossetto Enrico 206
Rossi Berardo 595
Röttgen Lukas 614
Rovegno Juan Ramon 595
Rozansky Joe 471, 535, 536
Ruano Pedro 375
Ruggeri Costantino 415, 421
Ruíz de Loizaga Ullibarri Saturnino 103
Ruiz Verdú Pedro 342
Russotto Mario 370
Ruzić Dragan 576
Ryłko Stanisław 388
S
Sacconi Antonio M. 197
Saco Alarcón César 487, 595
Sáez De Ibarra López Antonio 520
Saint-Martin Roland 419
Salamon Grzegorz Witold 595
Salarich Abril Albert 342
Salomone Quirino 337
Saludes Martínez Natalio 339
Samac Šime 181-182, 255, 337, 344, 384, 436,
574, 588, 590
Samy Irudaya 142-151 passim
Sánchez Hernández-Ranera Alfonso 513, 516
Sanchez Sorondo Marcelo 383
Sanchez Viloria M. della Natività 527
Sandlin Joseph 614
Sandri Leonardo 525
Sang-Seon Paolo Oh 384
Sannino Antonio 339
Santateresa Pedro 469
Santoro Michele 339
Santos Ballesteros Edgar 85, 171
Sanz Montes Jesús 254
Sanz Rafael 193
Saraceno Antonio 147
Saraiva Marcos 378
Saraiva Martins Giuseppe 111-116 passim,
359-363 passim, 505-531 passim
Šarčević Jure 149
Sardella Donato 341
Sartori Eusebio 420
Sartorio Lorenzo 595
Scabio Antonio 463
Scarpetta Gennaro 215
Schafer Carl 369
Schalück Hermann 535
Schauerte Antonio 466
Scheeler Jeffrey 576
Scheifele Claus 339
Schillings Philippe 183, 195, 255, 384, 589
Schlosser Marianne 198
Schmitz Quirino 423
Schneider Herbert 90, 598
Schneider Johannes 595
Schöch Nikolaus 184
Schwarzl Rupert 449, 463, 577-578
Schwerz Nestor 100, 183, 351, 471, 590, 495
Schwietz Łukasz 611
Scocca Fernando 186
Scozzina Luis 147, 164, 170, 384
Segiet Raphaël 342
Šego Miro 575
Sekito Alberto 340, 375
Sell Schatzinger Christian 205
Selvanayagam Antonio 151
Sépinski Agostino 199
Sepp Willibrod 612
Sequeri Pierangelo 411
Serra Junipero 527, 614
Sesar Ivan 337, 574, 588
Sevrin Jean Marie 490
Short William 89
Shukardin Samson 157
Shyrokoradiuk Symon 461
Sica Rubén Jesús 466
Siekierka Ernest Karol 183, 342, 463-465,
589-590
Sileo Leonardo 195
Sisto Gianfrancesco 100
Skoko Iko 337
C07nterno:ACTAORDINIS
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16:37
Page 627
Skworc Wiktor 381
Slattery William 254
Smith Paul 462, 466
Smolic Bernard 425
Solaguren Basare 206
Soobaroyen Marie Thérèse 369
Sopta Jozo 182
Sorci Pietro 195
Sorrentino Domenico 232, 239, 406
Špelič Miran 341
Spies Hans-Georg-Athanasius 337
Stapel Hans 225, 386
Stapel Paul 386
Starzer Karl 213
Šteko Miljenko 337
Stenzel Taciano 609
Stojić Dobroslav 424
Strehovec Tadej 341
Sukartanto Stanislaus 466
Sulse Joel 86
Sunarko Adrianus 466
Svalina Stanko 207
Syukur Paskalis Bruno 462, 466, 589
Sztyk Witoslaw 345
Szwałek Makary 205
Szyrokoradiuk Stanislav 254
T
Tabarelli Lanfranco 87
Tasca Marco 237
Tax Bulux Germán 190
Teixeira Celso Márcio 164
Tejado Librado Ramon 513, 516
Tejera Pérez José Lucas 341
Temperini Lino 186, 188
Thanh Minh Irene 150
Thome Wolfgang-Sylvester 337
Tibong Christopher 376
Tierrablanca Rubén 549, 552, 554
Tilley Sandra 369
Tindo Peter 588
Tokalic Juro 504
Tomasi Travaglia Adriano 254
Tong Kawang-Ching Bernardino 607
Torrassa Ugolino 205
Tosini Alberto 182
Tovar Alhama José María 206
Trávez Trávez Fausto 175, 254, 468
Travizza Modesto 609
Trepin Eugenio 419
Trivellin Gabriele 588
Tse John Baptist 346
Tual Fuad 398
Tueng Laurentius 466
Tumpach Johannes Matthias 339
Tung Bonaventura 86
Turati Pietro 572
INDEX NOMINUM
U
Ulloa Frank Miki 190
Unsner Sebastian 86, 100, 182
Unterhofer Gerold 215
Urrestarazu Javier Unanue 89
627
V
Vaiani Cesare 67, 189, 341
Valdivia Lorenzo158.171
Valle Edênio 165
Vallecillo Martín Miguel J., 88, 164, 171, 180-182,
184, 398, 398, 436, 491, 535, 551, 553, 578,
580, 583, 585, 588
Valmorbida Luiz 215
Van den Berk Jan-Jozef 426
Van den Eijnden Jan 340
Van Der Reijken Fer 340
Van Iersel Florentinus 422
Van Laer Robert 337
Van Luyn Adrianus Herman 15
Van Opstal Daniël 426
Vandesteene Marcel 423
Varano Battista 528
Várnai Jakab 88, 160-161, 164, 171, 177, 182, 255,
384, 396, 436, 491, 577-578, 580-581, 589-591
Vasilj Jozo 610
Vattalil Maria 520
Vaughn John 59, 62, 153
Vavrek Dennis 462
Vegliò Antonio Maria 19
Vela Raúl Eduardo 176
Velaso Yeregui Saverio Averius 489
Venaruzzo Loris 463
Verdick James 210
Vergeer Theodorus 466
Veselka Sarkander 426
Vetrali Tecle 463, 554, 560-561
Veuthey Leone 496
Vhiara (Santa) 332
Vianney Giovanni Maria (San) 14
Vicedo Vicedo Salustiano 613
Vicuña Marco 175
Vieira Cícero 164
Vignolo Roberto 411
Vilá Virgili Francesc 342
Villalobos Avendaño Oscar Guadalupe 468
Villarruel Cervantes Pablo 607
Viola Vittorio 255, 392
Visser-Pelsma Wilhelmina 371
Vítores González Artemio 345, 384
Vlašić Petar 574
Vodopjanovas Linas 86
Vollmer Caron 418
Vombömmel Lino 425
W
Wadding Luca 32, 33, 186
C07nterno:ACTAORDINIS
628
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16:37
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Waenchimplee Peter 375
Wagner Gregor-Laurentius 337
Wagner Maximilian 339
Waldmüller Paul 339
Wanke Joachim 581
Warburton Jordan 466
Warot Alojze 100-101, 186, 343
Wegleitner Gottfried 449, 463, 578
Weis M. Fedele 117, 361, 531-532
Wenigwieser Fritz 449, 463, 578
Werner Matthias 186, 581
Wheatley Dennis 467
Wierinck Hilaire 337
Wilfrid Fox Napier 253
Wilges Ireneu Sílvio 254
Williams Peter 86, 467
Woicienga Jordão 420
Wong Placid 86, 346
Woon Serena 150
Wördehoff Burkhard 615
Wouters Rogelio 164
X
Xuereb Joseph Benedict 598, 612
Z
Zaccagnini Gabriele 412
Zahner Paul 182, 338, 461
Zając Natanael 451
Zaki Adel 465
Zamkovský Joszef 205
Záň Peter 89, 589
Zanelli Leonardo 206
Zankanella Ulrich 161, 463, 578
Zapanta Gerardo 190, 468
Zappl Martín 171
Zarragua Iturriaga Miguel 520
Zbieranski Roman 608
Zdrzałek Kazimierz 207
Železnjak Željko 370
Zerdin Anton 254
Zerla Guido 613
Živkovic Vitomir 214
Zore Stane 341
Zungu Vincent 101
Żwirek Stefan 205
C07nterno:ACTAORDINIS
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16:37
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TABULA MATERIARUM
PERIODICI «ACTA ORDINIS» FRATRUM MINORUM
(An. CXXVI, IANUARII - DECEMBRIS 2007 – N. 1-3)
EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS
Fasc. 1
1. Messaggio per la quaresima 2007 ............................3
2. Pace e Bene ...............................................................4
3. Omelia a conclusione della settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani ........................5
4. Messaggio per la xxii Giornata Mondiale
della Gioventù del 1° aprile 2007 .......................7
5 Discorso in occasione della Giornata Mondiale
della Vita consacrata .........................................10
6. Incontro con il Seminario Maggiore di Roma .........12
7. Discorso ai Penitenzieri delle quattro Basiliche
pontificie romane .............................................13
8. Incontro di Benedetto XVI con i Parroci ed il
Clero di Roma...................................................14
9. Discorso ai partecipanti al Congresso promosso
dalla Commissione degli Episcopati della
Comunità Europea (COMECE) .......................15
10. Francesco di Assisi: traduzione del
«Beati i poveri in spirito»..................................17
11. Carta del Prefecto de la Congregación para
las Iglesias Orientales a los Obispos católicos
con motivo de la colecta “pro Terra Sancta” .....18
Fasc. 2
1. Discorso all’Assemblea plenaria dell’Unione
Internazionale Superiore generali ...................223
2. Discorso di Benedetto XVI in occasione
della visita alla “Fazenda da Esperança” ........224
3. Saluto di Benedetto XVI alle Clarisse...................226
4. Discorso all’Udienza generale del mercoledì .......227
5. Lettera al Primate di Ungheria, Card. Péter Erdő,
per l’VIII Centenario della nascita di santa
Elisabetta di Turingia o d’Ungheria ................230
6. Visita pastorale di Benedetto XVI ad Assisi
in occasione dell’ottavo centenario
della conversione di san Francesco.................231
1. Saluto alle Clarisse......................................231
2. Omelia nella concelebrazione eucaristica ...231
3. Angelus .......................................................235
4. Saluto alle Suore cappuccine tedesche........236
5. Discorso al Capitolo generale OFMConv ...237
6. Discorso al clero, religiosi e religiose ........238
7. Discorso ai giovani .....................................242
7. Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale
della Gioventù ................................................246
8. Angelus, ................................................................251
CONVENTUS CARDINALIUM
ET EPISCOPORUM OFM
Fasc. 2
1. Programma............................................................253
2. Partecipanti ...........................................................253
3. Cronaca .................................................................253
4. Saluto di benvenuto del Ministro generale............256
5. Riflessioni sul carattere ecclesiale
del carisma francescano ..................................257
6. La vita e la missione dell’Ordine...........................266
7. Espiritualidad del Obispo franciscano...................270
8. Omelia alla Concelebrazione conclusiva ..............277
9. Il «grazie» del Ministro generale...........................280
10. Cardenales y los Obispos OFM a los hermanos
de la Orden de Frailes Menores ......................281
11. Lettera del Ministro generale a Benedetto XVI.....282
12. Lettera di ringraziamento
al Card. Giovanni Battista Re .........................283
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
Fasc. 1
1. Encuentro del Definitorio general con
los Obispos OFM ..............................................21
2. Informe al encuentro de los
nuevos Ministros provinciales ..........................21
3. Verso l’VIII centenario: inizio
della seconda tappa ...........................................29
4. Inaugurazione del nuovo Archivio Storico OFM ....32
5. Informe al encuentro con las Conferencias
de Ministros provinciales de América Latina....34
6. Omelia per la conclusione del Capitolo
delle Stuoie delle Case dipendenti dal
Ministro generale ..............................................41
7. Carta del Ministro general con motivo
de la Pascua 2007..............................................43
8. Lettera a Benedetto XVI in occasione
del suo compleanno ..........................................47
9. Informe al encuentro con la Conferencia de
Ministros provinciales de España y Portugal ....48
10. Lettera per la Canonizzazione di due Frati Minori.....56
Fasc. 2
1. Informe al encuentro de Presidentes
de las Conferencias 2007 ................................285
2. Omelia per la festa di S. Maria Mediatrice............291
3. Carta a los Hermanos jóvenes de la Orden
con ocasión del 3er. Capítulo de la Esteras .....292
4. Saluto ai giovani in occasione della
Visita di Benedetto XVI ad Assisi ..................320
5. Omelia per l’invio di nuovi missionari..................322
6. Discorso in occasione del bicentenerio della
canonizazione di san Benedetto il Moro .........324
7. Carta a las Hermanas de la Orden de la
Inmaculada Concepción con motivo de la
fiesta de Santa Beatriz de Silva ......................326
8. Omelia in occasione della Festa del
Perdono d’Assisi.............................................328
9. Discorso in occasione della XXVII
marcia francescana ad Assisi ..........................329
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
10. Lettera del Ministro generale per la
Festa di santa Chiara .......................................332
Fasc. 3
1. Carta a todos los Ministros y Custodios................431
2. Omelia in occasione della Festa
dell’impressione delle Stimmate.....................431
3. Lettera del Ministro e Definitorio generale
per la Festa di san Francesco 2007..................433
4. Celebrazione in onore della Beata Maria
della Passione .................................................436
5. Omelia in occasione della Festa
di san Francesco..............................................438
6. Relazione del Ministro generale
all’Assemblea dell’UFME ..............................440
7. Discorso ai Frati della Provincia
