la medicina miracolosa
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la medicina miracolosa
LA MEDICINA MIRACOLOSA commedia in tre atti di FABRIZIO DETTAMANTI (Titolo originale: “La medesina miraculusa” cod. SIAE: 366565A) 1 “La medicina miracolosa” commedia in tre atti di Fabrizio Dettamanti (Titolo originale: “La medesina miraculusa” cod. SIAE: 366565A) ____________________________________________ SCENA UNICA: un salotto modestamente arredato con tavolo, sedie, divano, credenza, tavolino con computer. Due porte (la 1 d’ingresso e la 2 che conduce ad altri locali della casa). PERSONAGGI BATTISTA TERESA, sua moglie LUIGINO, suo figlio ALESSANDRA, sua figlia IL NONNO ZIA GELSOMINA ZIA VIOLETTA PAOLO, fidanzato di ALESSANDRA PASQUALE, amico di Battista GIACOMINA, vicina di casa MARIETTA, amica di Giacomina IL DOTTORE (L’ISPETTORE DI POLIZIA) (L’AGENTE DI POLIZIA) N.B.: Il personaggo di “Luigino” dev’essere interpretato da un giovanotto o da un adulto, non da un ragazzino. L’ “Ispettore di Polizia” e l’ “Agente di Polizia” fanno solo una brevissima apparizione alla fine del terzo atto; all’occorrenza uno dei due personaggi può essere facilmente eliminato. LA TRAMA Luigino è un ragazzo immaturo e svogliato che non ha altro interesse se non quello di giocare con il computer. La medicina fornita da uno strano dottore avrà su di lui (e non solo su di lui) effetti inaspettati. Nel frattempo Battista , padre di Luigino, allenato dall’inseparabile amico Pasquale, si sta preparando al torneo aziendale di tennis con la convinzione che, in caso di vittoria, il padrone della fabbrica in cui lavora lo nominerà direttore. I sogni di successo e di ricchezza, anche secondo le previsioni di una cartomante vicina di casa, in effetti si avvereranno, ma non nel modo che si aspetta Battista, perchè interverrà il nonno a scombussolare i suoi piani. 2 ATTO PRIMO Scena prima (Battista legge il giornale, Teresa stira, Alessandra studia ascoltando musica in cuffia, Luigino gioca col computer). BATTISTA (alla figlia) Vorrei proprio sapere come fai a studiare con quell’affare sulle orecchie. ALESSAND (non capisce e si toglie le cuffie) Cosa vuoi, papà? BATTISTA Ho detto “come fai a studiare con quell’affare sulle orecchie”. ALESSAND Come faccio a studiare? Leggo le parole che stanno scritte sul libro. Ce l’ho sulle orecchie la cuffia, non sugli occhi! BATTISTA Che ragionare, questo lo vedo anch’io. Ma chissà come riesci bene a concentrarti con la musica che ti ubriaca. ALESSAND Io riesco meglio a studiare così, perchè la musica rilassa, distende e fa passare lo stress. BATTISTA Senti, senti come parla bene. E’ già diventata professoressa la signorina Alessandra! TERESA Lasciala fare a modo suo, che finora ha sempre fatto le cose bene. ALESSAND Mi mancano solo due esami per finire l’università e ho sempre preso dei bei voti. BATTISTA E allora sbrigati a finirla del tutto, perchè sono stanco di mantenerti. ALESSAND Se è per quello, l’iscrizione me l’ha sempre pagata il nonno con i soldi della sua pensione e i libri me li sono sempre pagati da me con i soldi che ho guadagnato dando lezioni private ai ragazzi delle medie. BATTISTA Ah sì? E chi ti ha dato da mangiare in questi anni? ALESSAND E’ stato un tuo dovere darmi da mangiare, perchè sei stato tu a mettermi al mondo. BATTISTA (alla moglie) Hai sentito, Teresa, che cosa dice quella sanguisuga? TERESA Basta! Finitela tutti e due, che mi avete già stufato. BATTISTA Dovrei sempre stare zitto io. Non dovrei dire niente nemmeno di quel ragazzo lì (indica Luigino) che tutti i giorni diventa sempre più asino a scuola. TERESA Porta pazienza, Battista. I professori hanno detto che deve maturare ancora un po’. BATTISTA Ha quasi l’età per per prender moglie e fa ancora la seconda media. E invece di studiare butta via il suo tempo con quel coso lì che lo fa diventare scemo. ALESSAN Guarda, papà, che il computer aiuta a sviluppare l’intelligenza. BATTISTA Lei deve sempre mettere il becco dappertutto... Ho visto com’è diventato intelligente tuo fratello col computer! Non so come si fa a sprecare i soldi in quel modo! TERESA Quali soldi? Lo ha vinto alla lotteria il computer. BATTISTA Sì, ma la corrente che consuma, quella non l’ha vinta alla lotteria. E io faccio due ore di straordinarie al giorno per far funzionare il computer. TERESA Non dire sciocchezze, Battista. Il computer consumerà mezzo euro al mese di corrente, non di più. Il problema invece è un altro: Luigino se ne sta troppo tempo davanti a quello schermo e ho paura che gli faccia male alla vista. Anzi, ora che ci penso, lo devo mandare in paese a comperare la pancetta per fare gli involtini, così almeno si alzerà da quella sedia. BATTISTA Oh, meno male che almeno su qualcosa siamo d’accordo. (chiama) Luigino... Luigino!... (nessuna risposta) Hai visto, Teresa? Non mi ha neppure sentito. (urla) Luiginooo!!! LUIGINO (senza scomporsi) Che cosa vuoi, papà? BATTISTA Spegni quel coso lì, che è tutto il giorno che ci stai giocando! LUIGINO Subito, papà. (con lentezza spegne il computer) BATTISTA Sbrigati, che la mamma deve mandarti giù in paese. LUIGINO Che cosa devo fare? TERESA Vai dal salumiere a comperare un etto e mezzo di pancetta, perchè stasera preparo gli involtini per cena. 3 LUIGINO TERESA LUIGINO TERESA LUIGINO TERESA LUIGINO BATTISTA TERESA BATTISTA TERESA BATTISTA Va bene , mamma. (si avvia) Ma dove vai senza i soldi? Aspetta che te li do. Ecco, tieni! (gli dà una banconota) Hai capito bene che cosa devi fare? Sì, mamma. Ripetimelo allora! Devo comperare un etto e mezzo di pancetta. Bravo, fai presto. Sì, mamma. (esce 1) Quel ragazzo lì mi preoccupa. E’ grande, ma è imbranato come un bambino dell’asilo. E’ tuo figlio. Cosa voresti dire? Che assomiglierà a qualcuno! Assomiglierà a te! Scena seconda (entra Paolo) PAOLO Permesso? ALESSAN Avanti! (toglie la cuffia, chiude il libro e si alza) BATTISTA (alla figlia) Vedo che la voce del tuo ragazzo la senti bene anche con le cuffie sulle orecchie! PAOLO Disturbo? TERESA No, Paolo, non disturba nessuno. E non faccia caso se stavamo urlando, perchè da qualche tempo questa casa è diventata un manicomio. (esce con dei panni stirati) PAOLO E’ successo qualcosa? ALESSAN No, no... è la solita storia. Mio padre pensa che Luigino sia un po’ ritardato. BATTISTA Ascolta, Paolo: tè che è mica tanto che lo conosci, come ti pare mio figlio? PAOLO Beh... a dire il vero... qualche volta sembra un po’ immaturo, ma tutto sommato direi che è un ragazzo come gli altri. Solo che... BATTISTA Solo che cosa? PAOLO Solo che non si può continuare a trattarlo come uno stupido e a dirgli che non capisce niente, come fa lei signor Battista. Luigino