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Rio 2016, è un giorno memorabile:
l'Italia trova 10 medaglie (5 sono d'oro)
Che gare per Zanardi, Podestà, Mazzone, Legnante e Vio! Nell'handbike
Alex per due secondi conferma l’oro di Londra, primo successo ad una
Paralimpiade per Vittorio Podestà e Luca Mazzone. Assunta Legnante è
sempre la migliore nel getto del peso. Bebe Vio dominatrice in pedana. In
vasca argento per Federico Morlacchi e bronzo per Efrem Morelli, nell'arco
argento di Alberto Simonelli, nel ciclismo i bronzi dell'immensa Francesca
Porcellato e di Giancarlo Masini. Il totale arriva a 25
14 settembre 2016
ROMA – E’ un giorno cruciale per i colori italiani alla Paralimpiade di Rio de Janeiro, con
tanti pezzi da novanta della spedizione azzurra alla caccia della medaglia. Quando
scende la sera, per l'Italia sono arrivate le cinque sonore, brillanti e meritate medaglie
d'oro, quelle di Alex Zanardi, Vittorio Podestà e Luca Mazzone nelle gare a cronometro
del ciclismo, quella di Assunta Legnante nel getto del peso, quella di Beatrice "Bebe" Vio
nel fioretto individuale. Ma non ci sono solo gli ori: c'è gloria anche dalla vasca con
l'argento di Federico Morlacchi e con il bronzo di Efrem Morelli, c'è l'argento di Alberto
Simonelli nel tiro con l'arco, e nel ciclismo i due bronzi di Francesca Porcellato e di
Giancarlo Masini. Alla fine dei conti, solo in questo memorabile 14 settembre
arrivano dieci medaglie: cinque ori, due argenti e tre bronzi. Il che porta il totale di Rio
2016, finora, a 7 ori, 9 argenti e 9 bronzi, per un totale di 25 medaglie.
ZANARDI. Immenso Alex Zanardi che si conferma, quattro anni dopo, il più veloce nella
gara a cronometro di categoria H5. L'azzurro vince chiudendo i 20 chilometri di gara in
28:36.81, precedendo l'australiano Stuart Tripp di due secondi e 74 centesimi, e lo
statunitense Oscar Sanchez di 14,92 secondi. Una vittoria niente affatto scontata per
l'azzurro, che in questi quattro anni ha trovato tantissimi altri avversari, per lo più più
giovani di lui. Zanardi chiude i primi 10 Km di gara in terza posizione, staccato di 18
secondi dal battistrada Tripp; poi nei secondi 10 Km dà tutto e riesce sul filo di lana a
sopravanzare il sorprendente Tripp, che alla vigilia nessuno si aspettava a questi livelli.
Quarto posto per l'olandese Plat, che era indicato come il principale avversario di Zanardi.
Bronzo per lo statunitense Oscar Sanchez, staccato di 14,92 secondi. "Sono ancora un
ragazzino, sono contento: per due secondi o per due minuti l'importante era stare
davanti ed è bello sia così. Grazie davvero a chi mi ha aiutato, a chi ha preparato la mia
tabella di marcia. Grazie a mia mamma, a mia moglie, a mio figlio, grazie a tutti", le sue
parole non appena arrivato al traguardo.
Vittorio Podestà
PODESTA'. L'Italia va davanti a tutti nell'handbike anche nella gara di categoria H3, con il
ligure Vittorio Podestà che sbaraglia la concorrenza e va a prendersi la sua prima
medaglia d'oro ad una Paralimpiade, dopo aver vinto tre argenti e quattro bronzi fra
Pechino 2008 e Londra 2012. Podestà chiude la gara in 28:19.45, precedendo sul
traguardo l'austriaco Walter Ablinger di un minuto e 06, e il canadese Charles Moreau
staccato di un minuto e 07.
Luca Mazzone
MAZZONE. Il terzo oro della spedizione azzurra arriva dalla gara a cronometro di
categoria H2, con Luca Mazzone che fa registrare il tempo più veloce con 32:07:09,
appena sei secondi più veloce dello statunitense William Groulx che deve accontentarsi
dell'argento. Bronzo per l'altro statunitense Brian Sheridan staccato di oltre un minuto e
mezzo. Per lui, che era già stato più volte campione del mondo, era l'esordio alle
Paralimpiadi, un debutto bagnato con l'oro. "Anni fa avevo deciso di abbandonare,
questa medaglia l'ho desiderata per tutta la vita: ci ero andato vicino in passato con
due argenti, l'ho inseguita tutta la vita e ora ci sono arrivato. E' davvero la vittoria più
bella, siamo davvero la squadra da battere, i tre tenori (lui con Zanardi e Podestà, ndr) si
sono confermati al meglio".
