La Pimpa - Il Brachiosauro

Transcript

La Pimpa - Il Brachiosauro
La Pimpa Ero seduto al tavolo e stavo guardando un cartone che mi piace tantissimo: La Pimpa. La mia mamma mi disse che dovevamo raggiungere il papà ai Larici. Così, mentre lei si dilungava nel vestirsi, io iniziai ad addentrarmi nel bosco. Lì vidi una cagnolina a pois che stava correndo in mezzo agli alberi. Mentre mi avvicinavo per capire dov’era il suo padrone si accorse di me mi disse: -­‐ Ciao, io sono la Pimpa e tu? -­‐ Ciao io mi chiamo Jean Claude, ma mi puoi chiamare J.C. Sai che tu sei il mio cartone preferito? Ti guardo ogni sera e qualche volta di mattina o di pomeriggio. Come hai fatto ad arrivare nel mio mondo? -­‐ le risposi io. -­‐ Sono andata dallo scienziato Ernesto che mi ha chiesto se volevo provare lo strudeltrasportatoredimensionale; così a impostato la macchina su MONDO 3D e sono arrivata qui. -­‐ Wow, mi porteresti nel tuo mondo? -­‐ Va bene; ma lo sai che questo mondo è noioso: non si può parlare con gli alberi. Ora seguimi, andiamo allo studeltrasportatoredimensionale! Dobbiamo fare un tratto di bosco per arrivarci, corriamo. Mentre correvamo i suoi pois si attaccarono a me. Arrivammo così in una radura dove c’era uno stranissimo apparecchio. Era un cerchio enorme di metallo con al centro una patina rosa e verde; c’erano tane lampadine colorate, una specie di orologio e una barra in cui era scritto la dimensione in cui si doveva andare dove in quel momento c’era scritto “MONDO 3D”. Allora chiesi alla Pimpa: -­‐ Come mai si chiama strudeltrasportatoredimensionale? -­‐ È curioso vero? Si chiama così perché intanto che viaggi ti prepara degli strudel buonissimi. Lei settò grazie all’orologio “MONDO FANTASTICO 2D” nella barra. Facemmo un salto e attraversammo la patina rosa e verde. Appena entrati ci trovammo in una specie di tunnel dello stesso colore della patina; all’improvviso si materializzarono davanti a noi 2 strudel fumanti. Quando li assaggiammo iniziammo a dire: -­‐ Sono talmente buoni che ne vorrei una scorta a vita! -­‐ Questi strudel sono il massimo! Ci avvicinammo a una forte luce e ci entrammo. Fummo sbattuti fuori dal trasportatore dimensionale e facemmo un volo andando a sbattere contro un mobile. Un signore sulla sessantina si avvicinò a noi e disse: -­‐ Ciao Pimpa, chi è il tuo amico? -­‐ Si chiama J.C. ed è un bambino del MONDO 3D. -­‐ Ciao J.C. Io sono… -­‐ Sei lo scienziato Ernesto, me l’ha detto la Pimpa. Dopo le presentazioni Ernesto decise di mostrarci il suo fantastico laboratorio. Era ricco di esperimenti, di provette, di oggetti da scienziato. -­‐ Il tuo laboratorio è fantastico! -­‐ Ora andiamo a conoscere i miei amici e vedere la mia casetta! -­‐ Va bene Pimpa, andiamo ! Salutammo Ernesto e iniziammo a correre nel bosco. Salutammo l’albero Luigi, le fragoline e i funghetti, l’orsetto lavatore, il ghiro, la volpe e lo scoiattolo. Appena arrivati a casa decise di chiamare tutti i suoi amici. Chiamò Rosita, Tito, Colombino e Coniglietto che accorsero velocemente per conoscermi. -­‐ Bene, lui è Jean Claude, un mio amico.-­‐ disse Pimpa. -­‐ Loro sono… -­‐ La gatta Rosita, Coniglietto, Colombino e il cane Tito. -­‐ Sì, ma come fai a saperlo? -­‐ Te l’ho detto, io ti vedo tutte le sere! -­‐ Giusto! Che ne dite di andare tutti a fare un pic nic? -­‐ Sì!