va incoraggiato... bisogna dargli fiducia. ALESSAN Hai capito, papà? BATTISTA Io ho capito solo una cosa: che voi vi siete messi d’accordo con mia moglie (indica Teresa che sta rientrando) per dirmi che non va bene niente di quello che faccio. Comunque, mio figlio lo tratto come piace a me. Quando voi avrete dei figli vostri, li tratterete come piace a voi. Va bene? ALESSAN Ma papà, sei stato tu a chiedere a Paolo il suo parere. BATTISTA Sì, è vero, hai ragione. (a Paolo) Scusami, non ce l’ho con te, ma io... quando parlo di mio figlio... PAOLO Sì, capisco, lei vuole che suo figlio diventi un uomo alla svelta. BATTISTA A me interessa che finisca alla svelta la scuola , così almeno va a lavorare e porta a casa un po’ di soldi anche lui. PAOLO E che mestiere gli farebbe fare? BATTISTA Lo prenderei a lavorare con me. PAOLO Lei, signor Battista, è per caso titolare di qualche azienda? BATTISTA Magari! No, Paolo, io lavoro sotto padrone, ma due mesi fa sono diventato caporeparto e praticamente faccio tutto io. PAOLO Come si chiama la ditta presso cui lavora? BATTISTA Si chiama “Premiata Fabbrica di Manici per Ombrelli”. Tè la conosci? 4 PAOLO BATTISTA ALESSAN TERESA BATTISTA ALESSAN BATTISTA Ne ho sentito parlare, mi pare che sia di Treviglio. Giusto! E’ una ditta che continua a ingrandirsi. Quando lavorava lì mio padre, erano solo in quattro gatti, adesso siamo in più sessanta. Però il direttore è vecchio e stavecchio e il padrone capisce poco o niente. (sobbalzando) Ma cosa dici, papà? Ma dico! Hai sempre parlato bene del tuo padrone! Che cosa ho detto di male? Magari a Paolo dà fastidio che tu critichi il tuo datore di lavoro. Ma se lui non lo conosce neppure il mio padrone! Scena terza (rientra Luigino) TERESA Sei già arrivato? LUIGINO Sì, mamma. (porge il pacchetto) Questa è la mortadella... e questo è il resto (porge dei soldi dopo averli a lungo cercati nelle tasche). TERESA Bravo, Luigino. (fa per allontanarsi, poi si gira di scatto) Come “mortadella”? Non avrai comperato della mortadella per caso? LUIGINO Certo, mamma. Un etto e mezzo di mortadella . TERESA Testone! Ti avevo detto di comperare un etto e mezzo di pancetta. Pan-cet-ta! BATTISTA (a Paolo) Hai visto? Come si fa a non essere capaci di comperare un etto e mezzo di pancetta? Roba da matti! PAOLO Non mi sembra il caso di disperarsi per così poco. BATTISTA Prima di tutto a me gli involtini con la mortadella non piacciono, e poi... e poi mio figlio non è normale. Non si può... non si può...(esce 2 alzando le braccia al cielo) (Luigino va a sedersi al computer) ALESSAN Mamma, io esco dieci minuti con Paolo, che deve comperare un paio di scarpe. TERESA Non star fuori fino all’ora di cena, però. PAOLO Ce la sbrigheremo in fretta. Arrivederla, signora Teresa. TERESA Arrivederci, Paolo. ALESSAN Ciao, mamma. (esce 1 con Paolo, ma subito rientra) Mamma, sta arrivando la Giacomina. (esce) TERESA (al pubblico) Povera me! Tutti i giorni la Giacomina viene qui a raccontarmi i suoi dolori, i dolori dei suoi parenti e idolori dei suoi conoscenti. E’ stata in tutti gli ospedali della Lombardia, conosce tutti i medici nel raggio di cinquanta chilometri e sa a memoria tutte le lapidi del cimitero! Scena quarta (entra Giacomina) GIACOMIN Permesso? TERESA Avanti. GIACOMIN Ciao, Teresa, come stai? TERESA Bene, grazie. GIACOMIN Io invece sono piena di dolori: ho delle fitte al fegato, mi fa male la pancia e ho qualcosa qui (si tocca la testa) che non mi lascia dormire di notte TERESA Ma pensa! (comincia a spolverare la credenza, seguita da Giacomina) GIACOMIN Il dottore dice che non è niente, ma io non mi fido mica. Magari faccio la fine della povera Ninetta di Stezzano, che l’hanno trovata morta nella vasca da bagno. TERESA Non hai qualcosa di più allegro da raccontarmi? GIACOMIN Cosa ci vuoi fare, Teresa? La vita è fatta a scale, c’è chi scende e c’è chi sale... TERESA Sì, ma a te interessa soltanto chi scende. GIACOMIN A proposito, come sta il nonno? 5 TERESA LUIGINO TERESA GIACOMIN TERESA GIACOMIN TERESA GIACOMIN TERESA GIACOMIN TERESA GIACOM TERESA Chi? Mio suocero? Beh... è diventato un po’ lento, però tutto sommato direi che sta abbastanza bene. (avvicinandosi) Mamma, io vado a fare pipì. Annuncialo con il megafono, così almeno lo sa tutto il paese! (Luigino esce 2) Io comunque ero venuta qui per dirti un’altra cosa. Ah, meno male! Conosci la suocera del nipote dell’Ambrogio? Sì... mi pare di sì.... Ecco, questa notte si è sentita male e l’hnno portata via con l’ambulanza. Basta, Giacomina, per favore! Ho finito, adesso devo proprio andare a casa. Però guarda che anche tu non hai una bella cera. Se non dovessi star bene, chiamami! Ma certo che ti chiamo! Grazie, allora. Ciao, Teresa. (esce 1) Ciao! (allarga le braccia sospirando) Scena quinta (entra Battista) BATTISTA (gesticolando) Non si può sbagliare a comperare la pancetta, non si può... TERESA Stai recitando le litanie? BATTISTA Potrò lamentarmi in casa mia! TERESA E’ anche mia la casa e io direi che faresti meglio a smetterla. BATTISTA In questa casa comando io e faccio quello che voglio io! TERESA E per quale motivo comanderesti tu? BATTISTA Perchè sono io che vado a lavorare e sono io che porto a casa i soldi. TERESA Ah, perchè io non lavoro forse? Chi ti fa da mangiare? Chi ti stira le camicie? Chi pulisce la casa? BATTISTA Non ho mica detto che te non lavori, ma al giorno d’oggi sono i soldi che contano, e i soldi li porto a casa io! TERESA Ah sì? E allora prova a pagarmi tutte le ore di lavoro che faccio in questa casa! Scena sesta (entra il nonno, malfermo sulle gambe) NONNO Avete finito di urlare? Vi sentono fino in piazza! BATTISTA Senti, papà, perchè non te ne stai in giardino a prendere il sole? NONNO Come ti permetti, tè, di dirmi dove devo stare io? TERESA (a Battista) Non hai più rispetto nemmeno di tuo padre! NONNO Scommetto che stavate litigando un’altra volta per il Luigino. BATTISTA Infatti! NONNO Ascolta, Battista, quel ragazzo lì deve diventare grande per conto suo e non c’è bisogno di continuare a tormentarlo. E poi, tè non ti ricordi, ma fino all’età di sedici anni eri un tontolone. BATTISTA Smettila, papà! NONNO Sì, sì, eri proprio imbranato, altro che il Luigino! TERESA Adesso capisco tante cose. BATTISTA Comunque, per quanto fossi imbranato, ora sono diventato caporeparto della “Premiata Fabbrica di Manici per Ombrelli”! NONNO Sì, però all’inizio ti hanno tenuto lì solo perchè eri mio figlio, altrimenti ti avrebbero licenziato dopo due ore. 6 Scena settima (entra Pasquale con borsa e racchetta da tennis) PASQUALE Permesso? BATTISTA Avanti! Ciao, Pasquale. PASQUALE Buonasera a tutti. Sei pronto, Battista? BATTISTA (guarda