“San Leopoldo” ..............................................448
8. Incontro con le Suore francescane ........................450
9. Omelia per la festa del beato
Giovanni Duns Scoto ......................................452
10. Saluto all’atto accademico per il 60° della
Pont. Accademia Mariana Internazionale .......454
11. Omelia in occasione del 60° anniversario
della Pontificia Accademia Mariana ...............455
12. Carta con ocasión de la solemnidad
del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo....457
CAPITULUM GENERALE
EXTRAORDINARIUM
Fasc. 1
1. Quelques impressions... .........................................59
2. Au suivant!..............................................................60
3. Il Documento del Capitolo generale straordinario .....62
E SECRETARIA GENERALI
Fasc. 1
1. Statuta peculiaria de Visitatione canonica
deque Praesidentia Capituli provincialis...........69
2. Capitulum Intermedium
Prov. S. Pauli Apostoli in Columbia..................85
3. Capitulum Prov. S. Casimiri in Lithuania ...............85
4. Electio extra Capitulum Prov. Ss. Petri
et Pauli de Michocán in Mexico........................86
5. Capitulum Intermedium Prov. S. Mariae
Reginae Sinarum in Taivania ............................86
6. Capitulum Prov. S. Petri Baptistae
in Philippinis.....................................................86
7. Cust. «Immculatae Conceptionis BMV»
in Madagascaria erectio ....................................86
8. Capitulum Prov. Assumptionis BMV
in Brasilia..........................................................87
9. Prov. S. Thomae Apostoli in India
nova ordinatio ..................................................87
10. Capitulum Prov. ss. Martyrum Marochiensium
in Portugallia.....................................................88
11. Visitatores generales ...............................................88
12. Notitiae particulares ................................................89
1. Nuova Fondazione ..............................................89
2. Delegato generale ...............................................89
3. Fond. della Prov. S. Croce negli USA..................89
4. Custodie ..............................................................89
5. Casa dipendente dal Ministro generale...............89
6. Commissioni........................................................89
Fasc. 2
1. Capitulum Intermedium Prov. Aprutiorum
S. Bernardini Senensis in Italia .......................337
2. Capitulum Intermedium Prov.
S. Ioseph Sponsi BMV in Belgio ....................337
3. Capitulum Prov. Assumptioni BMV
in Herzegovina................................................337
4. Capitulum Intermedium Prov.
Trium Regum in Germania .............................337
5. Capitulum Prov. Saxoniae
S. Crucis in Germania .....................................338
6. Capitulum Prov. Thuringiae
S. Elisabet in Germania...................................338
7. Capitulum Fed. Franciscanae in Marokio .............338
8. Capitulum Prov. Ss. Martyrum
Marochiensium in Portugallia.........................338
9. Capitulum Prov. S. Iacobi a Compostela
in Hispania ......................................................339
10. Capitulum Prov. Calabriae
Ss. Septem Martyrum in Italia ........................339
11. Capitulum Prov. S. Antonii Patavini
in Germania ....................................................339
12. Capitulum Prov. Neapolitanae
Ss. Cordis Iesu in Italia ...................................339
13. Electio extra Capitulum Prov.
Ss. Cordis Iesu in F.C.A.S...............................339
14. Capitulum Intermedium Prov. Valentiae
et Aragoniae S. Ioseph in Hispania .................340
15. Electio Cust. S. Antonii Tatavini in Philippinis.....340
16. Capitulum Prov. ss. Martyrum
Gorcomiensium in Nederlandia ......................340
17. Capitulum Prov. Samnito-Hirpiniae
S. Mariae Gratiarum in Italia ..........................341
18. Capitulum Intermedium Prov.
Mediolanensis S. Caroli Borromaei ...............341
19. Capitulum Intermedium Prov.
S. Crucis in Slovenia.......................................341
20. Capitulum Prov. Baeticae in Hispania...................341
21. Capitulum Prov. Verbi Incarnati in Togo...............341
22. Capitulum Prov. Catalauniae
S. Salvatoris ab Horta in Hispania ..................342
23. Visitatores generales .............................................342
24. Domus suppressae.................................................342
25. Notitiae particulares ..............................................342
Fasc. 3
1. Electio extra Capitulum Prov.
ss. Petri et Pauli de Michoacán in Mexico ...........461
2. Capitulum Intermedium Prov.
Assumptionis BMV in Polonia .............................461
3. Electio extra Capitulum Cust. Aut.
Christis Regis in Helvetia .....................................461
4. Capitulum Prov. S. Michaëlis Arcangeli
in Ucraina..............................................................461
5. Capitulum Prov. Christis Regins in Canada ..........461
6. Fund. Thailandiæ electio ......................................462
7. Capitulum intermedium
Cust. Terræ Sanctæ in Israel..................................462
8. Capitulum Intermedium
Prov. Salernitano-Lucanæ
Immaculatæ Conceptionis BMV in Italia .............462
9. Capitulum intermedium Prov. Venetæ
S. Antonii Patavini in Italia ...................................462
10. Capitulum Cust. Boni Pastoris in Zimbabua.........463
11. Prov. S. Leopoldi in Austria/Italia electiones........463
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TABULA MATERIARUM
12. Prov. S. Bernardini Senensis
in Austria suppressio.......................................463
13. Prov. B. Engelberti Kolland
in Austria/Italia suppressio..............................463
14. Prov. S. Leopoldi in Austria erectio.......................464
15. Capitulum Intermedium Prov.
S. Familiæ in Aegypto.....................................465
16. Capitulum intermedium Prov.
S. Salvatoris in Slovachia ...............................465
17. Capitulum Prov. S. Francisci
