Opuscolo "Lavoro sicuro senza alcol" - Edizione 2014

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Opuscolo "Lavoro sicuro senza alcol" - Edizione 2014
Gruppo di progetto
Alcol e lavoro Regione Emilia-Romagna
Coordinamento editoriale
Azienda USL di Modena
Grafica
Avenida
Stampa
Artestampa Modena
luglio 2014
Si ringraziano per la collaborazione:
Osservatorio Fumo, Alcol e Droga
OssFAD
WHO Collaborating Centre
for Research and Health Promotion
on Alcohol and Alcohol-related Health Problems
Associazione Italiana dei Club
degli Alcolisti inTrattamento
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La prevenzione e la promozione
della salute nei luoghi di lavoro
Le conoscenze scientifiche attuali dimostrano che l’incidenza di molte
patologie croniche è legata allo stile di vita. Uno stile di vita sano caratterizzato da un’alimentazione equilibrata, un’attività fisica regolare, dal non
fumare, dall’astinenza dal consumo di sostanze stupefacenti, dal ridotto o
assente consumo di alcol, concorre fortemente al mantenimento della
buona salute.
La Regione Emilia-Romagna, con il progetto “Alcol e Lavoro”, intende
coinvolgere e supportare le aziende produttive del territorio regionale in un
programma di promozione della salute mirato. Gli obiettivi di questo progetto
sono, infatti, da un lato informare i lavoratori sugli stili di vita che favoriscono salute e benessere, dall’altro sostenere le aziende nella prevenzione e
nella gestione delle problematiche alcol correlate. Il progetto si avvale delle
competenze integrate dei Servizi per le Dipendenze Patologiche e dei Servizi
di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle Aziende USL.
La Regione Emilia-Romagna, all’interno del progetto “Alcol e Lavoro”, ha
emanato nel novembre 2009, inoltre, il documento dal titolo “Orientamenti
regionali per Medici Competenti in tema di prevenzione, diagnosi e
cura dell’alcol dipendenza”, nel quale si sottolinea il ruolo di primaria
importanza svolto dal medico competente nell’attuazione della promozione della salute in azienda. In particolare, sul tema alcol si delineano per il
medico competente due livelli di intervento:
1) promozione della salute collettiva con la collaborazione a programmi
di informazione/formazione:
• dei lavoratori che prevedano al loro interno specifiche sezioni riguardanti
il tema alcol e lavoro,
• dei dirigenti, preposti e RLS con particolare riferimento al ruolo di queste
figure nella gestione del caso e con la collaborazione con il datore di lavoro
per l’individuazione di strategie attive di prevenzione e di comunicazione
del rischio (ad es. abolizione delle bevande alcoliche all’interno dell’azienda
e esclusione delle stesse dalle convenzioni con le mense esterne, rinforzo
del messaggio mediante poster o locandine, sistemi premiali nella scelta
di bevande analcoliche al pasto).
2) promozione e tutela della salute individuale in sede di visita medica,
che va dal “counselling” in caso di comportamenti a rischio fino al ruolo
di “facilitatore” per l’avvio a programmi terapeutici e riabilitativi nei casi
di vero e proprio abuso o dipendenza.
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L’alcol è un fattore di rischio
per la salute
L’alcol è uno dei principali fattori di rischio per la salute. Bere alcolici
rappresenta una libera scelta individuale, ma è necessario essere
consapevoli del fatto che può rappresentare comunque un rischio
per la propria salute, per il benessere dei propri familiari e anche per
la sicurezza dei colleghi di lavoro.
Il consumo di alcolici è uno dei fattori che influenzano in modo
negativo lo stato di salute delle persone in generale e quindi
anche dei lavoratori.
L’alcol può aumentare il rischio di incidenti o infortuni anche in
conseguenza di un singolo ed occasionale episodio di consumo,
spesso erroneamente valutato come innocuo per la
salute e per la propria performance.
Che cos’è l’alcol
L’alcol etilico o etanolo è una sostanza che deriva dalla fermentazione
di zuccheri contenuti nella frutta (per es. il vino), di amidi di cui sono
ricchi i cereali (per es. la birra) oppure dalla distillazione (per es. i
superalcolici). L’alcol è una sostanza estranea all’organismo, tossica,
può provocare dipendenza fisica e/o psichica ed effetti di tolleranza
(bisogno di dosi progressivamente più elevate per raggiungere l’effetto
desiderato), come le sostanze illegali.
