Ha compiuto 18 anni a luglio scorso: Zachariah è nato in Ghana ma
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Ha compiuto 18 anni a luglio scorso: Zachariah è nato in Ghana ma
Rete dei servizi per la prevenzione del lavoro sommerso Ha compiuto 18 anni a luglio scorso: Zachariah è nato in Ghana ma da due anni, in seguito alle vicende delle Primavere Arabe, vive in Italia. Giunto a Lampedusa come minore straniero non accompagnato viene trasferito insieme ad altri 24 ragazzi in una struttura temporanea a Padula nell’ambito dell’accoglienza avviata dalla Caritas diocesana di Teggiano-Policastro. Era l’agosto del 2011. Zachariah inizia a studiare l’italiano e a giugno del 2012 inizia un percorso di inserimento socio-lavorativo grazie a dei tirocini formativi realizzati dalla Caritas diocesana con il supporto di Caritas Italiana. Finisce il tirocinio e per Zachariah ed altri ragazzi si pone di nuovo la questione del futuro. Ma un’altra parentesi di speranza sta per aprirsi. Nei primi mesi del 2013, parte il progetto Re.La.R II attuato da Italia Lavoro Spa e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con risorse del Fondo Sociale Europeo. L’obiettivo è quello di contrastare il lavoro irregolare in Campania, Puglia, Sicilia, Calabria e di favorire invece l’inserimento lavorativo. Nel Vallo di Diano il soggetto promotore che traghetta il progetto Re.La.R II è la Tertium Millennium, società cooperativa sociale con sede a Teggiano nata su ispirazione della Caritas Diocesana di Teggiano-Policastro nel 1999 ed attualmente presieduta dal dott. Antonio Calandriello. Vengono così avviati 21 tirocini formativi grazie alla disponibilità di altrettante aziende del Vallo di Diano, della Piana del Sele e del Cilento. Coinvolti uomini e donne provenienti dal Mali, dall’Egitto, dal Senegal, dal Ghana, dalla Guinea, dall’India, dal Bangladesh. La maggior parte under 30, cinque ancora minori stranieri non accompagnati divenuti nel frattempo maggiorenni. Zachariah riprende il suo “lavoro” il 20 maggio scorso, sempre presso una azienda di Padula impegnata nella vendita di materiale per l’edilizia e lavorazione del ferro. Il suo tutor è Antonio Federico, i tutor didattici sono Antonio Calandriello e Filomena De Paola. Quando arriviamo presso l’azienda, Zachariah è sul muletto con cui carica e scarica materiale. Ci saluta in un impeccabile italiano. Orgoglioso di un’intervista che possa raccontare non solo la sua vita ma anche le sue aspirazioni. Da luglio ha lasciato la Fattoria Alvaneta, la struttura d’accoglienza temporanea che lo aveva accolto nel 2011 ed è sceso a valle, a Padula Scalo dove condivide la casa con Idrissa, Konè e Daniel. Ogni mattina, Zachariah raggiunge l’azienda. Quali sono le prime cose che hai imparato a fare? «A guidare il muletto» E la prima volta, hai avuto paura? «Diciamo di si, ma c’è uno che lavora con me che si chiama Francesco… che è molto simpatico e mi aiuta sempre. Poi sono andato dove fanno le gabbie di cemento» Stando qui hai conosciuto molte persone? «Si, specialmente nel magazzino ogni giorno vengono nuove persone» E ti Rete dei servizi per la prevenzione del lavoro sommerso chiedono qualcosa? Zachariah sorride «Tutti chiedono da dove vengo. E io dico vengo da Africa» E ti chiedono “perché sei qui”? «No». In tutti questi mesi durante i quali sei stato qui è cambiato qualcosa per te? «Ora forse sono più responsabile, le cose le faccio anche da solo». Sai che in questo momento anche in Italia c’è una forte crisi economica e ci sono molte persone che non hanno il lavoro. Cosa pensi? «Il lavoro per me è molto importante. In estate sono andato in Sicilia, a Messina, Palermo, Catania e durante il viaggio ho visto tante persone che stavano male» Dove? Per strada? Chiedevano l’elemosina? «Si. Ho pensato che se perdo il lavoro devo fare così anche io». Zachariah in Ghana a Kumasi ha lasciato la sorella di ventuno anni e il papà. Sua madre non c’è più. Li chiama una volta a settimana e gli racconta della sua vita qui in Italia. Del lavoro ma anche di come trascorre il suo tempo libero, della pizza della domenica e della sua passione per il calcio. Da novembre 2012 gioca in una squadra locale. «Vado a fare allenamento 3 volte a settimana» E in che ruolo giochi?« A centrocampo» Tu parli molto bene l’italiano. Hai studiato molto? « La lingua italiana è difficile, ma sia il lavoro che il calcio mi hanno aiutato molto a impararlo meglio. Quando però qualcuno parla dialetto, io dico: non ti capisco, devi parlare italiano!» So che ora che hai 18 anni, stai studiando per prendere la patente. « Si, ma il tempo è poco. C’è il lavoro, poi vado a fare allenamento, poi torno a casa devo mangiare, pregare». Che desideri hai per il tuo futuro? «Il primo è avere un lavoro sicuro con un contratto. Mi piace stare qui e voglio restare qui a lavorare. Secondo, voglio continuare a giocare a calcio» Con i primi soldi cosa hai comprato? «Niente di particolare. Ho messo i soldi da parte per fare una casa per la mia famiglia in Africa; per mio padre che mi ha aiutato molto» Cosa ti dice tuo padre quando lo senti? «Mi chiede, ma quando torni?» In Italia sei solo, hai mai avuto problemi? «Quando ho qualche difficoltà vado da Lucia (l’operatrice che si è occupata dell’accoglienza dei MSNA). E’ come una mamma per me e mi dà consigli. Al lavoro ogni tanto ho avuto qualche difficoltà ma in Ghana si dice che il cliente ha sempre ragione». Veramente anche in Italia. «Ah….!!!» Rete dei servizi per la prevenzione del lavoro sommerso