LEGNANTE. Una gara vera allo stadio Olimpico di Rio de Janeiro, con Assunta Legnante
che vince una medaglia d'oro che era attesa ma che l'azzurra ha dovuto sudare molto
più di quella che aveva conquistato quattro anni fa a Londra 2012. L'azzurra vince
lanciando 15,74 metri, davanti all'uzbeka Safiya Burkhanova che lancia 15,05 e alla
messicana Rebeca Valenzuela Alvares che arriva a 13,05. La gara vede accorpate atlete
cieche e ipovedenti, e nonostante la disabilità maggiore è da tempo l'azzurra a dominare
la scena: qui però è in cattive condizioni fisiche a causa del solito problema alla
schiena che l'ha condizionata nell'ultimo anno. La pressione aumenta subito, perché
Legnante si presenta al primo tentativo dopo aver saputo di un 14,87 lanciato dall'uzbeka
che poi sarà argento: è una misura nettamente maggiore di quella che ci si aspettava
dalle avversarie e che, viste le cattive condizioni fisiche, non è certo che Assunta riesca a
superare. Timore subito scacciato via con un lancio a 15,30 che la piazza al primo
posto e che costituirà poi la base per provare a migliorarsi e mettersi al riparo da eventuali
sorprese. E' così che negli altri lanci arrivano i 14,61 del secondo tentativo, i 15,09 del
terzo, i 15,54 del quarto, i 14,97 del quinto e infine, quando già la medaglia d'oro è certa,
un 15,74 che permette di chiudere ancor più in bellezza. “Adesso posso piangere dal
dolore, non ce la faccio più”, le prime parole dell’azzurra a fine gara.“Me la sono sudata
davvero, non mi aspettavo che l’avversaria lanciasse una misura simile, quando è
successo ho capito che sarebbe diventata una gara vera. Sono felice, lanciare quasi 16
metri con una schiena così malandata e con una gamba infortunata è davvero una
buona prestazione: non vedo l’ora di tornare a casa e risolvere il problema, però resto
convinta che stando in perfetta forma i 18 metri non sono così irraggiungibili”. “Questa
medaglia è di tutti, dedicata in particolare al mio compagno e a due piccoli cuccioli
che sono arrivati a febbraio e a cui ora faccio da mamma”.
VIO. E' un debutto bagnato da una splendida medaglia d'oro quello di Beatrice "Bebe" Vio
ad una Paralimpiade: la gara di fioretto individuale di categoria B diventa un torneo a
senso unico, senza nessuna macchia per l'azzurra che vince tutti e otto i confronti,
da quello mattutino del debutto iniziale fino a quello pomeridiano che vale la medaglia
d'oro. Dopo aver vinto le prime cinque partite senza subire neppure una stoccata, passa i
quarti 15-6 contro la polacca Makowska, la semifinale 15-1 contro la cinese Fang Yo per
poi concludere la finale 15-7 contro l'altra cinese Jingjing Zhou. Una finale iniziata
bene (4-0), poi rimessa quasi in parità dalla cinese (6-5) fino all'allunga finale che porta io
sul 10-5, poi sul 10-7, infine al definitivo 15-7.
MORLACCHI. Bravo ancora Federico Morlacchi nella vasca dell'Aquatic Centre: l'azzurro
arriva secondo nei 100 rana S8 nuotando in 1:12:68 dietro allo spagnolo Salguero
Galisteo e davanti all'austriaco Andreas Onea. Un bel successo, in uno stile nel quale
l'azzurro ha iniziato solo da qualche tempo a macinare allenamenti. "Sono contento,
ci ho provato anche per l'oro, ma va bene così. Fino a quattro anni fa - dice a fine gara - a
rana facevo su e giù ma stavo sempre fermo, ora sono secondo al mondo e anche con un
bel margine, è una soddisfazione. Essere secondo a rana con una disabilità all'arto
inferiore contro quelli che hanno due gambe buone, beh, sono stato bravo". Per
l'azzurro è la terza medaglia di questi giochi: per lui finora un oro e due argenti.