Le bevande alcoliche sono formate per la maggior parte da acqua,
etanolo e una minima quantità di altre sostanze come coloranti,
antiossidanti e vitamine.
Le bevande alcoliche sono classificate dall’Agenzia Internazionale per
la Ricerca sul Cancro (IARC) come sostanze cancerogene, quindi in
grado di causare alcuni tipi di tumore.
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L’unità alcolica
Per stimare quanto alcol si è assunto si fa riferimento all’unità
alcolica che permette di tener conto sia della gradazione che della
quantità di bevanda alcolica consumata.
Si può calcolare, per approssimazione, che ogni bicchiere di bevanda
alcolica contenga 12 grammi di alcol puro, che definiamo unità
alcolica standard, quindi una lattina di birra (330 ml) o un bicchiere
di vino (125 ml), un aperitivo alcolico (80 ml) o un bicchierino di
superalcolico (40 ml) corrispondono ciascuno ad una unità alcolica.
Birra
bicchiere 330 ml
Vino
bicchiere 125 ml
Aperitivo
bicchiere 80 ml
Superalcolico
bicchiere 40 ml
Unità alcolica
(circa 12 grammi di alcol)
1 bicchiere = 1 unità = 12 grammi di alcol
Calcola il numero di unità alcoliche
che mediamente bevi nella settimana
Conosci il tuo consumo, scrivendo in questa tabella quello che bevi
ogni giorno:
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Mattina
Pranzo
Pomeriggio
Cena
Dopo cena
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L’alcolemia
L’alcolemia indica la concentrazione di alcol nel sangue e l’unità
di misura è data dai grammi di alcol presenti per litro di sangue.
È importante conoscere tale valore perché più una persona beve, più
alto è il valore dell’alcolemia e più cala la sua efficienza psicofisica.
È altrettanto importante sapere che l’assunzione di quantità
anche minime di bevande alcoliche (con corrispondenti valori
bassi di alcolemia) può compromettere l’efficienza psicofisica
di una persona.
Il valore di alcolemia può variare da persona a persona, dipende
da peso, sesso, età, modalità di ingestione (a digiuno o durante
i pasti), tempo trascorso dall’assunzione, gradazione alcolica
della bevanda, tipo di bevanda (ad esempio l’alcol presente
nelle bevande frizzanti, reputate più innocue, viene assorbito più
facilmente), stato complessivo di salute.
L’alcolemia si misura con un prelievo di sangue.
Il valore dell’alcolemia si può rilevare anche con l’etilometro,
strumento in grado di rilevare la concentrazione di alcol nel sangue
attraverso l’aria emessa con il respiro (“prova del palloncino”).
Dopo l’ingestione di sostanze alcoliche, l’alcolemia cresce sino a
raggiungere il punto massimo in un arco di tempo di circa mezz’ora,
se il consumo è stato effettuato a digiuno, o circa un’ora se la bevanda
è assunta durante o dopo un pasto. L’alcolemia misurata in caso di
assunzione a digiuno, a pari quantità di alcol ingerito, è superiore
almeno del 30% rispetto a chi invece ha bevuto a stomaco pieno.
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I tempi di eliminazione dell’alcol
L’eliminazione dell’alcol dal sangue varia da individuo a individuo
e, contrariamente a quanto si pensa, il freddo, il caffè, bere molta
acqua, lo sforzo fisico, un bagno o una doccia fredda non accelerano
l’eliminazione dell’alcol dall’organismo.
Mediamente occorrono da una a due ore per eliminare ogni unità
alcolica bevuta.
Un ulteriore innalzamento dell’alcolemia si può determinare quando
altre consumazioni di bevande alcoliche si sommano, pur a distanza
di ore, alle dosi di alcol precedentemente assunte e non ancora
completamente eliminate dall’organismo.
