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Da oltre trent’anni, Rawa, l’associazione rivoluzionaria delle donne afghane, lotta contro gli ex comunisti russi, i mujaheddin dell’Alleanza del Nord, i talebani, e oggi tutti i fondamentalisti che ancora detengono le Rawa: la resistenza sotto il burqa AFGHANISTAN a cura di Alessandra Garusi redini del potere in Afghanistan. Ne parla, in questa intervista, Maryam Rawi, una delle dirigenti in esilio, che aggiunge: «Non mi interessa il La sequenza dura solo un minuto. Nello stadio sovraffollato di Kabul una donna in burqa blu – la tunica soffocante imposta dai talebani quando erano al potere in Afghanistan – viene fatta scendere da un’auto e inginocchiare ai margini dell’area di rigore. Un fondamentalista si avvicina con un fucile automatico e le spara alla nuca, quindi infierisce sul cadavere riverso a terra. Le immagini della morte di Zarmeena, una madre di sette figli accusata di aver ucciso il marito nel sonno, inizialmente non furono trasmesse da Bbc, Cnn e altre agenzie perché “troppo violente”. Poi, però, fecero il giro del mondo. Il merito di avere fatto conoscere quella situazione di terrore era di un’altra donna che, confusa tra la folla quel giorno del ’99, rischiando la vita aveva filmato il momento dell’esecuzione con una videocamera digitale nascosta sotto il burqa. Questa donna era un membro di Rawa, l’Associazione rivoluzionaria delle donne afghane non nuova a imprese del genere; dal _Conferenza stampa di una leader del movimento Rawa. Il burqua, in questo caso, serve a garantire una maggiore sicurezza. Nelle foto accanto un gruppo di afghane con il velo tradizionale 60 Grazia Neri_Y. Tsuno/AFP successo, sogno soltanto la sicurezza, per me e per mio figlio» Grazia Neri_S. Marai/AFP 1977 registra – per mezzo di foto, filmati, interviste – le violazioni dei diritti umani in Afghanistan: dalle amputazioni pubbliche alle lapidazioni, alle fucilazioni di piazza. «Come Amnesty International e Human Rights Watch, pazientemente, raccogliamo faldoni di testimonianze nella speranza di approdare un giorno in un’aula di giustizia», spiega Maryam Rawi, una delle portavoce. «Che un criminale come Zardad sia stato processato in Gran Bretagna nel 2004 anche grazie a noi, ci dà un’enorme forza…» E conclude: «Così Rawa contribuisce a scrivere la storia dell’Afghanistan». Ecco l’intervista che ci ha rilasciato. una giustificazione per restare nel nostro Paese. E non c’è giustificazione migliore che questa: proseguire la “lotta contro il terrorismo”. In realtà, si tratta piuttosto di una lotta per assicurarsi il controllo economico, strategico e politico, da parte degli Stati Uniti, sull’intera regione. Mike Scheuer, ex ufficiale della Cia che guidò la caccia a Osama Bin Laden all’inizio della guerra, recentemente ha detto: «L’Afghanistan è un terribile disastro per gli Stati Uniti e per la Nato». È d’accordo? Sia gli Stati Uniti che la Nato concordano nel dire che solo il 30% dell’Afghanistan è sotto il controllo del governo di Hamid Karzai; In Afghanistan sono presenti truppe di oltre il resto sfugge loro completamente. trentasette Paesi. Come spiega il fatto che Allo stesso tempo, tuttavia, dicono di non queste non riescano a garantire la sicurezza? voler modificare la loro politica, almeno per L’Occidente non è serio nella lotta contro il ora. Ecco il gioco, cui accennavo prima: fondamentalismo. Sta facendo un gioco lamentano l’insuccesso; al contempo, però, trattano con i ribelli. pericoloso, oggi, in Afghanistan: da un lato, non ha fatto altro che rimpiazzare i talebani È recente la notizia che il governo britannico ha aiutato i talebani nella