SIMONELLI. E' un argento strameritato, quello dell'azzurro che nell'arco compound
individuale maschile arriva anche a sfiorare l'oro. Finisce 144-143 per lo statunitense
Shelby, in una gara sempre in bilico: Alberto Luigi Simonelli sorride ugualmente per
l'argento. L'azzurro, che in semifinale aveva superato 146-144 il cinese Al Xinliang,
prende due punti di vantaggio al termine del secondo dei cinque set, con Shelby che
rimette tutto in parità con le frecce della terza volée. La tensione si sente, il vento che tira
non aiuta la precisione. Shelby va avanti di un punto nel quarto set, Simonelli tenta nelle
ultime tre frecce che costituiscono l'ultima frazione di gioco con un 10 di restare attaccato
all'avversario che ha a disposizione l'ultima freccia. E' un 10, che gli vale l'oro. Per
Simonelli, classe 1967, paraplegia per ischemia midollare, alle soglie dei 50 anni è una
grande soddisfazione, che bissa l'argento conquistato a Pechino (a Londra era stato un
quinto posto).
MORELLI. La sua prima medaglia alle Paralimpiadi, alla sua terza partecipazione dopo
Pechino e Londra. Bravo davvero il trentottenne Efrem Morelli, che chiude i 50 rana SB3
al terzo posto (49:92), dietro al cinese Zhipeng Jin (47:54) e allo spagnolo Miguel Luque
(49:47). L'azzurro precede di quattro centesimi il giapponese Suzuki, in un vero e proprio
arrivo in volata per la medaglia di bronzo. "Dopo stamane ero preoccupato perchè ero
stanco, è stata una medaglia presa con i nervi. Ho preparato il tocco alla fine perchè
sapevo che sarei arrivato lì lì con un arrivo in volata. Per me questa medaglia è
qualcosa di eccezionale, è la Paralimpiade più sofferta, presa con la testa e col
cuore dopo un anno non facilissimo, sono davvero felicissimo". Così Morelli a fine
gara, e può festeggiare davvero, dopo tanti piazzamenti fra Paralimpiadi e mondiali, e una
sola medaglia, sempre nei 100 rana nel 2014. Quello però era un campionato europeo,
questa è una Paralimpiade: si entra nella storia del nuoto azzurro. Morelli ha una
paraplegia a causa di un incidente in moto: lui era un campione italiano di motocross,
partecipò anche ad un campionato europeo, poi dopo l'incidente la scelta dello sport
paralimpico e del nuoto. E ora la medaglia alla terza Paralimpiade.
PORCELLATO. Ancora una medaglia, alla sua decima Paralimpiade fra edizioni estive ed
invernali. La terza disciplina, dopo atletica e sci di fondo, regala a Francesca Porcellato, la
"rossa volante" del mondo paralimpico italiano, la medaglia di bronzo nella gara a
cronometro di categoria H1-2-3. L'azzurra arriva distanziata di 35,55 secondi dalla
medaglia d'oro Karen Darke (Gran Bretagna), che chiude poco sopra la mezzora i 20 Km
di gara in 33:44.93, precedendo la statunitense Alicia Dana di poco più di 12 secondi.
"Due mesi fa pensavo di dover dare forfait dove un infortunio, pensavo di non esserci e
oggi invece sono sul podio, qui, alla terza disciplina: la classe non è acqua e la Porcellato
continua ad andare forte", scherza l'azzurra. "E' merito della passione e dell'amore per
quello che faccio, mi diverto un sacco, è stato un percorso bellissimo, sono contenta".
MASINI. E' medaglia di bronzo invece Giancarlo Masini che conquista il terzo gradino
nella cronometro di ciclismo categoria C1. Masini ha coperto i 20 chilometri del percorso
in 28 minuti, 47 secondi e 83 centesimi, preceduto dal tedesco Michael Teuber (27:53:98)
e dal canadese Ross Wilson (28:47:34). Un argento sfumato quindi per un niente,
nemmeno mezzo secondo, ma in ogni caso è una medaglia che vale tanto. “Non ci
speravo proprio, gli avversari sono fortissimi, sono davvero contentissimo: si chiudono tre
anni di lavoro in una sola gara, io ho finalizzato tutto su questo gara, pensavo il podio
fosse irraggiungibile e invece eccomi qua, è arrivato. E’ la prima soddisfazione della mia
vita, sono felice”.
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