Solano in Argentina.........................................465
18. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis
in Brasilia........................................................466
19. Capitulum Sancti Spiritus in Australia .................466
20. Capitulum Prov. S. Michaëlis
Archangeli in Indonesia ..................................466
21. Capitulum Intermedium Prov.
Immaculatæ Conceptionis BMV in USA........466
22. Extra Capitulum electio Prov.
Assumptionis BMV in USA ...........................467
23. Visitatores generales..............................................467
24. Domus suppressae .................................................468
25. Notitiae particulares ..............................................468
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
Fasc. 1
1. Apertura del Noviciado Interprovincial
de la Conferencia del Cono Sur ........................91
2. Conferimento del dottorato
honoris causa a Fr. Cesare Cenci.......................92
3. The XI International Council for
Formation and Studies ......................................93
4. Visita alle Prov. in Slovacchia e nella Rep. Ceca ..101
5. Notitiae particulares ..............................................102
Fasc. 2
1. Corso per Formatori OFM ....................................343
2. Incontro dei Formandi e Formatori
della Conferenza Nord-Slavica .......................343
3. Notitiae particulares ................................................345
1. Pontificia Università Antonianum.....................345
2. «Studium Biblicum Franciscanum» Hong
Kong a Ministro generale dependens .............346
3. Case di Noviziato ....................................................346
Fasc. 3
1. Il 2° Congresso Internazionale dei
Moderatori di Formazione Permanente OFM .......471
2. Saluto del Ministro generale per
l’apertura dell’Anno Accademico 2007-2008.......482
3. Discorso del Ministro generale
in occasione dell’Atto Accademico della PUA .....485
4. Notitiae particulares..............................................487
1. Pontificia Università Antonianum.....................487
2. Casa di Noviziato ..............................................490
3. Formazione e Studi ...........................................490
E SECRETARIATU PRO
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
Fasc. 1
1. Statuti Peculiari del Segretariato generale per
l’Evangelizzazione e Missioni (SGEM) .........105
631
2. Statuti Peculiari del Consiglio Internazionale
per l’Evangelizzazione (CIE)..........................108
Fasc. 2
1. Incontro dei missionari in Asia..............................349
2. Invio di nuovi Missionari ......................................350
3. Corso di formazione missionaria in Colombia......351
Fasc. 3
1. Primer Congreso de
Educadores Franciscanos de Europa...............491
2. Convenzione tra i Vicariati Apostolici
di Tripoli e Benghazi in Libia
e l’Ordine dei Frati Minori..............................502
3. Il Ministro generale invia nuovi missionari ..........504
E POSTULATIONE GENERALI
Fasc. 1
1. Ponens in Causa Beatae Alfonsae
ab Immaculata nominatur................................111
2. Iuridica validitas Inq. in Causa SD Miradei
a Prov. declaratur.............................................111
3. Ponens in Causa SD Cleonildis Guerra
nominatur ........................................................112
4. Facultas sepulcra Martyrum
Felicis Echevarria et SS. aperiendi..................112
5. Facultas Transumptum inq. super miro
in Causa Beatae Transitus aperiendi ...............113
6. Iuridica validitas declaratur Inquisitionis
in Causa SD Petri Pavlicek .............................113
7. Facultas Transumptum inquisitionis super miro
in Causa Ven. SD Caesaris Guasti aperiendi ...113
8. Iuridica validitas Inquisitionis super miro in
Causa SD Antonii Antic declaratur .................114
9. Relator in Causa SD Clarae Ricci nominatur ........114
10. Relator nominatur in Causa SD Miradei
a Providentia ...................................................115
11. Facultas Transumptum aperiendi Inq. dioec.
super miro in Causa B. Ludovici a Casaurea ..115
12. Facultas Transumptum aperiendi
Inq. dioec. super martyrio SS D Petri
de Corpa et Sociorum......................................115
13. Validitas iuridica declaratur Inq. dioec. super
miro in Causa Ven. Seraphinae Gregoris.........116
14. Postulationis generalis vota pro Summi
Pontificis prosperitate .....................................116
15. Notitiae particulares...............................................117
Fasc. 2
1. Canonizzazione del Beato Antonio
di Sant’Anna Galvão.......................................353
1. Note di cronaca..........................................353
2. Omelia di Benedetto XVI ............................354
3. Antônio di Sant’Anna Galvão .....................357
2. Decretum super miraculo B. Alfonsae
ab Immaculata Conceptione............................358
3. Decretum super virtutibus
SD Cleonildis Guerra......................................359
4. Decretum super virtutibus
SD Mariae Fidelis Weiss.................................361
5. Canonizzazione del Beato Simone da Lipnica ......363
1. Cronaca ......................................................363
2. Omelia di Benedetto XVI ............................364
3. Simone da Lipnica ......................................366
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
Fasc. 3
1. Beatification de Sœur Marie-Céline
de La Présentation...........................................505
2. La beatificazione di ventinove
Martiri Frati Minori.........................................511
3. Decretum super miraculo Beatæ Mariæ
Bernardæ Bütler..............................................522
4. Decretum super miraculo
SD Mariæ Rosæ Flesch...................................523
5. Nuntium de beatificatione Ven.
SD M. Cælinæ a Secretaria Status datur .........525
6. Congregatio de Causis Sanctorum
nuntium papale confirmat ...............................525
7. Facultas conceditur Transumptum Inq.
Dioec. super miro in Causa M. Iosephæ