DA 1 A 2 ORE
DA 2 A 4 ORE
DA 3 A 6 ORE
MEDIAMENTE OCCORRONO DA UNA A DUE
ORE PER ELIMINARE OGNI UNITÀ ALCOLICA
BEVUTA
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Gli effetti dell’alcol
L’alcol è una tra le principali cause di malattia a livello mondiale. Esso
può avere effetti che si manifestano poco dopo la sua assunzione (effetti
a breve termine) e altri che compaiono a distanza di mesi o anni (effetti
a lungo termine). Inoltre, può avere effetti sul metabolismo di farmaci e
altre sostanze assorbite contemporaneamente.
Effetti a breve termine: dovuti all’assunzione acuta, dipendono dalla
concentrazione che l’alcol raggiunge nel sangue.
Effetti a lungo termine: dipendono da quanto alcol si assume, con
che modalità e per quanto tempo, oltre a caratteristiche di suscettibilità
individuale (sesso, età, massa corporea). Essi si manifestano a carico di vari
organi e apparati, dopo un periodo di latenza varabile e con caratteristiche
di gravità crescenti in relazione ai quantitativi assunti.
• Apparato digerente: gastriti acute e croniche, emorragie digestive,
ulcere, cirrosi epatica e danni al pancreas;
• Sistema cardiovascolare: aumento della pressione arteriosa, aumento
del rischio di cardiopatie e incidenti cerebrovascolari quali ictus cerebrale;
• Sistema nervoso centrale e periferico: neuropatia periferica, tremore,
allucinazioni, psicosi e demenza;
• Tumori di: cavo orale, faringe, e prime vie aeree, esofago, stomaco e
fegato.
Interazione tra alcol e farmaci
L’alcol interferisce a livello del fegato con il metabolismo dei farmaci e
può determinare variazioni pericolose nella concentrazione dei farmaci
stessi. Per questo motivo l’assunzione di alcol è sempre controindicata
quando si stanno assumendo terapie con:
• psicofarmaci: tranquillanti, sonniferi, sedativi, antidepressivi, ansiolitici,
in quanto l’alcol potenzia gli effetti di riduzione della attenzione;
• antiepilettici: l’alcol ne diminuisce gli effetti con il rischio di crisi convulsive;
• antibiotici iniettabili: rischio di una reazione avversa con effetti che
possono portare anche al collasso cardiocircolatorio;
• antistaminici: potenziano l’effetto della sonnolenza.
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TABELLA DESCRITTIVA DEI PRINCIPALI SINTOMI CORRELATI
AI DIVERSI LIVELLI DI CONCENTRAZIONE ALCOLEMICA
(Art. 6 del decreto-legge 3 agosto 2007 n. 117 convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, della legge 2 ottobre 2007, n. 160)
In base alla revisione del c.d.s, legge 120 del 29-7-2010, il limite legale per la guida prevede:
• alcolemia zero grammi per i neopatentati e per i conducenti professionali
• 0,5 grammi di alcol /l di sangue per tutti gli altri conducenti
CONCENTRAZIONE SENSAZIONI PIÙ
DI ALCOL
FREQUENTI (*)
NEL SANGUE (G/L)
EFFETTI PROGRESSIVI
E ABILITÀ COMPROMESSE (*)
0
Nessuna
Nessuna
0,1 – 0,2
Iniziale sensazione
di ebbrezza. Iniziale
riduzione delle
inibizioni e del
controllo.
Affievolimento della vigilanza, attenzione
e controllo. Affievolimento della vigilanza,
attenzione e controllo. Iniziale riduzione
del coordinamento motorio e dei riflessi.
Iniziale riduzione della visione laterale.
Nausea.
0,3 – 0,4
Sensazione di ebbrezza.
Riduzione delle inibizioni,
del controllo e della
percezione del rischio.
Riduzione delle capacità di vigilanza,
attenzione e controllo. Riduzione del
coordinamento motorio e dei riflessi.
Riduzione della visione laterale. Vomito.
0,5 g/L: LIMITE LEGALE DEL TASSO ALCOLEMICO PER LA GUIDA
0,5 – 0,8
Cambiamento
dell’umore.
Nausea, sonnolenza.
Stato di eccitazione
emotiva.
Riduzione delle capacità di giudizio.
Riduzione della capacità di individuare gli
oggetti in movimento e della visione laterale.
