BASILICA DI SAN LORENZO MAGGIORE
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BASILICA DI SAN LORENZO MAGGIORE
Campania illustrata. 1632-1845 BASILICA DI SAN LORENZO MAGGIORE La Basilica di San Lorenzo Maggiore, risalente al XIII secolo, è tra le più antiche di Napoli ed associa la prima fase della sua storia ad alcune presenze letterarie illustri: nella chiesa, durante la messa del 30 marzo 1336 Giovanni Boccaccio incontrò la sua Fiammetta – Maria d’Aquino, figlia naturale di Roberto d’Angiò – e nell’annesso convento francescano di San Lorenzo Francesco Petrarca fu ospitato tra l’ottobre e il dicembre del 1343. 1 2 3 La basilica di San Lorenzo è un mirabile esempio di gotico francese, magnificamente espresso nell’abside e nel deambulatorio, quest’ultimo ospitante – tra gli altri – il monumento sepolcrale di Caterina d’Austria, al quale lavorò Tino di Camaino: questo è riprodotto nella litografia di Gioacchino Forino, su disegno preparatorio di Léopold Jely, inclusa nel Viaggio pittorico di Cuciniello e Bianchi (1829), quindi lo stesso soggetto è stato copiato alcuni anni dopo senza modifiche di sorta da S. Corsi per l’Atlante illustrativo (1845). L’originario impianto gotico della basilica voluta da Carlo I d’Angiò a partire dal 1270, subì nel corso dei secoli, come altrove, delle sostanziali modifiche secondo i gusti del barocco, man mano eliminate da restauri degli ultimi due secoli fatta eccezione per la facciata del 1742 ad opera di Ferdinando Sanfelice (nella quale comunque è rimasto inserito il portale gotico), per la controfacciata, per il cappellone di Sant’Antonio e per la cappella Cacace progettate da Cosimo Fanzago. Allor quando venne allestita la guida di Pompeo Sarnelli nel 1685, ovviamente si decise di dare risalto alle testimonianze artistiche che incontravano i gusti dell’epoca: motivo per cui la sopracitata cappella Cacace costituisce uno dei due soggetti rappresentati, con discreta dovizia di particolari, in una tavola dedicata dal Bulifon al Provinciale dei Minori Conventuali Bonaventura Durante. La cappella Cacace fu rinnovata a partire dagli anni ’40 del Seicento da un esponente della famiglia, Giovan Camillo, dopo averla ereditata dai fratelli Francesco e Giuseppe De Caro i cui antenati l’avevano acquisita nel 1571. Intitolata alla Madonna del Rosario, alla quale è dedicato il dipinto centrale di Massimo Stanzione, la cappella presenta ai due lati statue e busti a firma di Andrea Bolgi, raffiguranti quattro esponenti della famiglia De Caro tra cui i due fratelli prima menzionati, e un ciclo di affreschi di Niccolò de Simone nella volta e nella cupola. La cancellata d’ingresso in ottone è del progettista Cosimo Fanzago. Ancora nella guida di Sarnelli appare un’immagine dell’altare maggiore, opera dello scultore Giovanni da Nola, sul quale spiccano in alto le statue dei santi Lorenzo, Antonio e Francesco, mentre nel livello inferiore sono sistemati i bassorilievi con le scene del martirio di San Lorenzo, San Francesco con il lupo di Gubbio e Sant’Antonio che parla ai pesci. Nella tavola di Sarnelli si vede bene anche il gruppo scultoreo posto dall’artista alla sommità del manufatto, raffigurante la Madonna con Bambino e Angeli: questo elemento è ora collocato nel transetto destro, ed è stato sostituito da un crocifisso. L’illustrazione in questione vede la dedica del Bulifon al principe di Cursi Giovanni Cicinelli, indicato quale “padrone” dell’altare: la nobile famiglia napoletana dei Ciciniello si lega alla fondazione di San Lorenzo già dai primi anni, come è testimoniato dalla lastra sepolcrale di tal Buffilo Ciciniello, deposto nell’anno 1300, la cui riproduzione è offerta dall’opera di Nicolò Catalano Fiume del terrestre paradiso (1652) in una tavola curata dal pittore di Monopoli Francesco Fracanzano, il quale si recò sul posto il 30 marzo 1650 per disegnare l’effige alla presenza del notaio Giovanni Gennaro Todino. 4 5 Questo percorso web è stato realizzato dal Dott. Giuseppe Gianluca Cicco nell’ambito del Progetto POR FESR 2007-2013 Obiettivo Operativo1.10 “La cultura come risorsa” attività C “Sviluppo di tecnologie per la digitalizzazione e messa in rete di archivi e biblioteche”, dal titolo: “Riversamento dell’OPAC di Bibliorete nella Rete SBN Polo CAM e digitalizzazione del patrimonio antico relativo al territorio campano nei secoli XVII-XVIII” 6