-­‐ rispondemmo noi in coro. Allora si decise: Pimpa e Rosita sarebbero andate a fare il cestino, Coniglietto a prendere le biciclette e Colombino a prendere il suo cappello da esploratore. Tornò così l’Armando al quale la Pimpa mi presentò. Decise di prepararci una torta per il pic nic. Intanto che Pimpa e Rosita discutevano su cosa mettere nel cestino io aiutavo l’Armando a fare una buonissima torta al cioccolato. Quando tutto era pronto la Pimpa prese un vecchio aquilone e un monopattino. Dopo mi disse che avevano solo due bici quindi io e Tito dovevamo usare altri due mezzi. L’Armando annunciò che sarebbe dovuto tornare a lavoro e sarebbe stato lì fino a sera tardi. Lei corse accanto alla sua macchina per salutarlo e dopo tornò da noi. Allora mi disse: -­‐ Preferisci andare sul monopattino o sull’aquilone. -­‐ Proverò l’aquilone. -­‐ Bene, quindi Tito prenderà il monopattino. Salii sull’aquilone e chiesi a Pimpa come usarlo. -­‐ C’è bisogno del vento – mi rispose lei – Luisa! Una nuvola si avvicinò a noi e la Pimpa le chiese: -­‐ Luisa potresti chiamare il vento! -­‐ Certo! Torno subito. Lino! Lino, dove sei? -­‐ Ciao a tutti io sono il vento Lino! Di cosa avete bisogno? -­‐ disse il vento. -­‐ Avrei bisogno che soffiassi più forte così l’aquilone può volare. – rispose la Pimpa. -­‐ Va bene Pimpa, ciao e buon pic nic! Allora salii sull’aquilone e cavalcai le folate del vento. Ci avviammo verso il bosco e incontrammo Sam lo scoiattolino che venne con noi assieme a Bart il ghiro e a un sacco di noci e di nocciole. Consumammo un bel pranzetto a base di panini, formaggio, la torta di Armando, le noci e le nocciole. Dopo facemmo una bella gara di corsa e la Pimpa arrivò 1° per un soffio. Dopo andammo a fare un bagno nel laghetto vicino. La Pimpa si era portata un salvagente e una limonata e si mise a prendere il sole. Intanto io e gli altri giocavamo a schizzarci e a rincorrerci nuotando. Dopo ben due ore di giochi e schizzi decidemmo di andare al mare visto che volevamo stare in acqua. Arrivati alla spiaggia la Pimpa ci disse: -­‐ Che ne dite di andare al lunapark marino? -­‐ Va bene – rispondemmo noi in coro. -­‐ Bene, allora buttiamoci. -­‐ C’è un pobrema: come faremo a respirare. -­‐ Bè, nel nostro mondo si può respirare e anche parlare sott’acqua. -­‐ Wow, bene allora andiamo, Youppy! Era bellissimo: tendoni a perita d’occhio, il vociare della gente e il rumore delle biglie che colpivano i birilli. Incontrammo anche Billy il pesciolino amico di Pimpa che ci raccomandò al capo del parco e ci fece entrare gratis anche perché ognuno aveva solo una moneta. Salimmo sulla ruota panoramica da cui si vedeva tutto il fondale marino. Allora andammo sulle montagne russe dove il trenino era a forma di squalo. Dopo andammo in un capannone in cui si doveva colpire con la pallina dei barattoli. Io riuscii a colpirne uno. E guadagnai Rossana la gatta soriana. Ritornammo in superficie e liberammo Rossana; salutammo Billy e tutti gli altri amici di Pimpa. Appena arrivati a casa ci accorgemmo che era tardi e quindi dormii a casa di Pimpa. Il giorno dopo le chiesi: -­‐ Ti piacerebbe venire nel mio mondo a trovare il tuo creatore. -­‐ Sì, va bene ma dimmi qualcosa di lui. -­‐ Si chiama Francesco Tullio Altan ed è nato il 30 settembre 1942 a Treviso, una provincia del Veneto; ha 70 anni e attualmente vive ad Aquileia in provincia di Udine in Friuli Venezia Giulia. -­‐ Va bene, corriamo da Ernesto. Arrivammo al laboratorio e suonammo il campanello che continuava a dire: -­‐ La relatività, attenzione la relatività, Einstein, la relatività! Arrivò Ernesto ad aprire e ci disse: -­‐ Pimpa, J.C. che ci fate qui? -­‐ Siamo venuti qua per andare nel MONDO 3D con lo strudeltrasportatoredimensionale. -­‐ Ma certo venite. Devo settare su MONDO 3D e poi potete partire. Ci lanciammo nel centro del trasportatore e ci trovammo nel tunnel dimensionale; si materializzò il solito strudel fumante. Venimmo sputati fuori nel boschetto del torrente del Diavolo. -­‐ Ora come facciamo ad andare ad Aquilo… Aquileia?