Riflessi alterati. Alterazione delle capacità
di reazione agli stimoli sonori e luminosi.
Vomito.
0,9 – 1,5
Alterazione dell’umore.
Rabbia. Tristezza.
Confusione mentale,
disorientamento.
Compromissione della capacità di giudizio
e di autocontrollo. Comportamenti
socialmente inadeguati. Linguaggio
mal articolato. Alterazioni dell’equilibrio.
Compromissione della visione, della
percezione di forme, colori, dimensioni.
Vomito.
1,6 – 3,0
Stordimento.
Aggressività.
Stato depressivo.
Apatia. Letargia.
Compromissione grave dello stato psicofisico.
Comportamenti aggressivi e violenti.
Difficoltà marcata a stare in piedi
o camminare. Stato di inerzia generale.
Ipotermia. Vomito.
3,1 – 4,0
Stato di incoscienza.
Allucinazioni. Cessazione dei riflessi.
Incontinenza. Vomito. Coma con possibilità
di morte per soffocamento da vomito.
Oltre 4
Difficoltà di respiro,
sensazione di
soffocamento.
Sensazione di morire.
Battito cardiaco rallentato. Fame d’aria.
Coma. Morte per arresto respiratorio.
Fonte: riadattato dal testo dell’Advisory Committee and NIAAA scientists, 2003.
(*) A parità di quantità di alcol assunto, sensazioni ed effetti sono estremamente variabili da soggetto a soggetto, con possibilità
di manifestazioni anche opposte tra di loro. In tabella sono riportati sensazioni ed effetti più frequentemente rilevati.
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Le conseguenze del consumo di alcol
negli ambienti di lavoro
In conseguenza degli effetti che esercita sull’organismo, l’alcol può
rappresentare un problema per i lavoratori.
Effetti a breve termine sull’attenzione e sulla capacità di percepire
il pericolo
L’alcol può aumentare il rischio di incidenti o infortuni anche in
conseguenza di un singolo ed occasionale episodio di consumo
spesso erroneamente valutato come innocuo per la salute e per
la propria capacità d’attenzione e reazione. Tra gli effetti dell’alcol
che possono aumentare i rischi di infortunio ci sono: sonnolenza, scarsa
concentrazione, rallentamento della capacità di reazione, equilibrio
precario, abbassamento della capacità visiva e della capacità di sentire
rumori. È necessario essere consapevoli che bere alcolici sul luogo
di lavoro può rappresentare un rischio per la sicurezza propria e
dei colleghi. È importante ricordare che anche bassi livelli di alcolemia
possono portare a sopravvalutare le proprie capacità, a non rispettare
le norme di sicurezza, ad affrontare rischi lavorativi che altrimenti non
verrebbero mai corsi.
Interazione con altre sostanze assorbite
L’alcol potenzia l’effetto tossico di alcune sostanze presenti negli
ambienti di lavoro con conseguenti danni, in particolare al fegato, al
sistema nervoso centrale e all’apparato cardiovascolare. Nello specifico
risultano dannose le seguenti associazioni:
• Alcol+Solventi (xilene, stirene, toluene, cloruro di vinile, eptano, benzolo,
tricloroetilene)
• Alcol+Pesticidi (DDt, Dieltrin, Organofosforici)
• Alcol+Metalli (piombo, mercurio, cromo, cobalto, manganese)
• Alcol+Nitroglicerina.
Effetti a breve termine sul sistema cardiovascolare e nervoso
Anche le conseguenze dell’esposizione a basse temperature, possono
essere aggravate dalla contemporanea assunzione di alcolici a causa
dell’aumento di dispersione termica provocato dall’alcol.
Effetti a lungo termine
Con il protratto abuso di bevande alcoliche l’individuo, nel corso di pochi
anni, perde progressivamente alcune delle sue capacità ed inizia ad avere
difficoltà, oltre che personali, anche lavorative.
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PER QUESTI MOTIVI È BENE NON ASSUMERE
ALCOLICI PRIMA O DURANTE LO SVOLGIMENTO
DELL’ATTIVITÀ LAVORATIVA
Non esistono quantità sicure di alcol
Per lavorare in sicurezza e per evitare con certezza l’insorgere di effetti
è raccomandato evitare il consumo di alcolici.