Micarelli aperiendi..........................................525
8. Relator in Causa SD Petri Pavlicek nominatur .....526
9. Facultas datur exuvias SD Alfredi
Morganti Ostrae transferrendi.........................526
10. Facultas datur Transumptum Inq. Suppl.
super virtutibus in Causa SD M.
Franciscæ a I. Infante aperiendi ......................526
11. Facultas cenceditur Transumptum Inquisitionis
super miro in Causa
B. Juniperi Serra aperiendi..............................527
12. Ponens in Causa Ven. SD Mariæ Rosæ Flesch
nominatur........................................................527
13. Postulator generalis gratias Summo Pontifici
pro canonizationæ B. Simonis agit .................528
14. Facultas Transumptum Inq. dioec. super miro
aperiendi in Causa Beatæ Baptistæ Varano.....528
15. Facultas datur Transumptum Inq. dioec.
Suppletivae aperiendi in Causa SD A. Lesino.529
16. Facultas conceditur Transumptum Inq. dioec.
super martyrio aperiendi in Causa
Reginæ M. Vattalil ..........................................529
17. Ponens in Causa SD Francisci
Mottola nominatur ..........................................529
18. Facultas datur Transumptum Inq.
dioec. super virtutibus in Causa
SD F. Gei aperiendi.........................................530
19. Validitas iuridica declaratur Processus
Ap. super miro in Causa Ven.
SD Mariae Christinae a Sabaudia ...................530
20. Validitas iuridica declaratur Inquisitionis
super miro in Causa B. Ludovici.....................531
21. Notitiae particulares ..............................................531
STATISTICA
ORDINIS FRATRUM MINORUM
(31 Decembris 2006)
Fasc. 1
I. Relatio de statu personali et locali Ordinis............119
II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel
Cust. Aut. adscripti ........................................123
III. Fratres et domus secundum regiones ...................127
IV. Status domum et presentia fratrum in
singulis nationibus ..........................................130
V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta
numerum fratrum et novitiorum......................133
VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..136
VII. Inter 2006 et 2005 comparatio .............................140
VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et
ad Gradus Academicos....................................143
EX OFFICIO PRO “IUSTITIA, PACE
ATQUE INTEGRITATE CREATI”
Fasc. 3
1. 3° Incontro Europeo degli Animatori
OFM di GPIC..................................................535
E “SERVITIO PRO DIALOGO”
Fasc. 3
1. Seminario de Estudio sobre los
«Franciscanos entre los Musulmes hoy» ........539
2. Il Cairo: un festival del dialogo.............................555
EX OFFICIO OFS
Fasc. 1
1. Argentina - Visita fraterna e pastorale
e Capitoli.........................................................147
2. Assisi - Corso per Assistenti spirituali
dell’OFS-GiFra d’Italia ..................................147
3. Panama - Capitolo nazionale elettivo ...................148
4. Roma - Presidenza CIOFS e Benedizione
della Sede........................................................148
5. Roma - Assemblea precapitolare
dell’OFS d’Italia .............................................148
6. Croazia - Corso di formazione per gli
Assistenti spirituali dell’OFS e della GiFra ....148
7. Vietnam - Capitolo nazionale elettivo dell’OFS ...150
8. Malesia - II° Congresso dell’OFS-GiFra
dell’Asia e Oceania ........................................150
Fasc. 2
1. Isole Mauritius - Corso di formazione,
Visita e Capitolo elettivo dell’OFS .................369
2. Australia - Capitolo nazionale elettivo
dell’OFS di Oceania........................................369
3. Croazia - I° Congresso nazionale OFS-GiFra
ed Incontro nazionale della GiFra...................369
4. Sicilia - Incontro con gli Assistenti e il
Capitolo delle Stuoie dell’OFS ......................370
5. Spagna - 1ª Assemblea Internazionale
della GiFra ......................................................371
6. Ucraina - Capitolo nazionale elettivo e
costituzione della Fraternità nazionale
dell’OFS .........................................................371
Fasc. 3
1. Madagascar – Capitolo nazionale elettivo
e Congresso.....................................................563
2. Paraguay – Capitolo nazionale elettivo.................563
3. Ecuador – Capitolo nazionale elettivo ..................563
4. Ungheria – Capitolo nazionale elettivo ................564
5. Zambia – Celebrazioni varie in occasione
del giubileo di santa Elisabetta........................564
6. Tanzania – Capitolo nazionale elettivo dell’OFS..564
7. Messico – Capitolo Nazionale elettivo
dell’OFS e della GiFra ...................................565
8. Croazia – Visita fraterna e Capitolo
nazionale elettivo ...........................................565
9. Spagna – Assemblea del
Consiglio nazionale OFS ...............................565
10. Benvenuto a Fr. Amando Trujillo Cano, TOR,
il nuovo Assistente generale ...........................565
11. Grazie ed auguri a Michael! .................................566
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TABULA MATERIARUM
EX OFFICIO PRO MONIALIBUS
Fasc. 1
1. Lettera alle Clarisse...............................................153
2. Carta a las Hermanas Presidentas
de las Sederaciones OSC ................................154
Fasc. 2
Lettera alle Sorelle Presidenti OSC .............................373
EX OFFICIO IURIDICO
Fasc. 3
Activitas Officii Iuridici una cum
Commissione Iuridica (Ian.-Dec. 2007)................567
AD CHRONICAM ORDINIS
Fasc. 1
1. De itineribus Ministri Generalis............................157
1. Visit to the “John the Baptist”
Custody in Pakistan........................................157
2. Il Ministro generale all’Aracoeli....................158
3. Crónica de la Visita a la Provincia
de San Felipe de Jesús, México ......................158
4. Visita ai Frati della Svizzera e dell’Austria....160
5. Partecipazione all’incontro dei Formatori