l’orologio) Manca ancora più di mezz’ora. TERESA Per fare che cosa? BATTISTA Devo andare ad allenarmi per il torneo di tennis aziendale e il Pasquale mi fa da allenatore. TERESA Per che ora ti devo aspettare? BATTISTA Per le sette e mezza sono a casa. (a Pasquale) E’ presto, metti giù la borsa che andiamo al bar a bere qualcosa. PASQUALE Volentieri! TERESA Visto che esci, non potresti prendermela tu la pancetta? BATTISTA Quanta? TERESA Un etto e mezzo. BATTISTA Va bene, te la prendo io. Andiamo, Pasquale! PASQUALE Ci vediamo tra dieci minuti. (esce 1 con Battista) NONNO (a Teresa) Lo conosci bene tè il Pasquale? TERESA Non molto, ma non mi piace per niente. Sa tutto lui, ti insegna tutto lui, fa le cose giuste solo lui... e poi combina solo pasticci. Però il Battista crede ciecamente a tutte le stupidaggini che gli racconta. NONNO A me mi sembra un mezzasega! Scena ottava (entra Luigino) LUIGINO Mamma, mi prepari la merenda? TERESA Ti va bene il tè coi biscotti? LUIGINO Sì, mamma. TERESA Vado a prepararlo. (esce 2) LUIGINO Nonno! NONNO Cosa vuoi, Luigino? LUIGINO Perchè dobbiamo dire al papà che il computer l’ho vinto alla lotteria? NONNO Perchè se gli dici che te l’ho regalato io succede la guerra. Tuo padre non è cattivo, ma dà troppa importanza ai soldi. Scena nona (entrano zia Gelsomina e zia Violetta) GELSOM Sorpresa! VIOLETTA Sorpresa! NONNO Figurati che sorpresa! Sono dieci anni che ogni sabato pomeriggio alle quattro in punto venite a trovarmi. GELSOM Non sei contento, papà? (bacia il nonno) VIOLETTA Come stai, papà? (bacia il nonno) NONNO Non avete un fidanzato da baciare al posto mio? Zitellacce! GELSOM (a Luigino) Indovina cosa ti ha portato la zia Gelsomina. LUIGINO Le caramelle. GELSOM Bravo, Luigino, hai indovinato. (gli dà le caramelle) VIOLETTA Indovina cosa ti ha portato la zia Violetta. LUIGINO I cioccolatini. VIOLETTA Bravo, Luigino, hai indovinato. (gli dà i cioccolatini) 7 Scena decima (entra Teresa con tazza da te) GELSOM Ciao, Teresa. VIOLETTA Ciao, Teresa. TERESA Ciao. (mette la tazza sul tavolo) GELSOM Stai preparando il tè al Luigino? TERESA Sì, ne volete una tazza anche voi due? VIOLETTA Volentieri, grazie. TERESA Vado a prendere le tazze. (al pubblico) Quelle befane delle mie cognate! Anche il tè vogliono, adesso! (esce 2) Scena undicesima (rientrano Battista, con pacchetto del salumiere, e Pasquale) BATTISTA Guarda che sono arrivate le mie sorelle! GELSOM Ciao, Battista. VIOLETTA Ciao, Battista. BATTISTA Ciao! Vi presento il mio amico Pasquale. PASQUALE Piacere. (bacia la mano alle zie) TERESA (rientra con le tazze e le mette sul tavolo, davanti alle zie, con poca delicatezza) Una... e una due! (poi versa il tè) BATTISTA (alle zie) Sono contento che ci siete qui anche voi due, perchè prima, quando eravamo giù al bar, io e il Pasquale abbiamo preso la decisione di chiamare il dottore. GELSOM Per il papà? (indica il nonno) BATTISTA No, per il Luigino. TERESA Come? PASQUALE Eh sì, Teresa. Tuo marito mi ha parlato dei problemi che ha il Luigino e io gli ho consigliato di chiamare subito un bravo dottore. TERESA Senza dire niente a me? BATTISTA Il fatto è che il Pasquale aveva lì in tasca il numero di telefono di un dottore che è un vero mago per i problemi dei ragazzi e così gli abbiamo telefonato. PASQUALE Ha detto che sarebbe arrivato subito. TERESA Anche se è sabato? PASQUALE Lui lavora solo di sabato, perchè è un dottore un po’ originale, ma è bravo, davvero bravo nel suo mestiere. Te lo garantisco io. TERESA (ironica) Se me lo dici tu, ci credo senz’altro. LUIGINO (seduto al tavolo con le zie) Mamma, perchè la mia tazzina ha il manico a sinistra? BATTISTA (preoccupato) Cos’hai detto, Luigino? LUIGINO Ho detto che la mia tazzina ha il manico a sinistra, mentre quelle delle zie ce l’hanno a destra. BATTISTA Ignorante! Girala, e vedrai che il manico si sposta a destra. Non sei capace di girarla? LUIGINO (capovolge la tazza) Ma è ancora a sinistra! BATTISTA (si batte una mano sulla fronte) Povera Italia! PASQUALE Hai visto, Teresa, che abbiamo fatto bene a chiamare il dottore? BATTISTA E tu che non volevi chiamarlo!... Ah, mi ero dimenticato del pacchetto del salumiere, tieni! (dà il pacchetto a Teresa) TERESA (apre il pacchetto) Ma questa è coppa! BATTISTA Perchè, non va mica bene? TERESA Avevo detto un etto e mezzo di pancetta, non di coppa. BATTISTA Io avevo capito coppa. 8 TERESA Adesso capisco a chi somiglia tuo figlio! Sei tu che hai bisogno del dottore, non il Luigino! Scena dodicesima (entra il dottore, in tenuta da pescatore, con canna da pesca e una valigetta) DOTTORE Permesso? BATTISTA Avanti. DOTTORE Buongiorno. BATTISTA Buongiorno... ma lei non ha forse sbagliato casa? PASQUALE Ma no, è il dottore. DOTTORE Scusate se mi presento così, ma stavo per andare a pescare, quando qualcuno mi ha telefonato dicendo che c’era un bambino moribondo... TERESA Che cosa? PASQUALE Ho calcato un po’ la mano per farlo arrivare più in fretta. DOTTORE Non importa, adesso sono qui. Dov’è il bambino? BATTISTA Vieni qui, Luigino! (Luigno si avvicina) DOTTORE E questo sarebbe il bambino ammalato? BATTISTA (prende in disparte il dottore e gli parla in un orecchio, le zie si avvicinano per ascoltare) Via di qui, curiosone! DOTTORE Ho capito... ho capito chiaramente. Allora, vostro figlio non ha nulla di grave, solo che le cellule del suo cervello sono un po’ addormentate. BATTISTA Cosa si può fare? DOTTORE Ho qui, per l’appunto, una medicina che ho inventato io. (fruga nella valigetta e toglie un barattolo) No, qui ci son dentro i vermi per pescare... (toglie un boccettino) Ecco, è questa! E’ fatta tutta con erbe di bosco ed è mi-ra-co-lo-sa. Un cucchiaino prima di colazione e un cucchiaino prima di cena per tre settimane. E adesso vado a pescare! Vi saluto. (esce 1) BATTISTA Dottore! Dottore! Cosa le devo, dottore? (esce e subito rientra) Non ha voluto niente. TERESA Quel dottore dev’essere un po’ svitato e io non la dò a mio figlio quella porcheria! (esce 2, piangendo, seguita dalle zie, da Pasquale e dal nonno; Luigino va a sedersi al computer) BATTISTA Sarà meglio cominciarla subito la cura. (, versa la medicina in un cucchiaino e la fa bere a Luigino) To’, bevi!... E’ buona? (ne assaggia un po’ col dito) Sa di cipolla! PASQUALE (rientra) Andiamo a giocare a tennis, Battista! BATTISTA Vado a prendere la borsa. (esce 2) PASQUALE (guarda la medicina) Sarà meglio che ci pensi io. (dà un cucchiaino di medicina a Luigino) Apri la bocca, da bravo! BATTISTA (rientra con la borsa) Sono pronto, possiamo andare. (esce 1 con Pasquale) GELSOM (entra) Sarà meglio che gliela dia io la medicina. (prepara il cucchiaino) Apri bene la bocca, Luigino... Aaaam! (esce 2) VIOLETTA (entra e guarda la medicina) Ecco, non ci ha pensato nessuno a dargli la medicina.