“ZERO ALCOL, ZERO RISCHIO!”.
L’unico modo per evitare con certezza l’insorgere di effetti è evitare
il consumo di alcolici. Le piccole assunzioni, quali quelle riportate
nella tabella sottostante, sono da considerare a “basso rischio”. Sia
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che il National Institute
of Health (NIH) degli Stati Uniti ribadiscono che nessun individuo può
essere sollecitato al consumo anche moderato di bevande alcoliche,
considerando il rischio che l’uso di alcol comporta per l’organismo.
Inoltre, gli individui che non bevono non possono e non devono essere
sollecitati a modificare il proprio atteggiamento.
SE IL CONSUMO È ZERO
NON CORRI NESSUN RISCHIO
I livelli di consumo associati a un basso rischio
per la salute sono
massimo
2 unità
al giorno
massimo
1 unità
al giorno
0 (zero)
unità
al giorno
È DA CONSIDERARSI A BASSO
RISCHIO DI MALATTIE, CAUSATE
DALL’ALCOL, UNA QUANTITÀ
DI ALCOL GIORNALIERA,
ASSUNTA A STOMACO PIENO,
CHE NON SUPERI LE 2 UNITÀ
ALCOLICHE PER GLI UOMINI
E 1 UNITÀ ALCOLICA PER LE
DONNE, 1 UNITÀ ALCOLICA
PER GLI ANZIANI E 0 UNITÀ
PER I MINORI DI 16 ANNI.
Non esistono quantità sicure di alcol.
Le seguenti tipologie di consumo sono a rischio per la salute e per la
sicurezza propria e di terzi:
• consumo di alcol fuori pasto;
• consumo di alcol giornaliero, non moderato o a rischio: il consumo
che eccede 2 unità alcoliche al giorno per l’uomo e 1 unità alcoliche
per la donna; 1 unità per gli anziani di 65 anni e più; qualsiasi quantità
giornaliera per i minori di 16 anni;
• binge drinking: il consumo di 5 unità alcoliche in un’unica occasione.
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Normativa sull’alcol e lavoro
Legge 125/2001 “Legge quadro in materia
di alcol e di problemi correlati”
La legge tratta del problema dell’alcol sotto vari aspetti quali
prevenzione, cura, reinserimento sociale degli alcoldipendenti,
ma anche aspetti sociali e culturali quali la pubblicità, la
sicurezza stradale, la regolamentazione della vendita e la
sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il problema dell’alcol negli ambienti di lavoro viene trattato
in particolare nell’articolo 15 che sancisce:
• divieto di assunzione e di somministrazione di bevande
alcoliche e superalcoliche nelle attività lavorative che
comportano un elevato rischio di infortunio sul lavoro
ovvero per la sicurezza, l’incolumità e la salute dei terzi
(individuate nell’Atto di intesa Stato/Regioni del 2006);
• controlli alcolimetrici che possono essere effettuati
esclusivamente dal medico competente o dal medico del
lavoro ASL con funzioni di vigilanza;
• possibilità per i lavoratori alcol dipendenti, se assunti a
tempo indeterminato, di accedere ai programmi terapeutici
e di riabilitazione con conservazione del posto di lavoro
come previsto per i tossicodipendenti dall’art. 124 del DPR
309/1990.
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Le lavorazioni a rischio
Le “lavorazioni ad elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero
per la sicurezza, l’incolumità o la salute di terzi” sono contenute
nell’Intesa della Conferenza Stato Regioni del 16 marzo 2006
e comprendono:
• Alcuni lavori per i quali sia richiesto un certificato di abilitazione
(impiego di gas tossici, conduzione di generatori di vapori,
ecc…);
• Attività svolte in impianti a rischio di incidente rilevante;
• Lavori in particolari ambienti confinati (vasche, serbatoi,...);
• Mansioni sanitarie in strutture pubbliche e private: medico
specialista in anestesia e rianimazione; medico specialista in
chirurgia; medico e infermiere di bordo; medico comunque
preposto ad attività diagnostiche terapeutiche; infermiere;
operatore socio-sanitario; ostetrica; caposala e ferrista;
• Vigilatrice d’infanzia; addetto ai nidi materni e ai reparti per
neonati e immaturi;
• Attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di
ogni ordine e grado;
• Mansioni comportanti l’obbligo della dotazione del porto
d’armi, comprese le attività di guardia particolare e giurata;
• Mansioni inerenti attività di trasporto: stradale, ferroviario,
marittimo e aereo. Alcune specifiche:
> Guida veicoli stradali per i quali è richiesto il possesso della
patente di guida categorie B, C, D, E; guida di taxi o di veicoli
in servizio di noleggio con conducente; guida di veicoli che
trasportano merci pericolose su strada.