della Custodia di Terra Santa.........................161
6. Incontro con i Frati veneti..............................161
7. Partecipazione ai funerali di Fr. F. Locatelli ....162
8. Visita fraterna a la Custodia de las
Siete Alegrías de N.tra S.ra en Brasil.............163
9. Encontro do Definitório geral com as
Conferências do Brasil e do Cone sul ...........164
10. Encuentro del Gobierno general con
las Conferencias de Santa María de
Guadalupe y de la Bolivariana ......................171
11. Visita a la Prov. de s. Francisco de Quito ......174
12. Visit to the Province of the Netherlands .........177
13. Encuentro del Definitorio general
con CONFRES ...............................................178
14. Visita del Ministro general al Santuario
de Santo Toribio de Liébana (Cantabria).......180
15. Partecipazione al Capitolo delle Stuoie
della Provincia di S. Maria degli Angeli
in Polonia .......................................................181
16. Visita alla Provincia dell’Immacolata
Concezione in Polonia ..................................182
2. Incontro con i Ministri provinciali e Custodi
eletti recentemente ..........................................182
3. Laurea Honoris Causa a Fr. Cesare Cenci .............184
4. La Curia generale OFM ha un nuovo
Archivio storico ..............................................185
5. Convegno internazionale di studi per l’VIII
centenario della nascita di santa
Elisabetta d’Ungheria .....................................186
6. Capitolo delle Stuoie delle Case dipendenti
dal Ministro generale ......................................188
7. Capitulo de las Esteras de la Provincia
del santo Evangelio de Mexico .......................190
8. Nuevo volumen de Sinica Franciscana .................193
9. Notitiae particulares ..............................................195
Fasc. 2
1. De itineribus Ministri Generalis............................375
633
1. Visit to the Philippines ....................................375
2. Visita al Perú.....................................................377
3. Il Ministro generale al
Capitolo spirituale della Provincia
S. Michele Arcangelo ......................................378
4. Il Ministro generale alla Marcia
Francescana 2007 ..........................................379
5. Partecipazione alle celebrazioni
della Provincia
dell’Immacolata in Polonia ............................381
2. Secondo incontro “Under 5/10”
della COMPI-Sud ...........................................381
3. XIII Sessione plenaria della
Pontificia Accademia
delle Scienze Sociali ......................................382
4. Incontro dei Presidenti delle Conferenze
con il Definitorio generale ..............................383
5. L’incontro di Benedetto XVI
con le Clarisse e con i giovani
della «Fazenda da Esperança» ........................385
6. Visita di Benedetto XVI ad Assisi in
occasione dell’ottavo centenario
della conversione di san Francesco.................392
La visita al Santuario di San Damiano .................392
La visita alla Basilica di Santa Chiara .................392
La visita alla Basilica di
Santa Maria degli Angeli ................................392
7. Terzo Capitolo Internazionale delle Stuoie
per i Frati “Under ten” ....................................393
1. Cronaca.............................................................393
2. Discorso conclusivo del Ministro generale.......400
3. Messaggio ai Ministri, Custodi
e a tutti i Frati .................................................403
8. Giovani di 19 Nazioni
all’«European franciscan meeting» ................405
1. Cronaca.............................................................405
2. Omelia del Ministro generale............................407
9. Notitiae particulares ................................................409
Fasc. 3
1. De itineribus Ministri Generalis............................569
1. Il Ministro generale partecipa
all’incontro dei Ministri provinciali
del Nord Italia.................................................569
2. Visita ai Vicariati apostolici in Libia ..............570
3. Visita fraterna alla Provincia S. Carlo
Borromeo di Lombardia in Italia ....................570
4. Festa giubilare con le Francescane
Missionarie di Maria ......................................573
5. Visita alla Provincia dell’Assunzione
della BVM in Erzegovina................................574
6. A visit to the Province of St. John
the Baptist, USA .............................................576
7. È sorta una nuova Provincia in Austria..........577
8. Visita a la Provincia franciscana
de Cartagena ..................................................578
9. Visita alla Provincia di santa Elisabetta
a Fulda in Germania.......................................580
10. Partecipazione alla conclusione delle
celebrazioni dei 50 anni della presenza
francescana nell’Africa occidentale ...............581
11. Visit to the Province of “Our Lady
Queen of Peace” in South Africa ....................582
12. Visita a la Federación Franciscana
de Marruecos..................................................583
C07nterno:ACTAORDINIS
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AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3
2. Provincial Retreat and Intermediate
Chapter of the Prov. of the
Immaculate Conception, USA ........................585
3. VIII Assemblea dell’UFME..................................586
4. La nuova Fraternità san Francesco d’Assisi
a Khartoum (Sudan) .......................................588
5. Incontro del Definitorio
con i Visitatori generali ...................................588
6. Incontro del Custode di Terra Santa
con la Conferenza Transalpina........................590
7. Notitiæ particulares...............................................591
BIBLIOGRAPHIA
Fasc. 1
1. Libri ......................................................................197
2. Extracta .................................................................198
Fasc. 2
1. Libri.......................................................................411