provincia di Herat, e con l’Alleanza del Nord (un’altra forza fondamentalista); dall’altro, in definitiva non sono tuttora in corso trattative in altre regioni. O raggiungeranno un accordo a un certo vuole estirpare davvero quel che resta dei talebani. Con le armi sofisticate che gli Stati punto, o continueranno a combattere. Ma – Uniti possiedono, sarebbero in grado di farlo ripeto – non è una battaglia onesta. Manca la volontà di disarmare. in un paio di giorni. Ma hanno bisogno di 61 Grazia Neri_S. Marai/AFP i servizi segreti. Si capisce allora come tutto possa essere utilizzato per rafforzare la loro posizione all’interno della società afghana. In pratica possono fare qualsiasi cosa, possono Non penso sia solo un 65%, ma molto di più. commettere qualsiasi genere di abusi. Poco Le organizzazioni internazionali che si battono importa che questo governo non abbia l’appoggio della popolazione; e che la società per i diritti umani, danno quella percentuale. stessa sia molto diversa. Concordano sul fatto che, sin dall’inizio, il Parlamento afghano è stato composto in Nel 2007, il Parlamento afghano ha maggioranza da leader fondamentalisti. Se non approvato una legge di riconciliazione sono tutti signori della guerra, cioè persone nazionale. Quali sono state le peggiori direttamente coinvolte nei crimini commessi conseguenze? fra il 1992 e il 1996, sono comunque uomini L’impunità per persone come Khalili, Sayyaf, che rappresentano i fondamentalisti, li Rabbani, Fahim, Muhaqiq, Qanoni, Ranjbar, il sostengono sia dal punto di vista finanziario mullah Rokitee, e molti altri: costoro hanno che militare. Per questo si può dire che la guidato la distruzione di Kabul, fra il 1992 e il maggioranza del Parlamento di Kabul è 1996 (e poi anche negli anni successivi), e si costituito da fondamentalisti e sono macchiati di stupri, uccisioni, saccheggi, pro-fondamentalisti. Questi controllano l’Esercito, come la Polizia e sequestri, torture. Oggi, grazie a quella legge, È vero che il 65% dei parlamentari è costituito da ex signori della guerra, di stampo islamista, che combatterono contro i sovietici? 62 AFGHANISTAN Grazia Neri_J. Samad/AFP Rawa: identikit di un movimento rivoluzionario Rawa (Revolutionary Association of Women of Afghanistan) è un’organizzazione socio-politica indipendente di donne che si battono per i diritti umani e la giustizia in Afghanistan. Nasce a Kabul, nel 1977, sotto la leadership della poetessa Meena. La fondatrice non ha vissuto abbastanza a lungo da vedere gli orrori di oggi. Venne infatti assassinata il 4 febbraio 1987, a non possono più essere perseguiti. Rawa ha raccolto interi dossier con moltissime testimonianze. Ma, a questo punto, è troppo tardi. Certo, se fosse stata una decisione presa da un governo onesto e rappresentativo, la stessa legge avrebbe potuto essere un evento positivo. Ma il Parlamento afghano non è né onesto, né rappresenta in alcun modo la popolazione. Tutte le leggi vengono approvate nell’esclusivo interesse di un gruppo di potere. Per questa ragione, la maggioranza della gente non è a favore della riconciliazione, e non perché voglia conservare uno stato di ostilità permanente, ma perché al comando ci sono questi criminali militarmente potentissimi che possono colpirli in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. In molte regioni dell’Afghanistan, le milizie che fanno capo ai signori della guerra (oggi parlamentari, ndr) spesso si scontrano fra loro; e chi ci va di mezzo sono sempre i civili. Nell’aprile 2008, un comitato parlamentare ha redatto una proposta di legge sulla morale in stile talebano. Uno degli articoli di questa Quetta, in Pakistan – dove