(prepara il cucchiaino) Luigino, guarda cosa ti dà la zia Violetta. (Luigino sbuffa) Non sbuffare, altrimenti chiamo il dottore a dartela! (Luigino beve e Violetta esce 2) NONNO (entra, prende la medicina e legge l’etichetta) Luigino! LUIGINO Eh? NONNO (ci ripensa) No, niente! (beve a canna tutta la medicina e, quasi elettrizzato si mette a correre e a saltellare) SIPARIO 9 ATTO SECONDO Scena prima (Alessandra e Paolo seduti, Teresa in piedi, sul tavolo tre tazzine di caffè) TERESA Allora, quand’è che lo dite al papà? ALESSAN Che cosa dovremmo dire al papà? TERESA Che il Paolo è il figlio del suo padrone. PAOLO Aspettiamo ancora un po’ a dirglielo. Prima vorrei capire dove vuole arrivare, perchè mi sembra che abbia in testa di fare qualcosa, ma non so bene di che cosa si tratta. TERESA Aspettiamo pure, però intanto mio marito continuerà a parlar male di suo padre. PAOLO Non si preoccupi, signora, ce ne sono di operai che parlano male del loro padrone! ALESSAN Ma in questo caso il padrone e tuo padre e io ho paura che noi due finiremo per non andare più d’accordo. PAOLO Io ti voglio bene anche se tuo padre parla male del mio. TERESA Non capisco proprio che cosa gli sia successo. Mio marito ha sempre parlato bene dell’azienda e del suo padrone. Tre mesi fa, quando è stato promosso capo reparto, era felicissimo e diceva che il suo datore di lavoro era una persona in gamba e generosa. PAOLO Anche mio padre ha sempre parlato bene di suo marito. Lo riteneva un bravo operaio e quando gli ho detto che tra me e Alessandra c’era qualcosa di serio, lui lo ha promosso caporeparto, anche perchè non ha dimenticato che uno dei primi dipendenti dell’azienda è stato il padre del signor Battista, cioè tuo nonno, Alessandra. ALESSAN Infatti quando il nonno litiga con mio padre, ovviamente per questione di soldi, gli dice sempre: “Ricordati, Battista, che quando tu portavi ancora il pannolone, io lavoravo già da quindici anni nella Premiata Fabbrica di Manici per Ombrelli”. TERESA Comunque io non capisco perchè si è montato la testa! ALESSAN Per me è stato il suo amico a fargliela montare. TERESA Chi? Quell’antipatico di Pasquale? ALESSAN Proprio lui. Non vedi che da quando ha cominciato a frequentarlo, il papà è cambiato? Continua a parlare di soldi, continua a dire a che in questa casa comanda lui... TERESA Lo so... lo so... PAOLO Mi scusi, signora Teresa, non per farle fretta, ma penso che il caffè sarà pronto. TERESA E’ vero, me ne ero completamente dimenticata. (esce 2 di corsa) ALESSAN In questo periodo mio padre è tutto preso dal torneo di tennis aziendale e non capisce più niente. PAOLO Ho visto. Vuole vincerlo a tutti i costi. ALESSAN E il suo allenatore è il Pasquale. PAOLO Ma è almeno capace di giocare a tennis il Pasquale? ALESSAN Quello, con la lingua, è capace di far tutto. TERESA (rientra con la caffettiera) Per fortuna ci aveva pensato il nonno a spegnere il fornello! (versa il caffè) PAOLO (beve e subito sputa) Scusate, ma questo non è caffè, è Coca Cola riscaldata. (il nonno, che è entrato dalla 2 e ha assistito alla scena, sghignazza soddisfatto, poi esce dalla 1) TERESA (assaggia) E’ proprio Coca Cola riscaldata. Mamma mia, che figura! ALESSAN Di sicuro è stato il nonno. PAOLO Non penso che il nonno, alla sua età, si diverta a fare di questi scherzi. ALESSAN Lo dici tu. La scorsa settimana ha messo dello zucchero nel minestrone e abbiamo dovuto buttarlo via tutto. 10 TERESA ALESSAN TERESA PAOLO TERESA Il bello è che lui non si accorge neppure di fare queste cose. Penso che si tratti di demenza senile. Adesso che il Luigino è cambiato, comincia il nonno a farci tribolare! Sì, perchè il Luigino è diventato un’altra persona. Quasi non lo riconosco più. A scuola ottiene buoni risultati, soprattutto in matematica, e poi non se ne sta tutto il giorno a giocare davanti al computer, ma esce con gli amici, parla con la gente... in poche parole si è svegliato. Sono davvero contento. Allora la medicina che sta prendendo gli ha fatto bene. Chissà se è stata quella. Scena seconda (entra Luigino con la Gazzetta; poi Battista) LUIGINO Ciao. PAOLO Ciao, Luigino, leggi la Gazzetta adesso? LUIGINO Sì, devo documentarmi perchè vorrei giocare una schedina col computer. TERESA Ha visto, Paolo? Adesso non fa più quegli stupidi giochini che lo rimbambivano. Adesso inserisce dati, fa programmazioni, prepara tabelle... PAOLO Bravo, Luigino! BATTISTA (entra dalla 2) Questo è l’effetto della medicina che mia moglie non voleva dargli. Per fortuna ho dato retta al mio amico Pasquale! TERESA Sposalo il tuo Pasquale, se ti piace così tanto! BATTISTA Anzi, prima di andare a giocar la partita, visto che sono stato io a dargli il primo cucchiaino di medicina, gli voglio dare anche l’ultimo. (va alla credenza, prende la medicina e versa le ultime gocce nel cucchiaino) To’, bevi Luigino! (dà la medicina al figlio, poi col dito tocca il bordo del boccettino e se lo lecca) Che strano! Tre settimane fa sapeva di cipolla, ora sa di caffé. Si vede che è stagionata. LUIGINO Papà, mi dai i soldi per giocare la schedina col computer? BATTISTA Sì, te li do. (gli dà dei soldi) Questi dovrebbero bastare, ma tu devi promettermi di non farti più bocciare a scuola, perchè potresti diventare il mio braccio destro quando io sarò direttore della Premiata Fabbrica di Manici per Ombrelli. TERESA Questa è proprio grossa! Alessandra, apri la finestra, altrimenti scoppia la casa! BATTISTA Vedrai se non divento direttore! Quando arriva il Pasquale, ti spiega lui com’è la faccenda. Intanto io ti dico che sono stanco di essere sfruttato dal mio padrone. PAOLO Perchè? Il suo padrone la sta sfruttando? Non gli dà forse la paga giusta? BATTISTA Certo che me la dà, ma io potrei rendere molto di più se mi desse la possibilità di dimostrarglielo. Invece lui non ha fiducia in me, quel cretino! ALESS Smettila, papà! Non ragioni più? PAOLO Non le sembra di esagerare? BATTISTA (a Paolo) Tu non lo conosci, ma io ti dico che quello lì è proprio un cretino. Però io lo costringerò a darmi il ruolo che mi spetta non appena il vecchio direttore andrà in pensione. TERESA Non hai pensato che il tuo padrone ha un figlio laureato e che potrebbe diventare lui direttore dell’azienda? BATTISTA Chi? Suo figlio? Non lo conosco, ma dev’essere un lazzarone di prim’ordine, uno di quelli che va in giro a farsi bello coi soldi del papà. PAOLO Grazie! BATTISTA Grazie di cosa? Scena terza (entra Pasquale) PASQUALE Permesso? 