2. Extracta .................................................................412
Fasc. 3
1. Libri ......................................................................595
2. Extracta .................................................................596
NECROLOGIA
Fasc. 1
1. Fr. Bonaventura Lionetti .......................................199
2. Fr. Fiorenzo Locatelli ............................................200
3. Anno 2006 mortui sunt..........................................205
4. Anno 2007 mortui sunt..........................................207
Fasc. 2
1. Mons. Laurent R. Guibord OFM...........................413
2. Fr. Costantino Ruggeri ..........................................415
3. Anno 2007 mortui sunt .........................................418
Fasc. 3
1. Fr. Hermann-Josef (Ewald-Hans) Lauter ..............597
2. Fr. Christopher Coelho..........................................598
3. Fr. Joseph Benedictus Xuereb...............................598
4. Fr. Simpliciano (Mario Virginio) Olgiati ..............599
5. Fr. Aloísio Card. Lorscheider, OFM, ....................600
6. Fr. Seán Collins.....................................................605
7. Anno 2006 mortui sunt .........................................607
8. Anno 2007 mortui sunt .........................................607
C07Indice:Indice 2° e 3° copertina
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SUMMARIUM FASCICULI
(An. CXXVI, SEPTEMBRIS - DICEMBRIS 2007 – N. 3)
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS
1. Carta a todos los Ministros y Custodios................431
2. Omelia in occasione della Festa
dell’impressione delle Stimmate...........................431
3. Lettera del Ministro e Definitorio generale
per la Festa di san Francesco 2007........................433
4. Celebrazione in onore della Beata Maria
della Passione .......................................................436
5. Omelia in occasione della Festa
di san Francesco....................................................438
6. Relazione del Ministro generale
all’Assemblea dell’UFME ....................................440
7. Discorso ai Frati della Provincia
“San Leopoldo” ....................................................448
8. Incontro con le Suore francescane ........................450
9. Omelia per la festa del beato
Giovanni Duns Scoto ............................................452
10. Saluto all’atto accademico per il 60° della
Pontificia Accademia Mariana Internazionale ......454
11. Omelia in occasione del 60° anniversario
della Pontificia Accademia Mariana .....................455
12. Carta con ocasión de la solemnidad
del Nacimiento de nuestro Señor Jesucristo .........457
E SECRETARIA GENERALI
1. Electio extra Capitulum Prov.
ss. Petri et Pauli de Michoacán in Mexico ...........461
2. Capitulum Intermedium Prov.
Assumptionis BMV in Polonia .............................461
3. Electio extra Capitulum Cust. Aut.
Christis Regis in Helvetia .....................................461
4. Capitulum Prov. S. Michaëlis Arcangeli
in Ucraina..............................................................461
5. Capitulum Prov. Christis Regins in Canada..........461
6. Fund. Thailandiæ electio ......................................462
7. Capitulum intermedium
Cust. Terræ Sanctæ in Israel .................................462
8. Capitulum Intermedium
Prov. Salernitano-Lucanæ
Immaculatæ Conceptionis BMV in Italia .............462
9. Capitulum intermedium Prov. Venetæ
S. Antonii Patavini in Italia...................................462
10. Capitulum Cust. Boni Pastoris in Zimbabua.........463
11. Prov. S. Leopoldi in Austria/Italia electiones........463
12. Prov. S. Bernardini Senensis
in Austria suppressio.............................................463
13. Prov. B. Engelberti Kolland
in Austria/Italia suppressio....................................463
14. Prov. S. Leopoldi in Austria erectio ......................464
15. Capitulum Intermedium Prov.
S. Familiæ in Aegypto ..........................................465
16. Capitulum intermedium Prov.
S. Salvatoris in Slovachia .....................................465
17. Capitulum Prov. S. Francisci
Solano in Argentina ..............................................465
18. Capitulum Prov. S. Francisci Assisiensis
in Brasilia..............................................................466
19. Capitulum Sancti Spiritus in Australia .................466
20. Capitulum Prov. S. Michaëlis
Archangeli in Indonesia ........................................466
21. Capitulum Intermedium Prov.
Immaculatæ Conceptionis BMV in USA .............466
22. Extra Capitulum electio Prov.
Assumptionis BMV in USA .................................467
23. Visitatores generales..............................................467
24. Domus suppressae.................................................468
25. Notitiae particulares ..............................................468
E SECRETARIATU
PRO FORMATIONE ET STUDIIS
1. Il 2° Congresso Internazionale dei
Moderatori di Formazione Permanente OFM.......471
2. Saluto del Ministro generale per
l’apertura dell’Anno Accademico 2007-2008.......482
3. Discorso del Ministro generale
in occasione dell’Atto Accademico della PUA.....485
4. Notitiae particulares..............................................487
1. Pontificia Università Antonianum ....................487
2. Casa di Noviziato..............................................490
3. Formazione e Studi ...........................................490
E SECRETARIATU PRO
EVANGELIZATIONE ET MISSIONE
1. Primer Congreso de
Educadores Franciscanos de Europa.....................491
2. Convenzione tra i Vicariati Apostolici
di Tripoli e Benghazi in Libia
e l’Ordine dei Frati Minori....................................502
3. Il Ministro generale invia nuovi missionari ..........504
Copertina: Vetrata nella Chiesa di San Francesco (Guadalajara, Jalisco - Messico)
CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCC
Directio Commentarii
DISTRIBUTIO
«ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM»
CURIA GENERALIS O.F.M.