fra l’altro aveva aperto un ospedale per donne (oggi chiuso per mancanza di fondi), il Malalai Hospital – da agenti del Khad (il Kgb afghano) e da fondamentalisti afghani esiliati della fazione di Hekmatyar Hizbe. Malgrado l’opprimente atmosfera politica, Rawa opera da oltre trent’anni in ambiti diversi: dall’istruzione – famose le sue classi elementari clandestine nei villaggi afghani – alla sanità, dalla politica al giornalismo d’inchiesta. Nell’81 crea la rivista biligue «Payam-eZan» (Il messaggio delle donne), pubblicazione che esce tuttora in lingua urdu e in inglese per coloro che non parlano la lingua dell’etnia pashtun. Membri dell’organizzazione in Occidente aiutano ad aggiornare il sito – www.rawa.org – dove sono visibili le immagini dell’esecuzione di Zarmeena e molto altro. Per ragioni di sicurezza, l’organizzazione non ha un suo ufficio a Kabul. In Pakistan, spesso, volutamente non firma gli eventi che organizza, perché le minacce dei fondamentalisti di varia nazionalità sono all’ordine del giorno. Durante gli incontri con la stampa, i nomi utilizzati sono solo quelli di battesimo; e, in genere, si tratta di nomi fittizi. legge dice così: “Le ragazze sono obbligate a non truccarsi, a portare abiti convenienti e il velo, al lavoro e in classe”. La legge è passata, o ritiene che passerà? Non è ancora passata. Non sappiamo se ciò avverrà in futuro. E questo perché, da un lato, è un Parlamento formato da fondamentalisti; dall’altro, però, il governo e anche parte dei fondamentalisti vogliono mostrare un volto molto progressista e democratico alla comunità internazionale. Forse si tratta di un avvertimento nei confronti della gente. Del tipo: “Questa potrebbe essere la legge. È meglio dunque che le donne portino il burqa e smettano di andare a scuola; ed è anche bene che i media, le tv tengano un basso profilo…” Tuttavia, la spinta fondamentalista sembra destinata a proseguire: se non a Kabul, nelle province leggi del genere sono già in vigore. Ma per quale ragione gli Stati Uniti hanno appoggiato un governo di ex signori della guerra? Sapevano chi avevano di fronte.. Certo che lo sapevano (ride). Le prove risalgono ad anni fa. Agli americani non 63 Grazia Neri_M. Hossaini/AFP RAWA: LA RESISTENZA SOTTO IL BURQA importa se questi siano criminali di guerra, persone che hanno pesantemente violato i diritti umani. A loro importa che proteggano gli interessi degli Stati Uniti, che lavorino per loro. Se i talebani non fossero, ad un certo punto, sfuggiti al controllo americano, probabilmente gli Stati Uniti avrebbero continuato ancora per anni a considerarli un loro prezioso alleato sul terreno. Anche se la situazione continuava a peggiorare. La domanda che rimane senza risposta è invece questa: se gli Usa fossero stati davvero contro il terrorismo, se fossero stati davvero interessati alla democrazia, ecc. perché non hanno fatto niente nei dieci lunghi anni, durante i quali l’Afghanistan era sotto i fondamentalisti, i talebani? Così non è affatto improbabile che alle prossime elezioni qualche gruppo talebano possa candidarsi e poi arrivare al governo. Agli Stati Uniti e all’Occidente non interessa l’identità di chi si candida. Qual è il ruolo degli Usa, oggi, in Afghanistan? Gli Stati Uniti hanno i loro interessi in Afghanistan, e le loro ragioni per continuare a restare qui. È chiaro che a Washington non stanno a cuore i valori della democrazia, dei diritti umani. Noi crediamo che questi diritti non possano essere “donati” da qualche altra 64 nazione; ma è il popolo afghano che deve combattere per ottenerli: la battaglia contro il fondamentalismo, la povertà, l’ignoranza, o per l’educazione, è