11 BATTISTA PASQUALE BATTISTA PASQUALE TERESA PASQUALE Ecco che è arrivato il Pasquale. Buongiorno a tutti. Pasquale, non mi credono. Prova tu a raccontargli dei nostri progette. Con piacere! (al pubblico) E’ tutto suo il piacere. Allora, voi avrete visto che in queste ultime settimane il Battista si è dedicato a tennis anima e corpo TERESA E cervello! PASQUALE Ecco, lui lo ha fatto per il bene di tutta la famiglia, perchè se riesce a vincere il torneo aziendale diventa direttore. PAOLO Ah sì? E chi glielo ha detto? PASQUALE Lo dico io! E’ una questione “ssicologica”: il suo padrone, per organizzare il torneo di tennis, deve aver speso una barca di soldi, e questo cosa vuol dire? PAOLO Non lo so, me lo dica lei. PASQUALE Vuol dire che quell’uomo stravede per il tennis e chi vince il torneo diventa per lui una persona importante, la persona più importante del mondo. TERESA Ma dài, Pasquale, non dire sciocchezze! PASQUALE Vedrai! Io sono certo che il padrone abbia organizzato il torneo di tennis proprio per poter scegliere il nuovo direttore. TERESA E tu, Battista, credi a tutte le balle che ti racconta il tuo amico? BATTISTA Vedremo se sono balle. Io intanto credo che il primo premio lo vincerò io, e insieme alla coppa ci sono in palio anche mille euro. Hai capito? Mille euro! PASQUALE Sicuro che arrivi primo! Finora hai sempre vinto. Oggi fai fuori il Beppe Bretella, che non sa giocare, sabato prossimo dovresti incontrare il Galimberti e sarà ancora una partita abbastanza facile, poi giocherai la finale contro il ragionier Paganoni dell’Ufficio Contabilità. BATTISTA Quello lì sì che mi fa paura, è mancino e ha un rovescio micidiale. PASQUALE Vai tranquillo, che hai le carte in regola per battere anche lui. ALESSAN E poi saresti primo? BATTISTA Praticamente sì. ALESSAN Perchè “praticamente”? BATTISTA Perchè il regolamento del torneo dice che se qualche ex-dipendente vuole sfidare il vincitore, il padrone gli dà la possibilità di battersi con lui per portargli via il primo premio. PASQUALE Ma di ex-dipendenti che sanno giocare a tennis non ce ne sono in giro. BATTISTA La coppa la porto a casa io! TERESA L’hai già portata a casa la coppa, al posto della pancetta per fare gli involtini! BATTISTA Hai ancora in testa la storia della pancetta di tre settimane fa? PASQUALE Lascia perdere, Battista. Io direi invece di fare tutti insieme un brindisi alla tua vittoria. BATTISTA Buona idea! (prende dalla credenza una bottiglia di vino e qualche bicchiere) PAOLO Scusate, ma io devo andare. Auguri per il tennis. (si avvia alla 1) ALESSAN Ti accompagno. (esce 1 con Paolo) BATTISTA (dà il bicchiere a Teresa, che rifiuta; allora versa da bere solo a Pasquale e a sé stesso) Allora cin cin! PASQUALE Cin cin! (bevono e subito sputano, mentre il nonno attraversa dalla porta 1 alla 2, ridacchiando) PASQUALE Ma questo è aceto! BATTISTA E’ stato mio padre, sono sicuro. Scusa, Pasquale, ma il nonno ha l’arteriosclerosi e non ragiona più. Fisicamente sembra ancora in buona salute, ma qui (si indica la tempia) è peggio di un bambino di due anni. 12 PASQUALE BATTISTA TERESA BATTISTA TERESA BATTISTA Sai che cosa facciamo noi adesso? Telefoniamo a quel dottore là. Hai ragione, bisogna proprio chiamare il dottore. Tu non chiami proprio nessuno! Guarda che io faccio quello che voglio in casa mia, hai capito? Non alzare troppo la cresta, direttore! Chi comanda qui? Chi porta a casa i soldi?... Pasquale, va’ subito a telefonare al dottore. PASQUALE Subito. (esce 2) BATTISTA (a Luigino) Hai finito tè di giocare la schedina? LUIGINO Sì. BATTISTA Fammi vedere. (prende la schedina) Ma cosa hai fatto? L’Inter che perde in casa? E l’Atalanta che pareggia con la Juve? Ma smettila! Questa schedina non la giochi! Dammi indietro i miei soldi. (si riprende i soldi) LUIGINO Ma papà... PASQUALE (rientra) Il dottore ha detto che arriva tra cinque minuti. BATTISTA Bravo, Pasquale! Intanto andremo al bar a berci qualcosa. PASQUALE Volentieri! Ho ancora la bocca che mi brucia. (esce 1 con Battista) Scena quarta (entra Alessandra) ALESSAN Dove stanno andando il gatto e la volpe? TERESA Stanno andando al bar. Lo sai che cos’hanno fatto? ALESSAN Che cosa ancora? TERESA Hanno chiamato il dottore per il nonno. ALESSAN Scommetto che l’idea è stata del Pasquale. TERESA Come hai fatto a indovinare? ALESSAN Non è tanto difficile. TERESA Beh, io vado a sistemare qualcosa in cucina. (esce 2) LUIGINO Alessandra. ALESSAN Che cosa c’è? LUIGINO Vorrei giocare la schedina. ALESSAN Giocala! Non ti ha dato i soldi il papà? LUIGNO Sì, ma poi se li è ripresi, perchè il sistema che ho preparato col computer non gli è piaciuto. ALESSAN Se glielo avesse preparato il Pasquale, gli sarebbe piaciuto senz’altro. Te li do io i soldi, quanto ti serve? LUIGINO Sei euro se gioco il sistema piccolo. NONNO (entra) E se giochi quello più grosso? LUIGINO Sedici euro. NONNO Gioca quello. L’Alessandra ti dà sei euro e gli altri te li do io. LUIGINO La schedina è già pronta, grazie nonno! (sventola la schedina) NONNO Tieni i soldi! (gli dà i soldi) LUIGINO Vado subito a giocarla! ALESSAN Vengo anch’io. (esce 1 con Luigino) NONNO Io intanto mi farò un bel riposino sul divano. (si sdraia sul divano) Scena quinta (entrano Giacomina e Marietta) GIACOMIN Permesso? MARIETTA Non c’è nessuno? (avanza e vede il nonno) Ah, c’è il nonno che dorme. GIACOMIN Madonna santa! 13 MARIETTA GIACOMIN TERESA GIACOMIN TERESA MARIETTA GIACOMIN TERESA GIACOMIN MARIETTA TERESA MARIETTA TERESA GIACOMIN TERESA GIACOMIN TERESA MARIETTA TERESA MARIETTA TERESA MARIETTA GIACOMIN MARIETTA TERESA MARIETTA TERESA MARIETTA TERESA MARIETTA TERESA MARIETTA TERESA GIACOMIN TERESA GIACOMIN TERESA NONNO TERESA GIACOMIN TERESA Che cos’hai, Giacomina? Sta a vedere che è morto! (entra) Sei sempre la solita tu, Giacomina. Non vedi che sta dormendo? A me sembrava davvero morto. No, no, è vivo. E come! Allora, Marietta, come andiamo? Bene, grazie. Io invece sono piena di dolori. Mi fa male la spalla, la schiena e la gamba. E la lingua? Quella non ti fa male? Quella è l’unica parte che non mi fa mai male: E il tuo Battista? E’ andato a giocare a tennis anche oggi? Non ancora, è giù al bar con il suo fidanzato! Va dicendo in giro che il torneo la vincerà lui. Difatti. Però ha paura del ragionier Paganoni. Ah, il Paganoni! Lo conosci? Lui personalmente no, ma so che un sua zia è ricovereata all’ospedale nel reparto infettivi. Fra non molto sarò ricoverata anch’io, ma non all’ospedale, al manicomio! Perchè dici così, Teresa? Vedi, Marietta, mi ritrovo con il nonno che ha l’arteriosclerosi e il marito che è peggio di lui. Sono proprio sfortunata! Non dire così, dài! ... Non hai qui un mazzo di carte? Te la leggo io la fortuna. Sei ancora capace di leggere le carte? Meglio di una