Editoriale ADV Luglio/Agosto 2015

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Editoriale ADV Luglio/Agosto 2015
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STORIE D’AMORE (MA ANCHE NO)
La farfalla che batte le ali in Brasile e
provoca un tornado in Texas? O i capponi
di Renzo che in una situazione per loro
critica si beccano a vicenda? Senza voler
scomodare la teoria del caos o il Manzoni, un effetto quanto meno “a valanga” è
stato innescato dalla diffusione sui social
network dello scritto “Ti amo. Ti Lascio.
(lettera a un cliente)” a firma di Emanuele
Nenna, Vicepresidente di AssoCom, ma
nella fattispecie calato nel suo ruolo di
Amministratore Delegato dell’agenzia The
Big Now. Usando la metafora di un amore
che finisce, Nenna descrive l’inaridirsi del
rapporto con l’azienda cliente, frutto di
tante piccole incomprensioni quotidiane,
di tanti piccoli compromessi che alla fine
costringono l’agenzia a rinnegare se stessa,
fino alla drastica, sofferta, ma inevitabile
decisione finale di lasciarsi. Allo sfogo, che
poi semplice sfogo non è, bensì fotografa
esplicitamente una situazione di cui da
troppo tempo (non) si parla nei termini
corretti, ha fatto risconto una serie di voci
spontaneamente inseritesi nel dialogo. A
partire da quella di Fulvio Zendrini, che - in
virtù di un percorso professionale che l’ha
visto al lavoro alternativamente sui due lati
del tavolo - con un’asciutta replica ipotetica
del cliente abbandonato ribalta sull’agenzia
l’accusa di incomprensione, un’incomprensione profonda al punto da non accorgersi
di essere stata abbandonata dal cliente ben
prima del proprio sfogo finale. E qui, se il
tema non fosse per molti versi serissimo e
cardinale, ci starebbe bene l’esegesi ironica
di Lella Costa a “Piccola Katy”, la canzone dei Pooh dedicata all’uomo diviso tra
il dovere coniugale e il sentimento per la
giovane amante, sulla quale rovescia il suo
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strazio e i suoi dubbi esistenziali. Strazio
al quale Lella suggeriva alla ragazza di
rispondere con un semplice ed efficace “Ti
chiamo un taxi”. Ma nel dialogo, secondo il
più classico stile social, si inseriscono altri
interlocutori, che spiccano nell’indistinto
coro “Greco” fatto dai commenti di più varia origine e contenuto. Come la lettera (un
format che caratterizza tutta la vicenda) di
Massimiliano Cremonini, oggi in Accenture: “Addio agenzia. Il tuo ex (dipendente)”,
in cui le parti in commedia si scambiano
ancora una volta e, un po’ a sorpresa, “o’
Malamente” risulta essere l’agenzia che,
stretta dalle pretese dei clienti, incapace di
rispondere riaffermando il suo ruolo, non
trova di meglio che farsi a sua volta “tiranna” attraverso lo sfruttamento dell’entusiasmo, delle speranze e degli ideali di chi per
essa lavora. Tre punti di vista, tre “verità”
alla Rashomon, alle quali cerca di fornire
un momento di sintesi Massimo Guastini,
Presidente dell’Adci, con la propria missiva
in cui propone di “ripartire dalle attuali macerie valoriali, prima che economiche, per
ricostruire una relazione talmente devastata da non concederci il lusso di ironizzare
e scherzare oltre”, suggerendo a Nenna e a
Zendrini, e a quanti volessero impegnarsi
a tal fine, di “mettere a disposizione abilità,
competenza ed esperienze” per “tracciare
una nuova rotta e proporla a velieri con le
vele sempre più ammainate”.
Punto sul vivo dal richiamo a non ironizzare su una una situazione “devastata”, anche
chi scrive vuole dare il suo modestissimo
contributo ricordando una frase di Antoine
de Saint-Exupéry: “Amare non significa
affatto guardarci l’un l’altro ma guardare
insieme nella stessa direzione”.
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La redazione
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