Origine dell`inquinamento transfrontaliero

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Origine dell`inquinamento transfrontaliero
Inquinanti transfrontalieri
Dalla Convenzione di Ginevra alla
nascita della Green Chemistry
Tullia Aquila
ITI Basilio Focaccia Piano Offerta Formativa a.s. 2012/2013
Piante, batteri e funghi per il biorisanamento da
inquinanti chimici
Atmosfera terrestre
L'atmosfera è suddivisa in strati concentrici, disomogenei per
temperatura e densità (decrescente verso l'alto)
Composizione della troposfera
 azoto : 78,084% (come N2)
 ossigeno : 20,946% (come O2)
 argon : 0,934%
 anidride carbonica : 0,033% (CO2)
 gas in tracce, tra cui alcuni gas nobili (He, Ne, Xe, Kr),
idrogeno (come H2), metano (CH4) e protossido d’azoto
(N2O).
vapore acqueo (fino al 4% in volume)
Determina l’umidità e consente di riflettere ed assorbire
parte del calore che attraversa l’atmosfera, sotto forma di
energia radiante proveniente dal Sole e, di ritorno, riflessa
dalla Terra, fungendo così da strato protettivo e isolante.
Origine dell’inquinamento transfrontaliero
Il 1952 è l’anno del “grande smog” a
Londra. Si stima abbia causato
12.000 morti!
Prime misure e primi limiti
alle concentrazioni di SO2.
Introduzione di “alti
camini” (200 m) per
disperdere gli inquinanti.
Il problema da locale è
diventato transfrontaliero.
Piogge acide
Foreste europee danneggiate delle piogge
acide
Verso la Convenzione di Ginevra
Nel 1977 viene pubblicato un rapporto OCSE
(l’Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico che comprende i principali
Paesi industrializzati) su uno studio iniziato nel
1972, dove si conferma la natura transfrontaliera
dell’inquinamento da composti dello zolfo.
A novembre del 1979 oltre 30 Paesi più la Comunità Europea
siglano a Ginevra la Convenzione sull’inquinamento
atmosferico transfrontaliero a lunga distanza (LRTAP).
Convenzione di Ginevra sull'inquinamento
atmosferico transfrontaliero a grande
distanza
Fissa il quadro per la cooperazione
intergovernativa ai fini della tutela della salute e
dell'ambiente contro l'inquinamento atmosferico che
può interessare più paesi. Tale cooperazione ha per
oggetto l'elaborazione di politiche appropriate, lo
scambio di informazioni, la realizzazione di attività di
ricerca, nonché l'istituzione e lo sviluppo di un
meccanismo di sorveglianza.
La convenzione è stata firmata a Ginevra nel 1979, da
29 Paesi Europei, USA e Canada, ed è entrata in vigore
nel 1983. L’Italia l’ha ratificata nel 1982.
Classi di inquinanti gestiti dalla
Convenzione di Ginevra
VOCs
NH3
Metalli pesanti
SOx
O3
NOx
POPs
Gli inquinanti atmosferici
Origine
ANTROPICA
NATURALE
(pulviscolo, esalazioni vulcaniche,
decomposizione materiale organico,
combustione, incendi, scariche elettriche)
Classificazione
PRIMARI
CO, (CO2), NOx, SO2, polveri e idrocarburi
incombusti
SECONDARI
si formano successivamente in atmosfera attraverso
reazioni chimico-fisiche (es.O3) e spesso risultano più
tossici e persistenti dei composti originari (smog
fotochimico)
Dopo il loro ingresso in atmosfera, gli inquinanti primari vanno incontro a
processi di diffusione,trasporto e deposizione.
Principale origine dell’inquinamento
antropico
I vari processi di
combustione
(specialmente a carico di
combustibili fossili)
utilizzati per la produzione
di energia, per cuocere i
cibi, per il riscaldamento,
per alimentare i veicoli a
motore, producono gli
inquinanti primari più
diffusi.
CO2
SO2
NOx
particolato
CO
Effetti dell’inquinamento antropico
L’introduzione di quantità addizionali di composti
già presenti in natura o di xenobiotici può alterare,
anche in via definitiva, i cicli biochimici naturali
preesistenti.
L’inquinamento atmosferico ha effetti nocivi sul
patrimonio animale, forestale ed agricolo, sugli
ecosistemi in genere, provoca danni alle strutture
metalliche, alle opere d’arte, e ai fabbricati.
L’inquinamento atmosferico può contribuire
significativamente al cambiamento globale del
clima, in quanto può portare all’aumento del
particolato, della concentrazione dei gas serra e dei
gas che interagiscono con il ciclo dell’ozono.
Fenomeni che sono spesso collegati tra loro.
Ciclo del carbonio e sua alterazione
Le emissioni antropiche
di CO2 sono così elevate,
che i sistemi di feedback
naturali (processi di
autoregolazione) non
riescono a riportare la
concentrazione di CO2 ad
un valore costante e ad
un nuovo equilibrio.
All’aumento della CO2
contribuiscono anche la
deforestazione e le
discariche di rifiuti.
L’effetto serra è in parte causato dall’alterazione del ciclo del
carbonio.