volta. Adesso ci azzecco sempre. Da quando è rimasta vedova, suo marito le passa tutte le informazioni esatte. E adesso mi vogliono alla televisione a fare la maga dalle undici a mezzanotte. Quale televisione? Tele ______*________ ( * si metta il nome di una località o di un quartiere poco importante) Vado a prendere le carte. (toglie dalla credenza un mazzo di carte e le dà a Marietta) Ora vediamo. (mescola le carte e ne dispone alcune sul tavolo) Zitte, voi due! ( poi prende una carta e la mostra a Teresa senza guardarla) Che carta è questa? Il settebello! Il settebello? Altro che sfortunata! In questa casa stanno per arrivare un sacco di soldi. Davvero? Ne sono sicura. Tu non giochi al lotto? No, ma domani proverò a giocare un paio di numeri. Adesso però dovrei andare di là a finire di stirare. Perchè non stiri di qui? Perchè deve arrivare il dottore per il nonno. Il dottore? Magnifico! Ma come? Sei contenta che il nonno sia malato? (alzandosi a sedere sul divano) Non sono io che sono malato. Qui, se c’è qualcuno che ha bisogno del dottore è il Battista, e anche il suo amico Pasquale, che continua a ronzargli intorno come un calabrone. Sono d’accordo. Beh, ora devo proprio andare di là. Chi mi aiuta a piegare le lenzuola? Ti aiuto io, Teresa. Grazie, allora vieni con me. (esce 2 con Giacomina) 14 MARIETTA Vediamo se posso rendermi utile anch’io mentre aspetto. (sistema la tovaglia sul tavolo e toglie le briciole dalle sedie, piegandosi in avanti) Mamma mia, quante briciole! NONNO (la guarda con interesse poi le si avvicina e le tocca il sedere) MARIETTA (scandalizzata) Ma dico io! Che cosa sta facendo? NONNO Volevo solo vedere se il panettone è fresco o raffermo. MARIETTA Come si permette? NONNO Ciao, Marietta! (esce 2 agitando la mano per salutare) TERESA (rientra con Giacomina) Ho visto il nonno che ridacchiava in modo strano. Cosa è successo? MARIETTA Lo so io cosa è successo! TERESA Vorrei saperlo anch’io, se non ti dispiace. MARIETTA Non so come fare a dirtelo, ma il nonno... il nonno... mi ha toccato il sedere! TERESA Non dirai davvero? MARIETTA E’ proprio vero, invece. TERESA Madonna Vergine Santa! GIACOMIN (si fa il segno della croce) Bisogna dirlo al parroco! (le tre donne parlano ora sovrapponendo le loro parole) MARIETTA Io direi che è meglio aspettare il dottore. TERESA Avete visto che problemi ci sta creando il nonno? GIACOMIN Date retta a me e andiamo subito dal parroco. NONNO (entra) Avete finito di schiamazzare? E’ proprio vero che bastano tre donne per fare un pollaio! GIACOMIN Andiamocene, Marietta. Oggi il nonno è nervoso. Ciao,Teresa (esce 1 con Marietta) TERESA (al nonno) Mi scusi, ma non le sembra di essere un po’ troppo vecchio per fare certe stupidaggini? NONNO Non è mai troppo tardi, Teresa! Scena settima (rientrano Battista e Pasquale, seguiti dal dottore in tenuta da cacciatore,con fucile e valigetta) BATTISTA C’è qui il dottore per te, papà. NONNO E che ci fa col fucile? Va bene che son vecchio, ma non vorra mica uccidermi! DOTTORE Scusatemi, ma stavo per andare a caccia, quando qualcuno mi ha comunicato che c’era un vecchietto in fin di vita. TERESA Non ti sembra di aver esagerato un po’, Pasquale? PASQUALE L’ho fatto per farlo arrivare prima. DOTTORE (al nonno) E’ lei il malato? NONNO Io sono quello che sta meglio di tutti, comunque.... DOTTORE Si sieda qui. (indica il tavolo; il nonno si siede e il dottore gli prova i riflessi con un martelletto: batte sul ginocchio dx e si alza la gamba sin e viceversa) I riflessi sono molto buoni, anche se un po’incrociati. BATTISTA (si avvicina con Pasquale al nonno) Possiamo vedere anche noi? DOTTORE Guardate! (batte sul ginocchio dx e in nonno dà uno schiaffo a Battista con la mano sin; viceversa a Pasquale) Per me questo nonnetto è sano come un pesce, ma per precauzione gli daremo questa medicina che ho inventato io. (toglie dalla borsa un boccettino) E’ fatta tutta con erbe di bosco ed è mi-ra-co-lo-sa. Un cucchiaino prima di colazione e un cucchiaino prima di cena. NONNO Grazie. (il nonno afferra il boccettino e, mentre il dottore chiude la valigetta, se lo scola a canna e poi esce1) BATTISTA Cos’è la sua spesa, dottore? DOTTORE Un’altra volta, ora devo andare a caccia. Vi saluto! (esce 1) 15 PASQUALE Andiamo, Battista, che è tardi. BATTISTA Vado a prendere la borsa. (esce 2 e subito rientra con la borsa) Scena ottava (entrano Luigino e Alessandra) ALESSAND Cos’è successo al nonno? TERESA Perchè? ALESSAND Lo abbiamo visto scendere dalle scale saltando come un capretto. LUIGINO Sì, e ha detto che andava a comperare qualcosa. BATTISTA Ecco, un’altra volta a spendere i soldi! TERESA Basta con questi soldi, Battista. BATTISTA Andiamo, Pasquale. PASQUALE Saluti a tutti. (esce 1 con Battista) TERESA (ai figli) Vostro padre pensa solo ai soldi e dice che in questa casa comanda lui, perchè è lui che li guadagna. ALESSAND No ascoltarlo, mamma. TERESA Sì, però... quasi quasi... ALESSAND Che cosa? TERESA Luigino, riusciresti col computer a prepararmi un terno da giocare al lotto? LUIGINO Certo, mamma, domani te lo preparo. Scena nona (entrano le zie) GELSOM Permesso? VIOLETTA Permesso? GELSOM Ciao! VIOLETTA Ciao! ALESSAND Ciao, zie. GELSOM Luigino, indovina che cosa ti ha portato la zia Gelsomina. LUIGINO (bruscamente) Tu mi hai portato le caramelle e la zia Violetta mi ha portato i cioccolatini. GELSOM Hai indovinato. Tieni! (gli dà le caramelle) VIOLETTA Bravo, Luigino, questi sono per te. (gli dà i cioccolatini) LUIGINO Anch’io voglio farvi un regalo. Visto che il dentista costa un sacco di soldi, a te regalo le caramelle della zia Gelsomina (dà le caramelle a zia Violetta), e a te regalo i cioccolatini di zia Violetta. (dà i cioccolatini a zia Gelsomina) GELSOMIN (a Teresa) Ma... Teresa, perchè fa così? TERESA Ah, non loso. Adesso è grande e fa quello che vuole lui. GELSOM (seccata) Va bene, allora noi ce ne andiamo. VIOLETTA Certo che ce ne andiamo! (esce 1 con Gelsomina) ALESSAND Bravo, Luigino! Hai fatto benissimo! Scena decima (rientrano le zie, sconvolte) GELSOM Aiuto, Teresa! TERESA Che cosa è successo? VIOLETTA Il nonno... il nonno è diventato matto! NONNO (entra con un balzo, in tenuta da tennista, con la racchetta in pugno e si esibisce in alcuni “diritti” e “rovesci”) SIPARIO 16 ATTO TERZO Scena prima (Teresa, Alessandra, Giacomina, Marietta) ALESSAND (a Marietta) Com’eri bella in televisione, vestita da maga! MARIETTA Mi avete vista? ALESSAND Certamente! Tutto il paese era sintonizzato su Tele _________. MARIETTA Beh, Tele__________ non è poi così importante, però adesso mi hanno cercato anche quelli di Tele*______ e *______Tivù. ( * mettere nomi di altre località poco