RIPASSATE … - THINK!

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RIPASSATE … - THINK!
Nome file
100217TH_GBC3.rtf
data
17/02/2010
Contesto
GBC
Relatore
GB Contri
Liv. revisione
Pubblicazione
Lemmi
Blog
Casi
Corpo
Corpus vile
Donna usata
Esposizione di casi
Giacomo B. Contri
Incesto
Lavoro psicoanalitico
Presentazione di casi
Ripassata
Think!
GIACOMO B. CONTRI
BLOG
THINK!
RIPASSATE …
... la Geografia!, la mia davvero cara ragazza! (vedi ieri 16 febbraio, “La ‘ripassata’ ”), e via con
queste sconcezze nobili contro il corpo vile anzi avvilito delle donne ma non solo, anche degli
stupidi uomini che le … ripassano:
ci perdono tutti.
Il corpus vile non è originario (“inter feces et urinam”), è prodotto:
lo è anche quello della prostituta, ma solo all’ultimo posto di ciò che è avvilito, prostituito,
naturalizzato:
Maupassant aveva le idee chiare sulla prostituzione nel matrimonio borghese (“La signorina
Fifì”).
Nello stesso Corso “Robinsonate” (qui “Narcisismo: il catechismo di Robinson”, 15 febbraio) mi
sono diffuso in altre sconcezze nobili, come questa:
che una donna è sempre di seconda mano.
La prima mano è quella del padre, sto parlando dell’incesto come atto di pensiero non atto
motorio, il che si vede nel più nitido sogno incestuoso raccolto in tutta la mia carriera di analista:
una figlia ha sognato di attendere come fidanzata nubenda (come già la poi madre) un giovane
uomo (poi suo padre) di ritorno dal servizio militare, come aveva appreso dalla storia di famiglia.
Questa figlia ha avuto come primo uomo il padre, il che me la fa descrivere come di seconda
mano rispetto a un eventuale suo fidanzato, il che fa del padre la prima “nave scuola” (che orrore!):
che il padre passi a “nave scuola” è una rivoluzione (freudiana).
Questa mia cliente ha poi interrotto l’analisi perché non accettava di riconoscere di avere fatto un
tale sogno cioè pensiero.
Intervenendo in quel Corso sabato u. s., mi sono poi concesso una confidenza (“tra noi
duemila!”) sui miei primi anni di convivenza con una donna:
le cose con lei andavano malissimo e, benché io fossi irreprensibilmente fedele all’epoca (ma
perché non anche oggi?), mi sentivo ingiustamente accusare di infedeltà, fino all’obiezione:
“E se io facessi come te?”,
al che mi sono mordacemente soddisfatto con l’infame candore arrogante e brutale della risposta:
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“A me le donne piacciono usate!”,
e già intendevo quanto sopra (erano gli anni in cui la mia analisi cominciava a servirmi).
Si provi a porre in rapporto la depressione linguistica delle “ripassate” e la depressione
economica.
La giurisprudenza di “Mani pulite” è lontanissima dalla mia giurisprudenza trasversale di “Lingua
pulita”, e osservo che anche la lingua è un muscolo, il più potente e il più esercitato.
© Studium Cartello – 2010
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