-­‐ mi chiese la Pimpa. -­‐ Basta che andiamo all’eliporto e ci facciamo portare a Linate; dopo andiamo in aereo a Udine e con un taxi arriviamo ad Aquileia. Andammo dove ci sono i campi da golf e trovammo un elicottero con un signore dall’area simpatica; si chiamava Alberto e accettò di fare il tragitto fino a Linate. Intanto che viaggiavamo giocavamo a un gioco chiamato “Lo gnomo a visto una cosa…” Appena arrivati salimmo su un aereo della linea Alitalia che ci portò a Udine. Lì, incorammo un divertente tassista di nome Roberto che ci accompagnò fino ad Aquileia. Chiedemmo a un barista locale dove potevamo trovare Altan. Andammo in Via Volturno 19 suonammo il campanello e ci venne ad aprire un tipo dall’area sveglia che appena vide Pimpa spalancò la bocca sbalordito e balbetto: -­‐ Tu sei la P…Pi…Pim…Pimpa? -­‐ Sì io sono la Pimpa e questo bambino è J.C. che mi accompagnato qui per conoscerti. -­‐Oh, bene entrate. Continuava ad essere sbalordito. Ci portò in una stanza dove i muri erano dipinti con disegni della Pimpa e dei suoi amici. -­‐ Questa è la cameretta di mia figlia. Ci accompagnò in un’altra stanza piena di libretti della Pimpa e di schizzi per le figure attaccati alle pareti. Dopo c’era una scrivania con sopra un disegno iniziato e accanto c’era un cestino saturo di fogli accartocciati. -­‐ Ora che abbiamo visitato le stanze che vi interessavano venite che pranziamo; vi vanno bene gli spaghetti al sugo. -­‐ Yum, che buoni. – esclamammo noi due in coro. -­‐ Intanto che li faccio fate come se foste a casa vostra. -­‐ Non si scomodi signor Altan, ve li farò io. – gli dissi io. Misi del sugo nella padella e lo lasciai cuocere; dopo misi gli spaghetti nella padella e amalgamai il tutto. Misi in tavola e facemmo un lauto pranzetto. Dopo ci fece vedere come faceva a disegnare i personaggi pomposi ops… forse è pimposi, no aspettate è della Pimpa. Dopo ci facemmo prestare il telefono e chiamammo Ernesto: -­‐ Ciao sono la Pimpa potresti regolare lo strudeltraportatoredimensionale su Aquileia, provincia Odine, no Udine in Fruli Vonizio Giulo… ops è Friuli Venezia Giulia. -­‐ Va bene Pimpa trovatevi nei giardini di Via Volturno. Allora salutammo Altan e uscimmo dalla sua casa. Trovammo il trasportatore e ci buttammo dentro come al solito. Ricevemmo il solito strudel fumante e venimmo lanciati nel laboratorio di Ernesto. Ritornammo a casa di Pimpa e decidemmo di organizzare un mega party con tutti gli amici che vennero subito invitati. Preparammo un fantastico buffet. E intonammo una simpatica canzoncina: “Viva la festa e il mal più ti resta; mangia di qua e bevi di là evviva la felicità; danza lì e canta là balla il chachacha.” Dopo facemmo una foto e anziché dire “chese” dicevamo “rima baciata”. C’erano le sorelle tigri, il pinguino, io, l’ippopotamo, Rosita, Coniglietto, Tito e l’elefantina. Tornai da Ernesto accompagnato da Pimpa, mi buttai nello strudeltrasportatoredimensionale e tornai nei boschi di Madesimo. Appena tornato a casa salutai mia mamma e vidi che alla TV c’era la Pimpa e lì si vedevano Pimpa e Armando in bici che parlavano di un ragazzo che si chiamava J.C. Jean Claude Mariani