importanti) GIACOMIN Brava, Marietta! MARIETTA Guarda che ora non mi chiamo più Marietta. GIACOMIN Perchè? MARIETTA Perchè adesso ho il nome d’arte. Mi chiamo “Maria la Tenebrosa”. GIACOMIN Il nome non mi piace molto, tu invece mi sei piaciuta moltissimo, sei stata una cannonata. Se ci fosse ancora quella buonanima di tuo marito, chissà come sarebbe contento. ALESSAN Mamma, dille che hai vinto al lotto. GIACOMIN Cooosa? TERESA Proprio così. Sabato l’altro la Marietta mi aveva fatto le carte, ti ricordi? GIACOMIN Certo che mi ricordo! Era uscito il settebello. MARIETTA E il settebello significa un sacco di soldi. Quanto hai vinto? TERESA Non proprio un sacco, comunque... seicentoquaranta euro. GIACOMIN E se tu dovessi morire, a chi li lasceresti? TERESA A mio marito no di certo! Quello stupido! Sta giocando la finale del torneo di tennis e non ha voluto che andassimo a vederlo. ALESSAND Lo ha deciso il Pasquale. (imitando) Per motivi “ssicologici”, con due “esse”, nessun membro della famiglia deve essere presente alla partita, altrimenti il Battista si emoziona. TERESA E allora siamo tutti qui ad attendere il “ritorno del vincitore”. ALESSAND Sempre che riesca a battere il ragionier Paganoni. GIACOMIN Magari, mentre gioca, si rompe una gamba e lo devono portare all’ospedale. TERESA Per favore, Giacomina, smettila! Invece tu, Marietta, potresti farmi nuovamente le carte? MARIETTA Se vuoi. GIACOMIN Vado io a prenderle. (va alla credenza e porta le carte) MARIETTA Allora.... lasciate che mi concentri un attimo (si mette le mani sulla fronte)... Ecco, sono pronta. (mischia le carte e le dispone sul tavolo, poi ne prende due) Asso di bastoni e asso di coppe. TERESA Cosa significa? MARIETTA L’asso di bastoni significa vittoria e l’asso di coppe vuol dire che sta per arrivare una bella coppa, grande e grossa: la coppa del primo premio. ALESSAND Allora il papà vince il torneo. MARIETTA (prende altre due carte) Otto di bastoni. .. otto di denari... Qui c’è un cambiamento del posto di lavoro. TERESA Non diventerà davvero direttore della fabbrica? MARIETTA Questo non te lo so dire, ma di sicuro un cambiamento ci sarà. TERESA Va’ avanti! MARIETTA (prende altre due carte) Re di bastoni... donna di bastoni. Matrimonio in vista. TERESA Sarà il Battista che sposa il Pasquale! (tutte ridono) 17 GIACOMIN Vedrete che l’Alessandra e il Paolo si sposeranno, fra non molto. ALESSAND Non ho alcuna intenzione di sposarmi presto. GIACOMIN Non si sa mai... Scena seconda (Luigino entra dalla 1) ALESSAND L’hai trovato il nonno? LUIGINO L’ho cercato in tutti i bar, ma non l’ho trovato. ALESSAND Dove si sarà cacciato? LUIGINO Non vorrei che fosse andato a fare un giro in bicicletta, perchè ho visto che è sparita la mia mountain-bike. TERESA Ma no, Luigino, non è possibile. Saranno quindici anni che il nonno non va più in bicicletta! ALESSAND Sì, ma lo hai visto anche tu che cosa sta facendo in questi giorni: esce di casa coi calzoncini corti, scende le scale scivolando sulla ringhiera e due giorni fa era là in giardino che si arrampicava sulla magnolia. LUIGINO E poi la mia bicicletta l’ha già usata mercoledì per andare in città a riscuotere i soldi... (si interrompe e si morde le dita) ALESSAND Zittooo! TERESA Quali soldi? LUIGINO No, niente. TERESA Voglio sapere di che soldi state parlando. ALESSAND (a Luigino) E va bé, diglielo adesso! LUIGINO Mamma, abbiamo vinto al Totocalcio. TERESA Quanto? LUIGINO Quarantaseimila euro. TERESA Quaranta... quarantasei? LUIGINO Sì, mamma. TERESA Mila euro? ALESSAND Sì, mamma. TERESA (si fa aria con la mano) Oh Madonna santa... mi manca il fiato. TERESA E dove li avete messi? LUIGINO Li abbiamo nascosti in un sacco nero dell’immondizia. TERESA Ma voi siete matti! Portatemeli qui che li voglio vedere! LUIGINO Va bene. (esce 2) GIACOMIN Te lo aveva detto la Marietta che avresti vinto un sacco di soldi. MARIETTA Il settebello non sbaglia mai. TERESA Ma allora... sarà anche vero che il Battista vince il torneo e diventa direttore! ALESSAND Però non è vero che io e il Paolo abbiamo intenzione di sposarci. GIACOMIN Vedrai che ti dovrai sposare per forza. ALESSAND (fa un gesto come per dire “sei matta?”) Oooh! LUIGINO (rientra col sacco) Ecco qui. TERESA Fammi vedere! (prende il sacco e allontana la Giacomina che si è precipitata a curiosare; dopo aver guardato all’interno, rimane a bocca aperta, con gli occhi sbarrati) Scena quarta (entra Battista, con una coppa in mano, seguito da Pasquale) LUIGINO Hai vinto, papà? (gli corre incontro) ALESSAND Bravo, papà! (gli corre incontro) BATTISTA (ignora i figli e va a sedersi sul divano, lasciando cadere la coppa) 18 TERESA Non ti senti bene? GIACOMIN Magari gli sta venendo un infarto. ALESSAND Magari sarà stanco. (raccoglie la coppa e legge la targhetta) Ma qui c’è scritto “Secondo Premio”. Allora il ragionier Paganoni ti ha battuto. PASQUALE (secco) No, col Paganoni ha vinto il Battista. ALESSAND E allora? PASQUALE E allora si è presentato un ex dipendente della fabbrica che ha sfidato il Battista e per colpa dell’arbitro il Battista ha perso. TERESA Ma chi è l’ex dipendente che ha vinto? (si sente la voce del nonno che canta “vincerò...vincerò...) Scena quinta (entra il nonno con una grossa coppa) NONNO (va al tavolo e vi deposita vari oggetti) Questa è la coppa... questa è la medaglia... questo è il diploma... e questo è l’assegno di mille euro, che ho vinto io, non il Battista! Lui, dopo aver battuto il ragionier Paganoni, stava già salendo sul podio per ritirare il primo premio, ma il suo padrone gli ha detto: “Calma, Battista, secondo il regolamento del torneo devo chiedere se tra i presenti c’è qualche ex dipendente che vuole sfidare il vincitore”. Allora mi sono presentato io e il Battista mi ha detto: “Stai scherzando, papà?”. Io scherzare? Sei-uno, sei-zero, sei-zero. Gli ho fatto vedere io come si gioca a tennis! TERESA (guarda Battista che è distrutto) Non abbatterti in quel modo, Battista, dopo tutto è tuo padre. BATTISTA (quasi piangendo) Non è solo per il tennis. C’è un altro fatto più grave. TERESA Quale? BATTISTA Il mio padrone mi ha licenziato. TERESA E perchè ti ha licenziato? Perchè hai perso? BATTISTA No, non per quello TERESA E perchè allora? BATTISTA Perchè ho tirato una sfilza di parolacce all’arbitro. TERESA Hai fatto male, ma perchè licenziarti? BATTISTA Perchè l’arbitro era il mio padrone! ALESSAND Ma papà, cosa ti è saltato in testa di fare una cosa simile? BATTISTA Se lo meritava! Anzi, ho visto il tuo fidanzato avvicinarsi a parlare col mio padrone e spero che anche lui gli abbia detto quello che si meritava! Scena sesta (entra Paolo) BATTISTA Ascolta, Paolo, gli hai detto al mio padrone che è un cretino? PAOLO No, signor Battista, “cretino” lo dico a lei, che si è fatto abbindolare da quell’imbecille del suo amico! (indica Pasquale) BATTISTA Ma...ma...ma... Paolo! Io sono il padre della tua fidanzata! PAOLO E io sono il figlio del suo padrone! BATTISTA Il figlio... del mio... padrone? (guarda Alessandra) E’ vero quello che dice il Paolo? ALESSAND Sì, papà, purtroppo è vero. (esce 2 con Paolo) BATTISTA (si lascia cadere sul divano) Teresa! Preparami una camomilla. TERESA Luigino, va’ in cucina a mettermi un padellino d’acqua sul fornello. LUIGINO Subito, mamma. (esce 2) NONNO Gli do una mano io. (esce 2) PASQUALE Non preoccuparti, Battista, ci penso io a trovarti un altro posto di lavoro. E poi ho già in mente un progetto che ti farà guadagnare un mucchio di soldi. 