Effetto serra
Apporto relativo dei principali gas serra al
riscaldamento globale del pianeta
Relazione tra struttura dei gas ed effetto serra
Non sono
gas serra
CO2 , vapore acqueo, metano, protossido d’azoto, ozono e clorofluorocarburi
sono gas serra perché le loro vibrazioni generano campi elettrici oscillanti
che interagiscono con le radiazioni IR, assorbendole. Al contrario le
molecole di azoto e di ossigeno non sono gas serra perché le loro vibrazioni
non hanno tale effetto.
Il protocollo di Kyoto
E’ un trattato internazionale in materia
ambientale riguardante il riscaldamento
globale sottoscritto nella città giapponese di
Kyoto l'11 dicembre 1997 da più di 180 Paesi
in occasione della Conferenza COP3 della
Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici (UNFCCC). Il trattato è
entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la
ratifica anche da parte della Russia.
I paesi sottoscriventi si impegnano a ridurre le emissioni nei
settori della produzione di energia, dei trasporti, delle
industrie manifatturiere e della gestione dei rifiuti.
Strategie di riduzione dell’inquinamento
atmosferico
• Decentramento delle fonti
• Modifica delle materie prime, in particolare dei
combustibili
• Retrofitting dei processi (catene di purificazione
dei fumi)
• Modifica dei processi (uso di processi meno
inquinanti)
• Modifica delle abitudini
Modifica delle abitudini
Sviluppo sostenibile:un concetto antico
“Non abbiamo ereditato il mondo dai
nostri padri, l’abbiamo preso in
prestito dai nostri figli”
Popolo Cherokee
Lo sviluppo sostenibile oggi
La “sostenibilità” dello sviluppo è stata definita nel rapporto
Brundtland (1987) delle Nazioni Unite come:
”Uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni della presente
generazione senza compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare i propri”
In occasione della Conferenza di Rio de
Janeiro (1992) su ambiente e sviluppo,
la comunità internazionale ha
riconosciuto, per la prima volta, la
necessità di individuare azioni da
avviare nella direzione dello sviluppo
sostenibile.
Agenda 21
“Programma di
azione", scaturito dalla
Conferenza ONU di
Rio de Janeiro (1992),
che costituisce una
sorta di manuale per lo
sviluppo sostenibile
del pianeta in vista del
21° secolo.
Un piano da realizzare su scala globale,
nazionale e locale.
Dichiarazione di Rio: alcuni principi
1. il principio di equità fra generazioni (art. 3)
2. il principio di integrazione (art. 4)
3. il principio delle responsabilità comuni ma differenziate (art. 7)
4. il diritto di accesso alle informazioni, la partecipazione di tutti i
cittadini interessati e l’accesso alla giustizia (art. 10)
5. il principio di non discriminazione (art. 12)
6. il principio di precauzione (art. 15)
7. il principio “chi inquina paga” (art. 16)
Dimensioni dello sviluppo sostenibile
La sostenibilità dello sviluppo richiama la necessità di
coniugare tre dimensioni fondamentali e inscindibili:
Ambientale, Economica e Sociale.
L’interpretazione della definizione di sviluppo
sostenibile comporta la ricerca di una equità
di tipo intergenerazionale, ma prevede un
implicito riferimento all’equità
intragenerazionale, secondo cui all’interno
della stessa generazione persone appartenenti
a diverse realtà politiche, economiche, sociali
e geografiche hanno gli stessi diritti.
Piani nazionali
La realizzazione degli obiettivi
previsti in Agenda 21 è stata
recepita dai vari stati
sottoscriventi attraverso piani
nazionali, che prevedono
interventi nei settori produttivi
quali l’industria, l’agricoltura ed il
turismo, nelle infrastrutture di
base (energia e trasporti) e nel
settore dei rifiuti.
Sostenibilità della ricerca scientifica
Anche la scienza è stata chiamata a
fare la sua parte, e ogni paese si è
organizzato attraverso delle
Piattaforme Tecnologiche
Nazionali, che hanno il compito di
predisporre un’agenda per la
ricerca, pubblica e privata, che
risponda a esigenze di sostenibilità.
Green Chemistry: un approccio etico
allo sviluppo industriale
La “Green Chemistry” è un nuovo approccio tecnologico nato
negli USA nei primi anni ’90 che oggi costituisce, anche in
Europa, uno strumento fondamentale per conseguire uno
sviluppo sostenibile.
Applica 12 principi innovativi (Anastas e Warner, 1998)
nella progettazione di processi chimici industriali, puntando
all’eliminazione o alla riduzione dell'uso e della
produzione di sostanze nocive per l'ambiente o per la
salute e al risparmio energetico.
I 12 principi della Green Chemistry in
dettaglio
Estratto dalla Presentazione del professore
Francesco Ruffo dell’Università di Napoli
Federico II tenuta nel nostro Istituto nel 2008
Presupposti per il conseguimento di
uno sviluppo sostenibile
Sforzo congiunto del mondo scientifico, politico
e imprenditoriale.
Presa di coscienza individuale dei problemi
ambientali e dei comportamenti che ciascuno
può, e deve, adottare per fornire il proprio
contributo. Ma per raggiungere questo obiettivo
ancora una volta scienza (intesa anche come
istruzione e scuola) e politica devono fare la loro
parte.
Riflessione conclusiva
Grazie per l’attenzione