solo nostra. Ma che gli Stati Uniti dicano: “Negli ultimi 6-7 anni, tutto è cambiato in Afghanistan: ora le donne possono girare liberamente a capo scoperto, ora esistono partiti politici e giornali democratici, ecc.”, questa è pura propaganda. In realtà, gli attacchi kamikaze da parte dei talebani sono in aumento, come aumentano i bombardamenti Nato e il numero delle vittime civili. L’economia è in picchiata. Il lavoro sta diventando un miraggio. I casi di violenza contro le donne sono sempre di più. Ma nessuno di questi problemi quotidiani viene affrontato dalle truppe americane. Queste sono impegnate solo nella cosiddetta “lotta contro il terrorismo”. Sin dall’inizio, Rawa ha detto che la “lotta contro il terrorismo” non può essere solo militare. È invece una lotta per rafforzare le radici della democrazia. Questo è anche il miglior modo per sbarazzarsi, una volta per tutte, del terrorismo. La leadership del presidente iraniano Ahmadinejad influenza in qualche modo l’Afghanistan? Moltissimo. Teheran sostiene i nostri intellettuali, ha un controllo molto stretto sui Contrasto_R. Venturi AFGHANISTAN _Rawa denuncia che più del 65% degli eletti al Parlamento afghano hanno avuto rapporti con i regimi filorusso prima e talebano poi media. Negli ultimi tre decenni, l’Iran e il Pakistan hanno pesantemente interferito negli affari interni afghani. Il partito Hizb-I Wahdat-I Islami-yi Afghanistan (Islamic Unity Party of Afghanistan) è sempre stato legato all’Iran, sia dal punto di vista finanziario che militare. Notiamo inoltre che gran parte degli intellettuali afghani che hanno studiato all’Università di Teheran e hanno ricevuto aiuto in termini politici e finanziari, oggi magari vivono e lavorano a Kabul continuando però a parteggiare visibilmente per il proprio sponsor. È come se lo stesso fondamentalismo che caratterizza il regime iraniano, venisse importato in Afghanistan e stesse penetrando pian piano la nostra società. È complicato descrivere ciò che sta avvenendo. Ma, per fare un esempio, la lingua farsi che si parla in Afghanistan è assai diversa da quella utilizzata in Iran: abbiamo molti vocaboli di origine pashtun, a differenza degli iraniani. Ma ecco che molti intellettuali afghani vorrebbero trasferire lo stesso linguaggio, la stessa cultura, addirittura lo stesso tono dall’Iran all’Afghanistan. E questo per la gente è inaccettabile, perché non significa solo un cambiamento del linguaggio. Dietro ad esso si cela un’enorme influenza politica che il regime di Teheran esercita già sui partiti politici, sul Governo Karzai, sull’intellighenzia. Il regime iraniano possiede oggi molti giornali, riviste, centri educativi, ecc. in Afghanistan: tutti sono economicamente sostenuti da Teheran. Cosa pensa dell’attacco contro il presidente Karzai, il 27 aprile? Perché davanti a così tanta gente? L’occasione è stata la celebrazione della cosiddetta “liberazione”, cioè dell’entrata dei mujaheddin a Kabul, avvenuta il 28 aprile 1992. Nella nostra storia, è stato il periodo più cupo: la gente ha sofferto moltissimo; abusi e crimini d’ogni tipo sono stati commessi. Tuttavia, da allora, ogni anno tentano di celebrare questa ricorrenza come se fosse la “giornata dell’indipendenza nazionale”, o la “nascita del governo islamico” in Afghanistan. Hanno dato denominazioni diverse… Per l’occasione si riuniscono tutti i partiti fondamentalisti che, per quattro anni di governo (dal 1992 al 1996), si sono battuti l’uno contro l’altro. Anche se ancor oggi conservano le loro differenze e non sono molto uniti fra di loro, la mentalità, le 65 Sara Babusci RAWA: LA RESISTENZA SOTTO IL BURQA politiche che mettono in atto, sono