19 Scena settima (entrano le zie) GELSOMIN Permesso? VIOLETTA Permesso? GELSOMIN Quanta gente oggi! VIOLETTA Proprio una bella compagnia! GELSOMIN Teresa, dov’è il Luigino? TERESA Non gli avrete portato nuovamente caramelle e cioccolatini? VIOLETTA Sì, però abbiamo cambiato marca. PASQUALE Ancora cioccolatini e caramelle per quel ragazzo? Ma non vi siete accorte che è diventato un uomo? GELSOMIN Cosa dovremmo portargli allora? PASQUALE (le prende in disparte) Date retta a me, portategli un pacchetto si sigarette, che sarà più contento. GELSOMIN (dopo uno sguardo d’intesa con Violetta) Noi ce ne andiamo via per un attimo. VIOLETTA Ci vediamo tra poco. (esce con Gelsomina) TERESA (a Pasquale) Gli hai raccontato una delle tue solite stupidaggini? PASQUALE Nò, gli ho dato un consiglio di quelli che solo io so dare. TERESA Non combinare altri pasticci, che già hai fatto rincretinire mio marito. BATTISTA Non permetterti mai più di offendere il mio amico Pasquale! TERESA Tu dovresti startene zitto. BATTISTA A me non dici di stare zitto, hai capito? TERESA E invece te lo dico! BATTISTA (urlando) Chi comanda in questa casa? TERESA Secondo quello che tu dici, comanda chi porta a casa più soldi. (prende il sacco e gli rovescia addosso i soldi) E ora starai zitto, spero! Scena ottava (rientrano Luigino e il nonno con una tazza di camomilla ciascuno) LUIGINO (porge la tazza a Battista) Tieni, papà! (poi raccoglie i soldi e va al computer) NONNO (porge la tazza a Pasquale) Ho pensato che forse avrebbe fatto bene anche a te un po’ di camomilla. PASQUALE Grazie, infatti sono piuttosto nervoso. (prende la tazza e beve in fretta) NONNO Bene, e adesso aspettiamo il dottore. TERESA Il dottore? E chi l’ha chiamato? NONNO L’ho chiamato io subito dopo la partita, perchè ho pensato che il Battista ne avrebbe avuto bisogno. Scena nona (entra il dottore con salvagente e borsa da spiaggia) DOTTORE Permesso? NONNO Avanti, dottore, la stavamo aspettando. DOTTORE Scusate se mi presento così, ma stavo andando in piscina. Dov’è il malato? (tutti indicano Battista) BATTISTA Non ho bisogno di dottore io! DOTTORE Dicono tutti così i malati che non si vogliono curare. (gli si avvicina e lo guarda negli occhi, poi prende un metro e gli misura la circonferenza della testa) TERESA Allora dottore? DOTTORE Insufficienza cerebrale. TERESA Cioè? NONNO Vuol dire che è un po’ indietro di cottura. 20 DOTTORE BATTISTA DOTTORE TERESA PASQUALE NONNO PASQUALE LUIGINO NONNO LUIGINO PASQUALE BATTISTA PASQUALE NONNO LUIGINO NONNO MARIETTA Proprio così, comunque niente di grave. Ho qui per l’appunto una medicina che ho inventato io. E’ fatta tutta con erbe di bosco ed è miracolosa. Lo so già: un cucchiaino prima di colazione e un cucchiaino prima di cena. No, per lei non è abbastanza. Allora... facciamo mezzo litro prima di colazione e mezzo litro prima di cena. Mandate qualcuno a casa mia a ritirarne una damigiana. E adesso vi saluto! (esce 1 con molta fretta) Dottore! (lo rincorre fino alla porta e poi rinuncia) Quello non si fa mai pagare. (tenendosi la pancia) Ahia... ahia che male! Mi è venuto mal di pancia. Avrai fatto indigestione di camomilla. Ahia, ahia! Io non capisco. Ma cosa mi è successo? Nonno, non sarà per caso il purgante che hai messo nella camomilla? Certo che è quello. Quanto manca? Secondo il mio computer, fra ventiquattro secondi il Pasquale dovrebbe farsela addosso. (agitatissimo) Battista, dov’è il bagno? Di là. (indica la 2) Aiuto! (esce correndo dalla 2) Può così correre il Pasquale. La chiave del bagno ce l’ho io. (mostra la chiave) (si sente urlare Pasquale) L’ha proprio fatta nei calzoni! Adesso possiamo dargli la chiave. Chi gliela porta? Gliela porto io. (prende la chiave ed esce 2, seguita dal nonno) Scena decima (entra l’ispettore con un agente di polizia; poi le zie) ISPETTORE Permesso? TERESA Avanti ISPETTORE Buongiorno, sono l’ispettore Giorgi della polizia minorile. TERESA (preoccupata) Ha combinato qualcosa il mio Luigino? ISPETTORE No, signora, si tranquillizzi. Stiamo solo informando le famiglie che nel quartiere si aggirano persone senza scrupoli che cercano di avviare i giovani all’uso della droga, del fumo e dell’alcol. TERESA Grazie per avermi avvisato, ispettore. ISPETTORE E’ nostro dovere, signora. GELSOMIN (entra con Violetta) Luigino, guarda cosa ti abbiamo portato! VIOLETTA Io ti ho portato le Marlboro. (gli porge una stecca) GELSOMIN E io ti ho portato le Muratti. (gli porge una stecca) LUIGINO (rifiuta) Ma io non fumo! VIOLETTA Non importa, imparerai. GELSOMIN Certo, non è difficile fumare. ISPETTORE Agente, arresti quelle donne! AGENTE (estrae la pistola) Mani in alto! Siete in arresto! GELSOMIN Cosa abbiamo fatto? VIOLETTA Siamo innocenti noi! ISPETTORE Fuori di qui, corruttrici di minorenni! GELSOMIN Aiuto, Teresa! VIOLETTA Aiuto! (ispettore e agente escono spingendo fuori le zie) GIACOMIN Teresa, cosa possiamo fare noi? TERESA Sta’ calma, Giacomina. Una notte in prigione non farà male a quelle due befane! Domani poi andremo dalla polizia e chiariremo la faccenda. 21 Scena undicesima (entrano Paolo e Alessandra) ALESSAND Mamma, che cosa è successo alle zie? TERESA Niente, hanno dato retta al Pasquale e hanno combinato un pasticcio. ALESSAND Ma cos’ hanno fatto? TERESA Poi te lo spiego, ma non c’è motivo di preoccuparsi. GIACOMIN (ad Alessandra e Paolo) Voi due, piuttosto, non avete per caso deciso di sposarvi? ALESSAND No, perchè? GIACOMIN Perchè la Marietta, con le carte, ha indovinato che sarebbe arrivata la coppa del primo premio, ha indovinato che il Battista avrebbe cambiato posto di lavoro, ma a quanto pare si è sbagliata quando ha detto che c’era un matrimonio in vista. MARIETTA (rientra tenendo per mano il nonno) E invece non mi sono sbagliata. NONNO Sì, perchè io e la Marietta abbiamo deciso di sposarci. (musica: Marcia Nuziale; coro di evviva) SIPARIO 22