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24-01-2008
16:44
Page 3
E POSTULATIONE GENERALI
1. Beatification de Sœur Marie-Céline
de La Présentation.................................................505
2. La beatificazione di ventinove
Martiri Frati Minori...............................................511
3. Decretum super miraculo Beatæ Mariæ
Bernardæ Bütler....................................................522
4. Decretum super miraculo
SD Mariæ Rosæ Flesch.........................................523
5. Nuntium de beatificatione Ven.
SD M. Cælinæ a Secretaria Status datur ...............525
6. Congregatio de Causis Sanctorum
nuntium papale confirmat .....................................525
7. Facultas conceditur Transumptum Inq.
Dioec. super miro in Causa M. Iosephæ
Micarelli aperiendi................................................525
8. Relator in Causa SD Petri Pavlicek nominatur .....526
9. Facultas datur exuvias SD Alfredi
Morganti Ostrae transferrendi...............................526
10. Facultas datur Transumptum Inq. Suppl.
super virtutibus in Causa SD M.
Franciscæ a I. Infante aperiendi ............................526
11. Facultas cenceditur Transumptum Inquisitionis
super miro in Causa B. Juniperi Serra aperiendi...527
12. Ponens in Causa Ven. SD Mariæ Rosæ Flesch
nominatur..............................................................527
13. Postulator generalis gratias Summo Pontifici
pro canonizationæ B. Simonis agit .......................528
14. Facultas Transumptum Inq. dioec. super miro
aperiendi in Causa Beatæ Baptistæ Varano...........528
15. Facultas datur Transumptum Inq. dioec.
Suppletivae aperiendi in Causa SD A. Lesino ......529
16. Facultas conceditur Transumptum Inq. dioec.
super martyrio aperiendi in Causa
Reginæ M. Vattalil ................................................529
17. Ponens in Causa SD Francisci
Mottola nominatur ................................................529
18. Facultas datur Transumptum Inq.
dioec. super virtutibus in Causa
SD F. Gei aperiendi...............................................530
19. Validitas iuridica declaratur Processus
Ap. super miro in Causa Ven.
SD Mariae Christinae a Sabaudia .........................530
20. Validitas iuridica declaratur Inquisitionis
super miro in Causa B. Ludovici ..........................531
21. Notitiae particulares ..............................................531
EX OFFICIO PRO “IUSTITIA, PACE
ATQUE INTEGRITATE CREATI”
1. 3° Incontro Europeo degli Animatori
OFM di GPIC........................................................535
E “SERVITIO PRO DIALOGO”
1. Seminario de Estudio sobre los
«Franciscanos entre los Musulmes hoy» ..............539
2. Il Cairo: un festival del dialogo ............................555
EX OFFICIO OFS
1. Madagascar – Capitolo nazionale elettivo
e Congresso...........................................................563
2. Paraguay – Capitolo nazionale elettivo.................563
3. Ecuador – Capitolo nazionale elettivo ..................563
4. Ungheria – Capitolo nazionale elettivo ................564
5. Zambia – Celebrazioni varie in occasione
del giubileo di santa Elisabetta .............................564
6. Tanzania - Capitolo nazionale elettivo dell’OFS ..564
7. Messico - Capitolo Nazionale elettivo
dell’OFS e della GiFra .........................................565
8. Croazia - Visita fraterna e Capitolo
nazionale elettivo .................................................565
9. Spagna - Assemblea del
Consiglio nazionale OFS .....................................565
10. Benvenuto a Fr. Amando Trujillo Cano, TOR,
il nuovo Assistente generale .................................565
11. Grazie ed auguri a Michael! .................................566
EX OFFICIO IURIDICO
Activitas Officii Iuridici una cum
Commissione Iuridica (Ian.-Dec. 2007) ...............567
AD CHRONICAM ORDINIS
1. De itineribus Ministri Generalis ...........................569
1. Il Ministro generale partecipa all’incontro
dei Ministri provinciali del Nord Italia...........569
2. Visita ai Vicariati apostolici in Libia ..............570
3. Visita fraterna alla Provincia S. Carlo
Borromeo di Lombardia in Italia....................570
4. Festa giubilare con le Francescane
Missionarie di Maria ......................................573
5. Visita alla Provincia dell’Assunzione
della BVM in Erzegovina................................574
6. A visit to the Province of St. John
the Baptist, USA .............................................576
7. È sorta una nuova Provincia in Austria..........577
8. Visita a la Provincia franciscana
de Cartagena ..................................................578
9. Visita alla Provincia di santa Elisabetta
a Fulda in Germania ......................................580
10. Partecipazione alla conclusione delle
celebrazioni dei 50 anni della presenza
francescana nell’Africa occidentale...............581
11. Visit to the Province of “Our Lady
Queen of Peace” in South Africa....................582
12. Visita a la Federación Franciscana
de Marruecos..................................................583
2. Provincial Retreat and Intermediate Chapter of
the Prov. of the Immaculate Conception, USA.....585
3. VIII Assemblea dell’UFME..................................586
4. La nuova Fraternità san Francesco d’Assisi
a Khartoum (Sudan) .............................................588
5. Incontro del Definitorio con i Visitatori generali..588
6. Incontro del Custode di Terra Santa
con la Conferenza Transalpina..............................590
7. Notitiæ particulares...............................................591
BIBLIOGRAPHIA
1. Libri ......................................................................595
2. Extracta .................................................................596
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
NECROLOGIA
Fr. Hermann-Josef (Ewald-Hans) Lauter..............597
Fr. Christopher Coelho..........................................598
Fr. Joseph Benedictus Xuereb...............................598
Fr. Simpliciano (Mario Virginio) Olgiati ..............599
Fr. Aloísio Card. Lorscheider, OFM, ....................600
Fr. Seán Collins.....................................................605
Anno 2006 mortui sunt .........................................607
Anno 2007 mortui sunt .........................................607