le stesse. Appunto, di stampo fondamentalista. Ma, dipendendo da Paesi diversi, a volte si scontrano ancora. Tutti hanno una forte componente etnica. Anche questo è un elemento che li separa. Dal punto di vista dei talebani, l’attentato al presidente è stato solo una dimostrazione di potenza. È stato come dire: “Siamo in grado di colpire Karzai, sempre o in ogni posto”. Non penso volessero davvero ucciderlo, ma solo palesare la sua vulnerabilità. E, immediatamente, è stato fatto il nome degli autori, di cui tre hanno poi perso la vita. La lista delle altre persone, soprattutto civili, che sono morte in quella circostanza non è stata diffusa. Anche alla nostra gente è stata impartita una lezione: e cioè che il governo Karzai non è capace di operare in modo indipendente. Quando nel 1992 la Loya Jirga scelse Karzai come presidente ad interim, egli godeva di grande popolarità. E lo stesso nell’ottobre-novembre 2004, quando vinse le elezioni con il 55% dei voti. Pensa che abbia ancora una chance di essere rieletto nel 2009? 66 La popolarità del presidente Karzai è drasticamente diminuita. Ma non siamo in grado di prevedere che cosa succederà nella prossima tornata elettorale. Le ultime elezioni in Afghanistan hanno mostrato come esse siano qualcosa di già deciso, già organizzato con il beneplacito degli Usa. Secondo alcuni rapporti, l’ex ambasciatore americano in Iraq, Zalmai Khalilzad – di nazionalità afghana – potrebbe essere uno dei candidati. Se si candida, molto probabilmente vince. Il secondo punto è che la gente non sosterrà più Karzai. Non si è mostrato capace di mantenere le promesse fatte prima delle elezioni: dalla maggiore sicurezza ai posti di lavoro, alle derrate alimentari. Molte statistiche confermano che la situazione in Afghanistan, da qualsiasi punto di vista, sta drasticamente peggiorando. I progetti di ricostruzione – milioni di dollari sono stati usati in Afghanistan – si sono arenati; il governo, uno dei più corrotti al mondo, non è stato in grado di esercitare alcun controllo. Alcuni anni fa, la gente “voleva” dare il voto a Karzai; oggi non più. Ad ogni modo, tengo a ripetere che le elezioni in Afghanistan non possono essere libere e giuste. Avverranno Grazia Neri_H. Fahimi/AFP AFGHANISTAN l’8% delle ragazze in provincia – non nella capitale – frequentano le scuole superiori. Per ragioni di sicurezza, la maggior parte delle famiglie non si fida a mandarle in giro. Con una propaganda martellante, gli sempre sotto una pressione tremenda. È americani sostengono che la condizione come se fosse sempre in corso una sorta di femminile sia migliorata moltissimo negli drammatica rappresentazione teatrale. ultimi sei sette anni: citano il numero di scuole costruite, e altri fatti positivi. Ma se si entra In tutto questo, qual è la condizione delle nel profondo, si capisce che non è così vero: le donne afghane? Portano ancora il burqa? scuole sono state sì costruite (e inaugurate in Dipende. La vita nei villaggi è diversa da quella pompa magna), ma poi mancano i banchi, le che si conduce a Kabul. Mentre nella capitale è sedie, il materiale scolastico, i docenti. Ad meno diffuso, nel resto dell’Afghanistan le aprile Kabul è stata paralizzata da uno sciopero donne preferiscono stare sotto il loro burqa: si generale degli insegnanti. Da mesi non ricevevano lo stipendio. Uno stipendio che si sentono più protette. Gli stupri, i sequestri aggira sui 50 euro al mese. Scandivano slogan sono così diffusi, da non fare più notizia. Lo del tipo: “Anche noi dobbiamo vivere… scorso aprile, il figlio di un parlamentare ha Abbiamo una famiglia da mantenere”. E la stuprato una quattordicenne. E questa