> Guida macchine movimentazione terra e merci (muletti o
carrelli elevatori).
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• Produzione e vendita di esplosivi;
• Edilizia, costruzioni e tutte le mansioni che prevendono attività in
quota oltre ai 2 metri di altezza;
• Conduzione forni di fusione;
• Manutenzione degli impianti nucleari;
• Attività a contatto con sostanze potenzialmente esplosive e
infiammabili, settore idrocarburi;
• Tutte le mansioni che si svolgono in cave e miniere.
CHI SVOLGE UN’ATTIVITÀ
LAVORATIVA COMPRESA
NELL’ELENCO NON
DEVE ASSUMERE
BEVANDE ALCOLICHE
PRIMA E DURANTE LO
SVOLGIMENTO DELLA
PROPRIA ATTIVITÀ.
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La regola generale è che, quando l’attività lavorativa svolta
comporta un elevato rischio di infortunio sul lavoro ovvero per
la sicurezza, l’incolumità e la salute di altre persone, è vietato
assumere bevande alcoliche (art. 15 Legge 125 del 2001),
pertanto l’alcolemia deve essere zero.
Il medico competente terrà conto di possibili limiti di tolleranza
delle metodiche analitiche utilizzate e della produzione endogena
di alcol.
Le aziende che attuano programmi di promozione della salute
al loro interno possono avere notevoli vantaggi avvertiti dai
lavoratori, dall’azienda stessa e dalla comunità.
L’astensione dal consumo di bevande alcoliche nei luoghi di lavoro
favorisce:
• la riduzione della problematiche alcol-correlate;
• un miglior clima lavorativo;
• la riduzione dell’assenteismo per problemi di salute;
• una migliore turnazione;
• l’aumento della produttività;
• una migliore immagine per l’azienda.
Essere più consapevoli degli effetti dell’alcol significa migliorare
la qualità della propria vita e corrisponde, sui luoghi di lavoro,
a migliorare i livelli di sicurezza e benessere per sè e per i
colleghi.
Normativa Alcol e Guida
La Legge 120 del 29 luglio 2010, che tratta di sicurezza stradale, modifiche
al codice della strada e patente a punti, sancisce che il limite di 0,5 g per
litro di sangue si azzera per i neopatentati e i conducenti di professione che
non dovranno bere prima di mettersi al volante. Quindi è richiesto un tasso
alcolemico pari a zero per i conducenti con meno di 21 anni, e per chi ha
la patente da meno di 3 anni, per i conducenti che esercitano l’attività
di trasporto di persone e di cose, indicati dall’articolo 186 bis del Nuovo
Codice della Strada.
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I luoghi comuni sull’alcol
1. L’alcol rende più spigliati e sicuri di se stessi
FALSO! L’alcol in realtà ha un effetto depressivo. Soltanto subito dopo
avere bevuto ci si sente più euforici perché l’alcol riduce le inibizioni,
eccita, aumenta il senso di socializzazione anche nelle persone più
timide. Diminuisce, inoltre, il senso del pericolo e, proprio per questo,
espone facilmente a situazioni pericolose.
2. L’alcol ingrassa
VERO! Un solo bicchiere di vino può contenere fino a 200 calorie.
Nei cocktail, poi, alle calorie dell’alcol si aggiungono anche gli zuccheri
contenuti negli altri ingredienti. In più, l’alcol influisce sull’autocontrollo e può spingere a mangiare di più del solito.
3. L’alcol aiuta la digestione
FALSO! L’alcol rallenta e determina un alterato svuotamento dello
stomaco. Ciò può portare ad una maggiore sonnolenza dopo pranzo
che diminuisce i livelli di attenzione e vigilanza.