ragazzina ha commentato: «Sono povera, non risposta del governo è stata: “Il ritardo è dovuto all’aumento che stavamo ho mezzi. Quindi per me non ci sarà predisponendo...” Una presa in giro. giustizia». Il figlio del parlamentare è stato rilasciato un paio di giorni dopo il fatto; È vero che un numero sempre crescente di probabilmente non ci sarà alcun processo. afghane decide di togliersi la vita? Esiste Il sistema giudiziario sta lavorando in favore qualche statistica a riguardo? dei fondamentalisti che formano questo governo. Per cui, le violenze nei confronti delle No, non esistono statistiche. Sappiamo solo donne in pratica non vengono perseguite; solo che, in tutto il Paese, il tasso dei suicidi fra le _A destra il presidente dell’Afghanistan Karzai. La sua popolarità, affermano le militanti di Rawa, è drasticamente diminuita: troppe promesse non sarebbero state mantenute 67 Grazia Neri_J. Macdougall/AFP donne è in aumento. Nella provincia di Kandahar, dove prima non erano mai stati segnalati casi del genere, adesso ce ne sono. Sta diventando un fenomeno molto comune. Gli ospedali della provincia di Herat, ad esempio, dichiarano di riceverne quotidianamente tre quattro casi: donne che arrivano con bruciature, o varie altre forme di autolesionismo. Pochissimi di questi casi sono stati riportati dai media. Anche quando si tratta di violenze domestiche, la famiglia del marito fa di tutto perché la notizia non trapeli all’esterno. _Rawa si batte per far giudicare chi viola i diritti umani in Afganistan da tribunali internazionali. Il problema è ottenere l’appoggio di Stati Uniti, Gran Bretagna ed Europa Tanto più che su alcuni casi anche altre organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno raccolto molte prove… Ma se questa documentazione possa davvero essere utilizzata, dipende dalla volontà delle grandi potenze, come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti: lasceranno che questi criminali vengano giudicati da una corte internazionale? Se questa loro volontà dovesse mancare, i tempi saranno Rawa è stata creata nel 1977. Quali sono più lunghi. Non sto parlando dei state le maggiori soddisfazioni in questi anni? (relativamente) pochi criminali oggi al governo, Il fatto di essere riuscita, malgrado i pochi ma di trent’anni – di tre periodi diversi – di mezzi, a lavorare per i proprio scopi. Certo, misfatti: quelli commessi dai talebani, non possiamo ancora permetterci progetti dall’Alleanza del Nord, dal regime sovietico. grandiosi, non ricevendo aiuti governativi, o Ha un sogno? da parte di organismi internazionali. Quello Credo talmente tanto nel lavoro che faccio, che che facciamo, lo facciamo grazie a donazioni l’unico mio desiderio per il futuro riguarda il private. Ma abbiamo gruppi di supporto in fatto di poter proseguire. Dall’uccisione di mio tutto il mondo. E il nostro sito web padre e di altri membri maschi della mia (www.rawa.org), oggi disponibile in diverse lingue, è fra i più consultati. Riusciamo a dare famiglia, alle storie altrettanto drammatiche che ho raccolto, la tragedia ha sempre accompagnato molte notizie e foto in anteprima. la mia vita. Per questo, sogno una vita sicura. Parte del materiale che avete raccolto, Voglio molto poco. Non m’interessa il successo. riguardo a uccisioni, sparizioni e torture, Quando sono fuori dall’Afghanistan, spesso di potrebbe in futuro essere utilizzato da un notte sogno che succede qualcosa a mio figlio, o tribunale internazionale? a mio marito. In Afghanistan può accadere di È quello che Rawa si propone di fare: di tutto, in qualsiasi momento. Per questo desidero portare i criminali in giudizio. solo una vita sicura. 68