4. Bere regolarmente abitua l’organismo all’alcol e quindi aiuta
a diminuire gli effetti dell’alcol
FALSO! Più si beve, più l’alcol diventerà dannoso per la salute.
L’aumento della tolleranza è quindi un segnale preoccupante.
5. L’alcol ha più effetto sulle donne che sugli uomini
VERO! Il corpo maschile è in grado di assorbire un quantitativo
maggiore di alcol, per questo ci sono differenze tra i sessi per quanto
riguarda le quantità considerate a basso rischio.
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6. Le bevande alcoliche sono dissetanti
FALSO! L’alcol disidrata: richiede infatti più liquidi per il suo metabolismo di quanti ne sono stati bevuti poiché fa urinare di più. Fa
quindi aumentare la sensazione di sete.
Per questo è particolarmente sconsigliato bere alcolici quando fa
molto caldo.
7. L’alcol dà calore
FALSO! L’alcol provoca dilatazione dei vasi sanguigni producendo
soltanto una momentanea ed ingannevole sensazione di calore in
superficie.
La vasodilatazione, in breve, comporta un ulteriore raffreddamento
del corpo, aumentando anche il rischio di assideramento.
8. L’alcol fa buon sangue
FALSO! Tipica degli alcolisti è l’anemia, ovvero la carenza di globuli
rossi nel sangue.
9. L’alcol aiuta a riprendersi da uno shock
FALSO! Provoca una dilatazione dei vasi e determina un diminuito
afflusso di sangue agli organi interni, soprattutto al cervello.
10. Il cocktail è più leggero: c’è meno alcol
FALSO! In realtà il cocktail contiene sempre un superalcolico
accompagnato da una bevanda gassata che lo fa assorbire più
rapidamente.
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Consigli per i lavoratori
Non assumere bevande alcoliche sia prima che durante qualsiasi
attività lavorativa.
• Gli effetti dell’alcol sono imprevedibili, pertanto i postumi di eccesso
del bere potrebbero verificarsi durante lo svolgimento dell’attività
lavorativa.
• L’assunzione di alcol è vietata dalla legge quando si svolgono attività
ad elevato rischio per sé e per gli altri.
• Non offrire da bere alcolici a chi sta per svolgere un lavoro e
comunque non esercitare pressioni al bere nei confronti dei colleghi.
• Durante le pause di lavoro, scegliere bevande analcoliche.
• Se ti accorgi di avere difficoltà a mantenere l’astinenza, in particolare
sul lavoro, parlane con il medico aziendale, il medico di base o
rivolgiti ai servizi specialistici della tua AUSL.
Condizioni in cui è raccomandabile non bere alcolici:
• se hai meno di 16 anni di età;
• se hai programmato una gravidanza;
• se sei in gravidanza o stai allattando;
• se assumi farmaci;
• se soffri di una malattia acuta o cronica;
• se sei ricoverato in ospedale;
• se hai avuto o hai attualmente altri problemi di dipendenza;
• se sei a digiuno o lontano dai pasti.
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Info
Hai bisogno di consigli o di aiuto per problemi sanitari e/o sociali
legati al consumo di alcol?
Ci sono diverse persone e strutture a cui puoi rivolgerti:
• Il tuo medico di famiglia
• I centri alcologici della tua AUSL (nell’ambito dei Servizi per le Dipendenze
Patologiche)
• Le Associazioni di Auto-Aiuto quali Alcolisti Anonimi, Al Anon e CAT
Hai bisogno di informazioni e di assistenza relative al consumo di
alcol nei luoghi di lavoro?
Ti puoi rivolgere ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti
di Lavoro (SPSAL)
Telefono verde Alcol (Istituto Superiore di sanità)
800-632000
Numero verde del Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna
800-033033
Oppure puoi consultare i siti internet:
• www.iss.it/ofad
• www.saluter.it/servizi-ai-cittadini
(sezione Dipendenze Patologiche)
• www.saluter.it/servizi/prevenzione/sicurezza-del-lavoro
• sia.dfc.unifi.it
• www.aicat.net
• www.alcolisti-anonimi.it
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